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Appunti e note redazionali

Fonti

Diritto all'abitare

Si è tenuto oggi il tavolo delle trattative tra occupanti e comune di roma. All'ordine del giorno la situazione delle 600 persone sfrattate dall'occupazione del Regina Elena e smistate nei Centri di accoglienza. In contemporanea si è tenuto un presidio nella piazza occupata da settimane dalle tende dei precatri e delle precarie.

AUDIO

Sono ancora agli arresti cinque compagni e una compagna della scuola occupata Otto Marzo di Magliana. Uno di loro è agli arresti domiciliari ma gli altri quattro e la compagna si trovano in carcere, in attesa dell'interrogatorio del Gip previsto nei prossimi giorni.

Domani è previsto un secondo tavolo di trattative con gli occupanti, un tavolo intraistituzionale tra provincia, regione, prefettura, sindacati e palazzinari. Per venerdì invece è confermato il corteo cittadino per il diritto all'abitare che partirà da Magliana, da Piazza Fabrizio De Andrè alle 17.30

Onna

Oggi ad Onna c'è stata la visita di Berlusconi in occasione dell'inaugurazione delle casette, realizzate con il contributo economico della Provincia di Trento e della Germania.

Sentiamo la cronaca della giornata dal racconto di un compagno dei cobas.

AUDIO

In ricordo di Abba

Ieri a Milano si è tenuta una commemorazione in ricordo di Abba, ragazzo italiano originario del burkina faso, ucciso a sprangate da padre e figlio per motivi razzisti l'anno scorso.

Vi proponiamo la corrispondenza di radio onda d'urto

A Roma un gruppo di studenti sul tetto delle Sapienza a sostegno dei precari

Al grido di "Noi la crisi non la paghiamo" e "I nostri destini non fanno rima con Gelmini", alcuni studenti del Coordinamento dei Collettivi della Sapienza hanno occupato il tetto della città universitaria a Piazzale Aldo Moro, in segno di solidarietà con gli insegnanti precari contro i tagli alla scuola e all'università pubblica.

Ascoltiamo l'audio registrato questa mattina.

Sgomberata la prima occupazione a Milano. Questa mattina alle 7.30 la polizia ha sgomberato l'occupazione avvenuta ieri sera al liceo Gandhi di Milano da parte di studenti per protestare contro la chiusura degli storici corsi serali, che riunivano ben quattro indirizzi di scuola superiore.

I Comitati di base della scuola, intanto, hanno annunciato uno sciopero generale per il 23 ottobre. "Il popolo della scuola pubblica riempirà le strade di Roma insieme alle altre categorie del lavoro dipendente" annunciano i Cobas in un comunicato. "Diremo no ai tagli, alle controriforme Tremonti-Gelmini, all'espulsione dei precari e ai contratti di disponibilità, alla legge Aprea, alle cattedre oltre le 18 ore e chiederemo le dimissioni del ministro dell'Istruzione", continua la nota.

ROMA: SANATORIA: ISTRUZIONI PER L'USO

Il 30 settembre scadono i termini per la sanatoria riservata alla regolarizzazione di colf e badanti che lavorano presso le famiglie italiane. Il nuovo reato di “immigrazione clandestina” ha creato, in Italia, in un colpo solo, 1 milione di “fuorilegge”.

La sanatoria - voluta da Carlo Giovanardi, ministro della famiglia – intende circoscrivere l’impatto sociale della creazione di questa nuova popolazione “delinquente” per il solo fatto di risiedere nel territorio nazionale italiano. Un provvedimento cinico, poiché interviene sui numeri proprio per salvare la sostanza odiosa e inumana del reato di immigrazione clandestina. E discriminatorio, poché si limita a due sole figure lavorative – colf e badanti, appunto – escludendo da essa tutte le altre occupazioni e categorie produttive.

La sanatoria, tuttavia è l’occasione per decine di migliaia di persone per uscire dallo stato di “clandestinità”. E’, anche – nonostante tutto - uno strumento per rafforzare il processo di costruzione di “reti sociali” che tengano insieme italiani/e e migranti, per l’inclusione dei migranti e delle migranti dentro il tessuto civile, la partecipazione, la possibilità pratica di lottare per sé e per gli altri.

Di come funziona la sanatoria, a chi è rivolta e come è possibile estenderla e allargarla a più donne e uomini possibile, si discuterà in un incontro pubblico, domani mercoledì 16 settembre alle ore 19, a La città dell’utopia, Via Valeriano 3f (metro s. paolo).

Roma: Sgomberato l'ex Mattatoio

E' iniziato alle 7 in punto lo sgombero dell'area all'interno del Foro Boario all'ex Mattatoio di Testaccio. L'area sottratta verrà inclusa nel progetto dell'Accademia delle Belle Arti che entro la fine dell'anno ospiterà in due padiglioni di mille metri quadrati laboratori di scultura, pittura e sceneggiatura. 6 le persone sgomberate, di cui 5 stranieri sprovvisti di documenti, che sono stati fermati e portati all'Ufficio immigrazione per l'identificazione.

Milano: tentata fuga dal lager per migranti di via Corelli La notte tra sabato e domenica una ventina di reclusi di via Corelli hanno tentato la fuga dai tetti. Da quel che sappiamo nessuno è riuscito a guadagnare la libertà: scoperti dalle guardie, alcuni si sono buttati dal tetto della struttura e in quattro si sono fatti molto male nella caduta. Sappiamo che solo due sono finiti all’ospedale, e sono già stati dimessi: uno ha un braccio (o una mano) fratturato e l’altro si è fatto male alla schiena e non riesce a camminare. Giusto due giorni fa, il Centro - semideserto dalla rivolta del 13 di agosto - aveva ricominciato a popolarsi, con l’arrivo di trenta algerini trasferiti dalla sardegna.

Roma: presto dimesso dall'ospedale Navtej Singh, il cittadino indiano bruciato a Nettuno

L'uomo uscira' dall'ospedale fra circa due settimane, ma al momento non ha una casa e non sarebbe ancora in grado di lavorare. La Prefettura di Roma ha inviato una lettera all'assessorato ai servizi sociali del Comune di Nettuno per chiedere se ha predisposto eventuali supporti a favore di Navtej Singh, il cittadino indiano bruciato da tre fascisti, lo scorso febbraio, mentre dormiva su una panchina della stazione ferrovia.

VERONA: CONDANNATI GLI ASSASINI DI NICOLA TOMMASOLI

La Corte d'assise di Verona ha condannato a 50 anni complessivi di reclusione quattro dei cinque giovani accusati dell'uccisione di Nicola Tommasoli, il 28enne di Santa Maria di Negrar aggredito la notte del primo maggio 2008 nel centro storico della città scaligera. Il collegio giudicante ha assolto Andrea Vesentini per la morte di Tommasoli, condannandolo ad un anno e 4 mesi (pena sospesa e non menzione) per il delitto privato nei confronti di un giovane punk che il quintetto aveva incontrato poco prima di imbattersi in Tommasoli e i suoi amici. La Corte ha condannato a 14 anni di carcere Nicolò Veneri e Federico Perini, a 12 anni Raffaele Dalle Donne, a 10 anni Guglielmo Corsi. La condanna inoltre prevede il risarcimento per danni di 100 mila euro in favore dei genitori di Tommasoli, 80 mila euro in favore della sua fidanzata, e 30 mila euro al fratello. I quattro sono stati inoltre condannati al risarcimento danni per 50 mila euro in favore del Comune di Verona. Il pm Francesco Rombaldoni aveva chiesto condanne per 72 anni complessivi.

ESTERI

IMMIGRAZIONE: DECINE DI VITTIME E SCOMPARSI NEL GOLFO DI ADEN

Sedici persone morte e 49 ufficialmente “scomparse”, ma verosimilmente decedute: questo il bilancio di tre differenti incidenti in mare avvenuti nelle ultime 48 ore nel Golfo di Aden, la pericolosissima tratta utilizzata dai trafficanti di uomini e donne per portarli dell’Africa orientale in Yemen, porta della penisola arabica. In una nota, l’ufficio delle Nazioni Unite per i rifugiati precisa che il primo incidente è avvenuto domenica mattina quando un’imbarcazione con a bordo 142 persone si è rovesciata; solo 98 passeggeri sono riusciti a mettersi in salvo a nuoto, mentre gli altri risultano scomparsi. Nel secondo incidente almeno 13 migranti sono stati uccisi dai trafficanti durante la traversata; nei racconti dei sopravvissuti che si trovavano a bordo dell’imbarcazione con 112 passeggeri, l’equipaggio ha picchiato a morte tre persone e ne ha chiuse altre 10 nella zona dei motori, provocandone la morte per asfissia. Infine, l’ultimo episodio si è verificato ieri in alto mare, dove una barca con a bordo oltre 40 migranti è affondata. Sono state tratte in salvo 38 persone.

Tutte le imbarcazioni erano partite da porti delle coste somale. Secondo i dati ufficiali, tra Gennaio e Agosto di quest’anno si è registrato un aumento degli sbarchi del 33% rispetto all’anno scorso e almeno 36.000 persone da Somalia, Etiopia e Eritrea sono arrivate in Yemen attraverso una delle rotte più pericolose e mortali dell’intero pianeta. Nel 2008, circa 50.000 persone sono sopravvissute alla tratta, 590 sono affogate e 400 sono ancora considerate “disperse in mare”.

Spagna: barcone con solo bambini, vengono dal Marocco

Un'imbarcazione della Guardia Civil spagnola ha intercettato una barca a remi con a bordo 5 bambini di 10-11 anni e un ragazzo di circa 16. I ragazzi vengono dal Marocco. Il fatto e' avvenuto la notte scorsa al largo dell'isola di Tarifa.

L'Altro Commissariato per i rifugiati dell'Onu condanna i respingimenti dei migranti

E’una denuncia chiara, senza mezze misure, indiscutibile quella della sudafricana Pillay, Alto commissario Onu per i Diritti umani, che ieri ha ricordato a tutti - anche e forse soprattutto a quei governi che li respingono - il dovere di protezione dei migranti, condannando non solo i cosiddetti “respingimenti” - attuati negli ultimi mesi nel Mediterraneo - ma anche i semplici “maltrattamenti alla frontiera” di cui si rende regolarmente responsabile Israele verso i palestinesi. Nelle parole di Pillay, la condizione delle/dei migranti diventa anche drammatica esemplificazione dell’iniquità del potente e del modo in cui il nord del mondo si pone ancora verso tutti i diversi Sud del mondo.

Baghdad LIBERO IL LANCIATORE DI SCARPE E venne il giorno. È stato liberato questa mattina il giornalista iracheno Mountazer al Zaidi, salito alla cronaca per aver lanciato le sue scarpe contro l’allora presidente americano Bush, durante una conferenza stampa. Zaidi era stato condannato a tre anni di reclusione lo scorso marzo: pena ridotta prima ad un anno perche' il giornalista era incensurato e per buona condotta. "Questo e' un bacio di addio dal popolo iracheno, cane. Questo e' dalle vedove, dagli orfani e da coloro che sono stati uccisi in Iraq", esclamò Muntadar mentre lanciava le scarpe a Bush il 14 dicembre 2008, mentre il presidente Usa effettuava una visita di addio in Iraq prima di lasciare la Casa Bianca. Il suo gesto e' stato celebrato in Iraq e nel mondo arabo. Il giornalista iracheno ha detto di aver subito torture e maltrattamenti "del peggior tipo" con scosse elettriche, frustate con cavi elettrici.

Spagna, Amnesty denuncia regime di detenzione: gli arrestati possono essere tenuti in regime di regime di incomunicabilità anche 13 giorni

Il regime di incomunicabilità in cui versano i detenuti spagnoli viola le leggi internazionali sui diritti umani. Lo denuncia Amnesty International in un rapporto presentato oggi, nel quale si chiede alla Spagna di cambiare il codice di procedura penale, uno dei più rigidi d'Europa, che allo stato attuale permette che un arrestato sospettato di terrorismo possa stare anche tredici giorni senza parlare con un avvocato o vedere un medico di propria scelta. "È inammissibile che una persona detenuta per qualsiasi ragione sparisca per giorni come risucchiata in un buco nero. Questa mancanza di trasparenza può essere usata per coprire le violazioni dei diritti umani", ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma per Europa e Asia Centrale di Amnesty International, aggiungendo che molti detenuti in regime di incomunicabilità hanno affermato di aver subito torture e maltrattamenti, sebbene a poche di queste denuncie siano seguite indagini approfondite. Amnesty ha citato il caso di Mohamed Mrabet Farsi, arrestato il 10 gennaio 2006 nella sua abitazione nei pressi di Barcellona, con l'accusa di terrorismo. L'uomo, che sarà giudicato alla fine del mese, per giorni non poté informare i famigliari del proprio arresto, né far sapere loro o alla propria ambasciata dove si trovasse, inoltre ha asserito di essere stato bendato, minacciato e privato del riposo.

ITALIA

IN PRIMO PIANO La notte tra sabato e domenica una ventina di reclusi di via Corelli hanno tentato la fuga dai tetti. Da quel che sappiamo nessuno è riuscito a guadagnare la libertà: scoperti dalle guardie, alcuni si sono buttati dal tetto della struttura e in quattro si sono fatti molto male nella caduta. Sappiamo che solo due sono finiti all’ospedale, e sono già stati dimessi: uno ha un braccio (o una mano) fratturato e l’altro si è fatto male alla schiena e non riesce a camminare. Giusto due giorni fa, il Centro - semideserto dalla rivolta del 13 di agosto - aveva ricominciato a popolarsi, con l’arrivo di trenta algerini trasferiti dalla sardegna. A presto ulteriori aggiornamenti.

Aggiornamento. A tentare la fuga da Corelli, questa notte, sono stati in 25 e purtroppo nessuno è riuscito ad arrivare di là dal muro. Probabilmente un terzo recluso è stato trasportato in ospedale e da lì di nuovo nel Centro, anche si il numero di quelli che si sono fatti male è maggiore: «ma devi urlare molto per farti curare». In giornata, poi, hanno fatto una ispezione al centro gli avvocati dei 14 imputati del processo per la rivolta del 14 agosto. Leggete il testo di una agenzia che riporta la loro testimonianza all’uscita: “Nella sala benessere, una per ognuno dei 5 settori - raccontano - c’e’ una televisione ingabbiata in una grata che gli ospiti possono vedere solo attraverso una grata e macchinette del caffe’ anch’esse ingabbiate. Tutto qui: poi, possono uscire nel cortile e sedersi su una panchina. In sostanza, secondo gli avvocati il Cie è peggio di un carcere, dove gli ospiti, “non essendo né detenuti né liberi non hanno i diritti né dei primi né dei secondi. È come la sala d’attesa di un aeroporto trasformata in un carcere”. “La maggior parte delle persone che hanno assistito ai fatti oggetto del processo “sono stati rimpatriati o trasferiti in altri centri di detenzione”. I legali hanno anche riferito di una tentata evasione ieri sera da parte di 25 persone. “Del resto - commentano - non e’ neppure possibile parlare di evasione poiché non sono detenuti e non hanno commesso alcun reato”.

ABBA :IERI COMMEMORAZIONE A MILANO A un un anno dallomicidio a Milano di Abdoul Guiebre, per tutti Abba, Milano non dimentica e rilancia la lotta contro violenze e discriminazioni con un mese di iniziative che culmineranno sabato 19 settembre in una manifestazione antirazzista che partirà alle ore 15 da piazza Venezia. Nel pomeriggio di oggi, a partire dalle 18, il Comitato per Abba ha invitato tutta la cittadinanza a portare il proprio ricordo nel luogo dell'omicidio in via Zuretti, per non dimenticare quel che accadde esattamente 12 mesi fa. Il servizio con Leon, del Comitato per non dimenticare Abba.

corrispondenza da Radio Onda d'Urto

Protesta collettivi studenteschi e precari scuola corrispondenza ror


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gror090915 (last edited 2009-09-15 18:29:52 by anonymous)