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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

A Montecitorio il sit-in dei Comitati

I prossimi 25 e 26 gennaio, la commissione Difesa del Senato effettuerà una visita conoscitiva presso la base americana. Il presidente della Commissione, Sergio De Gregorio, si dice "convinto che il governo Prodi avesse il dovere di ribadire la propria adesione". E il 17 febbraio si terrà a Vicenza il corteo nazionale promosso dal Comitato Dal Molin: lo ha annunciato Marco Palma dell'assemblea permanente: "Sarà un corteo nazionale aperto a tutte le realtà: sindacati, associazioni e tutti coloro che vorranno partecipare".

La manifestazione romana è iniziata intorno alle 16 e si è conclusa circa due ore dopo. Una inziativa "non solo contro l'allargamento del Dal Molin - spiegano i rappresentanti dell'Assemblea permanente - ma anche contro questo governo che dovrà pagare un prezzo molto alto per questa decisione. Ai parlamentari che non la condividono, chiediamo di auto-sospendersi".

Davanti a Montecitorio, bandiere dei Cobas e di Rifondazione comunista, striscioni con gli slogan "Governo Prodi, vergogna", "Via le basi Usa e Nato dall'Italia", "No alla base Usa, fare come in Val Susa". "Andremo avanti fino in fondo - insistono dai Comitati - e impediremo la costruzione della base con ogni mezzo". In programma, a stretto giro, altre iniziative. Il presidio indetto per domani a Bologna potrebbe arrivare fin sotto l'abitazione di Romano Prodi. In piazza Re Enzo, alle 15, dovrebbero arrivare anche rappresentanti della comunità vicentina che si oppone alla base "e con loro decideremo se portare la manifestazione fin sotto la casa di Prodi", spiegano Massimo Betti delle Rdb e Diego Negri, del comitato "Disarmiamoli" che ha promosso il sit-in di domani. E sempre domani, alle 15.30, in piazza Cordusio a Milano, i Verdi chiederanno al governo e al Comune di Vicenza "di ripensare alla decisone di concedere l'ampliamento della base".

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

TURCHIA: UCCISO UN GIORNALISTA, LE PROTESTE DEGLI ARMENI

Alcune centinaia di persone, in prevalenza di origine armena si sono riunite davanti alla sede della rivista "Agos" nel quartiere di Sisli, nella parte eruopea di Istanbul, per protestare contro l'assassinio del direttore e proprietario della stessa rivista, il giornalista di origini armene Hrant Dink, avvenuto oggi nello stesso punto ad opera di un giovane non ancora identificato, che è fuggito dopo il delitto. "Siamo tutti turchi ed armeni", "il governo assassino dovrà pagare", "la Turchia non è più un paese democratico", hanno gridato alcuni dei manifestanti, suscitando le proteste dei non armeni presenti, mentre sono presenti anche numerosi poliziotti, alcuni in assetto antisommossa. In seguito i manifestanti si sono spostati sulla piazza Taksim di Istanbul dove hanno iniziato un sit-in, invitando la popolazione di Istanbul a parteciparvi in nome della "lotta al fascismo". Dink era nato a Malatya, nella Turchia oprientale, 52 anni fa ed era un cittadino turco di origine armena. Era stato processato due volte (e una volta condannato a sei mesi con la sospensione condizionale della pena) in base al controverso articolo 301 del codice penale (di cui l'Ue ha chiesto inutilmente l'abrogazione o una sostanziale modifica), che punisce le offese all' identità turca ed alla "turchita" ('turkciuluk'). Il giornalista aveva invitato sulla sua rivista gli armeni "a volgersi ora verso il sangue nuovo dell'Armenia indipendente" ed a liberarsi dell'eredità del sangue turco responsabile dei massacri degli armeni del 1915-16 compiuti dagli ultimi governi ottomani, e del peso della Diaspora armena che li aveva seguiti.

Come fanno tutti gli armeni, Dink definiva "un genocidio" i massacri, ma questa definizione viene rifiutata categoricamente dalla Turchia, che la considera un reato di offesa all'identità turca. Il giornalista armeno si era rifiutato tuttavia di legare il processo di adesione della Turchia all'Ue al riconoscimento del "genocidio degli armeni" ed aveva definito "un'imbecillità" la legge francese che criminalizza le opinioni di chi nega il carattere "genocidario" dei massacri. Dink era stato più volte minacciato ed invitato a lasciare la Turchia da alcuni gruppi di nazionalisti turchi, che in un' occasione gli sputarono addosso, ma si era rifiutato di emigrare perché si riteneva "un cittadino turco di sangue armeno".

Iraq: oggi almeno dieci morti

Almeno 10 persone sono state uccise oggi in varie zone dell'Iraq, mentre i corpi di 17 persone assassinate sono stati scoperti a Baghdad. Tre poliziotti sono stati uccisi e quattro feriti in uno scontro vicino Iskandariyah, 60 km a sud di Baghdad. Un altro poliziotto e' morto nell'esplosione di una bomba al passaggio di una pattuglia a Karrada, nel centro della capitale, mentre tre colpi di mortaio hanno colpito i quartieri di Dora, Bayaa e Haifa, causando 3 morti e 7 feriti.

Un soldato Usa e' morto ieri a Baghdad per l'esplosione di un ordigno rudimentale al passaggio della sua pattuglia. Altri tre soldati sono rimasti feriti. Lo hanno annunciato le Forze armate Usa. E a Bassora 6 soldati britannici sono rimasti feriti in attacchi con razzi e mortai. Intanto l'ufficio di Baghdad del movimento del leader sciita radicale Moqtada Sadr ha confermato la notizia dell'arresto di un alto dirigente del gruppo, Abd al-Hadi al-Darragi, da parte Usa.

Sri Lanka: governo, quasi 400 morti in battaglia Vakarai

376 persone - di cui 331 ribelli e 45 militari - sono state uccise nello Sri Lanka nella battaglia che l'esercito ha ingaggiato per conquistare Vakarai, una roccaforte Tamil nell'est dell'isola. Lo ha annunciato oggi il ministero della Difesa. Intanto il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha chiesto di poter entrare nella città, tagliata da ogni aiuto umanitario dall'11 dicembre a causa dei combattimenti.

Dopo "settimane" di combattimenti - ha affermato il ministero in un comunicato - le forze di sicurezza hanno ripreso il controllo della città di Vakarai, principale bastione delle Tigri per la liberazione della patria Tamil (Ltte).

"Dall'inizio di quest'operazione, 45 soldati dello Sri Lanka sono stati uccisi e 180 sono rimasti feriti", ha precisato il comunicato, aggiungendo che nella battaglia sono morti 331 combattenti dell'Ltte.

PAESI BASCHI

Il partito basco Batasuna chiede all'Eta di fermare gli attentati e al governo di cessare le 'aggressioni poliziesche' contro indipendentisti. Lo ha detto Juan Jose Petrikorena, membro della direzione del partito fuorilegge, considerato braccio politico dell'Eta, per invitare le parti a riprendere il dialogo. Petrikorena, spiegando quanto affermato in questi giorni da alcuni esponenti di Batasuna, ha detto che 'tutti devono fare la loro parte per far si' che riprenda il processo di pace'.

La magistratura spagnola ha oggi spiccato 23 ordini di cattura per membri delle organizzazioni giovanili indipendentiste basche Jarrai, Segi e Haika, che il Tribunale Supremo (TS) ha definito come formazioni "terroristiche" fiancheggiatrici dell'Eta.

La sentenza del TS, riferisce l'agenzia Efe, contraddice quella dell'Audiencia Nacional che aveva considerato che Jarrai, Segi e Haika non potevano esser considerate come organizzazioni terroristiche ma semplicemente "illegali".

In seguito alla sentenza del TS, la magistratura ha ora ordinato l'arresto degli imputati in quanto l'accusa presuppone una condanna a sei anni di detenzione.

Social Forum: domani a Nairobi

Con un appello alla pace nel mondo prende il via domani a Nairobi il settimo Forum sociale mondiale che si concludera' il 25 gennaio. A 6 anni da Porto Alegre, questo e' il primo forum dei movimenti e della societa' civile in Africa. 100mila i delegati attesi da tutto il mondo, circa 500 gli italiani.

ITALIA

Vogliono schedare la libera informazione

Quello che sta accadendo negli USA viene considerato clamoroso: è in attesa dell'approvazione definitiva al Congresso una proposta di legge per la regolamentazione delle pratiche lobbistiche e di divulgazione di massa, che obbliga una sostanziosa fetta di blog, portali di informazione, siti non profit e attivisti politici a denunciare al Congresso l'esistenza della propria iniziativa in rete. Chi non provvedesse alla registrazione sarebbe soggetto a pene severe, inclusa la galera.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Da Israele 100 mln dlr ad Abu Mazen

Il governo israeliano ha fatto un versamento di 100 milioni di dollari a favore del presidente palestinese Abu Mazen, nel contesto di intese maturate nel vertice del 23 dicembre con il premier Ehud Olmert. Lo hanno reso noto fonti informate. Si tratta di una parte dei dazi doganali e di imposte a favore dell'Anp congelati da Israele dall'inizio dell'anno scorso, da quando cioé ha preso i poteri il governo di Hamas.

HAMAS ESPRIME CRITICHE Critiche sono state espresse da Hamas. "In questo modo il legittimo governo palestinese è stato aggirato" ha lamentato Fawzi Barhum, un dirigente di Hamas, in una dichiarazione alla stampa. "Inoltre Israele si è arrogato il diritto di stabilire l'utilizzazione di quei fondi". Alcuni osservatori hanno anche notato che il versamento dei fondi - concordato in linea di principio nel vertice fra Abu Mazen e il premier Ehud Olmert il 23 dicembre - è avvenuto alla immediata vigilia di un probabile incontro a Damasco del presidente dell'Anp con il leader di Hamas, Khaled Meshal.

Iraq. Bassora, feriti 6 soldati britannici in un attacco a Base militare. Visita a sorpresa del ministro Gates

Sei soldati britannici sono rimasti feriti in un attacco messo a segno nella tarda serata di ieri contro camp Palace, la base militare britannica nella città di Bassora . Due giorni fa, altri due militari britannici erano rimasti leggeremente feriti nell'esplosione di un ordigno.

Operazione 'Squeeze play', 44 morti e 172 arresti Quarantaquattro insorti uccisi e 172 sospetti arrestati . E' il bilancio di un'operazione militare congiunta delle forze di sicurezza irachene e dell'esercito Usa durata un mese nella roccaforte ribelle di Ramadi, nell'Iraq occidentale. "L'operazione denominata 'Squeeze play', condotta da soldati e poliziotti iracheni, da soldati e marines americani, è iniziata il primo dicembre 2006 e ha avuto come bersaglio il centro-città di Ramadi e la regione a nord e a est della città". Situata 110 chilometri ad ovest di Baghdad, Ramadi è la capitale della provincia di al-Anbar, centro della ribellione sunnita in Iraq.

Visita a sorpresa del ministro della Difesa Gates All'arrivo a Bassora, Gates è stato accolto dal generale George Casey, comandante uscente delle Forze Usa in Iraq. Assieme a Casey, Gates ha incontrato i comandanti del contingente britannico di stanza nel sud dell'Iraq. La visita non preannunciata del segretario alla Difesa in Iraq, la seconda dal mese scorso, è parte di una missione che lo ha già portato in Afghanistan e in Arabia Saudita.

Arrestato uno dei più stretti collaboratori di Muqtada al Sadr Uno dei più stretti collaboratori di Muqtada al Sadr è stato arrestato a Baghdad. Lo riferiscono fonti vicine al leader radicale sciita. Sheik Abdul-Hadi al-Darraji, responsabile della comunicazione per Al-Sadr, è stato catturato nel quartiere orientale di Baladiyat.

Il comando militare americano ha confermato l'arresto di un'importante figura di un gruppo armato senza però precisare il nome.

ERITREA: CORTI NON SONO STATE SCONFITTE, PAESE DIVENTERÀ UN “PANTANO”

“Le Corti Islamiche non sono state sconfitte, i somali non sono mai stati sconfitti. Coloro che intendono intervenire in Somalia per i propri scopi rischiano di ritrovarsi in un pantano da cui sarà difficile uscire”: lo ha detto il presidente eritreo, Isaias Afewerki, in un’intervista rilasciata all’emittente pan-araba Al Jazeera, in cui sottolinea come la partita tra governo di transizione e Corti Islamiche non è ancora conclusa. “Quello somalo è un vero pantano e solo il tempo potrà dire chi è stato sconfitto e chi ha vinto” ha aggiunto Afewerki, che ha sottolineato anche come il tentativo di dispiegare una forza dell’Unione Africana in Somalia sia segnato dal fallimento. Secondo Afewerki l’Unione Africana non avrebbe le “capacità organizzative” per inviare uomini in Somalia. “Dobbiamo sapere quale sarà il compito della missione e come farà l’Ua a portarla a termine, visto che ha già fallito in altre parti del continente” ha aggiunto ancora il capo di Stato eritreo. Afewerki, aperto sostenitore delle Corti Islamiche, ha negato che la sconfitta militare subita dai miliziani delle Corti possa essere ritenuta una sconfitta dell’Eritrea nel suo scontro con l’Etiopia, principale alleato del governo di transizione del presidente Abdullahi Yusuf. “Abbiamo sempre sostenuto i somali in ogni luogo. Non li abbiamo mai discriminati e desideriamo per loro solo pace e stabilità. Dopo 15 anni di caos vorremmo vedere un po’ di pace” ha concluso Afewerki. Secondo i rapporti dell’Onu, Etiopia ed Eritrea sono state direttamente coinvolte nel lungo braccio di ferro avvenuto nei mesi scorsi tra governo di transizione somalo e Corti Islamiche, con Addis Abeba a fianco dell’esecutivo ad-interim e Asmara dei tribunali islamici. Molti osservatori hanno più volte sottolineato il rischio di una guerra ‘by-proxi’, ovvero in territorio neutro, tra i due arcinemici del Corno d’Africa.

Firmata intesa per gasdotto Brasile

I presidenti di Brasile e Venezuela, Da Silva e Chavez, hanno firmato un accordo per l'avvio dei lavori del Gasdotto del sud. Si tratta di un mega-progetto di 8.000 Km che realizzeranno le compagnie Petrobras e Pdvsa per portare il gas dal Venezuela all' Argentina, attraverso il Brasile ed altri paesi sudamericani. L'ambizioso progetto e' patrocinato, oltre che dai due paesi firmatari, dall'Argentina, ed ha un valore di 20.000 milioni di dollari.

Usa: lascio' morire clandestini nel deserto, ergastolo

E' stato condannato all'ergastolo il trafficante di clandestini che lascio' morire 19 messicani nel cassone del camion a bordo del quale quale stavano attraversando il deserto del Texas. Per gli Stati Uniti si tratta della piu' grave tragedia della storia dell'immigrazione e anche se l'accusa aveva chiesto la pena di morte per il trentaseienne giamaicano Tyrone Williams, la giuria ha deciso di lasciarlo per sempre in carcere senza possibilita' di remissione in liberta'a sulla parola.

Cosi', proprio nel giorno del suo compleanno, Williams, emigrato dalla Giamaica a Schenectady, nello stato di New York, si e' visto risparmiare la vita perche', hanno detto alcuni giurati, anche se causo' la morte dei clandestini, "non era sua intenzione ucciderli".

Nel maggio del 2003 i corpi di 19 migranti messicani e centroamericani furono scoperti in un camion frigorifero abbandonato vicino Victoria, in Texas. Dopo aver consegnato latte a San Antonio, in Texas, Williams aveva raggiunto il confine con il Messico per pendere il carico di clandestini. Nonostante gridassero che stavano soffocando per il caldo, Williams non accese l'impianto di raffreddamento che li avrebbe salvati.

Cina, test missilistico nello spazio cresce la tensione con Tokyo

La Cina ha condotto con successo il suo primo test nello spazio di un missile balistico per distruggere un satellite, suscitando la condanna immediata da parte di Tokyo e Washington per quello che molti analisti vedono come un nuovo, preoccupante sviluppo nella corsa agli armamenti spaziali.

Il Giappone ha chiesto subito spiegazioni a Pechino sull'esperimento avvenuto otto giorni fa, in cui è stato distrutto un vecchio satellite meteorologico cinese. Lo ha reso noto a Tokyo il 'numero due' del governo, Yasuhisa Shiozaki, precisando che la richiesta è stata formulata tramite l'ambasciata cinese in Giappone. Il governo nipponico, ha detto Shiozaki, "è molto preoccupato per l'utilizzo di un missile balistico per distruggere un satellite, tanto dal punto di vista della sicurezza nazionale quanto da quello dell'uso pacifico dello spazio".

La notizia del lancio di prova del missile antisatellite cinese è stata data dalla rivista Aviation Weekly e confermata poi dal dipartimento di Stato americano. Il missile avrebbe centrato e distrutto un vecchio satellite cinese a 800 chilometri di distanza dalla Terra.

Insieme a Tokyo e Washington, anche Australia e Canada hanno comunicato alla Cina la loro "preoccupazione" per il pericolo che il test rappresenta per l'uso pacifico dello spazio.

Finora da Pechino non è arrivata nessuna risposta ufficiale alle critiche, anche se il ministro degli Esteri giapponese Taro Aso ha riferito di aver ricevuto una comunicazione dalla Cina in cui si esprime "comprensione" per la preoccupazione di Tokyo e si riafferma che la Cina resta impegnata nell'uso pacifico dello spazio.

Agli occhi di molti esperti, il test sembra destinato ad acuire la rivalità politico-strategica fra Giappone e Cina, che negli ultimi tempi - nonostante i proclamati intenti di rilanciare il dialogo bilaterale ai massimi livelli - è parsa sempre più sottendere i rapporti di fondo fra le due potenze asiatiche, condizionando anche la situazione regionale.

Spagna. Batasuna all'Eta: necessario interrompere gli attentati per far riprendere il dialogo

Petrikorena, spiegando quanto affermato in questi giorni da alcuni esponenti di Batasuna, ha detto che "tutti debbono fare la loro parte per consentire la ripresa del processo di pace".

E, se è vero che, "come è stato detto, con le bombe non c'è processo", al tempo stesso debbono però anche cessare tutte le "aggressioni" contro gli indipendentista da parte delle autorità.

ITALIA

SHOAH: MASTELLA, PRESTO UN DDL SU NEGAZIONISMO COME REATO

l ministro della Giustizia Clemente Mastella presentera' al prossimo Consiglio dei ministri un disegno di legge che riguarda il delitto alla negazione dell'Olocausto. Ad annunciarlo e' lo stesso Guardasigilli lasciando Palazzo Chigi.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

IRAQ E AFGHANISTAN, OLTRE 10 MILIARDI DI DOLLARI AL MESE

Il costo della guerra in Iraq ed Afghanistan ha superato i dieci miliardi di dollari al mese, ha riferito al Congresso il vice ministro della difesa Gordon England. La guerra in Iraq, in particolare, ha raggiunto un costo medio mensile di 8,4 miliardi di dollari al mese, con un aumento progressivo dei costi rispetto al periodo iniziale del 2003 quando si era al livello di 4,4 miliardi di dollari al mese. Parte dei costi supplementari sono dovuti alla necessità di sostituire equipaggiamento costoso, come aerei ed elicotteri, danneggiato o distrutto nella guerra.

Uno dei più stretti collaboratori di Muqtada al Sadr è stato arrestato a Baghdad. Lo riferiscono fonti vicine al leader radicale sciita.

Sheik Abdul-Hadi al-Darraji, responsabile della comunicazione per Al-Sadr, e' stato catturato nel quartiere orientale di Baladiyat.

Il comando militare americano ha confermato l'arresto di un'importante figura di un gruppo armato senza però precisare il nome.

Venezuela: pieni poteri a Chavez

Il Parlamento venezuelano ha approvato, all'unanimita' in prima lettura la cosidetta 'Ley Habilitante'. Il progetto di legge consentira' al presidente Hugo Chavez di avere i pieni poteri su determinate aree di 'interesse nazionale' per un periodo di 18 mesi. Lo ha reso noto la presidente dell'organismo, Cilia Flores precisando che il progetto sara' discusso martedi' in seconda lettura. In quella occasione 'si esaminera' la legge articolo per articolo'.

ISRAELE: SOSPENDE COSTRUZIONE INSEDIAMENTO DI MESKIOT

Il ministero della Difesa israeliano ha sospeso la costruzione del nuovo insediamento abitativo di Meskiot nella Cisgiordania. La decisione di avviare la sua realizzazione nella valle del Giordano era stata presa lo scorso mese e aveva causato forti critiche da parte della comunita' internazionale. Adesso, si legge nel quotidiano israeliano Haaretz, il governo dovra' affrontare le proteste degli ex coloni della Striscia di Gaza, ai quali erano destinate le future abitazioni. "La costruzione", ha affermato il movimento Yesh, "era stata decisa da Ariel Sharon e la sospensione risponde a considerazioni di cinismo politico".

Nucleare. Corea del Nord: trovato un accordo con gli Usa. Washigton: non e' vero, i colloqui riprendono il 17 febbraio

La Corea del Nord ha annunciato oggi di essere pervenuta a un accordo con gli Stati Uniti durante i negoziati a Berlino di questa settimana con l'inviato speciale americano per le questioni nucleari. Pyongyang non ha però fornito alcun particolare sul contenuto dell'accordo.

Il ministero nordcoreano degli affari esteri ha detto che i negoziati si sono svolti "in un'atmosfera positiva e sincera e un certo accordo è stato trovato".

Christopher Hill, incaricato americano di negoziare al tavolo che comprende, ha smentito però che sia stato raggiunto l’accordo. Ha però annunciato che le trattative a sei riprenderanno entro il prossimo 17 febbraio.

DALLA LIBIA AL MAROCCO, NUOVI ALBERI PER LE COSTE DEL MEDITERRANEO

Tra ulivi e alberi d’alto fusto, sono oltre un milione e 200.000 gli alberi piantati sinora in Libia nel quadro di una campagna di rimboschimento iniziata durante l’attuale stagione agricola. Lo ha comunicato il ministero dell’Agricoltura e delle risorse animali e idriche, precisando che l’obiettivo è piantare oltre 3 milioni di alberi e di ulivi nelle diverse regioni del paese. L’operazione – condotta in collaborazione con oltre 9000 volontari – ha sinora interessato soprattutto la capitale Tripoli, il distretto nordorientale di Jabal Al-Akhdhar, quello occidentale di Habal Al-Gharbi, nonché il Parco nazionale di Sorman e le città di Zaouia, Benghazi e Muserata. Anche il Marocco ha promosso una campagna di rimboschimento, ‘Piantiamo per il pianeta’, per ricostituire il patrimonio forestale degradato dallo sfruttamento: secondo un comunicato dell’Alto commissariato dell’Acqua e delle foreste e della lotta contro la desertificazione, entro la fine dell’anno verranno piantati 27 milioni di alberi.

ITALIA

Alitalia. Il 22 febbraio l'assemblea per nominare il nuovo Cda

L'assemblea per la nomina del Consiglio di Amministrazione di Alitalia è stata fissata per il prossimo 22 febbraio in prima convocazione e per il 28 febbraio in seconda.

Nel comunicato, l'Alitalia informa anche che, "in relazione del mutato contesto venutosi a determinare, e' in corso un accurato approfondimento in ordine alle informazioni richieste dalla Consob di cui si è data notizia nel comunicato diramato lo scorso 5 gennaio".

Mercoledì il presidente di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta ha lasciato il cda dell'Alitalia a seguito della gara lanciata dal governo italiano per la vendita della compagnia. La decisione ha determinato la caduta del Cda.


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gror070119 (last edited 2008-06-26 10:00:13 by anonymous)