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‘DESAPARECIDOS’: EX-MILITARE CONDANNATO PER SOTTRAZIONE DI MINORE

Un tribunale di Buenos Aires ha condannato a 16 anni di carcere Victor Rei, agente dei servizi segreti dell’ultima dittatura (1976-‘83), per l’appropriazione illecita del figlio di una coppia di ‘desaparecidos’, Liliana Fontana e Pedro Sandoval, sequestrati nel 1977. La donna, ha stabilito la corte, fu costretta a partorire all’interno dell’ex-scuola di meccanica della Marina (Esma), il più grande centro di detenzione clandestino allestito dal regime nela capitale; l’ex-ufficiale le rapì il figlio, registrandolo a suo nome come Alejandro Rei, usando un certificato di nascita falso firmato da un cardiologo. Nel processo, cominciato il 23 febbraio, per la prima volta sono state utilizzate analisi genetiche ottenute con un provvedimento del giudice: Alejandro, oggi 31 anni, si è infatti rifiutato di sottoporsi al prelievo del sangue. Le Nonne di Plaza de Mayo, querelanti nel processo, sono riuscite finora a restituire l’identità a 97 giovani nati in prigionia durante la dittatura. In totale 3300 argentini si sono rivolti alla Commissione nazionale per il diritto all’identità (Conadi) per conoscere le loro origini: si stima che almeno 500 figli di ‘desaparecidos’ furono sottratti ai genitori durante la ‘guerra sporca’. Secondo cifre ufficiali i ‘desaparecidos’ per mano della dittatura furono 18.000; per le organizzazioni in difesa dei diritti umani non meno di 30.000.

SCONTRI AD ANTANANARIVO, DECINE DI FERITI

È di almeno 36 feriti il bilancio di scontri tra polizia e manifestanti avvenuti ieri ad Andananarivo dopo che le forze dell’ordine avevano cercato di disperdere una dimostrazione a favore dell’ex-presidente Marc Ravalomanana. Fonti mediche hanno riferito che alcuni dei ricoverati mostravano segni di ferite di arma da fuoco e alcuni di essi sarebbero in condizioni critiche. I manifestanti hanno eretto barricate e incendiato cassonetti in alcune delle vie principali della capitale dopo che gli agenti hanno cercato di disperderli con lacrimogeni ed esplodendo colpi in aria. La violenta repressione avviene due giorni dopo gli scontri che avevano provocato la morte di due manifestanti e in seguito alla decisione, adottata dall’Autorità di transizione guidata dall’ex-sindaco di Antananarivo Andry Rajoelina, di vietare qualsiasi manifestazione o assembramento per ragioni di ordine pubblico. Dal Sudafrica, intanto, Ravalomanana ha rigettato qualsiasi ipotesi di condivisione del potere con Rajoelina e ribadito di voler tornare in Madagascar per intraprendere consultazioni con altri partiti politici e organizzare nuove elezioni. La stampa malgascia, infine, ha diffuso la notizia di un invito da parte delle Nazioni Unite, consegnato a Rajoelina nei giorni scorsi, per partecipare alla conferenza, svoltasi ieri a Bruxelles, sulla Somalia. Se confermato, l’invito sarebbe il primo segno di ‘riconoscimento’ nei confronti dell’ex-sindaco da parte di un organismo internazionale; finora la comunità internazionale, inclusa l’Onu, ha definito come “illegittima” la transizione di potere in Madagascar e auspicato una soluzione pacifica della crisi.

Ginevra: espulsioni dal vertice sul razzismo

Iraq: due attacchi suicidi, 87 morti

Sri Lanka: centinaia morti e feriti

In scontri tra forze governative e ribelli Tamil (ANSA) - GINEVRA, 23 APR - Gli scontri tra forze governative e ribelli Tamil nello Sri Lanka negli ultimi giorni hanno provocato centinaia tra morti e feriti. E' quanto ha detto oggi a Ginevra Simon Scharno, un portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa, parlando di situazione catastrofica e di migliaia di persone ancora bloccate nella zona del conflitto. Il portavoce ha aggiunto che il Cicr oggi e' stato in grado di evacuare 400 civili dall'area dei combattimenti.

GB, guerra alla disparità salariale fra uomini e donne: ispezioni nelle aziende

Guadagnano di meno, le donne, soprattutto nelle aziende private. E ora il governo britannico dice basta: le aziende avranno l'obbligo di legge di svelare quanto pagano i lavoratori uomini in confronto alle donne. Nessuna scappatoia, nessuna "clausola segreta" che impedisca di conoscere lo stipendio dei colleghi, pratica diffusa in almeno un quarto delle società.

La nuova legge è rivolta alle aziende che contano 250 o più dipendenti, che avranno tempo fino al 2013 per mettersi in regola. Dopo di che, si troveranno di fronte a cause civili o penali. La normativa vale anche per i settori pubblici con 150 o più lavoratori.

Ci saranno così "ispezioni obbligatorie sugli stipendi" con l'obiettivo di svergognare i datori di lavoro, che normalmente pagano meno le dipendenti, e stimolare queste ultime a chiedere un aumento in busta paga. La misura è stata annunciata lunedì nell'Equalities Bill, il progetto di legge sulle pari opportunità, che arriva 40 anni dopo l'entrata in vigore della prima Equal Pay Act (legge sulla parità salariale).

ITALIA

Tre morti sul lavoro nelle ultime 24 ore

Un coltivatore diretto di 44 anni di Ome (Brescia), Bruno Peli, è morto questa mattina in seguito a un incidente con il suo trattore mentre stava andando nei campi per lavorare. Il corpo è stato trovato intorno alle 7.30 dalla moglie, che ha immediatamente avvertito i carabinieri della Stazione di Passirano.

L'agricoltore bresciano stava percorrendo via Antica strada per Barche, una mulattiera che porta nei campi, quando il trattore si è ribaltato sbalzandolo per qualche metro in una scarpata, dove poi è stato travolto dallo stesso mezzo "impazzito".

Sempre nel bresciano, un camionista è stato travolto dal proprio veicolo. Il camion era parcheggiato, con il motore acceso, nel piazzale di un'azienda siderurgica quando si è messo improvvisamente in movimento ed ha investito il camionista che stava chiacchierando poco lontano.

Un altro incidente sul lavoro mortale si è verificato all'alba a Gela, in provincia di Caltanissetta. Un uomo di 50 anni, Umberto La Coganata, è stato investito da un autocompattatore. La vittima, un operaio addetto alla raccolta dei rifiuti, stamani intorno alle 5.30, era sceso dal mezzo in via Venezia, ma è stato travolto dall'autocompattatore che stava facendo manovra.

Messina: morì operaio, due imprenditori a giudizio / Due imprenditori di Brolo (Messina), Felice Catena e Mario Tripoli, sono stati rinviati a giudizio dal Gup del Tribunale di Patti con l'accusa di omicidio colposo. Ne dà notizia l’agenzia di stampa Agi. Avrebbero omesso, per negligenza, di mettere in sicurezza la scala in ferro sulla quale l'operaio romeno Ulise Budica era salito e dalla quale era precipitato, morendo. L'infortunio sul lavoro risale al 16 marzo 2007 e avvenne nel cantiere di via Kennedy, dove i due imprenditori stavano realizzando una pizzeria. [ http://snipurl.com/gllpd ]

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