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Appunti e note redazionali

Fonti

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Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Serie di attentati in Iraq, almeno trentanove morti

Attacchi capillari e coordinati in varie località del paese hanno colpito checkpoint delle forze di sicurezza. All'alba uomini dotati di armi automatiche con silenziatore hanno attaccato almeno sei posti di blocco nella capitale, uccidendo sette persone tra agenti di polizia e soldati. Contemporaneamente, a Falluja, sono esplosi quattro ordigni davanti alle abitazioni di ufficiali di polizia, uccidendo tre civili, tra cui una donna, e ferendo tre persone. Due combattenti curdi sono stati uccisi, e molti uomini delle forze di sicurezza feriti, dall'esplosione di un autobomba a un checkpoint a Mossul, nel nord del paese, dove operano congiuntamente forze irachene e curde. Ordigni artigianali sono esplosi presso altri checkpoint: una quindicina complessivamente i posti di blocco colpiti, secondo fonti del ministero dell'Interno il bilancio raggiungerebbe le sedici vittime. Attaccate anche una moschea, un mercato e un magazzino ortofrutticolo Duplice attentato, sempre questa mattina, contro una moschea sciita a Suwayra, alcune decine di chilometri a sud di Baghdad. Alla prima esplosione di un ordigno è seguita quella di un autobomba, che ha colpito gli uomini radunati per i primi soccorsi. Complessivamente, il bilancio provvisorio è di nove morti e una trentina di feriti. Due kamikaze, uno con indosso un abito imbottito di esplosivo e l'altro alla guida di un auto, hanno ucciso tredici persone ferendone una quarantina in un mercato a al-Sawira, a sud-est della capitale. A Iskandariya, a sud della capitale, due persone sono morte infine nell'esplosione di una bomba in un magazzino ortofrutticolo. A due mesi dalle elezioni del 7 marzo manca ancora la certificazione del risultato elettorale, a causa del riconteggio chiesto dall'Alleanza per lo Stato di diritto del premier uscente al Maliki, battuta per soli due seggi da Iraqiya, formazione appoggiata dai sunniti. Questo vuoto di potere ha coinciso con una ripresa delle violenze, che sembravano essersi ridotte dopo il picco raggiunto nel 2006-2007.

IRAQ: Centinaia di ex detenuti iracheni chiedono il risarcimento per torture subite dai britannici

Il Ministero della Difesa britannico è coinvolto in altre cause per il risarcimento di centinaia di cittadini iracheni che hanno subito abusi sessuali e torture da parte di soldati inglesi, mentre erano sotto arresto. Nel 2003, Nove ex detenuti e la famiglia di Baha Musa, morto durante la detenzione, hanno ottenuto un risarcimento pari a 2.83 milioni di sterline. Il gruppo 'Public Interest Lawyers' difende il caso di sessantacinque iracheni, arrestati dalle forze d'occupazione inglesi, mentre il 'Leigh Day Solicitors' rappresenta oltre cento ex detenuti iracheni. Secondo le accuse degli iracheni arrestati, nelle prigioni di Shaibah e Camp Breadbasket, nell'Iraq meridionale, i soldati inglesi praticavano metodi illegali e varie forme di umiliazione durante gli interrogatori. Era diffusa una tecnica, ormai tristemente famosa, nota come 'hooding'. I prigioneri venivano incapucciati, anche per diversi giorni, e lasciati senza cibo e acqua. Venivano spogliati dei loro vestiti e lasciati sotto il sole cocente per ore o giorni interi. I soldati sparavano in aria per terrorizzare i detenuti che non sapevano da dove sarebbe arrivato il prossimo colpo. Quello che avveniva nelle prigioni era così noto in Iraq che, dopo la scarcerazione, i prigionieri sono stati discriminati. "Il problema principale è che la mia reputazione è stata rovinata. Le persone della mia comunità, quando hanno sentito che sono stato arrestato dall'esercito inglese, hanno dato per scontato che fossi stato violentato", ha raccontato un iracheno di 35 anni.

PAKISTAN: VIOLENTI SCONTRI ARMATI TRA SOLDATI NATO E TALEBANI

Almeno nove soldati e 37 Talebani sono rimasti uccisi in scontri avvenuti in aree tribali nel nord-ovest del Pakistan. Lo riferiscono fonti militari. Si tratta dei piu' sanguinosi combattimenti registrati da quando, alcune settimane fa, le forze di sicurezza hanno avviato una vasta offensiva per riprendere il controllo della regione, dove sono presenti forze di Al Qaida e dei Talebani afghani e pakistani. Gli scontri sono avvenuti nei dintorni di Daburi.

Iran, impiccati 5 dissidenti all'insaputa dei loro avvocati e delle famiglie

Ieri mattina nella prigione di Evin a Teheran sono stati impiccati cinque dissidenti. Si tratta di Farzad Kamangar, Shirin Elmhuli, Ali Heidarian, Farhad Vakili e Mehdi Eslamian. I cinque condannati erano stati accusati di appartenere a gruppi terroristici e di essere dei 'Mohareb', ossia dei nemici di Dio e dell'Islam. Secondo quanto riporta 'Radiozamaneh', l'esecuzione della pena capitale è avvenuta all'insaputa sia degli avvocati che delle famiglie. Tra di loro ci sarebbe anche una donna curda, accusata di aver svolto attività terroristica con il P.K.K. Le famiglie dei cinque dissidenti hanno annunciato oggi una manifestazione antigovernativa di fronte all'Università di Teheran per protestare contro l'ingiustizia e il trattamento subito dai loro cari. Sostegno all'iniziativa, che punta a portare in piazza gran parte della popolazione, è arrivato anche dagli iraniani residenti all'estero che ieri hanno manifestato davanti alle ambasciate di Londra e Parigi.

India: i ribelli maoisti attaccano l'esercito nello Stato di Chattisgarh

I ribelli maoisti indiani hanno fatto saltare in aria un camion dell'esercito nello stato di Chattisgarh. L'esplosione ha ucciso otto paramilitari e ne ha feriti altri due, mentre attraversavano un'area boschiva nel distretto di Bijaipur. La notizia è stata resa pubblica dal direttore generale della polizia locale. Si tratta del primo attacco di grande portata, dopo l'imboscata dello scorso aprile, in cui morirono 76 paramilitari. I ribelli maoisti combattono il governo centrale indiano da oltre quarant'anni, chiedono un'equa ripartizione terriera e sono diventati il portavoce dei contadini rimasti senza terre nelle campagne. Spesso, sono definiti 'naxaliti' in riferimento all'area di Naxalbari, nello stato del Bengala dell'ovest, dove è iniziato il loro movimento. Attualmente sono presenti in venti Stati indiani e, secondo i dati del Ministero degli Interni indiano, contano tra i 10 mila e i 28 mila guerrigilieri.

Filippine, al via le elezioni presidenziali: 6 morti

Oltre 50 milioni gli elettori filippini chiamati oggi alle urne per le elezioni presidenziali. Per la prima volta nel Paese sarà utilizzato un sistema di spoglio digitale. La stampa locale ha reso noto che i problemi di software emersi negli ultimi giorni sarebbe stati risolti: "siamo pronti nel 98% dei seggi, per il restante 2 per cento abbiamo dei piani alternativi" ha detto Rene Sarmiento, capo della Commissione elettorale. Nelle 7.106 isole che compongono l'arcipelago delle Filippine sono circa 76.000 i seggi elettorali. Gli elettori dovranno decidere il successore della presidente Gloria Arroyo. Il candidato dato per favorito è Benigno Aquino III. Soprannominato «Noynoy», Aquno III, 50 anni, è l'unico figlio maschio di Benigno junior (il leader dell'opposizione a Ferdinando Marcos, assassinato al ritorno in patria nel 1983) e della moglie Corazon, divenuta presidente sull'onda dello sdegno popolare per quell'omicidio. I seggi chiuderanno alle 18 locali, le 12 in Italia. Alcune tensioni nel Paese hanno già portato alla morte di sei persone. Oltre dieci i feriti. La polizia ha reso noto che sarebbero 57 le persone uccise a causa di violenze politiche solo negli ultimi quattro mesi.

BOLIVIA, DUE VITTIME IN SCONTRI TRA ‘CAMPESINOS’ E POLIZIA

Due morti, un numero imprecisato di feriti e diversi arresti: è il bilancio degli scontri tra polizia e manifestanti avvenuti nel fine-settimana nei pressi della località di Caranavi, 100 chilometri a nord di La Paz, dove centinaia di ‘campesinos’ bloccavano da giorni la strada che dalla capitale porta alla regione amazzonica, con pesanti danni materiali per l’economia locale. Gli agenti sono stati inviati per sgomberare la strada occupata dai contadini che protestavano per la decisione del governo di installare un’industria per la lavorazione degli agrumi nella vicina zona dell’Alto Beni e non a Caranavi, come inizialmente promesso. Secondo fonti ufficiali, i dimostranti hanno resistito allo sgombero utilizzando ordigni artigianali e fucili che avrebbero provocato alcuni feriti tra i poliziotti, tra cui il comandante di La Paz. Il governo aveva inizialmente deciso di non intervenire, dicendosi pronto al dialogo con i ‘campesinos’: secondo il vice-presidente Alvaro Garcia Linera la protesta si sarebbe però trasformata in una “azione politica armata” con gravi ripercussioni sul sistema dei trasporti, al’industria mineraria, all’agricoltura e al turismo nella regione tropicale delle Yungas del dipartimento di La Paz, spingendo l’esecutivo a prendere provvedimenti. Si è trattato, secondo diversi osservatori, dell’episodio più grave degli ultimi mesi in Bolivia, dove il primo presidente indigeno Evo Morales è stato da poco riconfermato per un secondo mandato fino al 2015. A partire da oggi la Centrale operaia boliviana (Cob) ha convocato uno sciopero generale per ottenere aumenti salariali

UE: piano del Ministro dell’Economia spagnolo bocciato dai Ministri dell’Ecofin

La maggioranza dei Ministri delle Finanze dei 27 Stati membri dell’Unione Europea, considera non ancora sufficiente il piano di tagli presentato dal Governo spagnolo per rientrare nell’accordo siglato venerdì scorso dall’eurogruppo. Il piano è stato presentato dal Ministro dell’Economia Elena Salgado è di 15 miliardi di euro: prevede il taglio del deficit dello Stato di uno 0,5% nel 2010 e dell'1% nel 2011. Ma l'UE chiede alla Spagna di presentare un piano più rigoroso per la riunione del 18 maggio. La Cancelliera tedesca Merkel e il Presidente francese Sarkozy approvano la creazione di un fondo di sicurezza comune europeo ma gli stati membri devono risanare i propri conti pubblici interni per riconquistare la fiducia dei c.d. "mercati", ovvero di banchieri, finanzieri e speculatori vari.

ITALIA

PALERMO: TRE GIORNI IN RICORDO DI PEPPINO IMPASTATO (audio: ROd'U)

ROMA: Ragazzo picchiato dalla polizia

La sera della finale di Coppa Italia tra Roma e Inter, in Viale Pinturicchio, poco distante dallo stadio Olimpico, un ragazzo in motorino sta andando ala festa di suo cugino e si ferma in un pub, ma lo trova chiuso. Fa inversione e vine fermato dalla polizia che, secondo quanto si vede dal filmato di un telefonino, comincia a picchiarlo. Il ragazzo è frastornato e sooprattutto non capisce, cerca di difendersi ma verrà arrestato. Dalle case vicine qualcuno si affaccia, gira la scena e grida ai poliziotti di lasciarlo andare. Gli agenti cercavano un ragazzo con una maglietta rossa e Stefano ne indossava una. "Il Tg3ha diffuso un filmato drammaticamente inquietante nel quale si vede il ragazzo colpito a freddo da agenti di polizia in tenuta anti sommossa in una zona nei pressi dello stadio Olimpico e sotto l'abitazione del ragazzo. L'audio del filmato rende poi ancora piu' drammatica la descrizione dell'evento nel quale appare il ragazzo indifeso e disarmato in sella ad un motorino mentre viene colpito dagli agenti senza alcun evidente motivo e mentre si ascoltano le voci dei testimoni oculari che chiedono di fermare il pestaggio".

ROMA: BOICOTTAGGIO CONTRO STAND DI AZIENDA ISRAELIANA

Sabato 8 maggio si è svolto a Roma un presidio, promosso dalla “Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese” di fronte all’entrata Nord della Fiera di Roma, che ospitava gli stand per la fiera di prodotti farmaceutici CosmoFarma. Le/i compagn*, hanno invitato medici, farmacisti e semplici visitatori a non acquistare i prodotti dell’azienda farmaceutica israeliana TEVA, primo fabbricante mondiale di medicine generiche, e dell’azienda L’Orèal, che fa forti investimenti in Israele,rafforzando un’economia di guerra che continua ad arricchirsi attraverso le politiche di occupazione della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e della Striscia di Gaza, attraverso le politiche di apartheid, pulizia etnica, furto della terra, violenza militare e l’assedio illegale della Striscia di Gaza, nel silenzio complice della comunità internazionale. Mentre all’esterno era in corso il presidio, alcuni attivisti della Rete sono entrati nel Padiglione 11 della Fiera per distribuire i volantini di fronte allo stand della TEVA per oltre 15 minuti, megafonado ed esponendo la bandiera palestinese, finché i poliziotti li hanno portati al posto di Polizia della Fiera, dove sono stati trattenuti per più di due ore in stato di fermo, per poi procedere alle denunce per “manifestazione non autorizzata” e al sequestro del megafono, della bandiera palestinese, delle magliette e della videocamera con cui erano state effettuate le riprese.


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ESTERI

Serie di attentati in Iraq, almeno trentanove morti

Attacchi capillari e coordinati in varie località del paese hanno colpito checkpoint delle forze di sicurezza.

All'alba uomini dotati di armi automatiche con silenziatore hanno attaccato almeno sei posti di blocco nella capitale, uccidendo sette persone tra agenti di polizia e soldati. Contemporaneamente, a Falluja, sono esplosi quattro ordigni davanti alle abitazioni di ufficiali di polizia, uccidendo tre civili, tra cui una donna, e ferendo tre persone.

Due combattenti curdi sono stati uccisi, e molti uomini delle forze di sicurezza feriti, dall'esplosione di un autobomba a un checkpoint a Mossul, nel nord del paese, dove operano congiuntamente forze irachene e curde. Ordigni artigianali sono esplosi presso altri checkpoint: una quindicina complessivamente i posti di blocco colpiti, secondo fonti del ministero dell'Interno il bilancio raggiungerebbe le sedici vittime.

Attaccate anche una moschea, un mercato e un magazzino ortofrutticolo Duplice attentato, sempre questa mattina, contro una moschea sciita a Suwayra, alcune decine di chilometri a sud di Baghdad. Alla prima esplosione di un ordigno è seguita quella di un autobomba, che ha colpito gli uomini radunati per i primi soccorsi. Complessivamente, il bilancio provvisorio è di nove morti e una trentina di feriti.

Due kamikaze, uno con indosso un abito imbottito di esplosivo e l'altro alla guida di un auto, hanno ucciso tredici persone ferendone una quarantina in un mercato a al-Sawira, a sud-est della capitale.

A Iskandariya, a sud della capitale, due persone sono morte infine nell'esplosione di una bomba in un magazzino ortofrutticolo.

A due mesi dalle elezioni del 7 marzo manca ancora la certificazione del risultato elettorale, a causa del riconteggio chiesto dall'Alleanza per lo Stato di diritto del premier uscente al Maliki, battuta per soli due seggi da Iraqiya, formazione appoggiata dai sunniti. Questo vuoto di potere ha coinciso con una ripresa delle violenze, che sembravano essersi ridotte dopo il picco raggiunto nel 2006-2007.

Iran, impiccati 5 dissidenti all'insaputa dei loro avvocati e delle famiglie

Ieri mattina nella prigione di Evin a Teheran sono stati impiccati cinque dissidenti. Si tratta di Farzad Kamangar, Shirin Elmhuli, Ali Heidarian, Farhad Vakili e Mehdi Eslamian. I cinque condannati erano stati accusati di appartenere a gruppi terroristici e di essere dei 'Mohareb', ossia dei nemici di Dio e dell'Islam. Secondo quanto riporta 'Radiozamaneh', l'esecuzione della pena capitale è avvenuta all'insaputa sia degli avvocati che delle famiglie. Tra di loro ci sarebbe anche una donna curda, accusata di aver svolto attività terroristica con il P.K.K.

Le famiglie dei cinque dissidenti hanno annunciato oggi una manifestazione antigovernativa di fronte all'Università di Teheran per protestare contro l'ingiustizia e il trattamento subito dai loro cari. Sostegno all'iniziativa, che punta a portare in piazza gran parte della popolazione, è arrivato anche dagli iraniani residenti all'estero che ieri hanno manifestato davanti alle ambasciate di Londra e Parigi.

Filippine, al via le elezioni presidenziali: 6 morti

Oltre 50 milioni gli elettori filippini chiamati oggi alle urne per le elezioni presidenziali. Per la prima volta nel Paese sarà utilizzato un sistema di spoglio digitale. La stampa locale ha reso noto che i problemi di software emersi negli ultimi giorni sarebbe stati risolti: "siamo pronti nel 98% dei seggi, per il restante 2 per cento abbiamo dei piani alternativi" ha detto Rene Sarmiento, capo della Commissione elettorale.

Nelle 7.106 isole che compongono l'arcipelago delle Filippine sono circa 76.000 i seggi elettorali. Gli elettori dovranno decidere il successore della presidente Gloria Arroyo. Il candidato dato per favorito è Benigno Aquino III. Soprannominato «Noynoy», Aquno III, 50 anni, è l'unico figlio maschio di Benigno junior (il leader dell'opposizione a Ferdinando Marcos, assassinato al ritorno in patria nel 1983) e della moglie Corazon, divenuta presidente sull'onda dello sdegno popolare per quell'omicidio. I seggi chiuderanno alle 18 locali, le 12 in Italia. Alcune tensioni nel Paese hanno già portato alla morte di sei persone. Oltre dieci i feriti. La polizia ha reso noto che sarebbero 57 le persone uccise a causa di violenze politiche solo negli ultimi quattro mesi.

BOLIVIA, DUE VITTIME IN SCONTRI TRA ‘CAMPESINOS’ E POLIZIA

Due morti, un numero imprecisato di feriti e diversi arresti: è il bilancio degli scontri tra polizia e manifestanti avvenuti nel fine-settimana nei pressi della località di Caranavi, 100 chilometri a nord di La Paz, dove centinaia di ‘campesinos’ bloccavano da giorni la strada che dalla capitale porta alla regione amazzonica, con pesanti danni materiali per l’economia locale. Gli agenti sono stati inviati per sgomberare la strada occupata dai contadini che protestavano per la decisione del governo di installare un’industria per la lavorazione degli agrumi nella vicina zona dell’Alto Beni e non a Caranavi, come inizialmente promesso. Secondo fonti ufficiali, i dimostranti hanno resistito allo sgombero utilizzando ordigni artigianali e fucili che avrebbero provocato alcuni feriti tra i poliziotti, tra cui il comandante di La Paz. Il governo aveva inizialmente deciso di non intervenire, dicendosi pronto al dialogo con i ‘campesinos’: secondo il vice-presidente Alvaro Garcia Linera la protesta si sarebbe però trasformata in una “azione politica armata” con gravi ripercussioni sul sistema dei trasporti, al’industria mineraria, all’agricoltura e al turismo nella regione tropicale delle Yungas del dipartimento di La Paz, spingendo l’esecutivo a prendere provvedimenti. Si è trattato, secondo diversi osservatori, dell’episodio più grave degli ultimi mesi in Bolivia, dove il primo presidente indigeno Evo Morales è stato da poco riconfermato per un secondo mandato fino al 2015. A partire da oggi la Centrale operaia boliviana (Cob) ha convocato uno sciopero generale per ottenere aumenti salariali

ITALIA

Ragazzo romano picchiato dalla polizia

La sera della finale di Coppa Italia tra Roma e Inter, in Viale Pinturicchio, poco distante dallo stadio Olimpico, un ragazzo in motorino sta andando ala festa di suo cugino e si ferma in un pub, ma lo trova chiuso. Fa inversione e vine fermato dalla polizia che, secondo quanto si vede dal filmato di un telefonino, comincia a picchiarlo. Il ragazzo è frastornato e sooprattutto non capisce, cerca di difendersi ma verrà arrestato. Dalle case vicine qualcuno si affaccia, gira la scena e grida ai poliziotti di lasciarlo andare. Gli agenti cercavano un ragazzo con una maglietta rossa e Stefano ne indossava una.

"Il Tg3ha diffuso un filmato drammaticamente inquietante nel quale si vede il ragazzo colpito a freddo da agenti di polizia in tenuta anti sommossa in una zona nei pressi dello stadio Olimpico e sotto l'abitazione del ragazzo. L'audio del filmato rende poi ancora piu' drammatica la descrizione dell'evento nel quale appare il ragazzo indifeso e disarmato in sella ad un motorino mentre viene colpito dagli agenti senza alcun evidente motivo e mentre si ascoltano le voci dei testimoni oculari che chiedono di fermare il pestaggio".

"Se non sei mia non sarai di nessuno" e le dà fuoco

"Se non sei mia - ha urlato - non sarai di nessuno" e ha gettato la benzina addosso alla ragazza, all'amica che era con lei, sul pavimento della cucina e poi ha appiccato il fuoco con l'accendino.

Rifiutato da una ragazza che non ha accettato le sue avances, l'uomo ha fatto irruzione in casa della donna con un bidoncino pieno di benzina. E' avvenuto in un Comune delle valli di Lanzo, in provincia di Torino.

Le ragazze hanno cercato di scappare, ma lui le ha trattenute e scaraventate più volte a terra. Per fortuna entrambe sono riuscite a liberarsi, spegnere le fiamme che le avevano colpite alle gambe e a dare l'allarme; altrimenti l'uomo le avrebbe uccise. Ricoverate in ospedale, hanno riportate ustioni di I e II grado.

I carabinieri del comando provinciale hanno arrestato un uomo per tentato omicidio.

Fondazioni liriche: Metha, stop scioperi si' a trattativa

Gli scioperi a volte servono per far passare messaggi forti ma ora è il momento di "mettersi attorno a un tavolo e discutere". A parlare, in un'intervista a La Stampa, è il maestro Zubin Metha, direttore onorario del Maggio fiorentino, che si dice disponibile anche ad incontrare il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, per avviare la trattativa. Metha chiede di scrivere il nuovo contratto nazionale di lavoro e di evitare che "si taglino gli stipendi per decreto". Secondo il direttore d'orchestra, "basterebbe una legge per defiscalizzare i contributi degli sponsor al 100%, come avviene negli Usa, non al 23 com'é adesso in Italia". Si tratta, secondo Metha, di riformare il finanziamento pubblico, che è indispensabile ma va ripensato

Siparietto


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gror100510 (last edited 2010-05-10 17:55:40 by anonymous)