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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ITALIA

ROMA: PROSEGUE LA MOBILITAZIONE DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA IN CAMPIDOGLIO (audio: ROR)

ROMA: OPERAI FIAT IN PIAZZA DOMANI (COBAS e FLMUNITI CUB di Pomigliano)

Il 1°dicembre Marchionne ha ribadito a Scaiola che a Termini Imerese da fine 2011 non si produrranno più auto: saranno distrutti 2200 posti di lavoro. Il piano Fiat Italia deve stare dentro i parametri del piano Fiat-Chyrsler. Ciò significa: 1) ridimensionamento degli stabilimenti in Italia-Europa-Usa ; 2)la chiusura di Termini I.; la nuova Lancia Y prodotta in Polonia, come la 500 (questa anche in Mexico, per il mercato Usa) ; altri modelli verranno prodotti alla Zastava/Serbia; 3) la " fine produzione Alfa Romeo" a Pomigliano e tentativoo di trasferire a Torino definitivamente gli ultimi 230 lavoratori dell´Alfa di Arese (MI). Marchionne, a novembre sulla rivista " Automotive News Europe" così illustrava il " piano Alfa Romeo" : a)congelamento investimenti Alfa Romeo Italia; b) a Mirafiori ,produzione della MiTo e a marzo 2010 della nuova Giulietta; c) sostituzione dei modelli " 159 e 166" con berline di "segmento D e E " da produrre in Usa per il mercato americano/internazionale; 4)la Chrysler, nello stabilimento di Aburn Hill, produrrà i nuovi motori elettrici e ibridi. Marchionne sostiene che in Italia per produrre 645.000 auto ci sono 21.900 operai e 5 stabilimenti, mentre la Polonia produce 600.000 auto con 8.700 operai in 1 stabilimento e il Brasile produce 700.000 auto con 8700 operai e 1 stabilimento, dimenticando di dire che in Polonia e Brasile gli operai lavorano 12 ore al giorno , senza diritti sindacali. Marchionne si guarda bene da fare il paragone con gli altri marchi europei (Peugeot, Citroen, Renault, Volkswagen) e giapponesi (Nissan, Toyota) dove a fronte di salari e condizioni di lavoro più vantaggiosi, quei marchi producono-vendono di più in casa e nel mondo. Alcuni di questi marchi hanno introdotto inoltre, a differenza di Fiat significativi cambiamenti tecnologici in funzione della produzione dell’auto elettrica già a fine 2010 in Europa. La Fiat vuole aumentare la produzione in Italia con meno operai, intensificando ritmi e sfruttamento, pretendendo nuovi incentivi e la rottamazione. A rischio non ci sono solo Termini e Pomigliano, anche Mirafiori, Melfi, Cassino sono dentro il ridimensionamento e sotto ricatto costante di trasferire le produzioni all´Est/UE, in Brasile e Usa. Nella crisi economica che falcidia i salari della popolazione, le economie mondiali dovrebbero ristrutturarsi in funzione dello sviluppo sostenibile individuando sia nuove attività produttive, sia interventi di innovazione sulle attività in modo da ricercare nuovi spazi di competitività che non siano sul costo del lavoro. La ricetta per fare occupazione non è quindi l'aumento dell'orario di lavoro, ma sta nella sua riduzione-ridistribuzione per evitare che il padre lavori 12 ore al giorno e il figlio neanche un minuto. Si deve ridurre l’orario di lavoro a parità di salario e erogare un reddito garantito. Se la Fiat non accetta di rivedere la sua politica, il governo deve interrompere immediatamente qualsiasi forma di finanziamento e promuovere da subito una commissione d’inchiesta sui fondi concessi alla Fiat negli ultimi vent’anni. Al tavolo Fiat/governo/sindacati il 22 dicembre a Roma gli operai si faranno sentire.

TERAMO: MUORE DETENUTO NIGERIANO, AVEVA ASSISTITO A UN PESTAGGIO

Nel carcere di Castrogno, alla porte di Teramo, Uzoma Emeka, il detenuto nigeriano di 32 anni che avrebbe assistito il 22 settembre scorso al pestaggio di un altro detenuto italiano nel carcere di Castrogno, è morto all'ospedale civile di Teramo. Le circostanze del decesso sono ancora ignote. Il pestaggio fu rivelato dall'invio al quotidiano locale "La Citta" di una registrazione delle guardie carcerarie. "Non si massacrano così i detenuti in sezione, si massacrano sotto... il negro ha visto tutto". Questa era la frase che il capo delle guardie carcerarie, Giuseppe Luzi, rivolgeva a un suo sottoposto. A seguito dell'episodio si succedettero interpellanze parlamentari e inchieste interne al corpo di Polizia penitenziaria che portarono alla rimozione dall'incarico di Luzi per ordine del ministro della Giustizia Alfano. Il carcere di Teramo accoglie oltre 400 detenuti, ma è concepito per contenerne 250. La struttura versa in condizioni di estremo degrado e ripetuti sono i tentati di suicidio, le aggressioni alle guardie carcerarie e gli scioperi della fame. Uzoma Emeka si è sentito male venerdì mattina, nel carcere dove era rinchiuso per spacio di stupefacenti. Secondo il legale del nigeriano, Giulio Lazzaro, Emeka e' giunto all'ospedale di Teramo cinque ore dopo, all'una di pomeriggio. L'uomo soffriva di depressione e faceva uso di farmaci. I giudici hanno disposto che l'autopsia venga filmata. Il perito di parte sarà il professor Giulio Sacchetti dell'Università di Roma, lo stesso medico che seguì la vicenda processuale di Marta Russo.

FERROVIE: TUTTI GLI INVESTIMENTI PER LA TAV, NIENTE PER I PENDOLARI (audio: ROR)

VERCELLI: PERQUISITE LE ABITAZIONI DI DUE COMPAGNI

Questa mattina la digos in forze si è presentata a casa di due antifascisti di Vercelli con l'ordine di perquisizione su una denuncia di Forza Nuova per furto di alcune bandiere in occasione della mobilitazione antifascista del 28 novembre scorso. In quell’occasione, gli antifascisti erano riusciti ad impedire ai neofascisti di volantinare nel centro storico della città contro l’apertura di una moschea. Dopo aver perquisito le due case, le forze dell’ordine hanno proseguito anche alla perquisizione del csa mattone rosso. Le forze dell’ordine vercellesi, in perfetta sintonia con quelle che sono le indicazioni e le pratiche che arrivano dalle istituzioni e dagli apparati repressivi a livello nazionale, hanno messo in campo dei palesi tentativi di criminalizzazione di chiunque pratichi l’antifascismo. Le perquisizioni di questa mattina, in particolare quella del Csa Mattone Rosso, si inseriscono inoltre nel clima di attacco agli spazi occupati ed autogestiti, sia nella nostra regione (si veda a Torino la campagna per gli sgomberi, di cui molto si è parlato negli ultimi mesi), sia in tutto il Paese, dove gli sgomberi si susseguono sempre più frequentemente.

MILANO: PROTESTANO I LAVORATORI YAMAHA (audio: ROd'U)

Quasi una settimana sul tetto dell'azienda e temperature sotto zero: i 4 operai della Yamaha di Lesmo, in presidio permanente sui capannoni della fabbrica, hanno affrontato temperature che hanno raggiunto i -8 gradi, ma comunque resistono nella tenda montata per protesta contro la decisione della casa giapponese di chiudere la produzione a Lesmo, spostare la linea in Spagna e tagliare 66 posti di lavoro. Gli operai chiedono la cassa integrazione e una dichiarazione scritta di Yamaha che assicuri maggiori garanzie occupazionali. Di fronte all'azienda continua anche il presidio di colleghi, amici e parenti. L'intero consiglio comunale di Lesmo, nel fine-settimana, ha espresso vicinanza agli operai e alle loro famiglie in questa lotta per salvare il posto di lavoro.

ESTERI

Yemen, bombardamento al nord, oltre 50 vittime civili

Un bombardamento saudita al confine con lo Yemen e' costato la vita a decine di civili. Secondo le autorita' yemenite il raid dell'aviazione di Riad contro la citta' di Al-Nadheer, nel distretto di Razeh, ha ucciso 54 persone. Dall'inizio di novembre, quando un gruppo di ribelli Zaidi noti anche come Huthi, uccise una guardia di frontiera e occupo' due villaggi, le forze saudite hanno lanciato un'offensiva senza quartiere contro la guerriglia. Le autorita' di Sana'a hanno invece scatenato un attacco aereo contro una base di al Qaeda in cui, secondo fonti locali sono state uccise 49 persone, tra cui 23 bambini e 17 donne. Il bombardamento ha devastato il villaggio di Al-Maajala, nella provincia meridionale di Abyan. Secondo uno dei capi della tribu' di Al-Kazam, i miliziani di al Qaeda hanno scelto di costruire i loro campi di addestramento in una zona in cui i nomadi beduini piantano le loro tende e le forze governative sono convinte che le tribu' abbiano scelto di ospitare e nascondere i terroristi.

COMBATTIMENTI A MOGADISCIO, VITTIME CIVILI

Dopo notizie di vari combattimenti a Mogadiscio e in altre zone del paese tra Sabato e Domenica, anche oggi si sta continuando a combattere, in particolare nella capitale somala dove i media locali segnalano scontri tra soldati governativi e combattenti ‘shebab’. Secondo fonti ribelli, ieri almeno sette soldati hanno perso la vita in seguito all’attacco della base militare di Sar-kusta, poco fuori Mogadiscio; altre fonti hanno invece riferito che tra le vittime ci sono civili e che il bilancio di perdite umane potrebbe essere più grave (14 morti e 28 feriti). Combattimenti tra clan rivali sono invece avvenuti sempre ieri a Ba’adweyn (villaggio della regione di Mudug, Somalia centrale), apparentemente per il controllo di pascoli e di un bacino d’acqua. Non confermato invece da Addis Abeba, lo sconfinamento di alcune centinaia di suoi soldati che secondo fonti somale hanno occupato la zona di Kalaber, strategico nodo che mette in comunicazione le regioni centrali e meridionali della Somalia. Pur essendosi ritirata lo scorso Gennaio dal paese – dove era presente da due anni con un suo contingente – secondo fonti locali l’Etiopia invierebbe con una certa frequenza truppe all’interno del territorio somalo, pur senza ammetterlo ufficialmente.

In 500mila ai funerali dell'ayatollah Montazeri

Alcuni incidenti sono scoppiati tra le forze di sicurezza iraniane e oppositori dopo i funerali del grande ayatollah dissidente Hossein Ali Montazeri, a Qom. Lo riferiscono vari siti riformisti, tra i quali Kaleme, vicino a Mir Hossein Mussavi. Secondo queste fonti, tafferugli sono scoppiati circa un'ora dopo la fine delle esequie davanti alla casa del defunto leader religioso, dove alcune centinaia di agenti anti-sommossa e miliziani islamici sono intervenuti per disperdere i sostenitori di Montazeri che ancora rimanevano sul posto scandendo slogan anti-governativi. I dimostranti hanno reagito con un lancio di pietre. Non vi sono al momento notizie di feriti o arresti. Il sito riformista Balahtarin e alcuni testimoni sul posto parlano di una partecipazione stimata in circa 500 mila persone. Le informazioni sul funerale arrivano in Occidente dai siti-web dell'opposizione, perche' alla stampa straniera e' stata vietato di presenziare alla cerimonia. Teologo e difensore dei diritti umani e delle donne, Montazeri, aspra voce critica del regime di Mahmoud Ahmadinejad, considerato dai seguaci la piu' alta autorita' vivente dell'Islam sciita in Iran, viene tumulato nella tomba di Masoumeh, un'altra figura sciita di spicco, nella citta' santa di Qom. Alle esequie ha partecipato anche Mirhossein Moussavi, uno dei leader dell'opposizione. Intanto, un altro sito riformista ha dato notizia dei primi arresti: secondo il sito Kalemee, le forze di sicurezza iraniane domenica sera hanno bloccato un pullman che trasportava famigliari di oppositori in carcere e attivisti per i diritti umani, che volevano partecipare alla cerimonia funebre; ed hanno arrestato alcuni passeggeri. Attraverso forum, blog e social network, l'Onda Verde, il movimento riformista iraniano, sta provando a organizzare una manifestazione contro il governo a Teheran per le 15 ora locale, le 12.30 in Italia. In rete si moltiplicano gli appelli a riunirsi in piazza Enqelab per dare vita a una nuova contestazione nei confronti del presidente, Mahmoud Ahmadinejad, e della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei.


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ESTERI

Yemen, bombardamento al nord, oltre 50 vittime civili

Un bombardamento saudita al confine con lo Yemen e' costato la vita a decine di civili. Secondo le autorita' yemenite il raid dell'aviazione di Riad contro la citta' di Al-Nadheer, nel distretto di Razeh, ha ucciso 54 persone. Dall'inizio di novembre, quando un gruppo di ribelli Zaidi noti anche come Huthi, uccise una guardia di frontiera e occupo' due villaggi, le forze saudite hanno lanciato un'offensiva senza quartiere contro la guerriglia. Le autorita' di Sana'a hanno invece scatenato un attacco aereo contro una base di al Qaeda in cui, secondo fonti locali sono state uccise 49 persone, tra cui 23 bambini e 17 donne. Il bombardamento ha devastato il villaggio di Al-Maajala, nella provincia meridionale di Abyan. Secondo uno dei capi della tribu' di Al-Kazam, i miliziani di al Qaeda hanno scelto di costruire i loro campi di addestramento in una zona in cui i nomadi beduini piantano le loro tende e le forze governative sono convinte che le tribu' abbiano scelto di ospitare e nascondere i terroristi.

COMBATTIMENTI A MOGADISCIO, VITTIME CIVILI

Dopo notizie di vari combattimenti a Mogadiscio e in altre zone del paese tra Sabato e Domenica, anche oggi si sta continuando a combattere, in particolare nella capitale somala dove i media locali segnalano scontri tra soldati governativi e combattenti ‘shebab’. Secondo fonti ribelli, ieri almeno sette soldati hanno perso la vita in seguito all’attacco della base militare di Sar-kusta, poco fuori Mogadiscio; altre fonti hanno invece riferito che tra le vittime ci sono civili e che il bilancio di perdite umane potrebbe essere più grave (14 morti e 28 feriti). Combattimenti tra clan rivali sono invece avvenuti sempre ieri a Ba’adweyn (villaggio della regione di Mudug, Somalia centrale), apparentemente per il controllo di pascoli e di un bacino d’acqua. Non confermato invece da Addis Abeba, lo sconfinamento di alcune centinaia di suoi soldati che secondo fonti somale hanno occupato la zona di Kalaber, strategico nodo che mette in comunicazione le regioni centrali e meridionali della Somalia. Pur essendosi ritirata lo scorso Gennaio dal paese – dove era presente da due anni con un suo contingente – secondo fonti locali l’Etiopia invierebbe con una certa frequenza truppe all’interno del territorio somalo, pur senza ammetterlo ufficialmente.

In 500mila ai funerali dell'ayatollah Montazeri

Alcuni incidenti sono scoppiati tra le forze di sicurezza iraniane e oppositori dopo i funerali del grande ayatollah dissidente Hossein Ali Montazeri, a Qom. Lo riferiscono vari siti riformisti, tra i quali Kaleme, vicino a Mir Hossein Mussavi.

Secondo queste fonti, tafferugli sono scoppiati circa un'ora dopo la fine delle esequie davanti alla casa del defunto leader religioso, dove alcune centinaia di agenti anti-sommossa e miliziani islamici sono intervenuti per disperdere i sostenitori di Montazeri che ancora rimanevano sul posto scandendo slogan anti-governativi. I dimostranti hanno reagito con un lancio di pietre. Non vi sono al momento notizie di feriti o arresti.

Il sito riformista Balahtarin e alcuni testimoni sul posto parlano di una partecipazione stimata in circa 500 mila persone.

Le informazioni sul funerale arrivano in Occidente dai siti-web dell'opposizione, perche' alla stampa straniera e' stata vietato di presenziare alla cerimonia. Teologo e difensore dei diritti umani e delle donne, Montazeri, aspra voce critica del regime di Mahmoud Ahmadinejad, considerato dai seguaci la piu' alta autorita' vivente dell'Islam sciita in Iran, viene tumulato nella tomba di Masoumeh, un'altra figura sciita di spicco, nella citta' santa di Qom.

Intanto, un altro sito riformista ha dato notizia dei primi arresti: secondo il sito Kalemee, le forze di sicurezza iraniane domenica sera hanno bloccato un pullman che trasportava famigliari di oppositori in carcere e attivisti per i diritti umani, che volevano partecipare alla cerimonia funebre; ed hanno arrestato alcuni passeggeri.

Attraverso forum, blog e social network, l'Onda Verde, il movimento riformista iraniano, sta provando a organizzare una manifestazione contro il governo a Teheran per le 15 ora locale, le 12.30 in Italia. In rete si moltiplicano gli appelli a riunirsi in piazza Enqelab per dare vita a una nuova contestazione nei confronti del presidente, Mahmoud Ahmadinejad, e della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei.

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gror091221 (last edited 2009-12-21 18:33:21 by anonymous)