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Editoriale

RADIO ONDA ROSSA: NASCEVA OGGI, 33 ANNI FA (spot: ROR)

NOTIZIE BREVI

ESTERI

PALESTINA: Incursione dell'esercito israeliano in un villaggio di Gerusalemme Est

Alle 4 di questa mattina, forze dell'esercito israeliano hanno circondato il villaggio palestinese al-Esawiyeh, nei pressi di Gerusalemme Est e condotto un'incursione al suo interno. L'esercito avrebbe inoltre impedito ai fedeli che si stavano recando in moschea per la preghiera dell'alba, di entrare nel villaggio. La notizia è stata data dall'agenzia palestinese Ma'an, secondo cui un'operazione simile avrebbe avuto luogo contemporaneamente nel campo profughi di Shu'fat, sempre a Gerusalemme Est: l'esercito israeliano avrebbe infatti chiuso per alcune ore l'unico posto di controllo che regola l'ingresso e l'uscita dal campo. A marzo, la polizia israeliana aveva compiuto un'operazione su larga scala nei campi profughi palestinesi che aveva portato, stando alle stime dell'Unrwa, all'arresto di 92 residenti, tra cui molti minori.

Israele, comincia oggi il processo alla giornalista di Haaretz

Si apre oggi al tribunale distrettuale di Tel Aviv il processo nei confronti della giornalista Anat Kam, accusata di aver passato al quotidiano Haaretz migliaia di documenti segreti nel periodo in cui svolgeva il servizio militare al comando generale israeliano in Cisgiordania. Sulla base di quei documenti, Haaretz pubblicò un servizio-inchiesta in cui sosteneva che l'esercito aveva ignorato importanti limitazioni sancite dalla Corte Suprema sulla cattura in Cisgiordania di ricercati palestinesi. Sulla vicenda indagò il procuratore generale di Israele, Menachem Mazuz, che ritenne infondate le accuse mosse da Haaretz. Arrestata nel dicembre scorso, Kam si trova da allora agli arresti domiciliari. Tenuta a lungo sotto segreto, la vicenda è stata divulgata in Israele solo alcune settimane fa, in seguito alle crescenti pressioni dei mass media. Il giornalista di Haaretz che firmò l'inchiesta in questione, Uri Blau, ha lasciato Israele alla fine del 2009 e si trova tuttora in Gran Bretagna, in attesa che venga raggiunta una intesa fra il suo giornale e lo Shin Bet, il servizio di sicurezza israeliano.

Giappone, Hatoyama mantiene la base Usa e si scusa con gli elettori

Il Primo ministro aveva promesso la chiusura della base dei marines. A nulla sono servite le proteste di circa 90 mila manifestanti. Il Primo ministro Yukio Hatoyama, ha spiegato la decisione di mantenere la base militare americana sull'isola di Okinawa definendo di massima importanza le relazioni tra Giappone e Stati Uniti in considerazione anche delle attuali tensioni nella penisola coreana. Hatoyama si è scusato con gli abitanti dell'isola, per essersi rimangiato la promessa di trasferire la base aerea fuori dall'isola e per qualche ora si pensava addirittura anche fuori dal Giappone. "Esprimo dal profondo del cuore le mie scuse per non aver potuto tener fede alle mie parole", ha dichiarato il premier citato dal quotidiano Asahi riferendosi a una delle sue promesse elettorali. Nelle scorse settimane, decine di migliaia di abitanti di Okinawa hanno protestato contro la permanenza della base dei marines sull'isola.

ITALIA

MILANO: IL GOVERNO IMPEDISCE L'ASSEMBLEA PUBBLICA DEI ROM A VIA TRIBONIANO

A tre giorni dalla ribellione, la polizia circonda ancora il campo rom di via Triboniano, a Milano. Questa volta il cordone di celerini non serve per tenere i rom lontani dalla città, esclusi ed invisibili. Serve per non fare entrare la città dentro al campo. Ieri pomeriggio era prevista l’assemblea pubblica che avrebbe dovuto fare incontrare i rom in lotta di Triboniano con tutti quelli che, all’esterno dei campi, pensano che la loro lotta sia una lotta importante per tutti, per mille buone ragioni. Del resto il vicesindaco De Corato ieri sera l’aveva annunciato: nessuna assemblea al campo sarebbe stata permessa. E pure Maroni ci aveva messo del suo, sostenendo da Varese che rom e rivolta sono un binomio assolutamente «intollerabile». E così, ieri pomeriggio, chi voleva entrare in via Triboniano ha trovato la polizia schierata: spintoni e urla. Ma il campo ha mille entrate e qualcuno riesce a passare, e poi oramai questo è territorio amico per gli antirazzisti: le porte si aprono silenziose per accoglierli mentre mille occhi controllano i movimenti degli agenti in borghese che girano coi binocoli in mano e perquisiscono persino i cessi per trovare e cacciare i solidali. La polizia ripete un copione scritto settant’anni fa e mai definitivamente stracciato. Anche se riesce a impedire l'assemblea pubblica, non riesce a far fallire l'incontro tra i rom e i compagni del movimento milanese antirazzista.

BOICOTTAGGIO DI ISRAELE: DUE CATENE ITALIANE NON COMPRANO PIU' MERCI DAI TERRITORI OCCUPATI

Due grandi catene italiane di supermercati (Coop e Nordiconad) hanno annunciato la sospensione della vendita di merci della Agrexco, principale azienda esportatrice israeliana di prodotti agricoli. La decisione è stata presa per problemi di “tracciabilità” dei prodotti della società israeliana che commercializza anche ortaggi e frutta coltivati nelle colonie lungo la valle del giordano nei Territori palestinesi occupati. La notizia è stata data dagli uffici stampa delle due catene ed è subito rimbalzata sui siti delle organizzazioni impegnate contro l’occupazione israeliana. Secondo stime raccolte dai promotori della campagna ‘Stop Agrexco Italia’, l’azienda israeliana esporta da sola il 70% di frutta, ortaggi, fiori ed erbe prodotto nelle colonie. In una lettera inviata ai vertice della Agrexco, il movimento pacifista israeliano ‘Gush Shalom’ ha invitato gli stessi ad abbandonare una politica – di sfruttamento illecito dei Territori palestinesi – che “sta fomentando proteste, dimostrazioni e petizioni in tutto il mondo, in Europa in particolare”.

TARANTO: ACCORDO TRA GLI OCCUPANTI DI CLORO ROSSO E IL SINDACO (audio: ROR)

L’occupazione della ex scuola Martellotta, avvenuta più di 2 anni fa, ha consentito ai ragazzi e alle ragazze di Taranto di creare un laboratorio culturale, sociale e politico: Cloro Rosso. Riqualificare una struttura abbandonata ad anni ed anni di degrado (totalmente a proprie spese), creare una palestra popolare ormai punto di riferimento per tutto il quartiere, una sala di registrazione musicale, un laboratorio teatrale, un internet point e una free-copyright zone, sono solo alcune delle tantissime attività realizzate. Più di 200 iniziative tra concerti, rappresentazioni teatrali, presentazione di libri, dibattiti e seminari, attraversate da migliaia di persone. L'occupazione non è una rivendicazione identitaria ma un passaggio obbligato per conquistare spazi di autogestione e autorganizzazione. Da 2 anni è in corso una trattativa, complessa e sfiancante, con l’amministrazione comunale, giunta pochi giorni fa all'ingiunzione di sgombero per ristrutturazione dell'edificio. Gli occupanti hanno ottenuto di incontrare oggi l'amministrazione comunale.'


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

CINA

Anat Kam aveva passato al quotidiano informazioni riservate mentre svolgeva il servizio militare

Si apre oggi al tribunale distrettuale di Tel Aviv il processo nei confronti della giornalista Anat Kam, accusata di aver passato al quotidiano Haaretz migliaia di documenti segreti nel periodo in cui svolgeva il servizio militare al comando generale israeliano in Cisgiordania. Sulla base di quei documenti, Haaretz pubblicò un servizio-inchiesta in cui sosteneva che l'esercito aveva ignorato importanti limitazioni sancite dalla Corte Suprema sulla cattura in Cisgiordania di ricercati palestinesi. Sulla vicenda indagò il procuratore generale di Israele, Menachem Mazuz, che ritenne infondate le accuse mosse da Haaretz. Arrestata nel dicembre scorso, Kam si trova da allora agli arresti domiciliari. Tenuta a lungo sotto segreto, la vicenda è stata divulgata in Israele solo alcune settimane fa, in seguito alle crescenti pressioni dei mass media. Il giornalista di Haaretz che firmò l'inchiesta in questione, Uri Blau, ha lasciato Israele alla fine del 2009 e si trova tuttora in Gran Bretagna, in attesa che venga raggiunta una intesa fra il suo giornale e lo Shin Bet, il servizio di sicurezza israeliano.

Giappone, Hatoyama mantiene la base Usa e si scusa con gli elettori

Il Primo ministro aveva promesso la chiusura della base dei marines. A nulla sono servite le proteste di circa 90 mila manifestanti

Il Primo ministro Yukio Hatoyama, ha spiegato la decisione di mantenere la base militare americana sull'isola di Okinawa definendo di massima importanza le relazioni tra Giappone e Stati Uniti in considerazione anche delle attuali tensioni nella penisola coreana. Hatoyama si è scusato con gli abitanti dell'isola, per essersi rimangiato la promessa di trasferire la base aerea fuori dall'isola e per qualche ora si pensava addirittura anche fuori dal Giappone. "Esprimo dal profondo del cuore le mie scuse per non aver potuto tener fede alle mie parole", ha dichiarato il premier citato dal quotidiano Asahi riferendosi a una delle sue promesse elettorali. Nelle scorse settimane, decine di migliaia di abitanti di Okinawa hanno protestato contro la permanenza della base dei marines sull'isola.

COREA

ITALIA

VIA TRIBONIANO

A tre giorni dalla sommossa, la polizia circonda ancora il campo rom di via Triboniano, a Milano. Questa volta il cordone di celerini non serve per tenere i rom lontani dalla città, esclusi ed invisibili. Serve per non fare entrare la città dentro al campo. E già, perché ieri pomeriggio era prevista l’assemblea pubblica che avrebbe dovuto fare incontrare i rom in lotta di Triboniano con tutti quelli che, all’esterno dei campi, pensano che la loro lotta sia una lotta importante per tutti, per mille buone ragioni. Del resto il vicesindaco De Corato ieri sera l’aveva annunciato: nessuna assemblea al campo sarebbe stata permessa. E pure Maroni ci aveva messo del suo, sostenendo da Varese che rom e rivolta sono un binomio assolutamente «intollerabile».

E così, ieri pomeriggio, chi voleva entrare in via Triboniano ha trovato la polizia schierata: spintoni e urla. Ma il campo ha mille entrate e qualcuno riesce a passare, e poi oramai questo è territorio amico per gli antirazzisti: le porte si aprono silenziose per accoglierli mentre mille occhi controllano i movimenti degli agenti in borghese che girano coi binocoli in mano e perquisiscono persino i cessi per trovare e cacciare i solidali. I veri intrusi nel campo sono loro, i poliziotti, che ripetono senza apparente vergogna un copione scritto settant’anni fa e mai definitivamente stracciato. Anche se riescono ad impedire una assemblea pubblica, non riescono a far fallire questo incontro: furtivo e quasi clandestino, ma che chiarisce fino in fondo chi sta con chi e chi invece è contro tutti.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror100524 (last edited 2010-05-24 19:00:47 by anonymous)