Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

TURCHIA: VITTORIA DEL DTP KURDO NELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Il partito curdo Dtp supera l'Akp nella città simbolo di Van. L'Akp perde molti consensi Migliaia e migliaia di persone al grido di "Edi bese! Edi bese!- Ora basta! Ora basta!" hanno affollato Ipek Yolu, la via dello "shopping" di Van, meglio in kurdo, Wan, sin dal pomeriggio di domenica, quando il tam tam dei telefonini di seggio in seggio aveva già fatto circolare la notizia che il Dtp, il partito filokurdo della società damocratica, aveva scavalcato l'Akp, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, attualmente al governo sotto la guida del primo ministro Erdogan. Al termine della giornata le percentuali si erano attestate su 52% e 40%, il che significa che l'ultima roccaforte dell'Akp nell'Anatolia Sudorientale, la zona kurda della Turchia, cadeva e il sindaco uscente e ricandidato Burhan Yenigun, cedeva la città al giovanissimo candidato del Dtp, l'avvocato Bekir Kaya, finito sotto inchiesta durante la campagna elettorale per aver parlato in kurdo e aver utilizzato la lettera W in manifesti elettorali. Wan, è la seconda città del Kurdistan turco dopo Dijarbakir e conta 650 mila abitanti, di cui la metà sono profughi. Qui si erano verificati gli scontri più duri l'anno scorso in occasione del Newroz, il capodanno turco. Il voto di domenica in città si è svolto senza incidenti e anche durante la festa successiva, a parte qualche colpo in aria sparato dai poliziotti, non ci sono stati problemi. E' scoppiata una grande festa di popolo incontenibile, che rappresenta un vero momento di liberazione rispetto ad una cappa repressiva che ha pesato negli anni precedenti. Vittoria del Dtp, come pronosticato, anche a Dijarbakir, dove era stato ricandidato il sindaco uscente, Osman Baydermir, ad Hakkari, a Bostanici, dove la sindaca Gulcihan Simsek, promotrice di una serie di riforme sul piano dei servizi in città, ha ceduto la guida dell'amministrazione ad un'altra donna. Alle elezioni amministrative di domenica erano chiamati alle urne 48 milioni di elettori per decidere gli amministratori e la composizione dei consigli di 2.941 comuni. L'Akp, cui le amministrative del 2004 avevano affidato la gestione di 1.789 comuni, era il favorito principale. A Istanbul e Ankara sono stati riconfermati i sindaci uscenti, rispettivamente Kadir Topbas e Melih Gokcek, ma dal test di domenica il partito di governo è uscito comunque indebolito: rispetto alle politiche del 2007, infatti, in cui si era attestato sul 46.6%, è sceso al 39.0. "L'altissima affluenza alle urne - ha dichiarato il Deputato di Wan, Ozdal Ucer, presente nel quartier generale del Dtp preso d'assalto dalla folla - è un segnale chiaro al governo: il popolo è stanco delle promesse, vuole il riconoscimento dei diritti, dell'identità, della cultura kurde".

CRISI ECONOMICA: PER I PAESI OCSE -4,3% IL PIL NEL 2009

Quest'anno l'insieme dell'area dei 30 paesi dell'Ocse accusera' una contrazione economica del 4,3 per cento in termini di Pil, mentre il 2010 si profila con un andamento "prevalentemente piatto" della crescita. Lo ha affermato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, anticipando oggi durante il vertice del G8 del Lavoro a Roma le previsioni aggiornate che lo stesso ente parigino pubblichera' domani. Per il mercato del lavoro si profilano tassi di disoccupazione "vicini al 10 per cento nel 2010, questo significa 25 milioni di persone" senza lavoro in piu' "solo nell'Ocse", ha detto Gurria. Forte calo delle borse occidentali, temono fallimenti nell'industria dell'auto. Milano la peggiore in Europa, forti perdite su tutte le piazze di banche e aziende automobilistiche. Il Mibtel -5,31% Francoforte e Parigi oltre -4%, Londra -3%.

STATI UNITI: OBAMA DETTA LE CONDIZIONI PER GLI AIUTI A GM E CHRYSLER

"Non lasceremo scomparire la nostra industria dell'auto", ha detto il presidente degli Usa spiegando il piano governativo, dopo aver ottenuto le dimissioni del suo capo, Wagoner. "La mia amministrazione offrirà a General Motors 60 giorni per mettere a punto un nuovo piano di taglio costi e, in quest'arco di tempo assicurerà il capitale necessario per mantenere l'operatività della società, oltre a lavorare a stretto contatto con la casa automobilistica", ma non è intenzione del governo assumere la guida di General Motors. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama illustrando il piano di salvataggio di Detroit. La Chrysler invece "ha bisogno di un partner", avrà 30 giorni di tempo per finalizzare l'accordo con la Fiat: in quel caso potrà ricevere fino a $ 6 mld.

PAKISTAN: ATTACCATA LA SCUOLA DI POLIZIA DI LAHORE, decine di morti

Uomini mascherati, alcuni dei quali vestiti da poliziotti, hanno fatto irruzione alle prime luci del mattino nella scuola di polizia nel quartiere periferico di Manawan della citta' di Lahore, nella parte orientale del Pakistan, lungo la strada che porta al confine indiano. Una ventina di 'jihadisti' anche stranieri secondo il ministro dell'Interno, hanno assaltato la scuola con granate e sparando colpi all'impazzata, cogliendo di sorpresa i circa 800 tra agenti e ufficiali che si trovano dentro. Fino ad ora il bilancio delle vittime è di 26 persone ed un attaccante sarebbe stato arrestato all'esterno della struttura. L'assedio è ancora in corso: ci sono continue esplosioni, anche di forte intensità, e scambi di colpi di arma da fuoco tra agenti e assalitori. Elicotteri militari sorvolano la struttura e alcuni terroristi, saliti su un tetto del compound, sparano al loro indirizzo. All'esterno della struttura sono schierati reparti speciali dell'esercito e polizia, che ha fatto evacuare le zone circostanti.

Montenegro: larga vittoria del presidente uscente Djukanovic

Ampia maggioranza assoluta alla coalizione guidata dal Partito socialista democratico di Milo Djukanovic, premier uscente, padre della pacifica indipendenza dalla Serbia del 2006 e uomo forte del piccolo paese adriatico da quasi un ventennio. La coalizione 'Per un Montenegro europeo' dominata dal partito di Djukanovic ha conquistato secondo gli exit poll, il 51,1% dei voti, i seggi dovrebbero essere 49 su un totale di 81; ne aveva 41. Enorme distacco dagli avversari: 16% al principale partito di opposizione, il Partito popolare socialista, e il 9% a Nuova democrazia serba. Quello di oggi appare in effetti come un 'euro-voto', visto che Djukanovic ha presentato domanda di adesione all'Ue nel dicembre scorso, ottenendo la promessa dalla presidenza di turno ceca dell'Ue di accelerare il processo di integrazione osteggiato invece dalla Germania e dall'Olanda.

ITALIA

MIGRANTI: nel 2008 raddoppiate le richieste di asilo politico in Italia

La maggioranza dei richiedenti sono iracheni, somali e afgani, molti dei quali arrivano a Lampedusa Nel 2008 i richiedenti asilo politico in Italia sono aumentati del 122 percento, facendo salire al quarto posto l'Italia nella classifica dei paesi con il maggior numero di richieste di asilo politico. Secondo un rapporto pubblicato dal Unhcr, il numero delle persone richiedenti asilo politico, nel mondo, è cresciuto del 12% nel 2008. L'aumento è dovuto ai nuovi grandi flussi provenienti da Somalia e Afghanistan. Per il terzo anno consecutivo gli Usa hanno ricevuto il maggior numero di domande, anche se sono dimunite del 3 percento rispetto al 2007. Più di metà delle richieste di asilo politico vengono rivolte a cinque Paesi: Usa, Canada, Fancia, Italia e Regno Unito. Per le nuove leggi sull'asilo poilitico, bisogna fare la richiesta al primo Paese in cui si arriva, anche se molti dei migranti sbarcati a Lampeduse vogliono proseguire il proprio viaggio verso il nord Europa. L'Iraq è il paese dal quale proviene la maggioranza dei richiedenti che sono circa il doppio di quelli provenienti dalla Somalia. Intanto, oggi nuovi sbarchi a Lampedusa. Pochi giorni dopo la firma del Memorandum di intesa tra la Libia e Malta per la definizione della zona SAR ( zona di soccorso e salvataggio) dei rispettivi stati nel Canale di Sicilia, mentre è sempre più forte la determinazione del governo italiano di trasformare Lampedusa in un isola prigione. Ma questa volta è calata una sorta di censura sulla notizia, forse per cercare di nascondere un fallimento annunciato. Mentre il prolungamento della detenzione amministrativa sta incendiando i Centri di identificazione ed espulsione (CIE), anche in questo caso nel più assoluto silenzio della grande stampa, sulle coste meridionali siciliane arrivano sempre più migranti di cui il governo cerca di negare persino l’esistenza, mentre enfatizza i rimpatri effettuati dall’Italia. Il governo italiano ha distrutto con i suoi provvedimenti improvvisati e illegittimità il sistema di accoglienza e di trasferimento immediato che nel 2008 aveva permesso di accogliere a Lampedusa ed inserire nelle procedure di asilo i migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. Nulla si sa dei lavori di ristrutturazione della vecchia base Loran che dovrebbe essere trasformata in un CIE, e nulla filtra sulla condizione dei migranti ancora trattenuti da mesi nel Centro di Contrada Imbriacola, parzialmente distrutto dal rogo di febbraio. Sono previsti container-gabbie destinati alla ristrutturazione dei centri di detenzione per affrontare la ormai prossima "emergenza clandestini" non appena le condizioni del mare miglioreranno. Il decreto ministeriale che istituiva un CIE provvisorio nella strutura di Contrada Imbriacola di Lampedusa, era datato 26 gennaio 2009, aveva una durata massima di sessanta giorni e adesso è scaduto. Ma quel decreto non è mai comparso sulla Gazzetta Ufficiale e quindi se ne potrà fare certamente un altro, nella più totale irregolarità amministrativa, senza alcuna previsione di costi, senza la determinazione di un numero massimo di persone da trattenere, senza il rispetto delle normative sui centri di accoglienza e sui CIE, violando le normative ambientali e sulla sicurezza, e soprattutto nuocendo gravemente al riconoscimento effettivo dei diritti fondamentali dei migranti, a partire dal diritto di difesa. I provvedimenti di respingimento e di trattenimento a Lampedusa vengono confermati dai giudici di pace inviati appositamente sull’isola, nonostante le gravi irregolarità delle procedure.

ABRUZZO: ENORME DISCARICA ABUSIVA A CELANO

ECONOMIA: SALARI FERMI AL LIVELLO DEL 1993, PROFITTI QUASI RADDOPPIATI

Secondo uno studio dell'IRES, presentato il 27 marzo, i salari sono fermi al 1993. Fra il 1995 e il 2006 i profitti delle maggiori imprese industriali sono aumentati del 75% mentre le retribuzioni del settore sono cresciute solo del 5,5%, cioè 13 volte di meno. Circa 7 milioni di lavoratori 7,5 milioni di pensionati guadagnano meno di 1.000 euro al mese. Fra il 2001 e il 2008, il rapporto tra debito e reddito delle famiglie è aumentato, fino a superare il 50%. Fra il 2002 e il 2008 il reddito disponibile delle famiglie di operai o impiegati ha perso 1600-1700 euro,quello di imprenditori e professionisti è aumentato di 9.100 euro. Le entrate del 2008 sono in aumento, soprattutto grazie al maggior gettito delle tasse sul lavoro. In sintesi: la lotta di classe contro il lavoro continua, basta farla in silenzio senza chiamarla per nome. I privilegiati stanno meglio di prima, i lavoratori e pensionati stanno peggio.

VITTIME DEL LAVORO: SASSARI, MANOVALE MUORE SCHIACCIATO DA TRATTORE

Un giovane nella tarda serata di ieri e' morto nelle campagne di Pattada (Sassari) schiacciato dal trattore sul quale stava lavorando. Si tratta di Antonio Sotgiu, 25 anni, manovale del posto.


Gr 13:00

In primo Piano

Ocse: pil dell'area 2009 scenderà a -4,3%. Nel 2010 disoccupazione al 10%

Quest'anno l'insieme dell'area dei 30 paesi dell'Ocse accusera' una contrazione economica del 4,3 per cento in termini di Pil, mentre il 2010 si profila con un andamento "prevalentemente piatto" della crescita. Lo ha affermato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, anticipando oggi durante il vertice del G8 del Lavoro a Roma le previsioni aggiornate che lo stesso ente parigino pubblichera' domani. Per il mercato del lavoro si profilano tassi di disoccupazione "vicini al 10 per cento nel 2010, questo significa 25 milioni di persone" senza lavoro in piu' "solo nell'Ocse", ha detto Gurria. "Domani pubblicheremo il nostro Economic Outlook - ha detto Gurria - dice che l'Ocse va verso un meno 4,3 per cento" del Pil quest'anno, mentre il 2010 sara' "prevalentemente piatto. Forse sara' un po' sopra la linea, forse sara' un po' sotto la linea".

Gia' ieri l'Ocse aveva anticipato parte delle previsioni che verranno pubblicate domani, con un documento curato proprio per il vertice del G8 del Lavoro in corso presso la Farnesina, sotto la presidenza del ministero del Welfare. Le previsioni aggiornate che verranno pubblicate domani "sono previsioni un po' piu' pessimistiche rispetto a quelle di poche settimane fa - ha proseguito Gurria -. Guardando all'occupazione, (il rapporto) suggerisce che nel 2010 nell'area il tasso di disoccupazione potrebbe avvinicnare il 10 per cento nella maggior parte dei paesi, praticamente senza eccezioni. Questo significa circa 25 milioni di persone solo nell'area dell'Ocse".

NOTIZIE BREVI

ESTERI

CHI PROTEGGE L'AMAZZONIA?

Sono l'Ecuador e il Venezuela i due paesi amazzonici, dei nove totali che ospitano una parte del polmone verde del pianeta, che garantiscono una maggiore e miglior tutela della parte di Amazzonia ospitata. Sono le conclusioni di uno studio realizzato dalla Rete amazzonica di informazione socioambientale (Raisg), una rete di organizzazioni non governative ambientaliste e indigene, e che verrà presentato in settimana ma di cui sono state fornite alcune anticipazioni. Secondo i dati principali, l'Ecuador protegge (attraverso la creazione di terre indigene e altre unità di conservazione naturalistiche o culturali) il 79,7% della dell'Amazzonia ecuadoriana, seguito dal Venezuela col 71,5%. A chiudere la classifica sono il Brasile - che preserva 'solo' il 39,6% dell'amazzonia brasiliana ma che comunque ha la parziale scusante di ospitare il 64% dell'intera foresta amazonica - e infine il Perù, che protegge appena il 34,9% del proprio territorio amazzonico. In media, si legge nello studio, il 41,2% dell'intera foresta amazzonica gode di una qualche forma di protezione. Con i suoi 7,8 milioni di chilometri quadrati, l'Amazzonia si estende per nove paesi e ospita 33 milioni di abitanti, tra cui 370 popoli indigeni.

REFERENDUM TRASFORMA MAYOTTE IN UN DIPARTIMENTO FRANCESE

Una grande festa, con fuochi d'artifico e musica, ha segnato ieri sera la fine del referendum che ha trasformato Mayotte nel 101° dipartimento francese, il quinto Dipartimento d'Oltremare. In base ai risultati completi e ufficiali diffusi nella notte, il 'si' ha vinto ottenendo il 95,2% dei voti depositati, a fronte di una partecipazione alla consultazione popolare superiore al 60%. La piena annessione di Mayotte - composto da una grande isola di 362 chilometri quadrati e una più piccola di 15 chilometri quadrati - segna la fine di un percorso iniziato nel 1974, quando durante il referendum per l'indipendenza dell'Arcipelago delle Comore (di cui Mayotte fa parte da un punto di vista fisico geografico), l'isola di Mayotte fu l'unica a votare 'no'. Anche nel secondo referendum per l'indipendenza, organizzato nel 1976, a Mayotte, il 99% dei votanti decise di restare legato alla Francia, assicurandosi (ufficialmente nel 2000) lo status di 'Comunità d'Oltremare'. Il referendum che ieri ha chiamato a esprimersi gli oltre 70.000 aventi diritto (su una popolazione totale di 186.452 abitanti, un terzo dei quali immigrati irregolari) è stato anticipato da una massiccia campagna a favore dell'annessione alla Francia, che ha trovato d'accordo tutti i partiti del piccolo paese, nelle acque dello stretto tra il Madagascar e il Mozambico. La spiegazione risiede, principalmente, nel fatto che oltre la metà dei lavoratori dell'isola sono impiegati nel settore pubblico.

Attaccano la scuola di polizia di Lahore, Pakistan: decine di morti

Continua a salire il bilancio delle vittime dell'assalto alla scuola di polizia di Lahore in Pakistan. Uomini mascherati, alcuni dei quali vestiti da poliziotti, hanno fatto irruzione alle prime luci del mattino nella scuola di polizia nel quartiere periferico di Manawan della citta' di Lahore, nella parte orientale del Pakistan, lungo la strada che porta al confine indiano.

Una ventina di 'jihadisti' anche stranieri come li ha definiti il ministro dell'Interno di Islamabad, Rehman Malik, hanno assaltato la scuola con granate e sparando colpi all'impazzata, cogliendo di sorpresa i circa 800 tra agenti e ufficiali che si trovano dentro.

Fino ad ora il bilancio delle vittime è di 26 persone ed un attaccante sarebbe stato arrestato all'esterno della struttura, come ha riferito la tv pachistana Geo News.

L'assedio è ancora in corso: ci sono continue esplosioni, anche di forte intensità, e scambi di colpi di arma da fuoco tra agenti e assalitori. Elicotteri militari sorvolano la struttura e alcuni terroristi, saliti su un tetto del compound, sparano al loro indirizzo. All'esterno della struttura sono schierati reparti speciali dell'esercito e polizia, che ha fatto evacuare le zone circostanti.

Montenegro: elezioni, trionfa Djukanovic pensando a Ue

BELGRADO - I quasi 500 mila elettori montenegrini hanno fatto ieri una scelta chiara consegnando una ampia maggioranza assoluta alla coalizione guidata dal Partito socialista democratico di Milo Djukanovic, premier uscente, padre della pacifica indipendenza dalla Serbia del 2006 e vero uomo forte del piccolo Paese adriatico da quasi un ventennio.

La coalizione 'Per un Montenegro europeo' dominata dal partito di Djukanovic ha conquistato secondo gli exit poll, il 51,1% dei voti (il margine di errore è considerato al massimo dell'1%). I seggi ottenuti dovrebbero essere 49 su un totale di 81, quindi assai più dei 41 che Djukanovic già controllava nella precedente legislatura.

Djukanovic si è già dichiarato vincitore, visto che il distacco dagli avversari è abissale: 16% per il principale partito di opposizione, il Partito popolare socialista, e il 9% per Nuova democrazia serba (i partiti in lizza in tutto erano 16). Si tratta di un consenso largamente sufficiente non solo a governare da solo ma anche a traghettare la più piccola delle repubbliche ex jugoslave verso l'Unione europea.

Quello di oggi appare in effetti come un 'euro-voto', visto che Djukanovic ha presentato domanda di adesione all'Ue nel dicembre scorso, ottenendo la promessa dalla presidenza di turno ceca dell'Ue di accelerare il processo di integrazione osteggiato invece dalla Germania e dall'Olanda.

ITALIA

Nazioni Unite: nel 2008 raddoppiate le richieste di asilo politico in Italia

La maggioranza dei richiedenti sono iracheni, somali e afgani, molti dei quali arrivano a Lampedusa

Nel 2008 i richiedenti asilo politico in Italia sono aumentati del 122 percento, facendo salire al quarto posto l'Italia nella classifica dei paesi con il maggior numero di richieste di asilo politico.

Secondo un rapporto pubblicato dal Unhcr, il numero delle persone richiedenti asilo politico, nel mondo, è cresciuto del 12 percento nel 2008. L'aumento è dovuto ai nuovi grandi flussi provenienti da Somalia e Afghanistan. Per il terzo anno consecutivo gli Usa hanno ricevuto il maggior numero di domande, anche se sono dimunite del 3 percento rispetto al 2007. Più di metà delle richieste di asilo politico vengono rivolte a cinque Paesi: Usa, Canada, Fancia, Italia e Regno Unito. Nel nostro Paese sono più che raddoppiate le richieste di asilo, in funzione degli arrivi a Lampedusa e di nuove leggi sull'asilo poilitico. Infatti bisogna richiedere asilo al primo Paese in cui si arriva: molti provenienti dal mare sbarcano sull'isola siciliana con l'idea di proseguire il proprio viaggio verso il nord Europa, ma sono costretti a richiedere asilo politico all'Italia. L'Iraq è il paese dal quale proviene la maggioranza dei richiedenti che sono circa il doppio di quelli provenienti dalla Somalia. Nell'ultimo anno la Somalia ha visto l'instaurarsi di un governo di transizione, aspramente osteggiato dalle forze islamiche estremiste legate ad al-Qaeda. Questa situazione politica ha portato a molti scontri in tutti il Paese, in particolare nelle zone che in precedenza erano sotto il controllo delle forze armate etiopi.

INFORTUNI: SASSARI, MANOVALE MUORE SCHIACCIATO DA TRATTORE

Sassari, 30 mar. - (Adnkronos) - Un giovane nella tarda serata di ieri e' morto nelle campagne di Pattada (Sassari) schiacciato dal trattore sul quale stava lavorando. Si tratta di Antonio Sotgiu, 25 anni, manovale del posto.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror090330 (last edited 2009-03-30 17:35:34 by anonymous)