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Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri. Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri.
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Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri. Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri.
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Le fonti giornalistiche palestinesi riportano inoltre il ferimento di un altro bambino palestinese da parte dell’esercito israeliano presso il campo profughi di Balata, presso Nablus. Il bambino è stato raggiunto da un proiettile dell’esercito mentre usciva da scuola. Le fonti giornalistiche palestinesi riportano inoltre il ferimento di un altro bambino palestinese da parte dell’esercito israeliano presso il campo profughi di Balata, presso Nablus. Il bambino è stato raggiunto da un proiettile dell’esercito mentre usciva da scuola.
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Oggi il ministro della sanità israeliano è a roma, dove ieri si è incontrato con il presidente della regione lazio , il fascista Storace. Il ministro della Salute israeliano Nissim Dahan, nel corso della cerimonia della firma, a Palazzo Chigi, di una intesa sulla sanita' tra i due Stati, ha inoltre annunciato che al vicepremier Fini verrà recapitato invito ufficiale di recarsi in Israele dalla massima istituzione dello stato. Tra i temi principali dell’incontro e fra le priorità dell’accordo di cooperazione sulla sanità fra governi italiano e israeliano è il tema del Bioterrorismo. Oggi il ministro della sanità israeliano è a roma, dove ieri si è incontrato con il presidente della regione lazio , il fascista Storace. Il ministro della Salute israeliano Nissim Dahan, nel corso della cerimonia della firma, a Palazzo Chigi, di una intesa sulla sanita' tra i due Stati, ha inoltre annunciato che al vicepremier Fini verrà recapitato invito ufficiale di recarsi in Israele dalla massima istituzione dello stato. Tra i temi principali dell’incontro e fra le priorità dell’accordo di cooperazione sulla sanità fra governi italiano e israeliano è il tema del Bioterrorismo.
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Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri. Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri.
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 ‘’’Gruppo di studio ministero pari opportunità’’’

Il ministero delle pari opportunità ha formato un gruppo di studio su quella che viene definita la questione omosessuale in Italia dal nome “Sessualità, discriminazioni ed intergazione sociale”, all’interno del quale non sono coinvolte le organizzazioni non governative gay, lesbiche e transessuali che da anni svolgono attività su questi temi. Nel gruppo è composto da presente un solo gay, l’onorevole franco Grillini ed una sola donna Eugenia Scabini, dell’universita cattolica di Milano.
A questo proposito sono già arrivate le prime lamentele all’indirizzo della ministra Prestigiacomo da parte dell’arcygay il cui presidente sottolinea inoltre il fatto che nelle istituzioni italiane non sono mai state presenti strutture e competenze nell’ambito delle pari opportunità per gay lesbiche e trans, competenze che invece sono state sviluppate e portate avanti solo dalle organizzazioni non governative.
 ‘’’Gruppo di studio ministero pari opportunità’’’

Il ministero delle pari opportunità ha formato un gruppo di studio su quella che viene definita la questione omosessuale in Italia dal nome “Sessualità, discriminazioni ed intergazione sociale”, all’interno del quale non sono coinvolte le organizzazioni non governative gay, lesbiche e transessuali che da anni svolgono attività su questi temi. Nel gruppo è composto da presente un solo gay, l’onorevole franco Grillini ed una sola donna Eugenia Scabini, dell’universita cattolica di Milano.
A questo proposito sono già arrivate le prime lamentele all’indirizzo della ministra Prestigiacomo da parte dell’arcygay il cui presidente sottolinea inoltre il fatto che nelle istituzioni italiane non sono mai state presenti strutture e competenze nell’ambito delle pari opportunità per gay lesbiche e trans, competenze che invece sono state sviluppate e portate avanti solo dalle organizzazioni non governative.
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‘’’Danni ambientali’’’ ‘’’Danni ambientali’’’
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A questo proposito ascoltiamo l’aggiornamento di Isa del Cric A questo proposito ascoltiamo l’aggiornamento di Isa del Cric
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GR ORE 13.00

ESTERI

Palestina

E' durato poco il silenzio in palestina. Dopo le stragi compiute ieri, ancora questa mattina almeno cinque liceali palestinesi sono rimasti feriti stamane durante scontri con i soldati israeliani a Jenin, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. Uno degli studenti, un ragazzo di 17 anni, colpito in pieno petto da un proiettile, e' stato ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Le fonti hanno spiegato che la sparatoria e' avvenuta durante una incursione nel centro di Jenin compiuta da reparti israeliani. Decine di liceali palestinesi diretti verso la loro scuola hanno preso a sassate alcune jeep dell'esercito e i soldati hanno aperto il fuoco. Le autorita' israeliane non hanno finora commentato queste notizie. E' morto nel frattempo uno dei quattro israeliani feriti stamane in una imboscata presso Hebron. Lo ha riferito la radio militare. L'attacco e' avvenuto all'incrocio stradale di Zif, lungo una strada di circonvallazione usata spesso da coloni ebrei. Ma nonostante le critiche della comunita' internazionale e l'imbarazzo della Casa Bianca, il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha difeso la massiccia incursionedefinita operazione anti-terrorismo condotta dall'esercito nella Striscia di Gaza la notte tra domenica e lunedi'. L'ha definita un successo, ma allo stesso tempo ha espresso rammarico per la morte di diversi civili. Quattordici sono state le vittime palestinesi e oltre cento i feriti: gran parte dei morti sono stati causati da un missile sparato da un elicottero contro una folla. Nonostante tutto, "ve ne saranno altre di operazioni nella Striscia di Gaza", ha detto Sharon ai giornalisti incontrando il capo dello Stato, Moshe Katzav, "E sono convinto che quella appena conclusa sia stata un successo. Le forze israeliane stanno facendo di tutto per contenere le azioni e gli attacchi delle organizzazioni terroristiche". Un successo costato la morte di civili innocenti, che sharon si ostina a considerare criminali, e il cui unico crimi è quello di essere palestinesi. Si e' trattato di una operazione complessa, un'operazione difficile, un'operazione importante. Si e' conclusa con un successo ha detto Sharon Ci sono state operazioni analoghe in passato, ce ne saranno altre in futuro ha aggiunto il premier. Sharon ha quindi confermato le informazioni secondo le quali nella sua prossima visita negli Stati Uniti (la settimana ventura) si limitera' ad incontrare il presidente George Bush e subito dopo rientrera' in patria. In un primo momento sembrava che Sharon dovesse restare negli Stati Uniti per circa una settimana. In seguito, ha riferito radio Gerusalemme, Sharon ha preferito ridurne la durata all' essenziale. Intanto la cruenta incursione a Khan Yunis e i suoi risultati militari molto magri (secondo l'ammissione di un commentatore della radio militare) destano forte disagio nel parlamento israeliano. Il capo della opposizione di sinistra (Yossi Sarid, Meretz) ha chiesto che sia fatta piena luce sulla attendibilita' delle dichiarazioni del comandante delle forze israeliane nella striscia di Gaza, generale Israel Ziv, secondo cui l'operazione nel rione Amal di Khan Yunis era assolutamente necessaria. Anche il governo greco ha condannato oggi la strage. Condanniamo nella maniera piu' categorica l'ultimo attacco militare israeliano a Gaza, che ha causato la morte di molti civili palestinesi innocenti: cosi' il governo greco ha stigmatizzato oggi l'incursione militare israeliana a Khan Yunis. Per il portavoce del ministero degli esteri Panos Beglitis, l'attacco e' una violazione dei diritti umani e della legalita' internazionale e non puo' essere giustificato con la lotta contro il terrorismo palestinese. Il portavoce ha quindi espresso la solidarieta' del governo greco alle famiglie delle vittime dell'attacco. Solo l'Italia sembra non voler esprimere una condanna, e anzi continua nella sua politica indiretta di appoggio al governo di Sharon. Oggi il ministro della sanità israeliano è a roma, dove ieri si è incontrato con il presidente della regione lazio , il fascista Storace. Il ministro israeliano ha però avuto apprezzamenti per il rappresentante della destra israeliana, e soprattutto per gianfranco fini, di cui ha giudicato in maniera posuitiva le recenti dichiarazioni rilasciate al quotidiano israeliano Hareetz. E proprio verso il ministro israeliano, in qualità di rappresentante dell'intero governo, è rivolta la protesta che alcune organizzazioni hanno programmato per oggi davanti palazzo Chigi. (leggi comunicato)

Stati Uniti

E' il discorso pronunciato da Bush alla nazione, questa notte ora italiana, a tenere la scena politica odierna. Un discorso privo di novita', e tutto incentrato sulla minaccia rappresentata da Hussein. Nonostante le conclusioni di diversi rapporti sulle armi irachene, nonostante la missione degli ispettori sia pronta a partire, Bush ribadisce la sua verita' come l'unica: Saddam e' una minaccia costituita dall'arsenale di armi di distruzione di massa della natura del regime iracheno. L'ultima parte del discorso e' stata dedicata a una visione dell'Iraq del dopo Saddam, libero e democratico, e all'invito al congresso perche' approvi una risoluzione che autorizzi l'uso della forza. "Il che non vorrebbe dire - ha spiegato il presidente - che la guerra sia imminente e neppure che sia inevitabile", ma darebbe un segnale all'Onu e al mondo "della determinazione dell'America a guidare il cammino verso un futuro migliore". Due soli gli applausi a scena aperta, in oltre 25 minuti di discorso pacato e senza novita' di rilievo, ne' nell'analisi dell'asserita minaccia del regime iracheno, ne' nell'esposizione della risposta diplomatica ed, eventualmente, militare. E se nessun apprezzamento e' arrivato dall'interno del congresso, forte e' stata la contestazione all'esterno. Una folla di pacifisiti, che erano inizialmente un centinaio e che si sono poi infoltiti fino a diventare un migliaio, ha contestato, infatti, il presidente George W. Bush, prima, durante e dopo l'annunciato discorso sulla minaccia costituita dal regime iracheno di saddam Hussein. Una persona e' stata ammanettata e arrestata dopo essersi sdraiata davanti a una macchina della polizia. Non si segnalano incidenti ne' atti di violenza. I manifestanti si sono radunati davanti alla cattedrale di Cincinnati e in un parco nei pressi dell'Union Terminal, dove Bush pronunciava il suo discorso. Ma transenne e cordoni di polizia a cavallo li hanno sempre tenuti a centinaia di metri dal luogo del discorso. Alcuni portavano cartelli con scritto "No alla guerra". Tutti denunciavano la scelta del conflitto come un fallimento dell'Amministrazione" che "servira' solo a farci piu' nemici".

Verso la guerra

Il sostegno alla guerra continua a calare anche nel paese dell'alleato piu' forte, La Gran Bretagna. Secondo un sondaggio pubblicato oggi (martedi' 8 ottobre) sul "Guardian", il sostegno ad una guerra contro il regime di Saddam Hussein e' sceso al 32%, un punto in meno rispetto a quanto rilevato dallo stesso istituto demoscopico (l'Icm)la settimana scorsa. Il livello piu' alto di appoggio ad un intervento militare - 37% - era stato raggiuntodue settimane fa. Il primo ministro britannico Tony Blair - l'alleato piu' vicino al presidente americano George W. Bush nel sostenere l'esigenza di un'azione dura, se necessario militare, contro il reggime di Saddam - si trova ad affermare per tale motivo l'opposizione anche di parte del suo partito laburista..

Ma nonostante questo, il governo britannico sta decidendo se inviare truppe e mezzi corazzati nella regione del Golfo in vista di un intervento militare in Iraq. Lo anticipa la BBC citando fonti del ministero degli esteri per cui l'annuncio della mobilitazione potrebbe essere fatto gia' entro la fine di questo mese. I tank impiegheranno almeno tre mesi prima di raggiungere la loro destinazione finale e subire le modifiche necessarie per operare nel deserto.

  • Nel frattempo, il ministro degli esteri, Jack Straw, ha iniziato un giro di quattro giorni che lo portera' in Egitto, Giordania, Kuwait e Iran, dove cerca consensi per un attacco contro il regime di Saddam Hussein. Ieri Straw era a Parigi, oltre che per inaugurare la mostra su John Constable aperta al Gran Palais, per discutere con la Francia di una soluzione di compromesso sull'Iraq al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nessun risultato sembrano aver avuto i colloqui di ieri, anche se il ministro degli esteri francese, Dominique de Villepin, ha parlato di progressi e preannunciato il testo di una nuova risoluzione al Palazzo di Vetro molto presto. Diplomatici francesi citati dal Times di Londra hanno invece precisato che la situazione rimane esattamente come prima dell'arrivo di Straw e che se si arrivera' a una soluzione non sara' prima di giorni o addirittura settimane.

Stati Uniti e Gran Bretagna hanno definito il testo di una risoluzione in cui oltre a stabilire nuove regole per le ispezioni preannunciano anche l'uso della forza contro l'Iraq qualora Baghdad non adempiera' ai suoi obblighi. Gli altri tre paesi con diritto di veto nel Consiglio, Francia, Russia e Cina, hanno sollevato le loro obiezioni su questa proposta. Parigi ha chiesto l'adozione di due diverse risoluzioni, solo la seconda delle quali parli di uso della forza. Questa seconda mozione andrebbe introdotta solamente se Baghdad non rispettera' le condizioni imposte da una prima risoluzione, in cui si rinnovano le regole per le ispezioni delle Nazioni Unite. Mosca e' pronta a sottoscrivere l'adozione di una nuova risoluzione Onu sulla questione irachena se viene escluso "l'uso automatico della forza". Lo ha detto il sottosegtetarioo agli Esteri, Yuri Fedotov, secondo il quale il documento non dovra' neppure contenere "condizioni impossibili" per il regime di Saddam Hussein. Fedotov ha anche sottolineato che la Russia appoggia la proposta francese di una risoluzione in due fasi: una in cui si da' a Baghdad la possibilita' di collaborare con gli ispettori e un'altra in cui viene contemplato l'uso della forza nel caso di rifiuto del regime.

Spagna

La Guardia Civile e la polizia basca hanno condotto due azioni parallele contro persone giudicate vicino all'ETA, in diverse regioni spagnole. Fino a questo momento sono state arrestate 17 persone, trasferite già in carcere a madrid. Nella stessa operazione, sono state effettuate numerose perquisizioni. L'ordine è stato dato dal giudice numero 4 dell'Audiencia national spagnola, Fernado Andreu. Le perquisizioni hanno riguardato ambienti vicino a Batasuna, e in massima parte persone che hanno partecipato alle mobilitazioni contro la sua illegalizzazione. Lo scopo, evidentemente,. è mantenere al promessa fatta dal governo spagnolo di fare terra bruciata intorno al movimernto separatista basco.

E sempre a proposito di paesi baschi, è staoo per la prima volta indagato un funzionario della polizia francese per le violenze e gli assassinii compiuti dai Gal, i gruppi paramilitari spagnoli che operarono contro i baschi dal 1983 al 1987. Il poliziotto francese e' accusato di tentato omicidio, nell'ambito dell'inchiesta sulle violenze esercitate nei confronti di un cittadino basco francese. L'inchiesta, partita nel 96, ha di recente condotto all'incriminazione del funzionario, assieme as altri due poliziotti.

ITALIA

Linate

Due minuti di silenzio e di omaggio e fiori bianchi sulla pista. All'aeroporto di Linate si e' compiuto questa mattina il primo atto di pieta' e di memoria della giornata per le 118 vittime del disastro aereo avvenuto esattamente un anno fa. Linate si e' fermato dalle 8,09 e le 8,11. In 450 fra i parenti delle vittime sono arrivati sulla pista, con 12 pullman, e ciascuno ha deposto un fiore bianco per ricordare gli scomparsi. La cerimonia si e' svolta sulla piattaforma degli elicotteri, tra la pista 36R e l'area di smistamento bagagli, teatro del dramma. In sottofondo solo le note del 'silenzio' suonate da un trombettiere dell'Aeronautica militare. La tragedia era avvenuta a causa dell'assenza del radar di terra, colpevole omissione della società di gestione dell'aereoporto.Solo dopo, e di recente, l'aereoporto si è dotato dei necessari sistemi di sicurezza.

Civitavecchia

Referendum poco partecipati, ma le citta' esprimono un chiaro NO al carbone.

Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri.

Nemmeno Tarquinia raggiunge il quorum. Nella cittadina etrusca per il referendum consultivo sul carbone ha votato il 37,4% degli aventi diritto. Dai primi dati emerge una netta vittoria del no, con oltre il 95% dei voti.

gr ore 17.00

MONDO

Stati Uniti

E' il discorso pronunciato da Bush alla nazione, questa notte ora italiana, a tenere la scena politica odierna. Un discorso privo di novita', e tutto incentrato sulla minaccia rappresentata da Hussein. Nonostante le conclusioni di diversi rapporti sulle armi irachene, nonostante la missione degli ispettori sia pronta a partire, Bush ribadisce la sua verita' come l'unica: Saddam e' una minaccia costituita dall'arsenale di armi di distruzione di massa della natura del regime iracheno. L'ultima parte del discorso e' stata dedicata a una visione dell'Iraq del dopo Saddam, libero e democratico, e all'invito al congresso perche' approvi una risoluzione che autorizzi l'uso della forza. "Il che non vorrebbe dire - ha spiegato il presidente - che la guerra sia imminente e neppure che sia inevitabile", ma darebbe un segnale all'Onu e al mondo "della determinazione dell'America a guidare il cammino verso un futuro migliore". Due soli gli applausi a scena aperta, in oltre 25 minuti di discorso pacato e senza novita' di rilievo, ne' nell'analisi dell'asserita minaccia del regime iracheno, ne' nell'esposizione della risposta diplomatica ed, eventualmente, militare. E se nessun apprezzamento e' arrivato dall'interno del congresso, forte e' stata la contestazione all'esterno. Una folla di pacifisiti, che erano inizialmente un centinaio e che si sono poi infoltiti fino a diventare un migliaio, ha contestato, infatti, il presidente George W. Bush, prima, durante e dopo l'annunciato discorso sulla minaccia costituita dal regime iracheno di saddam Hussein. Una persona e' stata ammanettata e arrestata dopo essersi sdraiata davanti a una macchina della polizia. Non si segnalano incidenti ne' atti di violenza. I manifestanti si sono radunati davanti alla cattedrale di Cincinnati e in un parco nei pressi dell'Union Terminal, dove Bush pronunciava il suo discorso. Ma transenne e cordoni di polizia a cavallo li hanno sempre tenuti a centinaia di metri dal luogo del discorso. Alcuni portavano cartelli con scritto "No alla guerra". Tutti denunciavano la scelta del conflitto come un fallimento dell'Amministrazione" che "servira' solo a farci piu' nemici".

Verso la guerra

Il sostegno alla guerra continua a calare anche nel paese dell'alleato piu' forte, La Gran Bretagna. Secondo un sondaggio pubblicato oggi (martedi' 8 ottobre) sul "Guardian", il sostegno ad una guerra contro il regime di Saddam Hussein e' sceso al 32%, un punto in meno rispetto a quanto rilevato dallo stesso istituto demoscopico (l'Icm)la settimana scorsa. Il livello piu' alto di appoggio ad un intervento militare - 37% - era stato raggiuntodue settimane fa. Il primo ministro britannico Tony Blair - l'alleato piu' vicino al presidente americano George W. Bush nel sostenere l'esigenza di un'azione dura, se necessario militare, contro il reggime di Saddam - si trova ad affermare per tale motivo l'opposizione anche di parte del suo partito laburista..

Ma nonostante questo, il governo britannico sta decidendo se inviare truppe e mezzi corazzati nella regione del Golfo in vista di un intervento militare in Iraq. Lo anticipa la BBC citando fonti del ministero degli esteri per cui l'annuncio della mobilitazione potrebbe essere fatto gia' entro la fine di questo mese. I tank impiegheranno almeno tre mesi prima di raggiungere la loro destinazione finale e subire le modifiche necessarie per operare nel deserto.

  • Nel frattempo, il ministro degli esteri, Jack Straw, ha iniziato un giro di quattro giorni che lo portera' in Egitto, Giordania, Kuwait e Iran, dove cerca consensi per un attacco contro il regime di Saddam Hussein. Ieri Straw era a Parigi, oltre che per inaugurare la mostra su John Constable aperta al Gran Palais, per discutere con la Francia di una soluzione di compromesso sull'Iraq al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nessun risultato sembrano aver avuto i colloqui di ieri, anche se il ministro degli esteri francese, Dominique de Villepin, ha parlato di progressi e preannunciato il testo di una nuova risoluzione al Palazzo di Vetro molto presto. Diplomatici francesi citati dal Times di Londra hanno invece precisato che la situazione rimane esattamente come prima dell'arrivo di Straw e che se si arrivera' a una soluzione non sara' prima di giorni o addirittura settimane.

Stati Uniti e Gran Bretagna hanno definito il testo di una risoluzione in cui oltre a stabilire nuove regole per le ispezioni preannunciano anche l'uso della forza contro l'Iraq qualora Baghdad non adempiera' ai suoi obblighi. Gli altri tre paesi con diritto di veto nel Consiglio, Francia, Russia e Cina, hanno sollevato le loro obiezioni su questa proposta. Parigi ha chiesto l'adozione di due diverse risoluzioni, solo la seconda delle quali parli di uso della forza. Questa seconda mozione andrebbe introdotta solamente se Baghdad non rispettera' le condizioni imposte da una prima risoluzione, in cui si rinnovano le regole per le ispezioni delle Nazioni Unite. Mosca e' pronta a sottoscrivere l'adozione di una nuova risoluzione Onu sulla questione irachena se viene escluso "l'uso automatico della forza". Lo ha detto il sottosegtetarioo agli Esteri, Yuri Fedotov, secondo il quale il documento non dovra' neppure contenere "condizioni impossibili" per il regime di Saddam Hussein. Fedotov ha anche sottolineato che la Russia appoggia la proposta francese di una risoluzione in due fasi: una in cui si da' a Baghdad la possibilita' di collaborare con gli ispettori e un'altra in cui viene contemplato l'uso della forza nel caso di rifiuto del regime.

Spagna

La Guardia Civile e la polizia basca hanno condotto due azioni parallele contro persone giudicate vicino all'ETA, in diverse regioni spagnole. Fino a questo momento sono state arrestate 17 persone, trasferite già in carcere a madrid. Nella stessa operazione, sono state effettuate numerose perquisizioni. L'ordine è stato dato dal giudice numero 4 dell'Audiencia national spagnola, Fernado Andreu. Le perquisizioni hanno riguardato ambienti vicino a Batasuna, e in massima parte persone che hanno partecipato alle mobilitazioni contro la sua illegalizzazione. Lo scopo, evidentemente,. è mantenere al promessa fatta dal governo spagnolo di fare terra bruciata intorno al movimernto separatista basco.

E sempre a proposito di paesi baschi, è staoo per la prima volta indagato un funzionario della polizia francese per le violenze e gli assassinii compiuti dai Gal, i gruppi paramilitari spagnoli che operarono contro i baschi dal 1983 al 1987. Il poliziotto francese e' accusato di tentato omicidio, nell'ambito dell'inchiesta sulle violenze esercitate nei confronti di un cittadino basco francese. L'inchiesta, partita nel 96, ha di recente condotto all'incriminazione del funzionario, assieme as altri due poliziotti.

Civitavecchia

Referendum poco partecipati, ma le citta' esprimono un chiaro NO al carbone.

Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri.

Nemmeno Tarquinia raggiunge il quorum. Nella cittadina etrusca per il referendum consultivo sul carbone ha votato il 37,4% degli aventi diritto. Dai primi dati emerge una netta vittoria del no, con oltre il 95% dei voti.

gr ore 19.30

MONDO

Palestina

E' durato poco il silenzio in palestina. Dopo le stragi compiute ieri, ancora questa mattina almeno cinque liceali palestinesi sono rimasti feriti stamane durante scontri con i soldati israeliani a Jenin, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. Uno degli studenti, un ragazzo di 17 anni, colpito in pieno petto da un proiettile, e' stato ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Le fonti hanno spiegato che la sparatoria e' avvenuta durante una incursione nel centro di Jenin compiuta da reparti israeliani. Decine di liceali palestinesi diretti verso la loro scuola hanno preso a sassate alcune jeep dell'esercito e i soldati hanno aperto il fuoco. Le autorita' israeliane non hanno finora commentato queste notizie. Le fonti giornalistiche palestinesi riportano inoltre il ferimento di un altro bambino palestinese da parte dell’esercito israeliano presso il campo profughi di Balata, presso Nablus. Il bambino è stato raggiunto da un proiettile dell’esercito mentre usciva da scuola.

E' morto nel frattempo uno dei quattro israeliani feriti stamane in una imboscata presso Hebron. Lo ha riferito la radio militare. L'attacco e' avvenuto all'incrocio stradale di Zif, lungo una strada di circonvallazione usata spesso da coloni ebrei. Ma nonostante le critiche della comunita' internazionale e l'imbarazzo della Casa Bianca, il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha difeso la massiccia incursionedefinita operazione anti-terrorismo condotta dall'esercito nella Striscia di Gaza la notte tra domenica e lunedi'. L'ha definita un successo, ma allo stesso tempo ha espresso rammarico per la morte di diversi civili. Quattordici sono state le vittime palestinesi e oltre cento i feriti: gran parte dei morti sono stati causati da un missile sparato da un elicottero contro una folla. Nonostante tutto, "ve ne saranno altre di operazioni nella Striscia di Gaza", ha detto Sharon ai giornalisti incontrando il capo dello Stato, Moshe Katzav, "E sono convinto che quella appena conclusa sia stata un successo. Le forze israeliane stanno facendo di tutto per contenere le azioni e gli attacchi delle organizzazioni terroristiche". Un successo costato la morte di civili innocenti, che sharon si ostina a considerare criminali, e il cui unico crimi è quello di essere palestinesi. Si e' trattato di una operazione complessa, un'operazione difficile, un'operazione importante. Si e' conclusa con un successo ha detto Sharon Ci sono state operazioni analoghe in passato, ce ne saranno altre in futuro ha aggiunto il premier. Sharon ha quindi confermato le informazioni secondo le quali nella sua prossima visita negli Stati Uniti (la settimana ventura) si limitera' ad incontrare il presidente George Bush e subito dopo rientrera' in patria. In un primo momento sembrava che Sharon dovesse restare negli Stati Uniti per circa una settimana. In seguito, ha riferito radio Gerusalemme, Sharon ha preferito ridurne la durata all' essenziale. Intanto la cruenta incursione a Khan Yunis e i suoi risultati militari molto magri (secondo l'ammissione di un commentatore della radio militare) destano forte disagio nel parlamento israeliano. Il capo della opposizione di sinistra (Yossi Sarid, Meretz) ha chiesto che sia fatta piena luce sulla attendibilita' delle dichiarazioni del comandante delle forze israeliane nella striscia di Gaza, generale Israel Ziv, secondo cui l'operazione nel rione Amal di Khan Yunis era assolutamente necessaria. Anche il governo greco ha condannato oggi la strage. Condanniamo nella maniera piu' categorica l'ultimo attacco militare israeliano a Gaza, che ha causato la morte di molti civili palestinesi innocenti: cosi' il governo greco ha stigmatizzato oggi l'incursione militare israeliana a Khan Yunis. Per il portavoce del ministero degli esteri Panos Beglitis, l'attacco e' una violazione dei diritti umani e della legalita' internazionale e non puo' essere giustificato con la lotta contro il terrorismo palestinese. Il portavoce ha quindi espresso la solidarieta' del governo greco alle famiglie delle vittime dell'attacco. Solo l'Italia sembra non voler esprimere una condanna, e anzi continua nella sua politica indiretta di appoggio al governo di Sharon.

Oggi il ministro della sanità israeliano è a roma, dove ieri si è incontrato con il presidente della regione lazio , il fascista Storace. Il ministro della Salute israeliano Nissim Dahan, nel corso della cerimonia della firma, a Palazzo Chigi, di una intesa sulla sanita' tra i due Stati, ha inoltre annunciato che al vicepremier Fini verrà recapitato invito ufficiale di recarsi in Israele dalla massima istituzione dello stato. Tra i temi principali dell’incontro e fra le priorità dell’accordo di cooperazione sulla sanità fra governi italiano e israeliano è il tema del Bioterrorismo.

Il ministro israeliano ha,inoltre, avuto apprezzamenti per il rappresentante della destra italiana, e soprattutto per gianfranco fini, di cui ha giudicato in maniera positiva le recenti dichiarazioni rilasciate al quotidiano israeliano Hareetz. E proprio verso il ministro israeliano, in qualità di rappresentante dell'intero governo, è rivolta la protesta che alcune organizzazioni hanno programmato per oggi davanti palazzo Chigi.

Stati Uniti

E' il discorso pronunciato da Bush alla nazione, questa notte ora italiana, a tenere la scena politica odierna. Un discorso privo di novita', e tutto incentrato sulla minaccia rappresentata da Hussein. Nonostante le conclusioni di diversi rapporti sulle armi irachene, nonostante la missione degli ispettori sia pronta a partire, Bush ribadisce la sua verita' come l'unica: Saddam e' una minaccia costituita dall'arsenale di armi di distruzione di massa della natura del regime iracheno. L'ultima parte del discorso e' stata dedicata a una visione dell'Iraq del dopo Saddam, libero e democratico, e all'invito al congresso perche' approvi una risoluzione che autorizzi l'uso della forza. "Il che non vorrebbe dire - ha spiegato il presidente - che la guerra sia imminente e neppure che sia inevitabile", ma darebbe un segnale all'Onu e al mondo "della determinazione dell'America a guidare il cammino verso un futuro migliore". Due soli gli applausi a scena aperta, in oltre 25 minuti di discorso pacato e senza novita' di rilievo, ne' nell'analisi dell'asserita minaccia del regime iracheno, ne' nell'esposizione della risposta diplomatica ed, eventualmente, militare. E se nessun apprezzamento e' arrivato dall'interno del congresso, forte e' stata la contestazione all'esterno. Una folla di pacifisiti, che erano inizialmente un centinaio e che si sono poi infoltiti fino a diventare un migliaio, ha contestato, infatti, il presidente George W. Bush, prima, durante e dopo l'annunciato discorso sulla minaccia costituita dal regime iracheno di saddam Hussein. Una persona e' stata ammanettata e arrestata dopo essersi sdraiata davanti a una macchina della polizia. Non si segnalano incidenti ne' atti di violenza. I manifestanti si sono radunati davanti alla cattedrale di Cincinnati e in un parco nei pressi dell'Union Terminal, dove Bush pronunciava il suo discorso. Ma transenne e cordoni di polizia a cavallo li hanno sempre tenuti a centinaia di metri dal luogo del discorso. Alcuni portavano cartelli con scritto "No alla guerra". Tutti denunciavano la scelta del conflitto come un fallimento dell'Amministrazione" che "servira' solo a farci piu' nemici".

Verso la guerra

Il sostegno alla guerra continua a calare anche nel paese dell'alleato piu' forte, La Gran Bretagna. Secondo un sondaggio pubblicato oggi (martedi' 8 ottobre) sul "Guardian", il sostegno ad una guerra contro il regime di Saddam Hussein e' sceso al 32%, un punto in meno rispetto a quanto rilevato dallo stesso istituto demoscopico (l'Icm)la settimana scorsa. Il livello piu' alto di appoggio ad un intervento militare - 37% - era stato raggiuntodue settimane fa. Il primo ministro britannico Tony Blair - l'alleato piu' vicino al presidente americano George W. Bush nel sostenere l'esigenza di un'azione dura, se necessario militare, contro il reggime di Saddam - si trova ad affermare per tale motivo l'opposizione anche di parte del suo partito laburista..

Ma nonostante questo, il governo britannico sta decidendo se inviare truppe e mezzi corazzati nella regione del Golfo in vista di un intervento militare in Iraq. Lo anticipa la BBC citando fonti del ministero degli esteri per cui l'annuncio della mobilitazione potrebbe essere fatto gia' entro la fine di questo mese. I tank impiegheranno almeno tre mesi prima di raggiungere la loro destinazione finale e subire le modifiche necessarie per operare nel deserto.

La televisione satellitare Al Jazira ha oggi riferito che almeno un marine Usa e' rimasto ucciso nello scontro a fuoco con due civili di nazionalita'imprecisata - anch'essi morti - avvenuto oggi in Kuwait. Secondo l'agenzia kuwaitiana Kuna, l'incidente sarebbe avvenuto mentre i marines erano impegnati in un'esercitazione sull'isola di Failaka. I due aggressori, che sarebbero di origine asiatica, avrebbero aperto il fuoco contro i militari Usa mentre transitavano nelle loro vicinanze a bordo di un'auto.

Spagna

La Guardia Civile e la polizia basca hanno condotto due azioni parallele contro persone giudicate vicino all'ETA, in diverse regioni spagnole. Fino a questo momento sono state arrestate 17 persone, trasferite già in carcere a madrid. Nella stessa operazione, sono state effettuate numerose perquisizioni nella zona di Guipuzcoa. L'ordine è stato dato dal giudice numero 4 dell'Audiencia national spagnola, Fernado Andreu. Le perquisizioni hanno riguardato ambienti vicino a Batasuna, e in massima parte persone che hanno partecipato alle mobilitazioni contro la sua illegalizzazione. Lo scopo, evidentemente,. è mantenere al promessa fatta dal governo spagnolo di fare terra bruciata intorno al movimernto separatista basco.

E sempre a proposito di paesi baschi, è staoo per la prima volta indagato un funzionario della polizia francese per le violenze e gli assassinii compiuti dai Gal, i gruppi paramilitari spagnoli che operarono contro i baschi dal 1983 al 1987. Il poliziotto francese e' accusato di tentato omicidio, nell'ambito dell'inchiesta sulle violenze esercitate nei confronti di un cittadino basco francese. L'inchiesta, partita nel 96, ha di recente condotto all'incriminazione del funzionario, assieme as altri due poliziotti.

ITALIA

Civitavecchia

Referendum poco partecipati, ma le citta' esprimono un chiaro NO al carbone.

Quasi un terzo della città ha detto chiaramente che non vuole il carbone, una piccolissima parte ha detto invece che è favorevole alla riconversione di Torrenord, mentre la maggioranza dei cittadini non è andata a votare. E’ questo che emerge dalla consultazione popolare indetta dal Comune. Su 42.644 degli aventi diritto infatti, 13.084 si sono recati alle urne, pari al 30,68%. A votare No sono stati in 11.025, per una percentuale dell’84,75%. I Si invece sono stati appena il 15,25%, frutto dei 1984 cittadini che hanno espresso la loro opinione favorevole alla riconversione a carbone di Torre Nord. Questo il responso uscito dalle urne allestite in fretta e furia per andare a votare. Adesso sarà il consiglio comunale che dovrà dire la sua dopo questa consultazione, e su questo infatti si dividono molti dei commenti di politici e comitati, oltre al fatto che chiaramente si discute sul responso uscito dalle urne nella giornata di ieri.

Nemmeno Tarquinia raggiunge il quorum. Nella cittadina etrusca per il referendum consultivo sul carbone ha votato il 37,4% degli aventi diritto. Dai primi dati emerge una netta vittoria del no, con oltre il 95% dei voti.

  • ‘’’Gruppo di studio ministero pari opportunità’’’

Il ministero delle pari opportunità ha formato un gruppo di studio su quella che viene definita la questione omosessuale in Italia dal nome “Sessualità, discriminazioni ed intergazione sociale”, all’interno del quale non sono coinvolte le organizzazioni non governative gay, lesbiche e transessuali che da anni svolgono attività su questi temi. Nel gruppo è composto da presente un solo gay, l’onorevole franco Grillini ed una sola donna Eugenia Scabini, dell’universita cattolica di Milano. A questo proposito sono già arrivate le prime lamentele all’indirizzo della ministra Prestigiacomo da parte dell’arcygay il cui presidente sottolinea inoltre il fatto che nelle istituzioni italiane non sono mai state presenti strutture e competenze nell’ambito delle pari opportunità per gay lesbiche e trans, competenze che invece sono state sviluppate e portate avanti solo dalle organizzazioni non governative.

APPROFONDIMENTO DI OGGI

Sono più di dieci anni che si parla della costruzione in Equador dell'Ocp (Oleoducto de Crudos Pesados), un oleodotto per il trasporto di greggio pesante, lungo più di 500 Km, che dovrebbe attraversare il paese, partendo dall'interno, dalla provincia amazzonica di Sucumbios, fino a raggiungere la Costa del Pacifico.

L'insistenza sulla costruzione dell'oleodotto è strettamente legata alla dollarizzazione in atto. Questa radicale trasformazione dell'economia equadoriana richiede l'investimento di capitale straniero per la circolazione dei dollari nel paese. È ovvio che la privatizzazione diventa una misura indispensabile e da prendere con urgenza. Seguendo questa logica, il governo equadoriano ha varato una serie di leggi che privatizzano tutte le risorse nazionali, petrolio compreso.

Gli ingenti danni ambientali, sociali ed economici che questo ennesimo progetto di sfruttamento petrolifero causerà al paese sono stati in più occasioni tema di denuncia e dibattito, anche qui in Italia, visto che una delle compagnie coinvolte nella costruzione dell'Ocp è l'italiana Agip. Ma le complicità italiane non finiscono qui. Si sa che le compagnie pertolifere non operano quasi mai rischiando fondi propri ma si rivolgono alle banche, che siano private, statali o anche multilaterali. Una delle banche che ha erogato il prestito più alto (900milioni di dollari), garantendo così il possibile inizio dei lavori, è la tedesca WestLandes Bank, e l'intermediaria che si occupa di gestire buona parte di questo credito piazzandolo nel mercato, è l'italiana Banca Nazionale del Lavoro.

L'Equador è il paese più indebitato per abitante, e il debito estero contratto con l'Italia è il più alto in assoluto. Si calcola che circa l'80% dei futuri introiti delle attività di estrazione nei prossimi 15 anni serviranno a ripagare il debito pubblico. Il Consorzio delle imprese coinvolte, Agip compresa, ha dichiarato che in 25 mesi l'oleodotto sarà funzionante e permetterà loro di trasportare petrolio per vent'anni con la scusa di ammortizzare l'investimento. Viene da chiedersi: a chi serve l'oleodotto?

‘’’Danni ambientali’’’

Il greggio pesante presenta un'alta percentuale di scarti , come metalli pesanti e zolfo, altamente corrosivo. L'Ocp, adibito al trasporto del greggio pesante, si snoderà lungo aree naturali estremamente fragili, ricche di biodiversità e passerà nei territori abitati da popolazioni indigene. Danneggerà ben undici aree protette, attraverserà tutti gli ecosistemi del paese, comprese aree sorgive, fiumi, foreste tropicali, terreni agricoli di ottima qualità, ma passerà anche in zone vulcaniche e sismiche, a continuo rischio di frane ed erosioni. Il rischio di incendi e versamenti di greggio, è altissimo, come testimoniano i numerosi oleodotti già esistenti in tutto il mondo. Ma non è tutto. Con la partecipazione dell'Equador al macabro Plan Colombia, e con la conseguente regionalizzazione del conflitto, il nuovo oleodotto passerà anche in zone difficili, soggette al controllo militare, e ad alto rischio di scontri ed attentati (in Colombia, negli ultimi dieci anni, sono stati più di 760 gli attentati contro gli oleodotti).

La Campagna contro la costruzione dell'oleodotto Ocp ha raccolto numerose organizzazioni ecologiste, ambientaliste, non governative e numerosi gruppi attivi della società civile di tutto il mondo che hanno dato vita alle più varie forme di protesta davanti alle ambasciate, alle sedi delle banche coinvolte, ai distributori dell'Agip. In Italia è coordinata da Cric, Terra Nuova, Amici della Terra e Campagna per la riforma della Banca Mondiale. A questo proposito ascoltiamo l’aggiornamento di Isa del Cric

Per informazioni: attraverso motori di ricerca si può trovare il sito di Actiòn Ecologica.

gror081002 (last edited 2008-10-02 17:33:55 by anonymous)