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ESTERI

ITALIA

ITALIA

Università Grandissima partecipèazione alla lunga giornata di lotta all'univ. la sapienza. Il corteo èsi è concluso e gli studenti sono tornati in assemblea nelle diverse facoltà. A lettere l'assemblera decide per l'occupazione. Audio

Mamiani

Il mamiani da oggi in occupazione ,verso lo sciopero di domani e il corteo cittadino del 7 novembre. Audio

Occupazione Via Volturno ASSESSORATO POPOLARE CONTRO LA CRISI ABITATIVA [VIA VOLTURNO, ROMA] [ABITARE.NOBLOGS.ORG] Oggi 16 ottobre 08, nel mezzo della peggiore crisi per il sistema economico globale, noi precar@ dell'abitare, girovagh@ degli sfratti, strozzat@ dei mutui, migrant@ senza un tetto, stanch@ di aspettare risposte sulle politiche abitative che non arrivano mai, abbiamo deciso di liberare uno stabile, l’ex cinema Volturno, dall'abbandono e dall'incuria per riaprirlo ad un uso pubblico, e per riaprire una stagione di lotte per un abitare pubblico e di qualità e per un reddito garantito per tutti e tutte. Le politiche sociali, abitative e di redistribuzione del reddito in questi anni hanno visto una accelerazione verso la privatizzazione selvaggia, per inseguire il pareggio dei bilanci degli stati ormai divenuti aziende. Ora che sono le banche ad essere in crisi sembra non esserci più la paura di spendere miliardi di Euro da regalare a questi speculatori. Il governo Berlusconi, sceglie quindi di svendere per intero il patrimonio pubblico, taglia l'ICI ma lascia migliaia di persone in balia di mutui che stanno crescendo vertiginosamente, e soprattutto vorrebbe varare un piano casa, che dietro il nome di Housing Sociale vuole costruire case private, che costeranno 700 euro al mese di mutuo o di affitto, con soldi pubblici e su aree pubbliche. In continuità con tutto ciò, il sindaco-sceriffo Alemanno propone l'housing sociale “de noantri,” chiedendo l'edificazione dell'agro romano, agitando lo spettro dello sgombero per le occupazioni, mettendo la parola fine ad un possibile piano di Case pubbliche in questa città che, dopo i 15 anni del duo Rutelli-Veltroni, è diventata una colata di cemento privato, in cui si inseguono due lavori per pagare un mutuo o un affitto, dove i precari e le precarie sopravvivono in crisi permanente. Contro questa situazione abbiamo deciso di costruirci da soli un assessorato popolare contro la crisi abitativa, che non vuole essere alternativa di governo, ma vuole essere luogo di lotta e di dibattito. Vorremmo dimostrare, attraverso le molte iniziative che produrremo, che gli uomini, le donne, i bambini e le bambine dei 5 continenti che vivono in questa città, non hanno bisogno di governanti arroganti, che esistono alternative possibili alle politiche di privatizzazione delle metropoli e del diritto all'abitare. Per questo parleremo alla città di come immaginiamo noi un piano straordinario di edilizia residenziale contro la speculazione finanziaria ed immobiliare, di come si possono riusare ed auto-recuperare decine di immobili pubblici da adibire ad abitazione senza cementificare ulteriormente, di come forme di autocostruzione e cooperazione tra le persone possano essere una risposta immediata. Questo sarà l'assessorato popolare contro la crisi abitativa, ma sarà anche luogo di incontro tra i tanti precari abbandonati al loro destino nel mondo del lavoro in questa città, per ricominciare ad incontraci e a partire dallo sciopero del 17 Ottobre reclamare un reddito per tutti e per tutte. L'assessorato popolare sarà infine un luogo aperto a quella grande fetta di città che si oppone alle speculazioni edilizie, al massacro dei territori ed alle speculazioni sui temi dell'ambiente e della salute di tutt@ noi. Stop a sfratti e sgomberi! Stop ai pignoramenti delle banche! Non pagheremo noi la vostra crisi Non saremo i vostri profitti…

Il coordinamento citt. di lotta per la casa e il com. obiettivo casa hanno occupato l'ex cinema volturno. Audio

Alitalia Domani anche lavoratori dell'alitalia al corteo dei cobas. Audio

Aprilia La regione si tira fuori dalla vertenza sull'area . Stasera assemblea per decidere la riorganizzazione del presidio e per il corteo del 26. Audio

MO Scontri nell'università filo-Fath: attivisti di Hamas attaccano gli studenti Un gruppo di attivisti di Hamas ha fatto irruzione a Gaza, nell'Università al- Azhar, notoriamente filo- Fatah, attaccando i frequentatori dell'ateneo. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, i simpatizzanti di Hamas si sono presentati armati e hanno aperto il fuoco contro gli studenti. Negli scontri sono rimaste ferite molte persone. Alla base dell'aggressione, ci sarebbe la decisione dell'Università di escludere gli studenti vicini al movimento di resistenza islamico.

Cile

Cile, condannato l'ex generale Arellano Stark, ex capo della 'Caravana della Muerte'

La Corte Suprema del Cile ha condannato a sei anni di reclusione il generale in congedo Sergio Arellano Stark, 88 anni, accusato di far parte della famigerata “Caravana de la Muerte” colpevole di diversi omicidi negli anni bui della dittatura di Augusto Pinochet. Insieme a Sergio Arellano Stark sono stato condannati altri quattro ex militari. E' la decima sentenza di condanna emessa dal potere giudiziale in procedimenti penali sui diritti umani.

Nel 2006 i cinque imputati in base all'applicazione del decreto legge di Amnistia erano stati assolti. L'anno seguente, però, la Corte d'Appello aveva revocato la sentenza. La “Caravana de la Muerte”, comandata da Sergio Arellano Stark uno squadrone composto da militari spietati, fu molto attiva negli anni seguenti al colpo di Stato del 1973 e si rese protagonista in Cile della persecuzione, tortura e omicidio di decine di oppositori politici. Nello specifico la Corte Suprema ha condannato Stark e gli altri quattro militari per l'uccisione di quattro giovani aderenti al Partito Socialista che furono in un primo momento arrestati, poi torturati e infine uccisi. Stark ha definito la sentenza “estremamente ingiusta perchè non si basa su prove reali”. Profonda soddisfazione è stata espressa dagli avvocati difensori delle vittime. “Qualsiasi condanna contro Arellano Stark e i suoi uomini per i crimini commessi è sempre troppo bassa. Pero è un principio di giustizia” ha detto l'avvocato per i diritti umani Hugo Gutierrez.

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VIOLENTI DISORDINI IN PROTESTE POPOLI INDIGENI PER IL DIRITTO ALLA TERRA

Tre indigeni morti, tra cui un bambino, e un centinaio di feriti è il bilancio, ancora provvisorio, delle proteste che, cominciate domenica in occasione dei 516 anni dalla cosiddetta ‘scoperta’ delle Americhe, si ripetono in almeno 16 dei 32 dipartimenti del paese dove i popoli nativi sono scesi in piazza reclamando la restituzione delle loro terre ancestrali in mano ai gruppi armati. Gli episodi più gravi – riferisce l’Organizzazione nazionale indigena della Colombia (Onic) - si sono verificati nella regione sud-occidentale del Cauca dove la polizia antisommossa ha disperso gruppi di nativi che avevano eretto blocchi sullautostrada Panamericana, scatenando scontri con i dimostranti in cui sono morti, in circostanze non ancora chiare, almeno due civili; a Risaralda, nel centro-ovest, un bambino è morto asfissiato dai gas lacrimogeni lanciati dagli agenti. “La polizia ha sparato indiscriminatamente, lanciando esplosivi e gas…Questo è un processo di mobilitazione per la dignità e la pace dei nostri popoli e lo stato colombiano se ne approfitta per esacerbare la sua risposta militare” ha detto Luis Evelis Andrade, presidente della Onic, aggiungendo che gli indigeni “sono vittime di un genocidio, dal momento che le minacce delle forze armate, legali e illegali, hanno provocato negli ultimi sei anni 52.000 sfollati tra gli indigeni e 18 comunità native sono ad alto rischio di estinzione”; su un totale di 44,6 milioni di colombiani, gli indigeni sono circa un milione e mezzo. Andrade ha ricordato inoltre che dal 2002 si sono verificati 1200 omicidi di esponenti e dirigenti indigeni, 20 dall’inizio dell’anno, “il 70% per mano dei paramilitari e delle forze dello stato. In Colombia – ha sottolineato - non si risolvono i problemi, c’è l’impunità, la verità si occulta e la memoria si perde e queste sono ragioni valide per manifestare”. Il presidente Alvaro Uribe ha replicato che “il governo non tollererà i blocchi stradali”, accusando la guerriglia di essersi infiltrata tra i manifestanti.

NUOVI COMBATTIMENTI A MOGADISCIO, ESODO IN MASSA DEI CIVILI

Dopo un giorno di relativa calma, sono ripresi questa mattina con violenza i combattimenti intorno alla zona dell’aeroporto di Mogadiscio presidiata dai militari della missione dell’Unione Africana nel paese (Amisom). Lo hanno confermato fonti locali della MISNA aggiungendo che i combattenti stanno impiegando armamenti pesanti e che il primo parziale bilancio è di due morti e sei feriti. Centinaia di persone stanno lasciando la città in direzione di Afgoye, principale campo profughji del paese, alle porte delle capitale, hanno detto le stesse fonti, precisando che “la maggior parte dei civili resta chiusa in casa anche perché i soldati etiopici sparano a vista contro chiunque si trovino davanti”. Violenze e scontri, però, non sono limitati alla capitale: ieri, centinaia di civili sono stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni nella Bassa Shabelle per sfuggire al fuoco incrociato di militari e gruppi armati; altri scontri si erano verificati nei pressi di Baidoa, al passaggio di convogli militari etiopici provenienti da Mogadiscio. Negli ultimi trenta giorni, la recrudescenza dei combattimenti ha causato la fuga dalla capitale di diverse migliaia di civili; un esodo difficile da quantificare – stimato in 15-20.000 persone - che si è riversato in particolare su Afgoye, già congestionata dalla presenza di migliaia di rifugiati.

‘DESAPARECIDOS’: CONDANNATO COMANDANTE ‘CAROVANA DELLA MORTE’

Nonostante divergenze emerse tra i giudici, la II ‘Sala Penal’ della Corte Suprema cilena ha condannato a sei anni di carcere il generale dell’esercito a riposo Sergio Arellano Stark, già comandante della ‘Carovana della morte’, la spedizione militare itinerante che subito dopo il golpe dell’11 settembre 1973 giustiziò decine di oppositori di sinistra in tutto il paese. Stark, 88 anni, è stato riconosciuto colpevole dell’assassinio di quattro prigionieri politici, sostenitori del presidente democratico Salvador Allende, che il 2 ottobre ‘73 furono prelevati dal carcere di San Javier, 275 chilometri a sud di Santiago, e uccisi. Altri quattro ex-repressori sono stati condannati ciascuno a quattro anni per lo stesso episodio; due, invece, le assoluzioni. Il massimo tribunale cileno ha stabilito anche che il fisco dovrà versare 80 milioni di pesos (circa 95.000 euro) come forma di indennizzo ai due querelanti. Costituita per ordine diretto di Pinochet, deceduto il 10 dicembre 2006, la ‘Carovana della morte’ fu affidata a Stark, “ufficiale delegato” del dittatore di cui proprio oggi ricorre il decimo anniversario dello ‘storico’ arresto a Londra; la spedizione si spostava per il paese con un elicottero ‘Puma’, come rivelò negli anni ’80 la giornalista Patricia Verdugo in un libro, ‘Los zarpazos del Puma’, che circolò in modo diffuso nonostante fosse illegale e venne in seguito utilizzato dagli inquirenti per incriminare Pinochet, morto impunito.

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gror081016 (last edited 2008-10-16 17:51:06 by anonymous)