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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

ENNESIMO FEMMINICIDIO: UNA DONNA A MILANO ACCOLTELLATA DAL MARITO

MILANO - Accoltellata a morte davanti all'asilo nido dove stava accompagnando il figlio di due anni. A uccidere Monica Morra, 33 anni, è stato il marito quarantacinquenne, Massimo Merafina, impiegato alle poste, catturato dopo una breve fuga. La tragedia si è consumata stamane alle 8.40 in via Cova, zona Monforte, a Milano, davanti ad altre mamme e ad alcuni bambini. Da pochi mesi i due, che si stavano separando, non vivevano più insieme. Merafina stamane attende la donna e suo figlio all'ingresso dell'asilo. E' vestito bene, l'abito gessato, una camicia bianca. Ma ha il braccio sinistro stranamente fasciato. Merafina aggredisce Monica che tiene ancora il piccolo in braccio, comincia a picchiare la donna. Schiaffi, calci. Le urla delle mamme fuori dall'asilo costringono le educatrici a uscire dalle aule. Il bimbo viene probabilmente salvato dalla prontezza di riflessi di un'educatrice che lo strappa dalle braccia della madre, portandolo all'interno. L'uomo estrae dalla fasciatura un coltello da cucina e vibra quattro fendenti. La lama tocca il cuore della donna che crolla a terra: lui infierisce ancora su di lei mentre dall'asilo qualcuno chiede l'aiuto dei carabinieri e del 118. L'ambulanza porta Monica, in arresto cardiocircolatorio, in pochi minuti all'ospedale San Raffaele, dove i medici tentano l'impossibile con un intervento chirurgico. Ma non c'è nulla da fare. La donna muore.

Napoli: Violenza a Piazza Bellini

Una giovane donna è stata picchiata a Piazza Bellini, la scorsa notte, da una squadraccia di teste rasate. Ora è in ospedale e rischia lesioni permanenti ad un occhio.In piazza Bellini, intorno alle due di notte, un gruppetto di delinquenti con il capo rasato ha malmenato alcuni giovani omosessuali e mandato all'ospedale una ragazza che era intervenuta (unica a farlo) in loro soccorso. Tutto si è svolto all'aperto, al centro di Napoli, sotto gli occhi di centinaia di persone che non hanno mosso un dito. Già dal loro ingresso nella piazza si è capito quali fossero le loro intenzioni. I bulli «boneheads» - una sorta di skinheads di cultura nazista -, hanno cominciato a dare fastidio a un gruppo di giovani, che frequentano la sede dell'Arcigay. Prima hanno cominciato con gli insulti, poi è volato qualche schiaffo. Le parole sono diventate sempre più pesanti, come gli schiaffoni, inferti in mezzo al divertimento dei membri del gruppo. Coloro che erano intorno hanno fatto finta di non vedere. Solo una ragazza di 27 anni, non ce l'ha fatta a trattenere lo sdegno per l'aggressione verbale che si stava compiendo. Ha avvicinato il gruppetto e ha urlato: «Basta fermatevi! Ma che volete? Perché non ci lasciate in pace?». Per tutta risposta, la giovane ha ricevuto uno spintone, è caduta per terra ed è stata presa a calci. La violenza dei colpi è stata così forte che la ragazza, ora ricoverata in ospedale, rischia di perdere un occhio». Le associazioni omosessuali napoletano hanno diramato un comunicato congiunto, denunciando l'insicurezza vissuta dai gay in piazza Bellini: «La vera vergogna che denunciamo è la “licenza di aggredire” che viene così indirettamente concessa a chi viola i corpi e la dignità di altri esseri umani e la deriva violenta di false propagande. L’UDI di Napoli scrive: “Da sempre la violenza insegue le donne, le bracca, le invalida e le uccide. Tutti dicono a parole di non volere questo, ma mentre dicono continuano a picchiare, invalidare, uccidere, o a permettere che questo avvenga. Gli assassini e i violenti si rendono, a volte, come in questo caso, riconoscibili come i mafiosi, i camorristi e gli sciupafemmine: si vantano e hanno l’ardire di tornare a delinquere negli stessi posti. Questo paese sta subendo l’irresponsabile sfida a tutto il genere femminile, e noi sappiamo che il fine è metterci fuori gioco. Ma noi torniamo sempre: per essere vicine a quella giovane donna brutalmente picchiata, come per denunciare che chi ha ucciso poche ore fa Annamaria Cirillo ha seguito un consiglio dato da molti ormai, fuori e dentro i tribunali, “ti conviene ammazzarla” Noi affermiamo che nessuna è vilipesa e ferita senza la complicità della cultura dominante. L'UDI ha organizzato un sit-in in Piazza Bellini Giovedì 25 sera alle 19, per affermare che c’è una responsabilità pubblica su tutto quanto avviene per le strade e nelle case su ognuna di noi e noi tutte. Sarà un sit-in e una fiaccolata perché la Piazza sia ancora nostra e perché quella giovane donna possa tornarci senza paura. Vivere senza violenza non è non è una speranza, è il nostro proposito.

ESTERI

I Guardiani non annulleranno il voto in Iran

I risultati del voto per le presidenziali in Iran validi: il Consiglio dei guardiani, l'organo preposto a verificare la validità delle consultazioni, ha confermato che non c' alcuna possibilità che si torni alle urne e che il rieletto leader ultraconservatore, Mahmud Ahmadinejad, possa tornare ad affrontare la sfida con il fronte moderato, guidato dal candidato sconfitto Mir Hossein Mussavi. Questo nonostante le irregolarità riscontrate dallo stesso Consiglio dei guardiani, che ha notato come in diverse decine di circoscrizioni abbiano votato più persone di quelle aventi diritto. Irregolarità considerate comunque non rilevanti. Dunque Ahmadinejad potrà giurare per la seconda volta davanti al parlamento: lo farà tra il 26 luglio e il 19 agosto. A sostegno di Ahmadinejad doveva esserci oggi una manifestazione di studenti fuori dall'ambasciata britannica, ma le autorità hanno imposto il divieto e gli stessi studenti hanno ritirato l'appello. Da ricordare che tutto il fronte conservatore iraniano, Pasdaran in testa, stanno ormai puntando sistematicamente il dito contro Londra, ritenuta colpevole di manipolazioni attorno al voto. Teheran ha richiamato in patria il proprio ambasciatore in Gran Bretagna.

REGNO UNITO ESPELLE DUE DIPLOMATICI IRANIANI DA LONDRA

Il Regno Unito ha annunciato l'espulsione di due diplomatici iraniani dopo che Teheran ha rispedito a Londra due funzionari dell'ambasciata britannica.

Secondo quanto ha dichiarato il primo ministro britannico, Gordon Brown, le accuse iraniane nei confronti due diplomatici sono "assolutamente prive di fondamento". In risposta a tale azione "abbiamo informato l'ambasciatore iraniano oggi che dobbiamo espellere due diplomatici iraniani dalla loro ambasciata a Londra". Questa mattina il ministero degli Interni iraniano aveva cancellato la manifestazione davanti all'ambasciata britannica di Teheran in protesta per le dichiarazione britanniche dopo le elezioni definite come "ingerenze negli affari interni della Repubblica Islamica".

IRAN: MOLTI STATI UE CONVOCANO AMBASCIATORI DI TEHERAN

Bruxelles, 23 giu. - (Adnkronos/Aki) - Sono sempre piu' numerosi gli stati membri dell'Ue che convocano i rispettivi ambasciatori iraniani per protestare per quanto sta accadendo nella Repubblica Islamica. Ieri la presidenza ceca dell'Ue in un comunicato aveva esortato gli stati membri ad attuare questo passo, dopo che Praga aveva provveduto a convocare il rappresentante di Teheran. Oggi e' stata la volta di Francia, Svezia e Finlandia. A Parigi il direttore per l'Africa del Nord e il Medio Oriente del ministero degli Esteri, ha riferito un portavoce, ha ribadito all'ambasciatore iraniano la "forte preoccupazione" francese per l'evoluzione degli eventi, chiedendo che "sia fatta piena luce sulla sincerita' dello scrutinio presidenziale".

Convegno a Tunisi sull'immigrazione

Lo scorso anno, oltre 1.200 africani che tentavano di raggiungere clandestinamente il sud dell'Europa sono stati inghiottiti dalle acque del Mediterraneo. Lo ricordato il sociologo tunisino Mehdi Mabrouk, intervenendo ai lavori del convegno «L'emigrazione clandestina: realtà e soluzioni», svoltosi a Tunisi. Riferendosi, in particolare, ai migranti tunisini, Mabrouk ha sostenuto che l'aiuto finanziario fornito dall'Europa non ha avuto efficacia «nel rallentamento del fenomeno dell'immigrazione illegale verso l'Europa», questo anche per le «severe procedure» adottate per la concessione dei visti di entrata in Europa e per le «frustrazioni» che colpiscono il mondo dei giovani. In proposito, l'oratore ha detto che la zona di confine tra la Tunisia e la Libia è «il centro più attivo» per il transito dei clandestini, 1.196 dei quali sono stati arrestati dalla polizia libica lo scorso anno. Mabrouk ha detto che da Tataouine, città all'estremo sud alle porte del deserto, parte il maggior numero di migranti diretti verso la Libia; alto anche il numero di coloro i quali provengono dalla zona del bacino minerario di Gafsa, nel sud-ovest del Paese. (ANSAmed).

Incidente nella metro a Washington

È di almeno nove morti e 76 feriti il bilancio del gravissimo incidente avvenuto ieri notte nella metropolitana di Washington dove due treni si sono scontrati durante l'ora di punta del rientro dagli uffici. Tra le vittime, riporta il sito della Cnn, anche il macchinista di uno dei due treni che si sono trovati a viaggiare sullo stesso binario. Al momento dello scontro frontale uno era fermo e l'altro in corsa e l'impatto è stato violentissimo. I feriti sono in tutto 76, due dei quali in pericolo di vita.

STRISCIA DI GAZA:ANCORA VIETATO IL TRANSITO DI MERCI

Gaza – Infopal. Stamattina, in base a quanto riportato dalla radio israeliana, i proprietari delle ditte di trasporti israeliane hanno negato l’accesso alle merci nella Striscia di Gaza. Tale rifiuto rientra tra le attività di pressione organizzate dal Comitato di lotta per il rilascio del soldato israeliano catturato dalle fazioni palestinesi, Gilad Shalit. Si tratta di un gesto che smentisce quanto stabilito ieri dal ministero della Difesa israeliano, che aveva permesso l’apertura di tutti i passaggi della Striscia di Gaza per l'introduzione del gasolio e delle merci.

GERUSALEMME:ORDINI DI SFRATTO PER 65 FAMIGLIE

La polizia israeliana, insieme agli operai del Comune, ha condotto ieri sera una vasta campagna contro i proprietari d’immobili palestinesi di Gerusalemme, irrompendo in 65 case in vari quartieri e consegnando alle famiglie ordini di demolizione.

Come hanno riferito gli stessi residenti al corrispondente di Infopal.it, alcune delle famiglie avevano già ricevuto simili avvisi, come il proprietario del palazzo di as-Sunbula, nel quartiere di Nusayba, che consiste di 24 interni; o come Thamin Abu Qabala di Bayt Hanina, a nord della città, il cui palazzo comprende 15 appartamenti.

Nuovi ordini sono stati invece consegnati a Muhammad Abu Khdayr riguardante suo edificio di 12 interni situato a Shu’fat, a nord della Città Santa. Un altro palazzo di 12 appartenente noto come palazzo Ghayth ha ricevuto un’ingiunzione simile nel già citato Bayt Hanina. Altri due nuovi avvisi sono stati inoltre recapitati a due famiglie residenti nel quartiere di Wadi Qaddum a Silwan, a sud della provincia di Gerusalemme.

I RIFUGIATI NEL MONDO

Nell'ultimo anno quarantadue milioni di persone sono scappate dai loro paesi di origine Gaza, Sud Africa e Thailandia sono tra i peggiori luoghi del mondo per essere un rifugiato. Questi i risultati emersi da un sondaggio annuale eseguito dalla Commissione statunitense per i rifugiati e gli immigrati (Uscri). I conflitti e le persecuzioni nel 2008 hanno interessato circa 42 milioni di persone, tra cui 15,2 milioni di rifugiati, 823 mila richiedenti di asilo e 26 milioni di sfollati. Secondo quanto ha assicurato l'Alto commissario per le Nazione Unite, Antonio Guterres, "nel 2009 abbiamo visto molti nuovi movimenti, in particolare in Pakistan, lo Sri Lanka e in Somalia". Il numero di rifugiati è calato nel ultimo anno, da 16 a 15,2 milioni di persone di oggi. Mentre 800 mila sono attualmente in cerca di asilo nei paesi stranieri, secondo lo studio. Il maggior numero di nuovi sfollati nel corso degli ultimi anni si è avuto in Pakistan, Sri Lanka e Somalia, dove la violenza ha sradicato centinaia di migliaia di persone dalle loro case, tra cui più di due milioni di civili fuggiti in Pakistan per mettersi in salvo dall'offensiva dei talebani. Brasile, Ecuador e Costa Rica, sono tra i Paesi dove i profughi sono trattati meglio, secondo quanto riferisce il rapporto. Infatti, alcuni dei Paesi più poveri del mondo sono anche la patria di grandi popolazioni di rifugiati. Ciad, nella lista dei Paesi meno sviluppati delle Nazioni Unite, ha una popolazione di 268 mila profughi, mentre il Sudan, ospita 175.800 rifugiati da Eritrea ed Etiopia.

ITALIA

Venaus: archiviate le responsabilità delle forze dell'ordine

Anche l'ultimo degli esposti fatto in merito alle violenze delle forze dell'ordine è stato archiviato dalla magistratura. Nessun responsabile individuato. E' questa la motivazione cardine della sentenza emessa dal giudice per le indagini preliminari Dante Cibinel che scrive: non è stato possibile individuare «i singoli» poliziotti o carabinieri che la notte del 6 dicembre di quattro anni fa agirono con violenza nello sgombero de1 presidio di Venaus provocando 19 feriti ricoverati o medicati all'ospedale di Susa. Il Gip in sostanza ha accolto in tutto e per tutto le motivazioni che ha sostanziato la procura di Torino escludendo che le «condotte dei singoli» fossero da ricondurre a un disegno preordinato; vi fosse stato un «omesso controllo» da parte di funzionari e ufficiali responsabili dell'operazione, ascrivibile a rilievi penali. In sostanza, lo sgombero fu violento ma siccome non è stato possibile gli agenti che hanno lo eseguito perché coperti da caschi, passamontagna o foulard, non è stato nessuno. Le responsabilità poi non possono essere ascritte a chi dirigeva l'operazione, quindi cade tutto nel nulla; violenza sì, ma senza responsabile e quindi, secondo la magistratura, non è successo nulla. La notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005 furono impiegati in cinquecento fra poliziotti e carabinieri, oltrechè due ruspe che dopo aver sfondato una barricata, al comando del dirigente di allora, Sanna, eseguirono il resto dell'operazione di sgombero, mettendo in atto un vero e proprio rastrellamento nei terreni occupati dai resistenti, un centinaio, aggredendo chi dormiva nelle tende, manganellando chi tentò di resistere, e altri fatti che sono ben documentati dalle foto e dalle testimonianze di questi anni. Quella notte a Venaus avvenne un' aggressione ai danni del movimento no tav, con il tentativo esplicito di spazzare via il popolo no tav, riunito in battaglia per difendere la propria terra. L'allora governo Berlusconi, con ministro dell'interno Pisanu e ai lavori pubblici Lunardi, decise di forzare la mano per avere la meglio. L'operazione cadde in un nulla di fatto perché da quella sera avvenne quello che il potere non si aspettava, giungendo alla riconquista dei terreni di Venaus, facendo battere in ritirata le forze dell'ordine che li avevano occupati.

Pacchetto sicurezza: verso nuove mobilitazioni

In questi giorni riprende il discorso parlamentare sul famigerato pacchetto sicurezza. Le mobilitazioni contro la legge, organizzate dalla rete contro il pacchetto sicurezza, proseguono e il prossimo appuntamento è per giovedì 25 giugno alle ore 18 in Piazza della Maranella, dove si terrà un presidio con assemblea pubblica e verranno organizzate le proteste dei prossimi giorni.

Ascoltiamo una corrispondenza con una compagna della rete Impronte, che riassume anche le numerose iniziative già organizzate negli scorsi mesi.

CORRISPONDENZA

Oggi presidio contro l'inceneritore di Albano

in occasione di un incontro alla regione il comitato contro l'inceneritore sarà presente sotto la sede di via Cristoforo colombo. Sentiamo una corrispondenza registrata stamattina.

THUN: l' apoteosi dello sfruttamento, è il sogno che diventa realtà, per il padrone!

La Thun, lo scorso Natale, ha aperto a Mantova un enorme e (apparentemente) modernissimo magazzino di deposito degli oggetti da regalo che esporta in tutto il mondo, assumendo circa cento dipendenti, tutti con contratto a tempo determinato. Dopo tre mesi l'azienda non ha rinnovato la maggior parte dei contratti ed ha imposto il passaggio della manodopera ad una coop veronese che impone pessime condizioni di lavoro.

Il turno presso la stabilimento è unico, un giornaliero che può arrivare anche a 14/15 ore filate nei periodi di maggior lavoro, proprio come quello natalizio e il feriale estivo, visto che angioletti e gattini vanno solo confezionati, arrivando già pronti per la vendita direttamente dalla Cina. Ma l'apoteosi dello sfruttamento si completa con la novità di questi giorni: presso il magazzino di Valdaro da alcuni giorni ci sono malori e svenimenti a ripetizione che colpiscono i lavoratori, anche nelle giornate non particolarmente calde, e in una occasione è dovuto intervenire il 118 E' stata attivata l'ASL locale per compiere controlli sulle condizioni ambientali.

Nello stabilimento di Valdaro sono impiegati oltre trenta lavoratori, prevalentemente giovanissimi e stranieri, residenti lontano da Mantova, sfruttati e malpagati, a seconda delle esigenze del mercato. Questi dipendenti sono spaventati, hanno il contratto a scadenza e non sono sindacalizzati, parlano malvolentieri pubblicamente, cosa che rende difficile qualsiasi intervento, per il momento.

Protesta dei disoccupati a Salerno

più dicento discopptai aderenti al Movimento per la lotta e per il lavoro hanno occupato il Duomo di Salerno. Chiedono alla Regione Campania l'emanazione in tempi brevi del decreto per il finanziamento del progetto 'Conoscenza e Lavoro - I.so.là. I disoccupati, inoltre, sollecitano anche la convocazione in tempi brevissimi di un incontro con il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ed il presidente della Provincia, Edmondo Cirielli, al fine di trovare una soluzione al problema occupazionale. «Vorremmo che le nostre richieste vengano al più presto accolte - dice uno dei manifestanti - siamo tutti giovani con la grande voglia di lavorare e potremmo essere impiegati in lavori utili per il recupero ambientale della città e della provincia senza pesare sulle casse degli enti locali». Qualcun altro ricorda che il progetto per l'impiego è finanziato da fondi europei. «È incomprensibile - afferma un altro manifestante - il ritardo che si sta registrando. Noi chiediamo solo lavoro». (ANSA)

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

I Guardiani non annulleranno il voto in Iran

Il portavoce del Consiglio dei Guardiani, l'organo incaricato di sovrintendere alla regolarita' delle elezioni iraniane e di approvarne i risultati, ha escluso un annullamento del voto presidenziale del 12 giugno come chiesto dal candidato sconfitto Mir Hossein Mousavi.

Proseguono intanto le manifestazioni sia a Teheran che in altre città del Paese. Alcune agenzie stampa inglesi ed il quotidiano The Guardian hanno fatto trapelarela notizia che dietro la repressione pesante delle manifstazioni ci sia la mano del figlio dell'ayatollah Ali Khamenei. Prosegue anche la repressione delle mobiloitazioni mentre da alcuni paesi occidentali, come la Svezia e l'Inghilterra, si mediata di ritirare gli ambasciatori,

E' intervenuto anche il sgeretarro dell'Onu, per chiedere la fine della repressione.

Convengno a Tunisi sull'immigrazione

Lo scorso anno, oltre 1.200 africani che tentavano di raggiungere clandestinamente il sud dell'Europa sono stati inghiottiti dalle acque del Mediterraneo. Lo ricordato il sociologo tunisino Mehdi Mabrouk, intervenendo ai lavori del convegno «L'emigrazione clandestina: realtà e soluzioni», svoltosi a Tunisi. Riferendosi, in particolare, ai migranti tunisini, Mabrouk ha sostenuto che l'aiuto finanziario fornito dall'Europa non ha avuto efficacia «nel rallentamento del fenomeno dell'immigrazione illegale verso l'Europa», questo anche per le «severe procedure» adottate per la concessione dei visti di entrata in Europa e per le «frustrazioni» che colpiscono il mondo dei giovani. In proposito, l'oratore ha detto che la zona di confine tra la Tunisia e la Libia è «il centro più attivo» per il transito dei clandestini, 1.196 dei quali sono stati arrestati dalla polizia libica lo scorso anno. Mabrouk ha detto che da Tataouine, città all'estremo sud alle porte del deserto, parte il maggior numero di migranti diretti verso la Libia; alto anche il numero di coloro i quali provengono dalla zona del bacino minerario di Gafsa, nel sud-ovest del Paese. (ANSAmed).

Incidente nella metro a Washington

È di almeno nove morti e 76 feriti il bilancio del gravissimo incidente avvenuto ieri notte nella metropolitana di Washington dove due treni si sono scontrati durante l'ora di punta del rientro dagli uffici. Tra le vittime, riporta il sito della Cnn, anche il macchinista di uno dei due treni che si sono trovati a viaggiare sullo stesso binario. Al momento dello scontro frontale uno era fermo e l'altro in corsa e l'impatto è stato violentissimo. La National Transportation Safety Board ha avviato un'inchiesta per determinare circostanze e responsabilità che hanno portato al gravissimo incidente. I feriti sono in tutto 76, due dei quali in pericolo di vita, ha reso noto Dennis Rubin capo del Fire and Emergency Medical Services Department del distretto di Columbia. Le squadre di soccorso stanno ancora lavorando tra le lamiere dei treni, soprattutto in un vagone che è stato quasi completamente schiacciato nell'impatto e non si esclude che vi siano ancora dei corpi da recuperare al suo interno. (Ses/Gs/Adnkronos)

Manifestanti pro Shalit bloccano valichi con la Striscia di Gaza

Bloccati rifornimenti al valico di Kerem Shalom

Anche gli israeliani fedeli alle scelte del governo hanno deciso di manifstare. Centinaia di attivisti israeliani hanno manifestato questa mattina a favore della liberazione del soldato Gilad Shalit. Il Movimento per la Liberazione di Shalit, il Movimento Kibbutz e l'associazione degli studenti di Im Tirzu, hanno poi cercato di bloccare i transiti di Kerem Shalon, Erez e Karni. La manifestazione è stata seguita dai giornalisti del che hanno così potuto diffondere la notizia. Almeno un centinaio di mezzi pesanti che trasportavano merci verso la Striscia di Gaza sarebbero stati bloccati dai manifestanti al valico di Kerem Shalom.

ITALIA

Venaus: archiviate le responsabilità delle forze dell'ordine

no tav

Anche l'ultimo degli esposti fatto in merito alle violenze delle forze dell'ordine è stato archiviato dalla magistratura. Nessun responsabile individuato. E' questa la motivazione cardine della sentenza emessa dal giudice per le indagini preliminari Dante Cibinel che scrive: non è stato possibile individuare «i singoli» poliziotti o carabinieri che la notte del 6 dicembre di quattro anni fa agirono con violenza nello sgombero de1 presidio di Venaus provocando 19 feriti ricoverati o medicati all'ospedale di Susa. Il Gip in sostanza ha accolto in tutto e per tutto le motivazioni che ha sostanziato la procura di Torino escludendo che le «condotte dei singoli» fossero da ricondurre a un disegno preordinato; vi fosse stato un «omesso controllo» da parte di funzionari e ufficiali responsabili dell'operazione, ascrivibile a rilievi penali. In sostanza, lo sgombero fu violento ma siccome non è stato possibile gli agenti che hanno lo eseguito perché coperti da caschi, passamontagna o foulard, non è stato nessuno. Le responsabilità poi non possono essere ascritte a chi dirigeva l'operazione, quindi cade tutto nel nulla; violenza sì, ma senza responsabile e quindi, secondo la magistratura, non è successo nulla.

La notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005 furono impiegati in cinquecento fra poliziotti e carabinieri, oltrechè due ruspe che dopo aver sfondato una barricata, al comando del dirigente di allora, Sanna, eseguirono il resto dell'operazione di sgombero, mettendo in atto un vero e proprio rastrellamento nei terreni occupati dai resistenti, un centinaio, aggredendo chi dormiva nelle tende, manganellando chi tentò di resistere, e altri fatti che sono ben documentati dalle foto e dalle testimonianze di questi anni. Quella notte a Venaus avvenne un' aggressione ai danni del movimento no tav, con il tentativo esplicito di spazzare via il popolo no tav, riunito in battaglia per difendere la propria terra. L'allora governo Berlusconi, con ministro dell'interno Pisanu e ai lavori pubblici Lunardi, decise di forzare la mano per avere la meglio. L'operazione cadde in un nulla di fatto perché da quella sera avvenne quello che il potere non si aspettava, giungendo alla riconquista dei terreni di Venaus, facendo battere in ritirata le forze dell'ordine che li avevano occupati.

infoaut

Oggi presidio contro l'inceneritore di Albano

in occasione di un incontro alla regione il comitato contro l'inceneritore sarà presente sotto la sede di via crisotforo colombo

Protesta dei disoccupati a Salerno

più dicento discopptai aderenti al Movimento per la lotta e per il lavoro hanno occupato il Duomo di Salerno. Chiedono alla Regione Campania l'emanazione in tempi brevi del decreto per il finanziamento del progetto 'Conoscenza e Lavoro - I.so.là. I disoccupati, inoltre, sollecitano anche la convocazione in tempi brevissimi di un incontro con il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ed il presidente della Provincia, Edmondo Cirielli, al fine di trovare una soluzione al problema occupazionale. «Vorremmo che le nostre richieste vengano al più presto accolte - dice uno dei manifestanti - siamo tutti giovani con la grande voglia di lavorare e potremmo essere impiegati in lavori utili per il recupero ambientale della città e della provincia senza pesare sulle casse degli enti locali». Qualcun altro ricorda che il progetto per l'impiego è finanziato da fondi europei. «È incomprensibile - afferma un altro manifestante - il ritardo che si sta registrando. Noi chiediamo solo lavoro». (ANSA).

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Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror090623 (last edited 2009-06-23 18:13:03 by anonymous)