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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

ESTERI

EGITTO-GAZA

Corrispondenza con la Gaza Freedom March, ancora bloccata in Egitto, il cui governo aveva posto un ultimatum per ieri sera per una delegazione ristretta e di carattere umanitario a cui sarebbe consentito l’ingresso a Gaza. “Rifiutiamo categoricamente l’offerta Egiziana di un gesto simbolico. Rifiutiamo continuare a coprire l’assedio di Gaza. Il nostro gruppo continuerà a lavorare per consentire a tutti i 1.362 partecipanti alla Marcia di entrare a Gaza, come primo passo verso l’obiettivo finale che è quello di far cessare completamente l’assedio e liberare la Palestina” afferma Ziyaad Lunat , membro del Comitato Coordinatore della Marcia. Tuttavia i due pulman questa mattina sono partiti ugualmente con a bordo una settantina di persone, molti palestinesi con passaporto occidentale che cercavano di tornare a casa e qualche pacifista in dissenso con il comitato organizzatore. Al momento i pulman sono nel Sinai e a quanto pare gli attivisti potranno davvero entrare a Gaza. La Gaza Freedom March è stata organizzata per attirare l’attenzione sul primo anniversario dei 22 giorni di assalto Israeliano, che ha ucciso più di 1.400 Palestinesi, e ferito più di 5.000. Nonostante l’invasione sia tecnicamente terminata, gli effetti sulla popolazione sono solamente peggiorati negli ultimi 12 mesi. Non è consentito l’ingresso a Gaza al materiale da ricostruzione e più dell’80% degli abitanti di Gaza dipendono attualmente dalla beneficienza per mangiare. I partecipanti alla Marcia avevano programmato di entrare a Gaza attraverso il valico Egiziano di Rafah, il 27 dicembre, per unirsi a circa 50.000 Palestinesi residenti e marciare verso il valico di Erez in Israele per chiedere la fine dell’assedio. Invece, il governo Egiziano del Presidente Hosni Mubarak ha annunciato, solo qualche giorno prima che centinaia di delegate iniziassero ad arrivare al Cairo, che non avrebbero consentito alla Marcia di proseguire. Ascoltiamo un estratto dalla corrispondenza di questa mattina (o del pomeriggio durante spec pal...)

PALESTINA

La Corte suprema israeliana ha ordinato la riapertura di una delle due autostrade che collega Gerusalemme a Tel Aviv e attraversa la Cisgiordania, soprannominata “strada dell’apartheid” ai viaggiatori palestinesi finora impossibilitati a percorrerla. L’autostrada 443, considerata dalle organizzazioni per i diritti umani un ‘simbolo’ della discriminazione attuata in Israele ai danni dei palestinesi era stata vietata ai viaggiatori palestinesi dal 2002, quando durante la seconda Intifada alcune automobili di cittadini israeliani erano state raggiunte da colpi d’arma da fuoco. Grossi blocchi di cemento sono stati posti all’ingresso degli svincoli per sei villaggi arabi situati ai lati del percorso, impedendo agli abitanti l’accesso e costringendoli a fare lunghe deviazioni. I militari – stabilisce la sentenza dell’alta corte – hanno cinque mesi per trovare metodi alternativi che garantiscano la sicurezza degli automobilisti israeliani, prima della riapertura della strada ai palestinesi.

IRAN

«Trecento dei cinquecento dimostranti arrestati domenica scorsa sono ancora in carcere». È quanto ha riferito oggi il capo della polizia iraniana, Esmaeel Ahmadi Moghaddam, citato dall'agenzia d'informazione 'Irnà'. Moghaddam ha precisato che i cinquecento arrestati non rappresentano il numero complessivo dei dimostranti fermati durante le proteste antigovernative scoppiate in occasione delle celebrazioni dell'Ashura. «Alcuni prigionieri - ha affermato - sono nelle mani di altri apparati delle forze di sicurezza, come il ministero dell'Intelligence e i basij. Il numero esatto degli arrestati - ha aggiunto - sarà annunciato nei prossimi giorni». Il capo della polizia ha quindi sottolineato che durante le manifestazioni sono stati feriti 120 agenti di polizia, 60 dei quali sono ancora ricoverati. Alla luce dei violenti scontri, Moghaddam ha dichiarato che la polizia «d'ora in avanti non tollererà in alcun modo» altri espisodi di violenza e che i manifestanti «saranno affrontati con severità».

La commissione d'inchiesta presidenziale che ha indagato sulla morte di dieci civili nella provincia nord-orientale di Kunar ha concluso che la responsabilità è dei "militari stranieri intervenuti nella zona". In un comunicato diffuso dall'ufficio stampa del presidente Hamid Karzai si sostiene che la commissione, composta anche da rappresentanti dei diversi ministeri, ha concluso che "una unità delle forze internazionali è arrivata in aereo domenica notte ed è entrata nel villaggio di Ghazi Khan". I militari hanno, dunque, preso un gruppo di dieci persone da tre case, fra cui otto studenti fra 12 e 15 anni, e li hanno uccisi. Gli amministratori locali e i responsabili della Coalizione internazionale di stanza in Kunar, hanno detto ai membri della commissione di non essere al corrente dell'incidente. I risultati dell'inchiesta promossa da Karzai hanno spinto centinaia di manifestanti a scendere in piazza a Jalalabad, capitale della provincia orientale di Nangarhar confinante con Kunar, e a Kabul, per chiedere che i responsabili del massacro vengano puniti. Particolarmente accesa la protesta degli studenti a Jalalabad che hanno gridato slogan ostili al capo dello Stato e agli Stati Uniti.

sudafrica contro coca cola

L'azienda agisce come ai tempi dell'apartheid? E allora nessun sudafricano beva “Coca Cola”, almeno per quattro ore al giorno: lo scontro su salari e ore di lavoro negli impianti dove si produce la celebre bevanda americana ha spinto a mobilitarsi il “National Union of Metalworkers of South Africa” (Numsa), uno tra i piu' importanti sindacati sudafricani. “L’arroganza dei manager della ‘Amalgamated Beverage Industries’ – ha detto il portavoce del Numsa, Castro Ngobese – riflette l’intenzione di perpetuare le disuguaglianze retributive del tempo dell’apartheid, in un quadro di povertà diffusa”. L’agitazione è cominciata in una fabbrica di Pretoria dove sono impiegati circa 3800 operai, che chiedono aumenti salariali del 9,5% e la riduzione della settimana lavorativa a 45 ore. Dopo una settimana di scioperi e produzione a singhiozzo è arrivata la solidarietà dei metalmeccanici: in attesa di risposte diverse dalla “Amalgamated”, i sudafricani sono invitati a lasciar perdere le bollicine dall’una alle cinque del pomeriggio.[VG]

Olanda, aeroporto Schiphol: scan full-body per chi va in Usa

Il ministero ha anche fatto sapere che i controlli all'imbarco su Umar Farouk Abdulmutallab, l'uomo accusato di aver tentato di far esplodere il volo Delta diretto a Detroit, sono stati eseguiti correttamente. Il ministro dell'Interno olandese Guusje Ter Horst ha detto, durante una conferenza stampa tenuta a l'Aja, che non c'è alcuna prova che Abdulmutallab abbia effettivamente soggiornato in Olanda prima del volo. Il ministero ha anche fatto sapere che sono in corso le indagini per verificare se il ragazzo nigeriano abbia avuto qualche forma di aiuto ad Amsterdam.

SPAGNA-ETA

Il ministero dell'Interno spagnolo ha annunciato ieri sera di avere innalzato a 2 il livello di allerta anti-terrorismo nel timori di possibili azioni dell'Eta in coincidenza con l'inizio della presidenza di turno della Ue, che dal 1 gennaio passerà al Paese iberico. «Esiste il probabile rischio di un attacco a causa del significato speciale del periodo natalizio e della prossima presidenza spagnola della Ue», si afferma in un comunicato del ministero. La decisione, spiega il testo, è stata presa dopo avere «sentito il parere delle forze armate e dei servizi di sicurezza». Nel comunicato, si fa riferimento anche «alla persistente minaccia del terrorismo internazionale», dopo il mancato attentato del giorno di Natale su un aereo della compagnia americana Delta. «Questi avvenimenti rendono consigliabile innalzare i livelli della sicurezza in tutto il Paese», afferma ancora il comunicato del ministero dell'Interno.

Serbia, Tadic: 'Siamo in grado di catturare Mladic'

Le autorità serbe sarebbero in grado di arrestare l'ex generale Ratko Mladic. Questo è quanto ha dichiarato il presidente Boris Tadic parlando alla televisione serba Rts. Il presidente serbo si è detto comunque convinto che Mladic, latitante da 14 anni, dovrebbe comparire davanti Tpi per il ruolo svolto nella guerra nell'ex Jugoslavia e per i fatti di Srebrenica, teatro del massacro in cui circa 8 mila musulmani di Bosnia furono uccisi. La guerra in Bosnia dal 1992 al 1995, secondo recenti rapporti prodotti da organismi indipendenti, costò la vita a poco meno di 100 mila persone e provocò due milioni tra persone profughe e sfollate.

polemiche e proteste in Peru

Polemiche e forte dissenso da parte dei movimenti indigeni hanno accompagnato la divulgazione del rapporto ufficiale sulle violenze avvenute il 5 Giugno a Bagua, nell’Amazzonia peruviana, quando violenti scontri(che causarono la morte di 23 poliziotti e 10 civili) susseguirono le massicce proteste contro la politica di sfruttamento delle risorse naturali del governo . La commissione d’inchiesta designata da Lima per far luce sul ‘Baguazo’ - come è stato chiamato l’episodio della ‘Curva del Diablo’ a Bagua - ha concluso che le violenze sono attribuibili agli stessi indigeni e a quanti li hanno sostenuti. Nessuna responsabilità viene attribuita agli alti vertici della polizia che inviarono gli agenti a sgomberare un gruppo di indigeni che da alcune settimane bloccavano una strada nei pressi di Bagua, scatenando gli scontri, né all’allora ministro degli Interni, Mercedes Cabanillas. I rappresentanti dei popoli indigeni dell’Amazzonia, protagonisti della grande mobilitazione della scorsa primavera contro alcuni decreti legislativi considerati lesivi dei loro diritti sulla gestione delle risorse naturali, si sono rifiutati di sottoscrivere il rapporto: il dirigente nativo Jesus Manacés e la religiosa spagnola Maria Gómez, che rappresentavano i nativi nella commissione d’inchiesta, hanno consegnato inoltre una nota al governo con 43 “osservazioni di dissenso” affermando che il documento finale “non solo non ha rispettato i principi di obiettività, imparzialità ed esaustività a cui erano tenuti per mandato legale, ma neanche ha rispettato aspetti sostanziali...Non si può concludere – affermano nel testo – che la causa della protesta dei popoli indigeni dell’Amazzonia sia stata quella di non ‘aver compreso bene’ il significato dei decreti”.

ITALIA

ISPRA

Prosegue da 38 giorni l'occupazione del tetto dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) di Casalotti da parte dei precari e delle precarie che da dopodomani rischiano il licenziamento. Questa mattina i cancelli dell'istituto sono stati chiusi ai giornalisti e alle giornaliste. Questa decisione fa pensare a un preludio allo sgombero dei lavoratori e delle lavoratrici. In 200 hanno gia' perso il lavoro quest'anno e oltre 230 lo rischiano da gennaio. La vicenda ISPRA è emblematica della politica sulla ricerca pubblica che questo Governo sta attuando in splendida continuità con i precedenti. Attraverso un processo di riorganizzazione si sta procedendo al sistematico smantellamento di 3 enti originari (APAT, ICRAM ed INFS). Un progetto di smantellamento della ricerca pubblica che ha come vittime principali i lavoratori e le lavoratrici precari e precarie. Il segnale più chiaro di quale sia la politica di questo Governo sta nell'ennesimo stanziamento (questa volta 400 milioni) regalati ad una presunta ricerca privata senza nessun controllo sui risultati ottenuti.

Una breve corrispondenza di questa mattina.

GENOVA-lavoro

Il porto di Genova si è fermato stamani per un quarto d'ora in occasione della cerimonia funebre per Gianmarco Desana, il portuale di 37 anni morto il 23 dicembre in un incidente sul lavoro a bordo del traghetto Suprema. La fermata, dalle 10 alle 10,15, è stata decisa dall' Autorità portuale in segno di lutto. La compagnia unica Culmv- Paride Batini non ha invece fornito manodopera per il primo turno per permettere ai camalli di partecipare alle esequie che si svolgono in forma privata nella chiesa di San Francesco d'Assisi a Sestri Ponente, il quartiere dove Desana ha sempre vissuto.

Internato all’OPG di Aversa muore “soffocato da un rigurgito”: aveva 45 anni

Con Pierpaolo Prandato, morto oggi ufficialmente "soffocato da un rigurgito" nell'OPG salgono a *175 i detenuti morti da inizio anno, di cui 72 suicidi. Il decesso risale al 21 dicembre scorso, ma solo oggi se ne è avuta notizia, anche in questo caso per volontà della famiglia. Per accertare le cause del decesso, il magistrato ha disposto l’autopsia.

Torino volantinaggio itinerante Free Gaza

Femminicidio

Una donna di 41 anni, di Trinitapoli, di cui non è stato pubblicato il nome, è stata uccisa con un colpo di arma da fuoco alla gola dal convivente. Il responsabile del femminicidio è un fabbro di 43 anni, Giacomo De Facendis, che ha sparato alla donna un colpo di pistola al volto durante una lite provocata da un attacco di gelosia. In casa, al momento del delitto, c'era il figlio della donna, un bambino di circa dieci anni il quale - secondo quanto è stato reso noto - non si sarebbe accorto di nulla.


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

EGITTO-GAZA

Corrispondenza con la Gaza Freedom March, ancora bloccata in Egitto.

PALESTINA

La Corte suprema israeliana ha ordinato la riapertura di una delle due autostrade che collega Gerusalemme a Tel Aviv e attraversa la Cisgiordania, soprannominata “strada dell’apartheid” ai viaggiatori palestinesi finora impossibilitati a percorrerla. L’autostrada 443, considerata dalle organizzazioni per i diritti umani un ‘simbolo’ della discriminazione attuata in Israele ai danni dei palestinesi era stata vietata ai viaggiatori palestinesi dal 2002, quando durante la seconda Intifada alcune automobili di cittadini israeliani erano state raggiunte da colpi d’arma da fuoco. Grossi blocchi di cemento sono stati posti all’ingresso degli svincoli per sei villaggi arabi situati ai lati del percorso, impedendo agli abitanti l’accesso e costringendoli a fare lunghe deviazioni. I militari – stabilisce la sentenza dell’alta corte – hanno cinque mesi per trovare metodi alternativi che garantiscano la sicurezza degli automobilisti israeliani, prima della riapertura della strada ai palestinesi.

IRAN

«Trecento dei cinquecento dimostranti arrestati domenica scorsa sono ancora in carcere». È quanto ha riferito oggi il capo della polizia iraniana, Esmaeel Ahmadi Moghaddam, citato dall'agenzia d'informazione 'Irnà. Moghaddam ha precisato che i cinquecento arrestati non rappresentano il numero complessivo dei dimostranti fermati durante le proteste antigovernative scoppiate in occasione delle celebrazioni dell'Ashura. «Alcuni prigionieri - ha affermato - sono nelle mani di altri apparati delle forze di sicurezza, come il ministero dell'Intelligence e i basij. Il numero esatto degli arrestati - ha aggiunto - sarà annunciato nei prossimi giorni». Il capo della polizia ha quindi sottolineato che durante le manifestazioni sono stati feriti 120 agenti di polizia, 60 dei quali sono ancora ricoverati. Alla luce dei violenti scontri, Moghaddam ha dichiarato che la polizia «d'ora in avanti non tollererà in alcun modo» altri espisodi di violenza e che i manifestanti «saranno affrontati con severità».

IRAQ

Si aggrava il bilancio del duplice attentato compiuto oggi a Ramadi, nella provincia irachena occidentale di al-Anbar. Secondo l'agenzia d'informazione 'Dpà, che cita fonti della polizia, almeno 20 persone sono morte e 35 sono rimaste ferite nei due attacchi. Tra le vittime figura il governatore della provincia di al-Anbar, Qassim Mohammed, mentre il suo vice è rimasto ferito. Alle prime ore di stamane un attentatore kamikaze si è fatto saltare in aria nei pressi dell'ufficio del governatore a Ramadi. Poco prima era esplosa un'autobomba sempre nei dintorni dell'ufficio di Qassim Mohammed.

CINA

Dopo sei mesi di completo isolamento dal resto del mondo, i 20 milioni di abitanti della Regione Autonoma Cinese del Xinjiang possono accedere da oggi a due siti controllati direttamente da alti funzionari del Partito Comunista Cinese, quello dell'agenzia Nuova Cina e quello del Quotidiano del Popolo, il giornale del Partito. Lo affermano oggi i mezzi d'informazione cinesi. Tutto il resto di Internet resterà bloccata, come anche le comunicazioni telefoniche internazionali e la possibilità di inviare sms dai telefoni cellulari. Anche l'accesso ai due siti supersicuri è però parziale: gli utenti del Xinjiang non possono infatti aprire la pagina dei commenti e quella attraverso la quale si possono inviare e ricevere messaggi di posta elettronica. Le comunicazioni sono state tagliate in tutto il Xinjiang dopo le violenze interetniche del luglio scorso, nelle quali quasi 200 persone hanno perso la vita nella capitale della regione, Urumqi. «Sono stati tutti importanti strumenti usati dai caporioni che hanno istigato le violenze di Urumqi», ha dichiarato al quotidiano China Daily il responsabile locale delle comunicazioni, Yang Maofa. Il funzionario ha aggiunto che «ora la situazione sociale è tornata stabile» nella regione

INDIA

NIGERIA

È stato molto più pesante di quanto trapelato finora il bilancio delle vittime causate lunedì in Nigeria dagli scontri tra forze dell'ordine e componenti di una setta radicale islamica: un dipendente dell'obitorio della città di Bauchi ha riferito che i morti sono stati 70. Un primo bilancio diffuso l'altro ieri dalla Croce Rossa parlava di almeno 33 vittime. Gli scontri con i seguaci della setta Kala-Kato sono avvenuti proprio a Bauchi, capoluogo dell'omonimo stato nigeriano del nord a maggioranza musulmana.

SPAGNA-ETA

Il ministero dell'Interno spagnolo ha annunciato ieri sera di avere innalzato a 2 il livello di allerta anti-terrorismo nel timori di possibili attentati dell'Eta in coincidenza con l'inizio della presidenza di turno della Ue, che dal 1 gennaio passerà al Paese iberico. «Esiste il probabile rischio di un attacco a causa del significato speciale del periodo natalizio e della prossima presidenza spagnola della Ue», si afferma in un comunicato del ministero. La decisione, spiega il testo, è stata presa dopo avere «sentito il parere delle forze armate e dei servizi di sicurezza». Nel comunicato, si fa riferimento anche «alla persistente minaccia del terrorismo internazionale», dopo il mancato attentato del giorno di Natale su un aereo della compagnia americana Delta. «Questi avvenimenti rendono consigliabile innalzare i livelli della sicurezza in tutto il Paese», afferma ancora il comunicato del ministero dell'Interno. L'annuncio di ieri fa seguito alle preoccupate dichiarazioni fatte dal titolare del dicastero, Alfredo Perez Rubalcaba, stando al quale i separatisti baschi dell'Eta potrebbero cercare di approfittare della presidenza semestrale dell'Unione europea per tornare all'azione. Secondo Rubalcoba, non è escluso che il gruppo pensi anche a un sequestro di persona, oltre che ad attentati dinamitardi e operazioni armate

ITALIA

GENOVA-lavoro

Il porto di Genova si è fermato stamani per un quarto d'ora in occasione della cerimonia funebre per Gianmarco Desana, il portuale di 37 anni morto il 23 dicembre in un incidente sul lavoro a bordo del traghetto Suprema. La fermata, dalle 10 alle 10,15, è stata decisa dall' Autorità portuale in segno di lutto. La compagnia unica Culmv- Paride Batini non ha invece fornito manodopera per il primo turno per permettere ai camalli di partecipare alle esequie che si svolgono in forma privata nella chiesa di San Francesco d'Assisi a Sestri Ponente, il quartiere dove Desana ha sempre vissuto

Siparietto


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gror091230 (last edited 2009-12-30 18:36:47 by anonymous)