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'''ITALIA''' '''RIFIUTI TOSSICI: CON NUOVO INDENNIZZO, MULTINAZIONALE EVITA PROCESSO'''
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'''Siparietto''' Un indennizzo equivalente a mille euro per ciascuno dei 31.000 querelanti che, in cambio, s’impegnano a non avviare nuove azioni giudiziarie: è l’accordo raggiunto tra gli avvocati delle vittime ivoriane e la multinazionale anglo-olandese Trafigura, coinvolta in uno dei più gravi scandali di smaltimento illegale di rifiuti tossici di questo secolo, avvenuto tre anni fa ad Abidjan. L’intesa, annunciata dalla Trafigura, non soddisfa però le migliaia di persone che nella principale città ivoriana hanno subito direttamente o indirettamente le conseguenze nefaste dello scarico di 528 tonnellate di scorie pericolose, trasportate dalla nave ‘Probo Koala’, noleggiata dalla Trafigura. L’intesa sta già suscitando critiche da parte di alcune associazioni di vittime, che preferirebbero vedere la multinazionale sotto processo per ottenere giustizia. “La Trafigura rifiuta di riconoscere che alcune persone sono decedute” ha commentato Marvin Ouattara, presidente di uno dei collettivi di difesa delle vittime, sottolineando che “nell’intesa tutti riceveranno la stessa somma di denaro, senza distinzione”. Secondo le associazioni, le emanazioni tossiche hanno ucciso 17 persone e oltre 100.000 si sono ammalate per aver inalato sostanze tossiche. Nel 2007 la Trafigura aveva già versato al governo della Costa d’Avorio 152 milioni di euro (in parte serviti per indennizzare le famiglie delle persone decedute) in cambio della rinuncia a qualsiasi azione legale presente e futura. La nuova intesa raggiunta nel fine settimana dovrebbe permettere alla multinazionale di evitare un processo che si doveva tenere a Londra tra qualche giorno; un altro processo è previsto l’anno prossimo in Olanda.
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'''Somalia, scontri ribelli islamici-truppe governative: 17 morti'''

Gli scontri del fine settimana tra miliziani islamici e truppe del governo transitorio del presidente Ahmad Sharif hanno provocato almeno 17 morti, secondo quanto ha riferito la tv araba Al-Jazeera. Nuovi combattimenti sono iniziati anche questa mattina anche nella periferia meridionale di Mogadiscio, i 'Giovani mujahidin' hanno attaccato alcune basi militari del governo. Secondo la radio locale 'Shabell', al momento si registrano già diversi feriti. Gli scontri sono avvenuti in particolare nella cittadina di Yet, che si trova lungo il confine con l'Etiopia. Un portavoce del gruppo islamico ha rivelato ad Al Jazeera che motivo dell'attacco sarebbe "la presenza continua di truppe dell'esercito etiope nella zona". Delle 17 vittime 6 sono ribelli e 4 miliziani governativi, mentre il resto sarebbero civili che vivevano nella zona.


'''Israele, carri armati uccidono due militanti palestinesi'''

Due militanti palestinesi sono stati uccisi dal fuoco dei carri armati israeliani nel nord di Gaza. E' quanto affermato da fonti mediche palestinesi che hanno inoltre reso noti i particolari dell'azione. Gli uomini sarebbero stati colpiti da un proiettile sparato dall'esercito israeliano vicino a Jabaliya, roccaforte di Hamas. Secondo quanto rivelato dall'esercito israeliano, la pattuglia avrebbe aperto il fuoco contro il gruppo palestinese che stava piantando una bomba alla frontiera con Gaza. Hamas ha comunicato che una delle vittime è il ventunenne Abed Hafiz al-Silawi, che militava all'interno della propria organizzazione. L'altro uomo, di cui ancora non è stato comunicato il nome, sarebbe un mlitante del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina. L'incidente si registra parecchie ore dopo che la radio di Stato israeliana aveva riferito che due missili erano stai lanciati durante la notte in Israele dall'interno di Gaza senza comunque provocare lesioni o danni.
L'attacco accresce la tensione diplomatica alla vigilia dell'incontro fra il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente palestinese Mahamoud Abbas invitati ufficialmente a Washington dal presidente Barack Obama per velocizzare gli accordi di pace.


'''IMMIGRAZIONE: NAUFRAGIO A GIBILTERRA, NUOVI SBARCHI IN SICILIA'''

“È uno dei drammi peggiori dell’immigrazione quest’anno”: così una portavoce delle autorità di Ceuta, enclave spagnola in territorio marocchino, ha commentato il naufragio di un’imbarcazione che trasportava migranti dell’Africa subsahariana, tra cui donne e bambini, nel distretto di Gibilterra. Sono poche le speranze di ritrovare ancora vivi una ventina di dispersi da Sabato a largo dell’isola spagnola di Perejil, mentre otto cadaveri , ripescati in mare, sono stati consegnati dalla Guardia civil spagnola al Marocco. Sono stati trasferiti a Tangeri gli undici sopravissuti, sette dei quali sono stati incarcerati e presentati ieri davanti alla procura; gli altri tre, in grav i condizioni, sono ancora riceverati in un ospedale locale . Sono inoltre 138 i migranti, quasi tutti eritrei, bloccati dalle forze dell’ordine italiane sulla costa di Portopalo di Capo Passero, nel siracusano , dove sono sbarcati nel fine-settimana stipati su un barcone lungo 13 metri, partit o da un porto libico.


 '''ITALIA'''


'''ROMA: CONFERMATI GLI ARRESTI PER GLI OCCUPANTI DELLA 8 MARZO'''

Lunedì 14 settembre, le forze del disordine si sono introdotte con la forza nell'edificio della ex-scuola 8 Marzo occupata di Magliana, con l’evidente intenzione di sgomberare lo stabile che ospita le famiglie di sfrattati, precari, disoccupati. Lo sgombero non è riuscito, grazie alla resistenza pacifica ma determinata degli occupanti e delle occupanti, così i carabinieri hanno portato via 5 occupanti che sono stati tratti in arresto. Contro di loro sono state mosse accuse infamanti, basate solo ed esclusivamente sulle dichiarazioni false di un ex occupante allontanato dall’occupazione un anno fa per aver aggredito la sua compagna e attualmente indagato per lesioni aggravate contro di lei. Queste dichiarazioni sono state riportate ed amplificate nei giorni scorsi dalla stampa, che ha lanciato una campagna mediatica per criminalizzare tutto il movimento per il diritto all’abitare. Oggi il Gip ha convalidato gli arresti per i 4 occupanti che, quindi, rimarranno in carcere fino a che sulla loro situazione non si esprimerà il tribunale del riesame, fra non meno di due settimane. Francesca è stata addirittura trasferita da Rebibbia a Civitavecchia. A uno dei compagni sono stati confermati gli arresti domiciliari. Un altro è attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli e ieri è stato medicato d'urgenza: affetto da un tumore, è in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo.


'''VICENZA: GRANDE PARTECIPAZIONE ALLA FIACCOLATA CONTRO IL DIVIETO DI MANIFESTARE'''

Millecinquecento persone hanno partecipato, sabato sera, alla fiaccolata convocata contro l’ipotesi della Prefettura di impedire i cortei nel centro cittadino, ma diventata anche la prima risposta alle continue stragi in Afganistan e alla guerra a cui il nostro paese sta partecipando.
Al termine della fiaccolata, un’assemblea ha deciso di convocare il Prefetto in p. dei Signori perché possa ascoltare i cittadini sul diritto di manifestare. Vicenza ha dimostrato di non voler limitazioni alla propria democrazia: il sindaco Variati deve farsene portavoce, non sottoscrivendo la proposta che vieterebbe la libertà d’espressione.
“Divieto alla guerra, non alla democrazia”, recitava lo striscione d’apertura. E la sorpresa è stata la presenza di alcuni soldati statunitensi della caserma Ederle che, nonostante i pericoli disciplinari che corrono, hanno voluto unirsi ai cittadini vicentini, e solidarizzare con loro al microfono. "E’ tempo – hanno detto di fronte ai manifestanti – di smettere la guerra in Afganistan e riportare tutti a casa. E il nostro governo – hanno aggiunto – deve rinunciare alla nuova base al Dal Molin, che i vicentini non vogliono. Sono molti, all’interno della Ederle, a pensarla così".
Sulla posizione presa recentemente dal sindaco a favore delle "compensazioni" per la città, hanno risposto la lista civica “Vicenza Libera – No Dal Molin" e il Presidio permanente No Dal Molin: non parteciperanno agli incontri organizzati da Vairati sulle cosiddette compensazioni da richiedere al governo nazionale, per risarcire Vicenza per la costruzione della nuova base militare statunitense. Perché nessuna compensazione potrà mai riparare i danni provocati in questa vicenda. Non solo un disastro ambientale, ma anche la violenza di uno Stato autoritario che nega i più elementari diritti e la dignità dei cittadini pur d’imporre questo progetto: una nuova struttura che produrrà guerre, miserie e distruzioni in giro per il mondo. I vicentini non vogliamo essere complici di tutto ciò non vogliono rinunciare a mobilitarsi per difendere il territorio e il futuro delle generazioni che verranno, rifiutando
il calcolo della convenienza o il profumo dei soldi, continuando a lottare a testa alta.


'''MILANO: PROCESSO AI PRIGIONIERI DEL CIE DI VIA CORELLI'''
(corrisp. ROR)


'''ROMA: Azione di protesta contro la Croce Rossa per il suo ruolo nei CIE'''

A darne notizia è la stessa CRI: "Questa mattina il Comitato provinciale di Roma della Croce Rossa Italiana [a via Ramazzini] è stato assaltato da una decina di persone con i volti coperti da passamontagna. Giunti a bordo di macchine e moto, hanno fatto irruzione nel Comitato provinciale di Roma gettando volantini contro la presenza della CRI nei Centri di identificazione ed espulsione per migranti, imbrattato l’ingresso del Comitato". Nel trambusto un vigilante è rimasto lievemente contuso.

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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

RIFIUTI TOSSICI: CON NUOVO INDENNIZZO, MULTINAZIONALE EVITA PROCESSO

Un indennizzo equivalente a mille euro per ciascuno dei 31.000 querelanti che, in cambio, s’impegnano a non avviare nuove azioni giudiziarie: è l’accordo raggiunto tra gli avvocati delle vittime ivoriane e la multinazionale anglo-olandese Trafigura, coinvolta in uno dei più gravi scandali di smaltimento illegale di rifiuti tossici di questo secolo, avvenuto tre anni fa ad Abidjan. L’intesa, annunciata dalla Trafigura, non soddisfa però le migliaia di persone che nella principale città ivoriana hanno subito direttamente o indirettamente le conseguenze nefaste dello scarico di 528 tonnellate di scorie pericolose, trasportate dalla nave ‘Probo Koala’, noleggiata dalla Trafigura. L’intesa sta già suscitando critiche da parte di alcune associazioni di vittime, che preferirebbero vedere la multinazionale sotto processo per ottenere giustizia. “La Trafigura rifiuta di riconoscere che alcune persone sono decedute” ha commentato Marvin Ouattara, presidente di uno dei collettivi di difesa delle vittime, sottolineando che “nell’intesa tutti riceveranno la stessa somma di denaro, senza distinzione”. Secondo le associazioni, le emanazioni tossiche hanno ucciso 17 persone e oltre 100.000 si sono ammalate per aver inalato sostanze tossiche. Nel 2007 la Trafigura aveva già versato al governo della Costa d’Avorio 152 milioni di euro (in parte serviti per indennizzare le famiglie delle persone decedute) in cambio della rinuncia a qualsiasi azione legale presente e futura. La nuova intesa raggiunta nel fine settimana dovrebbe permettere alla multinazionale di evitare un processo che si doveva tenere a Londra tra qualche giorno; un altro processo è previsto l’anno prossimo in Olanda.

Somalia, scontri ribelli islamici-truppe governative: 17 morti

Gli scontri del fine settimana tra miliziani islamici e truppe del governo transitorio del presidente Ahmad Sharif hanno provocato almeno 17 morti, secondo quanto ha riferito la tv araba Al-Jazeera. Nuovi combattimenti sono iniziati anche questa mattina anche nella periferia meridionale di Mogadiscio, i 'Giovani mujahidin' hanno attaccato alcune basi militari del governo. Secondo la radio locale 'Shabell', al momento si registrano già diversi feriti. Gli scontri sono avvenuti in particolare nella cittadina di Yet, che si trova lungo il confine con l'Etiopia. Un portavoce del gruppo islamico ha rivelato ad Al Jazeera che motivo dell'attacco sarebbe "la presenza continua di truppe dell'esercito etiope nella zona". Delle 17 vittime 6 sono ribelli e 4 miliziani governativi, mentre il resto sarebbero civili che vivevano nella zona.

Israele, carri armati uccidono due militanti palestinesi

Due militanti palestinesi sono stati uccisi dal fuoco dei carri armati israeliani nel nord di Gaza. E' quanto affermato da fonti mediche palestinesi che hanno inoltre reso noti i particolari dell'azione. Gli uomini sarebbero stati colpiti da un proiettile sparato dall'esercito israeliano vicino a Jabaliya, roccaforte di Hamas. Secondo quanto rivelato dall'esercito israeliano, la pattuglia avrebbe aperto il fuoco contro il gruppo palestinese che stava piantando una bomba alla frontiera con Gaza. Hamas ha comunicato che una delle vittime è il ventunenne Abed Hafiz al-Silawi, che militava all'interno della propria organizzazione. L'altro uomo, di cui ancora non è stato comunicato il nome, sarebbe un mlitante del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina. L'incidente si registra parecchie ore dopo che la radio di Stato israeliana aveva riferito che due missili erano stai lanciati durante la notte in Israele dall'interno di Gaza senza comunque provocare lesioni o danni. L'attacco accresce la tensione diplomatica alla vigilia dell'incontro fra il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente palestinese Mahamoud Abbas invitati ufficialmente a Washington dal presidente Barack Obama per velocizzare gli accordi di pace.

IMMIGRAZIONE: NAUFRAGIO A GIBILTERRA, NUOVI SBARCHI IN SICILIA

“È uno dei drammi peggiori dell’immigrazione quest’anno”: così una portavoce delle autorità di Ceuta, enclave spagnola in territorio marocchino, ha commentato il naufragio di un’imbarcazione che trasportava migranti dell’Africa subsahariana, tra cui donne e bambini, nel distretto di Gibilterra. Sono poche le speranze di ritrovare ancora vivi una ventina di dispersi da Sabato a largo dell’isola spagnola di Perejil, mentre otto cadaveri , ripescati in mare, sono stati consegnati dalla Guardia civil spagnola al Marocco. Sono stati trasferiti a Tangeri gli undici sopravissuti, sette dei quali sono stati incarcerati e presentati ieri davanti alla procura; gli altri tre, in grav i condizioni, sono ancora riceverati in un ospedale locale . Sono inoltre 138 i migranti, quasi tutti eritrei, bloccati dalle forze dell’ordine italiane sulla costa di Portopalo di Capo Passero, nel siracusano , dove sono sbarcati nel fine-settimana stipati su un barcone lungo 13 metri, partit o da un porto libico.

  • ITALIA

ROMA: CONFERMATI GLI ARRESTI PER GLI OCCUPANTI DELLA 8 MARZO

Lunedì 14 settembre, le forze del disordine si sono introdotte con la forza nell'edificio della ex-scuola 8 Marzo occupata di Magliana, con l’evidente intenzione di sgomberare lo stabile che ospita le famiglie di sfrattati, precari, disoccupati. Lo sgombero non è riuscito, grazie alla resistenza pacifica ma determinata degli occupanti e delle occupanti, così i carabinieri hanno portato via 5 occupanti che sono stati tratti in arresto. Contro di loro sono state mosse accuse infamanti, basate solo ed esclusivamente sulle dichiarazioni false di un ex occupante allontanato dall’occupazione un anno fa per aver aggredito la sua compagna e attualmente indagato per lesioni aggravate contro di lei. Queste dichiarazioni sono state riportate ed amplificate nei giorni scorsi dalla stampa, che ha lanciato una campagna mediatica per criminalizzare tutto il movimento per il diritto all’abitare. Oggi il Gip ha convalidato gli arresti per i 4 occupanti che, quindi, rimarranno in carcere fino a che sulla loro situazione non si esprimerà il tribunale del riesame, fra non meno di due settimane. Francesca è stata addirittura trasferita da Rebibbia a Civitavecchia. A uno dei compagni sono stati confermati gli arresti domiciliari. Un altro è attualmente recluso presso il centro clinico di Regina Coeli e ieri è stato medicato d'urgenza: affetto da un tumore, è in attesa di un terzo intervento chirurgico al San Camillo.

VICENZA: GRANDE PARTECIPAZIONE ALLA FIACCOLATA CONTRO IL DIVIETO DI MANIFESTARE

Millecinquecento persone hanno partecipato, sabato sera, alla fiaccolata convocata contro l’ipotesi della Prefettura di impedire i cortei nel centro cittadino, ma diventata anche la prima risposta alle continue stragi in Afganistan e alla guerra a cui il nostro paese sta partecipando. Al termine della fiaccolata, un’assemblea ha deciso di convocare il Prefetto in p. dei Signori perché possa ascoltare i cittadini sul diritto di manifestare. Vicenza ha dimostrato di non voler limitazioni alla propria democrazia: il sindaco Variati deve farsene portavoce, non sottoscrivendo la proposta che vieterebbe la libertà d’espressione. “Divieto alla guerra, non alla democrazia”, recitava lo striscione d’apertura. E la sorpresa è stata la presenza di alcuni soldati statunitensi della caserma Ederle che, nonostante i pericoli disciplinari che corrono, hanno voluto unirsi ai cittadini vicentini, e solidarizzare con loro al microfono. "E’ tempo – hanno detto di fronte ai manifestanti – di smettere la guerra in Afganistan e riportare tutti a casa. E il nostro governo – hanno aggiunto – deve rinunciare alla nuova base al Dal Molin, che i vicentini non vogliono. Sono molti, all’interno della Ederle, a pensarla così". Sulla posizione presa recentemente dal sindaco a favore delle "compensazioni" per la città, hanno risposto la lista civica “Vicenza Libera – No Dal Molin" e il Presidio permanente No Dal Molin: non parteciperanno agli incontri organizzati da Vairati sulle cosiddette compensazioni da richiedere al governo nazionale, per risarcire Vicenza per la costruzione della nuova base militare statunitense. Perché nessuna compensazione potrà mai riparare i danni provocati in questa vicenda. Non solo un disastro ambientale, ma anche la violenza di uno Stato autoritario che nega i più elementari diritti e la dignità dei cittadini pur d’imporre questo progetto: una nuova struttura che produrrà guerre, miserie e distruzioni in giro per il mondo. I vicentini non vogliamo essere complici di tutto ciò non vogliono rinunciare a mobilitarsi per difendere il territorio e il futuro delle generazioni che verranno, rifiutando il calcolo della convenienza o il profumo dei soldi, continuando a lottare a testa alta.

MILANO: PROCESSO AI PRIGIONIERI DEL CIE DI VIA CORELLI (corrisp. ROR)

ROMA: Azione di protesta contro la Croce Rossa per il suo ruolo nei CIE

A darne notizia è la stessa CRI: "Questa mattina il Comitato provinciale di Roma della Croce Rossa Italiana [a via Ramazzini] è stato assaltato da una decina di persone con i volti coperti da passamontagna. Giunti a bordo di macchine e moto, hanno fatto irruzione nel Comitato provinciale di Roma gettando volantini contro la presenza della CRI nei Centri di identificazione ed espulsione per migranti, imbrattato l’ingresso del Comitato". Nel trambusto un vigilante è rimasto lievemente contuso.

Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

RIFIUTI TOSSICI: CON NUOVO INDENNIZZO, MULTINAZIONALE EVITA PROCESSO

Un indennizzo equivalente a mille euro per ciascuno dei 31.000 querelanti che, in cambio, s’impegnano a non avviare nuove azioni giudiziarie: è l’accordo raggiunto tra gli avvocati delle vittime ivoriane e la multinazionale anglo-olandese Trafigura, coinvolta in uno dei più gravi scandali di smaltimento illegale di rifiuti tossici di questo secolo, avvenuto tre anni fa ad Abidjan. L’intesa, annunciata dalla Trafigura, non soddisfa però le migliaia di persone che nella principale città ivoriana hanno subito direttamente o indirettamente le conseguenze nefaste dello scarico di 528 tonnellate di scorie pericolose, trasportate dalla nave ‘Probo Koala’, noleggiata dalla Trafigura. L’intesa sta già suscitando critiche da parte di alcune associazioni di vittime, che preferirebbero vedere la multinazionale sotto processo per ottenere giustizia. “La Trafigura rifiuta di riconoscere che alcune persone sono decedute” ha commentato Marvin Ouattara, presidente di uno dei collettivi di difesa delle vittime, sottolineando che “nell’intesa tutti riceveranno la stessa somma di denaro, senza distinzione”. Secondo le associazioni, le emanazioni tossiche hanno ucciso 17 persone e oltre 100.000 si sono ammalate per aver inalato sostanze tossiche. Nel 2007 la Trafigura aveva già versato al governo della Costa d’Avorio 152 milioni di euro (in parte serviti per indennizzare le famiglie delle persone decedute) in cambio della rinuncia a qualsiasi azione legale presente e futura. La nuova intesa raggiunta nel fine settimana dovrebbe permettere alla multinazionale di evitare un processo che si doveva tenere a Londra tra qualche giorno; un altro processo è previsto l’anno prossimo in Olanda.

Somalia, scontri ribelli islamici-truppe governative: 17 morti

Intanto a Mogadiscio si continua a sparare

Gli scontri del fine settimana tra miliziani islamici e truppe del governo transitorio del presidente Ahmad Sharif hanno provocato almeno 17 morti, secondo quanto ha riferito la tv araba Al-Jazeera. Nuovi combattimenti sono iniziati anche questa mattina anche nella periferia meridionale di Mogadiscio, i 'Giovani mujahidin' hanno attaccato alcune basi militari del governo. Secondo la radio locale 'Shabell', al momento si registrano già diversi feriti. Gli scontri sono avvenuti in particolare nella cittadina di Yet, che si trova lungo il confine con l'Etiopia. Un portavoce del gruppo islamico ha rivelato ad Al Jazeera che motivo dell'attacco sarebbe "la presenza continua di truppe dell'esercito etiope nella zona". Delle 17 vittime 6 sono ribelli e 4 miliziani governativi, mentre il resto sarebbero civili che vivevano nella zona.

Israele, carri armati uccidono due militanti palestinesi

Cresce la tensione diplomatica alla vigilia dell'incontro di Washington fra Netanyahu e Abbas

Due militanti palestinesi sono stati uccisi dal fuoco dei carri armati israeliani nel nord di Gaza. E' quanto affermato da fonti mediche palestinesi che hanno inoltre reso noti i particolari dell'azione. Gli uomini sarebbero stati colpiti da un proiettile sparato dall'esercito israeliano vicino a Jabaliya, roccaforte di Hamas. Secondo quanto rivelato dall'esercito israeliano, la pattuglia avrebbe aperto il fuoco contro il gruppo palestinese che stava piantando una bomba alla frontiera con Gaza. Hamas ha comunicato che una delle vittime è il ventunenne Abed Hafiz al-Silawi, che militava all'interno della propria organizzazione. L'altro uomo, di cui ancora non è stato comunicato il nome, sarebbe un mlitante del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina. L'incidente si registra parecchie ore dopo che la radio di Stato israeliana aveva riferito che due missili erano stai lanciati durante la notte in Israele dall'interno di Gaza senza comunque provocare lesioni o danni. L'attacco accresce la tensione diplomatica alla vigilia dell'incontro fra il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente palestinese Mahamoud Abbas invitati ufficialmente a Washington dal presidente Barack Obama per velocizzare gli accordi di pace.

Cuba, dedicato alla pace il più grande concerto dal 1956: un milione in piazza

Un milione di persone a Plaza de la Revolucion per l'evento "Paz sem Fronteiras"

La capitale cubana ha ospitato ieri il più grande concerto che Cuba avesse visto dalla rivoluzione del 1956. Circa un milione di persone si sono radunate in Plaza de la Revolucion, all'Havana, per partecipare alla manifestazione organizzata dal cantante cubano Juanes. Nonostante il titolo della manifestazione, "Paz sem Fronteiras", il cantante ha ricevuto minacce di morte dalla comunità cubana in esilio. L'artista è infatti criticato per le sue posizioni vicine al regime comunista e a Miami, negli Stati Uniti, alcuni esuli si sono mostrati mentre distruggevano suoi cd. Il concerto è stata una grande occasione per molti cubani che sono accorsi da tutto il paese. Mantre dall'estero arrivavano le accuse, la gente dell'Havana ha danzato per cinque ore e mezza sfidando il caldo torrido che ha causato anche qualche malore. Tra gli altri interpreti lo spagnolo Miguel Bosé, la portoricana Olga Tanon e il gruppo "Rodriguez e Los Van Van".

IMMIGRAZIONE: NAUFRAGIO A GIBILTERRA, NUOVI SBARCHI IN SICILIA

“È uno dei drammi peggiori dell’immigrazione quest’anno”: così una portavoce delle autorità di Ceuta, enclave spagnola in territorio marocchino, ha commentato il naufragio di un’imbarcazione che trasportava migranti dell’Africa subsahariana, tra cui donne e bambini, nel distretto di Gibilterra. Sono poche le speranze di ritrovare ancora vivi una ventina di dispersi da Sabato a largo dell’isola spagnola di Perejil, mentre otto cadaveri , ripescati in mare, sono stati consegnati dalla Guardia civil spagnola al Marocco. Sono stati trasferiti a Tangeri gli undici sopravissuti, sette dei quali sono stati incarcerati e presentati ieri davanti alla procura; gli altri tre, in grav i condizioni, sono ancora riceverati in un ospedale locale . Sono inoltre 138 i migranti, quasi tutti eritrei, bloccati dalle forze dell’ordine italiane sulla costa di Portopalo di Capo Passero, nel siracusano , dove sono sbarcati nel fine-settimana stipati su un barcone lungo 13 metri, partit o da un porto libico.

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Gr 9:30

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gror090921 (last edited 2009-09-22 17:29:20 by anonymous)