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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

IN PRIMO PIANO FEMMINICIDI

SALERNO - 2 febbraio - Un uomo di Vietri sul Mare è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale contro una ragazza minorenne

AVELLINO - 1 febbraio - Abusò per quasi un anno di due minori, figli di una sua nipote. Dopo dieci anni dai fatti e a conclusione dell'intera vicenda giudiziaria per l'uomo è scattato l'arresto.

ROMA - 31 gennaio - Una giovane donna è riuscita a sfuggire allo stupro grazie alla sua tenace resistenza: aggredita e brutalizzata da un uomo sotto casa al ritorno dalla discoteca.

ITALIA

MSF BOCCIA I CIE: CARENZE SANITARIE ED EDIFICI FATISCENTI; QUELLI DI TRAPANI E LAMEZIA TERME VANNO CHIUSI

Assistenza sanitaria insufficiente. Come pure quella legale, sociale e psicologica. Servizi scarsi e scadenti. Impianti di riscaldamento spesso non funzionanti. Beni di prima necessità carenti: niente coperte, né carta igienica. Spazi ridotti, 25 metri quadrati da condividere in 12. Strutture fatiscenti. Episodi di autolesionismo. Risse. Rivolte. Ecco come si vive "al di là del muro", la cortina che nasconde agli occhi di tutti (o quasi) il dramma di migliaia di persone trattenute nei Cie, (Centri di identificazione ed espulsione), Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) e Cda (Centri di accoglienza) italiani. A fornirci la drammatica fotografia è Medici senza Frontiere. Che a distanza di cinque anni è tornata nei luoghi di detenzione per gli immigrati privi di permesso di soggiorno per verificare le condizioni igienico-sanitarie, lo stato delle strutture e gli standard dei servizi erogati. Per Msf nulla, o poco, è cambiato: nei centri visitati la scarsa tutela dei diritti fondamentali è diventata la norma. E per due di essi, i Cie di Trapani e Lamezia Terme, l'organizzazione umanitaria arriva a chiederne la chiusura. L'indagine, riportata nel rapporto "Al di là del muro. Viaggio nei centri per migranti in Italia", mostra come a più di dieci anni dall'istituzione dei centri per migranti, la gestione generale sembra ispirata ancora oggi a un approccio emergenziale. Sono 21 i CIe osservati sotto la lente d'ingrandimento di Msf. In alcuni, come i centri di Lampedusa e Bari, agli operatori è stato negato l'ingresso nonostante la visita fosse stata comunicata con diverse settimane di preavviso. «Rispetto alle visite condotte nel 2003 poco è cambiato, molti sono i dubbi che persistono, su tutti la scarsa assistenza sanitaria, strutturata per fornire solo cure minime, sintomatiche e a breve termine. Stupisce inoltre l'assenza di protocolli sanitari per la diagnosi e il trattamento di patologie infettive e croniche. Mancano sopratutto nei Cie come ad esempio in quello di Torino, i mediatori culturali senza i quali si crea spesso incomunicabilità tra il medico e il paziente. Sconcerta in generale l'assenza delle autorità sanitarie locali e nazionali», racconta Alessandra Tramontano, coordinatrice medica di MSF in Italia. Il rapporto evidenzia come di fatto nei Cie convivono negli stessi ambienti donne vittime di tratta, di sfruttamento, di tortura, di persecuzioni, così come persone in fuga da conflitti, altre persone affette da tossicodipendenze, da patologie croniche o della sfera mentale. Sono luoghi dove coesistono e s'intrecciano in condizioni di detenzione storie di fragilità estremamente eterogenee tra loro da un punto di vista sanitario, giuridico, sociale e umano, a cui corrispondono esigenze molto diversificate. Quasi sempre non soddisfatte. «Tra i Cie, Trapani e Lamezia Terme andrebbero chiusi subito perché totalmente inadeguati a trattenere persone in termini di vivibilità. Ma anche in altri Cie abbiamo riscontrato problemi gravi: a Roma mancavano persino beni di prima necessità come coperte, vestiti, carta igienica, o impianti di riscaldamento consoni», continua il rapporto. «Nei Cara abbiamo rilevato invece servizi di accoglienza inadeguati. Il caso dei centri di Foggia e Crotone ne è un esempio: 12 persone costrette a vivere in container fatiscenti di 25 o 30 metri quadrati, distanti diverse centinaia di metri dai servizi e dalle altre strutture del centro. Negli stessi centri l'assenza di una mensa obbligava centinaia di persone a consumare i pasti giornalieri sui letti o a terra».

CONFERENZA STAMPA CON I MIGRANTI DI ROSARNO A ROMA

Il "caso Rosarno" è arrivato a Roma insieme ai 200 lavoratori che dalla calabria sono fuggiti e che da quindici giorni si trovano nella nostra città. Molti di loro vivono nelle strade della capitale in condizioni di estrema precarietà con il rischio di rimpatri ed espulsioni. La rete romana antirazzista, composta dalle realtà che hanno solidarizzato coi migranti in rivolta promuovendo nelle ultime settimane una mobilitazione plurale, ha indetto pe rquesta mattina assieme ai migranti di Rosarno presenti a Roma una conferenza stampa per rilanciare la vertenza per il riconoscimento dei diritti e dignità dei lavoratori di Rosarno: regolarizzazione e accoglienza immediata. ascolta la corrispondenza di radiondarossa

MANTOVA: VENDEVANO PERMESSI DI SOGGIORNO

Vendevano nulla osta per il lavoro a immigrati clandestini. Si tratta di 44 italiani ed extracomunitari, arrestati per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, che avevano in piedi un vasto mercato. Ogni nulla osta fruttava all’organizzazione dai 6 ai 10 mila euro. I documenti falsamente richiesti da imprenditori locali hanno consentito l’ingresso nel territorio nazionale di centinaia di indiani e pakistani, che, una volta in Italia, rimanevano in stato di clandestinità.

LE IMMIGRATE USANO COSMETICI NOCIVI PER SOMIGLIARE ALLE DONNE EUROPEE

immigrazioneoggi.it 01 02 2010

Le immigrate usano cosmetici nocivi per somigliare alle donne europee: allarme dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà. Africane, cinesi e latino-americane importano on line prodotti non consentiti in Europa per schiarire la pelle e lisciare i capelli. Pelle chiara, capelli lisci: è lo stereotipo della donna occidentale a cui spesso molte donne immigrate aspirano per una migliore integrazione e questo anche mettendo a repentaglio la propria salute con l’utilizzo di cosmetici pericolosi. Secondo quanto riferiscono i medici dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (Inmp) di Roma, le donne straniere “vogliono sempre di più somigliare alle occidentali, con pelle chiara e capelli lisci, per sentirsi, in qualche modo, più 'integrate'. E per raggiungere l’obiettivo spesso non si rendono conto di rischiare grosso”. Secondo lo storico istituto romano si assiste ad una vera e propria moda tra le immigrate che vede l’aumento dell’utilizzo di creme schiarenti a base di sostanze tossiche e prodotti chimici nocivi dall’azione liscia-capelli. Un trend in forte crescita secondo gli esperti dell’Inmp che nei loro ambulatori dermatologici dell’Ospedale San Gallicano registrano l’acuirsi del fenomeno, che coinvolgeva inizialmente le africane, e che ora si sta estendendo alle donne latino-americane e cinesi.

Stasera ci sarà l'apertura del tavolo per risolvere la questione degli stabilimenti italiani dell'Alcoa, a rischio chiusura dopo i richiami della Commissione europea sull'eccessivo impatto energetico della produzione di alluminio portata avanti dalla multinazionale statunitense. E' in corso fino a stasera il presidio a Montecitorio degli operai dell' Alcoa, giunti a Roma dalla Sardegna e dallo stabilimento di Fusina a Venezia si a Roma in Piazza Colonna per un sit-in fino all’esito dell’ incontro. Si cerca di convincere Alcoa a fare marcia indietro sulla cig e la chiusura degli impianti annunciata per il 6 febbraio. Alla vigilia del confronto, i vertici dell’ azienda hanno risposto che un rinvio potrà esserci solo in presenza di garanzie da parte della Commissione europea. corr ror con un rappresentante fiom dell'alcoa di portovesme in sardegna

Domani lo sciopero di tutti i lavoratori del Gruppo Fiat

Sciopero nazionale di quattro ore, mercoledì 3 febbraio, di tutti i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo Fiat. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati Fim-Fiom-Uilm e Fismic per protestare contro il piano industriale, il cosiddetto «Piano Italia» presentato dai vertici dell’azienda il 22 dicembre scorso. I sindacati «giudicano grave e inaccettabile che da un lato si proceda a redistribuire dividendi agli azionisti Fiat e contemporaneamente si attivino le procedure di cassa integrazione per 30 mila lavoratori, oppure che si dichiari di avere molte liquidità in cassa e si continui però a ridurre il salario dei lavoratori non riconoscendo neanche in modo integrale le tredicesime del 2009. A ciò si aggiunge il piano industriale, in cui si evince che la strategia che Fiat pensa di utilizzare per uscire dalla crisi è quella di chiudere alcuni stabilimenti ed effettuare licenziamenti di massa. Fiat non può pensare – dichiarano Fim, Fiom, Uilm e Fismic – dopo tutti gli aiuti pubblici ricevuti, di venire a meno al proprio ruolo sociale e nei confronti dei dipendenti, chiudendo stabilimenti in Italia e investendo in quelli all’estero».

Incidenti lavoro: Eurispes, costano 40 miliardi l’anno

Quaranta miliardi di euro: a tanto ammonta per la collettività il costo annuo degli incidenti sul lavoro, che nel 2008 sono stati in totale oltre 874mila. È solo uno dei dati contenuti nel “Rapporto Italia 2010” dell’Eurispes. Considerando un costo per singolo infortunio sul lavoro di circa 50mila euro, si legge nel dossier, nel 2008 i costi economici e sociali hanno superato i 43,8 miliardi di euro (2,79 per cento del Pil). Dati alla mano, sostiene l'Eurispes, la riduzione del numero di incidenti genererebbe un notevole risparmio economico: si parte dai 438 milioni di euro nell’ipotesi di diminuzione dell’1 per cento del numero di infortuni fino ad arrivare a 4,4 miliardi se gli incidenti diminuissero del 10 per cento. Ma i dati più inquuietanti sono quellli riguardanti il numero din inforutni sul lavoro dove il primato per numero di infortuni verificatisi nel corso del 2008 e per costi economici e sociali ad essi attribuibili appartiene al Nord-Est (282.803 infortuni pari al 32,3% del totale nazionale, costi per più di 14 miliardi di euro), seguito dal Nord-Ovest (250.166 infortuni, 28,6% del totale, costi per 12,5 mld di euro), dal Centro (174.545 infortuni, 19,9% del totale, costi per 8,7 mld di euro), dal Sud (113.870 infortuni, 13% del totale, costi per 5,7 mld di euro) e dalle Isole (53.556 infortuni, 6,1% del totale, costi per 2,6 mld di euro).

ESTERI

ONG FEMMINISTE DI AMERICA LATINA E CARAIBI PER ACCOGLIENZA DONNE E BAMBINI HAITI

L'esperienza insegna che donne e bambine sono tra le vittime più colpite nei casi di catastrofi naturali e conflitti. La violenza nei loro confronti aumenta, soprattutto si notano in tali situazioni aumenti nei casi di violenze sessuali. Anche il traffico di esseri umani è un'opportunità che persone senza scrupoli non si lasciano scappare in questi contesti, è di questi giorni, infatti, la dichiarazione di UNICEF che sono spariti, senza lasciare tracce, bambini Haitiani non accompagnati da adulti da alcuni ospedali di Port au Prince. Per prevenire queste problematiche, per dare protezione alle donne, per rafforzare il loro ruolo e non solo, varie organizzazioni femministe e movimenti di donne dell'America Latina e dei Caraibi si sono unite nel progetto comune di istituire un centro di accoglienza per le donne e le bambine colpite dal terremoto del 12 gennaio, che generalmente sono maggiormente colpite dagli effetti dei disastri. Tale centro verrà denominato Campamento Internacional Feminista Myriam Merlet in onore della leader femminista haitiana il cui corpo è stato rinvenuto tra le macerie del terremoto, famosa non solo perché era Dirigente del Ministero Haitiano delle Donne ma anche per aver lottato per far riconoscere a livello internazionale che lo stupro viene usato anche come arma politica. Il centro offrirà alle utenti servizi quali assistenza psicosociale, economica e sanitaria; si occuperà inoltre di attività di preparazione ai disastri e di creare opportunità per le donne di ricoprire ruoli dirigenziali e partecipare nel processo di ricostruzione del proprio paese e di accedere direttamente all'assistenza offerta dalla comunità internazionale. Le autorità sanitarie dominicane stanno ostacolando il processo pretendendo una richiesta di autorizzazione per iscritto, che non si sa ancora se verrà accettata o rifiutata.

Francia:dipendenti sequestrano dirigenti

(ANSA) - PARIGI, 2 FEB - Il presidente e il dg della Pier Import sono stati sequestrati da questa notte da dipendenti nella sede di Villepinte (Parigi). Il gruppo Pier Import e' stato messo in liquidazione giudiziaria il 2 settembre. Venti punti vendita e i 142 dipendenti che vi lavorano sono stati rilevati dal gruppo Atmosphere, specializzato in arredamento. Per altri 25 negozi, in cui lavorano 140 persone, la prospettiva e' quella della chiusura.

Bombardamenti ed incursioni nelle aree orientale e meridionale della Striscia di Gaza

Gaza- Infopal. All’alba di oggi, le forze di occupazione israeliane hanno bombardato l’area est del quartiere di ash-Shuja’iyya, nella parte orientale della Striscia di Gaza: un palestinese che si trovava in casa è rimasto ferito.Secondo il nostro corrispondente, carri armati israeliani posizionati sul confine orientale hanno aperto il fuoco, in maniera pesante, contro le abitazioni di quell’area, alcune delle quali sono rimaste danneggiate.Fonti mediche dell’ospedale ash-Shifa descrivono le condizioni del ferito come piuttosto gravi.Nello stesso contesto, questa mattina alcuni mezzi militari israeliani si sono dislocati nella zona del valico di Sufa, nel sud della Striscia, per proteggere l’opera di alcune ruspe che hanno condotto degli scavi su terreni di proprietà palestinese.I mezzi militari continuano a scorazzare nell’area mentre stiamo scrivendo, e di quando in quando sparano.

2 UFFICIALI ISRAELIANI INDAGATI PER L'UTILIZZO DI FOSFORO BIANCO NELLA STRISCIA DI GAZA

Secondo quanto riporta il quotidiano Haaretz, un generale ed un colonnello dell'esercito israeliano, impegnati durante l'operazione Piombo Fuso nella striscia di Gaza, sono stati indagati per aver avallato la decisione di utilizzare bombe al fosforo bianco durante combattimenti in una zona densamente popolata. L'episodio in questione si è verificato il 15 gennaio 2009, due giorni prima della fine dell'operazione, a Tel al-Hawa quartiere meridionale della città di Gaza. Nel corso di un conflitto a fuoco i due graduati avevano deciso di utilizzare munizioni al fosforo bianco per rendere più difficile la visibilità ai combattenti di Hamas meglio posizionati rispetto alle forze di difesa israeliane. L'episodio è stato denunciato dalla associazione delle Nazioni Unite UNRWA che si occupa di assistenza sanitaria alla popolazione civile palestinese in quanto un proprio convoglio era rimasto intrappolato negli scontri ed un suo operatore umanitario aveva riportato gravissime ustioni proprio a causa dell'utilizzo del fosforo bianco. La stessa fonte dell'esercito israeliano ha difeso l'operato dei militari affermando che Israele non ha mai violato le convenzioni internazionali sulla guerra utilizzando tale tipo di armi solo in zone scarsamente abitate e che le munizioni al fosforo bianco sono in dotazione a moltissimi eserciti delle potenze occidentali. In seguito a questa denuncia ed a moltissime altre presentate da organizzazioni non governative, il Capo di Stato Maggiore Israeliano, ossia il generale Gabi Ashkenazi, al termine dell'operazione Piombo Fuso, aveva istituito cinque commissioni di inchiesta che hanno indagato su 150 presunti episodi di comportamento scorretto da parte di soldati contro civili e proprietà palestinesi. Erano stati ascoltati 500 militari e 100 palestinesi le cui testimonianze hanno portato all'apertura di 86 procedimenti penali tuttora in corso. Anche l'Onu aveva istituito una commissione guidata da Richard Goldstone accertando dodici nuovi casi di presunte violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito israeliano. Proprio grazie al rapporto di questa commissione consegnato al governo israeliano a settembre 2009, è stata istituita una nuova inchiesta che ha portato alla denuncia dei due ufficiali.

Sahrawi. Negoziati fermi, scambio di accuse tra Marocco e Polisario

«L’ostruzionismo e l’intransigenza del Marocco ostacolano la ripresa dei negoziati per una soluzione della questione del Sahara Occidentale e alimentano tensioni e instabilità della regione»: lo ha denunciato il presidente della repubblica araba sahrawi, Mohammed Abdelaziz, in una lettera inviata al Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Sottolineando la «reale volontà» del Fronte Polisario a cooperare pienamente per una soluzione giusta e definitiva del conflitto, che garantisca il diritto dei saharawi all’autodeterminazione, Abdelaziz ha denunciato i tentativi, da parte di Rabat «di imporre una dominazione coloniale nel Sahara occidentale, in flagrante contraddizione con lo spirito delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza». Il presidente ha rivolto inoltre un appello al dirigente dell’Onu per la creazione di un programma di protezione dei diritti umani nei territori dell’ex-colonia spagnola occupata dal Marocco nel 1975. Pochi giorni fa anche il Marocco aveva diffuso una lettera indirizzata all’Onu, in cui accusava il governo di Algeri e il Polisario di «ostacolare le trattative». In conformità con la risoluzione 1754 del Consiglio di sicurezza dell’Onu, i sahrawi rivendicano un referendum attraverso il quale far valere il diritto all’autodeterminazione, mentre il governo marocchino è disposto a concedere alla regione solo un’autonomia amministrativa e politica.

COLOMBIA: SCOPERTA FOSSA COMUNE CON 2000 CORPI Gli abitanti di La Macarena, municipio a circa 200 chilometri dalla capitale colombiana Bogotà, hanno denunciato l'esistenza nel loro territorio di un'enorme fossa comune contenente circa 2 mila corpi.Stando alle dichiarazioni degli abitanti i corpi sarebbero stati seppelliti dai militari dell'esercito. La fossa sarebbe stata scavata in una zona compresa fra l'aeroporto e una base militare.L'area in cui si trova La Macarena è da diverso tempo protagonista di operazioni militari contro i guerriglieri delle Farc (Forze Rivoluzionarie della Colombia).Le organizzazioni sociali presenti a La Macarena hanno fatto sapere che negli ultimi quattro anni sarebbe stata registrata la scomparsa di contadini e leader sindacali molto conosciuti in zona.Secondo testimoni molto dei corpi senza vita sepolti nella fossa comune sarebbero stati sotterrati durante il 2009.


Gr 13:00

In primo Piano

Vertenza Alcoa: stasera il tavolo a Montecitorio

Stasera ci sarà l'apertura del tavolo per risolvere la questione degli stabilimenti italiani dell'Alcoa, a rischio chiusura dopo i richiami della Commissione europea sull'eccessivo impatto energetico della produzione di alluminio portata avanti dalla multinazionale statunitense.

corr ror con un rappresentante fiom dell'alcoa di portovesme in sardegna

Vertenza Agile-Omega

Un tavolo istituzionale previsto il 22 febbraio è stato intanto fissato ieri sera sempre a Palazzo Chigi per i circa 3.000 lavoratori di Agile-Omega, ex Eutelia, da sette mesi senza stipendio. Un emendamento "salva Eutelia", che propone di creare un fondo di 50 milioni per pagare gli arretrati agli operai, verrà presentato dal Pd al decreto Milleproroghe, il cui esame entra oggi nel vivo in Senato.

Incidenti lavoro: Eurispes, costano 40 miliardi l’anno

Quaranta miliardi di euro: a tanto ammonta per la collettività il costo annuo degli incidenti sul lavoro, che nel 2008 sono stati in totale oltre 874mila. È solo uno dei dati contenuti nel “Rapporto Italia 2010” dell’Eurispes.

Considerando un costo per singolo infortunio sul lavoro di circa 50mila euro, si legge nel dossier, nel 2008 i costi economici e sociali hanno superato i 43,8 miliardi di euro (2,79 per cento del Pil). Dati alla mano, sostiene l'Eurispes, la riduzione del numero di incidenti genererebbe un notevole risparmio economico: si parte dai 438 milioni di euro nell’ipotesi di diminuzione dell’1 per cento del numero di infortuni fino ad arrivare a 4,4 miliardi se gli incidenti diminuissero del 10 per cento.

Ma i dati più inquuietanti sono quellli riguardanti il numero din inforutni sul lavoro dove il primato per numero di infortuni verificatisi nel corso del 2008 e per costi economici e sociali ad essi attribuibili appartiene al Nord-Est (282.803 infortuni pari al 32,3% del totale nazionale, costi per più di 14 miliardi di euro), seguito dal Nord-Ovest (250.166 infortuni, 28,6% del totale, costi per 12,5 mld di euro), dal Centro (174.545 infortuni, 19,9% del totale, costi per 8,7 mld di euro), dal Sud (113.870 infortuni, 13% del totale, costi per 5,7 mld di euro) e dalle Isole (53.556 infortuni, 6,1% del totale, costi per 2,6 mld di euro).

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Messico,40 morti in festa nazionale

Sono in tutto una quarantina i morti provocati dalle violenze avvenute nel nord del Messico durante la festa della Costituzione. A Ciudad Juarez, città al confine con gli Stati Uniti crocevia del narcotraffico e dello sfruttamento della manodopera messicana, sono stati trucidati 18 giovani che partecipavano a un party. Sempre a Ciudad Juarez, in altri episodi di violenza, sono morte altre quattro persone mentre altre 10, anch'esse per lo più giovani, sono state assassinate a Torreon in un locale.

da TGcom

Colombia, scoperta fossa comune con 2 mila corpi

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Gli abitanti di La Macarena, municipio a circa 200 chilometri dalla capitale colombiana Bogotà, hanno denunciato l'esistenza nel loro territorio di un'enorme fossa comune contenente circa 2 mila corpi. Stando alle dichiarazioni degli abitanti i corpi sarebbero stati seppelliti dai militari dell'esercito. La fossa sarebbe stata scavata in una zona compresa fra l'aeroporto e una base militare. L'area in cui si trova La Macarena è da diverso tempo protagonista di operazioni militari contro i guerriglieri delle Farc (Forze Rivoluzionarie della Colombia). Le organizzazioni sociali presenti a La Macarena hanno fatto sapere che negli ultimi quattro anni sarebbe stata registrata la scomparsa di contadini e leader sindacali molto conosciuti in zona. Secondo testimoni molto dei corpi senza vita sepolti nella fossa comune sarebbero stati sotterrati durante il 2009.

da peacereporter

ITALIA

Conferenza stampa lavoratori migranti di Rosarno a Piazza San Marco

Il "caso Rosarno" è arrivato a Roma insieme ai 200 lavoratori che dalla calabria sono fuggiti e che da quindici giorni si trovano nella nostra città. Molti di loro vivono nelle strade della capitale in condizioni di estrema precarietà con il rischio di rimpatri ed espulsioni. La rete romana antirazzista, composta dalle realtà che hanno solidarizzato coi migranti in rivolta promuovendo nelle ultime settimane una mobilitazione plurale, ha indettoperquesta mattina assieme ai migranti di Rosarno presenti a Roma una conferenza stampa per rilanciare la vertenza per il riconoscimento dei diritti e dignità dei lavoratori di Rosarno: regolarizzazione e accoglienza immediata.

ascolta la corrispondenza di radiondarossa

Decreto flussi per lavoratori provenienti da Israele

«Una serie di accordi in materia di formazione, integrazione dei migranti e di previdenza per favorire la mobilità del lavoro e delle persone che si muovono per rapporti commerciali tra i due Paesi» saranno firmati oggi, durante il vertice tra il Governo italiano e quello israeliano. Ad annunciarlo è il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, intervistato da Gerusalemme da Maurizio Belpietro, su Canale 5. Per Sacconi, gli scambi riguardo la mobilità tra Italia e Israele ad oggi sono «contenuti». Il ministro ha quindi sottolineato che nell'agenda del vertice ci sono anche «gli scambi commerciali che sono importanti e sono destinati a crescere». «Ricordo -ha aggiunto il ministro- che l'economia di Israele è ad alta tecnologia».

da ansa

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

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gror100202 (last edited 2010-02-02 19:19:55 by anonymous)