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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

ITALIA

Morti sul lavoro

Altri due operai hanno perso la vita in incidenti sul lavoro. Il primo, un bergamasco di 52 anni, è morto in una cava a Brembate (Bergamo), dopo essere stato travolto e schiacciato da una ruspa mentre stava lavorando. L'uomo è spirato poco dopo aver ricevuto i primi soccorsi. Un 28enne è precipitato al suolo da una tettoia in un cantiere di Napoli, alla Torretta, tra la stazione di Mergellina e la riviera di Chiaia. E' deceduto sul colpo.

Assassino a piede libero A 24 ore dal fermo, è già fuori Ivan Balzanella, il 20enne romano che ieri, in compagnia di due complici, ha tentato di dar fuoco con un accendino e una bomboletta spray a un ragazzo di passaporto bengalese di 18 anni. All'aggressore, già resosi protagonista di un altro caso di aggressione a sfondo razziale avvenuto nel mese di dicembre, è stato imposto l'obbligo di firma. La vittima già in passato era stata avvicinato da Balzanella con minacce e percosse. «Voi dovete sparire di qui, questo è il mio quartiere», aveva urlato ieri Balzanella contro il ragazzo, mentre tentava di dargli fuoco.

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Elezioni politiche in Israele

È un testa a testa serrato tra Tzipi Livni, candidata del partito centrista ‘Kadima’ e Benyamin Netanyahu della destra ‘Likud’, entrambi proclamatisi vincitori delle elezioni politiche di ieri. In base i risultati parziali, infatti, Kadima ha ottenuto 28 seggi, contro i 27 del Likud, raccogliendo consensi soprattutto a Tel Aviv mentre nella capitale il partito di Netanyahu ‘stravince’ con il 24% delle preferenze. La formazione di estrema destra Yisrael Betenou di Avidgor Lieberman, con 15 seggi (contro gli 11 della precedente legislatura) costringe il partito dei Lavoratori di Ehud Barak al quarto posto con soli 13 rappresentanti a fronte dei 19 precedenti. Con il sostegno dell’estrema destra e dei partiti religiosi dunque, Netanyahu sembrerebbe avere maggiori possibilità di Livni di formare un governo stabile, potendo contare una coalizione all’interno del parlamento che oscilla – secondo il quotidiano Ha’aretz – tra i 63 e i 64 seggi, a fronte di quella centrista che dispone, teoricamente di un numero tra 56 e 57 rappresentanti. Al momento attuale lo spoglio non comprende i voti di circa 175.000 militari che dovrebbero pervenire entro domani ma che comunque, dicono gli analisti, non dovrebbero alterare il quadro complessivo. In base al sistema elettorale israeliano, il presidente Shimon Peres comincerà la prossima settimana le consultazioni, designando il deputato che ha maggiori possibilità di formare un governo. Il partito prescelto avrà 28 giorni – che il presidente può estendere di altri 14 – per formare una coalizione che comprenda almeno 61 dei 120 seggi presenti in Parlamento. L'affluenza degli elettori è stata pari al 65,2% di poco superiore a quella del 2006.

LIBANO: trasferimento dei documenti sull'assassinio di Hariri Tutti i documenti dell'inchiesta internazionale sull'assassinio dell'ex premier libanese Rafik Hariri sono stati trasferiti all'Aja, dove il primo marzo comincerà il relativo processo da parte di un tribunale speciale formato da 11 giudici, di cui quattro libanesi. Il trasferimento è avvenuto lunedì notte, ha reso noto il premier libanese, Fuad Siniora, precisando inoltre che per il trasferimento di quattro generali libanesi ritenuti coinvolti nella vicenda e in carcere in Libano sarà invece necessaria l' approvazione del consiglio dei ministri. L'annuncio di Siniora avviene alla vigilia di una grande manifestazione prevista per sabato, in occasione dell' anniversario dell'attentato in cui il 14 febbraio 2005 furono uccisi Hariri e altre 22 persone. Il regime siriano è stato più volte accusato di essere responsabile di quell'attentato, ma Damasco ha sempre negato ogni coinvolgimento.

VIOLENZA E NARCOTRAFFICO A CHIHUAHUA

Sono almeno 20 le vittime di diversi episodi di violenza occorsi nel giro di poche ore nello stato settentrionale di Chihuahua, alla frontiera con gli Stati Uniti, dove da tempo è in corso una ‘guerra senza quartiere’ tra cartelli della droga rivali. L’episodio più grave è avvenuto nel comune di Villa Ahumada, a 130 chilometri dalla capitale Ciudad Juárez, quando un gruppo di uomini armati ha sequestrato nove persone asserragliandosi in una fattoria: circondati dall’esercito, i rapitori hanno ucciso sei ostaggi prima di darsi alla fuga ingaggiando una sparatoria con i soldati lungo la strada Ciudad Juárez-Chihuahua; nello scontro sono rimasti uccisi 14 sequestratori e un militare. Ciudad Juárez, un milione e mezzo di abitanti, già tristemente nota, a partire dagli anni ‘90, per la strage impunita di numerose donne, è al centro dello scontro tra l’omonimo cartello della droga e quello di Sinaloa.

AFGHANISTAN Due autobombe esplose in rapida successione a Baghdad, nell'area di Bayaa, hanno provocato almeno 16 morti e più di quaranta feriti. L'attentato è avvenuto presso una stazione di autobus. Il bilancio è di almeno 19 morti e 54 feriti. Intanto, è giunto nella capitale irachena, il capo della diplomazia iraniana Manouchehr Mottaki. AZERBAIGIAN Il capo di stato maggiore dell'aeronautica azera è stato assassinato a Baku. Un uomo non identificato ha aperto il fuoco contro il generale Rail Rzayev, colpendolo alla testa mentre si accingeva a salire su un auto, di fronte alla sua abitazione. Rzayev, che era al vertice dell'aeronautica sin dai primi anni novanta, è morto nell'ospedale militare in cui era stato ricoverato d'urgenza.

MEND

«Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger [Mend], intende mettere sull’avviso l’Agip per il fatto che il suo governo, come quello britannico, con le sue azioni mette a serio rischio le aziende e i lavoratori italiani nella regione». E’ uno dei passaggi salienti del comunicato del Mend inviato oggi al Times of Nigeria. La regione è il cuore petrolifero del paese africano, il Delta del fiume Niger, dove l’Agip è presente assieme ad altre società del gruppo Eni. Le «azioni» del governo italiano sono quelle annunciate ieri dal ministro degli esteri Franco Frattini: l’Italia ha offerto [non si sa ancora in che termini] due motovedette come quelle della flotta della guardia di finanza al governo nigeriano per il pattugliamento delle acque del Delta. Secondo il Mend, «Il governo italiano, attraverso il ministro degli esteri, ha fatto un’offerta non richiesta per due navi d’attacco ai militari nigeriani che stanno conducendo una guerra ingiusta contro le popolazioni del Delta del Niger». «Mentre alcuni gruppi lavorano sul cammino della pace, del dialogo e della riconciliazione – continua il comunicato del Mend – l’Italia, come il governo britannico, crede che il modo migliore per far continuare a fluire dal Delta del Niger un petrolio sporco di sangue sia appoggiare un esercito indisciplinato e illegittimo, che opprime popoli da lungo tempo marginalizzati e abusati. Sappiamo che le navi d’attacco sono assaggi di quelli che possono essere futuri acquisti di modelli simili, a vantaggio dei fabbricanti di navi in Italia, e chi le riceve è troppo stupido e cieco per vedere che si tratta solo di un nuovo cavallo di Troia commerciale».

La Farnesina, secondo l’agenzia di stampa Reuters, ha precisato che sarebbe stata fatta un’offerta per due navi, ma senza la conclusione di alcun accordo.

Gb. Nuove proteste contro lavoratori stranieri a Staythorpe Nuovo sciopero selvaggio contro l’impiego di manodopera straniera in Gran Bretagna: centinaia di lavoratori della centrale di Staythorpe hanno infatti partecipato a una manifestazione contro la francese Alstom, rea di aver subappaltato parte dei lavori di costruzione dell’impianto a una ditta spagnola. Come riporta l’edizione online del Guardian, i lavoratori britannici richiederebbero una parte dei circa 850 posti di lavoro andati agli operai specializzati in maggioranza spagnoli. I manifestanti – circa 500 – hanno chiesto un accordo simile a quello trovato nel caso della raffineria di Lindsey, ovvero una ripartizione al 50 per cento fra disoccupati britannici e operai stranieri. Maggiore trasparenza è richiesta, inoltre, per quel che riguarda i salari: secondo le procedure dell’Ue, infatti, le imprese straniere che utilizzano il proprio personale per progetti a termine in un altro Paese devono far sì che questi abbiano gli stessi diritti dei lavoratori locali.

FRANCIA: manifestazioni contro la riforma Uni Circa 50 mila insegnanti-ricercatori e studenti hanno manifestato ieri a Parigi contro la riforma del loro statuto, della formazione degli insegnanti e contro i tagli di posti. Ci sono stati anche altri cortei a Aix en Provence, Avignone, Tolosa, Strasburgo, Bordeaux o Marsiglia. A Lione, 5 mila persone hanno manifestato, a Grenoble, erano tra 12 mila e 20 mila a sfilare. La ministra dell’università e della ricerca Valérie Pécresse ha annunciato la nomina di una mediatrice incaricata di «rilavorare» al decreto. Anche se Pécresse ha ribadito che la riforma verrebbe applicata già da settembre 2009. Lunedì 9, decine di presidenti di università hanno lanciato l’Appello della Sorbona per chiedere a loro volta il ritiro del decreto sullo statuto degli insegnanti-ricercatori.

Sommario

MEND

«Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger [Mend], intende mettere sull’avviso l’Agip per il fatto che il suo governo, come quello britannico, con le sue azioni mette a serio rischio le aziende e i lavoratori italiani nella regione». E’ uno dei passaggi salienti del comunicato del Mend inviato oggi al Times of Nigeria. La regione è il cuore petrolifero del paese africano, il Delta del fiume Niger, dove l’Agip è presente assieme ad altre società del gruppo Eni. Le «azioni» del governo italiano sono quelle annunciate ieri dal ministro degli esteri Franco Frattini: l’Italia ha offerto [non si sa ancora in che termini] due motovedette come quelle della flotta della guardia di finanza al governo nigeriano per il pattugliamento delle acque del Delta. Secondo il Mend, «Il governo italiano, attraverso il ministro degli esteri, ha fatto un’offerta non richiesta per due navi d’attacco ai militari nigeriani che stanno conducendo una guerra ingiusta contro le popolazioni del Delta del Niger». «Mentre alcuni gruppi lavorano sul cammino della pace, del dialogo e della riconciliazione – continua il comunicato del Mend – l’Italia, come il governo britannico, crede che il modo migliore per far continuare a fluire dal Delta del Niger un petrolio sporco di sangue sia appoggiare un esercito indisciplinato e illegittimo, che opprime popoli da lungo tempo marginalizzati e abusati. Sappiamo che le navi d’attacco sono assaggi di quelli che possono essere futuri acquisti di modelli simili, a vantaggio dei fabbricanti di navi in Italia, e chi le riceve è troppo stupido e cieco per vedere che si tratta solo di un nuovo cavallo di Troia commerciale».

La Farnesina, secondo l’agenzia di stampa Reuters, ha precisato che sarebbe stata fatta un’offerta per due navi, ma senza la conclusione di alcun accordo.

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

ESTERI

ISRAELE

È un testa a testa serrato tra Tzipi Livni, candidato del partito centrista ‘Kadima’ e Benyamin Netanyahu della destra ‘Likud’, entrambi proclamatisi vincitori delle elezioni politiche di ieri. Dopo lo scrutinio del 99% dei voti, infatti, il primo risulta essere in testa con un seggio più del secondo la cui coalizione tuttavia, risulta la più forte per formare un governo. In base i risultati parziali, infatti, Kadima ha ottenuto 28 seggi, contro i 27 del Likud, raccogliendo consensi soprattutto a Tel Aviv mentre nella capitale il partito di Netanyahu ‘stravince’ con il 24% delle preferenze. Ma il vero vincitore delle votazioni, secondo numerosi osservatori, è la formazione di estrema destra Yisrael Betenou di Avidgor Lieberman che con 15 seggi (contro gli 11 della precedente legislatura) costringe il partito dei Lavoratori di Ehud Barak al quarto posto con soli 13 rappresentanti a fronte dei 19 precedenti. Con il sostegno dell’estrema destra e dei partiti religiosi dunque, Netanyahu sembrerebbe avere maggiori possibilità di Livni di formare un governo stabile, potendo contare una coalizione all’interno del parlamento che oscilla – secondo il quotidiano Ha’aretz – tra i 63 e i 64 seggi, a fronte di quella centrista che dispone, teoricamente di un numero tra 56 e 57 rappresentanti. Al momento attuale lo spoglio non comprende i voti di circa 175.000 militari che dovrebbero pervenire entro domani ma che comunque, dicono gli analisti, non dovrebbero alterare il quadro complessivo. In base al sistema elettorale israeliano, il presidente Shimon Peres comincerà la prossima settimana le consultazioni, designando il deputato che ha maggiori possibilità di formare un governo. Il partito prescelto avrà 28 giorni – che il presidente può estendere di altri 14 – per formare una coalizione che comprenda almeno 61 dei 120 seggi presenti in Parlamento. L'affluenza degli elettori, nonostante le pessime condizioni meteorologiche, è stata pari al 65,2% di poco superiore a quella del 2006.

LIBANO

Tutti i documenti dell'inchiesta internazionale sull'assassinio dell'ex premier libanese Rafik Hariri sono stati trasferiti all'Aja, dove il primo marzo comincerà il relativo processo da parte di un tribunale speciale formato da 11 giudici, di cui quattro libanesi. Il trasferimento è avvenuto lunedì notte, ha reso noto il premier libanese, Fuad Siniora, precisando inoltre che per il trasferimento di quattro generali libanesi ritenuti coinvolti nella vicenda e in carcere in Libano sarà invece necessaria l' approvazione del consiglio dei ministri. L'annuncio di Siniora avviene alla vigilia di una grande manifestazione prevista per sabato, in occasione dell' anniversario dell'attentato in cui il 14 febbraio 2005 furono uccisi Hariri e altre 22 persone. Il regime siriano è stato più volte accusato di essere responsabile di quell'attentato, ma Damasco ha sempre negato ogni coinvolgimento.

AFGHANISTAN

È di almeno 19 morti e 54 feriti il bilancio di una serie di attentati dinamitardi compiuti oggi a Kabul. Il primo attacco ha avuto per bersaglio la sede del ministero di Giustizia situato nel cuore della capitale, vicino all'ingresso sud del palazzo presidenziale e al ministero delle Finanze. Un gruppo di quattro attentatori armati di mitragliatrici ha attaccato l'edificio: uno di loro si è fatto esplodere all'esterno del ministero, mentre gli altri tre hanno fatto irruzione all'interno. Un dipendente, Mahmood Jan, ha riferito di aver visto tre corpi - tra cui quello di un ufficiale di polizia - a terra. Le forze di sicurezza avevano intanto circondato l'edificio: «Ci hanno fatti uscire perchè ritenevano che altri due attentatori si trovassero ancora all'interno», ha raccontato. Un secondo attacco è stato compiuto contro un convoglio della polizia davanti alla sede del dipartimento del governo che ha la responsabilità del sistema penitenziario del paese. Un complice è intanto entrato all'interno dell'edificio, situato nella parte nord di Kabul.

AZERBAIGIAN

Il capo di stato maggiore dell'aeronautica azera è stato assassinato a Baku. Un uomo non identificato ha aperto il fuoco contro il generale Rail Rzayev, 64 anni, colpendolo alla testa mentre si accingeva a salire su un auto, di fronte alla sua abitazione. Rzayev, che era al vertice dell'aeronautica sin dai primi anni novanta, è morto nell'ospedale militare in cui era stato ricoverato d'urgenza

FRANCIA

Circa 50 mila insegnanti-ricercatori e studenti hanno manifestato ieri a Parigi contro la riforma del loro statuto, della formazione degli insegnanti e contro i tagli di posti. Ci sono stati anche altri cortei a Aix, Avignone, Tolosa, Strasburgo, Bordeaux o Marsiglia. A Lione, 5 mila persone hanno manifestato, a Grenoble, erano tra 12 mila e 20 mila a sfilare. La ministra dell’università e della ricerca Valérie Pécresse ha annunciato la nomina di una mediatrice incaricata di «rilavorare» al decreto. Anche se Pécresse ha ribadito che la riforma verrebbe applicata già da settembre 2009. Lunedì 9, decine di presidenti di università hanno lanciato l’Appello della Sorbona per chiedere a loro volta il ritiro del decreto sullo statuto degli insegnanti-ricercatori.

ACERRA

Gruppi di senza lavoro di Acerra, in provincia di Napoli, stanno occupando la carreggiata stradale nei pressi dello svincolo dell'asse mediano, all'uscita per i centri commerciali di Afragola, manifestando anche sui binari delle Ferrovie dello Stato ad Acerra. «Vogliamo certezze delle promesse fatte dalle istituzioni per le nostre assunzioni nell'inceneritore - hanno spiegato i manifestanti - ed il pagamento dei rimborsi spese da parte della Regione Campania per il progetto Isola nel quale siamo impegnati». Le manifestazioni stanno creando notevoli disagi alla circolazione stradale. Gli stessi disoccupati, appartenenti al movimento corsisti autorganizzati, hanno manifestato anche la scorsa settimana per le medesime ragioni.

LAVORO

La comunità romena del Lazio «sta fornendo un contributo lavorativo essenziale, pagando anche con la vita, come attesta il grave problema degli infortuni sul lavoro». Si legge nel quinto rapporto Caritas sull'immigrazione, presentato oggi. Nel 2004, contando all'interno della settimana anche le domeniche, si verificavano in media 3 infortuni al giorno, contro gli 8 al giorno del 2007 a fronte di una popolazione immigrata aumentata in misura inferiore. Si tratta di 3.017 denunce, delle quali più di un quarto (821) riguarda i romeni, «che si è soliti citare solo per la cronaca nera e non per questo pesante contributo». Anche i 7 casi mortali capitati in quell'anno riguardano unicamente i romeni. Roma risulta essere così, congiuntamente, un'area che preoccupa per i suoi aspetti problematici e che affascina per le sue virtualità, tra le quali va menzionato anche il lavoro autonomo, nel quale è inserito il 27% dei lavoratori italiani e, finora, solo il 14,2% di quelli immigrati

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gror090211 (last edited 2009-02-11 18:09:05 by anonymous)