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Gr 19:30

ITALIA

Decreto Abruzzo: corrispondenza

DECRETO ABRUZZO: SUBITO 1,1 MLD, IN DL ANCHE G8 di Manuela Tulli e Alessandra Chini

ROMA - Coperture 'cash' per il 2009 pari a 1,1 miliardi di euro (5,8 in 20 anni ma con un quadro di risorse aperto). Poi risorse dal Fas, il fondo per le aree sottosviluppate, e l' ipotesi di adozione futura di provvedimenti anti-evasione internazionale, probabilmente lo 'Scudo Fiscale' per il rimpatrio di capitali. Sono alcuni dei nuovi dettagli che arrivano con il decreto legge 'Abruzzo' pubblicato sulla Gazzetta ufficiale on line. L'iter di conversione partirà già da oggi dal Senato. Il provvedimento prevede anche una norma specifica per il G8 che, come annunciato nei giorni scorsi, si terrà proprio a L'Aquila per risparmiare, ma anche per mettere sotto i riflettori di tutto il mondo la tragedia che ha colpito quest'angolo di Italia.

- COPERTURA. A copertura del decreto 'terremoto' si prevedono 1,152 miliardi di euro per il 2009. Il resto dei finanziamenti é spalmato fino al 2032, mentre a decorrere dal 2033 si prevedono finanziamenti per 2,9 milioni di euro. Ma a questi si aggiungono anche ulteriori risorse per la ricostruzione che arriveranno da più fondi: il prelievo principale (un minimo di 2 un massimo di 4 miliardi) sarà fatto sul Fas, il fondo per le aree sottosviluppate. I rinvii sono molto tecnici tanto che è difficile fare un conto complessivo, anche per la natura aperta del decreto che prevede ulteriori interventi.

- G8. Il decreto 'terremoto' contiene una norma che disciplina lo svolgimento del G8 in Abruzzo. L'articolo 17 del provvedimento prevede infatti che, "al fine di contribuire al rilancio dello sviluppo socio-economico dei territori colpiti dalla crisi sismica, il grande evento del vertice G8 che avrà luogo nei giorni dall'8 al 10 luglio 2009 si terrà nel territorio della città dell'Aquila".

- GIOCHI. Per far fronte all'emergenza terremoto arrivano 500 milioni di euro dal settore giochi. Previste, tra le altre misure, "nuove lotterie ad estrazione istantanea", "ulteriori modalità del gioco del lotto", "l'apertura delle tabaccherie anche nei giorni festivi". Il decreto fa cenno anche all'ipotesi,

trapelata negli scorsi giorni, di giochi da attuare nei supermercati. E' prevista infatti "l'attivazione di nuovi giochi di sorte legati al consumo".

- INFILTRAZIONI CRIMINALI. Il 'decreto terremoto' prevede anche norme contro le infiltrazioni della criminalità organizzata nella ricostruzione, compresa la tracciabilità dei flussi finanziari.

- STRADE E FERROVIE Il decreto 'Abruzzo' stabilisce subito stanziamenti anche per ricostruire strade e tratte ferroviarie per un ammontare di 300 milioni.

- CONTRIBUTI ANCHE CON CREDITO IMPOSTA. I contributi per ricostruire o riparare le case colpite dal sisma possono essere erogati "anche con le modalità del credito di imposta".

- INDENNIZZI ANCHE A ORATORI E PALESTRE. Previsti anche indennizzi "a favore delle attività produttive che hanno subito danni", "per il ristoro ai danni di beni mobili anche non registrati", "per i danni alle strutture adibite ad attività sociali, ricreative sportive e religiose".

- DA FAS 2-4 MLD. Risorse anche da Ipi, Cassa Depositi e Prestiti e Fondo infrastrutture.

- IPOTESI SCUDO. Si fa anche accenno a ulteriori, futuri interventi che sembrano adombrare l'ipotesi, ora all'esame delle istituzioni internazioni, di un nuovo scudo fiscale.

- CARCERE FINO A 4 ANNI A CHI LUCRA SU DONAZIONI. Pene severe per chi lucra sulle donazioni e le raccolte di fondi in favore del terremoto. In particolare, chi lo fa utilizzando il logo della 'Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della protezione civile' rischia la reclusione da 1 a 4 anni.

Verso la mayday

Quest'anno la mayday sbarca a Roma. In un anno dominato dalla parola crisi, che ha giustificato provvedimenti autoritari di vario tipo (tra cui la limitazione di un diritto fondamentale come quello di sciopero), precariE e migranti festeggiano un primo maggio di gioia e rabbia a Palermo, Roma, Milano. Perchè la sicurezza che vogliamo si chiama reddito, diritti nel lavoro e oltre il lavoro, cittadinanza per i migranti, diritto alla casa, scuola e sanità pubbliche e di qualità, trasporti gratuiti, conoscenza e formazione libere e condivise, tutela della salute sui luoghi di lavoro.

Morti sul lavoro: Titolare condannato a Ravenna

Un anno e quattro mesi al presidente della Cerdomus Ceramiche. Nell'azienda a causa di carenze nelle misure di sicurezza, nel 2008 morì un operaio mentre stava pulendo un silos RAVENNA, 29 APR. 2009 - Ha patteggiato un anno e quattro mesi di carcere (pena sospesa) Luigi Bedeschi, legale rappresentante e presidente della Cerdomus Ceramiche spa, l'azienda di piastrelle di Castel Bolognese (Ravenna) nella quale la mattina del 20 gennaio 2008 in un incidente sul lavoro era morto Roberto Imperiale, 36 anni, originario di Forlì e residente a Marradi (Firenze).

Dopo un volo di cinque metri, l'operaio era finito nel fondo del silos che stava pulendo. E lì - sepolto dai detriti argillosi e con le gambe fratturate - era deceduto in poco tempo per asfissia, soffocato dalle polveri fini della lavorazione delle piastrelle. Inutili tutti i tentativi per salvarlo.

Dei quattro indagati in prima battuta per omicidio colposo, il Pm Stefano Stargiotti aveva chiesto l'archiviazione della posizione di tre (si tratta del responsabile della sicurezza, del direttore dello stabilimento e del caporeparto). Al legale rappresentante, difeso dagli avvocato Pier Polo Tassani di Ravenna e Giorgio Caramori di Bologna, la Procura ravennate ha attribuito responsabilità in merito alle carenze sulle misure di sicurezza.

Visita di Uribe

E' prevista per domani la visita  a Roma del presidente colombiano Alvaro Uribe, che sarà ricevuto in pompa  magna dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In occasione del prossimo summit del G8, a cui Uribe è stato invitato a partecipare come ospite dell'America Latina, Silvio Berlusconi presenterà un libro dal titolo "Lo stato del mondo", dove saranno raccolti tutti gli interventi dei presidenti riuniti all'incontro. Uribe è stato invitato da Berlusconi a scrivere un contributo sul tema della governabilità sotto la minaccia del terrorismo.

Il presidente colombiano sarà anche accolto in Vaticano dal Papa e dal Segretario di Stato Tarcizio Bertone, per discutere sulle relazioni tra la Chiesa e il governo di Bogotà. Durante la visita si porranno le basi per la stipula di accordi commerciali tra Italia e Colombia, preceduti dalla visita di numerosi imprenditori italiani a Bogotà. I sontuosi preparativi disposti per l'arrivo del premier colombiano testimoniano che il governo italiano ignora  le enormi responsabilità a quest'ultimo imputabili per le massicce violazioni dei diritti umani in Colombia e per la criminalizzazione e  persecuzione continua di attivisti, sindacalisti, leader sociali e indigeni, giornalisti, compiute spesso attraverso gruppi paramilitari con i quali sono noti i legami della maggioranza di governo, che vede metà dei suoi membri inquisiti o detenuti per vincoli con i gruppi armati irregolari. Lo stesso vale per il governo progressista di Zapatero, che ha addirittura deciso di assegnare a Uribe il “Premio per la Libertà”, tra le proteste delle organizzazioni sociali sia spagnole che colombiane.

Per protestare contro la visita di Uribe e il regime di terrore e violenza rappresentato dal suo governo, le organizzazioni italiane si sono date appuntamento domani 30 aprile alle ore 13.00 a Piazza San Marco,  angolo PIAZZA VENEZIA, per un Sit-in di protesta. (Estratto dalla corrispondenza con Guido Piccoli, realizzato per presentare un'iniziativa di informazione tenutasi questo pomeriggio sulla Colombia).

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ECUADOR CHIEDE RISARCIMENTI PER FUMIGAZIONI ANTI-DROGA COLOMBIANE

Presentando una memoria di 450 pagine con 2900 documenti annessi, il ministro degli esteri dell’Ecuador Fander Falconí ha sollecitato ieri formalmente di fronte alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, principale organo giudiziario dell’Onu, “indennizzi e riparazioni” per i “terribili danni” subiti dal suo paese a causa delle fumigazioni delle coltivazioni illegali di coca condotte dalla Colombia. La richiesta, ha precisato Falconí, giunge dopo che “sono fallite le vie diplomatiche” e si basa sull’impatto che, tra il 2000 e il 2007, le aspersioni di erbicidi hanno comportato “per la salute pubblica e l’ambiente” delle popolazioni di frontiera; le comunità indigene e afro-ecuatoriane, in particolare, hanno patito “danni incalcolabili alle loro coltivazioni e al bestiame”. Il cattedratico Iñigo Salvador, a capo di una squadra internazionale di giuristi che ha redatto la memoria (il cui contenuto completo è confidenziale), ha riferito tra l’altro che la Colombia non ha fornito precise informazioni sul “cocktail chimico” utilizzato nelle fumigazioni con il glifosato, un potente erbicida a largo spettro, il più diffuso al mondo, commercializzato in diverse formulazioni anche con il nome di Round-up. Secondo Salvador, l’Ecuador ha potuto dimostrare che le aspersioni hanno provocato danni oltre a costituire, per i loro effetti, in territorio ecuadoriano “una violazione della sovranità nazionale” e dei diritti dei popoli indigeni. La memoria, ha spiegato ancora il giurista, punta a far sì che la Corte dell’Aja stabilisca che le fumigazioni sono “una violazione del diritto internazionale” e che la Colombia, una volta pagati i relativi danni, si astenga dal proseguire le operazioni o che le affidi allo stesso Ecuador. Con il documento si è aperta la “fase scritta” del procedimento: la Colombia, con cui l’Ecuador ha peraltro rotto da un anno le relazioni diplomatiche, avrà ora un anno di tempo per presentare la sua contro-memoria; in seguito l’Ecuador potrà replicare e lo stesso sarà accordato al vicino paese, prima del passaggio alla fase dibattimentale, al termine della quale sarà pronunciata la sentenza.

MESSICO La Corte interamericana dei diritti umani ha aperto oggi a Santiago del Cile il processo contro lo Stato messicano di Chihuahua, accusato di non aver saputo fare giustizia nella vicenda dei femininicidi, l'uccisione di donne, che lavoravano nelle fabbriche locali come manodopera a basso prezzo. Secondo i dati a disposizione della Corte, sono migliaia le donne rapite o scomparse a Ciudad Juarez a partire dal 1993, per lo più impiegate nelle maquiladoras, fabbriche che lavorano con contratti di subappalto, utilizzando manodopera a basso costo. Di queste, quattrocentosessanta sono state ritrovate morte con segni di violenza sessuale e tortura. Claudia Gonzalez, Esmeralda Herrera e Laura Ramos, originarie di Campo Algodonero, sono state ritrovate nel novembre del 2001, insieme ad altri cinque corpi di donna che non è stato possibile identificare, di fronte al sindacato delle maquiladoras. Il tribunale dell'Organizzazione degli stati americani procederà da oggi contro lo stato messicano di Chihuahua per "responsabilità" nell'assassinio delle tre donne, "per l'impunità di cui hanno beneficiato i responsabili, e per la mancanza di verità e di giustizia".

Argentina: Testimone processo desaparecidos aggredito

Miguel Angel D'Agostino, sopravvissuto del centro clandestino di detenzione e tortura “Club Atlético” e testimone nel processo orale e pubblico nel quale recentemente furono condannati membri dell'intelligentia della Gendarmeria Víctor Rei per l'appropriazione del figlio di una coppia di desaparecidos, è stato aggredito nella notte dello scorso sabato da un gruppo di quattro persone mentre entrava nel suo ufficio nel quartiere di Almagro a Buenos Aires. L'uomo è stato colpito alla testa da un elemento duro che potrebbe essere il calcio di un revolver mentre cercava di entrare nell'ascensore dell'edificio. L'aggressione gli ha causato un taglio nella parte superiore della testa, per il quale ha ricevuto dei punti di sutura. D'Agostino aveva testimoniato lo scorso 9 marzo nel processo nel quale è stato condannato l'ex comandante di Gendarmeria Víctor Enrique Rei per appropriazione del figlio di una coppia di desaparecidos. Precedentemente aveva deposto in un altro processo per reati di cui lo stesso era stato vittima durante la dittatura.

VALICO DI ERETZ: ISRAELE VIETA INGRESSO A DELEGAZIONE UMANITARIA Nella Striscia di Gaza “non c’è una crisi umanitaria post-bellica che giustifichi la presenza di operatori e l’invio di aiuti”: è quello che si sono sentiti dire i membri della delegazione ‘Ricostruire la speranza Gaza: progetti per un’economia di pace’, organizzata dagli enti locali della Rete comuni solidali (Re.co.sol), a cui le autorità israeliane impediscono da ieri l’ingresso nella Striscia. “Avevamo richiesto tutti i documenti necessari, annunciato il nostro arrivo, seguito le procedure prestabilite” ha detto una donna partecipante alla delegazione di medici, giornalisti e rappresentanti dei comuni italiani in viaggio verso Gaza con l’obiettivo di individuare progetti umanitari a supporto della popolazione civile. “Nel pomeriggio, di ritorno dal valico di Erez, dove i militari ci hanno fermato, abbiamo incontrato il console italiano che ha accennato ad una situazione molto complessa legata alla discrezionalità delle autorità di Tel Aviv” aggiunge la volontaria che definisce quello israeliano “un modus operandi kafkiano”, che ha impedito in passato l’ingresso nella Striscia anche ad alcuni collaboratori del consolato dotati di autorizzazione.

AGGIORNATI A META' MAGGIO COLLOQUI INTER-PALESTINESI

Sono stati aggiornati al 16 maggio i colloqui tra i gruppi palestinesi in corso nei giorni scorsi al Cairo: lo hanno reso noto i responsabili delle formazioni politiche di Hamas e Fatah, secondo cui la ‘pausa’ è stata decisa per permettere ai dirigenti di analizzare alcune delle proposte avanzate dal mediatore egiziano. Izzat al Rahq, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha spiegato a fonti di stampa palestinese che “le questioni ruotano sempre intorno all’assetto da dare al nuovo governo di coalizione”, confermando tuttavia che sia Fatah sia Hamas hanno accettato di considerare l’Organizzazione per la liberazione della palestina (Olp) come un’istituzione di riferimento nazionale. Il quinto turno di colloqui è previsto nella capitale egiziana per il 16 e 17 maggio. I nodi da scogliere restano quelli del futuro assetto della sicurezza palestinese e della nascita di un governo unitario.

IRAN: femminista condannata a un anno di reclusione Una femminista iraniana, Parastu Allahyari, è stata condannata a un anno di reclusione, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano Sarmayeh. I motivi della condanna non sono stati resi noti, ma fonti del movimento femminista hanno detto che Allahyari faceva parte della campagna 'Un milione di firme: quelle che le attiviste per i diritti delle donne intendono raccogliere per cambiare le leggi islamiche che limitano i diritti delle donne in Iran. Molte altre sostenitrici di questa iniziativa sono state arrestate e condannate negli ultimi tre anni. L'ultima a finire in carcere, il 25 aprile, è stata Mariam Malek. I magistrati hanno posto una cauzione di 200 milioni di rial (circa 15 mila euro) per il suo rilascio

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Siparietto


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ESTERI

‘’’PAKISTAN’’’

Le truppe dell'esercito pakistano hanno riconquistato la città di Buner, fino a ieri controllata dai talebani. Lo annunciano fonti militari di Islamabad, secondo cui i soldati pakistani sono stati elitrasportati oltre le linee controllate dai talebani, che sarebbero pretanto accerchiati, pur controllando ancora gli ingressi della valle di Buner.

Lo scopo principale dell'operazione è quello di mostrare l'efficienza delle forze armate di Islamabad, in previsione della visita del presidente Usa Obama e di quello afgano Karzai. Questi ultimi incontreranno il presidente pakistano Asif Ali Zardari i prossimi 6 e 7 di maggio. L'esercito pakistano ritiene che nella valle di Buner, circa 140 chiometri a sud del confine con l'afganistan, si trovino attualmente 500 miliziani talebani, e stima che ci vorrà una settimana per neutralizzarli.

‘’’IRAN’’’

Una femminista iraniana, Parastu Allahyari, è stata condannata a un anno di reclusione, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano Sarmayeh. I motivi della condanna non sono stati resi noti, ma fonti del movimento femminista hanno detto che la Allahyari faceva parte della campagna 'Un milione di firmè: quelle che le attiviste per i diritti delle donne intendono raccogliere per cambiare le leggi islamiche che limitano i diritti delle donne in Iran. Molte altre sostenitrici di questa iniziativa sono state arrestate e condannate negli ultimi tre anni. L'ultima a finire in carcere, il 25 aprile, è stata Mariam Malek. I magistrati hanno posto una cauzione di 200 milioni di rial (circa 15 mila euro) per il suo rilascio

‘’’MESSICO’’’

La Corte interamericana dei diritti umani ha aperto oggi a Santiago del Cile il processo contro lo Stato messicano di Chihuahua, accusato di non aver saputo fare giustizia nella vicenda dei femininicidios, l'uccisione di donne, che lavoravano nelle fabbriche locali come manodopera a basso prezzo. Secondo i dati a disposizione della Corte, sono migliaia le donne rapite o scomparse a Ciudad Juarez a partire dal 1993, per lo più di bassa estrazione sociale e impiegate nelle maquiladoras, fabbriche che lavorano con contratti di subappalto, utilizzando manodopera a basso costo. Di queste, quattrocento sessanta sono state ritrovate morte con segni di violenza sessuale e tortura. Claudia Gonzalez, Esmeralda Herrera e Laura Ramos, originarie di Campo Algodonero, sono state ritrovate nel novembre del 2001, insieme ad altri cinque corpi di donna che non è stato possibile identificare, di fronte al sindacato delle maquiladoras. Il tribunale dell'Organizzazione degli stati americani procederà da oggi contro lo stato messicano di Chihuahua per "responsabilità" nell'assassinio delle tre donne, "per l'impunità di cui hanno beneficiato i responsabili, e per la mancanza di verità e di giustizia".

‘’’BOLIVIA PARAGUAY’’’

La Bolivia e il Paraguay hanno firmato a Buenos Aires un accordo 'storico' sulla frontiera in comune, secondo quanto riferisce il quotidiano argentino 'Clarin'.Il presidente della Bolivia, Evo Morales, e il suo omologo del Paraguay, Fernando Lugo, hanno formalmente sottoscritto un rapporto stilato nel 2007 dalla Commissione mista, che sancisce la definizione della frontiera in comune. La frontiera è stata infatti oggetto di un conflitto negli anni trenta per il controllo del Chaco boreale, considerato strategico per i due paesi. 'La guerra del Chaco' provocò più di 100 mila morti.

‘’’KURDISTAN TURCO’’’

Almeno nove soldati turchi sono morti nel sudest della Turchia a causa dell'esplosione di una mina. Lo riferisce l'emittente locale Ntv, spiegando che l'esplosione si è verificata questa mattina alle 6 ora locale nel distretto di Lice, nella provincia di Diyarbakir. Secondo la 'CnnTurk' il bilancio delle vittime sarebbe di dieci morti. Ci sarebbero anche alcuni feriti. La mina sarebbe esplosa nel momento in cui il convoglio attraversava un ponte. La 'CnnTurk' ricorda che solo un mese fa era stato sventato un attentato simile sullo stesso ponte, grazie alla scoperta da parte dei militari di 65 chili di esplosivo pronti a esplodere. Venti giorni fa un altro ritrovamento nella stessa zona, questa volta di 100 chili di esplosivo. Secondo alcuni esperti citati dal sito del quotidiano 'Hurriyet', l'esplosivo che ha provocato l'incidente di oggi è stato piazzato di recente con l'obiettivo di colpire i militari turchi, impegnati da mesi nell'area contro il Partito dei lavoratori curdi (Pkk).

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gror090429 (last edited 2009-04-29 17:24:12 by anonymous)