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Appunti e note redazionali

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Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

PALESTINA Osservatori Europei tenuti alla larga da Rafah

Il vice-capo delle forze di osservazione dell'Unione europea al confine di Rafah, che connette Gaza all'Egitto, ha dichiarato che gli osservatori dell'Ue non torneranno al confine di Rafah finchè Hamas lo controlla, e che il valico verrà riaperto solo quando la Guardia Presidenziale del presidente Mahmoud Abbas riprenderà il controllo del confine. Patrick Delval, vice capo dell'Ue Bam-Rafah, lo ha dichiarato durante una conferenza stampa.

PALESTINA Hamas accusa Fatah dell'arresto di 240 militanti in Cisgiordania

"La sicurezza dell'Anp ha fermato 240 nostri militanti in Cisgiordania nell'arco di due settimane". E' quanto riferisce un sito vicino ad Hamas, che accusa gli uomini di al-Fatah di essersi vendicati sui loro militanti per la conquista della Striscia di Gaza. "La campagna di sequestri da parte dei servizi di sicurezza in Cisgiordania è tuttora in corso - spiega il sito - ci sono molti dei nostri militanti che si trovano in prigione e dei quali non si conosce il destino. Si tratta di rapimenti e non di arresti, perché la sicurezza non aveva alcun motivo per fermarli". Hamas accusa inoltre gli uomini di al-Fatah di aver compiuto arresti anche all'interno degli ospedali nei confronti di persone ferite. "Abbiamo saputo che i nostri detenuti nelle carceri dell'Anp sono sottoposti a duri interrogatori nei quali vengono picchiati - conclude - e anche all'isolamento, violando i diritti umani". Intanto è naufragato un tentativo di accordo proposto da Ismail Haniyeh, leader di Hamas e deposto primo ministro palestinese, al governo israeliano per la riapertura dei valichi di confine della Striscia di Gaza. Ancora Hamas, ha fatto sapere di ritenere inadeguata la nomina dell'ex premier britannico Tony Blair a inviato del Quartetto, il gruppo di contatto composto da Usa, Ue, Russia e Onu.

ISRAELE Ex presidente israeliano scagionato dall'accusa di stupro

L'ex presidente Moshe Katsav ha patteggiato con la corte che lo ha scagionato dall'accusa di stupro. Secondo l'accordo firmato a Beit Hanassi, l'ex presidente non dovrà né scontare la galera né fare servizi sociali ma solo licenziarsi entro 48 ore e risarcire le vittime.

IRAQ PALESTINESI? SENZA SCAMPO ANCHE SE PROFUGHI DALL’IRAQ

Gli oltre 1400 palestinesi che, provenienti da Baghdad, hanno cercato rifugio in Siria, sopravvivono in condizioni disumane in campi profughi improvvisati nella terra di nessuno alla frontiera iracheno-siriana. Lo hanno denunciato dopo una visita al campo di Al-Waleed gli operatori dell'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati (Unhcr/Acnur). “Nei campi c'è un urgente bisogno di cure mediche e di aiuti umanitari” fa sapere l'Unhcr che chiede l’aiuto dei paesi limitrofi perché “contribuiscano a porre fine alla sofferenza dei rifugiati”. Nel campo mancano acqua potabile, servizi igienici, cure e alloggi adeguati. I rifugiati scappati da Baghdad sarebbero anche vittime di minacce e furti da parte di gruppi armati e sono accampati in tende in una zona dove le temperature superano i 50 centigradi e in cui sono frequenti le tempeste di sabbia. Secondo l'ONU, circa 15.000 palestinesi vivono ancora in Iraq, meno della metà della cifra stimata nel 2003, e anche qui sarebbero vittime di minacce e aggressioni

AFGHANISTAN Talebani impongono la loro legge nel distretto di Musa Qala

I corpi di quattro barbuti impiccati stanno ancora penzolando giù da alti pali nel distretto di Musa Qala, nella provincia di Helmand, nel sud dell'Afghanistan. Il distretto di Musa Qala è controllato dai talebani che hanno eseguito l'impiccagione dei quattro uomini perchè accusati di avere fatto la spia per il governo di Hamid Karzai e gli statunitensi. Soltanto un decreto talebano può permettere la deposizione e sepoltura dei cadeveri secondo i riti islamici. Sia per la legge internazionale che quella islamica, i cadaveri, anche quelli dei nemici, dovrebbero venire rispettati e protetti da mutilazione e saccheggio. I talebani, invece, hanno appena istituito sul territorio un tribunale da loro controllato che condanna chiunque sia colpevole alla morte, amputazione o lapidazione.

RUSSIA Chavez incontra Putin per discutere di cooperazione militare

Il presidente venezuelano Hugo Chavez è arrivato in Russia, dove incontrerà Vladimir Putin per negoziare una possibile cooperazione militare. Chavez dovrebbe visitare una fabbrica di elicotteri e discutere dell'acquisto di sommergibili diesel, che renderebbero il Venezuela la prima potenza sottomarina dell'America Latina. Questa è la seconda visita di Chavez in Russia durante l'ultimo anno, segno evidente della scelta di Putin come "partner strategico". A livello internazionale, Chavez vuole infatti ridurre l'influenza statunitense sull'America Latina, ma è consapevole di aver bisogno di alleati al di fuori del continente. Gli Stati Uniti considerano il Venezuela una potenza destabilizzante per la regione e come simbolica risposta Chavez ha scelto come alleati, oltre alla Russia, grande esportatrice d'armi e esperta di oleodotti e gasdotti, l'Iran, che potrebbe fornire conoscenze nell'ambito del nucleare, e la Cina, mercato attraente per il petrolio venezuelano. Dopo la visita in Russia, Chavez si recherà in Bielorussia e Iran. Contemporaneamente Putin andrà negli Stati Uniti per incontrare George W. Bush.

RUSSIA La Corte Costituzionale respinge il ricorso dei familiari dei presunti terroristi

E' stato respinto oggi, dalla Corte Costituzionale russa, il ricorso presentato da alcuni familiari di presunti terroristi uccisi in azione a Nalcik (Kabardino-Balkaria) per ottenere la restituzione dei corpi dei loro congiunti. La Corte ha stabilito che è costituzionale la legge russa secondo la quale è lecita la mancata restituzione alle famiglie delle salme di persone implicate in atti terroristici. La vicenda era nata nell'ottobre del 2005, quando circa 200 giovani ritenuti legati alla guerriglia cecena attaccarono alcuni edifici della capitale di Kabardino-Balkaria, piccola repubblica del Caucaso russo. Negli scontri, circa 140 persone rimasero uccise. I corpi degli assalitori caduti furono cremati per ordine delle autorità, e senza il consenso dei familiari, musulmani e quindi contrari alla cremazione. In base a quella norma, non venne restituito ai familiari che ne avevano fatto richiesta neanche il cadavere dell'ex presidente secessionista ceceno Aslan Maskhadov, ucciso l'8 marzo del 2005, nè quello del nemico pubblico numero uno della Russia, Shamil Basaiev, fatto saltare in aria nel luglio scorso in Inguscezia, altra repubblica del Caucaso russo confinante con la Cecenia.

BRASILE Almeno 14 morti in scontri tra polizia e narcotrafficanti in una bidonville di Rio

Almeno 14 persone sono morte la scorsa notte in uno scontro tra polizia e narcotrafficanti a Alemao, bidonville di Rio de Janeiro. Nella battaglia sono state utilizzate pistole, granate, veicoli blindati ed elicotteri che appoggiavano l'avanzata dei 1.300 agenti nella roccaforte dei criminali legati al traffico di droga. Le autorità di Rio de Janeiro stanno cercando di rendere la città sicura, prima dell'inizio dei Giochi panamericani, il prossimo 13 luglio. Lo scorso 2 maggio più di 30 persone erano rimaste uccise, e 80 ferite, in un'operazione di polizia nella bidonville conosciuta come "Complesso Tedesco". Ma quella della scorsa notte è stata l'operazione più vasta, che ha portato a ore di violenza nello slum, casa di più di 100 mila persone. Le autorità hanno difeso l'intervento della polizia e hanno sostenuto che tutti i morti erano appartenenti alle bande criminali legate al narcotraffico. Secondo il segretario della pubblica sicurezza statale, Mariano Beltrame, il compito principale delle autorità deve essere riconquistare il controllo delle bidonville, reinstaurare l'ordine e distruggere l'arsenale bellico dei narcotrafficanti.

USA Corte Suprema annulla i piani scolastici sulla varietà razziale

La Corte Suprema statunitense ha definitivamente stabilito che la razza di un bambino non può essere utilizzata come criterio per determinare la scuola a cui dovrà essere iscritto. La decisione, una delle più importanti deliberazioni sui diritti civili da alcuni anni a questa parte, riguarderà milioni di studenti. La maggioranza conservatrice della Corte ha rifiutato i piani volontari approvati da molte scuole e volti ad assicurare classi etnicamente miste, contestando la possibilità di contrastare la discriminazione razziale attraverso norme basate sulla razza.

ITALIA

GENOVA G8 - PROCESSO DIAZ

L'ex dirigente della Squadra Mobile di Genova, Nando Dominici, oggi vicequestore vicario a Brescia, davanti al Tribunale di Genova si è avvalso questa mattina della facoltà di non rispondere. Dominici è uno dei 29 poliziotti imputati per la sanguinosa irruzione della Polizia nell'istituto Diaz. La decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere è la linea scelta dalla maggior parte dei poliziotti imputati, ad eccezione di Vincenzo Canterini e di Michelangelo Fournier, rispettivamente ex comandante e vice comandante del settimo Nucleo del primo Reparto Mobile di Roma che devono rispondere della sanguinosa irruzione. Blicero di supporto legale [contributo audio, durata: 104sec]

RIFIUTATA L'IMPRIGILO

Scivolone all’avvio di seduta in Piazza Affari per le azioni dell' Impregilo, dopo l'ordinanza di ieri della Procura di Napoli nei confronti di alcune società del gruppo, che gestiscono lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Il titolo ha aperto oggi in ribasso del 12,17%. Impregilo è stata esclusa per un anno dalla gare pubbliche sullo smaltimento e il recupero energetico dei rifiuti e si è vista bloccare crediti e anticipi per 750 milioni di euro circa. Oggi si riunisce il consiglio di amministrazione per valutare la vicenda. Per il presidente della commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano, il provvedimento della procura di Napoli di interdizione nei confronti di Impregilo e delle società collegate, conferma quello che da anni denuncia: è l'inefficienza gestionale e la condotta volontariamente colpevole di questa società, che ha portato alla attuale situazione disastrosa . [contributo audio, durata: 82sec]

OMICIDIO D'ANTONA, tre ergastoli confermati dalla Cassazione

Ergastoli confermati per Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, accusati dell'omicidio del professor Massimo D'Antona, ucciso il 20 maggio del 1999 a Roma. E' quanto ha deciso la Prima sezione penale della Cassazione confermando, anche, l'assoluzione di quattro "irriducibili": Antonino Fosso, Francesco Donati, Franco Galloni e Michele Mazzei. Paolo Broccatelli e Federica Saraceni devono essere ancora processati in appello per l'omicidio D'Antona, accusa dalla quale erano stati assolti in primo grado. Contro quella decisione, il pm non aveva potuto fare ricorso dal momento che era entrata in vigore la legge Pecorella sulle inappellabilità delle sentenze. Con il pronunciamento della Consulta che ha dichiarato illegittima la legge Pecorella, il processo di secondo grado si celebrerà tra qualche mese. Per il delitto di via Salaria sono già state condannate la 'pentita' Cinzia Banelli (12 anni di reclusione) e Laura Proietti (20 anni).

IMMIGRAZIONE: soccorsi 23 immigrati a Lampedusa, un morto

PALERMO - Ancora una vittima delle traversate di clandestini nel Canale di Sicilia. A bordo del rimorchiatore maltese che ieri ha caricato a bordo gli immigrati naufragati tra Malta e Lampedusa si trovava anche il corpo senza vita di una giovane extracomunitaria che viaggiava con altri 23 immigrati, ora trasferiti nel locale centro di accoglienza. La procura della Repubblica di Agrigento gia' oggi potrebbe aprire un'inchiesta sulle cause della morte della giovane donna.

IMMIGRAZIONE Immigrazione, il Cdm approva la riforma della Bossi-Fini

Dalla Bossi-Fini alla Amato-Ferrero: il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di delega al governo per la riforma del testo unico sull'immigrazione firmato dal precedente esecutivo. Assolutemente contrario al ddl il vice presidente del Senato Roberto Calderoli (Lega Nord), che minaccia di indire "un referendum che cancelli questo obbrobrio di legge".

La nuova legge si basa su tre punti cardine: governare in modo razionale l'immigrazione regolare, promuovere l'integrazione e scoraggiare l'illegalità. Intorno a questi obiettivi essi sarà organizzato l'insieme di norme che regoleranno l'entrata e il soggiorno in Italia. Un meccanismo di ingresso "regolare" che faciliti l'incontro tra domanda e offerta di lavoro straniero.

Permessi di soggiorno più lunghi. I permessi di soggiorno legati a lavori a tempo determinato saranno rilasciati per uno o due anni, a seconda se il contratto è di durata inferiore o superiore a 6 mesi. Per chi viene assunto con un contratto a tempo indeterminato, invece, avranno una durata di tre anni.

Espulsioni e fondo rimpatri. Si vuole tentare la collaborazione con gli immigrati, per rendere effettivi gli eventuali rimpatri. Vengono dunque introdotti programmi specifici di rimpatrio volontario e assistito, ai quali potranno accedere gli immigrati che collaborano alla propria identificazione. Inoltre un Fondo nazionale rimpatri verrà destinato a finanziare i programmi di rimpatrio volontario. Chi collabora potrà godere di una riduzione dei tempi di divieto di reingresso.

Centri di permanenza temporanei. Non ne è prevista l'abolizione ma il loro progressivo svuotamento, nella speranza che questo sia reso possibile da un alleggerimento della "platea dei soggetti potenzialmente destinati a queste strutture". Sono infatti previste nuove procedure per l'identificazione e l'eventuale espulsione degli stranieri senza passare per il Cpt. L'obiettivo è quello di evitare che i centri si trasformino nel "proseguimento del carcere in altra forma". Gli stranieri in condizioni di bisogno saranno invece accolti in strutture diverse dagli attuali Centri: si tratterà di strutture di accoglienza vera e propria, non a carattere detentivo, e la permanenza sarà limitata.

Presidio per antifa Torino

Oggi, 28 giugno, si è svolta l'udienza del tribunale del riesame che dovrà decidere se mantenre o interrompere la misura cautelare degli arresti domiciliari per i compagni arrestati il 14 giugno scorso. Il Pm Tatangelo, durante la sua arringa, ha sostenuto l'importanza di prendere in considerazione, non tanto i fatti occorsi il 14 maggio durante l'iniziativa antifascista svoltasi a Palazza Nuovo, quanto piuttosto la pericolosità degli imputati. Davide, Fabio e Marco vengono infatti definiti dal Pm come dei violenti, soggetti ad un forte pericolo di recidivanza. Tatangelo, infine, sostiene che la misura cautelare degli arresti domiciliari non vada affatto ad intaccare la loro vita privata, in quanto potranno continuare ad avere permessi per recarsi all'università, etc... Il tribunale del riesame ha 5 giorni a partire da oggi per emettere una sentenza. Siparietto


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NOTIZIE BREVI

ESTERI

ASPETTATIVA DI VITA: DRAMMATICA PROVA DELL’ INIQUO SVILUPPO MONDIALE

L'iniquità dello sviluppo economico planetario degli ultimi anni emerge con chiarezza dagli ultimi dati sull'aspettativa di vita contenuti nel 'Rapporto sullo stato della popolazione mondiale 2007' presentato ieri dal Fondo ONU per le popolazioni (Unfpa); se la media planetaria è fissata intorno ai 66 anni - 64 anni per gli uomini e 68 per le donne - le differenze tra i vari continenti appaiono più che imbarazzanti: a fronte di un'aspettativa di vita che supera la media del pianeta in tutti gli altri continenti - Oceania 74,5; Europa, 74 anni; America Latina, 72,5; Asia, 68 e Paesi Arabi 67,5 – l'Africa è l'unica zona del mondo dove l'aspettativa di vita non supera i 50 anni. Eccetto qualche rara eccezione – i paesi arabi del nord Africa, con medie quasi europee, o le isole Mauritius – l'aspettativa di vita nel continente si aggira intorno ai 46 anni in Africa orientale e in quella occidentale e intorno ai 43 in quella Centrale e Australe. È proprio nella zona meridionale del continente che si registrano i dati peggiori: lo Swaziland, con i suoi 30,5 anni di aspettativa di vita per gli uomini e 29 per le donne è il paese del pianeta dove si vive meno. Ma altri paesi della regione meridionale africana, come il Botswana (33 anni) e il Lesotho (34) seguono a ruota. Anche in un paese dall'economia solida come il Sudafrica l'aspettativa media di vita dei suoi abitanti non supera i 44 anni. Bisogna tornare ai valori della Francia del '700 per trovare in Europa un'aspettativa di vita che si aggirasse intorno ai 30 anni.

AUTOBOMBA A BAGHDAD, SOLDATI INGLESI UCCISI A BASSORA

Sono almeno 25 i morti e oltre 40 i feriti, secondo gli ultimi bilanci forniti dalla polizia irachena, provocati poche ore fa dallo scoppio di un’auto-bomba a un incrocio stradale nel distretto sciita di Bayaa, a Baghdad, dove diversi minibus usano caricare e scaricare passeggeri. La vettura imbottita di esplosivo è saltato in aria durante l’ora di punta, distruggendo oltre 40 veicoli che stazionavano nella zona; quasi in concomitanza colpi di mortaio hanno colpito il distretto commerciale centrale di Shorja uccidendo almeno due persone e ferendone altre 14. Sempre questa mattina tre soldati inglesi sono morti per l’esplosione di un ordigno piazzato lungo una strada nella località sud-orientale di Bassora: secondo il comando britannico i soldati avevano lasciato i loro mezzi blindati ed erano a piedi al momento della deflagrazione. Intanto, in un rapporto ‘bipartisan’ diffuso ieri, il Congresso americano ha riferito che Washington ha speso oltre 19 miliardi di dollari per addestrare circa 350.000 soldati e poliziotti iracheni che, tuttavia, “non sono in grado di assumersi la responsabilità della sicurezza, mentre le scadenze per la transizione vengono ripetutamente differite e la violenza non è diminuita in modo significativo in Iraq”.

ARGENTINA/REGNO UNITO

Il presidente argentino Néstor Kirchner ha invitato il nuovo primo ministro inglese Gordon Brown a riprendere il negoziato per la sovranità delle Isole Malvinas/Falkland, oggetto di un’antica disputa sfociata nel 1982 in una guerra persa da Buenos Aires e costata la vita a 649 argentini e 255 britannici. Augurando “successo” a Brown, Kirchner ha auspicato “il rafforzamento dei rapporti bilaterali” e una maggiore “sintonia sulle tematiche di politica internazionale”.

Brasile: scontri narcos-polizia in favela di Rio, 18 morti

Lo ha reso noto il sottosegretario alla sicurezza del governo locale, José Beltrame in riferimento all'operazione effettuata da circa 1350 uomini delle forze di sicurezza che hanno fatto irruzione nel complesso di baracche per stanare le bande dedite allo spaccio di stupefacenti. "Stiamo ancora contando i cadaveri", ha invece sostenuto nel corso di una conferenza stampa il colonnello Marcus Jardim, responsabile del battaglione della polizia militare che ha partecipato all'operazione. Secondo lui i morti "sarebbero almeno una ventina".

ITALIA

ALITALIA

La compagna aerea, Aeroflot ha ufficializzato il suo ritiro dalla gara per Alitalia. La compagnia russa ha annunciato l'abbandono dell'asta per la privatizzazione del vettore in una nota. Aeroflot - nel comunicato - lamenta il «mancato accesso a tutte le informazioni» sensibili, tra cui quelle commerciali e operative,. Per questo ha deciso il ritiro dalla gara. Ma le peggiori novità arrivano dal fronte di Air One, l'unico concorrente rimasto in gara. Secondo fonti sindacali il piano industriale di Air One prevederebbe almeno 2.350 esuberi nella sola Alitalia fly. Il gruppo di Carlo Toto ha inoltre chiesto ai sindacati di riscrivere i contratti aumentando la produttività attraverso la possibilità del massimo utilizzo del personale. Antonio Amoroso, della Cub Trasporti

G8

Un presidio con volantinaggio è stato organizzato questa mattina davanti al tribunale di Genova da parte del Comitato verità e giustizia per Genova, durante l'udienza del processo per la sanguinosa irruzione dei poliziotti nella scuola Diaz. Il volantino riproduce il comunicato diffuso qualche giorno fa dallo stesso Comunicato a proposito dell'inchiesta aperta nei confronti dell'ex capo della polizia De Gennaro, e in cui si sottolinea che "anche se De Gennaro esce di scena, le ferite di Genova sanguinano ancora, forse più di prima. Almeno chiedeteci scusa". "L'avvicendamento – continua il comunicato - al vertice della polizia, per come è stato gestito e per ciò che rappresenta, non ricompone affatto la frattura che si consumò nel luglio del 2001 fra le forze di polizia e la cittadinanza". Lorenzo Guadagnucci, il giornalista che finì "nella macelleria messicana" della scuola Diaz

IMMIGRAZIONE

E' morte quotidiana nelle acque del mediterraneo, interdette per i poveri e disperati del terzo mondo. Questa mattina l'ultima in ordine di tempo. 27 migranti sono stati trovati aggrappati ad alcune gabbie per la pesca dei tonni in acque internazionali, a poche miglia da Malta. Uno di loro era già morto. Lì sono stati ore e ore sotto il sole, e con il mare che si stava ingrossando. La barca sulla quale stavano viaggiando si sarebbe ribaltata. Prima di essere portati a Lampedusa, si è riproposto il consueto e cinico braccio di ferro tra le autorità maltesi e quelle italiane su dove trasferire, anche in via temporanea i migranti. Si tratta della quarta tragedia in un mese: il 26 maggio, 27 persone sono rimaste, per tre giorni, attaccate ad una gabbia per tonni nel Mediterraneo. E il 21 giugno dei 26 migranti a bordo di un' imbarcazione che aveva fatto naufragio a 75 miglia a sud di Malta, quattro riuscirono a salvarsi, diciotto furono dispersi e sei i cadaveri ritrovati. Infine, lunedì scorso, secondo la testimonianza di alcuni sopravvissuti, un numero imprecisato di persone sono morte di stenti, dopo un'attraversata di 12 ore. Fulvio Vassallo Paleologo, docente all’Università di Palermo, membro dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione

IL PAPA RIPRISTINA LA MESSA IN LATINO

Con il suo 'motu proprio' (ovvero con un documento scritto su sua esplicita volontà), Papa Ratzinger recupera la messa in latino, quella pre-conciliare, e le dà una legittimità che aveva perso dopo la riforma liturgica di Paolo VI. I dettagli del Motu proprio, un documento annunciato e poi rinviato per mesi e mesi, devono ancora essere resi pubblici, ma la nota diffusa oggi dal Vaticano spiega che Benedetto XVI prende come riferimento il messale di Pio V con gli aggiornamenti e la rilettura data da Giovanni XXIII nel 1962.

Quella in latino è l'unico tipo di messa mai accettato dai seguaci del defunto vescovo scismatico Marcel Lefebvre e il documento pontificio servirà ad aprire la strada per una futura ricomposizione della frattura avvenuta negli anni ottanta dello scorso secolo. Non che fino ad oggi il rito di derivazione tridentina fosse proibito: ma occorrevano talmente tanti passaggi burocratici e autorizzazioni vescovili da scoraggiarne di fatto qualsiasi praticabilità. Il documento del Papa renderà più facile la celebrazione della messa in latino; bisognerà però leggere il testo del Motu proprio per vedere fino a che punto. Le indiscrezioni circolate nell'autunno dello scorso anno ipotizzavano che bastasse la richiesta di un certo numero di fedeli per obbligare un sacerdote al rito tridentino. Il progetto di totale liberalizzazione della messa in latino aveva suscitato le perplessità e le riserve di alcuni episcopati, in particolare quello francese e quello statunitense, timorosi che la presenza di due riti liturgici potesse alla fine incrinare l'unità delle chiese nazionali e togliere autorità ai vescovi locali.

Dal dicembre scorso, dietro le quinte, sono state apportate diverse modifiche al documento originale, per consentire ai vescovi - a quanto pare - di avere comunque "l'ultima parola" sulle celebrazioni liturgiche nelle loro diocesi. Del resto Benedetto XVI, nell'esortazione 'Sacramentum Caritatis' del marzo scorso, ha precisato che spetta al vescovo, "liturgista per eccellenza nella sua diocesi" di "salvaguardare l'unità unanime delle celebrazioni nella sua diocesi". Quanto alla preoccupazione che il ritorno della messa tridentina possa vanificare in parte il messaggio conciliare, il Papa ha precisato che il suo obiettivo è quello di "interpretare il Concilio" alla luce della tradizione, senza tuttavia rinunciare a due dei sui apporti più importanti, la libertà religiosa e le relazioni tra la Chiesa e il mondo.

Presidio per antifa Torino

Giovedì 28 giugno ore 10.30 presso il palazzo di giustizia di Torino presidio e conferenza stampa per chiedere l'immediata scarcerazione di Davide, Fabio e Marco, compagni antifascti arrestati il 14 giugno scorso per i fatti avvenuti all'interno di Palazzo Nuovo, durante un'iniziativa per impedire ai fascisti del Fuan di fare propaganda all'interno della sede universitaria. Durante la conferenza stampa verranno presentati la raccolta firme per la scarcerzione dei tre studenti arrestati e i comunicati di solidarietà giunti da tutta Italia.


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AGGIORNAMENTO: Oggi, 28 giugno, si è svolta l'udienza del tribunale del riesame che dovrà decidere se mantenre o interrompere la misura cautelare degli arresti domiciliari per i compagni arrestati il 14 giugno scorso. Il Pm Tatangelo, durante la sua arringa, ha sostenuto l'importanza di prendere in considerazione, non tanto i fatti occorsi il 14 maggio durante l'iniziativa antifascista svoltasi a Palazza Nuovo, quanto piuttosto la pericolosità degli imputati. Davide, Fabio e Marco vengono infatti definiti dal Pm come dei violenti, soggetti ad un forte pericolo di recidivanza. Tatangelo, infine, sostiene che la misura cautelare degli arresti domiciliari non vada affatto ad intaccare la loro vita privata, in quanto potranno continuare ad avere permessi per recarsi all'università, etc... Il tribunale del riesame ha 5 giorni a partire da oggi per emettere una sentenza.


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gror070628 (last edited 2008-06-26 10:06:41 by anonymous)