Anchor(top)

[:rorinterattiva: Home page Ror interattiva]

[#appunti Appunti e note redazionali]

[:RorFonti: Fonti]

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

UCCISO PALESTINESE A KHAN YOUNES, ESPLOSIONE A SUD

Militari israeliani hanno ucciso un palestinese di 61 anni che si trovava nei pressi della frontiera con la Striscia di Gaza. L’uomo, un contadino, è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco nei pressi di al Qarara, a nord di Khan Younes, all’alba di questa mattina. Fonti palestinesi parlano inoltre di un’esplosione, udita nei pressi di un edificio di Hamas sul lungomare di Gaza City, che avrebbe provocato alcuni feriti. Non è ancora chiara la natura dell’incidente. Episodi di questo genere rompono una tregua di fatto, in corso tra i due schieramenti da alcuni giorni, e che – secondo la stampa locale – è volta a favorire le mediazioni in corso al Cairo e a Sana’a per rilanciare il processo di pace.

A RISCHIO UNA INTERA GENERAZIONE DI BAMBINI

“La crisi è di gran lunga peggiore di quello che pensiamo, non solo in termini di privazioni quotidiane che i bambini sono costretti a sopportare, ma anche per i danni provocati alla loro psiche e allo sviluppo”: lo afferma una nota di Claire Hajaj, portavoce dell’Unicef (ente Onu per l'infanzia) in Iraq, alla vigilia del quinto anniversario dell'inizio del conflitto. Secondo i dati Unicef, dall’aprile del 2003, sono più di quattro milioni (15% della popolazione), metà dei quali bambini, le persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni; le vaccinazioni sono diminuite dell’80% in due terzi del paese e il 21% dei bambini risulta malnutrito; appena il 40% dei minori ha accesso all’acqua potabile e solo il 20% della popolazione fuori della capitale dispone di servizi igienici di base; “un bambino iracheno su cinque - sottolinea il documento - non ha accesso alla scuola, mentre il 30% soffre di crisi d’ansia e altri sintomi da trauma”. Innumerevoli sono anche i bambini che hanno perso i genitori in attentati, sparatorie e rapimenti mentre intere comunità venivano sradicate dalle loro terre da violenze senza precedenti. Dopo i danni di "cinque anni di violenze seguiti a decenni di difficoltà economiche - ribadisce la nota - siamo arrivati ad un punto in cui la mancanza di istruzione e la violenza diffusa stanno mettendo a rischio un’intera generazione” . Sono questi, secondo Hajaj,le questioni che “dovrebbero essere in cima all'agenda internazionale dell'informazione, al pari delle bombe e degli attentati... a ricostruzione dell’Iraq dipende dall’assistenza che ora riusciremo ad offrire loro, perché i bambini di oggi sono l’Iraq di domani”.

Belgio: accordo su composizione governo, oggi giuramento

BRUXELLES - Il nuovo governo del Belgio di Yves Leterme prende forma e potrà giurare oggi in Parlamento. Dopo un'ennesima notte di trattative fra i cinque partiti che fanno parte della coalizione, tre francofoni e due fiamminghi, é stato raggiunto un accordo sulla composizione del nuovo esecutivo.

Oltre al premier ci saranno sette ministri francofoni, in rappresentanza dei partiti liberale, centrista e socialista, e altrettanti fiamminghi, per il partito cristiano-democratico e per quello liberale. Il nuovo esecutivo avrà anche sette segretari di Stato.

La composizione del governo Leterme ricalca quella del suo predecessore e premier ad interim Guy Verhofstadt, per riflettere la composizione linguistica del paese. Nella ripartizione degli incarichi ministeriali, che è ancora in corso di definizione, verrà anche conteggiato il commissario Ue che il Belgio indicherà per il dopo-Barroso nel 2009. Secondo l'agenzia di stampa Belga si tratterà di un esponente fiammingo. Attualmente il commissario belga è Luis Michel.

Il leader fiammingo cristiano-democratico uscito vincitore dalle elezioni politiche del giugno 2007 riceverà in mattinata l'incarico da re Alberto II e si recherà quindi in Parlamento per ottenere la fiducia ponendo fine alla più lunga crisi politica del Belgio.

Tibet: Dalai Lama, pronto a incontrare presidente cinese

DHARAMSALA - Il Dalai Lama, capo spirituale dei tibetani in esilio, si è detto pronto a incontrare il presidente cinese Hu Jintao se riceve "concreti segnali" della disponibilità di Pechino al dialogo.

La dichiarazione è stata fatta nel corso di una conferenza stampa a Dhramsala, in India, sede del governo in esilio.

"Sono sempre pronto a incontrare i leader cinesi, in particolare Hu Jintao", ha detto il Dalai Lama ai giornalisti aggiungendo di essere disponibile anche a recarsi a Pechino.

Per quanto riguarda le vittime delle violenze degli ultimi giorni, il leader spirituale tibetano ha detto: "Non conosciamo le cifre esatte. Alcuni dicono che i morti sono dieci, altri cento. Io sono rattristato dal fatto che ci siano state tante vittime".

Le manifestazioni che hanno portato all'attuale situazione di gravissima tensione sono iniziate il 10 marzo, in occasione dell'anniversario del sollevamento anticinese del 1959. Proteste, scontri e morti ci sono stati non solo solo in Tibet ma anche in regioni cinesi di confine abitate da tibetani.

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Anchor(appunti)

Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


[#top Torna a inizio pagina]