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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

ITALIA

Sciopero generale della scuola

Contro i tagli e l’immiserimento della scuola pubblica, per il ritiro della riforma che coinvolge le superiori e l’assunzione dei precari sui posti vacanti. Il popolo della scuola è sceso in piazza a Roma per dire no alla distruzione dell’istruzione pubblica programmata dalla coppia Tremonti-Gelmini. Docenti, precari, personale Ata, studenti e cittadini hanno portato le loro ragioni in corteo, da piazza della Repubblica fino al ministero dell’Istruzione, dove annunciano di rimanere in «assedio permanente», in attesa di un incontro con le istituzioni. Ascoltiamo una corrispondenza raccolta questa mattina da ror.

Roma il comune ai rom: Trovatevi da soli una sistemazione Hanno tempo fino al 15 marzo per trovare una sistemazione da soli, altrimenti possono far domanda per tornare in Romania, sempre che venga accettata: in poche parole, da lunedì prossimo saranno per strada. Per alcuni dei rom romeni sgomberati da Casilino 700 e dall’insediamento di via degli Angeli che attualmente alloggiano presso il Centro di prima accoglienza di via Amarilli, il Comune di Roma non ha previsto altro futuro che quello contenuto in una missiva inviata ai responsabili del Centro. Con data 19 febbraio 2010, numero di protocollo 9869 e firma del direttore del V Dipartimento per le Politiche sociali del Comune, Angelo Scozzafava, la lettera riporta quanto segue. “Si prega di comunicare agli ospiti di nazionalità romena presenti presso la struttura sita in via Amarilli che il periodo di accoglienza terminerà il giorno 15 marzo 2010. Gli stessi ospiti sono tenuti a trovarsi autonomamente una sistemazione alternativa o recarsi presso l’ufficio immigrazione in via Assisi 39 per poter usufruire del servizio di rientro in Romania”.

Milano CIE di via Corelli Nono giorno di sciopero della fame all'interno di quello che è il Lager di Milano.La fame si fa sentire, molti non si alzano più dal letto, la situazione è dura e la tensione cresce, ma la protesta continua.I reclusi continuano a nutrirsi solamente con i succhi di frutta e le bevande energetiche che ogni giorno alcuni solidali gli portano. Nonostante le difficoltà e la stanchezza, vogliono continuare la lotta almeno fino a sabato, quando decideranno se proseguire lo sciopero, probabilmente a staffetta.

Intanto possiamo registrare una piccola ma importante vittoria. La ragazza marocchina che si era sentita male un paio di giorni fa è stata rilasciata, dopo le pressioni fatte da fuori e le proteste delle sue compagne di cella. Ora è finalmente libera, libera come lo può essere una donna senza permesso di soggiorno oggi in Italia.MA le notizie per quel che concerne i CIE rimangono sempre cattive infatti un ragazzo dello Zambia. Con un permesso di soggiorno spagnolo per motivi di salute,finisce prima in carcere e poi nel centro di via Corelli. Lui vuole tornare in Spagna, ma niente, non lo mollano. Da dentro chiamano dicendo che sta male, ha dolore a tutte e due le gambe, non riesce a camminare e non riesce a dormire dal dolore: deve essere operato e non dovrebbe stare in un Centro. I suoi compagni di cella chiamano la Croce Rossa, chiedono che venga ricoverato, ma nessuno si degna di dare una risposta.

E per finire, i ringraziamenti.deli scioperanti del lager di via Corelli, ringraziano tutti per la vicinanza e la solidarietà espressa: le radio che li hanno intervistati e che ogni giorno li chiamano, i compagni e le compagne che da fuori portano loro le bevande, tutti quelli che in qualche modo stanno lottando per l’abbattimento di questi muri. «Insieme possiamo farcela!», questo il loro appello.

ESTERI SPAGNA Gli scheletri nell'armadio dello Stato spagnolo: trovato il cadavere di Jon Anza. Nel tardo pomeriggio di ieri, un telegiornale francese dava la notizia di un cadavere non identificato presente da mesi nell'obitorio di Tolosa. Secondo "fonti non ufficiali" la notizia affermava che il cadavere trovato e identificato ieri, era quello di Jon Anza. Oggi la conferma da parte del movimento pro-amnistia basco: il cadavere trovato è quello del militante basco scomparso 11 mesi e 11 giorni fa. Jon Anza il 18 aprile 2009, mentre si recava a Tolosa, scompare misteriosamente e di lui non si hanno più notizie. A un mese di distanza dalla sua scomparsa, l'organizzazione armata ETA rende pubblico un comunicato nel quale informa che Jon Anza è un membro dell'organizzazione ed era incaricato quel giorno di recarsi a Tolosa. Il militante basco non raggiungerà mai il luogo prestabilito per l'appuntamento. Sono varie e contrastanti le informazioni emesse nella serata di ieri dai mezzi di comunicazione francesi e spagnoli. Secondo fonti di polizia, il 29 aprile 2009 una telefonata ai pompieri di Tolosa avvisa di un uomo sentitosi male per strada, disorientato e all'apparenza, come se avesse sofferto di un infarto.sarebbe morto 13 giorni dopo, l'11 maggio.La famiglia del militante indipendentista, che è stata informata dei fatti solo in un secondo momento, è impossibilitata attualmente a vedere il corpo di Jon, e la certezza dell'identità del cadavere viene data attraverso le prove del DNA.E i dubbi crescono ulteriormente davanti al silenzio di queste ore dei dottori dell'ospedale di Tolosa che, chiusi in un silenzio totale sulla vicenda, invitano a rivolgersi alle fonti giudiziarie che stanno seguendo il caso, affermando che si tratta di un affare "medico-legale". Il ritorno alla "guerra sporca" che negli anni '80 -sotto il governo socialista di Felipe Gonzalez- ha dato vita a numerosi casi di sparizioni, omicidi e sequestri temporanei di militanti baschi, è riapparsa quel 18 aprile 2009 e il ritrovamento misterioso del corpo di Jon Anza, a quasi un anno di distanza dalla sua scomparsa, non è sufficiente per cancellare i dubbi e i misteri che si celano dietro questa vicenda.

Palestina Raid israeliano nel sud della Striscia di Gaza. Il Sud della Striscia è stato obiettivo, nella notte, di un raid aereo israeliano quale risposta all'asserito lancio di un razzo contro il territorio dello stato ebraico. Stando a alcuni testimoni, l'attacco ha provocato molti feriti. Fonti militari israeliane, invece, hanno riferito che è stato distrutto un laboratorio metallurgico nella città di Khan Younes mentre nei pressi di Rafah, al confine con l'Egitto, è stato colpito un tunnel che secondo i militari è usato per il contrabbando. Sempre i militari giustificano il bombardamento adducendo che nella giornata di ieri è stato lanciato un razzo che ha colpito un capannone vuoto in un kibbutz nel sud di Israele che cmq nn avrebbe provocato morti o feriti.

Somalia'

proseguono gli scontri nella capitale: 60 i morti, 140 i feriti.

Centinaia di persone hanno abbandonato Mogadiscio, in Somalia, a causa dei violenti scontri tra forze governative e ribelli islamici del gruppo Shabaab che proseguono da circa tre giorni. Secondo quanto riportano alcuni testimoni, centinaia di famiglie hanno lasciato la zona, mentre l'emittente araba "Al Jazeera" ha riferito che il bilancio complessivo di questi tre giorni di combattimenti è di 60 morti e 140 feriti.Il movimento Shabaab ha in pugno la zona del centro e sud della città, e in base alle dichiarazioni di un capo guerrigliero, il gruppo armato avrebbe a disposizione armi sofisticate in grado di distruggere i carri armati dei soldati di pace. Questa situazione mina gravemente anche la stabilità del già debole governo di transizione somalo, che controlla ormai soltanto una piccola area della capitale.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

MOGADISCIO: TERZO GIORNO DI SCONTRI, NON C’È TREGUA PER CIVILI

Proseguono per il terzo giorno consecutivo i violenti combattimenti che da Mercoledì vedono le forze fedeli al governo di transizione, sostenute dai caschi verdi della missione di pace africana Amisom, scontrarsi con gruppi dell’opposizione armata. “Quasi tutti i principali quartieri nord della città sono terreno di battaglia. Il rumore dei mitragliatori, dei mortai e delle esplosioni ha svegliato praticamente tutta la città” dice una fonte locale nel centro di Mogadiscio, precisando che i civili stanno affluendo nelle principali arterie stradali che conducono fuori dalla capitale nel tentativo di allontanarsi il prima possibile dalle violenze. Secondo le informazioni fornite anche dalle emittenti radiofoniche locali, i combattimenti, definiti all’unanimità “intensi”, sono ripresi stamani all’alba e interessano i quartieri di Karan, Abdelaziz, Yaqshid, Hawladag, Wardhigley, spingendosi fino ad alcune zone del principale mercato cittadino ‘Bakara’ e nei pressi di Villa Somalia, sede della presidenza. I media somali riferiscono dell’avanzata di molti soldati governativi verso la zona nord della città e soprattutto verso molte aree in precedenza controllate dall’opposizione armata, che, secondo alcune fonti, avrebbe compiuto una “ritirata tattica”, procedendo anche a minare le strade delle zone abbandonate. Entrambe le parti coinvolte nel conflitto hanno fatto sapere, attraverso comunicati diffusi in mattinata, di voler proseguire i combattimenti fino al controllo totale della città, nonostante gli appelli della popolazione e degli anziani a cessare le ostilità per permettere ai civili di fuggire dalle aree interessate dagli scontri. Al momento restano parziali e confusi i bilanci di questa nuova fiammata di violenze; tutti concordano comunque nel riferire di decine di morti (si va dai 30 dei bilanci più prudenti agli oltre 60 di altre fonti) e di oltre 120 feriti.

Israele chiude la frontiera con la Cisgiordania

Il ministro israeliano della Difesa Ehud Barak ha ordinato all'esercito di chiudere la frontiera con la Cisgiordania per ragioni di sicurezza. La disposizione di chiusura della zona ha avuto inizio alla mezzanotte di giovedì e proseguirà fino alla mezzanotte di sabato.

La misura decisa da Barak segue le indicazioni di intelligence circa possibili disordini a Gerusalemme e in Cisgiordania. Si tratta di una misura eccezionale, dato che da molti anni non si impone un blocco in Cisgiordania se non in periodi festivi. Le forze di polizia, intanto, stanno aumentando la loro presenza nella capitale per far fronte a eventuali proteste. Alla fine delle 48 ore di blocco, sabato notte, si terrà un'ulteriore riunione al ministero della Difesa israeliano per valutare la situazione.

Le forze di difesa israeliane hanno precisato che, durante il blocco della Cisgiordania, l'accesso sarà permesso solo per ragioni mediche o umanitarie e in casi eccezionali in seguito all'autorizzazione dell'amministrazione civile. Il passaggio di beni continuerà invece senza interruzioni. L'ingresso a Gerusalemme est, poi, sarà consentito solo ai mille dipendenti delle chiese, ai 550 insegnanti, ai 50 impiegati della Waqf e ai circa 100 religiosi.

La polizia e le guardie di frontiera hanno quindi rafforzato la loro presenza a Gerusalemme est, compreso nella Città vecchia e nei villaggi confinanti. Gli agenti hanno poi ristretto l'ingresso al Tempio del Monte per le preghiere del venerdì.

Usa, Rove: orgogliosi delle tecniche come il 'waterboarding'

L'ex consigliere di George W. Bush difende le controverse forme di interrogatorio dei presunti terroristi

In un'intervista rilasciata alla Bbc, Karl Rove, ex consigliere di George W. Bush alla Casa Bianca, ha difeso le controverse forme di interrogatorio, che avrebbero aiutato a prevenire attacchi terroristici. Rove ha dichiarato di essere "orgoglioso che gli Usa hanno usato tecniche che hanno fermato la volontà dei terroristi". In particolare ha rivendicato che il waterboarding, l'annegamento simulato, non dovrebbe essere considerato tortura.

Rove ha rivelato che i militari Usa erano regolarmente addestrati a ricorrere al waterboarding come forma di interrogatorio per i presunti terroristi. Grazie alle informazioni estorte con strumenti del genere, sostiene Rove, si è riusciti a prevenire i piani terroristici contro Londra, Los Angeles e altri obiettivi.

Afghanistan, voci denunciano uccisione di 16 civili e 3 bambini in un raid Nato. Isaf smentisce

Un generale Isaf declina ogni responsabilità nei due episodi che sarebbero avvenuti durante un bombardamento degli Alleati nel Sud

"L'Isaf è venuta a conoscenza di affermazioni secondo le quali 16 civili sono stati uccisi in un attacco aereo nella stessa area dove aveva operato mercoledì la pattuglia (...) e che tre bambini erano stati uccisi da forze di sicurezza internazionale nello stesso distretto. In entrambi i casi le nostre indagini hanno mostrato che le accuse sono assolutamente prive di fondamento". E' con queste parole diffuse in un comunicato che il generale della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza Isaf Michael Regner smentisce le notizie che da ieri circolano a Kabul secondo cui in un bombardamento aereo della Nato nel sud del paese sarebbero morti 16 civili e declina anche ogni responsabilità nella morte di tre bambini denunciata nella stessa zona. "Mercoledi - sostiene - una forza di sicurezza internazionale in pattugliamento nel sud dell'Afghanistan è stata attaccata da una posizione degli insorti con armi automatiche. La pattuglia ha risposto al fuoco e chiesto un appoggio aereo. Una verifica della situazione al termine dello scontro ha mostrato che un insorto era stato ucciso. La pattuglia - aggiunge il comunicato - ha anche verificato che nell'area non c'erano civili e che nessuna proprietà civile era stata danneggiata".

Pakistan, due forti esplosioni a Lahore: almeno 40 morti

Ieri, tre religiosi sono stati uccisi da un commando non meglio identificato

Questa mattina, due forti esplosioni sono state avvertite nella città orientale di Lahore. Lo riferiscono fonti della polizia citate dalla tv al-Jazeera. L'emittente concorrente al-Arabiya afferma che obiettivo di una delle esplosioni era un veicolo militare. Almeno 40 i morti e innumerevoli i feriti. Ma il bilancio sembra destinato a salire. Alle esplosioni sarebbero anche seguiti colpi di arma da fuoco. Il tutto mentre ieri, un commando non meglio identificato ha sparato ieri contro un gruppo di religiosi radunati nel quartiere di Gulzar Jalapuri: ucciso il capo dell'organizzazione Aalami Khatm-e-Naboowat, Molana Saeed Jalalpuri, e altri due religiosi Mufti Huzaifa Jalapuri, Qamar Zaman e Atiq ur Rheman. Lo riferisce GEO Tv. Altre due persone, ferite, sono state trasportate in ospedale, mentre la polizia ha annunciato di avere fermato alcuni sospetti.

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gror100312 (last edited 2010-03-12 18:20:28 by anonymous)