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Appunti e note redazionali

RorFonti

Gr 19:30

Rinviata l'udienza per i fatti del 6 novembre In mattinata la Rete per il reddito sociale e i diritti ha manifestato davanti al tribunale Era previsto per oggi l’inizio dell’udienza preliminare per il processo a carico dei 105 attivisti accusati di rapina pluriaggravata per i “fatti del 6 Novembre 2004”, giorno in cui precari, studenti, disoccupati, sindacalisti di base e attivisti dei centri sociali posero al centro dell’attenzione il problema della precarietà, del caro vita e la lotta per il reddito garantito. In mattinata si è svolta a piazzale Clodio una manifestazione di protesta contro la criminalizzazione delle lotte sociali, promossa dalla rete per il reddito sociale ed i diritti. Intorno alle 11,30 gli avvocati hanno comunicato ai manifestanti che l'udienza è stata rinviata al 30 novembre per vizi procedurali, in quanto non sono giunte in tempo le notifiche a tutti e 105 gli imputati. avvocato6novembre.mp3

Roma polizia contro studenti al liceo Albertelli In data 18 ottobre gli studenti del liceo classico Pilo Alberelli di Roma, a seguito di un’assemblea studentesca hanno deciso di occupare la loro scuola. Motivo della protesta: la totale indisponibilità del D.S. ad acconsentire alle modifiche del regolamento scolastico richieste dagli studenti e la situazione edilizia del plesso adibito a succursale. Gli studenti hanno denunciato la presenza di amianto, in palese violazione della legge 626, e una condizione inadatta ad ospitare gli alunni. Dopo l’occupazione si sono verificati atti di violenza da parte della polizia, che hanno visto protagonisti gli stessi studenti, molti dei quali minorenni. “..Gli ha puntato una pistola sulla faccia, dicendo che avrebbe sparato se non lo avesse fatto entrare…” e ancora: “ha preso a schiaffi una ragazza che stava sulla porta…” queste sono state le dichiarazioni di alcuni dei tanti studenti che hanno assistito alla scena. La rete dei collettivi studenteschi esprime la sua vicinanza ai compagni dell’Albertelli. “Esprimiamo il nostro sconcerto per i fatti di violenza verificatisi oggi e ribadiamo la nostra vicinanza agli studenti e la piena condivisione delle motivazioni della protesta che in queste ore stanno portando avanti gli studenti dell’Albertelli.”- queste sono le parole con cui oggi il coordinamento della rete dei collettivi studenteschi si è espresso in merito all’episodio. poliziaversusstudenti.mp3

Napoli in emergenza continua Il nuovo commissario straordinario per i rifiuti della regione campania Guido Bertoloso ricalca i suoi predecessori immondizzia e polizia per le popolazioni già provate dall'inquinamento. Ancora una volta i poteri “forti” giocano con la pelle degli acerrani, calpestando la nostra terra e incenerendo la nostra salute. Già da due notti centinaia di cittadini stanno bloccando i camion che scaricano spazzatura in una improvvisata discarica a cielo aperto, autorizzata dal commissario Bertolaso e situata di fronte al cantiere del mega-inceneritore. In nome dell’ennesima emergenza rifiuti si stanno scaricando rifiuti tal quali in un sito già ritenuto non idoneo dal TAR come deposito di ecoballe. Ancora una volta l’emergenza rifiuti in Campania fa dimenticare le più elementari regole di diritto e di democrazia! L’apertura della discarica da parte di Bertolaso rappresenta l’ennesima offesa per un’intera comunità e continua ad ignorare le ragioni di una protesta che dura da anni contro l’inceneritore, che non ha risolto e non risolverà l’emergenza rifiuti in Campania. E’ sotto gli occhi di tutti che si sono moltiplicate le discariche in Campania, con enormi costi e disagi per i cittadini e gravi danni per la salute. C’è bisogno di un nuovo piano di smaltimento rifiuti regionale, partecipato e condiviso con le popolazioni, che metta al centro non gli inceneritori e i grandi interessi dei gruppi finanziari e industriali, ma una politica di riduzione, riuso, raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti. Non c’è trattativa che tenga, continueremo a vigilare e combattere per far valere le nostre ragioni! Mercoledì 18 ottobre alle ore 19 in piazza Duomo: Assemblea cittadina contro l’inceneritore, contro la discarica, per un nuovo piano di smaltimento rifiuti. Tutti i cittadini devono far sentire la propria voce: per discutere, per confrontarsi, per lottare insieme! Invitiamo inoltre i politici, i partiti, le associazioni a prendere posizione in un momento cruciale per il futuro di Acerra.

Sardegna in lotta per il lavoro E' partita dalla stazione di Cagliari la manifestazione dei lavoratori e dei sindacati del Sulcis Iglesiente. Circa 3.500 persone si sono ritrovate per esprimere rabbia per la mancanza di lavoro.Dopo una sosta davanti al palazzo della Rappresentanza del Governo, in piazza del Carmine, il corteo si spostera' verso il palazzo della Regione in viale Trento.

Esplosioni a milano Due rudimentali ordigni, che non hanno provocato ne' feriti ne' danni, sono esplosi prima dell'alba nei pressi di un'azienda di Milano. La ditta tra gli altri prodotti produce anche sistemi elettronici per l'Aeronautica Militare. I carabinieri non avrebbero al momento elementi per identificare una particolare matrice del gesto, e non sarebbero state trovate ne' lettere, ne' scritte di rivendicazione. La responsabile della sicurezza della ditta ha detto di non avere mai ricevuto minacce.

Nassiria polemiche sull'impreparazione delle truppe italiane Le vedove di 7 militari caduti a Nassiriya si rivolgono alla Procura militare di Roma per sapere la verita' sull'attentato del 2003. Lo ha annunciato Alessandra Savio, vedova del maresciallo Filippo Merlino. Le altre sono le mogli di Carrisi, Cavallaro, Fregosi, Intravaia, Ragazzi e Trincone.'Araz, l'indagato per la strage, quando e' stato arrestato - dice la Savio - ha detto di aver visto la base senza difese, e ha organizzato l'attacco per 300 dollari.

AFGHANISTAN Un missile ha colpito un’abitazione civile, uccidendone gli occupanti, durante combattimenti nella provincia di Helmand (sud del paese) tra miliziani talebani e forze Nato e dell’esercito afgano; lo ha detto la polizia precisando che l’incidente è avvenuto alle 10:00 di ieri sera a Tajikai (un villaggio contadino nel distretto di Grishk abitato da un centinaio di famiglie) e di non avere ancora un bilancio preciso sul numero delle vittime. Un abitante di Tajikai, raggiunto telefonicamente dall’agenzia ‘Associated Press’, ha detto che le vittime sarebbero 13 (cinque donne, cinque bambini e tre uomini) e che il razzo sarebbe stato lanciato da un aereo, addossando quindi la responsabilità dell’episodio alle forze della coalizione internazionale. Il portavoce della Nato ha confermato che jet ed elicotteri della coalizione hanno lanciato razzi alle 2:00 di notte contro postazioni dei talebani, ma per il momento “non è possibile verificare i fatti”

Palestina Fonti palestinesi riferiscono che uno dei due miliziani di Hamas, rimasti uccisi questa mattina in un raid dell'esercito israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, sarebbe stato tra i rapitori del caporale Gilad Shalit. Shalit è il soldato israeliano che fu catturato da Hamas il 25 giugno scorso ai confini tra la striscia di Gaza e Israele. Il suo rilascio è stato oggetto di trattative che non hanno ancora avuto esiti positivi. Di lui non si hanno più avute notizie. La notizia è stata battuta dall'agenzia palestinese Ramattan, ma non ha ancora avuto conferme.

Israele L’Alta Corte di Israele ha esortato oggi l’esercito a rivedere entro sette giorni il divieto d’ingresso in Israele per una studentessa palestinese iscritta a un dottorato dell’Università di Gerusalemme, in base alle restrizioni imposte nei mesi scorsi per motivi di sicurezza. “Non vediamo necessariamente una ragione per rifiutare l’ingresso di una persona su base individuale” ha detto oggi Dorit Beinisch, presidente di un collegio di tre giudici. Malgrado una richiesta dell’Università, l’esercito nei giorni scorsi aveva impedito a Sawsan Salameh, 29 anni, studentessa di Anata - una località palestinese a pochi chilometri da Gerusalemme – di entrare in territorio israeliano adducendo ragioni di sicurezza. Appelli sono stati inviati al ministro della Difesa Amir Peretz dai rettori di sei università israeliane, in cui si chiede di cancellare il “l’ampio divieto” contro gli studenti palestinesi. Anche i ministri dell’Istruzione e della cultura hanno chiesto oggi al titolare della Difesa di eliminare l’“inaccettabile divieto in assenza di indicazioni di intelligence su studenti potenzialmente pericolosi per la sicurezza”.

Irak Un capo dell’intelligence provinciale irachena del sud è rimasto ucciso pochi minuti fa dall’esplosione di una bomba piazzata lungo la strada che collega le città di Amarah e Bassora. Con lui sono morte anche quattro guardie del corpo. Con questa strage si apre l’ennesima giornata di violenze in Iraq, dopo che questa notte due poliziotti iracheni sono rimasti uccisi e altri due feriti al termine di uno scontro con miliziani iracheni verificatosi nel distretto di Karma, a nord di Bassora, in cui è rimasto coinvolto anche un contingente britannico. L’episodio si è verificato al culmine di un’operazione di rastrellamento contro miliziani sospettati di “razzie e omicidi”, come hanno chiarito le autorità irachene. Non si sa se vi siano state vittime anche tra i soldati britannici. Molto alto, invece, è stato il tributo pagato nelle ultime ore dai militari statunitensi. Almeno nove marines infatti hanno perso al vita tra ieri e oggi in diverse zone del paese, portando a 67 vittime il bilancio del solo mese di ottobre e a non meno di 2.775 – sulla base dei dati forniti da Pentagono - quello dei soldati Usa caduti dall’inizio della guerra, nel marzo 2003

Francia cresce violenza urbana, ogni 24 ore aggrediti 15 poliziotti Ogni giorno in Francia vengono aggrediti 15 agenti di polizia e sicurezza, mentre le automobili incendiate quotidianamente sono 115. Le cifre diffuse dal ministero dell'Interno per il 2006 registrano per ora 77 mila fatti di violenza urbana. La media della automobili bruciate mensilmente nel primo semestre 2006 raggiunge la cifra di 3.502. Inoltre continuano a crescere le aggressioni a poliziotti, gendarmi,vigili del fuoco, finora 4.244 fatti censiti nel 2006, una media di 15 al giorno.

Cile gli studenti contro le leggi di Pinochet A quattro mesi dalle ultime manifestazioni, migliaia di studenti hanno indetto oggi uno sciopero nazionale e sono tornati in piazza a Santiago del Cile per chiedere la revoca della ‘Ley organica constitucional e Enseñanza’ (Loce) sull’istruzione pubblica voluta dall’ex-dittatore Augusto Pinochet nel 1990. Reparti di ‘carabineros’ sono intervenuti disperdendo i dimostranti con l’uso di idranti e gas lacrimogeni e prendendo d’assalto una decina di licei occupati dai ‘pinguinos’, come sono chiamati gli alunni delle scuole secondarie per via delle loro uniformi: i primi bilanci parlano di oltre 150 fermi, ma per il momento non è noto se ci siano feriti. “Siamo più uniti che mai: respingiamo ogni tipo di azione violenta da parte del governo e andremo avanti fino alle ultime conseguenze” ha detto oggi Maria Jesús Sanhueza, dirigente e portavoce della Asamblea Coordinadora de Estudiantes Secundarios (Aces) che ha convocato la protesta. Secondo i dimostranti, la commissione presidenziale creata a giugno per studiare una riforma del sistema scolastico nazionale ha finora avanzato solo “proposte vaghe” che non rispondono alle rivendicazioni degli studenti. Il movimento studentesco sostiene che la Loce, firmata da Pinochet 10 marzo 1990, un giorno prima di lasciare il potere, ha favorito finora le scuole private a discapito di quelle pubbliche, affidate ai comuni, aumentando il divario tra poveri e ricchi nell’accesso all’istruzione. Tra l’aprile e il giugno scorsi gi studenti avevano dato vita alla più ampia mobilitazione da 30 anni a questa parte – ribattezzata dalla stampa cilena la ‘Revolución de los Pinguinos’ – dapprima protestando col governo per il ritardo nella consegna di un ‘pass’ che permette loro di pagare solo un terzo delle tariffe dei trasporti e in seguito rivendicando la gratuità dei biglietti degli autobus e dell’esame di ingresso all’Università, fino alla cancellazione della legge di Pinochet. La presidente Michelle Bachelet aveva accettato di modificare la Loce, ma la sua revoca è stata finora ostacolata in Parlamento dai partiti di destra.

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

REFUSNIK “Io, Omri Evron, rifiuto di servire nell’esercito perché intendo restare fedele ai principi morali in cui credo. Il mio rifiuto di arruolarmi è un atto di protesta contro l’occupazione militare protratta del popolo palestinese, un occupazione che approfondisce e fortifica l’odio e il terrore fra i popoli. Mi oppongo alla partecipazione alla guerra crudele per il controllo dei territori occupati, una guerra condotta per proteggere le colonie israeliane e per mantenere l’ideologia della Grande Israele”: inizia così la dichiarazione di Omri Evron, un ‘refusnik’ dell’esercito israeliano che si rifiuta di prestare servizio nei Territori palestinesi. “Rifiuto di servire un’ideologia che non riconosce il diritto di tutte le nazioni all’indipendenza e alla coesistenza pacifica. Non sono preparato a contribuire in alcun modo all’oppressione sistematica di una popolazione civile e alla privazione dei suoi diritti, così come essa viene effettuata dal regime dell’apartheid e dalle truppe israeliane nei territori occupati” scrive ancora Evron - carta d’identità militare n. 6153157 – che sta scontando 14 giorni di isolamento in carcere. “Sono sdegnato – aggiunge nel testo della sua dichiarazione, pervenuto anche alla MISNA - per l’incarcerazione di milioni di persone dietro muri e checkpoint, e per la fame che ne consegue. Mi rifiuto di arruolarmi perché non credo che la violenza sia una soluzione e che la guerra porti la pace. Mi rifiuto di servire le industrie degli armamenti, le aziende globali, gli avidi appaltatori, i predicatori di razzismo e i cinici leader la cui attività è volta all’incremento della sofferenza, e che deprivano le persone dei loro diritti umani di base”. Il militare israeliano auspica che il suo rifiuto “serva a portare l’attenzione sul fatto che non tutti sono pronti a farsi indottrinare e cooptare per cause nazionaliste e razziste. Con questo atto voglio esprimere la mia solidarietà con tutti i prigionieri per la libertà in tutto il mondo. Mi rifiuto di credere alle bugie diffuse allo scopo di indurre divisioni e antagonismi fra i lavoratori delle due parti così che essi non possano allearsi nella lotta per i loro diritti”. Vorrei, si legge ancora, “che il mio rifiuto sia un messaggio di pace e di solidarietà e un appello a coloro che uccidono e sono pronti a farsi uccidere per interessi che non sono i loro, a deporre le armi e a unirsi nella lotta per un mondo più giusto”. Pur dichiarandosi consapevole questo il suo atto è una violazione delle leggi israeliane, nella sua ‘Dichiarazione di lealtà alla pace’ il soldato Omri mi conclude: “È mio dovere oppormi a qualunque legge che renda possibile privare altri dei loro diritti e della libertà, o trattarli con tale violenza da negare la loro umanità fondamentale”. Da anni esistono in Israele numerosi gruppi di ‘obiettori’ che rifiutano il servizio militare nei Territori palestinesi; tra questi, ‘Yesh Gvul’, (‘C’è un limite’). Negli ultimi anni l’intensificarsi delle operazioni militari contro i palestinesi ha provocato una proporzionale crescita di refusnik, tra cui anche piloti dell’aviazione e membri delle unità speciali. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il sergente Itzik Shabbat, un produttore televisivo di 28 anni, che ha a luglio respinto l’ordine di raggiungere la sua unità di riservisti nei Territori durante la guerra tra Israele e gli Hezbollah in Libano.

ESTERI

ISRAELE

L'amministrazione cittadina di Los Angeles ha chiesto aiuto alle autorità israeliane per far fronte a una possibile ondata terroristica, secondo quanto riferito dalla stessa giunta cittadina. In particolare, nei giorni scorsi tre ufficiali israeliani avrebbero visitato l'aeroporto internazionale di Los Angeles per verificare i sistemi di sicurezza. Non è escluso che la collaborazione possa estendersi ad altre strutture sensibili della città come stadi, teatri, centri commerciali e stazioni metropolitane e ferroviarie.

PALESTINA

Sette militanti palestinesi di Hamas sono stati uccisi nella notte da militari israeliani durante due diverse incursioni compiute nel nord e nel sud della Striscia di Gaza, rispettivamente nella zona di Jabaliya e di Rafah. Le incursoni israeliane sono continuate nella mattinata spingendosi fino al confine egiziano e uccidendo due presunti militanti palestinesi, secondo quanto riferito dalle autorità locali. La versione dei vertici militari di Tel Aviv è che l'azione tendeva a colpire i tunnel clandestini che da Gaza giungono in Egitto.

IRAQ

I comandi militari Usa hanno reso nota questa mattina la morte di quattro soldati statunitensi, vittima di un agguato avvenuto ieri alla periferia sud di Baghdad. Sale così a 2.776 il numero dei caduti Usa in Iraq dall'inizio della guerra: 596 nel corso dell’anno 2006.

Una fonte irachena riferisce che un elicottero statunitense è stato abbattuto da un razzo sparato dai ribelli nell'area di Makr adh-Dhib, nella provincia di al Qaim, vicino al confine siriano. L'abbattimento pare sia avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì, non ci sono conferme da parte del comando Usa in Iraq, e nemmeno notizie dei soldati a bordo del velivolo.

Fonti di polizia irachene hanno riferito che, stamane, l'esplosione di un ordigno sulla strada che collega le città di Amarah e Basra, nell'Iraq meridionale, ha causato la morte di Ali Qassim al-Tamimi, capo dell'intelligence militare provinciale, e delle sue quattro guardie del corpo. La guerra in Iraq, scoppiata nel marzo 2003, ha provocato finora la morte di 46 mila persone.

AFGHANISTAN

Un missile ha colpito un’abitazione civile, uccidendone gli occupanti, durante combattimenti nella provincia di Helmand (sud del paese) tra miliziani talebani e forze Nato e dell’esercito afgano; lo ha detto la polizia precisando che l’incidente è avvenuto alle 10:00 di ieri sera a Tajikai (un villaggio contadino nel distretto di Grishk abitato da un centinaio di famiglie) e di non avere ancora un bilancio preciso sul numero delle vittime. Un abitante di Tajikai, raggiunto telefonicamente dall’agenzia ‘Associated Press’, ha detto che le vittime sarebbero 13 (cinque donne, cinque bambini e tre uomini) e che il razzo sarebbe stato lanciato da un aereo, addossando quindi la responsabilità dell’episodio alle forze della coalizione internazionale. Il portavoce della Nato ha confermato che jet ed elicotteri della coalizione hanno lanciato razzi alle 2:00 di notte contro postazioni dei talebani, ma per il momento “non è possibile verificare i fatti”.

EQUADOR

Con il 79,72% dei voti scrutinati manualmente, il risultato parziale delle elezioni presidenziali ecuadoriane conferma il vantaggio del candidato conservatore Alvaro Noboa che, dopo un lungo testa a testa con l’avversario più diretto, è ora accreditato di un 26,24%, contro il 23,03% del progressista Rafael Correa. La differenza del 3,21% a favore di Noboa, se dovesse essere confermata alla fine del computo, non permetterebbe al miliardario imprenditore di essere eletto al primo turno poiché la legge elettorale ecuadoriana prevede che in tal caso il candidato vincitore ottenga almeno il 40% dei voti. Si profila dunque un ballottaggio tra i due principali sfidanti, visto che gli altri due candidati, Gilmar Gutiérrez (17,72%) e León Roldós (14,91%) sembrano al momento decisamente staccati. È probabile che già domani sia possibile conoscere i risultati finali dello scrutinio per la carica di presidente della Repubblica.

SRI LANKA

Almeno due persone sono rimaste uccise e altre dieci ferite questa mattina in attentato suicida nella base navale di Galle, nel sud dello Sri Lanka. Cinque barchini carichi di esplosivo si sono lanciati contro le banchine del porto provocando numerose esplosioni. Successivamente si sono uditi nella zona colpi di arma da fuoco. L'esercito ha imposto il coprifuoco in tutta la città. Questo attacco giunge due giorni dopo quello di lunedì contro un convoglio di autobus militari che ha ucciso 103 marinai e ne ha feriti altri 150.

USA

Il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, è in arrivo a Tokyo per colloqui riguardanti la crisi nucleare nordcoreana. Dopo il Giappone, la Rice andrà anche a Seul, Pechino e Mosca. La tensione sulla vicenda del nucleare della Corea del Nord rischia di salire dopo le voci, non confermate, di un nuovo test nucleare di Pyongyang che il presidente Usa, George W. Bush, ha detto di considerare "un'atto di guerra" da parte del regime comunista di Kim Jong Il.

ITALIA

In mattinata la Rete per il reddito sociale e i diritti ha manifestato davanti al tribunale - Rinviata l'udienza per i fatti del 6 novembre

Era previsto per oggi l’inizio dell’udienza preliminare per il processo a carico dei 105 attivisti accusati di rapina pluriaggravata per i “fatti del 6 Novembre 2004”, giorno in cui precari, studenti, disoccupati, sindacalisti di base e attivisti dei centri sociali posero al centro dell’attenzione il problema della precarietà, del caro vita e la lotta per il reddito garantito. In mattinata si è svolta a piazzale Clodio una manifestazione di protesta contro la criminalizzazione delle lotte sociali, promossa dalla rete per il reddito sociale ed i diritti. Intorno alle 11,30 gli avvocati hanno comunicato ai manifestanti che l'udienza è stata rinviata al 30 novembre per vizi procedurali, in quanto non sono giunte in tempo le notifiche a tutti e 105 gli imputati. (ASCOLTIAMO L'AUDIO)

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ISRAELE

“Io, Omri Evron, rifiuto di servire nell’esercito perché intendo restare fedele ai principi morali in cui credo. Il mio rifiuto di arruolarmi è un atto di protesta contro l’occupazione militare protratta del popolo palestinese, un occupazione che approfondisce e fortifica l’odio e il terrore fra i popoli. Mi oppongo alla partecipazione alla guerra crudele per il controllo dei territori occupati, una guerra condotta per proteggere le colonie israeliane e per mantenere l’ideologia della Grande Israele”: inizia così la dichiarazione di Omri Evron, un ‘refusnik’ dell’esercito israeliano che si rifiuta di prestare servizio nei Territori palestinesi.

“Rifiuto di servire un’ideologia che non riconosce il diritto di tutte le nazioni all’indipendenza e alla coesistenza pacifica. Non sono preparato a contribuire in alcun modo all’oppressione sistematica di una popolazione civile e alla privazione dei suoi diritti, così come essa viene effettuata dal regime dell’apartheid e dalle truppe israeliane nei territori occupati” scrive ancora Evron - carta d’identità militare n. 6153157 – che sta scontando 14 giorni di isolamento in carcere. “Sono sdegnato – aggiunge nel testo della sua dichiarazione, pervenuto anche alla MISNA - per l’incarcerazione di milioni di persone dietro muri e checkpoint, e per la fame che ne consegue. Mi rifiuto di arruolarmi perché non credo che la violenza sia una soluzione e che la guerra porti la pace. Mi rifiuto di servire le industrie degli armamenti, le aziende globali, gli avidi appaltatori, i predicatori di razzismo e i cinici leader la cui attività è volta all’incremento della sofferenza, e che deprivano le persone dei loro diritti umani di base”. Il militare israeliano auspica che il suo rifiuto “serva a portare l’attenzione sul fatto che non tutti sono pronti a farsi indottrinare e cooptare per cause nazionaliste e razziste. Con questo atto voglio esprimere la mia solidarietà con tutti i prigionieri per la libertà in tutto il mondo. Mi rifiuto di credere alle bugie diffuse allo scopo di indurre divisioni e antagonismi fra i lavoratori delle due parti così che essi non possano allearsi nella lotta per i loro diritti”. Vorrei, si legge ancora, “che il mio rifiuto sia un messaggio di pace e di solidarietà e un appello a coloro che uccidono e sono pronti a farsi uccidere per interessi che non sono i loro, a deporre le armi e a unirsi nella lotta per un mondo più giusto”. Pur dichiarandosi consapevole questo il suo atto è una violazione delle leggi israeliane, nella sua ‘Dichiarazione di lealtà alla pace’ il soldato Omri mi conclude: “È mio dovere oppormi a qualunque legge che renda possibile privare altri dei loro diritti e della libertà, o trattarli con tale violenza da negare la loro umanità fondamentale”. Da anni esistono in Israele numerosi gruppi di ‘obiettori’ che rifiutano il servizio militare nei Territori palestinesi; tra questi, ‘Yesh Gvul’, (‘C’è un limite’). Negli ultimi anni l’intensificarsi delle operazioni militari contro i palestinesi ha provocato una proporzionale crescita di refusnik, tra cui anche piloti dell’aviazione e membri delle unità speciali. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il sergente Itzik Shabbat, un produttore televisivo di 28 anni, che ha a luglio respinto l’ordine di raggiungere la sua unità di riservisti nei Territori durante la guerra tra Israele e gli Hezbollah in Libano.

PALESTINA

Sette militanti palestinesi di Hamas sono stati uccisi nella notte da militari israeliani durante due diverse incursioni compiute nel nord e nel sud della Striscia di Gaza, rispettivamente nella zona di Jabaliya e di Rafah.

IRAQ

I comandi militari Usa hanno reso nota questa mattina la morte di quattro soldati statunitensi, vittima di un agguato avvenuto ieri alla periferia sud di Baghdad. Sale così a 2.776 il numero dei caduti Usa in Iraq dall'inizio della guerra: 596 nel corso dell’anno 2006.

SRI LANKA

Almeno due persone sono rimaste uccise e altre dieci ferite questa mattina in attentato suicida nella base navale di Galle, nel sud dello Sri Lanka. Cinque barchini carichi di esplosivo si sono lanciati contro le banchine del porto provocando numerose esplosioni. Successivamente si sono uditi nella zona colpi di arma da fuoco. L'esercito ha imposto il coprifuoco in tutta la città. Questo attacco giunge due giorni dopo quello di lunedì contro un convoglio di autobus militari che ha ucciso 103 marinai e ne ha feriti altri 150.

USA

Il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, è in arrivo a Tokyo per colloqui riguardanti la crisi nucleare nordcoreana. Dopo il Giappone, la Rice andrà anche a Seul, Pechino e Mosca. La tensione sulla vicenda del nucleare della Corea del Nord rischia di salire dopo le voci, non confermate, di un nuovo test nucleare di Pyongyang che il presidente Usa, George W. Bush, ha detto di considerare "un'atto di guerra" da parte del regime comunista di Kim Jong Il.

ITALIA


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gror061018 (last edited 2008-06-26 10:00:53 by anonymous)