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Sulla palestina, i contatti ci sono, ma verranno in ogni caso utilizzati per fare domani la trasmissione, quindi magari rimandiamo. Alle tre invece c'è un presidio a palazzo chigi, sulla palestina, e sarebbe il caso di sentire mery. Sulla palestina, i contatti ci sono, questi i numeri 0097255940773. Alle tre invece c'è un presidio a palazzo chigi, sulla palestina, e sarebbe il caso di sentire mery.
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'''Palestina' '''Palestina'''

per il gr delle 17.30. Qui sotto c'è il gr andato in onda alle 13. Al termine, abbiamo messo una corrispondenza da termini imerese sulla fiat, che però dura otto minuti. Secondo me andrebbe tagliata, perchè è troppo lunga..... sugli arresti in spagna, si può provare sentire Marco che fa la trx euskadi, se vuole lui fare un commento alla notizia. Sulla palestina, i contatti ci sono, questi i numeri 0097255940773. Alle tre invece c'è un presidio a palazzo chigi, sulla palestina, e sarebbe il caso di sentire mery. Questo è tutto quello che mi viene in mente, il mio telefono ce lo avete.....bacioni!!!!

GR ORE 13.00

ESTERI

Palestina

E' durato poco il silenzio in palestina. Dopo le stragi compiute ieri, ancora questa mattina almeno cinque liceali palestinesi sono rimasti feriti stamane durante scontri con i soldati israeliani a Jenin, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. Uno degli studenti, un ragazzo di 17 anni, colpito in pieno petto da un proiettile, e' stato ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Le fonti hanno spiegato che la sparatoria e' avvenuta durante una incursione nel centro di Jenin compiuta da reparti israeliani. Decine di liceali palestinesi diretti verso la loro scuola hanno preso a sassate alcune jeep dell'esercito e i soldati hanno aperto il fuoco. Le autorita' israeliane non hanno finora commentato queste notizie. E' morto nel frattempo uno dei quattro israeliani feriti stamane in una imboscata presso Hebron. Lo ha riferito la radio militare. L'attacco e' avvenuto all'incrocio stradale di Zif, lungo una strada di circonvallazione usata spesso da coloni ebrei. Ma nonostante le critiche della comunita' internazionale e l'imbarazzo della Casa Bianca, il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha difeso la massiccia incursionedefinita operazione anti-terrorismo condotta dall'esercito nella Striscia di Gaza la notte tra domenica e lunedi'. L'ha definita un successo, ma allo stesso tempo ha espresso rammarico per la morte di diversi civili. Quattordici sono state le vittime palestinesi e oltre cento i feriti: gran parte dei morti sono stati causati da un missile sparato da un elicottero contro una folla. Nonostante tutto, "ve ne saranno altre di operazioni nella Striscia di Gaza", ha detto Sharon ai giornalisti incontrando il capo dello Stato, Moshe Katzav, "E sono convinto che quella appena conclusa sia stata un successo. Le forze israeliane stanno facendo di tutto per contenere le azioni e gli attacchi delle organizzazioni terroristiche". Un successo costato la morte di civili innocenti, che sharon si ostina a considerare criminali, e il cui unico crimi è quello di essere palestinesi. Si e' trattato di una operazione complessa, un'operazione difficile, un'operazione importante. Si e' conclusa con un successo ha detto Sharon Ci sono state operazioni analoghe in passato, ce ne saranno altre in futuro ha aggiunto il premier. Sharon ha quindi confermato le informazioni secondo le quali nella sua prossima visita negli Stati Uniti (la settimana ventura) si limitera' ad incontrare il presidente George Bush e subito dopo rientrera' in patria. In un primo momento sembrava che Sharon dovesse restare negli Stati Uniti per circa una settimana. In seguito, ha riferito radio Gerusalemme, Sharon ha preferito ridurne la durata all' essenziale. Intanto la cruenta incursione a Khan Yunis e i suoi risultati militari molto magri (secondo l'ammissione di un commentatore della radio militare) destano forte disagio nel parlamento israeliano. Il capo della opposizione di sinistra (Yossi Sarid, Meretz) ha chiesto che sia fatta piena luce sulla attendibilita' delle dichiarazioni del comandante delle forze israeliane nella striscia di Gaza, generale Israel Ziv, secondo cui l'operazione nel rione Amal di Khan Yunis era assolutamente necessaria. Anche il governo greco ha condannato oggi la strage. Condanniamo nella maniera piu' categorica l'ultimo attacco militare israeliano a Gaza, che ha causato la morte di molti civili palestinesi innocenti: cosi' il governo greco ha stigmatizzato oggi l'incursione militare israeliana a Khan Yunis. Per il portavoce del ministero degli esteri Panos Beglitis, l'attacco e' una violazione dei diritti umani e della legalita' internazionale e non puo' essere giustificato con la lotta contro il terrorismo palestinese. Il portavoce ha quindi espresso la solidarieta' del governo greco alle famiglie delle vittime dell'attacco. Solo l'Italia sembra non voler esprimere una condanna, e anzi continua nella sua politica indiretta di appoggio al governo di Sharon. Oggi il ministro della sanità israeliano è a roma, dove ieri si è incontrato con il presidente della regione lazio , il fascista Storace. Il ministro israeliano ha però avuto apprezzamenti per il rappresentante della destra israeliana, e soprattutto per gianfranco fini, di cui ha giudicato in maniera posuitiva le recenti dichiarazioni rilasciate al quotidiano israeliano Hareetz. E proprio verso il ministro israeliano, in qualità di rappresentante dell'intero governo, è rivolta la protesta che alcune organizzazioni hanno programmato per oggi davanti palazzo Chigi. (leggi comunicato)

Verso la guerra

Il governo britannico sta decidendo se inviare truppe e mezzi corazzati nella regione del Golfo in vista di un intervento militare in Iraq. Lo anticipa la BBC citando fonti del ministero degli esteri per cui l'annuncio della mobilitazione potrebbe essere fatto gia' entro la fine di questo mese. I tank impiegheranno almeno tre mesi prima di raggiungere la loro destinazione finale e subire le modifiche necessarie per operare nel deserto.

  • Nel frattempo, il ministro degli esteri, Jack Straw, ha iniziato un giro di quattro giorni che lo portera' in Egitto, Giordania, Kuwait e Iran, dove cerca consensi per un attacco contro il regime di Saddam Hussein. Ieri Straw era a Parigi, oltre che per inaugurare la mostra su John Constable aperta al Gran Palais, per discutere con la Francia di una soluzione di compromesso sull'Iraq al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nessun risultato sembrano aver avuto i colloqui di ieri, anche se il ministro degli esteri francese, Dominique de Villepin, ha parlato di progressi e preannunciato il testo di una nuova risoluzione al Palazzo di Vetro molto presto. Diplomatici francesi citati dal Times di Londra hanno invece precisato che la situazione rimane esattamente come prima dell'arrivo di Straw e che se si arrivera' a una soluzione non sara' prima di giorni o addirittura settimane.

Stati Uniti e Gran Bretagna hanno definito il testo di una risoluzione in cui oltre a stabilire nuove regole per le ispezioni preannunciano anche l'uso della forza contro l'Iraq qualora Baghdad non adempiera' ai suoi obblighi. Gli altri tre paesi con diritto di veto nel Consiglio, Francia, Russia e Cina, hanno sollevato le loro obiezioni su questa proposta. Parigi ha chiesto l'adozione di due diverse risoluzioni, solo la seconda delle quali parli di uso della forza. Questa seconda mozione andrebbe introdotta solamente se Baghdad non rispettera' le condizioni imposte da una prima risoluzione, in cui si rinnovano le regole per le ispezioni delle Nazioni Unite. Mosca e' pronta a sottoscrivere l'adozione di una nuova risoluzione Onu sulla questione irachena se viene escluso "l'uso automatico della forza". Lo ha detto il sottosegtetarioo agli Esteri, Yuri Fedotov, secondo il quale il documento non dovra' neppure contenere "condizioni impossibili" per il regime di Saddam Hussein. Fedotov ha anche sottolineato che la Russia appoggia la proposta francese di una risoluzione in due fasi: una in cui si da' a Baghdad la possibilita' di collaborare con gli ispettori e un'altra in cui viene contemplato l'uso della forza nel caso di rifiuto del regime.

Spagna

La Guardia Civile e la polizia basca hanno condotto due azioni parallele contro persone giudicate vicino all'ETA, in diverse regioni spagnole. Fino a questo momento sono state arrestate 17 persone, trasferite già in carcere a madrid. Nella stessa operazione, sono state effettuate numerose perquisizioni. L'ordine è stato dato dal giudice numero 4 dell'Audiencia national spagnola, Fernado Andreu. Le perquisizioni hanno riguardato ambienti vicino a Batasuna, e in massima parte persone che hanno partecipato alle mobilitazioni contro la sua illegalizzazione. Lo scopo, evidentemente,. è mantenere al promessa fatta dal governo spagnolo di fare terra bruciata intorno al movimernto separatista basco.

ITALIA

Linate

Due minuti di silenzio e di omaggio e fiori bianchi sulla pista. All'aeroporto di Linate si e' compiuto questa mattina il primo atto di pieta' e di memoria della giornata per le 118 vittime del disastro aereo avvenuto esattamente un anno fa. Linate si e' fermato dalle 8,09 e le 8,11. In 450 fra i parenti delle vittime sono arrivati sulla pista, con 12 pullman, e ciascuno ha deposto un fiore bianco per ricordare gli scomparsi. La cerimonia si e' svolta sulla piattaforma degli elicotteri, tra la pista 36R e l'area di smistamento bagagli, teatro del dramma. In sottofondo solo le note del 'silenzio' suonate da un trombettiere dell'Aeronautica militare. La tragedia era avvenuta a causa dell'assenza del radar di terra, colpevole omissione della società di gestione dell'aereoporto.Solo dopo, e di recente, l'aereoporto si è dotato dei necessari sistemi di sicurezza.

Civitavecchia

Referendum poco partecipati, ma le citta' esprimono un chiaro NO al carbone.

Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri.

Nemmeno Tarquinia raggiunge il quorum. Nella cittadina etrusca per il referendum consultivo sul carbone ha votato il 37,4% degli aventi diritto. Dai primi dati emerge una netta vittoria del no, con oltre il 95% dei voti.

gror081002 (last edited 2008-10-02 17:33:55 by anonymous)