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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

ITALIA

Femminicidi

25 maggio

Sciacca - un uomo è stato condannato a otto anni di reclusione per stupro nei confronti della figlia minorenne.

Teramo – un uomo perseguita da anni la sorella, con minacce anche di morte

24 maggio

MILANO – Un uomo, in una lite con un'altro uomo, si è fatto scudo del corpo di una donna che era per caso lì accanto, che ha ricevuto una coltellata al basso ventre.

22 maggio

PADOVA- un ragazzo è stato denunciato per abusi sessuali nei confronti di una compagna di classe

RAGUSA - Un uomo ha ucciso la madre con un attrezzo da palestra e poi si e' suicidato.

21 maggio

Alcamo - un uomo ha sequestrato la convivente. Lei ha scritto un sos nel quaderno della figlia di 8 anni e Le maestre hanno immediatamente dato l’allarme appena hanno aperto il quaderno.

Vibo Valentia - un uomo è stato arrestato per l’omicidio della sua ex compagna e poi ha tentato di distruggerne il cadavere bruciandolo dentro un’auto.

20 maggio

GENOVA - professore di 61 anni Di una scuola media è stato condannato a 4 anni, con interdizione dai pubblici uffici, per aver commesso atti sessuali su ragazze minorenni.

Torino: presidio per indagine Lostile

Presidio questa mattina a Torino in solidarietà con gli inquisiti per la resistenza seguita allo sgombero de “Lostile”, in occasione dell'udienza al tribunale del riesame per i compagni coinvolti nella resistenza e nella solidarietà con lo squat e colpiti da misure cautelari. All'alba del 12 maggio 2010 quattro occupazioni (Asilo, Barocchio, Askatasuna, Mezcal) e diverse abitazioni private erano state oggetto di perquisizione da parte di polizia e digos, che avevano notificato 17 provvedimenti, di cui 7 arresti: 3 in carcere e 4 ai domiciliari (agenzie). I reati contestati ai compagni sono resistenza, lesioni e travisamento da ricondursi alla giornata del 10 dicembre 2009 quando, in seguito allo sgombero de Lostile, ci furono scontri tra solidali e forze dell'ordine.

CORRISPONDENZA

Torino: questura

Sempre a Torino in mattinata un gruppo di attiviste ed attivisti ha dato via ad un minicorteo dentro al cortile della questura di Corso Verona, dove le persone straniere fanno la fila per ottenere il permesso di soggiorno: "Resistere agli sgomberi, fermare le espulsioni, libertà per gli arrestati", è stato lo slogan più gridato dai e dalle manifestanti. La questura di Corso Verona è diretta da Rosanna Lavezzaro, la dirigente che ha ordinato le cariche la sera del 10 dicembre (sera dello sgombero de Lostile) e che quotidianamente firma i fogli delle espulsioni.

Processo Atesia

Udienza, oggi, a Roma del processo contro 15 lavoratrici e lavoratori del COLLETTIVO PRECARIATESIA e della ACCCP (Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà), per aver dato vita insieme alla Confederazione COBAS e allo SLAI-COBAS, il 1° giugno 2006, ad UNO DEGLI SCIOPERI PIÙ IMPORTANTI che abbiano segnato la vertenza ATESIA (lotta che ha prodotto nel 2007 la stabilizzazione, con contratto a tempo indeterminato, di oltre 20.000 lavoratrici e lavoratori nei call center di tutta Italia). L’accusa formale al processo in corso a Roma contro per i lavoratori è di “Violenza Privata” e “Manifestazione non Autorizzata” ma l’obiettivo è minare diritto di sciopero e di mobilitazione da parte di lavoratori e lavoratrici.

CORRISPONDENZA

CREMA: DENUNCIATI GLI ATTIVISTI ANTIFASCISTI

Diversi attivisti antifascisti di Crema sono stati denunciati per aver promosso un presidio non autorizzato in Piazza Duomo, in occasione dell'ultimo 25 aprile. Con il pretesto di una diretta della Rai dalla cattedrale, qualsiasi iniziativa nella piazza centrale della città era stata vietata. Ora sono partite le denunce, che -ironia della sorte-, per reprimere una manifestazione antifascista, si basano su un articolo del Testo Unico di Pubblica Sicurezza del 1931 (il fascistissimo codice Rocco), che prevede il reato penale di manifestazione non autorizzata. Il servizio con Domenico, del Coordinamento antifascista di Crema.

CORRISPONDENZA

G8: INIZIATO A GENOVA IL PROCESSO A GIANNI DE GENNARO

E' iniziato a Genova il processo di secondo grado a carico dell'ex capo della polizia, Gianni De Gennaro, e dell'ex capo della Digos di Genova, Spartaco Mortola, accusati di aver istigato alla falsa testimonianza l'ex questore di Genova Francesco Colucci, coinvolto nel procedimento per l'irruzione nella scuola Diaz alla fine del G8 genovese del luglio 2001. Il processo si svolge a porte chiuse innanzi alla seconda sezione della Corte d'appello. Atteso per oggi un semplice rinvio al 4 giugno; la sentenza è prevista invece per il 15 del mese prossimo. In primo grado De Gennaro e Mortola erano stati assolti per insufficienza di prove.

Sanità Lazio – sequestrate le cliniche di Angelucci: un danno di 134 milioni

«La Corte dei Conti ha disposto il sequestro conservativo delle sei cliniche romane della San Raffaele spa, riconducibili alla famiglia Angelucci. Secondo il vice procuratore generale Minerva, nelle strutture si eseguivano prestazioni irregolari o inesistenti in regime di convenzione con la Asl. Il danno per la Regione Lazio è stimato in 134 milioni». La notizia è riportata dal quotidiano ecologista Terra nel numero in edicola oggi, che ne ha anticipato il contenuto. «Il presidente della Corte dei Conti De Musso ha accolto l'istanza presentata dal vice procuratore generale Massimiliano Minerva, disponendo il sequestro cautelare prima delle comparizione delle parti davanti a un giudice perchè, si legge negli atti, ha ritenuto fondato il timore di vedere altrimenti vanificate le pretese risarcitorie della Asl Rm-h». Il gruppo Angelucci è una delle maggiori realtà imprenditoriali a livello nazionale nel settore della riabilitazione, attivo principalmente nel Lazio con 13 strutture.

ESTERI

Parigi – aggressione lesbofobica – la comunità lesbica lancia una mobilitazione

La lesbofobia esiste in tutto il mondo. Non si tratta di casi isolati, ma di una minaccia che le lesbiche vivono quotidianamente. La visibilità è punita con la violenza. E' successo a Parigi due giorni fa, in un luogo molto frequentato. Due lesbiche sono state aggredite verbalmente e fisicamente da un gruppo di uomini, nell'indifferenza generale. Una di loro è stata ripetutamente colpita alla testa, poi le due lesbiche sono riuscite a scappare. Una pattuglia della polizia, poco distante, non è intervenuta per contrastare l'aggressione, i cui autori sono rimasti impuniti. I gruppi lesbici di Parigi hanno organizzato un'iniziativa nel luogo dell'aggressione che si terrà sabato 29 maggio.

Attacco omofobico al primo pride di Bratislava

Un centinaio di militanti dell'estrema destra  ha attaccato il primo Pride di Bratislava alla partenza del corteo, lanciando pietre, uova e bombe a gas. Aderenti al "Partito popolare della nostra Slovacchia" e al movimento di destra Slovenska Pospolitost (Unione Slovacca) sono entrati nella piazza aggredendo i manifestanti e cercando di disperderli. La polizia ha arrestato otto aggressori e ha interrotto il corteo per motivi di sicurezza, perché i 200 agenti non erano sufficienti a coprire le strade dell'intero percorso.

Algeria: femminicidi ripetuti negli anni

Hassi Massaoud. Un città algerina nata sul petrolio ai limiti del deserto del Sahara. Un "luogo di sopravvivenza" per le donne ripudiate, madri single o giovani disoccupate provenienti da tutta l'Algeria che lì hanno trovato lavoro come donne delle pulizie,cuoche, inservienti, impiegate, e vivono -spesso in bidonville- tra loro coi figli. Abituate a essere insultate, infastidite, a volte aggredite "Gli uomini erano gelosi, scioccati dal nostro lavorare..." sono state prese alla sprovvista quando la notte del 13 luglio 2001 si scatena l'inferno. Dopo la predica virulenta di un imam integralista, centinaia di uomini hanno fatto irruzione in una bidonville. Per 5 ore decine di donne sono state picchiate, violentate, mutilate. Violenze che si sono ripetute in altri quartieri della città il 17 e poi il 23 e 24 luglio 2001, e a Tebessa dove negozi di donne sole sono stati distrutti. Ma purtroppo non è finito: nell'aprile 2010 bande di uomini incappucciati ed inferociti hanno di nuovo aggredite, picchiate, derubate e violentate decine di donne di Hassi Massaoud.


Gr 13:00

Serbia, familiari di Mladic chiedono la morte presunta

La famiglia di Ratko Mladic, comandante militare dei serbi di Bosnia durante il conflitto degli anni Novanta, ricercato dal Tribunale Penale Internazionale (Tpi) dell'Aja, avrebbero avviato la procedura burocratica per la dichiarazione di morte presunta del loro congiunto.

Lo riferisce oggi il quotidiano Vecernje Novosti, secondo cui le formalità saranno sbrigate dalla famiglia Mladic entro la fine di maggio presso il tribunale di Belgrado. Milos Saljic, avvocato della famiglia Mladic, ha dichiarato al giornale: La famiglia ha preso questa decisione non solo a causa dei problemi legati alle proprietà e alle pensioni congelate ma anche per le persecuzioni quotidiane alle quali è soggetta. Il legale ha precisato che in base alla legge la procedura di dichiarazione di morte può essere avviata se la persona scomparsa ha più di settanta anni e se su di essa non si hanno più notizie da più di cinque anni. Rasim Ljajic, ministro del Lavoro e capo della commissione statale per la cooperazione con il Tpi, ha commentato: Non ho mai visto nulla di simile. Migliaia di persone sono scomparse durante le guerre e nessuno dei familiari ha chiesto ai tribunali di dichiarare la loro morte, anche se in tanti casi sia passato molto più tempo dalla loro scomparsa e sia molto più verosimile che non siano più in vita. La famiglia di Mladic ha preso questa iniziativa proprio perchè sa che lui è ancora vivo. Noi non faremo caso a questa presa in giro delle istituzioni statali della Serbia, e continueremo a cercare Mladic con la stessa intensità. I diari di Mladic, accusato tra le altre cose dal Tpi del massacro di 8mila civili a Srebrenica, nel 1995, sono stati consegnati la scorsa settimana all'Aja, nell'ambito del processo contro Radovan Karadzic, leader politico dei serbi di Bosnia durante il conflitto.

Primo stop all'Agrexco, che finanzia le colonie israeliane

Dopo mesi di lavoro, la «rete stop Agrexco» incassa la prima vittoria: le catene di supermercati Coop e Conad nel nord Italia non commercializzeranno più i prodotti della Agrexco. L'azienda israeliana vende anche prodotti agricoli provenienti delle colonie israeliane nei Territori occupati palestinesi. Senza alcuna tracciabilità. Il boicottaggio continua.

Niente più agrumi e datteri «made in colonie israeliane nei territori palestinesi occupati» sugli scaffali di Coop e Noardiconad, il gruppo che fa da centro di acquisto e distribuzione di Conad nel nord Italia. Le due grandi catene italiane di supermercati, Coop e Nordiconad, hanno infatti deciso di sospendere la vendita di merci della Agrexco, principale azienda esportatrice israeliana di prodotti agricoli. La società israeliana commercializza anche ortaggi e frutta coltivati nelle colonie lungo la valle del Giordano nei Territori palestinesi occupati. Il tutto sotto il marchio Carmel, ma senza l’indicazione del luogo di produzione.

Corea del Nord sul piede di guerra. Sale la tensione con Seul

Kim Jong-il ha ordinato ai suoi militari di mettersi sul piede di guerra. A riferirlo è l'agenzia sudcoreana Yonhap, citando fonti della Corea del Nord. L'ordine di massima allerta, con tanto "di pronti a combattere se attaccati", è stato riferito dal gruppo di rifugiati del Nord a Seul, North Korea Intellectuals Solidarity (Nkis), secondo cui "le disposizioni sono state trasmesse pubblicamente a tutta la nazione". Il gruppo ha precisato che la disposizione è stata impartita il 20 maggio scorso, dopo che la Corea del Sud ha diffuso i risultati delle indagini condotte dalla commissione internazionale che ha attribuito a un siluro di Pyongyang la causa dell'affondamento della corvetta Cheonan, avvenuto il 26 marzo scorso, causando la morte di 46 persone. "L'assetto da combattimento è stato quindi deciso prima che la Corea del Sud annunciasse le pesanti contromisure verso il Nord, con il blocco, tra l'altro, dell'interscambio commerciale e degli altri rapporti ad eccezione del distretto di Kaesong. Misure decise ieri. "Non speriamo nella guerra, ma se la Corea del Sud, con gli Stati Uniti e il Giappone alle spalle, cerca di attaccarci, Kim Jong-il - secondo quanto detto nel messaggio da un altro ufficiale - ci ha ordinato di portare a termine il processo di riunificazione della penisola, abbandonato nel corso della guerra di Corea".

Iran, libero su cauzione il regista Panahi

Torna libero il regista iraniano Jafar Panahi, arrestato il 2 marzo scorso a Teheran, con l'accusa di aver provato a girare un film sulle manifestazioni nate dopo le elezioni presidenziali di un anno fa. Panahi, scarcerato su cauzione dalla prigione di Evin nella capitale, regista noto per il film Il cerchio, doveva essere in questi giorni al Festival del cinema di Cannes, in qualità di giurato. Panahi, che aveva iniziato uno sciopero della fame, attenderà adesso l'esito della causa contro di lui.

Thailandia, mandato di arresto per Thaksin

Un tribunale thailandese ha emesso oggi un mandato di cattura per Takhsin Shinawatra, ex premier deposto nel 2006 e leader in esilio del movimento delle camice rosse. Lo rendono noto fonti ufficiali tailandesi. Shinawatra, quando era premier nel 2006, era stato deposto da un golpe. Da allora vive in Inghilterra dove, nel 2008, è stato raggiunto da una condanna in contumacia per corruzione e conflitto d'interessi. Nel 2007 il suo partito, con il braccio destro di Shinawatra come leader, ha vinto le elezioni, ma il risultato delle urne è stato invalidato dalla Corte Costituzionale. Dopo la nomina, nel 2008, a premier del leader dell'opposizione Abhisit Vejjajiva erano iniziate le proteste dei sostenitori di Shinawatra, noti come il movimento delle camice rosse. Nei giorni scorsi l'esercito ha usato la forza per sgomberare i dimostranti pro Shinawatra dal centro di Bangkok.

KINGSTON: VITTIME IN INTENSI COMBATTIMENTI TRA ESERCITO E NARCOS

Sono almeno quattro le persone morte nelle intense sparatorie avvenute nelle ultime ore a Kingston, capitale della Giamaica, dove le forze di sicurezza (polizia ed esercito) hanno dato l’assalto al quartiere occidentale di ‘Tivoli Garden’ considerata la roccaforte di Christopher ‘Dudus’ Coke, trafficante di droga per il quale gli Stati Uniti hanno chiesto l’estradizione. Lo riferiscono stamani i principali quotidiani locali, precisando che, come scrive ‘The Gleaner’, il bilancio è provvisorio dal momento che secondo le testimonianze “un numero indeterminato di civili è rimasto ucciso nei combattimenti”. La maggioranza dei “civili” sarebbe composta da membri dei gruppi armati che da questo fine settimana si stanno opponendo all’arresto e all’estradizione del boss del narcotraffico. I giornali confermano l’intensità degli scontri avvenuti ieri e durante la notte, riportando l’uso di mortai, armi pesanti e (ma si tratta di un’informazione ancora da verificare) di almeno un mezzo aereo che avrebbe bombardato alcune aree del quartiere.

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gror100525 (last edited 2010-05-25 17:25:32 by anonymous)