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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

ALITALIA: CAI RITIRA OFFERTA PER NO DI HOSTESS E PILOTI

ROMA - Il Cda della Compagnia aerea italiana si è chiuso con la decisione di non presentare un'offerta definitiva per gli asset di Alitalia. Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno firmato il lodo Letta. Le associazioni dei piloti, Anpac e Up, oltre a Sdl e Avia, non hanno firmato. Anche l'associazione degli assistenti di volo Anpav non ha firmato. Le cinque sigle che non hanno firmato hanno cominciato in questi minuti una conferenza stampa.

Senza l'offerta vincolante di Cai "verrebbe meno anche la licenza provvisoria di volo, che era stata concessa sulla base di un piano credibile in tempi ragionevoli" come era stato appunto giudicato quello della cordata guidata da Colaninno, dice all' ANSA il presidente dell' Enac Vito Riggio. In caso di mancata offerta vincolante da parte di Cai, l' Enac convocherà immediatamente il commissario straordinario Augusto Fantozzi, lunedì o martedì al massimo, per chiedergli un piano finanziario alternativo. Comunque nel giro di una settimana o due gli aerei sarebbero messi a terra.

Editoriale

D'accordo con la Gelmini

"In linea di massima sono d'accordo con la riforma Gelmini perche' ripristina un po' di ordine". Spiega Gelli, "il maestro unico e' molto importante perche', quando c'era, conosceva l'alunno" e poi "il tema dell'abbigliamento e' importante perche' l'ombelico di fuori non dovrebbe essere consentito".

Quanto alle manifestazioni studentesche, "non ci dovrebbero essere: gli studenti dovrebbero essere in aula a studiare, bisognerebbe proteggere chi vuole studiare - sostiene Gelli - Nelle piazze non si studia: se viene garantita la liberta' di scioperare, dovrebbe essere tutelato anche chi vuole studiare, e molti in piazza non ne hanno voglia" e "dovrebbe essere proibito portare i bambini in piazza perche' cosi' non crescono educati".

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Ue: giovani; sempre meno, poveri e precari

BRUXELLES - Ce ne sono sempre di meno, e sempre più sono alle prese con la disoccupazione o con un lavoro precario: la fotografia dei giovani europei, diffusa da Bruxelles in occasione della "Settimana europea della gioventù", che si aprirà domenica e proporrà centinaia di manifestazioni e attività in tutta Europa, offre un quadro poco confortante.

I dati, raccolti da Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, confermano una situazione tutt'altro che positiva: dal 2010 solo il 18,9% (media europea) avrà tra i 15 e i 29 anni. E questo divario è destinato a non essere colmato: nel 2050, secondo le stime, la percentuale sarà del 15,3%. L'Italia è all'ultimo posto nell'Ue per percentuale di giovani rispetto al resto della popolazione.

I giovani europei con meno di 24 anni soffrono un tasso di disoccupazione sopra il 15%, mentre per il resto della popolazione si ferma al 7%. E anche per chi lavora resta il problema del precariato: quasi il 40% dei minori di 24 anni nell'Ue lavora a tempo determinato perché non riesce a trovare un'occupazione stabile. Queste condizioni disagiate hanno riflessi preoccupanti: sempre secondo Eurostat, il 20% dei giovani è a rischio povertà.

Eppure le statistiche indicano che i ragazzi studiano di più: meno del 15% dei giovani europei ha infatti interrotto gli studi dopo le medie e il dato è in continuo calo, aumentano inoltre i laureati che superano il 20% tra gli uomini e arrivano quasi al 30% per le donne.

Pakistan: secondo attacco Usa

Fonti militari Islamabad, uccise sette persone (ANSA) - NEW DELHI, 31 OTT - Un secondo attacco missilistico e' stato portato oggi da aerei americani - forse i droni senza pilota - nelle zone tribali del Pakistan. Secondo fonti militari pachistane, sono state uccise sette persone. Lo riferisce la tv pachistana Geotv. L'attacco e' avvenuto vicino a Wana, nel Waziristan meridionale. L'obiettivo era quello che e' stato definito un covo di ribelli legati ai taleban. Oggi gli Usa avevano lanciato altri due missili contro una casa di un'altra citta' del Waziristan.

ATTACCO COLOMBIANO, DAL GOVERNO ACCUSE AGLI STATI UNITI

I servizi segreti degli Stati Uniti erano “pienamente al corrente” della decisione di Bogotà di bombardare il primo marzo scorso una base dei guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) in una regione di confine dell’Ecuador: lo ha affermato a Quito il ministro della Difesa ecuadoriano Javier Ponce, presentando durante una conferenza stampa i risultati di un’indagine del governo. Secondo il ministro, la mattina del primo marzo alcuni investigatori ecuadoriani “intercettarono una telefonata di agenti della Cia che annunciava l’attacco”. Quito, ha detto Ponce, sospetta che l’offensiva dell’aviazione colombiana sia stata supportata da un aereo americano, utilizzato di norma per operazioni anti-droga condotte congiuntamente da Stati Uniti ed Ecuador nel territorio del paese latino-americano. I risultati dell’inchiesta di Quito sono l’ultimo capitolo di una crisi di portata regionale. Le relazioni diplomatiche tra Ecuador e Colombia, tradizionalmente il principale alleato degli Stati Uniti in America Latina, restano sospese; l’incursione è stata definita dall’Organizzazione degli stati americani (Osa) “una violazione premeditata” della sovranità nazionale dell’Ecuador.

ITALIA

OCCUPATO OSPEDALE SAN GIACOMO, MOMENTI DI TENSIONE

ROMA - Tensione stamattina all'ospedale San Giacomo di Roma, dove circa 200 persone appartenenti al movimento per il diritto alla casa, tra cui militanti di Action, hanno occupato la struttura che alla mezzanotte di oggi chiuderà i battenti. Il bilancio e' di tre pazienti feriti.

Terminata l'occupazione dopo l'intervento dei carabinieri, è partito, al grido di "noi la crisi non la paghiamo", un corteo spontaneo diretto verso piazza del Popolo, per protestare contro la chiusura del nosocomio. Al corteo hanno partecipato centinaia di persone tra cui anche alcuni lavoratori dell'ospedale.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

SCUOLA: NITTO PALMA, SCONTRI DURI PIAZZA NAVONA AVVIATI DA SINISTRA

ROMA - Gli scontri piu' duri di Piazza Navona dell'altro ieri sono stati avviati da un gruppo di circa 400-500 giovani dei collettivi universitari e della sinistra antagonista che e' venuto a contatto con gli esponenti di Blocco Studentesco (giovani di destra). Lo ha detto il sottosegretario all'Interno, Francesco Nitto Palma, nell'informativa urgente del Governo alla Camera sugli scontri legati alle proteste contro la riforma Gelmini. Nitto Palma ha spiegato che in piazza quel giorno c'erano un centinaio di persone del Blocco Studentesco, con un camioncino. E' usuale - ha sottolineato - che durante le manifestazioni i mezzi con altoparlanti raggiungano piazza Navona.

Prima dell'arrivo del gruppo dei 400-500, ha ricostruito il sottosegretario, c'erano stati momenti di tensione e contatti tra i manifestanti del Blocco Studentesco e quelli di sinistra, ma l'interposizione del personale di polizia in abiti civili ha evitato possibili tafferugli. In questo frangente - ha sottolineato - il personale di polizia non ha udito cori apologetici del fascismo, ma slogan contrapposti. In seguito, molti studenti hanno cominciato ad abbandonare la piazza. Quelli del Blocco Studentesco, raggruppati intorno al camioncino ed invitati piu' volte ad allontanarsi dalla piazza dalle forze di polizia - ha proseguito Nitto Palma - avevano iniziato a spostarsi portandosi verso piazza delle Cinque Lune con l'intenzione di andare verso il ministero della Pubblica istruzione. Ma arrivati nella piazza il gruppo ha deciso di fermarsi.

Nel frattempo, ha riferito, da Corso Vittorio sono giunti circa 400-500 persone appartenenti a collettivi universitari ed alla sinistra antagonista che si sono uniti agli altri studenti. Alcuni indossavano caschi di motociclista e, invece di attestarsi nella piazza a manifestare, si sono fatti largo tra i ragazzi e, arrivati all'altezza di piazza delle Cinque Lune si sono dapprima schierati urlando slogan contro i fascisti e poi hanno iniziato un fitto lancio di oggetti, sedie e tavolini prelevati dai bar della piazza. Alcuni esponenti del Blocco, ha continuato il sottosegretario, ma in numero molto minore, si sono schierati ed hanno preso bastoni dal camioncino, mentre i ragazzi dei Collettivi sono avanzati venendo a contatto. Le forze dell'ordine hanno quindi separato i contendenti.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ARCHEOLOGIA O POLITICA INTORNO ALL'ANTICO FRAMMENTO?

Parole ancora misteriose, scritte forse in proto-cananeo e incise su un frammento di ceramica, hanno aperto un dibattito tra gli archeologi israeliani, un dibattito che sembra sfociare in politica per rafforzare le discusse fondamenta dello stato d'Israele. La scoperta del frammento risale al luglio scorso, ma è stata resa pubblica solo in questi giorni. Yossi Garfinkel, lo studioso responsabile degli scavi a Hirbet Qeifaya, una città fortificata a sud di Gerusalemme che guarda da 3000 anni la valle di Elah, è convinto di aver scoperto la più antica iscrizione in lingua ebraica; ma sono molti i suoi colleghi a non essere d'accordo e a sostenere che i caratteri del frammento sono invece proto-cananei, il codice dal quale più tardi prese forma l’alfabeto ebraico. La scoperta del frammento, un quadrato di 15 centimetri per lato, potrebbe fare luce sul regno di David, nella tradizione biblica manifestazione suprema della potenza degli israeliti. In questi giorni uno studioso dell’Università di Tel Aviv ha ricordato i tentativi, romantici e assai poco scientifici, condotti sin dal XIX secolo per trovare conferme documentarie alla storia narrata nell’Antico testamento; interpretazioni frettolose della nuova scoperta, ha detto l’esperto, sarebbero “parte dello stesso fenomeno”. Analisi chimiche hanno rivelato che il frammento risale a un periodo compreso tra il 1000 e il 975 avanti Cristo, gli anni di massima potenza del regno di David; e allora, nonostante un'interpretazione minimamente attendibile del testo sembra richiedere diversi mesi, c’è già chi azzarda che “giudice”, “schiavo” e “re” siano alcune delle parole incise. “Il moderno sionismo –scrive l’agenzia di stampa americana ‘Associated Press’ – vede tradizionalmente l’archeologia come uno strumento per sostenere la causa dello stato di Israele e considera il regno di David come il glorioso predecessore del nuovo stato ebraico”

MO: Hebron, scontri tra coloni e polizia israeliana

Hebron - Sono scoppiati oggi a Hebron, in Cisgiordania, scontri tra coloni e polizia israeliana, a causa della demolizione di un edificio abusivo, eseguita la scorsa notte. I coloni hanno provato a impedire la demolizione, aggredendo gli agenti e lanciando pietre contro una casa palestinese nei paraggi.

Il portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, ha detto che quattro agenti sono rimasti lievemente feriti e tre coloni sono stati arrestati. Anche un fotografo francese della France Presse è rimasto ferito da una pietra che lo ha colpito in testa. A Hebron vivono alcune centinaia di coloni ebrei, che spesso si scontrano con i residenti palestinesi della città.

La Libia sarebbe pronta a ospitare una base militare russa

Gheddafi a Mosca dopo 23 anni per comprare armi

Secondo indiscrezioni comparse oggi sulla stampa russa, il leader libico Muammar Gheddafi, atteso oggi a Mosca nella sua prima visita dopo 23 anni, manifesterà a Medvedev e Putin la sua disponibilità ad accogliere una base militare russa in Libia nel porto libico di Bengasi.

Putin e Gheddafi"La presenza militare russa - scrive il quotidiano 'Kommersant' citando una fonte considerata attendibile - sarà una garanzia di non aggressione contro la Libia da parte degli Stati Uniti, che non hanno fretta di abbracciare il colonnello Gheddafi, nonostante diversi gesti di riconciliazione". Inoltre oggi a Mosca Gheddafi tratterà l'acquisto di armamenti russi per oltre 2 miliardi di dollari: carri armati da combattimento T-90, caccia Su-30 e sistemi di missili terra-aria Tor-M1. Di certo verrà affrontato anche l'argomento della cosiddetta 'Opec del gas', il cartello di produttori gasiferi promosso da Mosca, a cui Tripoli non ha finora aderito.

Venezuela e Ecuador ratificano accordi in materia economica, alimentare e energetica, con in testa il sogno di creare il Banco del Sur

In tempi di pesante crisi finanziaria Hugo Chavez, presiedente venezuelano e Rafael Correa, presidente ecuadoriano, firmano accordi di cooperazione e cercano di dare l'impulso finale alla creazione del Banco del Sur.

Uniti. Accordi bilaterali per finanziare progetti comuni in materia economica, alimentare, energetica e sanitaria, sono stati ratificati dai presidenti di Ecuador e Venezuela durante l'incontro avvenuto ieri. Argomento principale dei colloqui fra Chavez e Correa, però, è stata la creazione del Banco del Sur, progetto proposto da Chavez alcuni anni fa e finito miseramente nel cassetto per via della mancata approvazione di alcuni paesi dell'area. Per questo motivo Chavez ha voluto ancora una volta confrontarsi con Correa e precisare che il suo paese è disposto a creare il Banco del Sur in piena autonomia se non si troveranno partner disposti a seguirlo. "Il Venezuela non è disposto a perdere ulteriormente tempo" ha detto il leader di Caracas che ha aggiunto: "Siamo sicuri che a seguire il progetto di creazione del Banco del Sur non saremo soli, anche se per l'opposizione di qualcuno l'idea è caduta momentaneamente nel congelatore". E le condizioni per la nascita del banco del Sur sono le medesime di prima: ogni paese corrisponde a un voto. E proprio su questo punto tempo fa si paralizzò il progetto.

Chavez e CorreaLa moneta unica. E se il Banco del Sur attira su di sé le maggiori attenzioni un'altra iniziativa incuriosisce analisti e governanti. La creazione di una moneta unica. .Il leadea venezuelano è convinto che si debba creare un meccanismo di compensazione commerciale che cancelli la necessità di ricorrere all'utilizzo del dollaro statunitense. Per questo Chavez ha voluto sottoporre a Correa la possibilità di creare una moneta unica. "Sarebbe fantastico -ha detto Chavez- se si potesse chiamare Sucre, come la moneta in corso in Ecuador. Sarebbe utile avere una moneta internazionale che ci consentisse di regolare i nostri commerci e anche altro". Un vero assist per il presidente Correa che è anche un noto economista. "Il miglior modo per combattere questa crisi finanziaria, basata sulla speculazione, a cui stiamo assistendo è quello di integrare maggiormente i popoli del Sud. E' forse l'unico modo per contrastare la globalizzazione che non ha mai cercato di costruire una società planetaria ma solo un mercato planetario che non vuol dire cercare la costruzione di cittadini del mondo ma di consumatori".

ITALIA

Confesercenti: l'84% degli italiani ha problemi a pagare il mutuo.

Secondo un sondaggio Confesercenti-Swg pagare le rate di mutui e prestiti crea difficolta' anche serie all'84% degli italiani tanto che per il prossimo anno un'ampia maggioranza di intervistati - il 64% - esclude categoricamente di accendere altri mutui e solo l'8% si dice pronto a farne di nuovi. Ma la rinuncia a rate, prestiti e mutui e' gia' stata forte: solo quest'anno il 50% ha girato alla larga da queste forme di indebitamento.

Ogni mese in media escono dai bilanci familiari 478 euro per mutui e prestiti. E' quanto rileva un sondaggio Confesercenti-Swg che aggiunge che per il 23% degli intervistati la spesa si colloca fra i 500 e i 1.000 euro.

"Non c'e' dubbio che il Governo debba intervenire subito - sostiene Marco Venturi, presidente della Confesercenti - imponendo alle banche di tagliare gli interessi per evitare il concreto rischio usura e, se e' utile, allungare i tempi. Ormai c'e' un vero e proprio allarme mutui e credito. Al di la' delle buone intenzioni e delle dichiarazioni fatte per famiglie ed imprese l'accesso ad essi sta diventando una via crucis. Voglio denunciare anzi il fatto che proprio dal nostro sondaggio emerge con chiarezza la resistenza delle banche a rinegoziare i mutui con i clienti".

Per Confesercenti ben il 61% degli intervistati ha dichiarato di non aver ricevuto nessuna proposta dal proprio istituto di credito. "Governo e Parlamento devono ripristinare un clima di fiducia reale fra banche, pmi e famiglie - continua Venturi - perche' se le banche sono riluttanti a fare proposte di rinegoziazione anche molti loro clienti, il 59% del campione, vedono in questo strumento un rischio che potrebbe peggiorare la loro condizione. Ma attenzione anche alle rinunce: in prima fila ci sono vacanze e tempo libero. Il governo eviti che la crisi si traduca in un altro colpo duro al nostro turismo".

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror081031 (last edited 2008-10-31 18:32:45 by anonymous)