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CRISI POLITICA: DIALOGO GOVERNO-OPPOSIZIONE AGGIORNATO A LUNEDÌ

“Non si è riusciti a risolvere tutto…ci sono tematiche pendenti. Il lavoro terminerà la prossima settimana”. Il ministro dello Sviluppo rurale, Carlos Romero, ha annunciato che il dialogo in corso a Cochabamba tra il governo e l’opposizione di destra non ha ancora prodotto un accordo ed è stato aggiornato a lunedì. Romero ha comunque parlato di “progressi significativi” nelle trattative, al pari del governatore di Tarija, Mario Cossío, portavoce dei dipartimenti autonomisti. Secondo fonti di stampa boliviane i negoziati si sono arenati per la richiesta dei governatori di esaminare altri articoli della bozza della nuova Costituzione, oltre ai tre temi già al centro dell’agenda: l’imposta diretta sugli idrocarburi (Idh), sulla quale esiste già una bozza di intesa, le autonomie regionali e la nomina di cariche giudiziarie al momento vacanti. Non è chiaro al momento quali siano gli altri temi che i governatori vorrebbero discutere, ma il vice-presidente Alvaro Garcia Linera ha replicato evidenziando che “il testo della nuova Carta è stato elaborato da oltre 168 costituenti e non può essere modificato per il capriccio di forze politiche regionali”. Il presidente Evo Morales ha ricordato in particolare che la questione delle autonomie locali - punto critico del confronto – si potrà risolvere solo nell’ambito della nuova Costituzione: “Sarà impossibile applicare le autonomie in base ai cosiddetti statuti’ (approvati negli ultimi mesi in referendum locali non riconosciuti dal governo centrale, ndr)” ha detto, aggiungendo: “Chi si oppone alla nuova Costituzione si oppone all’idea di rifondare la Bolivia sulla base dell’uguaglianza”.

DOPO ATTENTATO CONTRO IL PROFESSOR STERNHELL, STORICO E UOMO DI PACE

“In effetti, fin dagli inizi, un certo senso di emergenza diede ai primi sionisti la profonda convinzione che l’obiettivo di riconquistare il paese aveva solide basi morali; l’argomentazione del diritto storico degli ebrei alla terra fu in realtà una questione di politica e di propaganda”: forse anche per queste parole, il professor Ze’ev Sternhell ha rischiato di perdere la vita aprendo ieri la porta della sua casa a Gerusalemme. Qualcuno – la polizia sospetta elementi dell’estrema destra ebraica – aveva lasciato una bomba rudimentale che è esplosa all’apertura della porta ferendo Sternhell a una gamba. Studioso del periodo storico del fascismo, già direttore del dipartimento di scienze politiche presso l’università ebraica di Gerusalemme, opinionista del quotidiano israeliano "Haaretz", Sternhell in Israele è ben conosciuto per le sue convinzioni, non esclusa quella sulla 'guerra dei sei giorni' che nel 1967 costituì uno spartiacque al di là del quale si può già parlare di “espansione imperialistica”. Nato nel 1935 in Polonia, lo studioso è un qualificato testimone diretto della storia del suo paese, avendo perso famigliari in un campo di concentramento nazista e avendo vissuto l’esilio e la nascita di Israele. Da israeliano, Sternhell ha anche preso parte alla guerra del 1967, a quella del Kippur nel 1973 e a campagne militari in Libano. Uno storico e uno studioso che ha cioè conosciuto da vicino la guerra e anche il dramma del popolo palestinese; da tempo, questo professore poco noto al di fuori dei confini, è impegnato in prima linea per la pace criticando l’occupazione dei Territori palestinesi e le politiche del governo di Tel Aviv. “Su un piano personale – ha detto in ospedale subito dopo l’attentato – se l’intenzione era quella di terrorizzarmi, devo chiaramente dire che non sono uno che si lascia intimorire facilmente; tuttavia quell’ordigno avrebbe potuto colpire chiunque altro della mia famiglia avesse aperto la porta; per questo motivo non posso perdonare e dimenticare...”.

Crisi Mutui: Wamu fallisce,passa a JPMorgan per 1,9 mld

NEW YORK - Le autorità americane bloccano Washington Mutual, annunciandone di fatto il fallimento (il maggiore della storia americana per una banca) e organizzano il trasferimento immediato delle sue attività a JPMorgan Chase per 1,9 miliardi di dollari.

JPMorgan per portare a termine l'operazione, mantenendo gli standard di solvibilità, dovrà ricorrere a un aumento di capitale da 8 miliardi di dollari. La Fdic, organismo federale di assicurazione dei depositi bancari, in un comunicato spiega comunque che l'operazione non comprende il debito a carico della holding e del capitale sociale, con la conseguenza che gli azionisti e i creditori perderanno tutto ciò che hanno in mano. Prima dell'annuncio della Fdic, Wamu valeva circa 2,9 miliardi di dollari in Borsa, nonostante il titolo sia crollato del 90% in un anno.

Nel comunicare la cessazione delle attività di Washington Mutual, la Fdic, le cui casse sono state messe a dura prova a causa dei 12 fallimenti di banche registrati dall'inizio dell'anno, ha assicurato che la soluzione adottata non graverà sui contribuenti.

WaMu è la sesta banca statunitense. Nata come semplice cassa di risparmio, l'istituto ha conosciuto una forte crescita con la bolla immobiliare che l'ha portata a registrare una forte esposizione verso i mutui ipotecari. Ma la caduta del mercato delle case ha reso Washington Mutual una delle istituzioni finanziarie più fragili: i mercati speculano ormai da mesi su un suo possibile fallimento. Dalla scorsa settimana, dopo una lunga resistenza, la banca si è messa alla ricerca di un possibile acquirente, ma senza successo: l'annuncio di piano di salvataggio del sistema ha rallentato le trattative avviate, spingendo i papabili acquirenti alla cautela. Nessuna offerta è giunta dalle banche che sembravano, secondo la stampa americana, le più disponibili all'acquisto, e cioé JPMorgan, Citigroup, Wells Fargo e la spagnola Santander.

Bosnia, scontri durante il festival gay a Sarajevo: otto feriti

Otto persone sono rimaste ferite ieri sera a Sarajevo, negli scontri che hanno accompagnato l'apertura del primo Gay Festival in Bosnia. Fra questi anche uno straniero e alcuni giornalisti che seguivano l'evento. I partecipanti stavano lasciando l'edificio dell'Accademia delle arti quando sono stati attaccati da gruppi di persone che gridavano "A morte i gay" e "Allah Akbar", Dio è grande. L'omosessualità è ancora un grosso tabù in Bosnia e gli organizzatori del festival erano già stati minacciati di morte. Sarajevo è una città prevalentemente musulmana e l'idea di ospitare l'evento aveva suscitato polemiche da più parti. Amir Zuckic, del partito di Azione democratica, il maggior partito musulmano bosniaco, aveva protestato per la coincidenza con il mese sacro del Ramadan. Ma le critiche non sono venute solo da loro e la questione omosessuale sembra riuscire a mettere d'accordo tutti gli ex contendenti bosniaci. Rajko Vasic, dei socialisti democratici serbi ha detto che l'omosessualità "è innaturale, è una malattia e una perversione". D'accordo con lui il leader croato Ivo Tomasevic, per il quale gli organizzatori dell'evento non rappresentano i valori di base del popolo.

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L'unico via libera arriva dal presidente dell'Anpav, Massimo Muccioli, secondo cui le garanzie ottenute sul fronte della gestione degli esuberi e dei livelli retributivi su cui ci eravamo bloccati sono tali da permettere di firmare il piano industriale. Del tutto opposta la posizione di Sdl e Avia che, al termine della riunione a Palazzo Chigi, parlano di assenza condizioni per firmare. Abbiamo proposto delle integrazioni - ha dichiarato Fabrizio Tomaselli (Sdl) - Ci rendiamo conto che è difficile modificare accordi che sono stati già firmati, ma se anche di fronte alla nostre integrazioni, la Cai opporrà un muro, sicuramente non ci saranno le condizioni per firmare. Ci rivediamo dopo pranzo perché vogliamo definire cose che non sono chiare ha aggiunto il leader di Avia Antonio Divietri, sottolineando che il buon senso da parte del governo e la rigidità della Cai.

Resta ancorata sul 'no' anche la posizione di Anpac e Up. Il presidente dell'associazione nazionale piloti Fabio Berti ha sottollineato che da parte della cordata italiania finora, non è arrivata alcuna apertura sulle istanze dei piloti. Mentre il numero uno di Up Massimo Notaro ha precisato che le integrazioni di ieri non riguardano i piloti.

Confidiamo che possa esservi un'adesione se non a tutto il documento almeno ad una parte di esso ha detto il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi a 'Panorama del giorno'. Sacconi ha sottolineato anche senza la firma di piloti e assistenti di volo Cai potrebbe continuare nel suo percorso e ha aggiunto: Credo che i singoli non si sottrarrebbero alla proposta di assunzione anche perché se la rifiutassero perderebbero gli ammortizzatori sociali, l'integrazione del reddito. Il ministro è anche intervenuto sulla possibilità di un partner straniero per la nuova compagnia, precisando che piano industriale ha sempre ipotizzato l'alleanza con uno dei grandi vettori europei ma che l'individuazione di questo partner avverrà in un secondo momento da parte della stessa Cai.

Intanto, stamattina, i leader dei sindacati confederali hanno incontrato, nella sede dell'ambasciata tedesca a Roma, i vertici di Lufthansa per verificare la possibilità di un ingresso della compagnia tedesca nel capitale di Cai. Abbiamo riscontrato un interesse - ha detto Luigi Angeletti (Uil), intervenendo a Radio Anch'io - ma per ora non c'è nessun impegno concreto.

Secondo quanto riferito dalla portavoce della compagnia tedesca, Claudia Lange, il presidente della Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber - che ieri ha incontrato il sottosegretario Letta - è in Italia su richiesta del governo italiano per una serie di colloqui.

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gror080926 (last edited 2008-09-26 10:58:40 by anonymous)