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Agguato a pattuglia esercito russo, uccisi 5 militari in Cecenia
Nello scontro a fuoco morti anche 5 guerriglieri separatisti
Cinque militari russi sono stati uccisi ieri notte in un agguato della guerriglia separatista nei boschi sulle montagne a sud di Grozny, in Cecenia, repubblica caucasica della Federazione Russa. Lo ha reso noto questa mattina il ministro degli Interni di Mosca. Secondo l'agenzia stampa Itar-Tass, altri sei militari sono rimasti feriti nello scontro a fuoco con quindici miliziani integralisti nella regione del Caucaso settentrionale. Tra le vittime il comandante della pattuglia. Secondo fonti di stampa cecene, vicine al governo russo, anche cinque miliziani sono stati uccisi nel conflitto. Da mesi non si registrava uno scontro a fuoco così duro tra miliziani e militari, dopo che la regione della Cecenia è stata, con metodi non proprio democratici, per dieci anni al centro di un violento conflitto tra i separatisti ceceni e il governo centrale di Mosca. Si calcola che, dal 1994 a oggi, almeno 100 mila persone hanno perso la vita nella repubblica caucasica a maggioranza musulmana.
Iraq, attentato a Kerbala: 20 morti
In città si festeggia l'Arbaeen, in memoria dell'Imam Hussein
Almeno venti persone hanno perso la vita oggi nella città di Kerbala, nell'Iraq centrale, 80 chilometri a sud di Baghdad, a causa di un attentato suicida. Ferite almeno 75 persone, molte delle quali in gravi condizioni.
Nella città irachena, centinaia di migliaia di pellegrini si sono riversati da tutto il Paese per festeggiare l'Arbaeen, una della più importanti ricorrenze per i musulmani sciiti, che celebrano la fine dei 40 giorni di lutto per la morte dell'Imam Hussein, avvenuta in battaglia proprio a Kerbala 1370 anni fa. Il governo iracheno, alla vigilia della festa, aveva lanciato l'allarme per il pericolo di attentati. Quello di oggi, infatti, è l'ultimo di una serie di attacchi contro la comunità sciita, che in Iraq rappresenta il 60 percento della popolazione.
Moto-bomba a Karachi, morti e feriti Strage al Financial Trade Center, tra le vittime donne e bimbi
Moto-bomba a Karachi, morti e feriti (ANSA) - ISLAMABAD, 5 FEB - Undici e 50 feriti stamani a Karachi per la deflagrazione di una moto imbottita di esplosivo. La moto si e' lanciata a tutta velocita' contro un minibus nella zona del Financial Trade Center. Fra le vittime, si e' appreso, vi sono molte donne e bambini.
Onu definisce poco credibili le inchieste di parte su Piombo Fuso
Il segretario generale Ban riferisce all'Assemblea generale, ma si dice scettico sull'imparzialità delle inchieste
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espresso oggi dei dubbi sulla credibilità delle indagini condotte dagli israeliani e dai palestinesi in merito alle accuse Onu di crimini di guerra commessi da entrambe le parti durante l'operazione Piombo Fuso, condotta dall'esercito d'Israele nella Striscia di Gaza, a cavallo tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009.
Ban, in una lettera all'Assemblea generale, ha riconosciuto che Israele e l'Autorità palestinese stanno indagando sul comportamento tenuto dai soldati israeliani e dai militanti palestinesi come chiesto da una risoluzione approvata dall'organismo lo scorso novembre. Il segretario generale, però, non si è detto sicuro che le indagini possano essere ritenute "indipendenti, credibili e conformi agli standard internazionali", in quanto a suo dire "non è possibile determinare come le parti interessate stiano dando esecuzione alla risoluzione". Durante l'operazione Piombo Fuso hanno perso la vita più di 1.400 palestinesi e 13 israeliani.
IMMIGRAZIONE: DUE GIOVANI AFRICANI UCCISI AL CONFINE CON L’EGITTO
Con l’uccisione di altri 2 giovani è salito a quattro il numero dei migranti africani uccisi mentre tentavano di introdursi irregolarmente in Israele attraversando la frontiera con l’Egitto. Lo riferiscono fonti giornalistiche locali e internazionali, precisando che gli ultimi due incidenti si sono verificati mercoledì e giovedì quando la polizia di frontiera egiziana ha sparato, uccidendoli, prima su un giovane eritreo di 26 anni poi, il giorno dopo, su un altro di 27, di nazionalità ancora sconosciuta. Secondo gli esperti il moltiplicarsi degli episodi di violenza alla frontiera tra Egitto e Israele è legato alla crescente popolarità di questa nuova rotta dell’immigrazione irregolare, utilizzata sempre di più dai trafficanti di uomini soprattutto per gli africani provenienti dalle zone orientali del continente (Somalia, Sudan, Etiopia, Eritrea) . Proprio la provenienza delle vittime, e il fatto che molte siano potenziali richiedenti asilo, ha spinto organizzazioni non governative e uffici delle Nazioni Unite a protestare per il pugno duro che il governo egiziano, d’intesa con quello israeliano, ha ripristinato in tutta l’area di confine del Sinai nella gestione dei migranti. In questi giorni l’organizzazione ‘Physicians for human rights’ (Phr) ha denunciato “le esecuzioni” di migranti africani alla frontiera tra Egitto e Israele, definendole “frutto di una scellerata politica ideata da Tel Aviv e messa in pratica, senza riserve, dal governo del Cairo”. Secondo statistiche ufficiali (altre fonti ritengono che il bilancio reale di queste vittime sia molto più elevato) lo scorso anno sono stati 28 i migranti uccisi al confine. Dopo una politica particolarmente tollerante, dal 2008 le autorità egiziane hanno avviato uno stretto controllo militare dei 250 chilometri di confine con Israele che ha provocato numerosi incidenti violenti.
ITALIA
Immigrati: Censis, per oltre 80% italiani garantire servizio sanitario anche a clandestini
Roma, 5 feb. - (Adnkronos) - "C'e' un aspetto del rapporto con gli immigrati che mette d'accordo quasi tutti gli italiani: garantire sempre e comunque agli stranieri i trattamenti e le cure del servizio sanitario nazionale. Piu' dell'80% degli italiani ritiene che anche gli immigrati clandestini o irregolari devono avere accesso ai servizi sanitari pubblici". E' quanto emerge da un'indagine realizzata dal Censis dalla quale risulta che a volere la sanita' pubblica anche per i clandestini e' l'86,1% dei residenti al Sud, il 78,7% al Centro, il 78,4% al Nord-Est e il 75,7% al Nord-Ovest.
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