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Appunti e note redazionali

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Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA Roma. Presidio a piazzale clodio per il processo ai cittadini senegalesi Il 18 dicembre alle ore 13.00 al Tribunale di Piazzale Clodio c'è stata l'udienza conclusiva del processo a carico dei 3 cittadini senegalesi, fermati e poi arrestati durante un raid della Guardia di Finanza avvenuto per le strade del Pigneto lunedì 5 ottobre 2009. In quella giornata numerosi agenti in assetto antisommossa hanno messo in atto un rastrellamento indiscriminato che ha sconvolto l’intero quartiere in occasione del quale sono stati arrestati e picchiati 25 immigrati senegalesi e nigeriani nella zona di Via Campobasso: si è trattato di una vera e propria 'caccia al negro'. Questo episodio è oggetto di un’interpellanza parlamentare e di un esposto presentato dalle associazioni del territorio per denunciare il clima di intimidazione creato nel quartiere dai continui interventi della Guardia di Finanza e in particolare le violenze ingiustificate del raid del 5 ottobre. L’esposto ora è agli atti del processo.

Roma assemblea pubblica al Volturno occupato sul diritto all'abitare.

In questa nostra città, dove lo scempio urbanistico è profondo, dove si è regalato molto alla rendita immobiliare, si sono vendute migliaia di case popolari, si sono accesi mutui insolvibili, si sono sfrattate migliaia di persone, si sono dismessi ingenti patrimoni immobiliari degli enti, si è precarizzato il lavoro, si è incentivato l’acquisto e il consumo di suolo, esiste una voce chiara, ostinata e contraria a tutto questo ed è la voce dei movimenti per il diritto all’abitare. Una voce che si oppone, che recupera spazi abbandonati pubblici e privati garantendosi un tetto e riacquistando una parte di reddito. Si è censito e si sta presidiando un edificio di 5 piani vuoto da tempo di proprietà della BNL-Paribas, una delle maggiori banche europee responsabili della crisi che tutti e tutte stiamo attraversando. Ci stiamo riprendendo una parte di ciò che ci spetta e lo stiamo sottraendo alla speculazione immobiliare e alla rendita parassitaria. il Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa e Blocchi Precari Metropolitani chiedono un piano straordinario di case pubbliche, popolari e di qualità; il recupero di tutte le aree dismesse e di edifici come le caserme; un blocco generalizzato degli sfratti per morosità e degli sgomberi; una moratoria sui mutui per chi rischia l’insolvenza; la requisizione degli edifici non utilizzati appartenenti a grandi proprietà e alle banche; una graduatoria che tenga conto delle nuove figure sociali precarie e tuteli il diritto dei singoli ad avere un alloggio. È in corso un assemblea pubblica al volturno occupato a partire dalle 17 e 30 di questo pomeriggio

Torino, domani un corteo contro sgomberi e repressione in risposta ai continui attacchi delle istituzioni e dei media contro tutte le realtà occupate scendiamo in piazza per dire basta a un regime sempre più opprimente e una repressione dilagante in cui la democrazia e la libertà si traducono in cie e militarizzazione delle città. La tanto invocata sicurezza crea un clima di terrore nel frattempo le persone continuano a morire.

Bologna. Ancora perquisizioni contro l'Onda Si legge nel comunicato dell'onda che “Apprendiamo solo ora che ieri mattina non è stata perquisita solo la casa di uno studente bolognese dell'onda ma che un'identica scena si è svolta anche a Genova a danni di uno uno studente dell'università locale. Le testimonianze raccontano in ambedue i casi di solerti agenti della Digos che mostrano foto chiedendo loro di riconoscersi in esse. Al compagno di Genova è stato anche fatto capire che ci saranno altre perquisizioni in altre città.Segnali di intimidazione, spesso indirizzati a giovani studenti, per spaventarli e dissuaderli da future mobilitazioni? Tra l'altro, il prossimo 12 gennaio, si terrà a Torino la prima udienza del processo  "Rewind" contro l'Onda NoG8.

Torino. Continua inesorabile la protesta dei rifugiati "ospitati" (o meglio semi-reclusi) nella caserma di via Asti Dopo due settimane di proteste, partite dal blocco stradale di corso casale e proseguite attraverso uno sciopero della fame che dura ormai da alcuni giorni, non sembrano affatto intenzionati ad ascoltare i consigli dell'amministrazione comunale che ieri è arrivata esplicitamente a minacciare per mezzo de "La Stampa" i rifugiati attraverso le parole  di Borgione (assessore alle politiche sociali) proponendo l'allontanamento dalla struttura di coloro che creano problemi... alla faccia del modello di accoglienza che Torino avrebbe voluto esportare.

Dalle prime ore di stamane la totalità dei rifugiati è per strada fuori dalla caserma aspettando (senza troppo successo) la venuta di giornalisti di tutte le testate opportunamente avvisati. È prevista una manifestazione, anch'essa, tutta autorganizzata, che intende raggiungere la prefettura di Torino in piazza castello per rivendicare i propri diritti.

ESTERI

Copenaghen.Il piano B.

La possibilita' sempre piu' reale di concludere la conferenza di Copenaghen con un accordo al minimo, se non proprio con un fallimento, ha gia' spinto gli organizzatori a prevedere un 'piano B'. Sul tavolo dei leader c'e' la proposta di convocare un altro appuntamento di due-tre settimane a Bonn (Germania) per il giugno del prossimo anno, per cercare di trasformare in accordo vincolante l'intesa politica sperata per oggi e di aggiungere qualche numeretto piu' ambizioso di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. L'appuntamento di Bonn dovrebbe precedere lo svolgimento della Cop-16, la futura conferenza Onu, in dicembre 2010 in dicembre. La fine del prossimo anno e' indicata come data limite per la trasformazione dell'accordo politico in Trattato. Intanto i leader europei si sono riuniti, in margine alla Conferenza di Copenaghen, per avere un vertice informale. La consultazione è stata promossa dalla presidenza svedese di turno della Ue per fare il punto sui negoziati cominciati la scorsa notte in "ristretta" con i leader degli attori più importanti, presenti a Copenaghen. Nello spazio dell'Unione Europea sono arrivati a passo sostenuto il presidente francese Nicolas Sarkozy, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso e gli altri capi di Stati e di Governo della Ue presenti alla Conferenza. Al centro del vertice informale Ue che c'é la decisione di "se e come" passare dall'obiettivo di riduzione del 20% di Co2 entro il 2020, già acquisito, ad un target superiore, "fino al 30%".

Madrid.Haidar, la donna candidata anche al Nobel per la pace, in sciopero della fame da un mese Si era opposta all'invasione del Marocco.Da 32 giorni era in sciopero della fame nell'aeroporto di Lanzarote. La notte scorsa era stata ricoverata nell'ospedale della città spagnola.Aminatu Haidar, 42 anni, premio dei diritti umani della Fondazione Robert Kennedy e candidata al Nobel per la Pace, ha aperto una vera e propria crisi diplomatica tra Spagna e Marocco, da quando è arrivata all'aeroporto delle Canarie il 14 novembre scorso. Le autorità marocchine le hanno ritirato il passaporto ed espulsa dal Paese, al suo ritorno da New York, dove aveva ritirato un premio per la sua lotta pacifica contro l'occupazione dell'ex colonia spagnola da parte del Marocco dal 1975. Il governo di Rabat si rifiutava di far rientrare la donna nel Paese, poichè la accusa di essere un agente del Fronte Polisario, il movimento che si batte per l'indipendenza del territorio.

Gaza. critiche da alcuni esponenti politici egiziani al muro d'acciaio contro gaza Diversi parlamentari egiziani, sia vicini ai Fratelli musulmani che altri, indipendenti, hanno criticato il ‘Muro d'acciaio’ egiziano “a prova di bomba” che finirà per sigillare la Striscia di Gaza. Essi hanno chiesto una sessione parlamentare urgente per discutere del muro, definito “un favore ad Israele”, mentre i vari direttori dei giornali egiziani lo hanno difeso sostenendo che la “sovranità dell'Egitto” è più importante della resistenza. Il deputato Sayyed ‘Askar ha rivolto un appello urgente al primo ministro per quanto concerne la costruzione, da parte del governo egiziano, in collaborazione con gli Stati Uniti e altri Paesi, di una barriera con Gaza che "rafforza l'assedio dei nostri fratelli nella Striscia di Gaza per obbligarli, col sostegno egiziano, a piegarsi ai diktat israeliani e americani". Il deputato egiziano si è domandato "come mai la posizione dell'Egitto, negli anni, si è ribaltata: da sostenitore della libertà e difensore dei diritti degli oppressi in tutto il mondo ad uno Stato che sostiene gli aggressori e delude i liberi e gli oppressi". E ha aggiunto: "I diktat americani e israeliani vengono accettati dal ‘grande Egitto’ fino a questo punto?". Altri deputati hanno criticato il muro, condannando il contributo fornito dall’Egitto all'assedio della popolazione di Gaza. 

ASSEMBLEA PUBBLICA AL FORTE PRENESTINO IN PREPARAZIONE DEL PRESIDIO DEL 31 DICEMBRE SOTTO IL CARCERE DI REBBIBBIAQUARANTADU

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Furto ad Auschwitz, rubata la scritta 'Arbeit macht frei'

VARSAVIA - Il cartello recante l'iscrizione in tedesco "Arbeit macht frei" ("Il lavoro rende liberi") posto all'ingresso dell'ex campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, è stato rubato da ignoti.

Il quotidiano Gazeta Wyborcza riferisce sul proprio sito web che il cartello rubato è già stato sostituito con una copia, creata tempo fa per consentire la riparazione dell'originale. La polizia ha aperto una inchiesta sull'accaduto, mentre la prefettura ha garantito che verrà data la caccia agli autori del furto. L'ex campo di sterminio è chiuso di notte e controllato dalla vigilanza. Gli inquirenti stanno ora vagliando le registrazioni delle videocamere che monitorano l'ex campo.

Sorto nell'aprile del 1940, dopo l'occupazione della Polonia da parte di Adolf Hitler nel settembre 1939, il campo di concentramento di Auschwitz (nome in tedesco della cittadina che in polacco si chiama Oswiecim) divenne il simbolo dell'Olocausto. Nel campo trovarono la morte oltre un milione di persone, in maggioranza ebrei. Il gerarca nazista Einrich Himmler aveva scelto Auschwitz come luogo anche per una fabbrica della industria chimica IG-Farben, nonché per altre di vario tipo, tra cui aziende agricole, per sfruttare la manodopera dei prigionieri.

TORNA A CASA LA “GANDHI DEI SAHRAWI”

È tornata a casa, a El Aiun in Sahara Occidentale, “senza condizioni e senza dover chiedere scusa” Aminatou Haidar, l’attivista per i diritti dei Sahrawi - presidente della Codesa (Coalizione difensori dei diritti umani sahrawi), e più conosciuta come la “Gandhi sahrawi” – arrestata il 13 novembre scorso dalle autorità marocchine all’aeroporto di El Aiun al suo rientro dall’estero dove aveva riconoscimenti per il suo impegno nel sostenere la causa del suo popolo. La signora Haidar, che da 32 giorni era in sciopero della fame, è partita ieri da Lanzarote (Canarie, Spagna), dove era stata trasferita dopo l’arresto, accompagnata da centinaia di cittadini saharawi e da una folta rappresentanza della associazioni della società civile e rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo spagnoli che in questi giorni avevano sostenuto la sua causa. “Questo è un trionfo, una vittoria del Diritto Internazionale, dei Diritti Umani, della giustizia internazionale e della causa saharawi” ha detto ieri notte ai giornalisti prima di salire sull’aereo che l’ha riportata a casa. Il caso Haidar in queste settimane aveva causato non poche tensioni a livello diplomatico tra il Marocco, la Spagna, l’Algeria, registrando anche l’intervento delle Nazioni Unite. Arrestata ed espulsa perché si era rifiutata di giurare lealtà al re del Marocco (il cui padre nel 1975 occupò il Sahara Occidentale quando gli spagnoli si ritirarono dalla loro ex-colonia), la Haidar sarebbe riuscita a ottenere un passaporto dalle autorità marocchine grazie a una mediazione francese.

AVVIATE PROCEDURE PER USCITA DALL’ALBA

Il governo golpista dell’Honduras guidato da Roberto Micheletti ha avviato le procedure per l’uscita del paese centro-americano dall’Alleanza bolivariana per le Americhe (Alba), l’associazione regionale promossa da Venezuala e Cuba alla quale aveva aderito il governo del presidente deposto Manuel Zelaya. La decisione, riferiscono i media sudamericani citando una nota del governo ‘de facto’, è stata presa dal consiglio dei ministri e controfirmata dal presidente Micheletti; secondo un portavoce del governo, il ritiro sarà discusso nei prossimi giorni dai membri del Congresso, ma non dovrebbe alterare i rapporti commerciali con i paesi membri e soprattutto non vuole determinare la rottura con Petrocaribe, il sistema regionale che permette l’acquisto di combustibile venezuelano a condizioni di favore. Alla base della decisione, ha spiegato il portavoce, c’è “l’atteggiamento irrispettoso che alcuni dei paesi membri hanno tenuto nei confronti di Honduras”, come il Venezuela che “ha minacciato di invadere il nostro Paese” dopo la destituzione di Zelaya. Ampio spazio viene dedicato dai mezzi d’informazione latinoamericani ai colloqui avvenuti tra il presidente eletto il 29 Novembre, Porfirio Lobo, e l’ambasciatore statunitense a Tegucigalpa, Hugo Llorens, sulla necessità di garantire un’amnistia per i delitti politici commessi dagli autori del colpo di stato che lo scorso 28 Giugno ha portato alla destituzione di Zelaya.

Catalogna apre strada per abolizione corrida

MADRID - La Catalogna ha aperto oggi la strada per una futura abolizione della corrida: il Parlamento regionale di Barcellona ha infatti respinto un emendamento volto a bocciare un proposta di legge di iniziativa popolare abolizionista firmata da 180 mila cittadini. La proposta diventa ora disegno di legge e sarà sottoposta alla plenaria, per il voto finale, nella primavera del 2010. Se sarà approvata, la Catalogna diventerà la prima regione della Spagna continentale a abolire quella che da secoli è una parte importante dell'identità culturale iberica. Per l'emendamento di bocciatura hanno votato 59 deputati catalani su 135 contro 67 e 5 si sono astenuti.

ITALIA

Lavoratori precari della Fiat Auto di Pomigliano D'Arco ancora sul tetto

I lavoratori precari della Fiat Auto di Pomigliano D'Arco hanno trascorso l'intera notte sul tetto del Comune della cittadina alle porte di Napoli proseguendo, inoltre, l'occupazione dell'aula consiliare. Nonostante il freddo e la pioggia i manifestanti, che protestano per il mancato rinnovo dei contratti in scadenza tra dicembre e marzo, hanno deciso di continuare il presidio sul tetto iniziato nella serata di ieri.

Nella serata di ieri si e' svolto, inoltre, un incontro con i sindaci del comprensorio che hanno sottolineato come sia necessario tutelare non solo la realta' del gruppo torinese ma anche le altre aziende, piccole o grandi, che hanno tra i propri dipendenti precari che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro.

In calo ad ottobre ordini e fatturato

Gli indici grezzi del fatturato e degli ordinativi dell'industria hanno registrato a ottobre un calo tendenziale, rispettivamente, del 18,4% e del 17%. Lo comunica l'Istat precisando che il fatturato corretto per gli effetti del calendario ha mostrato una riduzione tendenziale del 15,6%, con 22 giorni lavorativi contro i 23 dello stesso mese dello scorso anno. Il confronto tendenziale per il periodo gennaio-ottobre mostra il fatturato in calo del 21,4%.

Siparietto


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gror091218 GR 18/12 (last edited 2009-12-18 18:25:43 by anonymous)