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HAMAS-AL FATAH, C'E' L'ACCORDO

Le fazioni rivali palestinesi di Hamas e Fatah hanno firmato un accordo per un governo di unità nazionale, in una cerimonia alla Mecca, in Arabia saudita, dopo due giorni di colloqui nel posto più sacro dell'islam. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha incaricato l'attuale primo ministro di Hamas Ismail Haniyeh di formare il nuovo governo, ha annunciato Nabil Amr, consigliere di Abu Mazen, nel corso della cerimonia per la firma nel palazzo al Safa alla Mecca, alla presenza del re dell'Arabia saudita Abdallah che ha organizzato l'incontro. L'accordo sulla formazione del governo, sul suo programma politico e sulla riorganizzazione dell'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) è stato firmato da Abu Mazen e dal leader di Hamas in esilio Khaled Meshaal. La dichiarazione, letta da Amr, non parla di riconoscimento di Israele. Ma Abu Mazen ha detto che il nuovo governo dovrà rispettare le "norme internazionali" e gli accordi siglati dall'Organizzazione per la liberazione della Palestina.

Il governo di unità nazionale alestinese sarà guidato dal premier uscente di Hamas, Ismail Haniyeh. Lo afferma l'agenzia di stampa indipendente palestinese Maan. Stando all'agenzia l'accordo per la formazione del governo raggiunto questa sera alla Mecca è stato reso possibile grazie a una ultima mediazione di re Abdullah di Arabia Saudita. Abdullah ha contribuito al superamento dell'ultimo ostacolo, sul programma politico del futuro governo e in particolare sulla formulazione del riconoscimento da parte dell' esecutivo degli accordi finora sottoscritti dall'Olp, ha precisato la Maan.Nel nuovo esecutivo Hamas dovrebbe avere nove portafogli, il Fatah sei, i piccoli partiti tre. I ministeri cruciali degli esteri, delle finanze e degli interni andranno a tre indipendenti. Fatah avrà un vicepremier, nominato dal presidente Abu Mazen.

ANCORA TROPPE VITTIME TRA I BAMBINI INDIGENI PER MANCANZA DI CIBO

Diciassette bambini appartenenti alla popolazione indigena xavantes sono morti per denutrizione tra l’inizio del 2006 e gennaio di quest’anno; lo riferisce la Fondazione nazionale dell’indio (Funai, ente governativo), precisando che le morti si sono verificate nella zona di Alto do Boa Vista (1.100 chilometri da Cuiabá, capitale dello Stato del Mato Grosso). L’ente governativo ha ricordato che gli ultimi decessi per denutrizione registrati tra i bambini xavantes furono sei casi tra gennaio e febbraio del 2005. La tragedia sarebbe la conseguenza, secondo il Funai, di una disputa in atto tra 680 nativi xavantes e i ‘posseiros’ (contadini poveri che occupano terre del demanio o non produttive) sul possesso di 175.000 ettari di terra che l’ente governativo nel 1998 demarcò come terra indigena. Gli xavantes sono costretti a vivere su 30 ettari di terra insufficienti per dedicarsi alla raccolta di frutti della foresta, loro prima fonte di sostentamento, mentre 3000 posseiros occupano con piccoli appezzamenti coltivati la parte restante del terreno disputato. Secondo informazioni raccolte dalla Funai, dei 160 bambini xavantes 60 sono denutriti e 17 rischiano la vita. Gli aiuti alimentari governativi, inoltre, si sono dimostrati insufficienti. Il tasso di mortalità infantile tra gli xavantes è di 235 su 1000 nati vivi (oltre il 23%): nove volte più alto dell’indice nazionale. Sul problema del sostegno alle comunità native, la cui autosufficienza alimentare basta sulla raccolta è sempre più minacciata dall’estendersi dell’agricoltura, è intervenuto oggi anche il Consiglio indigenista missionario (Cimi) che ha denunciato un taglio degli aiuti alimentari dal governo del Mato Grosso do Sul verso 8000 nativi guaranì e caiuá, che nel 2005 persero 15 bambini a causa della denutrizione e uno nel 2006.

Ferrovie: i sindacati temono tagli

Le linee di piano d'impresa delle Ferrovie potrebbero portare ad un taglio dei servizi. E' il timore dei sindacati espresso al governo. Il piano presentato dall'ad Mauro Moretti contiene 'una preoccupante incertezza sui livelli di produzione ai quali si attestera' Trenitalia. E la conseguenza si puo' tradurre in esuberi di personale'. I sindacati dei ferrovieri chiedono quindi al governo un incontro urgente sulla crisi dell'azienda, paventando un ridimensionamento produttivo.

NIENTE PACS, IL GOVERNO VARA I 'Di.Co.'

Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al provvedimento sulle coppie di fatto. Lo dice lasciando Palazzo Chigi il ministro per l'attuazione del programma Giulio Santagata. Unici assenti il Guardasigilli Clemente Mastella e il ministro dell' Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio

IL DDL - Nessuna cerimonia, formalità ridotte all'osso, solo una dichiarazione all'anagrafe da fare insieme o da comunicare tassativamente al partner assente con lettera raccomandata: basterà per avere diritto all'eredità e agli alimenti, a subentrare nell'affitto di casa e a prendere decisioni in tema di salute e donazione di organi. Queste le novità principali contenute nel disegno di legge del governo sulle coppie di fatto, "Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi", che il Consiglio dei ministri ha approvato (il testo definitivo ci sarà solo domani, dopo le ultime limature dei tecnici). Niente Pacs, insomma, arrivano i 'Di.Co'.

CONVIVENTI. La definizione scelta dal governo per individuare i conviventi è semplice: "Due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale", si legge all'articolo 1 del testo. Queste due persone non devono essere legate però da "vincoli di matrimonio, parentela o affinità in linea retta, adozione, affiliazione, tutela, curatela o amministrazione di sostegno". Perché venga riconosciuta la convivenza basta che entrambi i partner la dichiarino all'anagrafe. O da soli o insieme, ma in due diversi atti "contestuali". Se un convivente va da solo a fare la registrazione dovrà però informare il partner assente con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. Una norma che é già stata battezzata 'anti-badante', perché evita che un ignaro vecchietto diventi a sua insaputa il 'compagno' della propria governante.

NESSUNA CONDANNA - Due sole esclusioni impediscono il riconoscimento della convivenza: non si deve essere stati condannati per aver ucciso o per aver tentato di uccidere il coniuge o il partner della propria attuale 'meta. E non ci deve essere alcun legame contrattuale o lavorativo che obblighi a vivere insieme.

CARCERE PER CHI 'BARA' - Chi dichiara il falso è punito con la reclusione da uno a tre anni di carcere e con la multa da 3.000 a 10.000 euro. In più la falsa dichiarazione di convivenza comporta la nullità di tutti gli atti.

UNITI ANCHE NELLA MALATTIA - Toccherà alle strutture ospedaliere stabilire le regole per le visite del convivente al partner malato. Un 'compagno', previa designazione scritta e autografata, potrà anche decidere in materia di salute nel caso in cui la propria 'meta sia incapace di intendere e di volere. In caso di morte potrà stabilire come celebrare il funerale e se donare o meno gli organi. Nel caso in cui sia impossibile scrivere l'autorizzazione basterà una comunicazione a voce ma in presenza di tre testimoni. ù

CASA E AFFITTO - I conviventi entreranno nelle graduatorie per l'assegnazione di case popolari. E, in caso di morte, si potrà subentrare nell'affitto, se però si è vissuto insieme per almeno 3 anni o vi siano figli in comune. Ma questa norma potrà essere applicata anche nei casi di 'separazione'.

LAVORO, PARTECIPAZIONE AGLI UTILI E PENSIONE - Anche i conviventi potranno chiedere il trasferimento nel comune di residenza del proprio partner ma perché questo possa avvenire devono esserci alle spalle almeno tre anni di vita in comune. Le modalità comunque sono rinviate alla legge e ai contratti collettivi in materia. Se i due partner lavorano nella stessa impresa e la titolarità di questa è di uno dei due, l'altro potrà chiedere il riconoscimento della partecipazione agli utili "in proporzione dell'apporto fornito". Sulle pensioni, uno dei nodi del provvedimento, si è preferito invece soprassedere rinviando tutto alla riforma della previdenza. Scompare il limite dei 6 anni di convivenza inseriti in una prima bozza del disegno di legge.

EREDITA' - Anche il convivente ha diritto all'eredità. In questo caso l'aliquota sarà del 5% se il valore netto complessivo dei beni supera i 100.000 euro. Si avrà diritto alla 'legittima' solo se si sarà vissuto insieme almeno 9 anni. Si potrà avere un terzo dell'eredità in presenza di un solo figlio; la quota scende a un quarto se la prole è più numerosa. Se si concorre all'eredità insieme a fratelli e sorelle, al convivente spetterà la metà dei beni. Nel caso in cui non ci siano né figli né cognati la quota salirà a 2/3 e si diventerà eredi universali in assenza di parenti entro il terzo grado.

ALIMENTI - Come i coniugi, anche ai conviventi 'bisognosi', si dovranno versare gli alimenti. Ma a due condizioni: che la convivenza sia stata di almeno 3 anni e che questa assistenza non duri più di quanto si sia vissuto insieme.

EFFETTI RETROATTIVI - La legge avrà effetti retroattivi. I conviventi avranno nove mesi per mettersi in regola.


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