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Chavez sarà rieleggibile a vita, vince il sì al referendum

I sì al referendum costituzionale sull'abolizione del limite a due soli mandati per il Presidente della Repubblica e di altre cariche pubbliche si si sono imposti con il 54,36% . Una modifica della costituzione fortemente voluta da Hugo Chavez che gli permettera' di ricandidarsi per un terzo mandato nel 2012. La Costituzione limita infatti a due i mandati presidenziali: sulla base dell'attuale Carta Magna, Chavez (54 anni) dovrebbe quindi lasciare il potere nel 2012, visto che e' stato gia' rieletto nel 2006. Subito dopo aver votato, e' stato lo stesso Chavez a riferire alla stampa il significato del referendum: "oggi si decide il mio destino politico", ha detto, ricordando che quello in corso in Venezuela e' un "processo storico". Il paese sapra' infatti "andare avanti" lungo la strada della "rivoluzione socialista", ha proseguito Chavez, che con il voto odierno ha in sostanza chiesto 'tempo' ai 17 milioni di elettori, per portare a termine le trasformazioni 'bolivariane' promosse negli ultimi dieci anni dal suo governo. Nei giorni scorsi, Chavez si e' prodigato con determinazione soprattutto contro il fantasma dell'astensione, uno dei dati chiave che nel referendum del 2 dicembre del 2007 portarono i 'no' alla vittoria, ma solo per un soffio, mandando in cantina la riforma costituzionale del presidente, che includeva tra l'altro proprio una rielezione illimitata. Piu' che in altre occasioni, a preoccupare Chavez oggi e' la situazione economica. Anche il presidente deve infatti fare i conti con la crisi internazionale. Caracas non e' piu' la 'Venezuela saudita' dei tempi in cui il greggio era vicino a 150 dollari il baril, mentre oggi e' quota 37. Proprio questo aspetto riduce sensibilmente i margini di manovra della finanziaria per il 2009, pari a 77 miliardi di dollari. In parte grazie al fiume di petrodollari degli ultimi anni, tra il 2002 e il 2007 - afferma la Cepal (commissione Onu per l'America Latina) - la poverta' nel paese e' scesa dal 51% al 28%, mentre l'indigenza e' passata dal 25% all'8,5%. Il voto se da una parte premia Chavez dall'altra infligge un duro colpo all'opposizone che aveva punato su questo referendum per delegittimare lo stesso presidente. I sondaggi della vigilia avevano già confermato la grande popolarita' del leader bolivariano, vicina al 70 per cento.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

VITTIME IN VILLAGGIO AL CONFINE CON AFGHANISTAN PER ATTACCO AMERICANO

Un numero ancora imprecisato di persone ha perso la vita oggi in un bombardamento di un aereo statunitense senza pilota – i cosiddetti “droni” – contro un edificio scolastico nella regione tribale di Kurram, a nord-ovest del Pakistan. Un testimone locale ha detto di aver visto partire due missili partire dal drone e di aver trovato tra le macerie decine di cadaveri e una ventina di feriti. Secondo un'emittente televisiva privata pachistana dalle macerie sarebbero già stati estratti almeno 30 cadaveri, ma alcune fonti ritengono che il bilancio finale possa crescere ulteriormente. La notizia non è stata confermata da fonti ufficiali, secondo le quali nella scuola si stava tenendo un incontro di militanti “talebani” in lotta contro il governo afgano. Si tratta del primo attacco in Kurram, due giorni dopo un episodio simile che nel Waziristan meridionale, al confine con l’Afghanistan, ha ucciso 25 persone. Un cessate-il-fuoco di 10 giorni è stato annunciato ieri dai gruppi di combattenti attivi nella valle di Swat, nel nord est del paese, "come gesto di buona volontà". Secondo il loro portavoce, Muslim Khan, la tregua coincide con l’inizio di “colloqui tra il governo del Pakistan e Maulana Sufi Mohammad”, un esponente radicale dei gruppi tribali della valle di Swat.

Iraq: bomba a Sadr City, 4 morti

Ordigno esplode al passaggio di un minibus (ANSA) - BAGHDAD, 16 FEB - Almeno 4 civili sono morti e 10 altri sono rimasti feriti oggi in Iraq in seguito all' esplosione di un ordigno nell' est di Baghdad.Lo hanno riferito fonti della sicurezza, precisando che l'ordigno e' esploso al passaggio di un minibus sulla piazza al Hamza, nel grande e degradato sobborgo sciita Sadr city. Le fonti, citate dall'agenzia Nina, hanno precisato che tutte le vittime si trovavano a bordo del minibus al momento dell' esplosione.

Torture a Guantanamo, pressioni USA per il silenzio inglese

Il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, ha mentito. E' questa l'accusa che si legge oggi fra le righe del Guardian, chedi sulle presunte torture subite da Binyam Mohammed, un detenuto di Guantanamo, residente in Gran Bretagna, non molla la presa.

Per il Guardian ora ci sono le prove che Washington ha effettivamente esercitato pressioni su Londra per impedire la divulgazione dei documenti sulle torture subite da Mohamed. Funzionari del Foreign Office avrebbero sollecitato gli Stati Uniti a mettere nero su bianco in una lettera che se le prove fossero state rivelate, Washington avrebbe smesso di scambiare informazioni di intelligence con il Regno Londra. Proprio l'esistenza di questa lettera avrebbe persuaso i due giudici dell'Alta Corte inglese il 4 febbraio scorso a bloccare la pubblicazione dei documenti denunciando delle minacce degli Stati Uniti. Minacce che erano state appunto smentite da Miliband.

Arrestato nel 2002 e successivamente trasferito in Marocco, Binyam - secondo i suoi legali - subì interrogatori e torture e poi fu deportato nella prigione militare Usa a Cuba. Mohamed Binyam, in sciopero della fame da quasi un mese, è uno degli ultimi detenuti di Guantanamo, dopo il via libera del presidente Usa Barack Obama alla chiusura della famigerata struttura militare sull'isola di Cuba. Il suo rientro nel Regno Unito è atteso a giorni dopo che le accuse di terrorismo e collaborazionismo con al Qaeda sono state ritirate.

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