Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Lampedusa

Da lampedusa la tetimonianza di una dpartecipate alla delegazione che è entrata dopo gli scontri nel centro. Audio

Valerio Verbano sabato 21 alle 17 appuntamento per il corteo che parte dalla lapide per valerio Audio

Aggressione razzista alle porte di Roma

Tre romeni sono stati aggrediti a Sacrofano, alle porte di Roma, da un gruppo di persone che, al grido di 'bastardi tornatevene a casa', li hanno circondati e malmenati con dei bastoni legno, i tre sono stati feriti in modo lieve.

E' successo nel primo pomeriggio in una zona isolata di Sacrofano dove i tre romeni stavano cercando materiale ferroso tra i rifiuti. Secondo quanto si e' appreso i tre sono stati avvicinati da otto persone, quasi tutte con il volto parzialmente coperto, che aggredendole hanno urlato frasi intimidatorie e intolleranti. L'aggressione e' stata notata da una donna che ha avvertito i carabinieri.

I tre romeni, nel frattempo, erano riusciti a scappare a bordo del furgone con il quale erano arrivati nella strada sterrata. Una volta nella piazza centrale di Sacrofano i romeni si sono rivolti ai carabinieri per chiedere aiuto. Ma anche li' la folla, pensando che che i tre fossero stati fermati per un controllo, ha inveito con frasi offensive contro i tre. I romeni hanno comunque rifiutato le cure dei sanitari del 118.

Operaio edile morto a Pavia

Un operaio di 68 anni e' morto a Pavia mentre lavorava in un deposito di materiale per l'edilizia.L'uomo, residente a Pavia, e' deceduto sul colpo per un gravissimo trauma cranico. Secondo la polizia, che insieme all'ispettorato del lavoro sta accertando l'accaduto, l'operaio e' morto durante un'operazione di carico e scarico di materiali inerti, forse colpito da un macchinario in movimento.

Pakistan, Centinaia di giornalisti pachistani hanno protestato oggi per l'uccisione di Musa Khankhel, giornalista di ventotto anni, ucciso ieri a colpi di pistola nei pressi della città di Matta, nel Pakistan nord occidentale.

Khankel stava lavorando alla documentazione di un accordo, firmato dal religioso Sufi Mohammed con i talebani, che dovrebbe introdurre la legge della Sharia nella regione pachistana dello Swat. L'accordo prevede l'introduzione della Sharia nella zone in cambio della fine delle violenze da parte talebana. Musa Khankhel a Swat lavorava per Geo Tv e per la testata News International. Alcuni testimoni hanno riferito che gli sono stati sparati almeno 12 colpi di pistola e che il corpo è stato ritrovato con mani e piedi legati. Khankhel è il quarto giornalista a essere ucciso nella regione di Swat negli ultimi dodici mesi. Per tutta risposta, l'associazione dei giornalisti del Pakistan ha indetto per oggi una giornata di manifestazioni e proteste. "E' un dato più che allarmante il fatto che la prima vittima, dopo la firma dell'accordo di pace, sia un giornalista", si legge nel comunicato stampa della categoria, diffuso oggi, nel quale si invita inoltre il governo a fare luce al più presto sull'accaduto e a punire severamente i colpevoli. Il presidente pachistano Asif Ali Zardari ha assicurato che le indagini inizieranno quanto prima e che giustizia sarà fatta.

Politkovskaya, assolti i quattro imputati per l'omicidio della giornalista Anna Politkovskaya

Sono stati assolti i quattro imputati al processo per l'uccisione della giornalista Anna Politkvoskaya, assassinata a Mosca nell'ingresso della sua abitazione nell'ottobre 2006. I dodici giurati, dopo circa tre ore di camera di consiglio, hanno ritenuto non provate le responsabilita' degli imputati. Si tratta dell'ex dirigente della polizia moscovita Serghei Khadzhikurbanov, accusato di essere l'organizzatore del delitto per conto di un mandante non ancora identificato; dei fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, presunti 'pedinatori' della giornalista, mentre un terzo fratello, Rustan, è tuttora ricercato all'estero come presunto killer. Al quarto imputato, l'ex colonnello dei servizi segreti Pavel Riaguzov, erano contestati reati minori insieme allo stesso Khadzhkurbanov: abuso d'ufficio ed estorsione.

Messico

La segreteria della Difesa nazionale (Sedena) invia altri 5mila 200 militari per la lotta alla droga Combatteranno i narcos direttamente tra le vie del Paese, i 5mila e 200 militari che da due settimane si starebbero già occupando dello sradicamento delle coltivazioni di stupefacenti. Lo hanno rivelato fonti vicine agli alti gradi delle gerarchie militari messicane, che stanno procedendo ad una ristrutturazione e redistribuzione delle forze armate in tutto il Paese a causa dell'esplosione di violenza tra i diversi ‘'cartelli della droga. Tra 10 e 15 plotoni composti da circa 524 militari l'uno, sono già stati inviati a scovare i 26 mila e 597 ettari di coltivazioni illecite, delle quali 39 mila 917 ettari erano sembrati coltivazioni di marijuana. Negli ultimi due anni, la Sedena avrebbe impiegato quasi il 25 percento del suo personale (45 mila soldati) per la lotta al crimine organizzato: di questi, un totale di 20 mila lavorano nella detenzione e successiva distruzione delle sostanze.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

SI RAFFORZANO LE PROTESTE IN GUADALUPA, UCCISO UN SINDACALISTA

Diventano più radicali le contestazioni in Guadalupa, dopo oltre un mese di sciopero generale contro il carovita. Stanotte un gruppo di giovani ha assaltato la sede del comune a Sainte-Rose, a nord del capoluogo Point-a-Pitre, dando fuoco al palazzo; a darne notizia i mezzi d’informazione locali secondo i quali da Parigi sono arrivati oggi cinque unità dei reparti anti-sommossa della polizia francese, dopo i rinforzi giunti all’inizio della settimana. Ancora incerta la dinamica dell’incidente a Point-a-Pitre in cui ha perso la vita un sindacalista del collettivo “Contro lo sfruttamento a oltranza” (Lkp), raggiunto da almeno tre colpi di arma da fuoco mentre si trovava a bordo di un’auto: secondo la prefettura le pallottole provenivano “da un posto di blocco tenuto da giovani” e il procuratore della repubblica, Jean-Michel Pretre, ha sottolineato che “non c’erano forze dell’ordine nella zona”. Colpi di arma da fuoco sono stati sparati stanotte contro le forze dell’ordine a Gosier, comune costiero a cinque chilometri da Point-a-Pitre; lo riferiscono le agenzie di stampa internazionali, specificando che gli agenti si sono dovuti ritirare a qualche chilometro dalla cittadina, dopo che sei di loro sono rimasti feriti in modo lieve. Il bollettino degli incidenti della notte, oltre all’attacco contro i poliziotti, parla di 15 negozi saccheggiati e sette immobili incendiati, 21 auto date alle fiamme, 13 arresti e una sessantina d’interventi dei pompieri; negozi e supermercati – la maggioranza dei quali appartengono ai “béké”, i bianchi discendenti dei coloni francesi – sono stati saccheggiati soprattutto nel capoluogo.

SCARPE CONTRO BUSH: COMINCIA PROCESSO

Si apre oggi a Baghdad la prima udienza del processo contro il giornalista dell'emittente locale 'al Baghdadiya' Muntadher al-Zaidy, agli arresti da dicembre per aver lanciato le sue scarpe contro l'ex-presidente americano George Bush durante una conferenza stampa nella capitale irachena. Al-Zaidy dovrà rispondere dell'accusa di aggressione a un capo di stato straniero, reato che prevede una pena variabile dai 5 ai 15 anni di reclusione; i suoi avvocati avevano chiesto invano che il capo di imputazione venisse trasformato in insulto a capo di stato. Negli ultimi giorni la televisione per la quale lavorava sta trasmettendo appelli invitando a pregare per la liberazione del giornalista e lo stesso direttore di 'al Baghdadiya' ha inviato una lettera ai giudici definendo il gesto "frutto di una reazione spontanea". Le immagini di al-Zaidy che lancia le scarpe contro Bush hanno intanto fatto il giro del mondo e il suo gesto è diventato un simbolo contro la guerra.

Iraq: esplode autobomba a Mossul

Un morto e cinque feriti (ANSA) - BAGHDAD, 19 FEB - Un poliziotto iracheno e' stato ucciso e altri 5 sono feriti stamani dall'esplosione di un'autobomba a Mossul. Nella citta' un civile e' stato ucciso in un attacco da parte di un gruppo armato.L'autobomba e' stata fatta esplodere, probabilmente tramite un telecomando, al passaggio di una pattuglia di polizia nella zona di Wadi Hager, a Mossul, 396 km a Nord di Baghdad. Il civile e' stato invece ucciso nel corso di un attacco nel quartiere Nabishit.

ITALIA

RIVOLTA LAMPEDUSA, AL VIA TRASFERIMENTI

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Sono 20 i tunisini che la scorsa notte, a bordo di un velivolo Md82 della compagnia Air Italy, sono stati trasferiti da Lampedusa al Cie (centro di identificazione ed espulsione) di Torino. L'aereo è atterrato intorno all'una e 20 del mattino. Sul posto era presente la polizia. Tutte le operazioni di sbarco e di trasferimento al centro si sono svolte con tranquillità. Adesso verranno verificate le identità degli immigrati e poi, se ci saranno le condizioni, saranno espulsi dall'Italia.

I tunisini si aggiungono ai 180 immigrati che da Lampedusa sono stati spostati a Gorizia e Cagliari. Fra i migranti trasferiti in nottata vi sono molti tunisini che hanno preso parte alla rivolta contro poliziotti e carabinieri avvenuta ieri nel centro di identificazione ed espulsione in cui è sono state appiccate le fiamme ad un edificio.

Nella rivolta sono rimaste complessivamente ferite 24 le persone . Ventidue, tra poliziotti e carabinieri, hanno riportato contusioni provocate dagli oggetti lanciati dagli extracomunitari o sono rimasti intossicati; due immigrati sono invece ricoverati per le esalazioni del fumo sprigionate dalle fiamme.

L'incendio, completamente domato, ha distrutto almeno il 60% del centro d'accoglienza

La rivolta degli immigrati all'interno del Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa è scoppiata ieri poco prima di mezzogiorno. Tutto è avvenuto al momento della distribuzione dei pasti: un gruppo di tunisini, che aveva cominciato uno sciopero della fame per protestare contro i rimpatri coatti, ha aggredito alcuni connazionali che avevano deciso di pranzare egualmente. Gli agenti di polizia e i carabinieri in servizio all'interno del Centro sono subito intervenuti per calmare gli animi.

A quel punto gli immigrati hanno scaricato la loro rabbia contro gli uomini in divisa, lanciando water, porte sradicate e pezzi di lamierino che hanno ferito alcuni agenti. Le forze dell'ordine, in assetto anti sommossa, hanno risposto facendo anche uso di manganelli e lacrimogeni. Per alcuni minuti all'interno del Centro è regnato il caos: alcuni rivoltosi, secondo la ricostruzione del questore di Agrigento Girolamo di Fazio, avrebbero tentato di fuggire, forzando il cancello d'ingresso. Altri avrebbero appiccato l'incendio che ha distrutto interamente una delle tre palazzine, dando fuoco a materassi, cuscini e altre suppellettili. Il questore ha detto che i responsabili della rivolta, una ventina di tunisini, sono già stati identificati e arrestati.

SINDACO LAMPEDUSA, BERLUSCONI RIMUOVA MARONI Il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis, dopo gli scontri di questa mattina tra gli immigrati e le forze dell'ordine all'interno del Cie sfociati in un incendio, sollecita 'l'intervento del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e la rimozione immediata del ministro Maroni, responsabile del fallimento totale dell'operazione'. 'Grazie all'opera svolta dal ministro - sostiene De Rubeis -si e' corso il rischio che a Lampedusa potesse accadere una strage sia tra gli immigrati, sia tra le persone che lavorano all'interno del centro e tra la popolazione'.

Lazio Operaio ancora in lotta.

Alla Pozzi Ginori di gaeta, dove si fabbricano piastrelle e altro, 170 operai pagano la crisi indutriale dei padroni e vengono messi cassa integrazione. La crisi industriale del settore e quindi della Pozzi Ginori è passata da crisi momentanea a crisi strutturale ! A pagare il tutto sono gli operai che rischiano, se la crisi si allunga e si aggrava, di trovarsi licenziati. Questo in una città come gaeta dove c'è crisi nei cantieri navali e nel settore ittico. Quindi una bella botta per tutta la città.

  • Occupata l'aula consiliare Cisterna di Latina, città dove risiede la Meccano, da parte dei 158 operai ex Goodyear poi passati formalmente alla Meccano, per protestare contro i 158 licenziamenti minacciati dalla direzione della Meccano, se non arrivano i soldi del finanziamento per il piano di sviluppo industriale che l'agenzia regionale sviluppo lazio aveva bloccato per motivi oramai misteriosi come dicono gli operai.

L'occupazione della sala consiliare, avvenuta dopo un corteo di macchine per cisterna di latina, che ha provolacato caos per la cittandina ha provocato l'intervento della regio lazio e la continuazione della trattativa che diviene di giorno in giorno sempre più serrata e incandescente.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror090219 (last edited 2009-02-19 18:26:43 by anonymous)