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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

In primo Piano

Chavez sarà ancora rieleggibile, vince il sì al referendum

54,36% i sì al referendum costituzionale sull'abolizione del limite a due soli mandati per il Presidente della Repubblica e altre cariche pubbliche. Hugo Chavez potrà ricandidarsi per un terzo mandato nel 2012. Second il presidente, il voto odierno ha in sostanza dato il tempo che sarà necessario per portare a termine le trasformazioni 'bolivariane' promosse negli ultimi dieci anni dal suo governo. Chavez oggi è preoccupato della situazione economica: pochi mesi fa il petrolio si vendeva quasi a 150 dollari il barile, mentre oggi solo a 37. Grazie soprattutto alle entrate petrolifere, tra il 2002 e il 2007 - afferma la Cepal (commissione Onu per l'America Latina) - la poverta' nel paese si è ridotta dal 51% al 28%, mentre l'indigenza dal 25% all'8,5%. Il voto infligge un duro colpo all'opposizone che aveva puntato su questo referendum per delegittimare il presidente.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

AFGHANISTAN: ATTACCHI DELLA NATO E DEI TALEBANI, DECINE DI VITTIME

Nove civili afghani sono morti in un attacco dei talebani, mentre in un raid delle forze della coalizione a guida Usa (Enduring Freedom) nel sud-est del Paese sono stati uccisi 17 estremisti, tra i quali il comandante Mullah Dastagir. Il leader talebano, arrestato tempo fa ma poi rilasciato su ordine del presidente Amid Karzai, è considerato l'autore di una serie di attentati nella provincia di Badghis, la stessa dove è stato ucciso, vicino al confine con il Turkmenistan. Un soldato della Nato, la cui nazionalità non è stata rivelata, è stato ucciso nell'est del paese. Cinque civili sono stati uccisi da una bomba esplosa lungo il bordo della strada tra le province meridionali di Uruzgan e Kandahar. Altri tre civili sono stati uccisi in un episodio simile nella provincia di Kunar e un altro da una bomba piazzata su una bicicletta a Kandahar.

PAKISTAN: STRAGE DI CIVILI COLPITI DA UN AEREO USA

Un numero ancora imprecisato di persone ha perso la vita oggi in un bombardamento di un aereo statunitense senza pilota – i cosiddetti “droni” – contro un edificio scolastico nella regione tribale di Kurram, a nord-ovest del Pakistan. Un testimone locale ha detto di aver visto partire due missili partire dal drone e di aver trovato tra le macerie decine di cadaveri e una ventina di feriti. Secondo un'emittente televisiva privata pachistana dalle macerie sarebbero già stati estratti almeno 30 cadaveri, ma alcune fonti ritengono che il bilancio finale possa crescere ulteriormente. La notizia non è stata confermata da fonti ufficiali, secondo le quali nella scuola si stava tenendo un incontro di militanti “talebani” in lotta contro il governo afgano. Si tratta del primo attacco in Kurram, due giorni dopo un episodio simile che nel Waziristan meridionale, al confine con l’Afghanistan, ha ucciso 25 persone. Un cessate-il-fuoco di 10 giorni è stato annunciato ieri dai gruppi di combattenti attivi nella valle di Swat, nel nord est del paese, "come gesto di buona volontà". Secondo il loro portavoce, Muslim Khan, la tregua coincide con l’inizio di “colloqui tra il governo del Pakistan e Maulana Sufi Mohammad”, un esponente radicale dei gruppi tribali della valle di Swat.

Iraq: bomba a Baghdad e bomba nel sud: 8 morti

Almeno 4 civili sono morti e 10 altri sono rimasti feriti oggi in Iraq in seguito all' esplosione di un ordigno nell' est di Baghdad. Lo hanno riferito fonti della sicurezza, precisando che l'ordigno e' esploso al passaggio di un minibus sulla piazza al Hamza, nel grande e degradato sobborgo sciita Sadr city. Le fonti, citate dall'agenzia Nina, hanno precisato che tutte le vittime si trovavano a bordo del minibus al momento dell' esplosione. Quattro ragazzini di 14 e 15 anni che stavano giocando a calcio sono morti e 11 sono rimasti feriti quando il loro pallone ha colpito un razzo abbandonato facendolo esplodere. E' accaduto ad Amara, nel sud dell'Iraq. Vaste zone del paese non sono mai state bonificate da una grande quantità di ordigni disseminati in trent'anni di guerre quasi continue.

Israele: per lo scambio di prigionieri, Tel Aviv vuole l'esilio per quattro di loro

I leaders palestinesi che potrebbero essere liberati in cambio del caporale Gilad Shalit non potranno tornare a Gaza o in Cisgiordania, ma dovranno andare in esilio in Siria o in Libano: questa la condizione richiesta da Israele, ma il capo dell'intelligence egiziana Omar Suleiman - mediatore nei negoziati tra Israele e Hamas - è contrario. Secondo quanto riporta il giornale libanese al-Safir, lo scambio di prigionieri dovrebbe avvenire in tre fasi principali: liberazione di 350 detenuti palestinesi scelti tra le persone considerate meno pericolose dagli israeliani e apertura dei valichi di frontiera con Gaza; consegna del caporale israeliano Shalit da parte di Hamas ai mediatori egiziani e liberazione di altri 550 palestinesi definiti di 'media pericolosità'; ritorno di Shalit in Israele e liberazione di altri 400 palestinesi ritenuti di maggiore pericolosità. Ancora divergenze tra le parti riguardo quattro dirigenti palestinesi. Due razzi sono stai lanciati, questa mattina, dalla Striscia di Gaza verso la zona meridionale d'Israele, senza causare danni. Gli israeliani hanno bombardato la Philadelphia route, zona al confine tra la Striscia e l'Egitto, e un palestinese è morto nell'attacco. E proprio ieri diciassette ettari di terreno nei pressi di Gerusalemme, in Cisgiordania, e quindi palestinesi, sono stati acquisiti dal patrimonio pubblico dello Stato d'Israele. Lo riferisce il quotidiano israeliano Ha'aretz. L'atto riguarda la zona a nord dell'insediamento di Efrat, dichiarata patrimonio pubblico dall'amministrazione civile locale dopo il rigetto di una serie di ricorsi contro l' iniziativa presentati da cittadini e istituzioni palestinesi. Efrat sorge su una collina a ridosso di Gerusalemme e, con 9mila abitanti circa, è l'insediamento di coloni ebrei più grande nell'area detta di Gush Etzion.

FILIPPINE: IL GOVERNO VUOLE SGOMBERARE MIGLIAIA DI RIFUGIATI

La decisione di espellere decine di migliaia di rifugiati interni dai campi profughi nell'isola meridionale di Mindanao suscitato profonde preoccupazioni, anche se le autorità hanno annunciato che i campi di Mindanao non verranno chiusi subito, ma che l'azione governativa attualmente è diretta "a reintegrare i rifugiati nelle loro rispettive comunità di appartenenza". Molti operatori umanitari, però, hanno sottolineato che potrebbe rivelarsi molto pericoloso per i rifugiati uscire dai campi mentre ancora avvengono scontri tra le truppe governative e i ribelli musulmani del Fronte Moro di Liberazione Nazionale (Milf). L'allontanamento riguarda almeno 112 mila persone, situate nei campi delle province di Maguindanao e Lanao del Norte. Un operatore umanitario ha spiegato all'agenzia stampa Irin News che a molte di queste persone è stata bruciata e distrutta la casa e non possono tornare indietro, perché non troverebbero più nulla.

MIGRANTI: NAUFRAGIO ALLE CANARIE, MORTI E DISPERSI

Sono per il momento cinque, tra cui una bambina, le vittime accertate del naufragio di un barcone carico di un numero ancora imprecisato di migranti di origine africana, rovesciatosi ieri sera di fronte alle coste di Teguise a Lanzarote, nelle isole Canarie. La stampa spagnola riferisce che a pochi metri dal litorale sono stati ritrovati i cadaveri di una bambina, tre uomini e una donna; sei i sopravvissuti, ricoverati in ospedale con sintomi di ipotermia, avvistati e tratti in salvo da due surfisti che si sono tuffati in acqua insieme ad alcuni abitanti, muniti di cime e salvagente, sentendo le grida dei naufraghi. Secondo le informazioni raccolte tra i superstiti la barca trasportava 24-28 persone di origine magrebina, presumibilmente partiti dal Marocco; alcuni testimoni avrebbero visto altri tre migranti raggiungere la spiaggia e lasciare la zona a piedi. Le autorità di Lanzarote hanno già definito nella notte vane le speranze di trovare altri sopravvissuti.

ITALIA

ROMA: AGGRESSIONE FASCISTA OGGI ALL'UNIVERSITA'

Oggi il Ministro Tremonti sarebbe dovuto venire ospite alla Sapienza, ma immaginando possibili contestazioni, ha deciso di rinunciare. E' stato convocato comunque un sit-in di un centinaio di studenti che hanno portato uno striscione con scritto: "Tremonti rinuncia Frati denuncia". Infatti nel corso dell'ultima settimana, sono arrivate una quarantina di denunce a carico degli studenti dell'Onda per le contestazioni dell'inaugurazione dell'anno accademico, oltre a quelle per l'azione simbolica che si era tenuta alla festa del cinema. Durante lo svolgimento del sit-in, uno studente di Scienze Politiche della Sapienza, che si era allontanato, è stato aggredito e ferito da due provocatori, due fascisti che ostentavano saluti romani. Alla Sapienza sono già avvenute aggressioni simili (Forza Nuova quest'estate), che vengono nella norma lasciate impunite e classificate come risse.

ROMA: REPRESSIONE CONTRO I NO VAT

Sab. 14 febbraio, già alla partenza, la Digos vorrebbe sequestrare uno striscione del gruppo M.E.G.A. (Movimento emergente giovani anticlericali) su cui era scritto 'Ratzi-nazi', accompagnato da un cartellone che rappresenta Ratzinger con i baffetti alla Hitler e la svastica sullo sfondo. Striscione e cartellone, però, riescono a sfilare per tutto il percorso, con la solidarietà e la protezione dell'intero corteo. Ma alla fine della manifestazione, mentre quelle/i di MEGA stanno allontanandosi da Campo de' Fiori, vengono fermati da circa dieci agenti della Digos che, dopo l'identificazione, portano in questura un'attivista per procedere con il sequestro del cartellone e dello striscione 'incriminati'. L'attivista viene indagata per 'vilipendio a Capo di Stato estero'. Il fatto si aggiunge al fermo delle/i 13 attiviste/i di Facciamo Breccia per l'occupazione simbolica di piazza San Pietro lo scorso anno - occupazione con cui si voleva protestare contro il divieto che il Pride arrivasse in piazza S. Giovanni. Abbiamo dunque ulteriore conferma del totale asservimento delle istituzioni nella difesa dei privilegi e dello strapotere vaticani. Ratzinger può stigmatizzare e criminalizzare chiunque voglia autodeterminarsi, ma non è permesso esprimere alcuna critica alle sue parole. Non è nemmeno concesso di ricordare i suoi trascorsi nazisti né di proferire parola sulla riabilitazione di vescovi negazionisti, sulla santificazione dei torturatori delle dittature latinoamericani, sulla beatificazione di centinaia di franchisti. Il vero e unico vilipendio, invece, è quello alla laicità e all'autodeterminazione. Ma il movimento non intendiamo fare nessun passo indietro.

ROMA: ANCORA RICOVERATI I 4 ROMENI COLPITI DAI RAZZISTI

Restano in serie condizioni due dei quattro cittadini romeni feriti ieri sera all'interno di una kebabberia. Una ventina di giovani incappucciati, dopo avergli domandato da dove venissero, li hanno aggrediti urlando “Romeni adesso vi ammazziamo” e colpendoli ripetutamente a colpi di mazze di legno. Il locale, sulla via Appia, dista poche centinaia di metri dal luogo dove l'altro ieri sera sono stati aggrediti i due fidanzatini di 14 e 16 anni: lei era stata stuprata da due uomini da lei stessa indicati dell'Est Europa. Un altro immigrato, invece, è stato aggredito e pestato in via Tuscolana. Nella stessa zona poco prima si era svolta per le vie del quartiere una manifestazione di Forza Nuova per protestare contro lo stupro avvenuto nel parco della Caffarella.

ROMA: IL SINDACO ORDINA SGOMBERI NEI CAMPI ROM

Per dimostrare che il Comune agisce con decisione per proteggere i cittadini, Gianni Alemanno ha deciso di colpire i campi rom che circondano la capitale. Oltre 200 carabinieri in azione da questa mattina all'alba in decine di strutture definite “abusive”, rifugi per migliaia di persone senza le possibilità economiche di sostenere il caro-affitti. In particolare, sgomberate o abbattute decine di abitazioni di fortuna nella pineta di Castelfusano e Ostia, dove ci sono famiglie provenienti dalla ex Jugoslavia. E intanto Veltroni invoca "più poliziotti, più carabinieri, più agenti della finanza nelle strade" per proteggere i cittadini e le donne. Il PD attacca da destra il governo Berlusconi... mitico.

VICENZA: GROSSA MANIFESTAZIONE NO DAL MOLIN CONTRO LA REPRESSIONE

Migliaia di vicentini hanno sfilato ieri pomeriggio verso la questura cittadina per denunciare la militarizzazione della città e il tentativo di prefetto e questore di criminalizzare chi si batte contro la nuova base statunitense. Vicenza ha risposto in massa in difesa della libertà di espressione e in opposizione a una nuova base di geurra. Martedì 10 il questore Sarlo e i suoi uomini avevano messo l'intero territorio vicentino in stato quasi da coprifuoco militare, fermando 16 persone e minacciandone decine di arresto per i blocchi dei camion che accedono al cantiere.


Gr 13:00

In primo Piano

Chavez sarà rieleggibile a vita, vince il sì al referendum

I sì al referendum costituzionale sull'abolizione del limite a due soli mandati per il Presidente della Repubblica e di altre cariche pubbliche si si sono imposti con il 54,36% . Una modifica della costituzione fortemente voluta da Hugo Chavez che gli permettera' di ricandidarsi per un terzo mandato nel 2012. La Costituzione limita infatti a due i mandati presidenziali: sulla base dell'attuale Carta Magna, Chavez (54 anni) dovrebbe quindi lasciare il potere nel 2012, visto che e' stato gia' rieletto nel 2006. Subito dopo aver votato, e' stato lo stesso Chavez a riferire alla stampa il significato del referendum: "oggi si decide il mio destino politico", ha detto, ricordando che quello in corso in Venezuela e' un "processo storico". Il paese sapra' infatti "andare avanti" lungo la strada della "rivoluzione socialista", ha proseguito Chavez, che con il voto odierno ha in sostanza chiesto 'tempo' ai 17 milioni di elettori, per portare a termine le trasformazioni 'bolivariane' promosse negli ultimi dieci anni dal suo governo. Nei giorni scorsi, Chavez si e' prodigato con determinazione soprattutto contro il fantasma dell'astensione, uno dei dati chiave che nel referendum del 2 dicembre del 2007 portarono i 'no' alla vittoria, ma solo per un soffio, mandando in cantina la riforma costituzionale del presidente, che includeva tra l'altro proprio una rielezione illimitata. Piu' che in altre occasioni, a preoccupare Chavez oggi e' la situazione economica. Anche il presidente deve infatti fare i conti con la crisi internazionale. Caracas non e' piu' la 'Venezuela saudita' dei tempi in cui il greggio era vicino a 150 dollari il baril, mentre oggi e' quota 37. Proprio questo aspetto riduce sensibilmente i margini di manovra della finanziaria per il 2009, pari a 77 miliardi di dollari. In parte grazie al fiume di petrodollari degli ultimi anni, tra il 2002 e il 2007 - afferma la Cepal (commissione Onu per l'America Latina) - la poverta' nel paese e' scesa dal 51% al 28%, mentre l'indigenza e' passata dal 25% all'8,5%. Il voto se da una parte premia Chavez dall'altra infligge un duro colpo all'opposizone che aveva punato su questo referendum per delegittimare lo stesso presidente. I sondaggi della vigilia avevano già confermato la grande popolarita' del leader bolivariano, vicina al 70 per cento.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

VITTIME IN VILLAGGIO AL CONFINE CON AFGHANISTAN PER ATTACCO AMERICANO

Un numero ancora imprecisato di persone ha perso la vita oggi in un bombardamento di un aereo statunitense senza pilota – i cosiddetti “droni” – contro un edificio scolastico nella regione tribale di Kurram, a nord-ovest del Pakistan. Un testimone locale ha detto di aver visto partire due missili partire dal drone e di aver trovato tra le macerie decine di cadaveri e una ventina di feriti. Secondo un'emittente televisiva privata pachistana dalle macerie sarebbero già stati estratti almeno 30 cadaveri, ma alcune fonti ritengono che il bilancio finale possa crescere ulteriormente. La notizia non è stata confermata da fonti ufficiali, secondo le quali nella scuola si stava tenendo un incontro di militanti “talebani” in lotta contro il governo afgano. Si tratta del primo attacco in Kurram, due giorni dopo un episodio simile che nel Waziristan meridionale, al confine con l’Afghanistan, ha ucciso 25 persone. Un cessate-il-fuoco di 10 giorni è stato annunciato ieri dai gruppi di combattenti attivi nella valle di Swat, nel nord est del paese, "come gesto di buona volontà". Secondo il loro portavoce, Muslim Khan, la tregua coincide con l’inizio di “colloqui tra il governo del Pakistan e Maulana Sufi Mohammad”, un esponente radicale dei gruppi tribali della valle di Swat.

Iraq: bomba a Sadr City, 4 morti

Ordigno esplode al passaggio di un minibus (ANSA) - BAGHDAD, 16 FEB - Almeno 4 civili sono morti e 10 altri sono rimasti feriti oggi in Iraq in seguito all' esplosione di un ordigno nell' est di Baghdad.Lo hanno riferito fonti della sicurezza, precisando che l'ordigno e' esploso al passaggio di un minibus sulla piazza al Hamza, nel grande e degradato sobborgo sciita Sadr city. Le fonti, citate dall'agenzia Nina, hanno precisato che tutte le vittime si trovavano a bordo del minibus al momento dell' esplosione.

Torture a Guantanamo, pressioni USA per il silenzio inglese

Il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, ha mentito. E' questa l'accusa che si legge oggi fra le righe del Guardian, chedi sulle presunte torture subite da Binyam Mohammed, un detenuto di Guantanamo, residente in Gran Bretagna, non molla la presa.

Per il Guardian ora ci sono le prove che Washington ha effettivamente esercitato pressioni su Londra per impedire la divulgazione dei documenti sulle torture subite da Mohamed. Funzionari del Foreign Office avrebbero sollecitato gli Stati Uniti a mettere nero su bianco in una lettera che se le prove fossero state rivelate, Washington avrebbe smesso di scambiare informazioni di intelligence con il Regno Londra. Proprio l'esistenza di questa lettera avrebbe persuaso i due giudici dell'Alta Corte inglese il 4 febbraio scorso a bloccare la pubblicazione dei documenti denunciando delle minacce degli Stati Uniti. Minacce che erano state appunto smentite da Miliband.

Arrestato nel 2002 e successivamente trasferito in Marocco, Binyam - secondo i suoi legali - subì interrogatori e torture e poi fu deportato nella prigione militare Usa a Cuba. Mohamed Binyam, in sciopero della fame da quasi un mese, è uno degli ultimi detenuti di Guantanamo, dopo il via libera del presidente Usa Barack Obama alla chiusura della famigerata struttura militare sull'isola di Cuba. Il suo rientro nel Regno Unito è atteso a giorni dopo che le accuse di terrorismo e collaborazionismo con al Qaeda sono state ritirate.

Le condizioni di Israele per l'operazione Shalit: in esilio i palestinesi liberati

I leader palestinesi che potrebbero essere liberati in cambio del rilascio di Gilad Shalit non potranno tornare a Gaza o in Cisgiordania, ma dovranno andare in esilio in Siria o in Libano. E' la condizione su cui continua a insistere Israele, mentre si continua a lavorare all'accordo con Hamas, secondo quanto scrive il quotidiano arabo edito a Londra al-Hayat.

Il giornale ricorda che il movimento di resistenza islamico deve ancora rispondere a questa richiesta dello Stato israeliano, ma venerdi' scorso si e' espresso il capo dell'intelligence egiziana Omar Suleiman - che media i negoziati tra Israele e Hamas - sostenendo che il Cairo è contrario a questa condizione.

Secondo quanto riporta il giornale libanese al-Safir, lo scambio di prigionieri dovrebbe avvenire in tre fasi principali. La prima prevede la liberazione di 350 detenuti palestinesi scelti tra le persone considerate meno pericolose dagli israeliani insieme all'apertura dei valichi di frontiera con Gaza. La seconda fase invece prevede la consegna del caporale israeliano Shalit da parte di Hamas ai mediatori egiziani in cambio della liberazione di altri 550 palestinesi definiti di 'media pericolosità'.

La terza e ultima fase prevede invece il ritorno di Shalit in Israele in cambio della liberazione di altri 400 palestinesi la cui pericolosità risulta essere maggiore rispetto a quelli rilasciati in precedenza. Anche per il giornale libanese le divergenze tra le parti si ridurrebbero ai nomi di quattro dirigenti palestinesi per i quali Israele chiede l'allontanamento dai territori occupati.

MIGRANTI: NAUFRAGIO ALLE CANARIE, MORTI E DISPERSI

Sono per il momento cinque, tra cui una bambina, le vittime accertate del naufragio di un barcone carico di un numero ancora imprecisato di migranti di origine africana, rovesciatosi ieri sera di fronte alle coste di Teguise a Lanzarote, nelle isole Canarie. La stampa spagnola riferisce che a pochi metri dal litorale sono stati ritrovati i cadaveri di una bambina, tre uomini e una donna; sei i sopravvissuti, ricoverati in ospedale con sintomi di ipotermia, avvistati e tratti in salvo da due surfisti che si sono tuffati in acqua insieme ad alcuni abitanti, muniti di cime e salvagente, sentendo le grida dei naufraghi. Secondo le informazioni raccolte tra i superstiti la barca trasportava 24-28 persone di origine magrebina, presumibilmente partiti dal Marocco; alcuni testimoni avrebbero visto altri tre migranti raggiungere la spiaggia e lasciare la zona a piedi. Le autorità di Lanzarote hanno già definito nella notte vane le speranze di trovare altri sopravvissuti.

GB: COLLISIONE TRA SOTTOMARINO NUCLEARE FRANCESE E BRITANNICO

Londra, 16 feb. - (Adnkronos) - Collisione nell'Atlantico tra un sottomarino nucleare britannico e uno francese. A darne notizia e' stato il "Daily Telegraph", secondo cui a l'incidente, avvenuto all'inizio del mese, avrebbe provocato gravi danni all'HMS Vanguard e a Le Triomphant. Inchieste sono state avviate in entrambi i Paesi, scrive il giornale britannico, nonostante a Londra e Parigi si sostenga che non c'e' stato alcun rischio nucleare.

ITALIA

SICUREZZA: VELTRONI, BASTA PAROLE SERVE PIU' POLIZIA

"In questo momento le auto della polizia sono ferme perche' non ci sono i soldi per la benzina. Mi preoccupa che il numero dei poliziotti si e' ridotto. E' finito il tempo delle affermazioni, bisogna prendere delle decisioni e la prima di queste e' mettere piu' forze dell'ordine per strada, reclutare piu' poliziotti, piu' carabinieri, piu' agenti della Guardia di finanza". Per il segretario del Pd, Walter Veltroni, e' questa la risposta da dare al tema della sicurezza, riemerso negli ultimi giorni con i casi di violenza sulle donne a Milano, Bologna e Roma. Per Veltroni, "bisogna fare in modo che gli agenti possano stare in strada, che possano prendere i delinquenti e che questi non godano piu' di sconti di pena e facilitazioni per reati come la violenza sulle donne".

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror090216 (last edited 2009-02-16 18:35:28 by anonymous)