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SE VUOI PUOI SENTIRE QUALCHE AVVOCATO/ESSA PER SCALZONE, PER CHIEDERE SE QUESTA DECISIONE POTREBBE ESSERE UN PRECEDENTE PER ALTRI COMPAGNI CHE STANNO IN FRANCIA...

SCUSA SE E' TUTTO IN DISORDINE, MA DEVO SCAPPARE

---------------------------


Scalzone:"Io al governo? Non credo"
Fra due settimane in Italia

Oreste Scalzone è atteso in Italia.
Dopo la dichirazione della prescrizione dei reati per i quali era stato condannato, dice che non ha alcuna intenzione di entrare a far parte del governo.
"Non penso che ci siano governi amici, nemmeno quello di Prodi", ha aggiunto sottolineando che "un ministro della giustizia dica che i mali sono da imputare alle prescrizioni è divertente. Vuol dire che pensa ad una pena infinita, a vita".. L'ex leader di Potere operaio confessa poi di non essere Mazzini e di guardarsi bene "dall'essere paragonato a lui, imputato ben oltre il reato di banda armata".

"Ho difeso quando ho potuto le garanzie e la libertà anche dei peggiori nemici", ha osservato Scalzone che poi tiene a precisare di non esser mai stato condannato "imputato e nemmeno accusato di coinvolgimento in un qualche omicidio".

Le reazioni

Sul piano politico il tema dell'amnistia è rilanciato dal sottosegretario Paolo Cento dei Verdi, che saluta con soddisfazione l'epilogo della vicenda Scalzone, sulla quale c'è l'esultanza del no global Francesco Caruso. Nel centrosinistra il Guardasigilli Mastella punta l'indice contro i meccanismi della prescrizione mentre l'Italia dei Valori ricorda che "Scalzone non è Mazzini ma un terrorista".

Nel centrodestra, reazioni tutte negative. Isabella Bertolini (Fi) dice che l'amnistia "se la scordino", il leghista Calderoli parla di "brutta giornata per la democrazia" mentre da An arrivano dichiarazioni ironiche: Alfredo Mantovano chiede se a Scalzone verrà assegnato un master a Lecce, dove era stato invitato Curcio; Maurizio Gasparri paventa il rischio di una chiamata nel governo Prodi. E' un po' fuori dal coro il Dc Rotondi che, degli anni di piombo, chiede una "lettura non emotiva".

La destra cochabambina assale i manifestanti e uccide due giovani
BOLIVIA, SCONTRI TRA MOVIMENTI SOCIALI E FORZR DELLA DESTRA
Violenti scontri si sono svolti negli ultimi giorni nelle strade di Cochabamba, Bolivia.
Dall' 8 gennaio i movimenti sociali e contadini sono in piazza per chiedere le dimissioni di Manfred Reyes Villa, il prefetto che sostiene e alimenta la spinta separatista sostenuta dall'oligarchia finanziaria di Santa Cruz e dalle multinazionali straniere.

Quattromila persone della destra cochabambina separatista a cui si sono aggiunti i paramilitari di Santa Cruz hanno assalito i manifestanti. Tragico il bilancio degli scontri: due morti e centinaia di feriti.

La Radio Alter-Nativa Lachiwana di Cochabamba è stata vittima della violenza razzista portata avanti dai separatisti. La radio ha subito un attentato alla sua antenna e le postazioni sono state duramente colpite. Non abbiamo ancora la stima dei gravi danni. Uno dei giornalisti della radio, Efrain Gutierrez Mamani, durante le manifestazioni è stato duramente colpito ed ha riportato ferite gravi.

L'attacco a radio Lachiwana è un chiaro messaggio intimidatorio, con l'obiettivo di "togliere" il diritto all'informazione a quelle comunità indigene che dopo centinaia di anni avevano finalmente a disposizione uno strumento di comunicazione che potesse informare nella propria lingua d'origine. Il progetto della Radio Lachiwana è stato portato avanti da A Sud nel corso di questi anni grazie al sostegno di alcune amministrazioni locali e di settori della società civile italiani proprio con l'obiettivo di dare voce a coloro i quali la voce era stata negata per cinquecento anni: i popoli originari.
L' 11 gennaio, a Cochabamba i movimenti sociali e contadini, che presidiavano pacificamente Plaza 14 Septiembre e Plaza de las Banderas chiedendo le dimissioni del prefetto Manfred Reyes Villa, sono stati attaccati con pistole, mazze da baseball e catene da una marcia della Joventud Democratica chiamata dal Comitato Civico e dalla stessa Prefettura.

L'assalto è avvenuto dal ponte Cala Cala che porta direttamente alla Plaza de las Banderas. Circa quattromila persone della destra cochabambina, a cui si sono aggiunti i paramilitari inviati da Santa Cruz guidate da una furia ceca e razzista, si sono abbattute sulla folla che inerme stava pacificamente presidiando la Plaza. La Polizia, controllata dal Prefetto, ha praticamente aperto la strada ai militanti armati di Joventud Democratica sparando sui movimenti sociali i lacrimogeni prima della carica. Il bilancio, che purtroppo nelle prossime ore è destinato a crescere, è molto pesante: tra i movimenti sociali, 2 morti e 70 feriti, tutti giovanissimi. Un morto e una decina di feriti tra i militanti di destra.

Contadini, studenti e attivisti della società civile, tra cui molte donne e bambini, dopo una fuga disperata, si sono rifugiati nella Plaza 14 Septiembre dove più forte era la resistenza dei movimenti. Altri sono caduti sotto i colpi dei bastoni, delle catene e delle armi da fuoco degli squadristi di destra. Una mattanza. Solo dopo la polizia e i militari sono intervenuti in forma massiccia presidiando la città in ogni angolo e riportando ad un ordine irreale Cochabamba.
I movimenti sociali, tra cui i la Coordinadora del Agua, i Regantes e le organizzazioni contadine, hanno già chiamato una mobilitazione generale. Il prefetto Manfred Villa ha fatto sapere che non si dimettera'. Il Governo di Evo Morales sembra paralizzato e incapace di prendere una decisione netta contro il Prefetto e contro la Mezza Luna (le prefetture di Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija che spingono per l'indipendenza e appoggiano Manfred Reyes Villa).
A Sud lancia un appello ed una sottoscrizione on line per sostenere le spese per la ricostruzione di radio Lachiwana.

Cochabamba: CONTINUA LA RESISTENZA DEI MOVIMENTI SOCIALI
CONTRO LE PREFETTURE INDIPENDENTISTE

Dopo l'aggressione da parte delle destre armate di Cochabamba dell' 11 gennaio scorso, i movimenti sociali hanno continuato le mobilitazioni per la destituzione del prefetto della citta' Manfred Reyes Villa: dopo la manifestazione oceanica dello scorso venerdi', Reyes Villa, e' fuggito scortato dalla polizia a Santa Cruz seguito dal suo collega di La Paz, Jose' Luis Paredes. Nella citta' simbolo della Bolivia i movimenti di El Alto si sono "levantati" e il prefetto ha prima lasciato i suoi uffici rifugiandosi in un albergo poi , protetto dalle forze armate, e' stato costretto alla fuga verso Santa Cruz.
Gli scontri di giovedi' scorso a Cochabamba hanno lasciato sul campo, oltre alla vita del contadino chapareño di 44 anni, Juan Ticacalque, e a quella del militante di destra, Christian Urresti di 16 anni, due campesinos dispersi, 240 feriti, di cui 204 contadini, comprese molte donne e bambini.
Quattro militanti delle fazioni destroidi della Joventud Democratica di Cochabamba sono stati arrestati perche' in possesso di armi da fuoco. Due di loro sono risultati positivi alla prova della paraffina. Durante la manifestazione hanno quindi sparato. Il contadino del chapare ucciso durante gli scontri e' stato infatti colpito da un proiettile ai polmoni. Il calibro corrisponde a quello delle armi in loro possesso.
Un'aggressione razzista e animalesca, appoggiata dalle oligarchie indipendentiste di Santa Cruz, a cui i movimenti sociali hanno risposto compatti nei giorni seguenti organizzandosi per dare seguito alle mobilitazioni e occupando a oltranza la piazza 14 de Septiembre davanti alla sede, per ora abbandonata, della Prefettura. Mobilitazioni che, come hanno annunciato i portavoce di tutte le organizzazioni sociali del dipartimento (tra cui la Coordinadora del Agua, i Regantes, i Comitati del Agua, la Central Obrera Departamental e le sei Federazioni contadine del Chapare) inizieranno di nuovo questo martedi' e continueranno fino alla rinuncia del prefetto Manfred Reyes Villa. Richiesta di dimissioni che probabilmente si estendera' anche agli altri prefetti indipendentisti della regione della Media Luna (Santa Cruz, Beni, Pando, Tarija).
Tutte le maggiori organizzazioni sociali di Cochabamba hanno anche espresso appoggio e solidarieta' alla Radio Lachiwana, vittima di un sabotaggio lo scorso giovedi' notte. Sono stati tagliati i cavi e gravemente danneggiata l'antenna. La Radio e' stata messa a tacere dai militanti della destra razzista e indipendentista per l'importante ruolo di comunicazione che svolge tra i movimenti sociali contadini e quelli della citta' di Cochabamba. Malgrado il sabotaggio, le minacce e le lesioni subite da uno dei giornalisti - Efrain Gutierrez Mamani - la volonta' del gruppo di Radio Lachiwana e' quella di continuare a trasmettere, lottare e resistere insieme ai movimenti sociali.
Demonstrations to defend the state monopoly on the Universities

'''Manifestazioni in Grecia contro la modifica della costituzione'''


Il Governo greco ha intenzione di revisionare la Costituzione, introducendo un articolo che permetterebbe l'esistenza di università non pubbliche. La riforma era da tempo nell'aria, e rientra in una più ampia riforma della istruzione pubblica.
I sindacati dei lavoratori dell'università e della scuola hanno annunciato uno sciopero. Manifestazioni dei movimenti studenteschi si stanno svolgendo in questi giorni nelle maggiori città univesritarie greche.
Più di 215 dipartimenti sono stati occupati. Lunedì scorso c'è stata una grande manifestazione ad Atene, che ha raggiunto la piazza del Parlamento.(più info su indymedia grecia-versione inglese)


Line 47: Line 106:
'''Iraq'''

Quattro attacchi dinamitardi in mattinata a Baghdad, tutti con la tecnica dell'auto-bomba. Lo hanno reso noto fonti dele forze di sicurezza, secondo cui il bilancio complessivo e' di almeno nove morti e 26 feriti. Tre le vetture imbottite di esplosivo che sono saltate in aria quasi simultanemamente in un mercato del quartiere meridionale di al-Doura, uccidendo cinque persone e ferendone altre quindici. In precedenza nel centro della capitale irachena una prima auto-bomba era stata fatta detonare a distanza davanti a un cinema, al passaggio di una pattuglia della polizia: quattro i morti, compresi due agenti, e undici coloro che avevano riportato lesioni. Gli attentati in citta' negli ultimi tre giorni si sono intensificati, e hanno causato complessivamente piu' di centocinquanta vittime, settanta delle quali l'altroieri all'ingresso dell'Universita' 'Mustansiriyah', assaltata da un kamikaze.

'''Nigeria'''

In Nigeria e' stato liberato nella notte Roberto Dieghi, uno dei tre ostaggi italiani dal 7 dicembre scorso nelle mani dei ribelli del Mend, il Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger. Il rilascio del tecnico, apparentemente dovuto a ragioni di salute e definito dai rapitori "un gesto di buona volonta'", e' stato confermato dalla Farnesina. La moglie dell'ex ostaggio ha dichiarato di aver parlato brevemente con lui via telefono satellitare: avrebbe ricevuto rassicurazioni sulle sue condizioni. Dieghi era stato sequestrato nella stazione di pompaggio dell'Agip a Brass, nello stato meridionale di Bayelsa, durante un attacco di un commando del Mend; insieme a lui erano stati catturati due connazionali ed un collega libanese. "Sono in corso discussioni riguardo al rilascio dei restanti ostaggi che ancora si trovano in nostra custodia", affermano i ribelli in un comunicato, avvertendo che "saranno trattenuti a tempo indeterminato" e aggiungendo che "l'eventuale liberazione di tutti coloro che sono tenuti da noi in ostaggio, e il possibile rilascio di tutti i prigionieri originari del Delta nel Niger nelle mani del governo nigeriano, non implicheranno la fine della nostra campagna".
E qualche ora dopo la liberazione di Dieghi, nella Nigeria meridionale sono stati rilasciati anche cinque tecnici cinesi: erano stati sequestrati circa due settimane fa nello Stato di Rivers. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri di Pechino, citato dall'agenzia di stampa ufficiale 'Xinhua'. I lavoratori "sono sostanzialmente in buona salute", precisa la 'Xinhua'. I cinque, tutti ingegneri, erano stati catturati il 5 gennaio da un commando di ribelli, che avevano fatto irruzione nel loro appartamento, impadronendosi tra l'altro di costose apparecchiature. L'ambasciata cinese in Nigeria per ottenere il rilascio dei connazionali aveva inviato a Port Harcourt una delegazione di tre diplomatici.
Line 49: Line 117:
'''Droga'''

Smantellata dai carabinieri di Villafranca un'organizzazione italo-romena dedita al traffico di cocaina. 21 arresti tra Veneto e Lombardia. L'inchiesta, iniziata nel marzo 2006 ha fatto emergere un considerevole traffico di cocaina portata in Italia dai Balcani e smerciata soprattutto tra Verona, Vicenza e Mantova. Oltre 5.000 le dosi vendute a settimana dai trafficanti che si sono assicurati un introito di 250.000 euro, circa 10 mln dall'inizio dell'indagine.

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[#appunti Appunti e note redazionali]

[:RorFonti: Fonti]

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

SE VUOI PUOI SENTIRE QUALCHE AVVOCATO/ESSA PER SCALZONE, PER CHIEDERE SE QUESTA DECISIONE POTREBBE ESSERE UN PRECEDENTE PER ALTRI COMPAGNI CHE STANNO IN FRANCIA...

SCUSA SE E' TUTTO IN DISORDINE, MA DEVO SCAPPARE


Scalzone:"Io al governo? Non credo" Fra due settimane in Italia

Oreste Scalzone è atteso in Italia. Dopo la dichirazione della prescrizione dei reati per i quali era stato condannato, dice che non ha alcuna intenzione di entrare a far parte del governo. "Non penso che ci siano governi amici, nemmeno quello di Prodi", ha aggiunto sottolineando che "un ministro della giustizia dica che i mali sono da imputare alle prescrizioni è divertente. Vuol dire che pensa ad una pena infinita, a vita".. L'ex leader di Potere operaio confessa poi di non essere Mazzini e di guardarsi bene "dall'essere paragonato a lui, imputato ben oltre il reato di banda armata".

"Ho difeso quando ho potuto le garanzie e la libertà anche dei peggiori nemici", ha osservato Scalzone che poi tiene a precisare di non esser mai stato condannato "imputato e nemmeno accusato di coinvolgimento in un qualche omicidio".

Le reazioni

Sul piano politico il tema dell'amnistia è rilanciato dal sottosegretario Paolo Cento dei Verdi, che saluta con soddisfazione l'epilogo della vicenda Scalzone, sulla quale c'è l'esultanza del no global Francesco Caruso. Nel centrosinistra il Guardasigilli Mastella punta l'indice contro i meccanismi della prescrizione mentre l'Italia dei Valori ricorda che "Scalzone non è Mazzini ma un terrorista".

Nel centrodestra, reazioni tutte negative. Isabella Bertolini (Fi) dice che l'amnistia "se la scordino", il leghista Calderoli parla di "brutta giornata per la democrazia" mentre da An arrivano dichiarazioni ironiche: Alfredo Mantovano chiede se a Scalzone verrà assegnato un master a Lecce, dove era stato invitato Curcio; Maurizio Gasparri paventa il rischio di una chiamata nel governo Prodi. E' un po' fuori dal coro il Dc Rotondi che, degli anni di piombo, chiede una "lettura non emotiva".

La destra cochabambina assale i manifestanti e uccide due giovani BOLIVIA, SCONTRI TRA MOVIMENTI SOCIALI E FORZR DELLA DESTRA Violenti scontri si sono svolti negli ultimi giorni nelle strade di Cochabamba, Bolivia. Dall' 8 gennaio i movimenti sociali e contadini sono in piazza per chiedere le dimissioni di Manfred Reyes Villa, il prefetto che sostiene e alimenta la spinta separatista sostenuta dall'oligarchia finanziaria di Santa Cruz e dalle multinazionali straniere.

Quattromila persone della destra cochabambina separatista a cui si sono aggiunti i paramilitari di Santa Cruz hanno assalito i manifestanti. Tragico il bilancio degli scontri: due morti e centinaia di feriti.

La Radio Alter-Nativa Lachiwana di Cochabamba è stata vittima della violenza razzista portata avanti dai separatisti. La radio ha subito un attentato alla sua antenna e le postazioni sono state duramente colpite. Non abbiamo ancora la stima dei gravi danni. Uno dei giornalisti della radio, Efrain Gutierrez Mamani, durante le manifestazioni è stato duramente colpito ed ha riportato ferite gravi.

L'attacco a radio Lachiwana è un chiaro messaggio intimidatorio, con l'obiettivo di "togliere" il diritto all'informazione a quelle comunità indigene che dopo centinaia di anni avevano finalmente a disposizione uno strumento di comunicazione che potesse informare nella propria lingua d'origine. Il progetto della Radio Lachiwana è stato portato avanti da A Sud nel corso di questi anni grazie al sostegno di alcune amministrazioni locali e di settori della società civile italiani proprio con l'obiettivo di dare voce a coloro i quali la voce era stata negata per cinquecento anni: i popoli originari. L' 11 gennaio, a Cochabamba i movimenti sociali e contadini, che presidiavano pacificamente Plaza 14 Septiembre e Plaza de las Banderas chiedendo le dimissioni del prefetto Manfred Reyes Villa, sono stati attaccati con pistole, mazze da baseball e catene da una marcia della Joventud Democratica chiamata dal Comitato Civico e dalla stessa Prefettura.

L'assalto è avvenuto dal ponte Cala Cala che porta direttamente alla Plaza de las Banderas. Circa quattromila persone della destra cochabambina, a cui si sono aggiunti i paramilitari inviati da Santa Cruz guidate da una furia ceca e razzista, si sono abbattute sulla folla che inerme stava pacificamente presidiando la Plaza. La Polizia, controllata dal Prefetto, ha praticamente aperto la strada ai militanti armati di Joventud Democratica sparando sui movimenti sociali i lacrimogeni prima della carica. Il bilancio, che purtroppo nelle prossime ore è destinato a crescere, è molto pesante: tra i movimenti sociali, 2 morti e 70 feriti, tutti giovanissimi. Un morto e una decina di feriti tra i militanti di destra.

Contadini, studenti e attivisti della società civile, tra cui molte donne e bambini, dopo una fuga disperata, si sono rifugiati nella Plaza 14 Septiembre dove più forte era la resistenza dei movimenti. Altri sono caduti sotto i colpi dei bastoni, delle catene e delle armi da fuoco degli squadristi di destra. Una mattanza. Solo dopo la polizia e i militari sono intervenuti in forma massiccia presidiando la città in ogni angolo e riportando ad un ordine irreale Cochabamba. I movimenti sociali, tra cui i la Coordinadora del Agua, i Regantes e le organizzazioni contadine, hanno già chiamato una mobilitazione generale. Il prefetto Manfred Villa ha fatto sapere che non si dimettera'. Il Governo di Evo Morales sembra paralizzato e incapace di prendere una decisione netta contro il Prefetto e contro la Mezza Luna (le prefetture di Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija che spingono per l'indipendenza e appoggiano Manfred Reyes Villa). A Sud lancia un appello ed una sottoscrizione on line per sostenere le spese per la ricostruzione di radio Lachiwana.

Cochabamba: CONTINUA LA RESISTENZA DEI MOVIMENTI SOCIALI CONTRO LE PREFETTURE INDIPENDENTISTE

Dopo l'aggressione da parte delle destre armate di Cochabamba dell' 11 gennaio scorso, i movimenti sociali hanno continuato le mobilitazioni per la destituzione del prefetto della citta' Manfred Reyes Villa: dopo la manifestazione oceanica dello scorso venerdi', Reyes Villa, e' fuggito scortato dalla polizia a Santa Cruz seguito dal suo collega di La Paz, Jose' Luis Paredes. Nella citta' simbolo della Bolivia i movimenti di El Alto si sono "levantati" e il prefetto ha prima lasciato i suoi uffici rifugiandosi in un albergo poi , protetto dalle forze armate, e' stato costretto alla fuga verso Santa Cruz. Gli scontri di giovedi' scorso a Cochabamba hanno lasciato sul campo, oltre alla vita del contadino chapareño di 44 anni, Juan Ticacalque, e a quella del militante di destra, Christian Urresti di 16 anni, due campesinos dispersi, 240 feriti, di cui 204 contadini, comprese molte donne e bambini. Quattro militanti delle fazioni destroidi della Joventud Democratica di Cochabamba sono stati arrestati perche' in possesso di armi da fuoco. Due di loro sono risultati positivi alla prova della paraffina. Durante la manifestazione hanno quindi sparato. Il contadino del chapare ucciso durante gli scontri e' stato infatti colpito da un proiettile ai polmoni. Il calibro corrisponde a quello delle armi in loro possesso. Un'aggressione razzista e animalesca, appoggiata dalle oligarchie indipendentiste di Santa Cruz, a cui i movimenti sociali hanno risposto compatti nei giorni seguenti organizzandosi per dare seguito alle mobilitazioni e occupando a oltranza la piazza 14 de Septiembre davanti alla sede, per ora abbandonata, della Prefettura. Mobilitazioni che, come hanno annunciato i portavoce di tutte le organizzazioni sociali del dipartimento (tra cui la Coordinadora del Agua, i Regantes, i Comitati del Agua, la Central Obrera Departamental e le sei Federazioni contadine del Chapare) inizieranno di nuovo questo martedi' e continueranno fino alla rinuncia del prefetto Manfred Reyes Villa. Richiesta di dimissioni che probabilmente si estendera' anche agli altri prefetti indipendentisti della regione della Media Luna (Santa Cruz, Beni, Pando, Tarija). Tutte le maggiori organizzazioni sociali di Cochabamba hanno anche espresso appoggio e solidarieta' alla Radio Lachiwana, vittima di un sabotaggio lo scorso giovedi' notte. Sono stati tagliati i cavi e gravemente danneggiata l'antenna. La Radio e' stata messa a tacere dai militanti della destra razzista e indipendentista per l'importante ruolo di comunicazione che svolge tra i movimenti sociali contadini e quelli della citta' di Cochabamba. Malgrado il sabotaggio, le minacce e le lesioni subite da uno dei giornalisti - Efrain Gutierrez Mamani - la volonta' del gruppo di Radio Lachiwana e' quella di continuare a trasmettere, lottare e resistere insieme ai movimenti sociali. Demonstrations to defend the state monopoly on the Universities

Manifestazioni in Grecia contro la modifica della costituzione

Il Governo greco ha intenzione di revisionare la Costituzione, introducendo un articolo che permetterebbe l'esistenza di università non pubbliche. La riforma era da tempo nell'aria, e rientra in una più ampia riforma della istruzione pubblica. I sindacati dei lavoratori dell'università e della scuola hanno annunciato uno sciopero. Manifestazioni dei movimenti studenteschi si stanno svolgendo in questi giorni nelle maggiori città univesritarie greche. Più di 215 dipartimenti sono stati occupati. Lunedì scorso c'è stata una grande manifestazione ad Atene, che ha raggiunto la piazza del Parlamento.(più info su indymedia grecia-versione inglese)

ITALIA

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ESTERI

Iraq

Quattro attacchi dinamitardi in mattinata a Baghdad, tutti con la tecnica dell'auto-bomba. Lo hanno reso noto fonti dele forze di sicurezza, secondo cui il bilancio complessivo e' di almeno nove morti e 26 feriti. Tre le vetture imbottite di esplosivo che sono saltate in aria quasi simultanemamente in un mercato del quartiere meridionale di al-Doura, uccidendo cinque persone e ferendone altre quindici. In precedenza nel centro della capitale irachena una prima auto-bomba era stata fatta detonare a distanza davanti a un cinema, al passaggio di una pattuglia della polizia: quattro i morti, compresi due agenti, e undici coloro che avevano riportato lesioni. Gli attentati in citta' negli ultimi tre giorni si sono intensificati, e hanno causato complessivamente piu' di centocinquanta vittime, settanta delle quali l'altroieri all'ingresso dell'Universita' 'Mustansiriyah', assaltata da un kamikaze.

Nigeria

In Nigeria e' stato liberato nella notte Roberto Dieghi, uno dei tre ostaggi italiani dal 7 dicembre scorso nelle mani dei ribelli del Mend, il Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger. Il rilascio del tecnico, apparentemente dovuto a ragioni di salute e definito dai rapitori "un gesto di buona volonta'", e' stato confermato dalla Farnesina. La moglie dell'ex ostaggio ha dichiarato di aver parlato brevemente con lui via telefono satellitare: avrebbe ricevuto rassicurazioni sulle sue condizioni. Dieghi era stato sequestrato nella stazione di pompaggio dell'Agip a Brass, nello stato meridionale di Bayelsa, durante un attacco di un commando del Mend; insieme a lui erano stati catturati due connazionali ed un collega libanese. "Sono in corso discussioni riguardo al rilascio dei restanti ostaggi che ancora si trovano in nostra custodia", affermano i ribelli in un comunicato, avvertendo che "saranno trattenuti a tempo indeterminato" e aggiungendo che "l'eventuale liberazione di tutti coloro che sono tenuti da noi in ostaggio, e il possibile rilascio di tutti i prigionieri originari del Delta nel Niger nelle mani del governo nigeriano, non implicheranno la fine della nostra campagna". E qualche ora dopo la liberazione di Dieghi, nella Nigeria meridionale sono stati rilasciati anche cinque tecnici cinesi: erano stati sequestrati circa due settimane fa nello Stato di Rivers. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri di Pechino, citato dall'agenzia di stampa ufficiale 'Xinhua'. I lavoratori "sono sostanzialmente in buona salute", precisa la 'Xinhua'. I cinque, tutti ingegneri, erano stati catturati il 5 gennaio da un commando di ribelli, che avevano fatto irruzione nel loro appartamento, impadronendosi tra l'altro di costose apparecchiature. L'ambasciata cinese in Nigeria per ottenere il rilascio dei connazionali aveva inviato a Port Harcourt una delegazione di tre diplomatici.

ITALIA

Droga

Smantellata dai carabinieri di Villafranca un'organizzazione italo-romena dedita al traffico di cocaina. 21 arresti tra Veneto e Lombardia. L'inchiesta, iniziata nel marzo 2006 ha fatto emergere un considerevole traffico di cocaina portata in Italia dai Balcani e smerciata soprattutto tra Verona, Vicenza e Mantova. Oltre 5.000 le dosi vendute a settimana dai trafficanti che si sono assicurati un introito di 250.000 euro, circa 10 mln dall'inizio dell'indagine.


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gror070118 (last edited 2008-06-26 10:00:14 by anonymous)