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casa a roma

In corso il tavolo interistituzionale sulla casa in prefettura, mentre due appuntamenti sono stati indetti per domani dopo gli eventi dello sgombero del Regina Elena e la vergognosa operazione ai danni di compagne e compagni dell'otto marzo occupata. Venerdì corteo. Entrambe le iniziative sono indette per le 17:30 preso Piazza fabrizio De Andre'. CORRISPONDENZA (poi cerchiamo di rimetterci in contatto a fine gr)

zeta sottosgombero

Morti sul lavoro

Un operaio ha perso la vita questo pomeriggio in un cantiere edile nella prima periferia di Parma. L'uomo, un capocantiere di 53 anni, originario della Calabria e residente a Parma, stava lavorando su una impalcatura a circa sei metri di altezza quando ha perso l'equilibrio ed e' precipitato a terra. Un operaio di 35 anni è morto in un incidente sul lavoro avvenuto in un quartiere alla periferia di Padova. L’uomo era intento a seguire la manutenzione di un ascensore quando è rimasto improvvisamente schiacciato dalla cabina.

Malta, soccorsa imbarcazione con 68 migranti

68 migranti alla deriva nel Mediterraneo, non lontano dalle coste di Malta. Le persone migranti, tutte di origine eritrea, sono state intercettate da una nave-pattuglia P-51 mentre viaggiavano su un gommone di grosse dimensioni, il cui motore si era guastato mentre l'imbarcazione si trovava a circa 28 miglia marine da Malta. Tra di loro c'erano anche sette bambini.

Egitto: IMMIGRAZIONE: ANCORA VITTIME ALLA FRONTIERA CON ISRAELE

Con l’uccisione di due giovani eritrei, avvenuta oggi, sale a 14 il numero di migranti africani (quasi sempre originari dei paesi del Corno d’Africa) uccisi dalla polizia egiziana lungo la frontiera con Israele. Secondo la ricostruzione ufficiale diffusa dal Cairo, la polizia questa mattina ha intercettato un gruppo di sei africani che stavano cercando di attraversare la barriera che divide l’Egitto da Israele e dopo aver intimato l’alt senza successo, ha sparato ad altezza uomo lasciando a terra due giovani. Si tratta del secondo episodio in pochi giorni, dopo quello in cui la settimana scorsa avevano trovato la morte quattro giovani etiopici. Il nuovo ‘pugno di ferro’ delle autorità egiziane – dopo una pausa durata da gennaio a maggio in seguito alle pressioni internazionali – sta raccogliendo sempre più critiche dalle organizzazioni umanitarie locali e internazionali. Secondo statistiche ufficiali (altre fonti ritengono che il bilancio reale di queste vittime sia molto più elevato) lo scorso anno sono stati 28 i migranti uccisi al confine. Dopo una politica particolarmente tollerante, dal 2008 le autorità egiziane – d’intesa, e secondo alcune fonti, sotto pressione israeliana – hanno avviato uno stretto controllo militare dei 250 chilometri di confine con Israele che ha provocato numerosi incidenti violenti, soprattutto ai danni di giovani sudanesi, etiopici ed eritrei, che privilegiano la rotta egiziana per cercare migliori condizioni di vita. Una rotta mortale, ma che viene scelta da un numero sempre crescente di persone, visti i problemi della ‘tratta libica’

E restando di tema...(dai caraibi)

Il traffico di migranti e la tratta di esseri umani sono due fenomeni in espansione paralleli allo sviluppo dei controlli e dei rimpatri da parte dei paesi di destinazione: lo indica un rapporto del Gruppo di appoggio ai rimpatriati e ai rifugiati (Garr), organizzazione non governativa con sede a Port-au-Prince, che ha analizzato la situazione dei migranti haitiani nel 2008. Il Garr ricorda che Stati Uniti, Canada, Francia, Repubblica dominicana, Antille britanniche, Isole Turks e Caicos hanno rafforzato pattuglie, controlli e respingimenti di migranti e che tali politiche non hanno frenato i flussi in partenza, ma hanno al contrario alimentato reti che sfruttano la situazione a fini di lucro. Secondo alcuni dati pubblicati nel rapporto, quasi 38.000 haitiani sono caduti nella rete dei trafficanti al confine con la Repubblica dominicana, ma non esistono margini che consentano un ricorso per vie legali. L’organismo ha raccolto molte testimonianze di persone, in particolare donne e bambini, vittime di abusi e truffe da parte dei trafficanti. Secondo dati dell’Organizzazione nazionale delle migrazioni, 106 migranti haitiani sono morti in mare tra il 2007 e il 2009.

DOPO RAPPORTO SU ‘PIOMBO FUSO’, REAZIONI PALESTINESI E ISRAELIANE

La diffusione del rapporto della missione dell’Onu sull’operazione ‘Piombo fuso’, che ha individuato crimini di guerra da parte di Israele e aperto la possibilità dell’apertura di un processo presso la Corte penale internazionale, è stata accolta con ampio risalto dalla stampa israeliana secondo cui il governo si è già mosso per una ‘battaglia’ diplomatica attraverso la quale evitare che il documento sia consegnato al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Lo scrive in un suo articolo il quotidiano ‘Haaretz’. L’agenzia di stampa ‘Maan’ ha sentito, invece, il capo della missione, il giurista sudafricano Richard Goldstone che ha sottolineato la mancata collaborazione da parte delle autorità israeliane. L’accesso a Gaza ai membri della missione è stata possibile attraverso il valico di Rafah dall’Egitto e i testimoni sono stati sentiti a Ginevra. Il rapporto, approvato all’unanimità dopo intensi dibattiti, conclude che Israele si è resa responsabile di una massiccia violazione dei diritti umani e la accusa di aver deliberatamente colpito la popolazione civile, le strutture sanitarie e sistematicamente distrutto qualunque cosa potesse fare riferimento alla cultura palestinese.

Israele, Netanyahu: «Non accetteremo mai i confini del '67»

Israele non si ritirerà entro i confini precedenti la guerra del 1967. A ribadire questa posizione è stato il primo ministro Benjamin Netanyahu, in un’intervista rilasciata alla stampa israeliana che sarà pubblicata integralmente, venerdì, in occasione del Capodanno ebraico. «Quelli che profetizzano il ritorno entro il confini del 1967 sono indifendibili, è qualcosa che non accetto», ha affermato il premier.

Libano, commemorazioni per la strage di Sabra e Chatila

Numerose manifestazioni sono in programma oggi in Libano per commemorare la strage di Sabra e Chatila avvenuta 27 anni fa. La cerimonia più importante si terra sul prato del memoriale della strage.Come ogni anno, un corteo di migliaia di persone – con in testa i ritratti di familiari uccisi durante gli attacchi delle Falangi – sfilano, poi, alla periferia della capitale libanese, per le vie di Sabra e Chatila, quartieri contigui che continuano a ospitare migliaia di palestinesi insieme a migranti provenienti dalla Siria. Nel corteo saranno rappresentati movimenti e organizzazioni palestinesi, partiti politici libanesi, delegati di associazioni straniere. Altri eventi, in Libano e nel resto del mondo, ricorderanno ciò che successe tra il 15 e il 18 Settembre 1982, quando le Falangi entrarono nei campi di Sabra e Chatila con la complicità e la supervisione di Ariel Sharon, allora ministro della Difesa israeliano. In pochi giorni vennero uccisi centinaia di civili – compresi anziani, donne e bambini – per un totale di 800 vittime secondo le stime ufficiali; di non meno di 2000 se non 3500 secondo altre fonti attendibili.

Libano, Hariri di nuovo incaricato di formare il governo

L'incarico di formare un nuovo esecutivo in Libano è stato affidato di nuovo al premier uscente Saad Hariri. Il presidente libanese Michel Suleiman ha riconfermato Hariri dopo le consultazioni con i gruppi parlamentari di oggi. Solo 73 dei 128 membri del parlamento libanese hanno indicato il nome di Hariri, quando alla formazione del governo precedente i voti di consenso erano stati 84. La defezione più illustre è stata quella del presidente del parlamento Farid Makari, che fino alla settimana scorsa aveva garantito l'appoggio ad Hariri.

Il primo governo di Hariri era caduto il 7 settembre dopo che il capo dell'opposizione cristiana Michel Aoun aveva rifiutato di collaborare con il governo.

Karzai presidente

Il presidente Hamid Karzai ha ottenuto il 54,6% dei voti nelle elezioni presidenziali. Lo ha annunciato la Commissione elettorale. Ma la proclamazione di Karzai come vincitore al primo turno non sara' fatta prima della fine delle inchieste sui brogli elettorali. L'affluenza e' stata del 38,7%. Al principale sfidante, Abdullah Abdullah, e' stato attribuito il 27,8% dei suffragi. Il terzo candidato piu' votato e' stato Ramazan Bashardost, chiamato anche il 'Gandhi afghano', con il 9,19%.

gror090916 (last edited 2009-09-16 17:16:15 by anonymous)