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Appunti e note redazionali

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Gr 19:30

ESTERI

PALESTINA Si discute alla Knesset una legge per impedire i risarcimenti ai palestinesi

Sta per essere approvato in Israele un emendamento alla legge sulla Responsabilità dello Stato, che renderà impossibile per i palestinesi chiedere risarcimenti per i danni subiti ad opera dell'esercito di Tel Aviv.

Il disegno di legge è attualmente in discussione alla Knesset, il parlamento israeliano, con la sigla di Legge sui Danni Civili. La legge sulla Responsabilità dello Stato risale all'inizio della seconda Intifada, nel 2000, ma l'emendamento la integra in modo che, come sostiene il centro Adalah (che si occupa dei diritti degli arabi in Israele) “impedirà ai residenti dei Territori Occupati di fare causa allo Stato per ottenere risarcimenti dei danni subiti dalle forze di sicurezza israeliane, anche nei casi in cui i danni siano stati fatti al di fuori di operazioni militari”. Israele non pagherà dunque più le spese mediche delle vittime e i danni alle proprietà palestinesi. Gli unici a non essere coinvolti da questa legge sarebbero coloro che si trovano al di fuori dalla legge israeliana: ovvero i coloni residenti negli insediamenti della Cisgiordania e gli abitanti della Striscia di Gaza.

Secondo il ministro israeliano per la Giustizia Daniel Friedmann, l'emendamento si sarebbe reso necessario dopo il disimpegno dalla Striscia di Gaza e sarebbe stato caldeggiato anche dall'Alta Corte israeliana. Ma Wasil Taha, parlamentare arabo-isaraeliano, non è d'accordo e sostiene che il provvedimento è un altro modo per delegittimare l'intera popolazione araba del Paese.

PALESTINA: PREVISTA PER OGGI L'APERTURA DEL VALICO DI RAFAH

Negoziati si sono svolti ieri per la gestione generale della frontiera tra la Striscia di Gaza e l'Egitto per stilare la lista delle persone a cui sarà consentito il passaggio attraverso il valico di Rafah. L'accordo raggiunto prevede che il valico venga aperto per 2 giorni a cominciare dalla mattina di oggi fino alla sera di mercoledì. Secondo l'intesa raggiunta fra l'Egitto, Hamas ed il governo de facto, il valico sarà aperto per 200 persone ed una cinquantina di pazienti bisognosi di cure mediche. Migliaia di Palestinesi si sono quindi accalcati alla frontiera, con la conseguenza che la polizia egiziana ancora non ha ancora disposto l'apertura per paura di scontri o tentativi di passaggio non autorizzato. .

Cisgiordania, coloni israeliani lanciano razzo su villaggio palestinese

Due razzi rudimentali sono stati sparati dall'insediamento ebraico di Har Brachà verso il vicino villaggio palestinese di Burin, a pochi chilometri da Nablus, in Cisgiordania, senza provocare vittime. . Lo hanno detto all'Ansa fonti dei servizi di sicurezza palestinesi. Da parte israeliana per il momento non c'è conferma. Alcune settimane fa un gruppo di coloni di quell'insediamento aveva mostrato alla stampa l'immagine di un razzo rudimentale che affermavano di aver prodotto. Avevano aggiunto di aver compiuto un lancio sperimentale denominato "Sharon-1" che, per caso, aveva quasi colpito un ebreo ortodosso immerso in preghiera nei campi vicini.

TROPPI GLI INNOCENTI UCCISI DAL BOIA, SECONDO L'ONU

Il sistema giudiziario nello stato dell’Alabama deve essere migliorato per evitare che persone innocenti siano condannate alla pena di morte, ma i funzionari di questo stato "sembrano sorprendentemente indifferenti al rischio di esecuzioni di innocenti": lo ha detto Philip Alston, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie durante una conferenza stampa al termine di una sua visita negli Stati Uniti. Vanno prese misure immediate, secondo Alston, per garantire – almeno - che la pena di morte sia applicata in maniera “giusta ed equa” negli stati americani in cui questa è praticata: l’esperto dell’Onu in materia di diritti umani si è recato in Alabama, Texas – dove c’è il più alto numero di esecuzioni e di detenuti condannati alla pena capitale –, a Washington e a New York, riferendo di essere contrariato da come le autorità statunitensi hanno risposto alle carenze riconosciute nei loro sistemi. “Quando parliamo di una situazione in cui probabilmente delle persone innocenti sono state giustiziate, ci si aspetterebbe un grande senso di urgenza per riformare il sistema giudiziario criminale” ha commentato Alston, aggiungendo che molti giudici sembrerebbero subire una pressione da parte dei politici per condannare a morte i criminali. Il relatore speciale dell’Onu, inoltre, ha sostenuto che i procedimenti contro i detenuti reclusi nel carcere militare di Guantanamo, a Cuba, in base al Military Commissions Act – sospetti terroristi classificati come “combattenti illegali nemici” – devono essere interrotti: “Tutti i processi devono rispettare le norme internazionali sui diritti umani" ha detto Alston, aggiungendo che gli Stati Uniti hanno l'obbligo di fare processi equi con "tutte le garanzie giudiziarie essenziali”. . CONDANNE ANCHE ALL'ERGASTOLO PER OMICIDIO GENERALE FEDELE AD ALLENDE

Tutti colpevoli e tutti condannati a decine di anni di carcere gli otto imputati (tra cui molti alti ufficiali dell’esercito cileno) nel processo per l’assassinio dell’ex-capo dell’esercito cileno Carlos Prats González e di sua moglie Sofía Cuthbert, uccisi a Buenos Aires, in Argentina, il 30 settembre 1974. I magistrati hanno condannato Manuel Contreras - capo della temuta polizia politica di Augusto Pinochet, la ‘Dina’, e con condanne già esecutive per un totale di 70 anni di carcere per altri crimini - a due ergastoli uno per ciascuna delle due vittime. Le altre condanne vanno dai 514 giorni di reclusione (comminati a due agenti di polizia) ai 10 anni di carcere per tre ufficiali in pensione (José Zara, Juan Morales Salgado e Christoph Willeke) e i 30 e 40 anni rispettivamente per generale a riposo Raul Iturriaga e l’ex-brigadiere Pedro Espinoza. "Credo che il paese già conosca la verità. Noi siamo tranquilli dopo tutti questi anni e anche l’esercito ormai ha chiaramente presente chi partecdipò all'omicidio. La giustizia ha chiuso il cerchio” ha detto Carolina Prats, figlia del generale assassinato. Dopo il golpe dell’11 settembre 1973 Prats e la moglie avevano deciso di rimanere fedeli al governo democratico di Salvador Allende, morto il giorno del colpo di stato in circostanze ancora oggi misteriose, cercando rifugio a Buenos Aires, dove vennero raggiunti e uccisi dai sicari di Pinochet.

Somalia Sono 5 gli operatori umanitari rapiti, 4 sono di una Ong italiana

Sono cinque gli operatori umanitari somali, tra i quali una donna, rapiti ieri in Somalia: lo ha detto Elio Sommavilla, responsabile dei programmi per il paese africano dell'ong italiana Water for life, alla quale appartengono quattro delle persone sequestrate, mentre il quinto sarebbe un operatore della Fao. Water for Life è una associazione no profit fondata a Trento nel 1987, da tempo impegnata in Somalia nello studio delle risorse idriche, l'agricoltura, l'assistenza agli orfani della guerra degli anni '90 e la gestione di scuole in alcuni villaggi del paese.

Washington, 1 lug. (Adnkronos) - Un giovane afroamericano di 19 anni e' stato strangolato nella cella dove era stato rinchiuso due giorni prima per la morte di un poliziotto del Maryland. Sono stati i risultati dell'autopsia a confermare che la morte di Ronnie White, trovato esanime nella sua cella domenica mattina, non e' stata accidentale, dal momento che sono state riscontrate fatture alle ossa del collo.

Zimbabwe, un grande lager

Zimbabwe: gli oppositori torturati nei campi di rieducazione Roma, 28 giu. (Apcom) - Lo Zimbabwe è stato trasformato in un grande centro di rieducazione, con centinaia di scuole usate per torturare e uccidere gli oppositori al governo del Presidente Robert Mugabe. La denuncia arriva dalle organizzazioni per i diritti umani, che affermano di aver individuato centinaia di "campi di rieducazione" nel Paese, in cui negli ultimi tre mesi sono stati condotti decine di migliaia di oppositori. Stando a quanto riferito dalle ong e riportato da El Pais, tra 90 e 500 persone sono state uccise, mentre altre sono state mutilate o ustionate. Circa 200mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case per avere salva la vita. Il Paese è in rovina, dicono le organizzazioni, ma non solo dal punto di vista economico. Si respira terrore. "Tutti sanno dove si trovano questi campi terribili - conferma un diplomatico occidentale sotto anonimato - ad Harare ce ne sono alcuni, la maggioranza, nelle scuole. Le milizie hanno fatto quello che hanno voluto. Le detenzioni continuano e gli abusi rimangono impuniti".

Un ospedale di Miami è stato denunciato per non aver consentito alla compagna di una donna lesbica morente di vederla e starle accanto, non considerandola "familiare". Nel processo Janice Langbehn, che ha intentato la causa, sarà assistita dall'associazione per i diritti lgbt Lambda Legal.

ITALIA

stamattina ci sono state diverse proteste in occasione della purtroppo settimanale visita di Berlusconi nel capoluogo campano. I compagni e le compagne sono ancora in presidio davanti alla questura di napoli, in seguito a 5 fermi effettuati durante la giornata. Ancora non si sa se questi fermi verranno tramutati in arresti. E intanto Berlusconi si è spostato ad Acerra, dove ha annunciato che ad aprile sarà in funzione il primo dei nuovi termovalorizzatori in Campania. Sentiamo una corrispondenza registrata pochi minuti fa.

THYSSEN, UDIENZA AGGIORNATA AL 23 LUGLIO

Torino, 1 lug. - (Adnkronos/Ign) - 'Giustizia e condanne severe per la Thyssen Krupp', 'Stop alla guerra dei padroni. Basta morti sul lavoro'. Sono due degli striscioni che questa mattina campeggiavano sui cancelli del Palazzo di Giustizia di Torino dove si è aperta davanti al gup Francesco Gianfrotta, l'udienza preliminare del processo per le 7 vittime della Thyssen Krupp . A sostenere l'accusa contro 6 manager della multinazionale tedesca il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello,

L'udienza, aggiornata al 23 luglio, è stata dedicata alle richieste di costituzione di parte civile da parte di Regione, Provincia e Comune di Torino, Fin Fiom, Uilm, di un'ottantina di lavoratori e di 7 addetti alla linea 4 che sono stati i primi a soccorrere i lavoratori morti a seguito dell'incendio sviluppatosi nella notte del 6 dicembre scorso sulla linea 5 dello stabilimento torinese .

TARANTO

Taranto, 1 lug. - (Adnkronos/Ign) - Ancora una vittima sul lavoro nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. Antonio Avagni, operaio di una ditta appaltatrice della manutenzione, è morto schiacciato dal carico di una gru questo pomeriggio. La vittima, che lavorava per la ditta esterna Petrosillo, stava operando in una zona transennata.

Il 22 aprile scorso nello stesso stabilimento siderurgico un'altro operaio, Gjoni Ajan, aveva perso la vita a seguito di una caduta da un'impalcatura.

E sempre oggi M.N di 28 anni originaria di Città della Pieve e residente a Perugia, ha perso la vita precipitando dal tetto del castello di Parrano (Terni) sul quale stava effettuando alcuni lavori.

L'incidente è avvenuto intorno alle 15. Sembra che il giovane stesse svolgendo alcuni lavori idraulici quando ha perso l'equilibrio precipitando a terra dopo un volo di una ventina di metri. Per lui non c'è stato nulla da fare nonostante i soccorsi del 118


Gr 13:00

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NOTIZIE BREVI

ESTERI

TROPPI GLI INNOCENTI UCCISI DAL BOIA, SECONDO L'ONU

Il sistema giudiziario nello stato dell’Alabama deve essere migliorato per evitare che persone innocenti siano condannate alla pena di morte, ma i funzionari di questo stato "sembrano sorprendentemente indifferenti al rischio di esecuzioni di innocenti": lo ha detto Philip Alston, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie durante una conferenza stampa al termine di una sua visita negli Stati Uniti. Vanno prese misure immediate, secondo Alston, per garantire – almeno - che la pena di morte sia applicata in maniera “giusta ed equa” negli stati americani in cui questa è praticata: l’esperto dell’Onu in materia di diritti umani si è recato in Alabama, Texas – dove c’è il più alto numero di esecuzioni e di detenuti condannati alla pena capitale –, a Washington e a New York, riferendo di essere contrariato da come le autorità statunitensi hanno risposto alle carenze riconosciute nei loro sistemi. “Quando parliamo di una situazione in cui probabilmente delle persone innocenti sono state giustiziate, ci si aspetterebbe un grande senso di urgenza per riformare il sistema giudiziario criminale” ha commentato Alston, aggiungendo che molti giudici sembrerebbero subire una pressione da parte dei politici per condannare a morte i criminali. Il relatore speciale dell’Onu, inoltre, ha sostenuto che i procedimenti contro i detenuti reclusi nel carcere militare di Guantanamo, a Cuba, in base al Military Commissions Act – sospetti terroristi classificati come “combattenti illegali nemici” – devono essere interrotti: “Tutti i processi devono rispettare le norme internazionali sui diritti umani" ha detto Alston, aggiungendo che gli Stati Uniti hanno l'obbligo di fare processi equi con "tutte le garanzie giudiziarie essenziali”.

A 90 ANNI MANDELA NON SARÀ PIÙ UN “TERRORISTA” PER WASHINGTON

Il Senato americano ha approvato un disegno di legge che prevede la rimozione dell’ex-presidente sudafricano Nelson Mandela e gli esponenti del suo partito, l’African National congress (Anc, formazione di governo in Sudafrica), dalla lista dei terroristi da tenere lontano dal suolo americano. Il disegno aspetta ora la firma del presidente per l’approvazione definitiva che lo tramuterà in legge, forse in tempo per il 90° compleanno del premio Nobel per la pace (18 luglio) e protagonista della lotta contro l’apartheid. Era stata l’amministrazione del presidente Ronald Regan, negli anni '80, a condividere la definizione dell’Anc come “gruppo terrorista”, decisa dal governo razzista di Pretoria, dopo un periodo di disordini a sfondo razziale. A causa di questa ‘messa all’indice’, che lo esclude dai potenziali richiedenti di visto, per entrare negli Stati Uniti Mandela ha bisogno, ancora oggi, di uno speciale ‘lasciapassare’, di volta in volta emesso dal Dipartimento di stato.

CONDANNE ANCHE ALL'ERGASTOLO PER OMICIDIO GENERALE FEDELE AD ALLENDE

Tutti colpevoli e tutti condannati a decine di anni di carcere gli otto imputati (tra cui molti alti ufficiali dell’esercito cileno) nel processo per l’assassinio dell’ex-capo dell’esercito cileno Carlos Prats González e di sua moglie Sofía Cuthbert, uccisi a Buenos Aires, in Argentina, il 30 settembre 1974. I magistrati hanno condannato Manuel Contreras - capo della temuta polizia politica di Augusto Pinochet, la ‘Dina’, e con condanne già esecutive per un totale di 70 anni di carcere per altri crimini - a due ergastoli uno per ciascuna delle due vittime. Le altre condanne vanno dai 514 giorni di reclusione (comminati a due agenti di polizia) ai 10 anni di carcere per tre ufficiali in pensione (José Zara, Juan Morales Salgado e Christoph Willeke) e i 30 e 40 anni rispettivamente per generale a riposo Raul Iturriaga e l’ex-brigadiere Pedro Espinoza. "Credo che il paese già conosca la verità. Noi siamo tranquilli dopo tutti questi anni e anche l’esercito ormai ha chiaramente presente chi partecdipò all'omicidio. La giustizia ha chiuso il cerchio” ha detto Carolina Prats, figlia del generale assassinato. Dopo il golpe dell’11 settembre 1973 Prats e la moglie avevano deciso di rimanere fedeli al governo democratico di Salvador Allende, morto il giorno del colpo di stato in circostanze ancora oggi misteriose, cercando rifugio a Buenos Aires, dove vennero raggiunti e uccisi dai sicari di Pinochet.

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