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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

IL PESANTE BILANCIO DI SETTE ANNI DI INTIFADA

Circa 5000 palestinesi, incluse donne e bambini, sono stati uccisi e altri 32.000 feriti dalle forze armate israeliane nel corso degli ultimi sette anni, da quando cioè è iniziata la cosiddetta seconda Intifada. Il bilancio è stato diffuso oggi dal Centro palestinese di statistiche in occasione del settimo anniversario dell’Intifada, cominciata esattamente il 28 settembre del 2000 quando l’ex-primo ministro israeliano Ariel Sharon si recò provocatoriamente nella spianata delle Moschee per una passeggiata. Il rapporto sugli ultimi sette anni di violenze nei territori palestinesi segnala anche il degrado della situazione economica e sociale sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania. Oltre al crescente isolamento palestinese e alla costruzione del muro, dal 2000 il numero di coloni che occupano terre appartenenti ai palestinesi è aumentato del 26%. Sul piano economico, il Prodotto interno lordo (Pil), stimato in 4,1 miliardi di dollari nel 2006, ha fatto registrare una diminuzione del 3,6% rispetto all’inizio dell’insurrezione. Il reddito pro-capite è sceso del 23% nello stesso arco di tempo. Secondo un rapporto annuale sull’assistenza al popolo palestinese, realizzato dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Cnuced), i palestinesi “non possono produrre che due terzi circa di ciò che erano in grado di produrre a livello nazionale nel 1998, in ragione delle limitazioni alla circolazione interne ed esterne imposte dallo stato ebreo. Nel 2006, il deficit commerciale aveva raggiunto circa 2 miliardi di dollari, mentre gli aiuti destinati ai palestinesi erano considerevolmente scesi”.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Brimania, scontri tra soldati

Tra i militari birmani impegnati nel reprimere la protesta sarebbero in atto profonde divisioni, secondo la radio russa 'Eco di Mosca'. A Mandalay sarebbero stati registrati scontri fra militari. Per un diplomatico che ha voluto conservare l'anonimato 'ci sono molto probabilmente morti e feriti e centinaia di arresti'. Giuseppe Cinti, ambasciatore italiano in Myanmar, ha fatto sapere all'Ansa che, per il momento, non c'e' alcun problema per la comunita' italiana residente nell'ex Birmania'.

AL-MALIKI AL SENATO AMERICANO: "NESSUNA INTERFERENZA, IL PAESE RESTERÀ UNITO"

“L’Iraq è affare degli iracheni”: è stato lapidario il commento del primo ministro Nouri al-Maliki alla proposta approvata dal Senato americano di una decentralizzazione del governo di Baghdad e della concessione di maggiori autonomie regionali sulla base delle attuali divisioni etniche (curdi a nord, sunniti al centro e sciiti a sud) seguendo in linea di massima l’accordo raggiunto negli anni ’90 per la Bosnia. “Gli iracheni - ha detto al-Maliki – tifano per un paese unito; dividere l’Iraq vorrebbe dire rendersi responsabili di una catastrofe”. Tesi fatta propria dal vice-presidente Adil Abdul-Mahdi: “Migliaia sono i progetti che possono essere fatti all’estero, tuttavia qualunque decisione riguardi direttamente l’Iraq deve essere frutto della volontà irachena”. A sostegno della linea governativa anche Moqtada al-Sadr, uno dei capi religiosi sciiti più importanti che non ha mai nascosto la sua avversione alla presenza di truppe straniere in territorio iracheno: “Chiediamo al governo di opporsi a un progetto di questo tipo e di condannarlo; una decisione del genere non rappresenta le aspirazioni del popolo ed è da considerarsi una interferenza negli affari interni iracheni” ha riferito un portavoce di al-Sadr .

Georgia: arresto ex ministro, proteste a Tbilisi

Una folla di alcune migliaia di persone (da 5.000 a 10.000 a seconda delle fonti) sta manifestando nel centro di Tbilisi, davanti all'edificio del parlamento, per protestare contro l'arresto, ieri sera, dell'ex ministro della difesa Ierakli Okruashvili.

I dimostranti chiedono il siluramento del presidente Mikhail Saakashvili ed elezioni legislative anticipate. Sulla piazza sono arrivati anche i reparti anti-sommossa, armati di manganelli, e alcuni autobus delle brigate di elite della sicurezza. Quanto a Saakashvili, secondo l'agenzia Interfax sarebbe tornato segretamente in patria da New York, dove partecipava all'Assemblea generale dell'Onu, per cercare di arginare la crisi.

L'arresto dell'ex ministro - accusato di corruzione, riciclaggio, estorsione, abuso d'ufficio - seguiva una pesante intervista alla televisione nazionale nella quale Okruashvili aveva rivolto accuse gravissime al presidente: fra l'altro, di avergli commissionato l'uccisione di un noto oliogarca locale, Badri Patarkazishvili; e di avere prima pianificato, poi abbandonato per paura nel 2006 una campagna militare contro l'Ossezia del sud, per riprendere il controllo della repubblica ribelle.

Aveva anche affermato che Saakashvili era un corrotto, e aveva fatto poco velate allusioni a un coinvolgimento del potere nella misteriosa morte dell'ex premier Zurab Shvania, trovato cadavere in un appartamento pieno di gas.

Usa: Casa Bianca, vietato correggere errori grammaticali di Bush

La Casa Bianca ha rimproverato gli stenografi che hanno corretto un errore di grammatica del presidente George W. Bush. L'errore era stato commesso mercoledì da Bush nel presentare una legge per migliorare l'educazione dei ragazzi. "Childrens do learn", aveva detto il presidente, aggiungendo la 's' del plurale a una parola (children) che è già il plurale della parola 'child' (bambino).

Tuttavia dalla trascrizione ufficiale della Casa Bianca l'errore del presidente era sparito, fatto immediatamente rilevato dai giornalisti. La portavoce della Casa Bianca Dana Perino ha tenuto a precisare che si era trattato di una iniziativa degli stenografi, non autorizzata dalla Casa Bianca.

"Tutti sappiamo che il presidente a volte fa errori di grammatica - ha detto la Perino -. La precisione delle nostre trascrizioni è molto importante e ho sottolineato a chi di dovere questo concetto". Risultato: l'errore di grammatica di Bush è tornato sui documenti ufficiali della Casa Bianca. A beneficio della cronaca e della storia.

ITALIA

Difendono un venditore di rose da razzisti: feriti gravemente

Due ragazzi di 24 e 25 anni sono stati accoltellati la scorsa notte all'esterno di una discoteca milanese dopo aver difeso un venditore di rose extracomunitario.

Questi stava vendendo dei fiori alle due vittime, che le stavano acquistando per le loro fidanzate, una italiana e una olandese. Gli aggressori, vedendo la scena, si sono avvicinati al venditore apostrofandolo "pakistano di merda" e iniziando a spintonarlo.

Le due vittime ne hanno preso le difese e uno dei due aggressori, probabilmente Fabio Cambielli, 34 anni, avrebbe estratto un coltello e colpito i due ragazzi all'addome, prima di allontanarsi in auto. Le due fidanzate sono rimaste accanto ai due giovani distesi a terra sanguinanti, mentre attendevano l'arrivo dei soccorsi e dei carabinieri.

Una volta sul posto i militari hanno arrestato Cristian Torti, 27 anni, che secondo le prime ricostruzioni avrebbe dato il via all'aggressione spintonando l'extracomunitario. Cambielli, rintracciato solo in seguito, e' stato fermato anche lui con l'accusa di concorso in tentato

COLTIVARE MARIJUANA IN CASA NON E' REATO

Coltivare due piantine di marijuana nel terrazzo della propria casa non è reato. Ma solo se si dimostra che la piantagione serve a soddisfare le esigenze personali di consumo di stupefacenti. Il Tribunale di Cagliari questa mattina ha assolto un giovane che era stato denunciato dai Carabinieri lo scorso agosto, perché, a seguito della perquisizione della sua abitazione, erano state trovate due piante di marijuana. L'imputato, giudicato col rito abbreviato, è stato assolto perché il fatto non sussiste.

Le motivazioni si conosceranno tra trenta giorni ma è probabile che il giudice abbia accolto le argomentazioni del difensore, l'avv. Giovanni Battista Gallus, che ha richiamato una sentenza della Corte di Cassazione, sezione VI, depositata lo scorso maggio, e una, di analogo contenuto, del Gup di Cagliari, dello scorso giugno. La sentenza della Cassazione ha individuato una netta differenza tra la coltivazione in senso tecnico-giuridico, e la coltivazione "domestica" di poche piantine di stupefacente. Equiparando la piantagione casalinga alla detenzione per uso personale.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

CONTINUANO LE PROTESTE: NOTIZIE DISCORDANTI SULLE VITTIME

Proseguono le manifestazioni in Myanmar, dove, secondo le poche e confuse informazioni in circolazione, anche oggi le forze di sicurezza starebbero intervenendo per disperdere i manifestanti. Polizia ed esercito secondo fonti internazionali hanno chiuso il centro con barriere di filo spinato e hanno bloccato alcuni monasteri da dove, nei giorni scorsi, sono usciti i monaci buddisti che avevano animato proteste pacifiche. I soldati avrebbero caricato gruppi di manifestanti - che sarebbero in numero inferiore che in precedenza – in prevalenza studenti radunatisi nelle vicinanze della pagoda di Sule. Come nei giorni passati, camionette attrezzate con altoparlanti hanno avvertito la gente di non unirsi alle proteste minacciando punizioni. Il mancato funzionamento di alcuni siti ospitati in server locali sembrerebbe confermare le notizie di un blocco dell’utilizzo della rete di internet deciso dalle autorità. Negli scontri di ieri avrebbero perso la vita nove persone, tra cui un fotoreporter giapponese, secondo il governo, mentre altre fonti ritengono che vi sia stato un bilancio più alto. Dalle notizie e dalle immagini finora pervenute, non è possibile però poter avere un chiaro quadro della situazione. “Di sicuro si tratta di manifestazioni inusuali e mai state di questa portata negli ultimi venti anni; ma con la stretta del governo su internet e telefoni, qualunque informazione proveniente dal Myanmar in questo momento ha bisogno di essere verificata”. Intanto, proteste di cittadini del Myanmar si sono tenute all’esterno delle ambasciate del paese a Manila, Jakarta, Bangkok e a Taiwan.

Iraq: raid elicotteri Usa a Baghdad, una decina morti

Una decina di persone, tra cui donne e bambini, sono state uccise la scorsa notte da colpi sparati da elicotteri americani su un quartiere nel sudovest di Baghdad. Lo hanno riferito fonti concordanti alla Afp. "Una decina di persone sono state uccise e sette ferite quando un elicottero americano ha attaccato l'edificio 139", nel quartiere a maggioranza sunnita di al Saha. Il raid è avvenuto intorno alle 2:00 locali (la mezzanotte in Svizzera), ha precisato una fonte del ministero dell'Interno precisando che "non si conoscono le ragioni dell'attacco". Secondo una fonte dell'ospedale al-Yarmouk, dopo l'attacco sono stati portati 13 corpi, due donne, quattro bambini e sette uomini. Nello stesso ospedale sono stati portati anche 11 feriti che hanno raccontato che diversi elicotteri hanno sorvolato il quartiere ed aperto il fuoco sull'edificio. L'esercito americano non ha commentato le informazioni. Ieri l'esercito Usa aveva annunciato l'apertura di un'inchiesta sulla morte di nove civili, cinque donne e quattro bambini uccisi martedì nel villaggio di Babahani a sud di Baghdad, mentre soldati Usa stavano svolgendo operazioni nella zona con truppe di terra e appoggio aereo.

SCONTRI TRA ESERCITO E RIBELLI NEL NORD

Battaglia navale ieri nelle acque al largo di Pulmoaddai nel nord-est del paese con bilanci diversi a seconda delle fonti e con l’unico dato certo che a scontrarsi sono stati combattenti delle Tigri per la liberazione della patria Tamil Eelam (Ltte) con unità della marina governativa. Secondo il governo, unità navali avrebbero avvistato venti battelli delle Tigri distruggendone tre, uccidendo almeno 18 ribelli e lamentando una sola perdita. Secondo invece la versione fornita dai ribelli, navi della marina sarebbero state danneggiate e costrette a ritirarsi: nello scontro tre ‘Tigri’ avrebbero perso la vita. La battaglia è l’ultima di una serie di combattimenti che hanno provocato anche diverse vittime civili, tra cui padre Nicholas Pillai Packiyaranjith, missionario gesuita ucciso mentre attraversava una zona sotto controllo dell’Ltte. L’esercito sostiene di aver ucciso in sette giorni 45 ribelli in una voluta escalation di scontri in vista dell’arrivo delle piogge monsoniche che renderanno più difficili l’uso di artiglieria e mezzi blindati. Truppe regolari e miliziani combattono per un territorio autonomo della minoranza Tamil nel nord e nell’est dell’ex Ceylon fin dal 1983: il conflitto, secondo stime correnti, ha provocato oltre 68.000 vittime di cui 5000 dalla ripresa degli scontri nel 2006, dopo quattro anni di tregua.

Usa, bloccate 2 esecuzioni per dubbi su iniezioni letale

I dubbi sulla costituzionalità dell'iniezione letale, su cui la Corte Suprema ha deciso di pronunciarsi, potrebbero portare ad sorta di temporanea moratoria delle esecuzioni in tutti gli Stati Uniti. Nelle ultime ore infatti sono state due le esecuzioni bloccate, una in Texas direttamente dal massimo organismo giuridico degli Stati Uniti che ha accolto il ricorso del condannato che chiedeva che si aspettasse il pronunciamento dei sommi giudici sulla costituzionalità dell'iniezione letale. Martedì scorso, infatti, la stessa Corte ha accettato di esaminare se il metodo dell'esecuzione per iniezione non violi la Costituzione, che proibisce le punizioni 'crudeli'.

L'ordine da Washington è arrivato al famigerato braccio della morte di Huntsville appena due ore prima della mezzanotte, ora fissata per l'esecuzione del 28enne condannato per aver ucciso i genitori adottivi quando ne aveva 19. Poche ore prima era stato invece il governatore dell'Alabama, Bob Riley, ad annunciare la sospensione di 45 giorni dell'esecuzione di Tommy Arthur, per permettere la messa a punto di un nuovo cocktail di medicinali letali, con cui le autorità dello Stato vogliono essere sicuri che i condannati siano completamente inconsci prima di essere uccisi.

Lo stop dei sommi giudici del boia in Texas appare molto significativo: "è un'indicazione del fatto che la Corte crede che vi siano seri dubbi riguardo a quello che gli stati stanno facendo in questo settore" ha dichiarato Bryan Stevenson, direttore del gruppo abolizionista Equal Justice Initiative.

ITALIA

DROGA: TORINO APRE LA STANZA DEL CONSUMO

Una mozione firmata da 20 consiglieri della maggioranza di centro sinistra impegna il sindaco e la giunta a predisporre la sperimentazione di "sale del consumo", le cosiddette narcosale, dove i tossicodipendenti possano consumare sotto controllo medico la droga. Le commissioni hanno però deciso di fare ulteriori approfondimenti e di ridiscutere la mozione fra 15 giorni.

IMMIGRAZIONE: NUOVO TENTATIVO DI FUGA DAL CPT DI BARI

Un nuovo tentativo di fuga dal Cpt del rione San Paolo di Bari, dopo quelli avvenuti nelle scorse settimane, è stato attuato ieri da un gruppo di immigrati, ma è stato impedito sul nascere dalle forze di polizia in servizio nel centro. Una ventina di persone si è riversata in uno dei corridoi del centro tentando di ottenere la libertà. Quando sono stati bloccati, si è scatenata una protesta: gli immigrati hanno provato anche ad allagare la struttura con gli idranti antincendio. A che cosa si deve questa situazione intollerabile? L'analisi di Erminia della rete no Cpt di Bari.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

GAZA: SEMPRE PIÙ LA GRAVE SITUAZIONE UMANITARIA

"Si respira un'aria di lutto durante questo mese di Ramadan. Le incursioni israeliane e i ripetuti raid aumentano il numero di vedove e di orfani. E' il regno della tristezza, le condizioni di vita della popolazione sono disastrose". E' con questi termini che Ahmed Nasr, membro anziano del comitato esecutivo di Fatah, ha descritto il clima dominante a Gaza sotto il controllo di Hamas. A causa dell'isolamento imposto da mesi da Israele, "circa il 99% delle strutture produttive di Gaza sono ferme, mancano i pezzi di ricambio e le materie prime ed è facile immaginare le conseguenze in termini di disoccupazione" ha aggiunto la stessa fonte. Secondo l'ultimo rapporto del comitato internazionale della Croce Rossa locale "le strutture ospedaliere si degradano e numerosi edifici sono fuori uso per mancanza di pezzi".

ANCORA SCONTRI NEL SUD E OMICIDI MIRATI A MOGADISCIO

Cinque uomini sono morti nelle ultime ore in Somalia vittime di scontri tra clan e omicidi mirati. Nell’area della città portuale di Merka (100 chilometri a sud di Mogadiscio) scontri tra clan rivali avrebbero causato la morte di almeno tre persone. Secondo fonti locali, i combattimenti si sono verificati in più villaggi e ci sarebbero anche sei feriti; dietro ci sarebbe una lotta per il controllo dell’area e gli scontri tra i due clan rientrerebbero nel più vasto confronto in corso da mesi nella zona di Kismaayo, terza città della Somalia nell’estremo sud del paese, e nel quale sono coinvolti gli uomini del clan Marehan. A Mogadiscio, invece, due civili avrebbero perso la vita uccisi per mano di sconosciuti e per motivi ancora non chiari: il primo nel quartiere meridionale di Wardhigley, il secondo nel mercato di Bakara. Omicidi mirati e scontri tra forze governative e milizie di insorti avvengono quotidianamente in Mogadiscio.

Georgia: Abkhazia e Ossezia sud in allerta dopo scontri

A far ulteriormente salire la tensione vi è stato anche l'arresto di un ex ministro della Difesa georgiano, che aveva accusato il presidente Saakashvili di corruzione e di fomentare i conflitti nelle Repubbliche separatiste, e un ammutinamento, poi rientrato, di alcuni soldati in una caserma di Tbilisi.

L'Ossezia meridionale, ha annunciato il presidente, Eduard Kokoite, ha schierato i suoi mezzi a difesa del confine amministrativo e ha decretato la mobilitazione generale; il leader dell'Abkhazia, Serghei Bagapshe, ha annunciato l'invio alle frontiere di altri 200 poliziotti e ha sottolineato che "in caso di necessità, non rispetteremo le zone di sicurezza edispiegheremo in quelle aree mezzi pesanti".

Abkhazia e Ossezia del Sud poggiano le loro rivendicazioni indipendentiste sull'appoggio russo: soldati di una "forza di interposizione" schierata da Mosca sono da anni in zona.

Myanmar: bilancio vittime molto piu' pesante

Il numero di morti nella repressione militare delle manifestazioni a Myanmar ieri è molto più alto della cifra ufficiale diffusa da regime dei generali. Lo ha detto l'ambasciatore australiano a Rangoon Bob Davis.

'Dei testimoni hanno affermato di aver visto un numero assai piu' alto di corpi sui luoghi delle manifestazioni di giovedì nel centro di Rangoon", ha detto il diplomatico alla radio australiana Abc. 'Il numero di persone uccise e' superiore di diverse decine rispetto alle cifre fornite dalle autorità", ha aggiunto. La televisione di Myanmar aveva fissato a nove il numero di vittime nella sola giornata di ieri.

ITALIA


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gror070928 (last edited 2008-06-26 10:00:07 by anonymous)