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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

UN MILIONE E MEZZO IN SCIOPERO, TRECENTOMILA IN PIAZZA

Almeno un milione e mezzo di lavoratori/trici in sciopero e più di trecentomila in piazza in 27 città (con punte di particolare rilievo a Roma, Milano, Napoli e Torino) insieme a studenti, giovani precari, immigrati e centri sociali: questo il risultato, superiore ad ogni aspettativa, dello sciopero convocato oggi dai COBAS, dalla CUB/RdB e da altri sindacati alternativi a Cgil-Cisl-Uil. Oggi in piazza striscioni, slogan e discorsi hanno chiesto la fine delle politiche liberiste, l’abrogazione della Legge 30, del pacchetto Treu, delle leggi Moratti e della Bossi/Fini (e la chiusura dei CPT), la stabilizzazione dei lavoratori precari ed esternalizzati, la garanzia del lavoro e della continuità del reddito, il ripristino della scala mobile, la difesa delle pensioni e del TFR contro ogni scippo, il taglio delle spese militari e la loro riconversione in spese sociali, il ritiro delle truppe da tutti i fronti di guerra, la fine del monopolio di Cgil-Cisl-Uil sui diritti sindacali e la restituzione del diritto di assemblea nei luoghi di lavoro a tutti i lavoratori/trici. Particolarmente rilevante è stata la presenza della scuola, che per la prima volta ha scioperato tutta (con circa il 50% delle scuole rimaste chiuse), dalla materna all’Università, per l’abrogazione delle leggi Moratti, contro i tagli della Finanziaria, per massicci investimenti, l’assunzione dei precari, il rinnovo immediato dei contratti verso salari europei, la fine dei finanziamenti alle scuole private.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ARRESTATO EX-DITTATORE BORDABERRY

L’ex-dittatore Juan María Bordaberry (1973-’76) è stato arrestato oggi a Montevideo con l’accusa di avere ucciso quattro oppositori politici, il senatore Zelmar Michelini, dell’allora presidente della Camera Hector Gutiérrez e di due militanti ‘tupamaros’, assassinati nel 1976 in un’operazione congiunta dei regimi militari di Uruguay e Argentina. Il commissario della polizia Celso Sosa ha riferito che Bordaberry, 78 anni, è stato prelevato e trasferito presso la sede della ‘Dirección de Investigaciones’ in attesa che gli siano notificate le incriminazioni a suo carico; in seguito sarà rinchiuso nel carcere centrale della polizia. Già ieri sera era stato catturato anche l’ex-ministro degli Esteri di Bordaberry, Juan Blanco, anche lui coinvolto nella stessa inchiesta. Sull’ex-dittatore pesa anche una seconda richiesta di rinvio a giudizio per “attentato alla Costituzione, omicidi e sparizioni forzate”. Si tratterebbe del primo processo contro un ex-gerarca della dittatura in Uruguay, dove una legge di amnistia promulgata nel 1986 ha esentato militari e poliziotti responsabili di violazioni dei diritti umani; Bordaberry, in quanto civile, non ne può beneficiare. Eletto presidente nel ’71, nel giugno ’73 con l’appoggio delle forze armate Bordaberry sciolse il Parlamento, censurò la stampa e proibì qualsiasi attività politica e sindacale; nel ‘76, a causa di forti divergenze, i militari deposero Bordaberry e governarono fino alle elezioni dell’84 che consentirono, l’anno successivo, il ripristino della democrazia.

GESUITI COMMEMORANO ANNIVERSARIO STRAGE E CHIEDONO GIUSTIZIA

La Compagnia di Gesù ha rinnovato il suo appello a fare luce sull’assassinio di sei sacerdoti gesuiti, di una loro collaboratrice e di sua figlia massacrati nel 1989 durante un’incursione dell’esercito nell’Università Centroamericana (Uca) di San Salvador. Commemorando il 17° anniversario della strage, la Congregazione ha annunciato di avere ripresentato il caso alla Commissione interamericana dei diritti umani dell’Organizzazione degli stati americani (Osa): “Siamo tornati a rivolgersi alla Commissione dopo il rifiuto magistratura salvadoregna di riaprire il caso perché lo Stato ci nega l’accesso alla giustizia” ha detto l’attuale rettore dell’Uca, padre José María Tojeira. “Non chiediamo un processo per punire coloro che sono dietro a questa vicenda – ha aggiunto - ma per scoprire come funziona o può arrivare a funzionare l’esercizio del potere in questo paese. È un caso complesso, ma se la Commissione darà il suo ‘via libera’ potremmo arrivare alla Corte interamericana dei diritti umani”. All’alba del 16 novembre 1989 un gruppo di militari del battaglione ‘Atlacatl’ - un'unità specificamente addestrata negli Stati Uniti alla lotta antiguerriglia - fece irruzione nell’università e uccise a sangue freddo i religiosi spagnoli Ignacio Ellacuría (allora rettore dell’Uca), Ignacio Martín Baro (vice-rettore), Segundo Montés, Juan Ramon Moreno, Amando López e il salvadoregno Joaquín Lopez y López, oltre alla cuoca dell’ateneo Elba Julia Ramos e a sua figlia quindicenne Celina Mariceth Ramos. Nove soldati, tra cui il direttore della Scuola militare della capitale, il colonnello Guillermo Alfredo Benavides, furono processati nel 1991 per responsabilità nella strage; tra questi Benavides e il tenente Yusshy Mendoza furono condannati a 30 anni di carcere, ma beneficiarono due anni dopo dell’amnistia proclamata nel 1993 dall’Alleanza Repubblicana Nazionalista (Arena), allora al governo, nell’ambio degli accordi di pace che nel ’91 avevano messo fine a 12 anni di guerra civile.

Usa: gay; per Pentagono omosessualità come "bagnare letto"

Il Pentagono ha modificato la sua definizione di omosessualità: non più "disordine mentale", è stato invece equiparato a disparate "condizioni" come il fare pipì a letto, la paura di volare, la balbuzie, la dislessia. Le nuove linee guida sono relative alle pratiche della pensione e del congedo dalle Forze Armate per militari con problemi fisici o di salute. Tra le altre condizioni incluse nella lista ci sono le allergie alle punture di insetti, il sonnambulismo, il mal d'auto o di mare, l'obesità.

Il cambiamento non tocca invece la politica del "non chiedere, non dire" che proibisce alle gerarchie militari di indagare sulla vita sessuale dei soldati ma impone il congedo di quanti ammettono apertamente di essere gay.

Iraq: altro militare Usa ucciso, 11 in ultimi 3 giorni

Un altro soldato americano è stato ucciso in combattimenti a nord di Baghdad: lo rendono noto fonti del comando statunitense. La sua morte porta ad 11 il numero di militari degli Stati Unti che hanno perso la vita in questi ultimi tre giorni in Iraq.

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Governo Anp: ancora in alto mare

Nessun esito nell'incontro a Gaza fra il presidente Abu Mazen e il premier Haniyeh per la formazione del nuovo governo di unita' nazionale. Lo sostiene il quotidiano al-Quds secondo cui i colloqui fra i due dirigenti palestinesi proseguiranno sabato a Gaza. Intanto prosegue l'esodo dalla citta' israeliana di Sderot, bersagliata nei giorni scorsi dai razzi palestinesi. Oggi il premier israeliano Olmert e' tornato ad escludere una vasta operazione terrestre contro i gruppi armati della intifada.

STAMPA, DETENUTI TORTURATI DA SOLDATI OLANDESI

Soldati e agenti segreti olandesi avrebbero torturato decine di detenuti iracheni durante interrogatori nel 2003 e le gerarchie militari avrebbero coperto gli abusi: lo scrive stamani il quotidiano dei Paesi Bassi ‘De Volkskrant’. Secondo il giornale, una sezione dell’intelligence militare olandese avrebbe condotto “interrogatori tattici con la forza”. Un portavoce delle Forze armate avrebbe ammesso che “è avvenuto qualcosa che non corrispondeva alle istruzioni”. Il quotidiano di Amsterdam – considerato un giornale progressista – scrive che durante interrogatori condotti dall’autorità provvisoria della coalizione nel carcere di as-Samawah, nel sud, i prigionieri sarebbero stati sottoposti a trattamenti come l’esposizione a forti fonti di fonti di luce dopo essere stati tenuti al buio, stimolazioni sonore per impedire il sonno; il tutto in assenza di assistenza giuridica comunque obbligatoria. I Paesi Bassi inviarono circa 1.400 militari nel sud dell’Iraq al momento dell’invasione voluta dagli Usa; il loro mandato si è concluso nei primi mesi del 2005. Torture e trattamenti degradanti sono stati inflitti da parte di soldati americani a centinaia di detenuti nel carcere di Abu Ghraib, divenuto tristemente famoso per le gravi violazioni dei diritti umani compiute dai soldati Usa.

TONGA: VITTIME IN PROTESTE PER RIFORME DEMOCRATICHE

Nonostante la calma sembri tornata nella capitale Nuku’alofa all’indomani delle proteste che hanno provocato almeno otto morti, il governo di Tonga – dove vivono circa 115.000 persone - ha chiesto ad Australia e Nuova Zelanda l’invio di 150 poliziotti e soldati che dovrebbero arrivare in tarda serata. Centinaia di manifestanti hanno saccheggiato e dato alle fiamme automobili, uffici governativi o reali e provocato danni – secondo fonti locali – all’80% degli edifici del centro della città. La protesta è iniziata dopo il rinvio di una seduta del parlamento, l’ultima dell’anno, senza l’approvazione di riforme democratiche in un regno governato con regole definite ancora “semi-feudali”. La calma è tornata solo dopo un vertice d’emergenza, in cui governo, nobili e parlamentari eletti hanno accolto le richieste dei dimostranti: 21 deputati su 30 verranno eletti dal popolo durante le elezioni del 2008, mentre gli attuali 34 membri dell’Assemblea parlamentare sono in maggioranza designati dal re e da un collegio di nobili. La battaglia per la democrazia nel regno del piccolo arcipelago di 171 isole, che si estendono per 2000 chilometri a nord della città di Auckland, in Nuova Zelanda, dura da parecchi anni. Due mesi fa il nuovo re Tupou V, che ha preso il posto del defunto padre Taufa'ahau Tupou IV, aveva promesso “appropriati cambiamenti”, escludendo tuttavia una democrazia totale.

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror061117 (last edited 2008-06-26 09:48:05 by anonymous)