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In primo Piano

Editoriale

ROMA: ALLA CAMERA, TAGLI ALLA SCUOLA PUBBLICA, FONDI A QUELLA PRIVATA

Più soldi alle paritarie. Mentre l'Esecutivo taglia 8 miliardi (e 134 mila posti in tre anni) alla scuola pubblica il Parlamento impegna il governo perché nei prossimi mesi aumenti i finanziamenti alle scuole private. I promotori delle mozioni approvate dalla Camera durante la seduta dello scorso 6 maggio chiedono dapprima di restituire alle scuole paritarie il "maltolto" (leggasi taglio effettuato con la legge finanziaria del 2009) e nuovi fondi. La mozione è quella sottoscritta da una trentina di deputati del Pdl, della Lega e del Movimento per l'autonomia. I deputati hanno le idee chiare in merito: un "mix di strumenti quali: buoni scuola per la copertura, in tutto o in parte, dei costi di iscrizione e di frequenza in scuole paritarie; detrazioni fiscali a favore delle famiglie che iscrivono i figli presso scuole paritarie in misura adeguata a ridurre significativamente gli oneri, calibrate a scalare per le famiglie con i redditi più bassi". Per l'esercizio finanziario del 2009, circa 500 milioni, che potrebbe essere incrementata di altri 100 milioni. Anche l'Udc, con nove deputati, scende in campo a favore delle scuole paritarie. L'Italia dei Valori ha proposto la terza mozione approvata dalla Camera: sostenere lo sviluppo dell'iniziativa privata nel settore formativo nell'ambito di una politica di sostegno dell'intero sistema scolastico nazionale, nel quale pubblico e privato siano coordinati.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

SRILANKA: STRAGE DI centinaia di civili NEI BOMBARDAMENTI

Il portavoce dell'Onu in Sri Lanka, Gordon Weiss, ha dichiarato a PeaceReporter che le Nazioni Unite giudicano "attendibili" le drammatiche notizie che parlano di centinaia di civili tamil uccisi nei bombardamenti governativi sulla 'Safe Zone' (a nord di Mullaitivu) iniziati sabato pomeriggio e tuttora in corso. Notizie diffuse dal dottor Shanmugaraj, responsabile sanitario governativo distrettuale rimasto ad assistere i civili tamil intrappolati dall'avanzata dell'esercito nel territorio in mano ai ribelli dell'Ltte. Le Tigri Tamil avevano denunciato l'uccisione di oltre duemila persone nei bombardamenti d'artiglieria dell'esercito regolare tra sabato e domenica. L'esercito invece sostiene che a provocare il massacro siano gli stessi Tamil, che sparano con i mortai sulla popolazione civile allo scopo di incolparne le forze armate. Secondo gli osservatori delle Nazioni Unite, sono ancora circa 50.000 le persone intrappolate nella striscia di tre chilometri quadrati in cui l'esercito ha stretto i ribelli Tamil nell'atto finale di una guerra che, cominciata nel 1983, ha provocato la morte di almeno 70.000 persone in 26 anni. "Consideriamo attendibili le informazioni che giungono dal dottor Shanmugaraj, che questa mattina ha aggiornato a 430 il numero dei civili arrivati tra ieri e oggi nell'ospedale da campo di Mullavaikkal, dichiarando che il bilancio potrebbe raggiungere addirittura i mille morti", ha detto Weiss. "Molti cadaveri non sono ancora stati recuperati, molti feriti non ce la faranno e i bombardamenti continuano. Oltre 100 bambini sono rimasti uccisi nei bombardamenti lanciati lo scorso fine settimana. E' il bagno di sangue che noi delle Nazioni Unite avevamo previsto, chiedendo alle due parti di consentire l'accesso all'area dei combattimenti dove sono ancora intrappolati tra i 50 e i 100 mila civili. Abbiamo chiesto ai guerriglieri dell'Ltte di lasciar fuggire i civili, ma non lo hanno permesso. Abbiamo chiesto al governo di fermare i bombardamenti sui civili, ma non lo hanno fatto, nonostante la telefonata del nostro segretario generale al presidente Rajapakse". Molto più ‘diplomatica' la posizione della Croce Rossa Internazionale (Icrc) che, pur avendo ben trenta suoi medici locali nell'ospedale da campo di Mullavaikkal, non vuol dire nulla di quello che sta accadendo. "Non confermiamo né smentiamo le notizie apparse nelle ultime ore. L'unica cosa che possiamo fare e continuare a evacuare i feriti e a portare cibo e medicinali via mare: da quando abbiamo attivato il ponte navale, lo scorso 10 febbraio, abbiamo portato in salvo quasi 14 mila civili feriti e ammalati".

SOMALIA: DURI SCONTRI NELLA CAPITALE

Si combatte ancora a Mogadiscio, dopo gli scontri che nel fine-settimana hanno provocato decine di vittime e di feriti: mentre le organizzazioni umanitarie locali riferivano di centinaia di abitanti in fuga dalla città, colpi di mortaio hanno raggiunto oggi il complesso presidenziale di ‘Villa Somalia’. Secondo l’emittente di Mogadiscio ‘Radio Shabelle’, i proiettili sono esplosi all’interno del perimetro del complesso poche ore dopo una conferenza stampa del presidente Sheikh Sharif Sheikh Ahmed. Di fronte ai giornalisti, l’ex-dirigente delle Corti islamiche al potere nel 2006 nella Somalia centrale e meridionale aveva accusato delle violenze degli ultimi giorni “persone che hanno fatto della guerra la loro professione”. Nel pomeriggio l’organizzazione umanitaria di Mogadiscio ‘Elman Human Rights Organisation’ ha detto che i combattimenti stanno costringendo centinaia di residenti a lasciare la città. Impossibile, per ora, stabilire con esattezza il bilancio degli scontri degli ultimi giorni. Molti portali di informazione locali danno grande risalto alla strage avvenuta ieri in una moschea della capitale, dove l’esplosione di un colpo di mortaio ha provocato almeno 14 vittime. Secondo i mezzi di informazione somali a combattersi sono forze governative e militanti di due gruppi dell’opposizione armata, ‘Shebab’ e ‘Hezbul Islam’. Gli scontri, però, non si limitano all’area urbana della capitale: ‘Radio Shabelle’ riferisce che le forze governative hanno ripreso il controllo di un importante check point nei pressi di Afgoi, una trentina di chilometri a ovest di Mogadiscio.

ITALIA

ROMA: MOVIMENTO LOTTA PER LA CASA IN CAMPIDOGLIO (corrisp. ROR)

In risposta alle recenti dichiarazioni dell’Assessore alla casa Alfredo Antoniozzi in cui viene decretata per editto la fine dell’emergenza abitativa a Roma, questa mattina oltre cento famiglie di sfrattati e abitanti dei residence insieme ai movimenti di lotta per il diritto all’abitare si sono radunati in piazza del Campidoglio. Obiettivo della protesta quello di denunciare la prosecuzione delle operazioni di sfratto nonostante l’impegno congiunto del sindaco Alemanno e del prefetto Pecoraro di bloccarle fino all’8 giugno e la totale assenza di qualunque impegno concreto in direzione di una soluzione dell’annoso problema dei residence privati lasciati al degrado insieme alle famiglie che li ospitano aventi diritto alla casa popolare. Ai cittadini che protestavano, l’assessore Antoniozzi ha risposto con intollerabile arroganza e disprezzo della loro condizione, evidentemente stizzito che la protesta potesse turbare il suo lavoro non di assessore alla casa ma di candidato di punta alle europee. Il presidio è rimasto dunque in piazza del Campidoglio in attesa del Consiglio comunale e per un’assemblea pubblica dalle ore 17 per chiedere con forza al sindaco Alemanno le dimissioni di Antoniozzi, una vera moratoria degli sfratti e una politica abitativa che cominci a dare risposte ai cittadini e non solo a proprietari delle aree e costruttori privati.

Roma: SOLIDARIETA' A* RECLUS* Ponte Galeria

Nella notte tra il 18 e il 19 marzo scorso, è morto Salah Souidani, algerino di 42 anni, un malore, la richiesta di cure ignorata dal personale della Croce Rossa Italiana (responsabile della gestione del centro di Ponte Galeria, come di vari altri in Italia), il rituale pestaggio da parte della polizia e il corpo di Salah ritrovato senza vita il giorno dopo nella camerata. La notte del 7 maggio si uccide nel C.I.E. di Ponte Galeria Nabruka Mimuni, una donna tunisina di 44 anni, sarebbe stata espulsa la mattina seguente. Nel pomeriggio di ieri, una ventina di compagni hanno scelto di dare un saluto di persona ai reclusi e alle recluse di ponte galeria. Nonostante la questura proibisca categoricamente qualsiasi forma di manifestazione di protesta in zona perchè militare, ci si è fermati ad intonare cori ed a parlare con le immigrate e gli immigrati. Nel frattempo nel terreno accanto veniva alzato uno striscione di 25 metri su di un traliccio dell'alta tensione. La risposta da dentro è stata molto calda, un gran numero di recluse della sezione femminile sono uscite in cortile gridando ed intonando cori. Quando si è deciso di tornare alle macchine i compagni e le compagne sono stati identificati da polizia, DIGOS, carabinieri e chi più ne ha più ne metta. Nel frattempo all'interno veniva proibito alle donne di uscire nel cortile. Le recluse hanno fatto sapere di essere molto contente dell'iniziativa di solidarietà.

TARANTO: IN TANT* AL CORTEO DEL 9 MAGGIO

Un grande e festoso corteo di è snodato lungo il percorso che partendo dal quartiere Salinella Taranto 2 ( dove c'è il CSOA Cloro Rosso) è terminato a piazzale Bestad. Circa un migliaio i partecipanti, in gran parte di Taranto e provincia ma con la presenza di delegazioni di tutte le province pugliesi: da Brindisi, da Lecce e dalla provincia di Bari. In testa un grande striscione con scritto: "Nulla fermerà la voglia di cambiare questa città", seguito da altri striscioni e cartelli in solidarietà a Riccardo e agli altri ragazzi che poco meno di dieci giorni fa hanno subito il proditorio assalto a mano armata. Significativa la presenza nel corteo del Sindaco di Taranto, degli insegnanti di Riccardo e dei suoi compagni di classe, di associazioni, organizzazioni politiche e sindacali.

BOLOGNA: DISASTRO FERROVIARIO DI CREVALCORE, DIRIGENTI FS ASSOLTI (corrisp. ROR)

Assolti per non aver commesso il fatto. Questo il verdetto per i dieci dirigenti delle Ferrovie dello Stato sotto processo per il disastro di Crevalcore (Bologna), che il 7 gennaio 2005 causò la morte di 17 persone e decine di feriti. nel rovinoso scontro sulla linea Bologna-Verona fra un treno interregionale e un convoglio merci. Tra gli assolti anche l'attuale amministratore delegato delle FS Mauro Moretti, all'epoca dei fatti amministratore delegato della società Rete Ferroviaria Italiana. Le ipotesi di accusa erano disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime. Al termine dell’udienza preliminare era stato il pm Enrico Cieri aveva chiesto l'assoluzione per tutti. L'inchiesta sul disastro di Crevalcore, condotta dal pm e dall'allora procuratore di Bologna Enrico Di Nicola, si è basata su cinque consulenze tecniche, una sola delle quali aveva riscontrato che a provocare sulla linea Bologna-Verona fu un errore umano, cioè il mancato rispetto del segnale rosso da parte del macchinista. Il legale che assiste l'unica parte civile, cioè il sindacato dei macchinisti Orsa, Desi Bruno, ha preannunciato che probabilmente la sentenza verrà impugnata con un sollecito, entro novanta giorni, alla procura generale. "Siamo molto delusi, c'è stata una sottovalutazione molto forte di tutto l'aspetto sicurezza".

ECONOMIA: IN CALO LE ENTRATE FISCALI

Nel periodo gennaio-marzo 2009 le entrate erariali, al lordo delle una tantum, sono risultate inferiori di 4.068 milioni di euro (-4,6%) rispetto a quelle dello stesso periodo del 2008. Nei primi tre mesi del 2009 l'Iva, l'imposta sul valore aggiunto, è calata di 2,4 miliardi di euro (-10,6%); l'Iva derivante dalle importazioni -33%. Il totale delle imposte indirette è stato di 37.958 milioni di euro (-6,3%). Al netto delle una tantum, che ammontano a 5 milioni di euro, le entrate sono state 83.971 milioni di euro (-4,6%): 46.013 milioni di euro (-3,2%) derivano dalle imposte dirette e 37.958 milioni di euro (-6,3%) dalle imposte indirette.

gror090511 (last edited 2009-05-11 17:48:20 by anonymous)