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Report delle udienze in cui è stato esaminato Spaccino

Caso Cicioni: elogio della violenza “soft”, nel quotidiano (di Barbara Spinelli)

Nei giorni 27 e 28 gennaio si è tenuto, nell’ambito del processo per il femminicidio di Barbara Cicioni, l’esame di Roberto Spaccino, imputato di aver ucciso la moglie. Molti i suoi parenti presenti in aula, poche le femministe, tutte compagne della rete delle donne umbre Questo, a quanto pare, è stato elemento di forza per Spaccino, che psicologicamente ha retto molto bene ai due giorni di esame,. Nonostante egli continui a negare la propria responsabilità per l’omicidio della moglie, numerose e rilevanti restano le contraddizioni nella “sua” ricostruzione della sera dell’omicidio, del suo litigio con la moglie, della sua vita coniugale. Ma, aldilà degli aspetti che riguardano l’accertamento la verità processuale, assistere all’esame, per chi estraneo al processo, avrebbe significato cogliere il grado di “normale violenza” della coppia italiana. Un elogio della violenza “soft”, nel quotidiano. Io non sono il mostro che hanno dipinto la stampa e la televisione, ha detto. “io a mia moglie non gli ho mai messo le mani addosso, non gli ho mai menato”. E si spiega.. Spaccino rappresenta l’italiano medio, quello che statisticamente fuori casa è lo stimato paesano e professionista, il piacione, e dentro è l’aguzzino. Ascoltare lui, aiuta di certo a capire quali sono i meccanismi di pensiero alla base della violenza, quali sono i meccanismi culturali da scardinare per cambiare qualcosa. A una corte di giurati attenti, alla sua difesa agitata, alla P.M. che lo esamina ed agli avvocati di parte civile, racconta con tranquillità, anzi, arrabbiato e urtato quando non viene capito, la distinzione tra discussione (solo insulti verbali) e litigio (quando si menano le mani). Schiaffetti, schiaffoni, “scoppolotti”, “sventoloni”, “smanate” non sono botte. “Botte”, risponde Spaccino a una PM che non riesce a capire, “sono quelle che lasciano il segno” come i “boccaloni”, gli schiaffi forti dati contromano, quelli che invece qualche danno lo fanno, “gli schiaffi veri” che due, tre, quattro volte sono capitati, con Barbara.

Il quadro che ne emerge è quello di una violenza normale, non riconosciuta in quanto tale da Spaccino, che con dovizia di particolari confessa i maltrattamenti, non riconoscendoli in quanto tali. “O mi spiego male io o non lo so”, dice spiegando le sue distinzioni, “io non ho mai alzato le mani a Barbara”, insiste. Racconta di una famiglia in cui le discussioni –per il lavoro, per la gelosia di Barbara, o “se la cena non era pronta”, o “quella volta dei calzini” - erano normali: gli “schiaffetti reciproci” si ripetevano “spesso” e, in quei casi, gli sventoloni volavano “per calmarla”.

Ma, sottolinea più volte lui, anche Barbara in questi casi “smanava”. Come se parare i colpi fosse una reazione che legittimasse i suoi. Si picchiavano, ma non per farsi male, spiega. Chiede la PM “ma se dice che gli schiaffetti reciproci è normale, perché dice io non ho mi alzato le mani?” “Perché erano schiaffetti leggeri” risponde lui.

E volavano le parole: oziosa, sfaticata, mi fai schifo, sei un cesso, una puttana come tua madre (colpa della madre, quella di essersi separata in giovane età da un marito violento).

Le discussioni avvenivano anche davanti ai bambini, che li vedevano arrabbiati, “ma solo in qualche discussione leggera”. Anche quella maledetta sera, nella discussione con Barbara, erano volate delle smanate, e quando lei –secondo la sua versione- si era messa da sola un cuscino sulla faccia, per non far sentire la discussione ai bambini che dormivano nella stanza di fianco, lui l’aveva colpita sul cuscino con degli schiaffetti, “ma leggeri”, non forti.

Si, perché Barbara, quella sera, gli aveva pure, con una delle sue smanate, fatto male a un dito. Forse l’ha presa anche per il collo, “ma se l’ho fatto è per difendermi”, dice lui, correggendo quanto aveva dichiarato in fase di indagini preliminari, dicendo che non l’aveva presa per il collo, ma forse, toccata sul collo.

Insomma, per Spaccino le parole fanno la differenza, ma bisogna sempre capire come le intende lui. Ad esempio, spiega alla Corte, era vero che, come emerso da alcune testimonianze, si rivolgeva spesso, in presenza della moglie ma anche parlando di lei con altri, “io questa prima o poi l’ammazzo”, ma spiega Spaccino, è un modo di dire del suo paese, “da noi si usa spesso”, “era un intercalare nostro, mio e di mia moglie”.

Però, dice, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Tutti dicono che lui è cattivo, ma ….Roberto non beve, non fuma, non gioca d’azzardo, tutti gli anni portava la famiglia in vacanza al mare, regalava le rose alla moglie ad ogni compleanno, salvo poi far scegliere i regali per lei alla zia, “perché si lamentava che gli regalavo sempre le stesse cose”. E’ vero che ha detto qualche volta pure ai suoi figli “ti ammazzo”, ma l’ha già spiegato, è un modo di dire. Ogni commento è superfluo. La presenza delle donne a questo processo è importante, per conoscere e denunciare questa cultura femminicida, e la non normalità, nei conflitti che pure esistono nelle relazioni coniugali, della violenza psicologica, delle percosse, delle umiliazioni quotidiane. Per ogni donna stuprata e offesa, siamo tutte parte lesa!

- Prossime udienze 12/3, 19/3, 2/4, 14/4, 21/4, 30/4 Discussione e lettura del dispositivo: settimana dal 11 al 16 maggio (importantissima la presenza)

Come ogni sera la 29enne, madre di tre figli, ha preso il treno nella stazione Certosa del Passante ferroviario. Si è addormentata, dopo aver assunto dei farmaci contro l'epilessia di cui soffre da tempo, e si è risvegliata circondata da quattro uomini . Ha aspettato un'altra fermata, quella di Vittuone, per scendere dal treno dove è stata violentata. Non ha raccontato nulla, ha preso un altro treno ed è tornata a casa. Il giorno dopo, però, ha avuto un malore durante il lavoro ed è stata trasportata alla clinica Mangiagalli.

Altra violenza, sempre a Milano: Una ragazza di 22 anni ha denunciato di essere stata rapita, drogata, seviziata e stuprata dal suo ex fidanzato che non voleva accettare la fine della loro relazione. Lui da oltre due anni la perseguitava con continue minacce, anche nei confronti della madre di lei.

USA: OBAMA FIRMA LA LEGGE PER L'EQUITA' SALARIALE TRA UOMINI E DONNE.

Washington, 29 gennaio. Barack Obama ha firmato la sua prima legge da quando ha assunto l'incarico: con una cerimonia - a cui ha partecipato anche Lilly Ledbetter, la donna che con la sua denuncia ha fatto cambiare la legge nazionale - il neo-presidente ha firmato la legge sull'equa retribuzione (la Lilly Ledbetter Fair Pay Act)

Ledbetter era una dipendente della Goodyear Tire & Rubber Co. che, dopo 19 anni di onorato impiego, poco prima di andare in pensione, si accorse che l'azienda la pagava il 40 per cento in meno dei suoi colleghi uomini, nonostante alcuni avessero meno esperienza di lei (in vent'anni circa 200.000 dollari in meno). Un tribunale stabili' che era stata vittima di una discriminazione. Ma durante l'amministrazione Bush, la Corte Suprema - con una sentenza che ottenne 5 voti contro 4 - stabili' che la donna aveva tardato troppo nel presentare la denuncia; secondo la Corte, l'impiegata avrebbe dovuto presentare la denuncia nell'arco di 180 giorni dal primo atto "discriminatorio" subito. Tuttavia la denuncia mise in moto un'ampia campagna contro la discriminazione subita dalle donne sui luoghi di lavoro e un movimento che e' riuscito a portare alla legge sull'equita' salariale, legge che e' stata proprio chiamato "Atto Lilly Ledbetter per l'equo pagamento".

Islanda la prima lesbica dichiarata a capo di un governo

L'Islanda è il primo paese al mondo ad avere una donna premier dichiaratamente lesbica. La socialdemocratica Johanna Sigurdardottir è stata infatti incaricata dalla coalizione di partiti di sinistra di formare un nuovo governo che dovrà guidare i poco più di 300mila abitanti dell'isola fino alle elezioni anticipate in calendario il 25 aprile.

ITALIA

Assemblea a Nettuno per un corteo contro la xenofobia

Dopo 'aggressione nei confronti di un cittadino indiano a Nettuno, a cui è stato appiccato il fuoco nella notte tra sabato e domenica da tre giovani nettunensi, la città ha organizzato un corteo ed ha dato vita ad una assemblea antirazzista permanente, che si riunirà questa sera nel consiglio comunale della città ascolta la corrispondenza ror

DOMANI PRESIDIO A CAMPO DEI FIORI CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA domani alle ore 16 la rete nopacchetto sicurezza ha indetto un presidio a campo dei Fiori, per protestare contro il pacchetto sicurezza, che verrà discusso e approvato al senato proprio domani. Ascoltiamo corrispondenza ror

Maroni si reca in Libia per lo sblocco pattugliamenti

Mentre è in attesa di ratifica al senato il rinnovo dell'accrodo di amicizia Italia-Libia, Maroni si è recato a tripoli per la firma di un verbale d'intesa sui pattugliamenti congiunti delle coste da parte dei due Paesi. L'accordo per i pattugliamenti è stato siglato nel dicembre 2007 ed è richiamato nel Trattato. Da mesi il ministro dell'Interno ripete che l'attuazione degli accordi con la Libia ridurrà praticamente a zero gli sbarchi di migranti verso le coste italiane. Proprio dai porti libici (come quello di al Zuwarah, vicino al confine tunisino) parte infatti la grande maggioranza delle barche del mare che approda a Lampedusa e sulle altre spiagge siciliane. la proposta è quella di organizzare e rafforzare i controlli in mare fin sotto le coste libiche. L'accordo prevede la cessione alla Libia di sei motovedette della guardia di finanza; l'equipaggio sarà inizialmente misto con gli italiani ad occuparsi di addestramento, formazione, assistenza e manutenzione dei mezzi. Sempre dall'Italia dovrebbero essere inoltre consegnate una ventina di piccole imbarcazioni ad uso della polizia libica. Oltre a questo, e per rendere ancora più irraggiungibile il nostro Paese, si parlerà anche di un accordo che riguardi i confini meridionali della Libia. Migliaia di chilometri di deserto attraversati da chi cerca di entrare in Europa. il governo libico chiede anche all'Europa un aiuto in mezzi e tecnologie per la sorveglianza dell'area. In questo caso, l'accordo prevede l'installazione di un rete di controllo satellitare per monitorare le frontiere di sabbia. A realizzarla dovrebbe essere Finmeccanica: l'Italia coprirà il 50% dei costi, mentre per il restante 50% - indica il Trattato di amicizia - Roma e Tripoli chiederanno all'Unione Europea di farsene carico.

Muoiono tre migranti mentre cercano di raggiungere le Canarie

Un'imbarcazione con a bordo 74 migranti e tre cadaveri è giunta all'alba al porto di Arguineguin, al sud dell'isola di Gran Canaria, dopo essere stata fermata a 60 miglia dalla costa le persone a bordo, probabilmente provenienti dal Gambia, erano in cattive condizioni di salute, a causa della lunga permanenza in mare. Secondo le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti, i migranti, fra i quali si trovano almeno una decina di minori, hanno sopportato dagli otto ai dieci giorni di navigazione alla deriva. Domenica scorsa, altri 68 migranti erano giunti nel porto de La Luz, nell'isola di Las Palmas, dopo essere stati soccorsi dalla nave ospedale Esperanza del Mar allertata da un peschereccio

TARANTO

ascolta la corrispondenza ror

presidio qeusta mattina contro un convegno sulle foibe organizzato dal blocco studentesco

corrispondenza ror

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Gerusalemme

:Israele annuncia di voler attuare un nuovo progetto coloniale. Intanto gli scavi fanno crollare il pavimento in una scuola infopal

Taleb Abu Sha‘ar, Ministro degli Affari Religiosi nel governo eletto d’Ismail Haniyah, ha avvertito del nuovo progetto d’insediamento che Israele ha annunciato di voler attuare tra la colonia di Maale Adumim e la parte est di Gerusalemme, al fine di costruire un nuovo quartiere coloniale nella zona denominata A1. Per questo progetto le autorità di occupazione avrebbero stanziato più di 200 milioni di Shekel. Abu Sha‘ar, in un comunicato stampa di oggi trasmesso in copia al corrispondente di Infopal.it, ha affermato che «l’occupazione israeliana, tramite questo progetto, intende collegare la colonia di Maale Adumim con il monte al-Musharif, per poi considerare il suddetto insediamento parte indivisibile dell’entità sionista». Il Ministro ha affermato che il comune della colonia di Maale Adumim intende costruire 3500 nuove unità abitative. Questo significa l’impossibilità di dividere la città occupata di Gerusalemme, oltre a rendere difficile il raggiungimento di un accordo tra le autorità di occupazione e i palestinesi. Il dott. Abu Sha‘ar ha condannato i continui scavi israeliani sotto la città di Gerusalemme, in particolare sotto le fondamenta della moschea al-Aqsa. Questi scavi hanno causato il crollo del pavimento di una classe in una scuola dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency), in seguito al quale sono rimasti feriti 17 bambini. La scuola in questione dista circa 250 metri dalle mura della moschea al-Aqsa.

Olmert minaccia ancora attacchi israeliani a Gaza

Il premier israeliano Ehud Olmert ha avuto stamane una consultazione con i ministri degli esteri Tzipi Livni e della difesa Ehud Barak per decidere la reazione di Israele alla caduta di un razzo Grad, sparato da Gaza, sulla città di Ashkelon. Il razzo è esploso nel centro della città causando solo danni materiali e panico. Recentemente Olmert ha avvertito che la reazione di Israele a ogni violazione, seppure limitata, del cessate il fuoco di fatto ora in atto con Hamas sarebbe «sproporzionata».

Gaza, jet israeliani bombardano i tunnel a Rafah

Per ora non si hanno notizie di vittime. I raid sono stati ordinati in risposta al lancio di razzi sul sud di Israele: questa mattina, per la prima volta dopo l'entrata in vigore della tregua, un Grad aveva colpito la città di Ashkelon, senza provocare vittime.

Si incontrano i ministri degli affari esteri ad Abu Dhabi

L'unità dei gruppi politici palestinesi è il tema di un incontro convocato d'urgenza tra i ministri degli affari esteri arabi annunciato oggi ad Abu Dhabi. Lo riferisce il quotidiano Gulf News, precisando che al vertice partecipa anche il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Abu Mazen (Mahmud Abbas). «Sono dieci i paesi arabi che interverranno rappresentati dai rispettivi ministri», ha rivelato al quotidiano una fonte diplomatica non identificata, senza tuttavia indicarli. Secondo l'emittente satellitare Al Arabiya sarebbe confermata la presenza dei ministri degli esteri di Giordania, Kuwait, Tunisia e Marocco mentre quelli di Arabia Saudita ed Egitto sono arrivati ieri sera a Dubai provenienti dal Cairo, dove avevano partecipato ad un colloquio tra il presidente egiziano Hosni Mubarak e Abu Maze

La corte penale internazionale sta valutando se accusare Isarele di crimini di guerra

Il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Luis Moreno-Ocampo, sta conducendo un «esame preliminare» sulla base delle denunce di crimini di guerra commessi da Israele nel corso di una offensiva militare nella Striscia di Gaza. Lo ha reso noto ieri l'ufficio del procuratore all'Aja. Moreno-Ocampo ha ricevuto «comunicazioni» al riguardo dal ministro della giustizia palestinese Ali Kashan e da altri 200 soggetti, persone fisiche e organizzazioni non governative, ha precisato la fonte. «L'ufficio del procuratore esaminerà attentamente tutto ciò che riguarda la questione, ivi compresi i problemi di competenza», hanno spiegato i servizi dell'ufficio in una nota scritta in cui si precisa che «questi esami preliminari non significano che poi verrà aperta una inchiesta»

Somalia, truppe dell'Ua accusate di aver ucciso decine di civili

Le versioni su quanto accaduto, però, sono discordanti Autorità ufficiali somale hanno accusato le unità di peacekeeping dell'Unione Africana (Ua) di avere aperto il fuoco contro i civili, a Mogadiscio, uccidendo tre le 18 e le 36 persone persone. Ieri pomeriggio, gli uomini dell'Unione Africana avrebbero reagito sparando sulla folla, dopo che un loro veicolo era stato colpito dall'esplosione di una bomba posta al margine della strada. Le versioni su quanto accaduto a Mogadiscio, però, sono discostanti. Yusuf Dumal, comandante della polizia, ha riferito all'agenzia di stampa Afp di aver contato 18 vittime: "E' una tragedia. Quello che è successo indica una completa mancanza di responsabilità che non può essere tollerata". Il vice sindaco di Mogadiscio, Abdi Fatah Ibrahim Shaweh, ha riferito ala Bbc che il fuoco dell'Unione Africana avrebbe fatto un totale di 36 vittime, aggiungendo che la maggior parte delle persone uccise erano sedute sull'autobus al momento della sparatoria. Bahuko Baridgye, portavoce delle forze dell'Unione Africana ha confermato che effettivamente un loro convoglio è stato danneggiato dall'esplosione di una bomba, ma ha negato che le forze dell'Ua abbiano aperto il fuoco sui passanti. "I nostri uomini non hanno aperto il fuoco sui civili. Stando ai dati diffusi dalle nostre fonti, tre civili sono morti a causa dell'esplosione della bomba, mentre uno dei nostri uomini è rimasto lievemente ferito. Il veicolo, inoltre, è stato parzialmente danneggiato dall'esplosione". L'incidente si è verificato il giorno successivo all'elezione del leader islamico moderato, Sheikh Sharif Ahmed alla presidenza della Somalia.

Madagascar, leader dell'opposizione sospeso dall'incarico di sindaco della capitale

La decisione dopo le violente sommosse anti-governative degli ultimi giorni Il ministro degli Interni del Madagascar, Gervais Rakotonirina, ha annunciato che il sindaco della capitale è stato destituito in seguito alle violenze che si sono verificate ad Antanarivo nei giorni scorsi. Ricordiamo infatti che nei giorni scorsi, Marc Ravalomanana, presidente del Madagascar, aveva dato l'ordine di chiudere le emittenti radio-televisive legate a Andry Rajoelina, sindaco di Antanarivo e leader dell'opposizione. Dopo questa decisione per le strade della capitale si era riversata una folla collerica, che aveva preso di mira le catene di negozi di proprietà del presidente, dando inizio a una settimana di scontri che in totale ha causato la morte di decine di persone. Nel frattempo, il presidente Ravalomanana, ha proposto se stesso come sindaco sostituivo della capitale.

Grecia, attacco a un commissariato e scontri con la polizia

L'azione di Atene rivendicata da 'Lotta Rivoluzionaria'. Tensione al Pireo

Il clima politico e sociale in Grecia rimane molto teso. Questa mattina un gruppo di uomini mascherati ha esploso colpi d'arma da fuoco e lanciato una granata contro un commissariato alla periferia di Atene. Nelle stesse ore, nel porto cittadino del Pireo si verificavano duri scontri tra polizie e contadini. L'attacco contro il commissariato, che ha provocato danni ma nessuna vittima, è stato rivendicato dal gruppo armato anarco-insurrezionalsita 'Lotta Rivoluzionaria' (Epanastatikòs Agònas in greco), erede della formazione paramilitare di estrema sinistra '17 Novembre'. E' lo stesso gruppo che a gennaio ferì gravemente un agente di polizia, dopo aver 'dichiarato guerra' allo Stato greco in seguito all'uccisione del quindicenne Alessandro Grigoropoulos da parte di un agente lo scorso 6 dicembre nel corso di una manifestazione. Sempre stamane nel porto ateniese del Pireo ci sono stati nuovi scontri tra polizia e agricoltori dell'isola di Creta, in agitazione da due settimane contro i mancati provvedimenti anti-crisi per il settore agricolo.

FRANCIA

Sciopero permanente da parte degli studenti universitari, insegnanti e ricercatori in Francia, in seguito alla proposta del Governo per l'autonomia delle università, che prevede l'entrata delle imprese e una maggiore partecipazione del settore privato nella ricerca. Gli studenti hanno firmato un appello alla mobilitazione per giovedi 5 febbraio.

La Guadaloupe, isola ad amministrazione francese è da martedi scorso bloccata da un movimento contro il caro-vita, e da un contemporaneo sciopero dei benzinai, che protestano contro lo sfruttamento lavorativo. Il movimento raggruppa una cinquantina tra associazioni, sindacati, partiti politici, enti locali. Sabato 7 febbraio a Parigi presidio davanti al Centro di detenzione di Parigi- Citè, della rete educazione senza frontiere, contro la detenzione delle persone straniere, contro la logica che in tutta Europa criminalizza e ostacola la libertà di movimento delle immigrate e immigrati. Ricordiamo in fatti che l'allungamento del periodo di detenzione per gli stranieri, che è uno dei punti più gravi del pacchetto sicurezza in italia, è stato già adottato dall' Unione europea con la direttiva del 18 giungo 2008, chiamata dai movimenti antirazzisti francesi “direttiva della vergogna”. In Francia il Ministero dell' immigrazione si glorifica di avere tolto la possibilità di vivere in Francia a quasi 30.000 stranieri. Il governo non smette di costruire nuove prigioni per stranieri, tra cui alcune che prevedono la detenzione di madri con bambini, che vengono catturati direttamente dalle scuole che frequentano, per essere portati con la forza nei centri di detenzione. Si tratta di persone straniere private del loro diritto di soggiorno dalle nuove leggi in materia di immigrazione, arrestati dopo controlli di identitficazione, stradali, presi davanti agli sportelli della Prefettura, dove si erano recati per regolarizzare la loro posizione, presi sui luoghi di lavoro o nelle loro case, che hanno vissuto sia un anno, sia 15 anni in Francia. Privati della loro libertà, separati dalle famiglie, privati del diritto di studio, separati dalle loro relazioni, dai loro amici, dalla famiglia, partiranno con una valigia e qualche euro in tasca. Non si possono accettare , dice la rete in un comunicato, queste logiche repressive che moltiplicano gli attacchi ai diritti che dovrebbero essere salvaguardati dalle Convenzioni ratificate dalla stessa Unione Europea.


Gr 13:00

In primo Piano

Assemblea a Nettuno per un corteo contro la xenofobia

Dopo 'aggressione nei confronti di un cittadino indiano a Nettuno, a cui è stato appiccato il fuoco nella notte tra sabto e domenica da tre gioani nettunesi, la città ha organizzato un corteo ed ha dato vita ad una asemble antirazzista permanente, che si tiunirà questa sera nel consiglio comunale della città

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NOTIZIE BREVI

ESTERI

Islanda la prima lesbica dichiarata a capo di un governo

L'Islanda è il primo paese al mondo ad avere una donna premier dichiaratamente lesbica. La socialdemocratica Johanna Sigurdardottir è stata infatti incaricata dalla coalizione di partiti di sinistra di formare un nuovo governo che dovrà guidare i poco più di 300mila abitanti dell'isola fino alle elezioni anticipate in calendario il 25 aprile.

Gerusalemme:Israele annuncia di voler attuare un nuovo progetto coloniale. Intanto gli scavi fanno crollare il pavimento in una scuola

infopal

Taleb Abu Sha‘ar, Ministro degli Affari Religiosi nel governo eletto d’Ismail Haniyah, ha avvertito del nuovo progetto d’insediamento che Israele ha annunciato di voler attuare tra la colonia di Maale Adumim e la parte est di Gerusalemme, al fine di costruire un nuovo quartiere coloniale nella zona denominata A1. Per questo progetto le autorità di occupazione avrebbero stanziato più di 200 milioni di Shekel.

Abu Sha‘ar, in un comunicato stampa di oggi trasmesso in copia al corrispondente di Infopal.it, ha affermato che «l’occupazione israeliana, tramite questo progetto, intende collegare la colonia di Maale Adumim con il monte al-Musharif, per poi considerare il suddetto insediamento parte indivisibile dell’entità sionista».

Il Ministro ha affermato che il comune della colonia di Maale Adumim intende costruire 3500 nuove unità abitative. Questo significa l’impossibilità di dividere la città occupata di Gerusalemme, oltre a rendere difficile il raggiungimento di un accordo tra le autorità di occupazione e i palestinesi.

Il dott. Abu Sha‘ar ha condannato i continui scavi israeliani sotto la città di Gerusalemme, in particolare sotto le fondamenta della moschea al-Aqsa. Questi scavi hanno causato il crollo del pavimento di una classe in una scuola dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency), in seguito al quale sono rimasti feriti 17 bambini. La scuola in questione dista circa 250 metri dalle mura della moschea al-Aqsa.

Olmert minaccia ancora attacchi israeliani a Gaza

Il premier israeliano Ehud Omert ha avuto stamane una consultazione con i ministri degli esteri Tzipi Livni e della difesa Ehud Barak per decidere la reazione di Israele alla caduta di un razzo Grad, sparato da Gaza, sulla città di Ashkelon. Secondo la radio pubblica il premier avrebbe ordinato di reagire. Il razzo è esploso nel centro della città causando solo danni materiali e panico. Il portavoce di Olmert Mark Regev ha affermato che «Hamas sta giocando col fuoco e se ci dovesse essere un'escalation potrà biasimare solo sèstesso». Recentemente Olmert ha avvertito che la reazione di Israele a ogni violazione, seppure limitata, del cessate il fuoco di fatto ora in atto con Hamas sarebbe «sproporzionata».

Si incontrano i ministri degli affari esteri ad Abu Dhabi

L'unità dei gruppi politici palestinesi è il tema di un incontro convocato d'urgenza tra i ministri degli affari esteri arabi annunciato oggi ad Abu Dhabi. Lo riferisce il quotidiano Gulf News, precisando che al vertice partecipa anche il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Abu Mazen (Mahmud Abbas). «Sono dieci i paesi arabi che interverranno rappresentati dai rispettivi ministri», ha rivelato al quotidiano una fonte diplomatica non identificata, senza tuttavia indicarli. Secondo l'emittente satellitare Al Arabiya sarebbe confermata la presenza dei ministri degli esteri di Giordania, Kuwait, Tunisia e Marocco mentre quelli di Arabia Saudita ed Egitto sono arrivati ieri sera a Dubai provenienti dal Cairo, dove avevano partecipato ad un colloquio tra il presidente egiziano Hosni Mubarak e Abu Maze

La corte penale internazionale sta valutando se accusare Isarele di crimini di guerra

Il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Luis Moreno-Ocampo, sta conducendo un «esame preliminare» sulla base delle denunce di crimini di guerra commessi da Israele nel corso di una offensiva militare nella Striscia di Gaza. Lo ha reso noto ieri l'ufficio del procuratore all'Aja. Moreno-Ocampo ha ricevuto «comunicazioni» al riguardo dal ministro della giustizia palestinese Ali Kashan e da altri 200 soggetti, persone fisiche e organizzazioni non governative, ha precisato la fonte. «L'ufficio del procuratore esaminerà attentamente tutto ciò che riguarda la questione, ivi compresi i problemi di competenza», hanno spiegato i servizi dell'ufficio in una nota scritta in cui si precisa che «questi esami preliminari non significano che poi verrà aperta una inchiesta»

Somalia, truppe dell'Ua accusate di aver ucciso decine di civili

peacereporter

Le versioni su quanto accaduto, però, sono discordanti

Autorità ufficiali somale hanno accusato le unità di peacekeeping dell'Unione Africana (Ua) di avere aperto il fuoco contro i civili, a Mogadiscio, uccidendo tre le 18 e le 36 persone persone.

Ieri pomeriggio, gli uomini dell'Unione Africana avrebbero reagito sparando sulla folla, dopo che un loro veicolo era stato colpito dall'esplosione di una bomba posta al margine della strada. Le versioni su quanto accaduto a Mogadiscio, però, sono discostanti. Yusuf Dumal, comandante della polizia, ha riferito all'agenzia di stampa Afp di aver contato 18 vittime: "E' una tragedia. Quello che è successo indica una completa mancanza di responsabilità che non può essere tollerata". Il vice sindaco di Mogadiscio, Abdi Fatah Ibrahim Shaweh, ha riferito ala Bbc che il fuoco dell'Unione Africana avrebbe fatto un totale di 36 vittime, aggiungendo che la maggior parte delle persone uccise erano sedute sull'autobus al momento della sparatoria. Bahuko Baridgye, portavoce delle forze dell'Unione Africana ha confermato che effettivamente un loro convoglio è stato danneggiato dall'esplosione di una bomba, ma ha negato che le forze dell'Ua abbiano aperto il fuoco sui passanti. "I nostri uomini non hanno aperto il fuoco sui civili. Stando ai dati diffusi dalle nostre fonti, tre civili sono morti a causa dell'esplosione della bomba, mentre uno dei nostri uomini è rimasto lievemente ferito. Il veicolo, inoltre, è stato parzialmente danneggiato dall'esplosione". L'incidente si è verificato il giorno successivo all'elezione del leader islamico moderato, Sheikh Sharif Ahmed alla presidenza della Somalia.

Maroni si reca in Libia per lo sblocco pattugliamenti

ansa

Mentre è in attesa di ratifica al senato il rinnovo dell'accrodo di amicizia Italia-Libia, Maroni si è recato a tripoli per la firma di un verbale d'intesa sui pattugliamenti congiunti delle coste da parte dei due Paesi. L'accordo per i pattugliamenti è stato siglato nel dicembre 2007 ed è richiamato nel Trattato.

Da mesi il ministro dell'Interno ripete che l'attuazione degli accordi con la Libia ridurrà praticamente a zero gli sbarchi di migranti verso le coste italiane. Proprio dai porti libici (come quello di al Zuwarah, vicino al confine tunisino) parte infatti la grande maggioranza delle barche del mare che approda a Lampedusa e sulle altre spiagge siciliane. la proposta è quella di organizzare e rafforazare i controlli in mare fin sotto le coste libivhe.

L'accordo prevede la cessione alla Libia di sei motovedette della guardia di finanza; l'equipaggio sarà inizialmente misto con gli italiani ad occuparsi di addestramento, formazione, assistenza e manutenzione dei mezzi. Sempre dall'Italia dovrebbero essere inoltre consegnate una ventina di piccole imbarcazioni ad uso della polizia libica.

Oltre a questo, e per erndere ancora più irrangiungibile il nostro Paese, si parlerà anche di un accordo che riguardi i confini meridionali della Libia. Migliaia di chilometri di deserto attraversati da chi cerca di entrare in Europa.

il governo libico chiede anche all'Europa un aiuto in mezzi e tecnologie per la sorveglianza dell'area. In questo caso, l'accordo prevede l'installazione di un rete di controllo satellitare per monitorare le frontiere di sabbia. A realizzarla dovrebbe essere Finmeccanica: l'Italia coprirà il 50% dei costi, mentre per il restante 50% - indica il Trattato di amicizia - Roma e Tripoli chiederanno all'Unione Europea di farsene carico.

Muoiono tre migranti mentre cercano di raggiungere le Canarie

ansa

Un'imbarcazione con a bordo 74 migrati e tre cadaveri è giunta all'alba al porto di Arguineguin, al sud dell'isola di Gran Canaria, dopo essere stata fermata a 60 miglia dalla costa le persone a bordo, probabilmente provenienti dal Gambia, erano in cattive condizioni di salute, a causa della lunga permanenza in mare. Secondo le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti, i migranti, fra i quali si trovano almeno una decina di minori, hanno sopportato dagli otto ai dieci giorni di navigazione alla deriva.

ITALIA

Incidente sul lavoro a Marghera

ansa

Indicente sul alvoro questa mattina a Marghera, All'interno di uno stabilimento di verniciatura di Marghera un mezzo movimentazione materiali ha avuto un incidente provocando il ferimento di un operaio. L'uomo, un cittadino cinese di 31 anni, alla guida di un veicolo per il trasporto di materiale ferroso, è rimasto ferito non riuscendo a evitare l'impatto con un carro ponte. Sul posto sono intervenuti il Suem 118, i Vigili del Fuoco, lo Spisal e una Volante della Polizia.

Si apre domani il processo a Taranto nei confronti di 19 compagne e compagni accusati di associazione sovversiva

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presidio qeusta mattina contro un convegno sulle foibe organizzato dal blocco studentesco

corrispondenza ror

Siparietto


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ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

processo di taranto

Sono passati diversi anni dal luglio del 2001. Ci riferiamo naturalmente al G8 che si svolse nei giorni 19, 20, 21, a Genova. Di quei giorni probabilmente ricordiamo le immagini: 300.000 persone provenienti da ogni parte del mondo, anziani giovani e bambini, cattolici, laici, atei, comunisti, anarchici e apolitici tutti insieme per ricordare che il mondo appartiene alla totalità dei 6miliardi di persone che lo abitano e non a quei 8 "grandi" riuniti e serrati in quella che fu chiamata la zona rossa. Le istanze, mirate a ripristinare quegli elementari diritti che sanciscono la dignità della vita umana, tanto ampie quanto legittime da riuscire a raccogliere consenso nelle più disparate comunità.

Chiunque in quei giorni fosse a Genova, come prima a Napoli o in tantissime altre città d'Europa e del mondo, porta con se però, anche delle ferite profonde. E la certezza che in quei giorni non si volesse semplicemente "tutelare l'ordine pubblico" ma che si volesse lanciare un chiaro messaggio di forza. La risposta dello Stato Italiano alle richieste dei manifestanti fu una feroce repressione, consumatasi prima nelle strade, nelle scuole, negli ospedali e nelle caserme-lager, poi nei tribunali, decretando l'inizio di una durissima stagione di compressione dei diritti democratici, effettuata a larga scala.

Per ricondurre al clima che si stabilì in quei giorni basta citare due virgolettati su tutti. Quello della commissione europea sui diritti dell'uomo che recitava: "Durante i giorni del G8 di Genova è avvenuta un interruzione dei diritti democratici". Il secondo virgolettato appartiene all'allora vice questore di Genova Michelangelo Fournier che a sei anni di distanza dai fatti riferì al tribunale di Genova dell'operato dei suoi colleghi parlando di "Macelleria Messicana".

Alcuni di quelli che a Genova ci furono portano con se anche di peggio, ovvero il carico di dover affrontare come imputati i vari processi nati a seguito dell'evento.

Quelli di Genova e Cosenza sono stati i processi più seguiti dai media poiché i fatti contestati si riferivano ad eventi accaduti nei tre giorni del G8. Ma a seguito del meeting genovese sono sorti altri filoni d'inchiesta e sono stati aperti altri processi. Uno di questi verrà celebrato anche a Taranto, il 4 Febbraio nei confronti di 19 imputati accusati a vario titolo di 18 reati tra cui quello di associazione sovversiva locale finalizzata al sovvertimento dell'ordinamento politico economico e sociale dello stato.

L'inchiesta tarantina seguita dal PM Ida Perrone e dal GIP Ciro Fiore, prende in considerazione il periodo che va dal 24 07 2001 sino al 01 01 2002. Cerchiamo di raccontare brevemente l'impianto accusatorio del processo jonico dovendo doverosamente ricordare che gli atti di tale processo sono stati interamente trasferiti alla procura di Cosenza, che raccogliendo anche altre presunte prove ha di fatto aperto una seconda procedura a carico degli indagati. A Cosenza, dove si era giunti alle richieste di condanna per 13 persone, di cui 2 inserite anche nel provvedimento della procura di Taranto, il 24 aprile 2008 il Giudice ha però assolto tutti gli imputati con formula piena perché il fatto non sussiste. Essendo il processo cosentino un´indagine definita fotocopia, poiché i reati contestati erano i medesimi che venivano mossi i dalla procura di Taranto, ci si attendeva dopo l´assoluzione in Calabria l´archiviazione anche sull´altra sponda dello Jonio. Così non è stato, ed anzi nel frattempo l´accusa del processo cosentino è ricorsa in appello, riaprendo anche l´altro fronte di inchiesta in quel di Catanzaro.

L'impianto accusatorio dei PM tarantini basa sulla serie di reati succitata tenuti insieme dalla cornice del reato più grave ovvero l'associazione sovversiva. I reati di cui si parla sono tutti correlati ad iniziative politiche e sociali degli imputati, attività che gli stessi svolgevano alla luce del giorno, utilizzando sigle dichiarate e riconoscibili ed una sede aperta al pubblico. I PM però contestano l'inasprirsi degli atteggiamenti degli imputati in tali iniziative. Opponendosi agli ordini del questore e contravvenendo a quelli dei dirigenti di piazza, gli imputati mostravano un atteggiamento globalmente ostile verso lo stato e i suoi rappresentanti. La maggiorparte dell'inchiesta però fonda su intercettazioni telefoniche delle utenze private degli imputati e della sede che al tempo utilizzavano. Le intercettazioni riguardano l'intero periodo iniziale del 2001, ovvero i mesi in cui tutte le realtà italiane erano intente nella preparazione del Social Forum a Napoli in marzo ed il G8 a Genova in luglio. Telefonate in cui si parla di assemblee da organizzare, contatti con altre strutture per il coordinamento, iniziative da tenere. Insomma parrebbe rientrare nella sfera del normale per persone che si occupano di politica. Per la Procura di Taranto invece no! questo è stato indice di quanto potente fosse la struttura organizzativa messa in piedi ed in accoppiata con i contestati metodi violenti utilizzati dal gruppo, è quanto necessario affinchè vi sia associazione sovversiva. Scattano dunque arresti, perquisizioni, sequestro di materiali informatici, custodie cautelari.

Dunque c'è da chiedersi: qualcuno voleva sovvertire violentemente gli ordini economico-sociali dello Stato? Secondo i PM di Taranto gli indagati volevano tutto questo. Ma in realtà tutto questo è il prezzo che chiunque deve pagare quando rivendica il diritto a riappropriarsi del proprio futuro e a ribellarsi alle logiche del profitto.

Infatti tutte le attività politiche-sociali svolte dagli imputati nel corso degli anni erano volte in difesa delle classi sociali più deboli ed in difesa di alcuni diritti che dovrebbero essere fondamentali, ma che nel nostro paese divengono inarrivabili. Gli imputati hanno solo rivendicato il diritto alla casa, al lavoro, agli spazi sociali, alla libera espressione, ad un ambiente pulito per una sana salute. Diritti che in un paese democratico sarebbero garantite nel nostro assumono il carattere di mera etichetta. Gli imputati hanno anche per anni denunciato i cortocircuiti delle amministrazioni e le loro tangenze pericolose. Tutto ciò che veniva denunciato si è poi puntualmente verificato. Dal disastro ambientale perpetrato da grandi industrie e marina militare sino alla condanna di vari politici locali. Tutto era come quei "sovversivi" dicevano. l'immensa quantità di veleni nell'aria, malattie, morti bianche, bassa occupazione, collusione della politica con la mafia, malagestione del pubblico, fallimento del comune. E' realmente accaduto tutto: Primato europeo della diossina, tumori e leucemie con incidenze più alte che in qualsiasi altra città italiana, continuo stillicidio di operai in fabbrica, 25% di disoccupazione, un ex sindaco(Giancarlo Cito) condannato a 4 anni e 6 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa(art.416ter, per ricordarlo al diretto interessato che sproloquia ai quattro venti dicendo di aver fatto quasi 4 anni di carcere per un reato inesistente nel C.P.) scontati quasi interamente in carcere, impiegati e dirigenti comunali dalle buste paga d'oro un buco da quasi 1 miliardo di euro ed un altro ex sindaco(Rossana Di Bello) al centro dell'ennesima vicenda giudiziaria. Era doverosa questa premessa per dar conto che tutte le attività erano mosse da fondati sospetti che qualcosa non andasse. Dunque in questo scenario i PM definiscono sovversiva l'azione degli imputati. Evidentemente se sovversione c'è stata nella nostra città, i veri protagonisti si trovavano altrove intenti a manomettere i diritti in nome dei profitti. Il quadro sociale risulta effettivamente alterato rispetto ad una prospettiva legalitaria se non addirittura sovvertito. Ma si accusa di sovversione chi tutto questo tentava di smascherare.

Torniamo al processo provando ad analizzare i reati contestati soffermandoci brevemente su di essi cercando di capire quale entità di violenza possa esserci stata. Scopriamo che l´unico reato che può far pensare effettivamente a condotte violente è quello di detenzione di bastoni ed oggetti contundenti. Ma scendendo nel merito delle carte processuali riscontriamo che questo reato è riferito al possesso da parte degli imputati di tale materiale durante manifestazioni in piazza. Ed in questo modo arriviamo a dedurre che i bastoni non erano altro che aste per bandiere e stendardi e che gli oggetti contundenti erano bombolette spray. Queste "armi" secondo i PM sarebbero servite a sovvertire gli ordini dello Stato. Ma va! Come se non bastasse questo reato è già stato prescritto. Dunque le potenti "armi" dell´organizzazione non potranno concorre a prova di reato anche perché quegli oggetti non furono mai neppure sequestrati ma solo citati. E poi tutti gli altri reati che ad esser letti in chiave giuridica lasciano intendere scenari apocalittici ma che ascritti al loro merito lasciano pochi fraintendimenti. Imputazioni per violenza privata, sequestro di persona, e rapina; non sono altro che manifestazioni di protesta verso la presenza di esponenti neo fascisti di Forza Nuova. Ma l´apologia fascista non è un reato contemplato dalla Costituzione? Si chiederà qualcuno. La risposta è si! Ma in Italia qualcuno lo ha dimenticato. Tanto che, chi inneggia al 20ennio più buio della nostra storia non subisce alcuna sanzione, contrariamente chi vorrebbe che la Costituzione fosse rispettata osteggiando i nuovi fascismi diviene imputato nei Tribunali. Misteri Italiani! La rimozione di una celtica diventa rapina, la manifestazione di dissenso davanti ad una sede ForzaNuovista diventa sequestro di persona, naturalmente le invettive antifasciste divengono minacce. Le stesse organizzazioni che oggi sono puntualmente strumento di diffusione della paura contro il diverso, che cementifica l'ulteriore compressione di diritti umani mediante una palese 'deriva securitaria'.

E poi una serie di reati per inosservanza degli ordini delle autorità, oltraggio a corpo politico, violenza, resistenza o minaccia a Pubblico Ufficiale. A rafforzare il sistema di accusa che attribuisce tutti questi reati, esiste un solo referto medico. Un referto di 7 giorni per contusioni inferte ad un ispettore di Polizia. Seppure fosse vero un pò poco per poter parlare di sovversione. I reati di oltraggio sono stati oltretutto depenalizzati, come non esiste più quello di propaganda ed apologia sovversiva. Rispetto alla resistenza a Pubblico Ufficiale diciamo solo che dato l´atteggiamento che le forze di sicurezza assumono in piazza, diviene difficile "non resistere".

Il resto dei reati contestati sono una serie di sciocchezze gratuite. Uno va a pisciare e siccome li c´è una telecamera nascosta che riprende, quello che è un atto umano diventa produzione e diffusione di spettacoli osceni. Mah?!? Una scritta dai contenuti sociali vergata sui muri diviene deturpamento ed imbrattamento. Un murales, tanto migliore delle oscene opere e del degradante grigiore che le amministrazioni ci propinano, diventa danneggiamento della cosa pubblica. Il recupero di posti abbandonati dalle istituzioni stesse e da privati diventa occupazione di edifici e terreni.

Chi accumula capitali ed immobili tanto da abbandonarne qualcuno, con pericolo per tutti, è tutelato dalla legge, chi rivendica spazi sociali perché proprietario di nulla è un criminale.

Potremmo continuare per pagine intere, citando esempi analoghi ma la conclusione purtroppo sarebbe la medesima. Il restringersi perpetuo del sistema democratico passa per la repressione del dissenso. Vietato sapere, parlare, impegnarsi alla costruzione di quel mondo migliore, oggi tanto più necessario quanto indispensabile. A tutti gli effetti possiamo considerare, quella italiana, quantomeno una democrazia autoritaria. I limiti dettati come democratici si restringono costantemente ed è sempre più ampia la porzione di società automaticamente tagliata fuori.

Alla luce di tutto questo pensiamo che non sia possibile affrontare la questione nei termini di una generica richiesta di solidarietà, ma che la gravissima limitazione degli spazi di agibilità democratica, personali e collettivi, che è in atto in questo paese vada combattuta interagendo con tutti i livelli con con i quali essa si concretizza sul territorio. E che sia indispensabile ribadire con forza la legittimità e le profonde motivazioni politiche, sociali e culturali dei percorsi attuali, in uno scenario dove, sia localmente sia al livello più generale, la distruzione dei territori e il saccheggio delle sue risorse, mostra tenacemente di voler proseguire la strada intrapresa.

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gror090203 (last edited 2009-02-03 18:32:19 by anonymous)