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Il primo ministro israeliano Ehud Olmert, ha annunciato la disponibilità del suo governo a rilasciare 250 detenuti palestinesi come segno di supporto verso il presidente Abu Mazen. Olmert ha però specificato che i detenuti che potrebbero essere rilasciati saranno membri di Fatah, e nessun prigioniero di Hamas potrà avvalersi dell'amnistia. Sempre secondo Olmert, i prigionieri che verranno rilasciati non devono avere preso parte ad azioni di sangue. L'annuncio è stato dato al termine dell'incontro tra il premier israeliano e il presidente palestinese, avvenuto ieri a Sharm el Sheikh. Nel corso del vertice Olmert ha anche ribadito la promessa di rendere al governo di emergenza, stabilito da Mazen la scorsa settimana, i milioni di dollari trattenuti dalle tasse sulle esportazioni palestinesi. Il primo ministro israeliano Ehud Olmert, ha annunciato la disponibilità del suo governo a rilasciare 250 detenuti palestinesi come segno di supporto verso il presidente Abu Mazen. Olmert ha però specificato che i detenuti che potrebbero essere rilasciati saranno membri di Fatah, e nessun prigioniero di Hamas potrà avvalersi dell'amnistia. Sempre secondo Olmert, i prigionieri che verranno rilasciati non devono "avere preso parte ad azioni di sangue". L'annuncio è stato dato al termine dell'incontro tra il premier israeliano e il presidente palestinese, avvenuto ieri a Sharm el Sheikh. Nel corso del vertice Olmert ha anche ribadito la promessa di rendere al governo di emergenza, stabilito da Mazen la scorsa settimana, i milioni di dollari trattenuti dalle tasse sulle esportazioni palestinesi.


'''Ecuador'''

Il governo di Quito ha decretato l’emergenza carceraria, a causa del sovraffollamento dei penitenziari nazionali. “Costruiremo centri di riabilitazione più efficaci con l’obiettivo di trasformare l’Ecuador in un paese senza detenuti in attesa di giudizio entro due anni” ha detto il presidente Rafael Correa. Respingendo con forza la proposta di introdurre l’ergastolo per reati collegati al contrabbando di droga, avanzata dai sindaci di diversi comuni, Correa ha aggiunto: “La nostra popolazione carceraria, in alta percentuale, non ha un volto criminale, ma quello di madri sole, capi di famiglia poveri, giovani senza lavoro. Tutti questi, costretti dalla miseria a trasportare qualche gramo di coca, scontano oggi pene di 8, 12 o 16 anni...Non occorre una maggiore repressione, ma più giustizia, solidarietà, uguaglianza, opportunità. L’Assemblea Costituente dovrà rivedere seriamente la legislazione in vigore”. Secondo dati del governo, le carceri ecuatoriane sono state costruite per 6500 reclusi, ma al momento ne ospitano 16.250; circa 10.000 sono ancora in attesa di giudizio.

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Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Olmert promette di rilasciare 250 detenuti di Fatah

Il primo ministro israeliano Ehud Olmert, ha annunciato la disponibilità del suo governo a rilasciare 250 detenuti palestinesi come segno di supporto verso il presidente Abu Mazen. Olmert ha però specificato che i detenuti che potrebbero essere rilasciati saranno membri di Fatah, e nessun prigioniero di Hamas potrà avvalersi dell'amnistia. Sempre secondo Olmert, i prigionieri che verranno rilasciati non devono "avere preso parte ad azioni di sangue". L'annuncio è stato dato al termine dell'incontro tra il premier israeliano e il presidente palestinese, avvenuto ieri a Sharm el Sheikh. Nel corso del vertice Olmert ha anche ribadito la promessa di rendere al governo di emergenza, stabilito da Mazen la scorsa settimana, i milioni di dollari trattenuti dalle tasse sulle esportazioni palestinesi.

Ecuador

Il governo di Quito ha decretato l’emergenza carceraria, a causa del sovraffollamento dei penitenziari nazionali. “Costruiremo centri di riabilitazione più efficaci con l’obiettivo di trasformare l’Ecuador in un paese senza detenuti in attesa di giudizio entro due anni” ha detto il presidente Rafael Correa. Respingendo con forza la proposta di introdurre l’ergastolo per reati collegati al contrabbando di droga, avanzata dai sindaci di diversi comuni, Correa ha aggiunto: “La nostra popolazione carceraria, in alta percentuale, non ha un volto criminale, ma quello di madri sole, capi di famiglia poveri, giovani senza lavoro. Tutti questi, costretti dalla miseria a trasportare qualche gramo di coca, scontano oggi pene di 8, 12 o 16 anni...Non occorre una maggiore repressione, ma più giustizia, solidarietà, uguaglianza, opportunità. L’Assemblea Costituente dovrà rivedere seriamente la legislazione in vigore”. Secondo dati del governo, le carceri ecuatoriane sono state costruite per 6500 reclusi, ma al momento ne ospitano 16.250; circa 10.000 sono ancora in attesa di giudizio.

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA

  • Il ministro Ferrero ha ultimato ieri la stesura del ddl delega sulla droga che sara' esaminato nel prossimo preconsiglio dei ministri. Il testo e' stato inviato agli altri ministeri competenti ed ha gia' registrato 'un certo grado di consenso', ha indicato Ferrero. Tra i punti di novita', le persone trovate in possesso di una quantita' di droga configurabile come consumo saranno invitati a presentarsi a un colloquio nei Sert (Servizi Pubblici per le Tossicodipendenze). Il cartello "Non incarcerate il nostro crescere" lancia la protesta per il 26 giugno. Dalle ore 9,30 sit-in in Piazza Montecitorio. Alle 12 Conferenza stampa in Sala Stampa della Camera.

Il Cartello “Non incarcerate il nostro crescere” – alla luce degli evidenti ritardi e delle oggettive difficoltà di questi mesi nel garantire l’assolvimento degli impegni presi dal Governo, dal Parlamento e dalle Regioni nel settore delle dipendenze, sia legislativamente che operativamente – esprime la propria grave insoddisfazione riguardo al ritardo con cui si intende superare la legge Fini-Giovanardi e riformare il precedente TU 309/90. Al tempo stesso e inscindibilmente, il Cartello sottolinea come l’attuale sistema dei servizi e le relative garanzie economiche e organizzative siano da tempo in grave sofferenza, con riguardo tanto ai servizi pubblici già operanti quanto alle necessarie e non più rinviabili innovazioni, attività di ricerche e sperimentazioni. L’attuale organico ridotto dei servizi, la precarizzazione di molti dei rapporti di collaborazione insieme con lo strangolamento finanziario del privato sociale ( pagamenti di rette dovute a 12/ 20 mesi dal dovuto ) e la questione rette delle comunità, collocate su livelli indecorosi, ci porta ad un riflessione non rinviabile sul rapporto strettissimo fra la dignità stessa degli operatori, sia pubblici che del privato sociale, la qualità delle prestazioni erogate e la necessità di garantire i diritti delle persone coinvolte su tutto il territorio italiano.

Ecuador

Il governo di Quito ha decretato l’emergenza carceraria nel tentativo di combattere il sovraffollamento dei penitenziari nazionali, facilitando al contempo il rimpatrio di circa 2000 colombiani reclusi per narcotraffico. “Costruiremo centri di riabilitazione più efficaci con l’obiettivo di trasformare l’Ecuador in un paese senza detenuti in attesa di giudizio entro due anni” ha detto il presidente Rafael Correa. Respingendo con forza la proposta di introdurre l’ergastolo per reati collegati al contrabbando di droga, avanzata dai sindaci di diversi comuni – guidati dal primo cittadino di Guayaquil, Jaime Nebot, suo antico rivale politico – Correa ha aggiunto: “La nostra popolazione carceraria, in alta percentuale, non ha un volto criminale, ma quello di madri sole, capi di famiglia poveri, giovani senza lavoro. Tutti questi, costretti dalla miseria a trasportare qualche gramo di coca, scontano oggi pene di 8, 12 o 16 anni...Non occorre una maggiore repressione, ma più giustizia, solidarietà, uguaglianza, opportunità. L’Assemblea Costituente dovrà rivedere seriamente la legislazione in vigore”. Secondo dati del governo, le carceri ecuadoriane sono state costruite per 6500 reclusi, ma al momento ne ospitano 16.250; circa 10.000 sono ancora in attesa di giudizio.


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Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata

  • La forma de organizarnos en un primer momento, fue organizar la lucha, y después esa organización de la lucha fue cuando coincidíamos esas reivindicaciones de los planes para que esos planes tenían que tener una contraprestación de trabajo dentro del gobierno, nosotros empezamos a luchar por una autonomía de esa contraprestación para poder trabajar en distintos espacios comunitarios que íbamos construyendo a pulmón y empezamos a construir espacios comunitarios donde se trabajaba , tenia un trabajo social en relación a tener un comedor un merendero hasta poder desarrollar después huertas comunitarias para tener alimentos para poder auto alimentarnos, autosatisfacer..hacer nuestro pan, empezamos a trabajar en panaderías comunitarias y eso a lo largo de los años fue creciendo y lo fuimos organizando y hoy tenemos emprendimientos productivos o cooperativas, hoy en día hay hasta cooperativas de trabajo que por ejemplo hay cooperativas que compañeras y compañeros se organizan en grupos pequeños 4 y hasta 10 compañeros y compañeras y de forma igualitaria y decidiendo entre todos sin un jefe, organizamos el trabajo y ese trabajo es desde, cambiar la electricidad en un edificio y eso que no lo agarre un sindicato de obreros con un jefe que se lleva el doble, si no, entre nosotros decidiendo la forma en que lo vamos a hacer y teniendo desde escribir el proyecto para ser autorizados para entre todos, poder cambiar la electricidad del edifico, hasta comprar los cables del edificio y hasta ponerlos. La diferencia que tenemos con otras organizaciones es que nosotros somos autónomos, no dependemos de ningún partido político, la forma de decidir lo que hacemos y como lo hacemos es en asambleas, después tenemos un esquema organizativo que las asambleas territoriales que hay en la organización, tienen espacios semanales o quincenales donde se llevan las decisiones de la asamblea con delegados que van rotando y esas decisiones después son las que se van consensuando y llevando adelante, dentro de la organización, y en estos últimos años si bien creció un montón y también decreció la organización de los trabajadores desocupados, también fue cambiando mucho la organización y nosotros fuimos creciendo en calidad, creemos , desde un primer momento de hacer todo a las apuradas, hasta hoy poder entender que tenemos espacios de formación de reflexión porque la participación no se da de la nada, si no, que tenemos que formarnos y reflexionar para que sean mas lo que tomen las decisiones y los que puedan hablar y tengan las herramientas para poder tomar las decisiones y para poder decidir cuando luchar y cuando no, y entender la realidad social, en la coyuntura en la que estamos. Y hoy en día nosotros desde hace tres años conformamos un espacio una organización que supera ya a los trabajadores desocupados, que se llama Frente Popular Darío Santillán, donde esta compuesta no solo por trabajadores desocupados, si no también, por estudiantes y ocupados y trabajadores rurales, que se organizan de la misma forma que nos estamos organizando nosotros como trabajadores desocupados, que es, teniendo decisiones asamblearias, con igualdad entre hombres y mujeres en la forma de decidir, sea en la universidad o sea en sindicatos(no son sindicatos porque la mayoría de los trabajadores , son trabajadores precarizados ) teniendo espacios de decisión y de organización que son iguales, con democracia de base con igualdad, generando nuevos valores de solidaridad de compañerismo tratando de no reproducir los valores que tiene este sistema y tratando de cambiar la realidad todos los días, no esperar que el sistema cambie para desde ese día ser diferentes, si no, desde hoy todos los días, con todas las dificultades que eso trae

TRADUZIONE MACCHERONICA

La forma in cui ci siamo organizzati in un primo momento, è stata quella di organizzare la lotta, e dopo l'organizzazione abbiamo fatto coincidere le rivendicazioni con i piani, perchè i piani dovevano avere una controprestazione(?) di lavoro all'interno del governo, noi abbiamo iniziato a lottare per una autonomia in questa controprestazione per poter lavorare in spazi comunitari distinti che stavamo costruendo passo passo, spazi comunitari in cui si lavorava, c'era un lavoro sociale per poter avere una mensa per poter poi sviluppare orti comunitari per avere cibo/alimenti per poterci autoalimentare, per poter essere autosufficienti... fare il pane, iniziammo a lavorare in panetterie comunitarie e questo nel corso degli anni è cresciuto sempre più e abbiamo organizzato le cose ed oggi abbiamo impre4se produttive o cooperative, oggi ci sono addirittura cooperative di lavoro, di copagni e compagne che lavorano in maniera egualitaria. I compagni si organizzazno in gruppi di 4 persone fino a 10 compagni e compagne, decidendo tra loro senza un capo, abbiamo organizzato il lavoro su tutti i livelli, dal cambiare le lampapine e mettere la luce , compare i cavi per l'edificio....la differenza con altre organizzazioni è che noi simao autonomi, non dipendiamo da nessun partito politico, decidiamo le cose tramite assemblee, poi abbiamo uno schema organizzativo con assemblee territoriali, con spazi settimanali o quindicinali in cui si prendono le decisioni in assemblea con delegati che ruotano e queste decisioni sono poi quelle che creano il consenso e che portano avanti [i discorsi], all'interno dell'organizzazione. In questi ultimi anni è crescuito molto e è decresciuta l'organizzazione dei lavoratori disoccupati. L'organizzazioen anche è cambiata molto e noi siamo andati crescendo in qualità, crediamo. In unprimo momento facevamo le cose un po' a caso (?) fino ad oggi per poter capire che abbiamo spazi di formazione e di riflessione perché la participazione non basta (?), se non che dobbiamo formarci e riflettere perché siano di più quelli che prendono le decisioni e quelli che possono parlare e che [tutti] possano avere gli strumenti per poter prendere le decisioni e poter decidere quando lottare e quando no, e capire le realtà sociale.Nella congiuntura in cui siamo. Oggi noi da tre anni abbiamo formato uno spazio, una organizzazione che già supare quella dei lavoratori disoccupati, uno spazio che si chiama Frobnte Popolare Dario Santillan. composto solo da lavoratori disoccupati e lavoraotri rurali, che si organizzano nella stessa forma in cui noi stiamo organizzandoci, come lavoratori disoccupati , cioè tramite decisioni assembleari, con uguaglianza tra uomini e donne nella forma di decisione, sia all'università o nei sindacati (non sono sindaca[lizza]ti perché la maggior parte dei sindacati sono lavoratori precari) mantenendo spazi di decisione e di organizzazione uguali, con democrazia di base e con uguaglianza, generando nuovi valori di solidarietà e di rapporti con i compagni , cercando di non riprodurre i valori che ha questo sistema e cercando di di cambiare la realtà di tutti i giorni, senza aspettare che il sistema cambi e per essere diversi inquesti giorni, altrimenti, da ora tutti i giorni contutte le difficoltà che questo comporta....

links per avellaneda e sviluppo processo

http://italy.peacelink.org/latina/articles/art_17025.html

Programma giornate 25-26

CON LUCHA Y ALEGRIA, DECENAS DE ACTIVIDADES…

La movilización, los piquetes y las protestas públicas siguen siendo las formas de lucha que tenemos los de abajo para hacer oir nuestra voz. Por eso reivindicamos el escrache que el viernes 22 realizamos al ex presidente Duhalde –protegido por fiscales y jueces– en el club donde va a jugar al tenis, en San Juan al 600, Capital. Si las vallas lo protegen en su casa de Lomas de Zamora, como a los responsables de la dictadura le decimos "adonde vayan los iremos a buscar".

El lunes 25 a partir de las cuatro de la tarde vamos a estar en la Estación "Darío y Maxi" (ex Avellaneda) comenzando las actividades en homenaje a nuestros compañeros. Teatro, grupos musicales, intervenciones artísticas y la emisión inaugural del canal "Darío y Maxi" serán algunas de ellas que terminarán con una marcha de antorchas hasta el Puente Pueyrredón donde se hará la vigilia hasta el otro día.

Algunos de los grupos musicales que nos acompañarán son Actitud Maria Marta, el Frente de Artistas Víctor Jara, Cumpas del Barrio, Contraviento y el Cabra (Manos de Filippi). Además actuarán Teatro "Los Inconclusos", Grupo de teatro "Brazo Largo", Grupo de teatro "La Toma" y el Grupo de teatro de Madres de Plaza de Mayo. Será la primer emisión canal 4 de TV barrial "Darío y Maxi", con entrevistas y documentales y finalmente se hará una marcha de antorchas alrededor de las 12 de la noche para empezar la vigilia hasta el 26 de junio.

El martes centenares de organizaciones sociales, culturales y organismos de derechos humanos convocamos al acto central marchando de la estación al Punete Pueyrredón donde se leerá un documento unificado de todas las agrupaciones.

A lo largo y a lo ancho del país se harán actividades exigiendo juicio y castigo a los responsables políticos. Desde el Frente Darío Santillán nuestros compañeros de Cipolletti, Rio Negro, realizarán un corte el mismo 26. En Tucumán, la Coordinadora de Organizaciones Barriales Autónomas (FPDS) hará una movilización que saldrá desde Plaza Urquiza a las 17 horas. En Rosario nuestros compañeros del Frente Santiago Pampillón (regional)- el grito (humanidades y artes) y la CTD Aníbal Verón realizarán con la CIS, M.A.Iz. la Casa de la Memoria, entre otros, una jornada cultural de lucha en Plaza Pringles (Córdoba y Paraguay). En Chaco el MTD "17 de julio" realizará un corte de ruta. También habrá actividades en Tandil, Formosa, Córdoba, Mar del Plata y Mendoza .

Este quinto aniversario no es sólo para recordar a nuestros compañeros, sino que es parte de la lucha de todo el pueblo contra las injusticias. La impunidad genera más impunidad. Dentro de pocos días se cumplirá un nuevo mes del asesinato del profesor Carlos Fuentealba. Desde el FPDS sostenemos que la firmeza con que el gobernador Sobisch ordenó el asesinato de trabajadores en Neuquén es consecuencia de la impunidad que gozan los responsables políticos de la Masacre de Avellaneda, y del doble discurso del gobierno de Kirchner respecto a las luchas de los trabajadores y la protesta social.


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gror070626 (last edited 2008-06-26 10:06:41 by anonymous)