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Appunti e note redazionali

Fonti

GR 19.30

IN PRIMO PIANO

ITALIA

Rivolta al Cie di Bologna

Ennesima rivolta delle persone migranti recluse nei CIE: questa volta si tratta di BOLOGNA. A fare da scintilla un recluso disabile: stava male, da questa mattina, ma nessuno si degnava di dargli ascolto. Così ha cominciato a tagliarsi e le gabbie si sono riempite di sangue. Insolidarietà con lui, intorno alle 13, in tutto il Centro è cominciata una battitura, forte e disperata, ed altra gente ha cominciato a tagliarsi e ad urlare, mentre i solidali di fuori spargevano la voce. Dopo una mezz’oretta è intervenuto il garante dei detenuti di Bologna che ha costretto i funzionari del Centro a prendersi carico del ragazzo disabile - che intanto, a detta dei suoi compagni, stava “morendo dissanguato”. Troppo tardi per calmare gli animi, però: oramai in rivolta, i reclusi hanno accumulato materassi e masserizie nei cortili ed hanno dato fuoco a quel che hanno potuto. Quando,verso le 15.00, un gruppone di solidali è arrivato fuori dalle mura di via Mattei i reclusi hanno ricominciato con le urla e con la battitura chiedendo che qualcuno di loro potesse entrare dentro a visitarli. Alcuni compagni si sono presentati alla porta ma ovviamente non sono stati fatti entrare. La polizia intanto ha continuato a pattugliare i dintorni del Centro, aiutata anche dagli operatori della Misericordia, che fornivano loro indicazioni sulla posizione dei solidali.

PROCESSO ALLE RIBELLI E AI RIBELLI DEL CIE DI MILANO

Ieri si è tenuta la quarta udienza presso il tribunale di Milano che vede imputati gli uomini e le donne protagonisti di una rivolta scoppiata a Via Corelli nell'agosto di quest' anno. In quell'occasione, lo ricordiamo, una detenuta, Joy, ha avuto il coraggio di denunciare le violenze subite da parte del Ispettore capo Vittorio Adesso: una notte dei primi di agosto, infatti, l ́ispettore-capo del Cie di via Corelli a Milano entra nella stanza di Joy e le si getta addosso, palpeggiandola. Già nei giorni precedenti l ́ispettore le aveva promesso la libertà in cambio di un rapporto sessuale, ma lei si è sempre rifiutata e sono proprio i suoi ostinati e ripetuti rifiuti a concentrare l’attenzione repressiva contro di lei e contro le ragazze della sezione. Anche quella notte Joi urla e si oppone con tutte le sue forze alla violenza di Addesso. Una sua compagna di stanza interviene per aiutarla e le grida delle ragazze richiamano l’attenzione del direttore della Croce Rossa, il quale entra e caccia l’ispettore. All'udienza di ieri è stato ascoltato proprio il direttore della Croce Rossa, che, come era prevedibile, ha rinnegato il tentativo di stupro subito ai danni della ragazza. Domani si terrà una nuova udienza. Intanto sentiamo come è andata ieri, da una compagna di Milano.

Gradisca, il giorno dopo

Ieri è scoppiata una rivolta al Cie di Gradisca, repressa nel sangue dalla polizia. Dai racconti dei reclusi emerge come al massacro abbiano preso parte sia poliziotti in assetto antisommossa, inviati in mattinata prima della perquisizione\mattanza, sia soldati dei contingenti presenti nel centro. Per uno dei detenuti picchiati si parla, della possibile perdita dell’occhio. Nel frattempo, il sindacato di polizia Sap denuncia ”errori di progettazione” nel Cie di Gradisca, che faciliterebbero azioni di protesta da parte dei reclusi. Il sindacato chiede quindi di ”valutare concretamente altre possibilita’ quali la chiusura del Cie e la sua totale conversione in centro di accoglienza richiedenti asilo”.

HUMAN RIGHTS WATCH

Un rapporto di Human Rigths Watch e un'altra denuncia dell'Onu contro le politiche italiane sull'immigrazione. (peacereporter) Human Rights Watch ha pubblicato oggi un rapporto dal titolo "Pushed Back, Pushed Around" che analizza, attraverso i racconti di 91 testimoni, il meccanismo dei respingimenti di immigrati in Libia e le sue conseguenze. La descrizione è un susseguirsi senza fine di violazioni dei diritti più basilari, un  dipinto di torture e violenze che la mente fatica a collegare a nazioni europee. All'organizzazione non è permesso di visitare i campi di detenzione in Libia e molte delle informazioni a cui è pervenuta sono state raccolte al di fuori dei confini libici. Questo perché, dichiara il rapporto, "il rischio di ritorsioni in Libia è troppo grande.... un uomo da noi intervistato fu arrestato subito dopo". Le testimonianze riportate in "Pushed Back, Pushed Around" raccontano di pratiche agghiaccianti anche da parte degli agenti della nostra Guardia di Finanza: percosse e uso di scariche elettriche per costringere i richiedenti asilo a sbarcare dalle motovedette. Nel mirino anche le autorità maltesi, ritenute colpevoli di lasciar passare le imbarcazioni in difficoltà nelle acque sotto il loro controllo per lasciare all'Italia l'incombenza di soccorrerli. Calcoli sulle mappe delle acque territoriali che non tengono conto delle richieste di soccorso. Human Rights Watch si schiera dunque con l'Alto Commissariato per i rifugiati (Unhcr), il commissario europeo per la giustizia, libertà e sicurezza Jaques Barrot e con tutti coloro che denunciano le connivenze tra governo italiano e quello libico suggellate dal loro "Patto di amicizia e cooperazione". Le misure contenute nel patto sono finanziate per il 50 per cento dall'Italia e per il 50 per cento dall'Ue.

RAPPORTO CENSIS SULL'IMMIGRAZIONE

Gli immigrati residenti in Italia sono quasi 3 milioni e mezzo, sono sempre più stabili e inseriti, ma nei loro confronti aumentano le discriminazioni. E' uno dei dati che emergono dall'ultimo rapporto "International Migration Outlook" che il Censis realizza ogni anno per l'Ocse e che è stato presentato oggi al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. Il rapporto conferma che gli immigrati fanno più figli degli italiani, che in Italia nascono sempre più bambini di origine straniera e che un terzo dei permessi di soggiorno è legato a ricongiungimenti familiari. Come detto in precedenza, il Censis parla anche di "aumento degli episodi di discriminazione, il 22,1 per cento dei quali subiti in ambito lavorativo: il 32,1 per cento delle denunce riguarda la fase di accesso al mercato del lavoro, il 23,2 per cento le condizioni lavorative, il 19,6 per cento le azioni di mobbing".

Roma: presidio all'Esquilino del comitato immigrati

Si è tenuto a Roma dalle 18 di oggi un presidio del comitato immigrati a piazza dell'Esquilino. L'intento è quello di denunciare le difficoltà che le lavoratrici e i lavoratori privi di permesso di soggiorno stanno incontrando di fronte alla legge che regolarizza colf e badanti. Il Comitato Immigrati in Italia fa sapere con un comunicato che, ad oggi, solo il 10% delle lavoratrici e dei lavoratori privi di permesso di soggiorno (oltre 94mila) hanno fatto domanda presso il portale del Ministero dell’Interno e spiegano che questo è dovuto ad un meccanismo farraginoso e rudimentale della legge, che non tutela il lavoratore e la lavoratrice e opera una discriminazione delle tipologie d'impiego, rivolgendosi ai soli lavoratori e lavoratrici domestici/che (che sono il 15% dei lavoratori immigrati). il requisito del reddito, inoltre, ammontante a 20 mila Euro l'anno, è nettamente più elevato del reddito italiano medio, stimato a 13 mila e sono molti i datori di lavoro che, per non stipulare il contratto, stanno dichiarando redditi inferiori. Alla luce della gravità della situazione e dello stato di precarietà in cui vivono i migranti, alla costante ricerca di modalità di regolarizzazione che aggirino i requisiti richiesti, si sta verificando anche un diffuso mercato abusivo, in cui il costo della domanda di sanatoria arriva fino a 7 mila Euro. Con il presidio di oggi, il Comitato Immigrati chiede al governo di abolire i requisiti di reddito, di estendere a tutti i settori lavorativi la possibilità dell’emersione e, infine, di prorogare i termini di scadenza della presentazione delle domande, al momento fissato al 30 Settembre ’09.

Roma: ancora agli arresti i compagni e la compagna della scuola occupata 8 marzo a Magliana

Sono ancora rinchiusi in carcere la compagna e i quattro compagni della scuola occupata 8 marzo di magliana, mentre un quinto compagno è agli arresti domiciliari. La GIP, ieri, ha convalidato il loro arresto. La compagna è stata trasferita ieri da Roma al carcere di Civitavecchia, mentre gli altri compagni si trovano a Regina Coeli. Uno di loro, lo ricordiamo, in pessime condizioni di salute, è recluso presso il centro clinico di Regina Coeli. Contro di loro sono state mosse accuse infamanti, basate solo ed esclusivamente sulle dichiarazioni false di un ex occupante allontanato dall’occupazione un anno fa per aver aggredito la sua compagna e che è attualmente indagato per lesioni aggravate. E' a questo soggetto che la Magistratura ha scelto di credere, pur di reprimere e criminalizzare il movimento per il diritto all'abitare. Ascoltiamo una corrispondenza che commenta la situazione.

AUDIO

APPUNTAMENTO: Sabato pomeriggio catena umana intorno al Ministero di Grazie e giustizia per chiedere la liberazione dei compagni e della compagna.

Milano – Domani previsto sgombero ambulatorio popolare e casa occupata

Per domani sono previsti lo sgombero dell'Ambulatorio medico popolare di Via dei Transiti a Milano, e di un appartamento della casa occupata. La casa occupata nel 1979 rappresenta un esempio di lotta per il diritto alla casa che dura da 30 anni mentre l'Ambulatorio medico popolare dal 1994 lotta per il diritto alla salute e contro ogni forma di razzismo ed esclusione. Ascoltiamo un audio realizzato questa mattina che ricapitola la situazione.

AUDIO

Palermo, Laboratorio Zeta Lab sotto sgombero

Oggi c'è stato un tentativo annunciato di sgombero del Laboratorio Zeta di Palermo. Lo sgombero è stato fermato dall'opposizione degli occupanti, ma la situazione rimane precaria. Sentiamo il racconto e le considerazioni di un compagno del Laboratorio Zeta

AUDIO

PISA: nuovo processo a Rebeldia

Si è aperto oggi l'ennesimo processo a carico di 15 attivisti dello spazio sociale e due ex-parlamentari di Rifondazione Comunista, Giovanni Russo Spena e Titti De Simone, in relazione ai fatti avvenuti il 22 luglio del 2003. Tre giorni dopo lo sgombero dello stabile ex-Asnu di proprietà dell'Università da parte delle forze dell'ordine, occupato il 30 maggio (e per il quale lo scorso maggio è iniziato un altro processo in cui sono imputati 14 persone) le/gli attiviste/i di Rebeldìa decidono un'azione simbolica per denunciare quanto sta avvenendo, ed organizzano una conferenza stampa con tutti i giornalisti invitati all'interno dell'immobile, al termine della quale tutti sarebbero usciti. "Quella mattina provammo a svolgere, ed alla fine ci riuscimmo - spiegano da Rebeldìa - una conferenza stampa all'interno dello stabile che avevamo restituito alla città, trasformando uno spazio utilizzato come discarica in un luogo di produzione sociale, culturale e politica. Ma anche in quell'occasione la questura di Pisa mostrò ancora una volta il suo volto violento sotto la direzione del Questore Introcaso e del capo della Digos Greco. E proprio con l'intento di garantire che la polizia non si comportasse in modo violento, erano con noi due parlamentari del PRC: Titti De Simone e Giovanni Russo Spena". "Gli agenti della Digos per impedire lo svolgimento della conferenza stampa - proseguono gli esponenti dello spazio sociale - entrarono nello stabile pistole alla mano, mettendo le mani addosso ai nostri mediattivisti perchè non potessero riprendere quella scena.”

BRESCIA

L'Ideal Standard e' stata occupata nel primissimo pomeriggio. La decisione di prendere possesso della storica fabbrica di Via Milano e' stata presa dall'assemblea dei lavoratori quando si e' saputo che la direzione aveva dato ordine di spegnere il forno principale dello stabilimento, forno che in 100 anni di attivita' era stato spento solo una volta. La disposizione e' stata vista come il segnale simbolico e definitivo di chiudere e smantellare la fabbrica; da qui la decisione degli operai.

MONDO

Francia - Sgombrata l'area occupata da migranti di Calais

Sono iniziate questa mattina a Calais (nord della francia) le operazioni di sgombero dell'area occupata da accampamenti di migranti che vogliono raggiungere la Gran Bretagna dalle coste francesi. Una decina di camion della polizia della CRS (celere) sono arrivati sul posto poco prima delle 7,30. di stamattina. I migranti, in maggioranza afghani, circa 600-800, hanno atteso l'arrivo della polizia dietro a striscioni e cartelli scritti in inglese e pastun. "Abbiamo bisogno di un tetto e di protezione. chiediamo l'asilo, vogliamo la pace” e, una volta arrivata la polizia, qualcuno è riuscito a scappare, altri no. Nell'area occupata erano presenti anche volontari di associazioni umanitarie e di militanti dell'organizzazione "No Border" che si sono mossi urlando 'no deportazione'. Secondo quanto dichiarato dalla autorità francesi, 146 adulti e 132 minori sono stati portati via dalla polizia e ospitati in centri speciali di accoglienza, da dove dovrebbero essere rimpatriati.

BELGRADO: ANNULLATO IL PRIDE GAY E LESBICO

il pride di Belgrado previsto per il 20 settembre non c’è stato: le/gli organizzatori/trici erano stati minacciati nelle scorse settimane da gruppi di estrema destra e da organizzazioni estremiste religiose ortodosse. Gli ultimi pride in molti paesi dell'est europa sono stati caratterizzati dalla violenza e dalle aggressioni fasciste. Il collettivo "queer beograd" aveva organizzato nel settembre 2008 una settimana proprio su antifascismo e omofobia, anche in quel caso gliattacchi fascisti non erano mancati e l’iniziativa era stata "scortata"dalla polizia. La settimana dopo, la stessa cosa è successa a Sarajevodove, però, hanno deciso per la sicurezza de* partecipant* di rimandare tutt* a casa. Quest'anno c'era stata una chiamata alla mobilitazione (come per il pride a giugno in Bulgaria e in Czech Republic) ma sembra proprio che a Belgrado il pride non si possa fare.

GRAN BRETAGNA :ACCUSE ALL'ESERCITO

Si è aperta l'inchiesta contro i soldati britannici accusati di aver abusato di un detenuto iracheno morto sotto la loro custodia. Il detenuto era un cittadino iracheno arrestato il 14 settembre del 2003 insieme ad altri nove civili dai soldati inglesi in un hotel di Bassora. I militari li avevano catturati in seguito al ritrovamento di armi sospette nella camera d'albergo dove soggiornava uno di loro. Due giorni dopo il fermo Baha Mousa moriva nella cella dove, secondo l'accusa, era stato brutalmente torturato dai soldati di sua Maestà. L'autopsia effettuata sul corpo della vittima aveva rilevato 93 ferite al corpo, costole fratturate e il naso rotto e dimostrato che l'uomo era deceduto in seguito ad un asfissia provocata dall'esterno. L'odierna inchiesta si concentra sul trattamento dei detenuti e dei metodi usati dall'esercito britannico in Iraq. Principale accusato è l'ex caporale Donald Payne ripreso da un video che lo mostra mentre tortura e grida oscenità ai prigionieri iracheni incappucciati e definiti più di una volta "scimmie". Nel 2007 Payne è stato incarcerato per un anno e radiato con disonore dall'esercito dopo una condanna per crimini di guerra inflitta dalla Corte Marziale. L'uomo è diventato, così, il primo condannato del Regno Unito in virtu di una legge del Tribunale penale internazionale. Il processo riprenderà domani con la testimonianza del padre di Baha Mousa.

PALESTINA

Ancora mezzi corazzati e aerei da guerra nel territorio della Striscia

Alcuni veicoli militari israeliani sono penetrati questa mattina a est della città di Bayt Hanun, nel nord della Striscia di Gaza. Otto veicoli militari accompagnati da due grandi bulldozer sono avanzati per 300 metri in territorio palestinese partendo dalla porta di al-Irsal, a est di Bayt Hanun. I bulldozer hanno distrutto i terreni agricoli coltivati nella zona, mentre i veicoli militari e i soldati hanno sparato contro le case dei cittadini palestinesi. Gli aerei da guerra israeliani stanno sorvolando massicciamente lo spazio della Striscia di Gaza per simulare degli attacchi nella regione centrale. La Striscia di Gaza ha subito negli ultimi giorni continue incursioni da parte delle forze di occupazione israeliane, le quali, avanzando da siti militari a est della Striscia di Gaza, sparano all’impazzata e distruggono i terreni agricoli, arrestando occasionalmente dei civili per interrogarli.

Sierra Leone: 1 donna su 8 a rischio di morte per gravidanza o parto

Alla vigilia del summit dei leader mondiali di New York, in cui si discutera’ sull’aumento dei finanziamenti delle cure mediche nei Paesi in via di sviluppo, la Segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan, ha lanciato oggi a Freetown, la capitale della Sierra Leone, una campagna per ridurre la mortalita’ materna nel paese africano. Il rapporto presentato oggi, dal titolo ’Fuori dalla portata: il costo della mortalita’ materna in Sierra Leone’, (in inglese) contiene dati e testimonianze personali che mostrano come le donne adulte e le ragazze spesso non siano in grado di accedere a cure mediche vitali perche’ sono troppo povere per pagarle. In Sierra Leone una donna su otto rischia di morire durante la gravidanza o il parto, uno dei piu’ alti tassi di mortalita’ materna del mondo. Migliaia di donne hanno emorragie mortali dopo il parto: la maggior parte di esse muore in casa, altre mentre cercano di raggiungere un ospedale in taxi, in motocicletta o a piedi. In Sierra Leone meno della meta’ dei parti sono assistiti da personale medico competente e neanche uno su cinque viene eseguito in strutture sanitarie.

NIGERIA

L' organizzazione “Reporter senza frontiere” ha denunicato l'assassinio di un giornalista, Bayo Ohu, vice redattore capo del quotidiano nigeriano “The guardian”. L'omicidio è avvenuto domenica, a Lagos, da persone non identificate, esattamente un anno dopo l'assassinio di altri tre giornalisti. La violenza e la repressione subita dai giornalisti è all'ordine del giorno, in Nigeria.

Gr 13,00

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Sgombrata la giungla di Calais Parigi, 22-09-2009

La chiamano la giungla. Sono iniziate questa mattina a Calais le operazioni di sgombero dell'area occupata da accampamenti di migranti che vogliono raggiungere la Gran Bretagna dalle coste francesi.

Il ministro dell'Immigrazione francese, Eric Besson, ha confermato alla radio Rtl che lo sgombero è iniziato: "Il prefetto ha dato il via all'operazione una decina di minuti fa", ha affermato Besson, secondo il quale sul posto ieri si trovavano ancora circa 250 "clandestini". Nell'area della "giungla" sono però anche centinaia di volontari di associazioni umanitarie e di militanti dell'organizzazione "No Border". Una decina di camion della polizia della CRS sono arrivati sul posto poco prima delle 7,30.

I migranti, in maggioranza afghani, circa 600-800, hanno atteso l'arrivo della polizia dietro a striscioni e cartelli scritti in inglese e pastun. "Abbiamo bisogno di unn tetto e di protezione. chiediamo l'asilo, vogliamo la pace. La giungla è la nostra casa", ha urlato uno di loro.

All'arrivo della poilzia, alcuni sono scappati, altri si sono limitati ad un "Inshallah": "Non possiamo andare da nessun'altra parte. A Calais la polizia ci prenderà comunque. La giungla è l'unico posto. Non abbiamo paura", dice Bilal, 18 anni.

Scattato l'intervento della polizia davanti a centinaia di giornalisti, i militanti delle ong si sono mossi urlando 'no deportazione'.

22/09/2009 Cisgiordania, militari israeliani uccidono un arabo israeliano a un posto di blocco

Non si sarebbe fermato al check point

I soldati israeliani in servizio a un posto di blocco nei dintorni dell'insediamento di Mevò Betar, in Cisgiordania, hanno sparato e ucciso oggi un arabo israeliano che, in auto, non si sarebbe fermato allo stop dei militari. Almeno a quanto riferito dalla radio dell'esercito. Secondo l'emittente l'uomo, nel forzare il blocco avrebbe ferito un soldato. I suoi commilitoni gli hanno intimato di fermarsi, ma l'uomo ha proseguito nella sua fuga. A questo punto - secondo la radio - i soldati hanno sparato in direzione dell'automobile, ferendo il conducente in modo grave. L'uomo, di cui non si conosce ancora l'identità, è morto poco dopo.

Ancora mezzi corazzati e aerei da guerra nel territorio della Striscia

Alcuni veicoli militari israeliani sono penetrati questa mattina a est della città di Bayt Hanun, nel nord della Striscia di Gaza.

Otto veicoli militari accompagnati da due grandi bulldozer sono avanzati per 300 metri in territorio palestinese partendo dalla porta di al-Irsal, a est di Bayt Hanun. I bulldozer hanno distrutto i terreni agricoli coltivati nella zona, mentre i veicoli militari e i soldati hanno sparato contro le case dei cittadini palestinesi.

Il direttore del pronto soccorso presso il Ministero della Sanità palestinese, conferma che non si sono avute vittime durante l'incursione, durata almeno fino alle undici del mattino.

Gli aerei da guerra israeliani stanno sorvolando massicciamente lo spazio della Striscia di Gaza per simulare degli attacchi nella regione centrale. La Striscia di Gaza ha subito negli ultimi giorni continue incursioni da parte delle forze di occupazione israeliane, le quali, avanzando da siti militari a est della Striscia di Gaza, sparano all’impazzata e distruggono i terreni agricoli, arrestando occasionalmente dei civili per interrogarli.

ROMA: CONFERMATI GLI ARRESTI PER GLI OCCUPANTI DELLA 8 MARZO

Dopo la convalida degli arresti per le compagne e i compagni dell'ex 8 Marzo che rimarranno in carcere fino a che sulla loro situazione non si esprimerà il tribunale del riesame, fra non meno di due settimane, si e' svolta ieri a magliana un'assmblea per decidere i prossimi appuntasmenti di lotta.

Milano - DOMANI PREVISTO SGOMBERO AMBULATORIO MEDICO POPOLARE DI VIA DEI TRANSITI

La mattina del 23 Settembre sono previsti lo sgombero dell'Ambulatorio medico popolare (AMP) di Via dei Transiti 28 a Milano, e di un appartamento della casa occupata. La casa occupata nel 1979 rappresenta un esempio di lotta per il diritto alla casa che dura da 30 anni mentre l'Ambulatorio medico popolare dal 1994 lotta per il diritto alla salute e contro ogni forma di razzismo ed esclusione.

Questo sgombero si colloca all'interno di uno scontro politico in atto che è più ampio. Da una parte c'è una politica caratterizzata da campagne securitarie, leggi razziali, lager di stato (i cosiddetti CIE), che serve a mantenere una larga parte dei lavoratori e delle lavoratrici ricattabili ed a coprire i problemi reali della società come l'impoverimento generale, l'emergenza abitativa ed i tagliallo stato sociale. Le sevizie all'interno dei CIE e l'opera di pulizia etnica ai danni della popolazione rom, operazione che sta lasciando sulla strada anche numerosi bambini e bambine, rappresentano solo la punta estrema dell'imbarbarimento in atto. Dall'altra parte chi si oppone a questa situazione deve fare i conti con una radicalizzazione dei conflitti sociali. L'emergenza casa fa sì che si stiano significativamente radicando esperienze di occupazioni a scopo abitativo basate sull'auto-organizzazione, mentre la rivolta di agosto in via Corelli, con la successiva repressione e trasferimento di 14 rivoltosi/e a San Vittore, ha rappresentato, a nostro avviso, una punta avanzata di lotta per la chiusura dei CIE e, più in generale, contro il pacchetto sicurezza.

(corrispondenza ROR)

Palermo, Laboratorio Zeta Lab sotto sgombero

Per la quarta volta, martedì 22 Settembre l'ufficiale giudiziario verrà al Laboratorio Zeta.

Questa volta però la situazione è diversa dalle precedenti: il dialogo iniziato con l'associazione Aspasia e le istituzioni si è interrotto a Luglio senza risultati concreti.

C'era quindi il pericolo concreto che venisse richiesta l'esecuzione dello sgombero. Oggi lo sgombero e' stato bloccato ed e' previsto un tavolo con le istituzioni per martedi' prossimo

GORIZIA: RIVOLTA NEL CIE DI GRADISCA http://www.autistici.org/macerie/?p=19743

Oggi è scoppiata una rivolta nel Cie di Gradisca di Isonzo, provincia di Gorizia. Le notizie sono frammentarie e confuse. In una sezione è stato appiccato un incendio e la polizia sta picchiando forte chiunque gli capiti sotto tiro. Tutto comincia questa notte, quando in 35 tentano la fuga dal Cie. Purtroppo il tentativo è sventato dalla polizia, che comincia a picchiare brutalmente i fuggiaschi. A questo punto gli altri reclusi, anche chi non aveva partecipato all’evasione fallita, iniziano a protestare e salgono sui tetti, rimanendoci fino alle 6 di questa mattina. Pare che siano anche giunti sul posto dei giornalisti, che forse hanno preferito mantenere il riserbo sulla vicenda (sono sempre giorni di lutto, questi…). All’alba, dietro la promessa della polizia di non fare rappresaglie, i reclusi scendono dai tetti, e la situazione ritorna tranquilla. Fino alle 13, quando scatta una perquisizione. I poliziotti si lasciano andare ad offese pesanti, strappando in due un Corano, e pare che durante il loro passaggio siano spariti anche dei soldi e dei cellulari. Di lì a poco, scoppia la rivolta. Alle cinque di pomeriggio, la rivolta era ancora in corso. Il numero di feriti è salito a una ventina. La polizia continua a picchiare e tirare lacrimogeni nelle celle. Dall’altro lato, i reclusi tentano di spaccare i lucchetti per rispondere ai poliziotti. L'ultimo aggiornamento dice che dalle sette di sera la situazione è tornata relativamente tranquilla. Ma non è chiara la situazione dei feriti, alcuni dei quali sembrano davvero in gravi condizioni.

Via Corelli

In occasione della quarta udienza del processo ai ribelli di via Corelli, arrestati per la rivolta che in agosto ha semidistrutto il lager di Milano, un centinaio di persone si raduna fuori dal tribunale per un presidio in solidarietà con gli imputati e con tutti i reclusi in lotta. Con un provvedimento inaudito - nel senso letterale del termine: non s’era mai sentito prima d’ora - l’avvocatura di Stato ha decretato lo stato d’assedio dell’intero Tribunale di Milano, impedendo l’ingresso a chiunque non avesse un “valido motivo” per entrare. E così, i solidali hanno improvvisato un blocco stradale a singhiozzo che è durato diverse ore.

http://www.autistici.org/macerie/?p=19763

LAVORO: -378 MILA POSTI, MAI COSI' MALE DAL '94

L'occupazione del secondo trimestre del 2009 è diminuita dell'1,6% rispetto al 2008 registrando un calo di 378mila unità: è il dato peggiore dal secondo trimestre 1994. Lo comunica l'Istat, segnalando inoltre che il tasso di disoccupazione del secondo trimestre è stato pari al 7,4%, in crescita rispetto al 6,7% del secondo trimestre 2008, il dato più alto dal primo trimestre 2006.

"Il risultato - spiega l'Istat - sintetizza il protrarsi della caduta dell'occupazione autonoma delle piccole imprese, l'accentuarsi del calo dei dipendenti a termine e la nuova riduzione del numero dei collaboratori".

L'offerta di lavoro registra, rispetto allo stesso periodo del 2008, una riduzione dell'1% (-241.000 unita'). Rispetto al primo trimestre 2009, al netto dei fattori stagionali, l'offerta di lavoro si riduce dello 0,2%. Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni scende dal 59,2% del secondo trimestre 2008 all'attuale 57,9%. Il numero delle persone in cerca di occupazione sale invece a 1.841.000 unità (+137.000 unita', pari al +8,1% rispetto al secondo trimestre 2008).

In rapporto alla caduta dell'occupazione, la crescita più contenuta della disoccupazione si associa al nuovo sensibile incremento dell'inattivita' (+434.000 unita', pari al +3,0%) concentrato nelle regioni meridionali e dovuto a fenomeni di scoraggiamento, alla mancata ricerca del lavoro di molte donne per motivi familiari, al ritardato ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.


Appunti e note redazionali

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gror090921 (last edited 2009-09-22 17:29:20 by anonymous)