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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Copehagen

Nella notte, a Copenhagen, città che ospita il Summit mondiale sui cambiamenti climatici, la polizia è entrata con la forza nel quartiere di Christiania, storico quartiere autogestito della capitale danese ed ha rastrellato i/le compagni/e andandoli a prendere fin dentro i pub. Ci sono stati violenti scontri in cui la polizia ha usato anche gli idranti. Circa 200 tra compagni e compagne sono stati fermati e questa mattina sono stati confermati cinque arresti per aggressione a funzionari di polizia. La nottata è trascorsa in stato di fermo anche per alcuni compagni romani, rilasciati questa mattina presto dopo l'ormai consueta procedura di trattenimento seduti in terra e poi nelle celle. Secondo la legislazione danese, introdotta in previsione del summit sul clima, la polizia può trattenere le persone in stato di fermo per 12 ore. Dallo scorso sabato sono state fermate 1.300 persone, la maggior parte delle quali sono state già rilasciate. Oggi la giornata di mobilitazione è dedicata alla questione dell'agroalimentare, con una serie di azioni dimostrative per sostenere l'attività degli agricoltori in tutto il mondo.

Femminicidi

"Gente per bene" dicono i vicini di casa a proposito della famiglia del ventenne di Bollate (Milano) arrestato il 12 dicembre per aver sequestrato, massacrato di botte e poi stuprato, il 14 novembre scorso, una donna ucraina di 40 anni. E, naturalmente, i media di regime si guardano bene dal farne il nome e mettono solo, a malapena, le iniziali: S. C. Perché la "gente per bene", si sa, deve essere protetta. Anche quando stupra. Se fosse stato straniero di lui sarebbero stati forniti nome, cognome, profilo antropologico-lombrosiano e curriculum vitae. Perché, si sa, c'è stupratore e stupratore. E quando uno è italiano il suo nome va protetto, perché ne va del buon nome della famiglia e del 'bel paese' in cui ha avuto la 'fortuna' di nascere. Ancora una volta, è la cittadinanza dello stupratore che rende più o meno grave la violenza, non il fatto che una donna, l'ennesima, abbia vissuto quello che ha vissuto. E poi, attenzione: lei era pure straniera, il che rafforza l'italica omertà nel proteggere i propri 'rampolli'. Tre donne migranti, due romene a Taranto e una rom a Roma, sono morte per essere state costrette a ricorrere all'aborto fai-da te. Per quanto, infatti, il Ministero dell'Interno abbia ribadito di recente il divieto di segnalazione per donne e uomini migranti che, sprovviste/i di permesso di soggiorno, si rivolgono alle strutture pubbliche, la paura seminata mesi fa dai media di regime e da medici irresponsabili rimane, così come rimane, per i/le neocomunitari/e, il rischio di doversi pagare le prestazioni mediche, interruzione di gravidanza compresa.

A Milano una donna afroamericana è stata aggredita con violenza da un razzista con un pretesto e col consenso (e il plauso) della madre in Sicilia.

A Canicattì una donna romena ha visto morire la propria neonata dopo essere stata costretta a partorirla su una sedia dell'ospedale perché non le aprivano le porte del reparto di ginecologia.

Dopo il caso Marrazzo ben nove trans brasiliane amiche di Brenda - della cui morte mai si saprà il vero mandante - sono state espulse. L'ultima, China, dopo esser stata interrogata dagli inquirenti è stata arrestata e poi espulsa per non aver rispettato un precedente decreto d'espulsione. Ora, forse, è già in Brasile, esattamente come Preziosa, la trans che lo scorso anno venne violentemente picchiata dalla polizia nel Cie di Milano - sotto lo sguardo soddisfatto dell'immancabile ispettore-capo - e che, nonostante abbia denunciato i suoi aguzzini e picchiatori, ha atteso invano un permesso di soggiorno per ragioni di giustizia.

"Taranto, Due donne romene sono morte dopo avere assunto un farmaco -proveniente dalla Romania- per abortire. Aperta inchiesta." Incinta di 7 settimane a 40 anni, voleva abortire e ingerisce una quantità eccessiva di pasticche di un farmaco che può indurre l'aborto: e' morta la notte scorsa. La polizia ha avviato le indagini".

L'Europa condanna l'Italia per la semilibertà a Izzo

La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato l'Italia per aver concesso la semilibertà al mostro del Circeo, Angelo Izzo.

Concedendo nel 2004 la semilibertà a Izzo, sottolinea la Corte di Strasburgo, le autorità italiane hanno violato il diritto alla vita di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, uccise da Izzo il 28 aprile 2008 mentre godeva di questo beneficio.

La Corte ha anche stabilito che le autorità italiane dovranno risarcire i familiari delle vittime con 45mila euro per danni morali. Il massacro del Circeo è un fatto di cronaca nera avvenuto sul litorale romano, nella zona del Circeo, il 29 settembre 1975.

Donatella Colasanti di 17 anni e Rosaria Lopez, di 19 anni, due amiche provenienti da famiglie di modesta condizione sociale, residenti in una zona popolare della capitale, furono invitate ad una festa da tre uomini della Roma bene: Giovanni Guido, studente di architettura, Angelo Izzo, studente di medicina con un precedente di stupro di due ragazze minorenni per cui era stato condannato a due anni e mezzo e si era visto la sospensione condizionale della pena, e Andrea Ghira, figlio di un noto e stimato imprenditore edile. La presunta festa a cui le due ragazze sono state invitate a partecipare si teneva nella villa di Andrea Ghira, ubicata sul promontorio del Circeo. Per più di un giorno ed una notte le due ragazze furono violentate, seviziate e massacrate da questi tre animati da odio di genere e di classe. Donatella Colasanti sopravvisse a questa orribile vicenda fingendosi morta.

Ora, Izzo fu liberato nel 2004 e compì altri due omicidi contro la moglie e la figlia del suo compagno di cella. I familiari delle vittime, Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, avevano presentato ricorso nel luglio del 2006, ma non è servito a niente. La sentenza della Corte Europea, resa pubblica oggi, diventerà definitiva tra tre mesi, se il governo italiano e i ricorrenti non chiederanno e otterranno un rinvio davanti alla Grande Camera della stessa Corte (ultimo grado di giudizio).

VITERBO, Prosegue l'inchiesta sull'aeroporto di Viterbo

L'inchiesta che ha visto recapitare quattro avvisi di garanzia per progetti connessi alla realizzazione dello scalo aeroportuale va avanti: è stata fissata per il 19 gennaio l'udienza per discutere la proroga dell'indagine. Ricordiamo che a ricevere gli avvisi di garanzia sono stati l'assessore alla cultura Purchiaroni, dimissionario, l'ex direttore generale, Armando Balducci (ora DIREZIONE AREA OPERE INFRASTRUTTURALI del Comune di Roma), e altri due funzionari pubblici. Secondo gli inquirenti per superare alcuni vincoli paesaggistici legati ai terreni vicini alla zona in cui dovrebbe sorgere l'aeroporto, ci sarebbero stati strani movimenti, fra cui la volontà di alcuni di chiedere "favori".

Eutelia. Chiusa in modo coatto la Sede di Napoli

Sabato 12 dicembre, dopo aver costretto per 2 mesi i 120 lavoratori Agile ex- EUTELIA a restare senza energia elettrica, riscaldamento e qualsiasi forma di supporto logistico alle attività lavorative, con l'ennesimo arrogante atto di spregio della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici ha chiuso in maniera coatta la sede di Napoli I lavoratori e le lavoratrici nella mattina di oggi 14 dicembre hanno trovato la sede chiusa e non hanno potuto accedere neanche a prelevare gli oggetti personali e attualmente sono in presidio in strada in Via Ferrante Imparato a Napoli . Il personale di vigilanza impedisce qualunqua accesso ai lavoratori e alle lavoratrici. Questo atteggiamento ancora una volta dimostra il modus operandi della Azienda di Arezzo che tenta in ogni modo di prevaricare i diritti dei lavoratori e dimostra che le collusioni con AGILE non sono mai terminate

India

Il governo indiano ha scagionato i militari indiani accusati di aver violentato e ucciso due donne kashmire e scoppiano disordini e incendi in Kashmir. In ogni luogo di conflitto, le donne sono quelle che pagano di più l'estendersi della violenza. I loro corpi diventano terreni da conquistare e stupri e omicidi contro le donne sono all'ordine del giorno. I casi di abusi contro le donne kashmire per mano delle truppe indiane sono numerosi e frequente è l'impunità garantita a chi li commette. L'ultimo caso eclatante è quello che riguarda l'inchiesta sullo stupro e l'uccisione di due donne kashmire avvenuto nel maggio scorso. Le indagini hanno escluso il coinvolgimento dei militari indiani nella regione, i quali invece erano stati accusati dalla comunità locale. In risposta a questa decisione si sono moltiplicate le manifestazioni di piazza in diverse città del Kashmir. Negozi, uffici e banche chiuse, mezzi pubblici fermi. Migliaia di dimostranti hanno manifestato per le strade si Shopian, il villaggio dove vivevano le due vittime. Sono scoppiati disordini e incendi. "Continueremo a lottare per ottenere giustizia", ha dichiarato il portavoce della comunità locale che si è fatta promotore dello sciopero.

Kurdistan

Due manifestanti curdi sono morti nella città di Mus, nella Turchia orientale, nel corso di una manifestazione di protesta contro la recente messa al bando del Partito della Società democratica (Dtp), accusato di legami con il movimento armato del Pkk.

La chiusura del partito filocurdo Dtp ha scatenato la rabbia della minoranza curda. Da giorni i sostenitori del Dtp scendono in piazza a manifestare nelle principali città della Turchia. Trentasette dei suoi dirigenti sono stati allontanati dalla politica. Tra loro si contano due dei 21 deputati del Dtp. Gli altri 19 hanno annunciato ieri sera che intendono dimettersi in blocco. Ma sarà l'Assemblea a decidere se approvare a maggioranza le dimissioni di ciascuno di loro che, se ottenessero il via libera, potrebbero portare al voto anticipato per mancanza del numero minimo di parlamentari

Iraq

Due autobombe sono esplose a Mosul, in Iraq, provocando sei morti e 55 feriti. Ma il bilancio è ancora provvisorio. Le esplosioni si sono verificate nel quartiere di al Shifa. Sale a cinque attentati il bilancio odierno in Iraq. Ai i tre che a Baghdad hanno ucciso almeno quattro persone si sono infatti aggiunte le due autobombe di Mosul.

Aminatu Haidar, attivista per l'indipendenza dal Marocco del Sahara Occidentale, è al 26esimo giorno di sciopero della fame

Aminatou Haidar è un'importante attivista per l'indipendenza del Sahara Occidentale (dal Marocco). Nata nel 1967, a vent'anni è stata fatta “sparire” dalle autorità marocchine a causa del suo attivismo per riemergere solo tre anni dopo. Nel 2005, Haidar è stata arrestata per aver partecipato a una manifestazione di protesta ed è stata condannata a sette mesi in prigione per aver “incitato violente attività di protesta.” Amnesty International l'ha considerata prigioniera di coscienza, mettendo in dubbio la correttezza del processo contro di lei e altre 6 persone. Dopo il suo rilascio, Aminatou Haidar è stata onorata con il Premio Robert F. Kennedy per i diritti umani, nominata per il Premio Nobel per la pace, e più recentemente premiata con il Premio al coraggio civile a New York - tutto ciò per il suo impegno nel difendere i diritti umani nel Sahara Occidentale. Nonostante i riconoscimenti ottenuti, fino a poco tempo fa Haidar ha vissuto in Marocco sempre con la paura di essere arrestata; cioè fino a venerdì 13 novembre quando, appena tornata a Laayoune (una città nella regione del Sahara Occidentale), è stata arrestata e successivamente deportata. Le autorità se la sono presa con lei per aver scritto “Sahara Occidentale” nei moduli alla dogana, non riconoscendo la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale. Secondo gli ufficiali marocchini, Haidar ha rinunciato e “volontariamente ceduto per iscritto” la cittadinanza marocchina. La donna è stata quindi trasferita a Lanzarote nelle Isole Canarie, dove le è stata poi concessa la residenza spagnola su basi umanitarie. Aminatu Haidar, che si trova ancora a Lanzarote, ha cominciato uno sciopero della fame di protesta 26 giorni fa.


Gr 13:00

In primo Piano

Copehagen

Dopo la giornata di ieri, in cui i movimenti sono sfilati nella città di Copenhagen sfidando la polizia, la serata di ieri ha visto rastrellamenti dentro e fuori il parco di cristiania, l'unica area totalmente autogestita della città di Copenhagen, dove la polizia è andata a cercare le persone fin dentro i pub presenti nella zona. La nottata è trascorsa in stato di fermo anche per alcuni compagni romani, rilasciati questa mattina presto dopo l'ormai consueta procedura di trattenimento seduti in terra e poi nelle celle.

Oggi la giornata di mobilitazione sarà dedicata alla questione dell'agroalimentare, con una serie di azioni dimostrative per sostenere l'attività degli agricoltori in tutto il mondo.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Afghanistan, autobomba nel cuore di Kabul. Almeno otto morti

Il centro di Kabul, stamane, è stato teatro di una violenta esplosione. Testimoni descrivono una spessa coltre di fumo ch oscura il cielo, avvenuta nel quartiere di Wazir Akhbar Khan, dove risiedono funzionari governativi, organizzazioni internazionali e sedi diplomatiche, tra le quali quella Usa e quella italiana. Secondo le prime informazioni i morti sarebbero almeno otto. Una trentina i feriti. Un testimone oculare ha detto all'agenzia di stampa afgana Pajhwok che lo scoppio è avvenuto davanti all'hotel Heetal e che è stato provocato da un'autobomba guidata da un kamikaze. Radio locali hanno indicato che l'attentato è avvenuto molto vicino alla residenza di Ahmad Zia Massud, ex vicepresidente del primo governo Karzai. Massud era a casa al momento dello scoppio e gli uomini della sicurezza hanno provveduto a trasferirlo in un luogo sicuro. L'attentato è avvenuto poche ore prima dell'inaugurazione a Kabul di una conferenza internazionale sulla corruzione in cui doveva intervenire anche il presidente Hamid Karzai.

Iraq, tre autobomba a Baghdad davanti all'ambasciata iraniana. Quattro morti e 14 feriti

In centro di Baghdad, anche stamane, è stato colpito dall'esplosione di tre autobomba che hanno causato la morte diIl primo veicolo è esploso in un parcheggio davanti all'ambasciata iraniana, il secondo nei pressi del ministero degli Esteri e il terzo di fronte al ministero dell'Emigrazione. Negli ultimi quattro mesi, questa è la quarta volta che si registrano attentati devastanti nella capitale con obiettivi principalmente istituzionali, quali gli edifici ufficiali e governativi. Il 19 agosto scorso un doppio attentato suicida contro il ministero degli Esteri e delle Finanze provocò 106 morti e circa 600 feriti. Il 25 ottobre nel mirino ci fu invece il ministero della giustizia, allora i morti furono 153 e i feriti 500. quattro persone. Quattordici i feriti.

ITALIA

Dopo win for life vinci anche il lavoro

Sono circa 200.000 le cartoline imbucate dai clienti dei punti vendita Sigma e Despar che in Sardegna hanno promosso il concorso «Vinci il tuo lavoro». Nell'arco dei prossimi 12 mesi saranno messi in palio 48 posti con contratto a tempo determinato di un anno (cassiere, addetto di scaffale, magazziniere), i primi quattro saranno estratti oggi. L'elevata partecipazione di novembre (veniva consegnata al cliente una cartolina per ogni 30 euro di spesa) è «il segnale di quante persone hanno bisogno di un impiego», ha dichiarato stamane a Radio Sintony, Antonello Basciu, direttore generale del Centro servizi e distribuzione di Villacidro. «Sicuramente sarebbe un bel regalo di Natale per i primi fortunati», ha aggiunto respingendo le critiche sul sistema scelto per assumere nuovo personale. Basciu ritiene che l'80% degli estratti avrà la possibilità di essere definitivamente integrato nelle strutture commerciali in quanto saranno adeguatamente formati. Dovranno essere residenti in Sardegna e avere fra i 18 e i 29 anni di età (32 in caso di disoccupati). Il premio potrà essere ceduto a un parente o un conoscente.

'Scendono dal tetto del comune di Taranto i disoccupati organizzati

Hanno trascorso la notte negli uffici del Comune per ribadire la loro richiesta di essere impegnati nel servizio di raccolta differenziata porta a porta. Durante la protesta alcuni sono saliti anche su un cornicione esterno. I disoccupati hanno interrotto il presidio nel Comune dopo aver ottenuto la promessa di un incontro con il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che si terrà il 22 dicembre prossimo a Bari, alla presenza del sindaco di Taranto Ippazio Stefano.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror091215 (last edited 2009-12-15 19:09:57 by anonymous)