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Tutti urlano che l'accordo è vicino...... AUDIO
Magliana
Proroga al 6 novembre - AUDIO
Rifiuti
Discarica Albano - assemblea cittadina a Pavona- AUDIO
Occupazione Assessorato
Occupazione dell'assessorato, Comitato obbiettivo casa Coordinamento e Action, alungo teverede cenci. AUDIO
Blocchi Metropolitani
Occupazione via dei castani. AUDIO
MAmme antifa
Due giorni oggi e domani. 'Voci da una città aperta, due giornate per raccontare un'altra roma dalle 16.30 alle 20.00, sala Renato Biagetti, città dell'altra economia , largo dino frisullo.Organizza Madri per roma città aperta. AUDIO
Bosnia, scontri durante il festival gay a Sarajevo: otto feriti
Otto persone sono rimaste ferite ieri sera a Sarajevo, negli scontri che hanno accompagnato l'apertura del primo Gay Festival in Bosnia. Fra questi anche uno straniero e alcuni giornalisti che seguivano l'evento. I partecipanti stavano lasciando l'edificio dell'Accademia delle arti quando sono stati attaccati da gruppi di persone che gridavano "A morte i gay" e "Allah Akbar", Dio è grande. L'omosessualità è ancora un grosso tabù in Bosnia e gli organizzatori del festival erano già stati minacciati di morte. Sarajevo è una città prevalentemente musulmana e l'idea di ospitare l'evento aveva suscitato polemiche da più parti. Amir Zuckic, del partito di Azione democratica, il maggior partito musulmano bosniaco, aveva protestato per la coincidenza con il mese sacro del Ramadan. Ma le critiche non sono venute solo da loro e la questione omosessuale sembra riuscire a mettere d'accordo tutti gli ex contendenti bosniaci. Rajko Vasic, dei socialisti democratici serbi ha detto che l'omosessualità "è innaturale, è una malattia e una perversione". D'accordo con lui il leader croato Ivo Tomasevic, per il quale gli organizzatori dell'evento non rappresentano i valori di base del popolo.
Lituania
Monumento funebre nazista di fronte ad un campo di concetramento I lituani stanno costruendo un monumento ai soldati tedeschi che morirono durante la seconda guerra mondiale. Il monumento dovrebbe sorgere nella cittadina di Salaspils, a18 chilometri da Riga, di fronte ad un campo di concentramento nazista per prigionieri sovietici. Secondo quanto emerso durante il processo di Norimberga, in quel campo si praticava comunemente la tortura e gli "esperimenti medici" e più di cento mila persone vi trovarono la morte. Le associazioni dei sopravvissuti hanno definito il progetto "un oltraggio" e "un insulto". In passato la Russia ha cercato di attirare l'attenzione dell'Unione europea su questi tentativi dei paesi baltici di glorificare il nazismo, che si accompagnano spesso anche ad una politica discriminatoria nei confronti dei cittadini russi.
Bolivia VIOLENZE A PANDO, “COLPITI CONTADINI DISARMATI
Le violenze avvenute tra l’11 e il 12 settembre nel dipartimento settentrionale di Pando “sono state condotte da funzionari del governo locale (prefettura), esponenti del comitato civico e sicari brasiliani, peruviani e boliviani contro contadini disarmati che portavano con sé solo piatti, cucchiai e bicchieri”. Il rapporto stilato dall’Assemblea permanente dei diritti umani della Bolivia (Apdhb), che ha inviato una missione sul terreno, raccogliendo testimonianze tra la popolazione locale, ricostruisce gli eventi che hanno portato all’uccisione di almeno 18 persone, al ferimento di un’altra trentina e alla ‘scomparsa’ di un altro centinaio. I contadini affiliati alla Federazione sindacale unica dei lavoratori ‘campesinos’ di Pando avevano convocato il 5 settembre un’assemblea a sostegno del governo per il 13 e 14 successivi nella città di Cobija, capitale di Pando, ha riferito l’organismo. Durante l’avvicinamento a Cobija “sono stati intercettati a tre chilometri dalla località di Porvenir da funzionari della prefettura del servizio nazionale delle strade (Sedcom) e del comitato civico, appoggiati da sicari brasiliani, peruviani e boliviani che portavano armi di grosso calibro e fucili mitragliatori; questi hanno aperto vigliaccamente il fuoco contro ‘campesinos’, donne, bambini e anziani e studenti di Filadelfia”. Nel tentativo di salvarsi la vita, i contadini “si sono nascosti in montagna, altri si sono gettati nel fiume Tahuamanu, dove sono stati crivellati di proiettili…altri sono stati catturati dai funzionari di Leopoldo Fernández – l’ex-governatore di Pando, ora agli arresti – e colpiti con crudeltà”. L’Assemblea ha chiesto alle autorità competenti di “continuare le indagini” per identificare con certezza mandanti ed esecutori materiali delle violenze.
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