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NOTIZIE BREVI

ESTERI

AGGRESSIONE FASCISTA ALL'UNIVERSITA'

stamani c'è stata un'aggressione fascista all'entrata de La Sapienza a Via de Lollis da parte dei fascisti di Forza Nuova, armati di bastoni e coltelli. 2 compagni che stavano volantinando contro l'iniziativa sulle foibe indetta da Forza Nuova per giovedì 29 mattina alla Sapienza, sono stati aggrediti da un gruppo di fascisti usciti in 4 da 1 macchina con mazze e bastoni e coltello, aggressione evidentemente premeditata.

comunque. Da giorni perciò i compagni stavano presidiando La Sapienza e dintorni (S. Lorenzo in primis). e il volantinaggio di stamattina era proprio stato organizzato per contrastar l'iniziativa fascista.

I due compagni aggrediti, uno con la testa rotta e l' altro col braccio fratturato, sono stati portati in ospedale, e subito dopo in commissariato,dove sono tuttora in stato di fermo, e domani subiranno un processo per direttissima. L'accusa è di rissa aggravata.

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centocelle: sgombero del consultorio anticipato a domani mattina

Llo sgombero del Consultorio in Piazza dei Mirti 45 previsto per il 3 giugno è stato antivcipato a domani mattina,alle 8 e 30. ** Le donne del Comitato di Centocelle lo hanno saputo nel primo pomeriggio, e lanciano un appuntamento

senriamo la corrispondenza

Sgomberato questa mattina alle sei il centro sociale La Fornace di Rho. La Digos è entrata nell'edificio con le forze dell'ordine che, senza alcun preavviso per gli occupanti, hanno eseguito l'ordinanza del sindaco Zucchetti, evidentemente infastidito dalla lotta della Fornace contro i progetti speculativi legati all'organizzazione dell'Expo 2015. Gli occupanti della Fornace hanno già annunciato per sabato 31 maggio un corteo di solidarietà.

Aggressione al Fuoriluogo di Bologna

La prima aggressione Domenica 18 maggio, compiuta ai danni di un ragazzo all'interno del Fuoriluogo. Quattro persone, che controllavano da tempo l'ingresso del FL sono entrate quando al suo interno era rimasto solo un ragazzo. minacciatolo, l'hanno quindi aggredito procurandogli ferite al volto.

Nessuna azione è seguita al pestaggio anche se in città se n'è fatto un gran parlare visto che i "giustiziatori" erano facce largamente conosciute.

La seconda aggressione nella sera del 26 maggio. Era prevista una proiezione per le 21.30 ma verso le 21.10 quando all'interno del Fuoriluogo c'erano solo 5 compagni/e che approntavano la visione del film, un gruppo di circa 30 individui, mascherati e/o travisati con guanti neri e caschi sono entrati nel posto e dopo minacce e pochi urli nervosi hanno pestato i 5 presenti, tra cui 2 donne. Sono stati riportate ferite al volto ematomi e alcuni hanno fatto ricorso al pronto soccorso.

Ispezione del Viminale nel Cpt di Torino dove è stato lasciate morire Hassan Nejl

Il Viminale ha aperto un'inchiesta per capire qualche cosa di più sulla morte di Hanasn Nejl, cittadino tunisino di trentasei anni, morto nella notte fra il 23 e il 24 maggio nel Cpt di Torino.

Il giovane, che al momento dell'ultima somministrazione di metadone era febbricitante, era peggiorato nel corso della notte. Ma i tentativi dei compagni di prigionia di richiamare l'attenzione, le richieste per avere un medico, per denunciare che il giovane stava molto male, sono andate tutte a vuoto. Fino al mattino dopo. Ma Hassan era già morto, la bava alla bocca, la testa sul cuscino madido di sudore. . Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ha chiesto che la vicenda non diventi un 'caso politico'. Difficile richiesta, proprio quando a Bruxelles e in Italia si parla dell'estensione della permanenza ( forzata) nei centri di detenzione fino a diciotto mesi ( fino ad oggi in Italia era possibile fino a sessanta giorni) e quando si parla di ampliare e ribattezzare i centri circondati da filo spinato, con le guardie a controllare gli 'ospiti', che non possono allontanarsi.

«Le autorità coinvolte rendano conto e si assumano la responsabilità di quanto accaduto, non solo sulla evitabile morte di Hassan Nejl, ma anche sulla gestione del Cpt di Torino e sulle condizioni nelle quali sono trattenute le persone». Lo chiede il gruppo di Emergency di Torino, «con l'auspicio che le istituzioni - si legge in una nota - prendano in seria considerazione la chiusura dei centri». «La morte di Hassan e il modo in cui è avvenuta - protesta Emergency - conferma quanto poco di umanità circoli all'interno dei Cpt. Il rifiuto di considerare i migranti come persone titolari dei più elementari diritti - aggiunge - non è accettabile».

Arrivati i tecnici a Chiaiano

Questa mattina il presidio ha permesso ai tecinici del comune di passare per le operazioni di 'carotaggio'. I tecinici hannno già dimnostrato le loro perplessità rispetto alla scelta del sito:L'ospedale Monaldi dista poco più di un chilometro e 600 metri dalla cava, questo è il primo motivo di impraticabilità, ha detto stamane il professor Aldo Loris Rossi, giunto con i colleghi per assistere alle prime operazioni di carotaggio. Le trivelle, infatti, hanno estratto alcuni campioni di terreno che saranno analizzati nei prossimi giorni. La prossima settimana invece inizierà un esame con il laser per individuare eventuali lesioni sulla parete tufacea. Perplesso si è detto anche il professor Giovanbattista De Medici, altro consulente scelto dalle istituzioni locali: «Ho sempre sconsigliato la realizzazione di sversatoi all'interno di cave a fossa, tra l'altro perchè bisogna procedere ad una difficoltosa operazione di impermeabilizzazione». Nella cava sono entrati numerosi rappresentanti dei Comitati che si oppongono da mesi alla realizzazione, accompagnati dal sindaco di Marano, Salvatore Perrotta e dal presidente della Commissione ambiente del Comune di Napoli, Carlo Migliaccio.

Intanto continuano i presidi a Chiaiano e Marano, sentiamo la corrispondenza fatta stamattina

Disperso barcone con a bordo 70 migranti

É ancora incerta la sorte di un gruppo di migranti somali, partiti domenica dalle coste libiche a bordo di una 'carretta del mare' e diretti a Lampedusa, dove però non sono mai approdati. Secondo l'emittente Radio Shabelle a bordo dellla barca, che si sarebbe rovesciata, c'erano 70 persone.

I soldati italiani impegnati in Afghanistan potrebbero spostarsi su fronti più caldi del conflitto. Lo ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini a Bruxelles, in occasione della riunione con i responsabili degli Esteri e della Difesa dell'Unione Europea. "Parliamo di una maggiore flessibilità geografica e di un impiego operativo più rapido, non di più uomini", ha precisato il titolare della Farnesina, che ha ribadito la sua disponibilità a rivedere i vincoli imposti all'utilizzo delle truppe italiane in Afghanistan. "Questa è la richiesta che tutti gli alleati ci stanno facendo: allineare l'Italia agli altri grandi partner della Nato. Ne cominceremo a parlare", ha proseguito Frattini. E' quindi probabile che le truppe italiane si spostino nel sud del Paese asiatico, dove il conflitto è più acceso e si svolge la maggior parte dei combattimenti.

Palestina,fallita la tregua per la striscia di gaza

Dall'ipotesi di tregua a una recrudescenza dello scontro il passo è breve quando si tratta della Striscia di Gaza. Così, mentre da un lato si discute di un possibile cessate il fuoco tra Hamas e il governo israeliano, dall'altro si minaccia una ripresa dell'escalation militare. . La trattativa dei giorni scorsi al cairo, con la mediazione della diplomazia egiziana, è fallita. In cambio della riaperura dei vailchi della Striscia, Israele pretendeva che Hamas mettesse fine al lancio di razzi verso il territorio israeliano e al contrabbando di armi verso il territorio da loro controllato. Secondo un consigliere del ministero della Difesa, Amos Gilad, le richieste israeliane contemplavano anche la liberazione di Gilad Shalit, il caporale israeliano catturato al confine con la Striscia il 25 giugno del 2006. “Condizioni impossibili” ha dichiarato Ahmed Jusef, consigliere del leader di Hamas Ismail Haniyeh, che protesta soprattutto contro il divieto per Hamas di accumulare armi. “Israele pretende non solo la fine del lancio di razzi e degli attacchi suicidi, ma anche quella di qualunque tipo di resistenza” ha spiegato Jamal Abu Hashem, uno dei mediatori palestinesi. “Vogliono ottenere tutto senza concedere nulla” ha concluso, spiegando che la concessione di riaprire i valichi da parte di Israele “non è stata inequivocabile”.

Iran

Nelle carceri iraniane ci sono almeno cento minorenni, o giovani che erano minorenni all'epoca dei delitti commessi, che attendono di essere impiccati. Lo rivela Mohammad Mostafai, difensore legale di 20 di loro, che ha chiesto la cancellazione delle esecuzioni in una lettera aperta inviata al capo dell'apparato giudiziario, ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi

Iran: attivista per i diritti delle donne condannato ad 1 anno di carcere

Un giovane attivista iraniano, Amir Yaqubali, che sosteneva una campagna femminista per la cancellazione delle leggi discriminatorie nei confronti delle donne è stato condannato ad un anno di reclusione. Lo scrive il quotidiano Kargozaran. Amir era stato arrestato nell’estate dell’anno scorso in un parco di Teheran mentre raccoglieva adesioni nell’ambito di una campagna denominata “un milione di firme” per chiedere l’abrogazione delle normative che limitano i diritti delle donne in Iran, soprattutto in materia di matrimonio, divorzio, custodia dei figli ed eredità. Negli ultimi due anni diverse femministe impegnate in questa campagna sono state arrestate e condannate a periodi di reclusione e un certo numero di frustate, con sospensione condizionale della pena.

ANCORA IRAN

Insegnante curdo condannato a morte perché¨ sospetto terrorista

L'Iran ha confermato oggi la condanna a morte di Farzad Kamangar, un insegnante curdo impegnato nella difesa dei diritti umani e riconosciuto colpevole di "appartenenza ad un gruppo terroristico e possesso di esplosivi". L'uomo era stato arrestato nel 2006 e la sentenza capitale nei suoi confronti era già stata resa nota nel febbraio scorso. In quell'occasione, l'organizzazione Human Rights Watch (Hrw) aveva denunciato maltrattamenti e torture inflitte al detenuto e a 2 suoi compagni, condannati a 10 anni di reclusione. E' stato reso noto che i tre condannati hanno fatto ricorso presso la Corte suprema, di cui si attend

. "Cristoterapia" per lgbt in Polonia

La chiesa cattolica ha finanziato in Polonia un "centro di riabilitazione" per "curare" l'omosessualità. Il centro "Odwaga" è stato inaugurato proprio in coincidenza della Giornata Mondiale contro l'Omofobia. Fra le attività proposte dal centro, lezioni di calcio per gli uomini e corsi di cucina per le donne. E un programma di "recupero" che ha suscitato le proteste delle associazioni per i diritti lgbt, le quali hanno dichiarato che i "trattamenti" usati possono causare irreparabili danni psicologici e persino spingere al suicidio.

"Abusi sessuali su bambini dalle forze di pace dell'Onu" Roma, 27 maggio 2008 - Numerosi bambini nelle zone di guerra o di crisi hanno subìto violenze, soprattutto sessuali, da parte di coloro che sono stati mandati là per aiutarli, operatori umanitari e peacekeeper. E' la terribile denuncia dell'organizzazione umanitaria britannica 'Save the Children', che dopo aver effettuato alcune ricerche in Costa d'Avorio, Sudan e Haiti, auspica la creazione di un organismo internazionale di controllo ad hoc. Il rapporto di Save the Children è stato consegnato alle Nazioni unite.

L'aspetto più scioccante, riferisce 'Save the Children', è che la gran parte di questi abusi sessuali restano segreti e quindi anche impuniti, dato anche il timore dei bambini di denunciarli. Una ragazzina di 13 anni ha raccontanto alla Bbc come un gruppo di 10 peacekeeper dell'Onu l'ha violentata in un campo vicino la sua casa, abbandonandola a terra sanguinante e terrorizzata. Nessuna sanzione è stata comminata ai soldati.

FINE '

Palestina,fallita la tregua per la striscia di gaza

Dall'ipotesi di tregua a una recrudescenza dello scontro il passo è breve quando si tratta della Striscia di Gaza. Così, mentre da un lato si discute di un possibile cessate il fuoco tra Hamas e il governo israeliano, dall'altro si minaccia una ripresa dell'escalation militare.

Disaccordi. La trattativa dei giorni scorsi al cairo, con la mediazione della diplomazia egiziana, è fallita. In cambio della riaperura dei vailchi della Striscia, Israele pretendeva che Hamas mettesse fine al lancio di razzi verso il territorio israeliano e al contrabbando di armi verso il territorio da loro controllato. Secondo un consigliere del ministero della Difesa, Amos Gilad, le richieste israeliane contemplavano anche la liberazione di Gilad Shalit, il caporale israeliano catturato al confine con la Striscia il 25 giugno del 2006. “Condizioni impossibili” ha dichiarato Ahmed Jusef, consigliere del leader di Hamas Ismail Haniyeh, che protesta soprattutto contro il divieto per Hamas di accumulare armi. “Israele pretende non solo la fine del lancio di razzi e degli attacchi suicidi, ma anche quella di qualunque tipo di resistenza” ha spiegato Jamal Abu Hashem, uno dei mediatori palestinesi. “Vogliono ottenere tutto senza concedere nulla” ha concluso, spiegando che la concessione di riaprire i valichi da parte di Israele “non è stata inequivocabile”.

Minacce. Dopo il fallimento della trattativa Ahmed Jusef, intervistato da radio al Aqsa, ha dichiarato che “se Israele insisterà sulle sue condizioni impossibili, offriremo le nostre scuse alle masse e a Dio e diremo che noi, come movimento nazionale, abbiamo fatto il possibile per alleviare le sofferenze provocate dall'assedio alle masse”. E ha concluso minacciando: “il nemico non ci ha lasciato altra scelta che rompere l'assedio con la forza”. Subito gli ha risposto a tono il ministro della Difesa Ehud Barak, che ha prospettato una nuova operazione militare su vasta scala contro il territorio controllato da Hamas. “Non vale la pena esaurire prima i negoziati” ha dichiarato lunedì durante una riunione del partito laburista. “La possibilità di una tregua con Hamas sono molto labili”, ha fatto sapere il capo del servizio segreto Yuval Diskin, secondo cui Hamas sarà presto in possesso di missili iraniani con una gittata capace di raggiungere Ashdod e Kiryat Gat, località più distanti rispetto a Sderot e Ashkelon. Quello delle aumentate capacità balistiche del partito islamico è uno scenario a cui crede anche il ministro dei Trasporti Shaoul Mofaz, che ha invitato il governo ad “Agire per ritornare alla deterrenza”.

Speranze. Per il momento, insomma, la trattativa è fallita. Tuttavia al Cairo continua il viavai di politici che, con la mediazione del capo della sicurezza locale, Omar Suleiman, stanno cercando di portare a casa un qualche risultato diplomatico, che precluda ulteriori sviluppi sanguinosi. Amos Gilad e i mediatori palestinesi torneranno al Cairo la prossima settimana, sperando che nel frattempo le pressioni internazionali sopratutto su Israele, riescano a smuovere il negoziato. Hamas nel frattempo sembra essere riuscita a rompere l'isolamento internazionale, almeno sul fronte diplomatico. Lo ha annunciato lunedì Ahmed Jusuf, secondo cui negli ultimi tempi i rappresentati del partito islamico hanno incontrato -su loro richiesta- esponenti dei governi di Francia, Norvegia, Svizzera e Italia. Colloqui che sarebbero stati molto positivi. Domenica scorsa, inoltre, dopo l'elezione del presidente libanese Suleiman, il leader di Hamas in esilio Khaled Meshaal ha telefonato al capo della Lega Araba, Amr Moussa, per chedergli di intervenire per risolvere la crisi interpalestinese tra Hamas e Fatah, come è stato fatto per il Libano.

Iran, 100 minorenni condannati alla pena capitale

Nelle carceri iraniane ci sono almeno cento minorenni, o giovani che erano minorenni all'epoca dei delitti commessi, che attendono di essere impiccati. Lo rivela Mohammad Mostafai, difensore legale di 20 di loro, che ha chiesto la cancellazione delle esecuzioni in una lettera aperta inviata al capo dell'apparato giudiziario, ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi

Almeno 16 i feriti a Beirut e nella Bekaa, in Libano

Sono almeno 16 le persone rimaste ferite negli scontri avvenuti questa notte a Beirut e nella valle della Bekaa, tra miliziani sciiti di Hezbollah e Amal, e sostenitori del blocco anti-siriano. La televisone di Hariri, Future Tv, risferisce di un attacco contro i civili da parte dei miliziani sciiti e parla di 16 persone ferite. Fonti ospedaliere sostengono invece che i feriti siano 18. I combattimenti sono stati interrotti dall'esercito libanese, che ha bloccato la strada che collega Barbur a Tariq al-Jedideh.

Brice Hortefeux, ministro francese dell'immigrazione, interviene sulle politihce europee(liberation.fr)

Mentre sta per iniziare il semestre di presidenza della commissione da parte della Francia, il ministro francese dell'immigrazione ha già spoiegato la politica che vorrebbe portare avanti: Ipotesi di una patto europeo sull'immigrazione e l'asilo, e la presidenza francese alla commissione europea già propone di statuire il rifiuto delle regolarizzazioni di massa, il rafforzamento delle frontiere esterne all'europa,coinvolgendo i paesi-limite, quali Cipro, Grecia e repubblica ceca. Il ministro francese propone anche una definizione comune del diritto d'asilo.

ITALIA

Arrivati i tecnici a Chiaiano, corrispondenza ror

Questa mattina il presidio ha permesso ai tecinici del comune di passare per le operazioni di 'carotaggio'. I tecinici hannno già dimnostrato le loro perplessità rispetto alla scelta del sito:L'ospedale Monaldi dista poco più di un chilometro e 600 metri dalla cava, questo è il primo motivo di impraticabilità, ha detto stamane il professor Aldo Loris Rossi, giunto con i colleghi per assistere alle prime operazioni di carotaggio. Le trivelle, infatti, hanno estratto alcuni campioni di terreno che saranno analizzati nei prossimi giorni. La prossima settimana invece inizierà un esame con il laser per individuare eventuali lesioni sulla parete tufacea. Perplesso si è detto anche il professor Giovanbattista De Medici, altro consulente scelto dalle istituzioni locali: «Ho sempre sconsigliato la realizzazione di sversatoi all'interno di cave a fossa, tra l'altro perchè bisogna procedere ad una difficoltosa operazione di impermeabilizzazione». Nella cava sono entrati numerosi rappresentanti dei Comitati che si oppongono da mesi alla realizzazione, accompagnati dal sindaco di Marano, Salvatore Perrotta e dal presidente della Commissione ambiente del Comune di Napoli, Carlo Migliaccio.

Intanto continuano i presidi a Chiaiano e Marano, sentiamo la corrispondenza fatta stamattina

ELECTROLUX: PER SINDACATI 'INACCETTABILÈ LA CHIUSURA DI SCANDICCI

I sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil definiscono «inaccettabile» la chiusura dello stabilimento di Electrolux a Scandicci e la riorganizzazione di Susegana «come finora indicato» e chiedono «la verifica di tutte le soluzioni industriali praticabili anche in un'ottica di reindustrializzazione tramite l'avvio di nuove attività imprenditoriali». La delegazione aziendale di Electrolux - aggiungono - ha preso atto della proposta sindacale e si è impegnata a sottoporla alla discussione del board del gruppo e successivamente a fissare un nuovo incontro tra le parti. A sostegno della protesta e contro la chiusura i sindacati hanno annunciato 2 ore di sciopero e la convocazione di assemblee in tutti gli stabilimenti del gruppo in Italia, richiesto un incontro con il ministero dello Sviluppo Economico e convocato per il 5 giugno l'assemblea nazionale dei componenti le Rsu di tutto il gruppo.

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gror080527 (last edited 2008-06-26 10:00:18 by anonymous)