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Thailandia, esercito annuncia sgombero totale camicie rosse entro la mattinata

'L'esercito thailandese metterà fine oggi alle sue operazioni per controllare completamente il centro di Bangkok entro le 10:00 ora italiana, due giorni dopo l'assalto finale al presidio di piazza delle camicie rosse.

Lo ha reso noto un portavoce dell'esercito. "Abbiamo il controllo totale sul quartiere centrale di Ratchaprasong, occupato dai manifestanti antigovernativi per due mesi - ha dichiarato il portavoce militare - Le operazioni di messa in sicurezza di dieci immobili elevati che contengono uffici, appartamenti e un ospedale, saranno completate entro le 15:00 (10:00 italiane). Negli edifici ci sono ancora militanti armati nascosti". Secondo il responsabile della compagnia di trasporti nazionale, Wutthichart Kalayanamit, però, tutte le camicie rosse arrivate da fuori Bangkok per protestare contro il governo sono ritornate a casa nelle province di origine. Kalayanamit ha spiegato di aver avuto informazioni che tutti i convogli di bus di camicie rosse sono arrivati a destinazione, senza incidenti o violenze.

Somalia, conferenza internazionale a Istanbul

Sotto l'egida dell'Onu s'incontrano 55 paesi e 12 ong internazionali

Inizia oggi a Istanbul, in Turchia, la conferenza internazionale sulla Somalia. Vi prenderanno parti i rappresentanti di 55 paesi e di 12 organizzazioni internazionali, coordinati dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon. Il vertice terminerà domenica prossima.

Organizzata nell'ambito del processo di pace di Gibuti sotto l'egida dell'Onu, la conferenza si occuperà di questioni di politica e sicurezza mentre domenica verranno affrontati i temi riguardanti la ricostruzione e lo sviluppo del paese africano. La Somalia, dal 1991, con la caduta del regime di Siad Barre, entra nel caos. Il conflitto, che ha provocato centinaia di migliaia di vittime e milioni di profughi, ha visto nel tempo il coinvolgimento di contingenti stranieri e milizie irregolari causando una situazione di difficile soluzione.

MADAGASCAR DOPO SCONTRI A FUOCO TRA ESERCITO E GENDARMI, BILANCI E REAZIONI

Da uno a tre morti, tra cui un civile, e almeno 12 feriti, alcuni gravi: è il bilancio degli scontri a fuoco che ieri ad Antananarivo hanno contrapposto reparti delle forze di sicurezza con esponenti di uno speciale corpo militare, la Forza di intervento della gendarmeria nazionale (Fign). All’origine delle violenze l’occupazione della base di Fort Duchesne e l’erezione di alcuni posti di blocco da parte di una trentina di membri delle Fign in segno di protesta per il mancato pagamento di un’indennità già percepita dal loro ex-capo, il generale Bruno Razafindrakoto; la somma di circa 236.000 dollari era stata assegnata loro dall’ex-presidente destituito Marc Ravalomanana. Dietro gli scontri di ieri ci sarebbero anche motivazioni più politiche, dopo mesi di crisi che sta generando tensioni ed incertezze: i gendarmi ‘dissidenti’ intendevano proteggere lo svolgimento di una manifestazione pro-Ravalomanana prevista in giornata. Le forze dell’ordine lealiste hanno ripreso il controllo della base nel fine pomeriggio e ordini di cattura sono stati emessi nei confronti degli ‘insorti’ in fuga.

ITALIA

MILANO: CARICHE SUI ROM DI VIA TRIBONIANO

Pesanti cariche della polizia ai danni dei rom di Via Triboniano a Milano. Nel tardo pomeriggio di ieri gli abitanti dl campo sono usciti per raggiungere i mezzi pubblici e andare al presidio di Piazza della Scala di fronte a Palazzo Marino, sede del consiglio comunale. Il presidio, deciso nell'assemblea antirazzista pubblica tenutasi domenica 16 maggio, era stato comunicato alle autorità competenti. Dopo circa 500 metri di via barzaghi , che collega il campo rom al piazzale del cimitero maggiore, uno sbarramento di polizia e carabinieri ha impedito ai rom di andare a prendere il tram 14, unico. Gli agenti hanno attacco i rom a colpi di manganelli. A tale violenza è stata opposta una resistenza attiva a mani nude, pietre, bombole, barricate; per ben tre volte la polizia ha dovuto arretrare scomposta, e solo dopo aver lanciato decine di lacrimogeni e aver scagliato un blindato contro i rom, è riuscita a sfondare e a farsi largo. Tra i feriti negli scontri ci sarebbe anche una bambina. All'indomani di questa insensata repressione i rom rilanciano, ed chiamano tutti per domenica alle ore 15 per un'assemblea cittadina al campo rom di via Tiboniano. La testimonianza di Antonio, compagno del Comitato Antirazzista di Milano

PARMA: A GIUDIZIO I VIGILI CHE PESTARONO EMMANUEL BONSU

Una condanna, un patteggiamento negato dal giudice, e otto rinvii a giudizio nei confronti dei vigili urbani coinvolti nel pestaggio brutale di Emmanuel Bonsu, nel settembre 2008 a Parma. Prosegue cosi' la vicenda giudiziaria che ha visto come vittima il ragazzo ghanese, arrestato nel corso di un'operazione antidroga. Il processo per 8 imputati inizierà il prossimo 23 settembre. Tra gli imputati ci sono un commissario capo e un ispettore capo. Il giudice dell'udienza preliminare ha respinto la richiesta di patteggiamento di uno dei vigili, Ferdinando Villani, che quindi dovra' comparire di fronte a un altro gup il 28 settembre. Marcello Frattini, il decimo dei vigili coinvolti, aveva presentato richiesta di abbreviato ed e' stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione. Il giudice ha riconosciuto al Comune di Parma, che nel processo ricompre contemporaneamente il ruolo di responsabile civile e parte civile, una provvisionale di cinquemila euro. Katia Torri del comitato antirazzista

Omicidi di stato - Archiviazione per la nuova inchiesta sulla morte di Marcello Lonzi

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Livorno Rinaldo Merani ha archiviato ieri l'inchiesta sulla morte di Marcello Lonzi, detenuto morto nel carcere delle Sughere l'11 luglio 2003.

Lo stesso pm Antonio Giaconi aveva chiesto l'archiviazione della posizione dei tre indagati, un compagno di cella di Lonzi accusato di omicidio preterintenzionale, e due agenti della polizia penitenziaria per omessa vigilanza. Ma la famiglia di Lonzi aveva fatto opposizione. Secondo il gip, comunque, Lonzi morì a causa di un malore.

Il gip, inoltre, ha ritenuto che l'inchiesta sia stata esaustiva nell'escludere responsabilità dolose o colpose. Già nel 2004 lo stesso Merani aveva archiviato una prima inchiesta su questo decesso in carcere. Fuori del tribunale, durante l'udienza, una ventina di persone ha manifestato con striscioni contro la decisione della procura livornese di chiudere l'inchiesta senza individuare il responsabile del pestaggio in cella.

Quando Maria Ciuffi, la madre di Lonzi, piangendo ha annunciato ai presenti l'esito dell'udienza si sono levate grida all'indirizzo del tribunale come "vergogna" e "Stato assassino". "Me l'aspettavo - ha spiegato Maria Ciuffi fuori dal tribunale - ma la speranza di una mamma non finisce mai. Con la procura di Livorno ho chiuso. Ringrazio chi mi ha aiutato a combattere in questi sette anni. Purtroppo ho perso". La madre di Lonzi ha annunciato che, dopo aver letto le motivazioni del giudice, presenterà ricorso.

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