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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

per frà: carico tutto quello che ho preso, non ho avuto il tempo di tagliare nulla, ma arrivo alle 18.30 e lo posso fare io.

su http://www.peacereporter.net/ c'era una lunga notizia su Srebrenica

FEMMINICIDI

SALERNO - 2 febbraio - Un uomo di Vietri sul Mare è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale contro una ragazza minorenne

AVELLINO - 1 febbraio - Abusò per quasi un anno di due minori, figli di una sua nipote. Dopo dieci anni dai fatti e a conclusione dell'intera vicenda giudiziaria per l'uomo è scattato l'arresto.

ROMA - 31 gennaio - Una giovane donna è riuscita a sfuggire allo stupro grazie alla sua tenace resistenza: aggredita e brutalizzata da un uomo sotto casa al ritorno dalla discoteca.

CARENZE SANITARIE ED EDIFICI FATISCENTI, MSF BOCCIA I CIE: QUELLI DI TRAPANI E LAMEZIA TERME VANNO CHIUSI

Assistenza sanitaria insufficiente. Come pure quella legale, sociale e psicologica. Servizi scarsi e scadenti. Impianti di riscaldamento spesso non funzionanti. Beni di prima necessità carenti: niente coperte, né carta igienica. Spazi ridotti, 25 metri quadrati da condividere in 12. Strutture fatiscenti. Episodi di autolesionismo. Risse. Rivolte. Ecco come si vive "al di là del muro", la cortina che nasconde agli occhi di tutti (o quasi) il dramma di migliaia di persone trattenute nei Cie, (Centri di identificazione ed espulsione), Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) e Cda (Centri di accoglienza) italiani.

A fornirci la drammatica fotografia è Medici senza Frontiere. Che a distanza di cinque anni è tornata nei luoghi di detenzione per gli immigrati privi di permesso di soggiorno per verificare le condizioni igienico-sanitarie, lo stato delle strutture e gli standard dei servizi erogati. Per Msf nulla, o poco, è cambiato: nei centri visitati la scarsa tutela dei diritti fondamentali è diventata la norma. E per due di essi, i Cie di Trapani e Lamezia Terme, l'organizzazione umanitaria arriva a chiederne la chiusura.

L'indagine, riportata nel rapporto "Al di là del muro. Viaggio nei centri per migranti in Italia", mostra come a più di dieci anni dall'istituzione dei centri per migranti, la gestione generale sembra ispirata ancora oggi a un approccio emergenziale.

Sono 21 i CIe osservati sotto la lente d'ingrandimento di Msf. In alcuni, come i centri di Lampedusa e Bari, agli operatori è stato negato l'ingresso nonostante la visita fosse stata comunicata con diverse settimane di preavviso. «Rispetto alle visite condotte nel 2003 poco è cambiato, molti sono i dubbi che persistono, su tutti la scarsa assistenza sanitaria, strutturata per fornire solo cure minime, sintomatiche e a breve termine. Stupisce inoltre l'assenza di protocolli sanitari per la diagnosi e il trattamento di patologie infettive e croniche. Mancano sopratutto nei Cie come ad esempio in quello di Torino, i mediatori culturali senza i quali si crea spesso incomunicabilità tra il medico e il paziente. Sconcerta in generale l'assenza delle autorità sanitarie locali e nazionali», racconta Alessandra Tramontano, coordinatrice medica di MSF in Italia.

Il rapporto evidenzia come di fatto nei Cie convivono negli stessi ambienti donne vittime di tratta, di sfruttamento, di tortura, di persecuzioni, così come persone in fuga da conflitti, altre persone affette da tossicodipendenze, da patologie croniche o della sfera mentale. Sono luoghi dove coesistono e s'intrecciano in condizioni di detenzione storie di fragilità estremamente eterogenee tra loro da un punto di vista sanitario, giuridico, sociale e umano, a cui corrispondono esigenze molto diversificate. Quasi sempre non soddisfatte.

«Tra i Cie, Trapani e Lamezia Terme andrebbero chiusi subito perché totalmente inadeguati a trattenere persone in termini di vivibilità. Ma anche in altri Cie abbiamo riscontrato problemi gravi: a Roma mancavano persino beni di prima necessità come coperte, vestiti, carta igienica, o impianti di riscaldamento consoni», continua il rapporto. «Nei Cara abbiamo rilevato invece servizi di accoglienza inadeguati. Il caso dei centri di Foggia e Crotone ne è un esempio: 12 persone costrette a vivere in container fatiscenti di 25 o 30 metri quadrati, distanti diverse centinaia di metri dai servizi e dalle altre strutture del centro. Negli stessi centri l'assenza di una mensa obbligava centinaia di persone a consumare i pasti giornalieri sui letti o a terra».

Troppe le tipologie di persone obbligate a convivere nei centri: cittadini comunitari, richiedenti asilo, stranieri appena arrivati in Italia, vittime di tratta, persone tossicodipendenti o affette da patologie croniche, infettive o della sfera mentale, ma anche stranieri nati in Italia, stranieri con permesso di soggiorno scaduto, stranieri e cittadini provenienti dal carcere. Secondo l’indagine di Msf, il tempo di permanenza media in Italia dei trattenuti nei Cie è di 7 anni e 4 mesi. Il 50% è nel nostro paese da più di 5 anni e molti anche oltre 10

02/02/2010 Centri per migranti, quadro critico. In Italia ognuno li gestisce come vuole

In sei anni nessun miglioramento dei Centri sparsi sulla Penisola: servizi scadenti, autorità sanitarie assenti. La fotografia in un rapporto di Medici senza frontiere, che denuncia: “Malfunzionamento e scarsa tutela dei diritti umani. I progetti di piccole dimensioni diffusi su tutto il territorio auspicati dalla Commissione De Mistura sembrano ancora lontani”

02/02/2010 Centri per rifugiati e richiedenti asilo: in quelli più grandi si sta peggio

Situazione preoccupante nei grandi centri di Bari, Caltanissetta, Crotone, e Foggia (dove “si contraggono gli spazi riservati alle relazioni di aiuto, all’orientamento legale, alla socializzazione, rischiando di compromettere l’efficacia dei servizi di assistenza e protezione”), accoglienza più idonea in quelli piccoli come Milano e Trapani. In generale, per Msf, i centri hanno un profilo “autarchico e assistenzialista”

MANTOVA: VENDEVANO PERMESSI DI SOGGIORNO

Vendevano nulla osta per il lavoro a immigrati clandestini. Si tratta di 44 italiani ed extracomunitari, arrestati per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, che avevano in piedi un vasto mercato. Ogni nulla osta fruttava all’organizzazione dai 6 ai 10 mila euro. I documenti falsamente richiesti da imprenditori locali hanno consentito l’ingresso nel territorio nazionale di centinaia di indiani e pakistani, che, una volta in Italia, rimanevano in stato di clandestinità.

??????ROSARNO, PRESO A ROMA IL BOSS DELLA COSCA BELLOCCO

Domenico è il fratello di Antonio Bellocco, arrestato durante gli scontri di Rosarno. Quest’ultimo aveva tentato di investire un immigrato con l’automobile.

ONG FEMMINISTE DI AMERICA LATINA E CARAIBI PER ACCOGLIENZA DONNE E BAMBINI HAITI

(Repubblica Dominicana)L'esperienza insegna che donne e bambine sono tra le vittime più colpite nei casi di catastrofi naturali e conflitti. La violenza nei loro confronti aumenta, soprattutto si notano in tali situazioni aumenti nei casi di violenze sessuali. Anche il traffico di esseri umani è un'opportunità che persone senza scrupoli non si lasciano scappare in questi contesti, è di questi giorni, infatti, la dichiarazione di UNICEF che sono spariti, senza lasciare tracce, bambini Haitiani non accompagnati da adulti da alcuni ospedali di Port au Prince.

Per prevenire queste problematiche, per dare protezione alle donne, per rafforzare il loro ruolo e non solo, varie organizzazioni femministe e movimenti di donne dell'America Latina e dei Caraibi si sono unite nel progetto comune di istituire un centro di accoglienza per le donne e le bambine colpite dal terremoto del 12 gennaio, che generalmente sono maggiormente colpite dagli effetti dei disastri.

Tale centro verrà denominato Campamento Internacional Feminista Myriam Merlet in onore della leader femminista haitiana il cui corpo è stato rinvenuto tra le macerie del terremoto, famosa non solo perché era Dirigente del Ministero Haitiano delle Donne ma anche per aver lottato per far riconoscere a livello internazionale che lo stupro viene usato anche come arma politica.

Il centro offrirà alle utenti servizi quali assistenza psicosociale, economica e sanitaria; si occuperà inoltre di attività di preparazione ai disastri e di creare opportunità per le donne di ricoprire ruoli dirigenziali e partecipare nel processo di ricostruzione del proprio paese e di accedere direttamente all'assistenza offerta dalla comunità internazionale.

Le organizzazioni haitiane, dominicane, brasiliane, nicaraguensi, messicane, portoricane, ondurene e panamensi che promuovono l'accampamento hanno identificato come sua sede la località frontaliera di Jimanì per un periodo transitorio, con la previsione di trasferire il centro ad Haiti a gestione delle donne haitiane una volta che le condizioni ad Haiti lo permettano e che siano stati canalizzati aiuti sufficienti per farlo entrare a regime.

Le autorità sanitarie dominicane stanno ostacolando il processo pretendendo una richiesta di autorizzazione per iscritto, che non si sa ancora se verrà accettata o rifiutata.

LE IMMIGRATE USANO COSMETICI NOCIVI PER SOMIGLIARE ALLE DONNE EUROPEE

immigrazioneoggi.it 01 02 2010

Le immigrate usano cosmetici nocivi per somigliare alle donne europee: allarme dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà. Africane, cinesi e latino-americane importano on line prodotti non consentiti in Europa per schiarire la pelle e lisciare i capelli.

Pelle chiara, capelli lisci: è lo stereotipo della donna occidentale a cui spesso molte donne immigrate aspirano per una migliore integrazione e questo anche mettendo a repentaglio la propria salute con l’utilizzo di cosmetici pericolosi. Secondo quanto riferiscono i medici dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (Inmp) di Roma, le donne straniere “vogliono sempre di più somigliare alle occidentali, con pelle chiara e capelli lisci, per sentirsi, in qualche modo, più 'integrate'. E per raggiungere l’obiettivo spesso non si rendono conto di rischiare grosso”. Secondo lo storico istituto romano si assiste ad una vera e propria moda tra le immigrate che vede l’aumento dell’utilizzo di creme schiarenti a base di sostanze tossiche e prodotti chimici nocivi dall’azione liscia-capelli. Un trend in forte crescita secondo gli esperti dell’Inmp che nei loro ambulatori dermatologici dell’Ospedale San Gallicano registrano l’acuirsi del fenomeno, che coinvolgeva inizialmente le africane, e che ora si sta estendendo alle donne latino-americane e cinesi.

L'AIFA PRENDE TEMPO SULLA PILLOLA RU486

rainews24 30 09 09

Atto definitivo il 19 ottobre

Il consiglio di amministrazione dell'agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il nulla osta definitivo all'uso negli ospedali italiani della pillola abortiva Ru486. Ma il presidente Pecorelli precisa: approvato solo il verbale, decisione definitiva solo dopo i lavori della Commissione igiene e sanità del Senato

Roma, 30-09-2009

Il Consiglio di amministrazione dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la delibera sulla pillola abortiva Ru486 che ricalca il verbale redatto il 30 luglio scorso, quando arrivò il via libera al contestato farmaco. Il presidente dell'Aifa Sergio Pecorelli precisa che "oggi è stato approvato dal CdA solo il verbale della precedente seduta e che in omaggio alla Commissione Igiene e Sanità del Senato, che inizia i lavori domani, la decisione definitiva relativa alla formulazione del testo del mandato al Direttore Generale per i successivi adempimenti è stata rinviata al 19 ottobre prossimo".

Il Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco, riunito in seduta fiume da questa mattina, secondo quanto si e' appreso, ha approvato tecnicamente il verbale della scorsa riunione del 30 luglio dove era stata decisa, tra le altre, l'autorizzazione all'immissione in commercio della pillola abortiva Mifegyne.

L'Aifa ha poi fatto sapere che il CdA si e' riconvocato, anche in considerazione delle richieste formulate dal Presidente della Commissione Igiene e Sanita' del Senato della Repubblica, per il giorno 19 ottobre al fine di procedere alla formulazione del mandato al Direttore Generale per gli adempimenti successivi.

Francia:dipendenti sequestrano dirigenti

(ANSA) - PARIGI, 2 FEB - Il presidente e il dg della Pier Import sono stati sequestrati da questa notte da dipendenti nella sede di Villepinte (Parigi). Il gruppo Pier Import e' stato messo in liquidazione giudiziaria il 2 settembre. Venti punti vendita e i 142 dipendenti che vi lavorano sono stati rilevati dal gruppo Atmosphere, specializzato in arredamento. Per altri 25 negozi, in cui lavorano 140 persone, la prospettiva e' quella della chiusura.

Tribunale Brescia, no obbligo italiano

(ANSA) - BRESCIA, 2 FEB - Per il Tribunale di Brescia e' 'discriminatorio' l'obbligo dell'italiano imposto dal sindaco di Trenzano nelle manifestazioni pubbliche. L'ordinanza era stata approvata nei mesi scorsi e recentemente e' stata bocciata dal Tar. Ora la bocciatura arriva anche dal Tribunale ordinario. Il primo cittadino di Trenzano, Andrea Bianchi ha annunciato ricorso contro la decisione.

02 Feb. Ore: 13.00 - ALCOA: GLI OPERAIDI PORTOVESME MANIFESTANO A ROMA

Circa 500 operai dello stabilimento sardo dell'Alcoa di Portovesme sono arrivati stamattina a Roma, per il sit-in convocato in occasione del tavolo di confronto organizzato per stasera a Palazzo Chigi tra governo, azienda e sindacati. Altri 200 lavoratori dell'Alcoa di Fusina (in provincia di Venezia) hanno raggiunto la capitale dal Veneto. Lobiettivo è costringere la multinazionale dellalluminio a non smantellare gli impianti in Italia e a mantenere limpegno produttivo. Lo scorso autunno, il colosso americano aveva annunciato la chiusura dei siti italiani in risposta alla richiesta di rimborso da parte dell'Unione europea, che chiedeva indietro gli aiuti di Stato ricevuti sulle tariffe elettriche. Un decreto legge approvato dal governo il 22 gennaio scorso ha però ridotto proprio le tariffe, andando incontro così alle richieste dellazienda. I sindacati hanno sottolineato in quelloccasione che Alcoa non ha più alibi e che ci sono le condizioni per la salvaguardia della produzione e delloccupazione in Italia. I posti a rischio, tra diretti e indotto, sono oltre duemila. Il sit-in, che si annuncia molto agguerrito, si terrà in piazza Colonna, davanti alla sede dellesecutivo, e sarà preceduto da un corteo, che partirà alle 14.30 da piazza Venezia. Ancora incerto lorario del vertice: inizialmente era stato fissato per le 20.30, ma potrebbe anche essere anticipato. Insieme agli operai Alcoa ci sono anche molti familiari, oltre a centinaia di lavoratori provenienti da tutto il Sulcis-Iglesiente: dipendenti di Eurallumina ad esempio, la fabbrica che sino a un anno fa riforniva di materia prima proprio Alcoa e la cui proprietà ha chiesto altri dodici mesi di cig a zero ore. Presenti inoltre delegazioni della Otefal, così come della ex Ila e della Rockwool. A Roma sono arrivati infine molti politici e amministratori locali sardi. Ma cosa si aspettano i lavoratori dal vertice odierno? Lo abbiamo chiesto ad Angelo Diciotti, operai dell'Alcoa e sindacalista della Cub.

Domani lo sciopero di tutti i lavoratori del Gruppo Fiat

Sciopero nazionale di quattro ore, mercoledì 3 febbraio, di tutti i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo Fiat. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati Fim-Fiom-Uilm e Fismic per protestare contro il piano industriale, il cosiddetto «Piano Italia» presentato dai vertici dell’azienda il 22 dicembre scorso. I sindacati «giudicano grave e inaccettabile che da un lato si proceda a redistribuire dividendi agli azionisti Fiat e contemporaneamente si attivino le procedure di cassa integrazione per 30 mila lavoratori, oppure che si dichiari di avere molte liquidità in cassa e si continui però a ridurre il salario dei lavoratori non riconoscendo neanche in modo integrale le tredicesime del 2009. A ciò si aggiunge il piano industriale, in cui si evince che la strategia che Fiat pensa di utilizzare per uscire dalla crisi è quella di chiudere alcuni stabilimenti ed effettuare licenziamenti di massa. Fiat non può pensare – dichiarano Fim, Fiom, Uilm e Fismic – dopo tutti gli aiuti pubblici ricevuti, di venire a meno al proprio ruolo sociale e nei confronti dei dipendenti, chiudendo stabilimenti in Italia e investendo in quelli all’estero».

Fiat Termini Imerese. La Regione concede Cig in deroga

La Regione concedera’ la cassa integrazione in deroga ai 18 lavoratori della “Delivery email”, azienda dell’indotto Fiat di Termini Imerese, che erano stati licenziati e per 10 giorni avevano protestato sul tetto di un capannone dello stabilimento automobilistico. Lo ha annunciato l’assessore regionale del Lavoro, Lino Leanza, dopo aver incontrato i rappresentanti dei sindacati e gli operai che si erano arrampicati sul capannone. I responsabili della “Delivery email” non sono riusciti a raggiungere Palermo a causa del maltempo e saranno domani pomeriggio negli uffici del dipartimento regionale del Lavoro per firmare definitivamente l’accordo. Alla riunione di oggi erano presenti anche il dirigente generale del dipartimento, Alessandra Russo, e il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato. “L’azienda – ha detto Leanza – ha dato la piena disponibilita’; domani contiamo di chiudere la vicenda. Nel frattempo, oggi, abbiamo preparato tutto per definire l’iter sotto il profilo burocratico. A questi 18 operai vogliamo dare certezze e, allo stesso tempo, riaprire un dialogo per assicurare continuita’ occupazionale. Non vogliamo piu’ vedere nessuno costretto a salire sopra i tetti per tutelare il proprio posto di lavoro”.

Vicenza. Denunciati 37 No Dal Molin

Introduzione clandestina in area militare e danneggiamento. Sono i reati di cui dovranno rispondere 37 attivisti del No Dal Molin denunciati per essere entrati domenica nel cantiere dell’ampliamento della base militare americana a Vicenza. I vicentini contrari alla base si sono incatenati alle gru srotolando dall’alto dei macchinari una grande bandiera della pace per chiedere lo stop immediato dei lavori che starebbero contaminando la falda acquifera.

Sahrawi. Negoziati fermi, scambio di accuse tra Marocco e Polisario

«L’ostruzionismo e l’intransigenza del Marocco ostacolano la ripresa dei negoziati per una soluzione della questione del Sahara Occidentale e alimentano tensioni e instabilità della regione»: lo ha denunciato il presidente della repubblica araba sahrawi, Mohammed Abdelaziz, in una lettera inviata al Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Sottolineando la «reale volontà» del Fronte Polisario a cooperare pienamente per una soluzione giusta e definitiva del conflitto, che garantisca il diritto dei saharawi all’autodeterminazione, Abdelaziz ha denunciato i tentativi, da parte di Rabat «di imporre una dominazione coloniale nel Sahara occidentale, in flagrante contraddizione con lo spirito delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza». Il presidente ha rivolto inoltre un appello al dirigente dell’Onu per la creazione di un programma di protezione dei diritti umani nei territori dell’ex-colonia spagnola occupata dal Marocco nel 1975. Pochi giorni fa anche il Marocco aveva diffuso una lettera indirizzata all’Onu, in cui accusava il governo di Algeri e il Polisario di «ostacolare le trattative». In conformità con la risoluzione 1754 del Consiglio di sicurezza dell’Onu, i sahrawi rivendicano un referendum attraverso il quale far valere il diritto all’autodeterminazione, mentre il governo marocchino è disposto a concedere alla regione solo un’autonomia amministrativa e politica.

http://www.carta.org/news/67052 ci sono molte altre notizie


Gr 13:00

In primo Piano

Vertenza Alcoa: stasera il tavolo a Montecitorio

Stasera ci sarà l'apertura del tavolo per risolvere la questione degli stabilimenti italiani dell'Alcoa, a rischio chiusura dopo i richiami della Commissione europea sull'eccessivo impatto energetico della produzione di alluminio portata avanti dalla multinazionale statunitense.

corr ror con un rappresentante fiom dell'alcoa di portovesme in sardegna

Vertenza Agile-Omega

Un tavolo istituzionale previsto il 22 febbraio è stato intanto fissato ieri sera sempre a Palazzo Chigi per i circa 3.000 lavoratori di Agile-Omega, ex Eutelia, da sette mesi senza stipendio. Un emendamento "salva Eutelia", che propone di creare un fondo di 50 milioni per pagare gli arretrati agli operai, verrà presentato dal Pd al decreto Milleproroghe, il cui esame entra oggi nel vivo in Senato.

Incidenti lavoro: Eurispes, costano 40 miliardi l’anno

Quaranta miliardi di euro: a tanto ammonta per la collettività il costo annuo degli incidenti sul lavoro, che nel 2008 sono stati in totale oltre 874mila. È solo uno dei dati contenuti nel “Rapporto Italia 2010” dell’Eurispes.

Considerando un costo per singolo infortunio sul lavoro di circa 50mila euro, si legge nel dossier, nel 2008 i costi economici e sociali hanno superato i 43,8 miliardi di euro (2,79 per cento del Pil). Dati alla mano, sostiene l'Eurispes, la riduzione del numero di incidenti genererebbe un notevole risparmio economico: si parte dai 438 milioni di euro nell’ipotesi di diminuzione dell’1 per cento del numero di infortuni fino ad arrivare a 4,4 miliardi se gli incidenti diminuissero del 10 per cento.

Ma i dati più inquuietanti sono quellli riguardanti il numero din inforutni sul lavoro dove il primato per numero di infortuni verificatisi nel corso del 2008 e per costi economici e sociali ad essi attribuibili appartiene al Nord-Est (282.803 infortuni pari al 32,3% del totale nazionale, costi per più di 14 miliardi di euro), seguito dal Nord-Ovest (250.166 infortuni, 28,6% del totale, costi per 12,5 mld di euro), dal Centro (174.545 infortuni, 19,9% del totale, costi per 8,7 mld di euro), dal Sud (113.870 infortuni, 13% del totale, costi per 5,7 mld di euro) e dalle Isole (53.556 infortuni, 6,1% del totale, costi per 2,6 mld di euro).

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Messico,40 morti in festa nazionale

Sono in tutto una quarantina i morti provocati dalle violenze avvenute nel nord del Messico durante la festa della Costituzione. A Ciudad Juarez, città al confine con gli Stati Uniti crocevia del narcotraffico e dello sfruttamento della manodopera messicana, sono stati trucidati 18 giovani che partecipavano a un party. Sempre a Ciudad Juarez, in altri episodi di violenza, sono morte altre quattro persone mentre altre 10, anch'esse per lo più giovani, sono state assassinate a Torreon in un locale.

da TGcom

Colombia, scoperta fossa comune con 2 mila corpi

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Gli abitanti di La Macarena, municipio a circa 200 chilometri dalla capitale colombiana Bogotà, hanno denunciato l'esistenza nel loro territorio di un'enorme fossa comune contenente circa 2 mila corpi. Stando alle dichiarazioni degli abitanti i corpi sarebbero stati seppelliti dai militari dell'esercito. La fossa sarebbe stata scavata in una zona compresa fra l'aeroporto e una base militare. L'area in cui si trova La Macarena è da diverso tempo protagonista di operazioni militari contro i guerriglieri delle Farc (Forze Rivoluzionarie della Colombia). Le organizzazioni sociali presenti a La Macarena hanno fatto sapere che negli ultimi quattro anni sarebbe stata registrata la scomparsa di contadini e leader sindacali molto conosciuti in zona. Secondo testimoni molto dei corpi senza vita sepolti nella fossa comune sarebbero stati sotterrati durante il 2009.

da peacereporter

ITALIA

Conferenza stampa lavoratori migranti di Rosarno a Piazza San Marco

Il "caso Rosarno" è arrivato a Roma insieme ai 200 lavoratori che dalla calabria sono fuggiti e che da quindici giorni si trovano nella nostra città. Molti di loro vivono nelle strade della capitale in condizioni di estrema precarietà con il rischio di rimpatri ed espulsioni. La rete romana antirazzista, composta dalle realtà che hanno solidarizzato coi migranti in rivolta promuovendo nelle ultime settimane una mobilitazione plurale, ha indettoperquesta mattina assieme ai migranti di Rosarno presenti a Roma una conferenza stampa per rilanciare la vertenza per il riconoscimento dei diritti e dignità dei lavoratori di Rosarno: regolarizzazione e accoglienza immediata.

ascolta la corrispondenza di radiondarossa

Decreto flussi per lavoratori provenienti da Israele

«Una serie di accordi in materia di formazione, integrazione dei migranti e di previdenza per favorire la mobilità del lavoro e delle persone che si muovono per rapporti commerciali tra i due Paesi» saranno firmati oggi, durante il vertice tra il Governo italiano e quello israeliano. Ad annunciarlo è il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, intervistato da Gerusalemme da Maurizio Belpietro, su Canale 5. Per Sacconi, gli scambi riguardo la mobilità tra Italia e Israele ad oggi sono «contenuti». Il ministro ha quindi sottolineato che nell'agenda del vertice ci sono anche «gli scambi commerciali che sono importanti e sono destinati a crescere». «Ricordo -ha aggiunto il ministro- che l'economia di Israele è ad alta tecnologia».

da ansa

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

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