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Udienza, oggi, a Roma per quindici, tra lavoratori e lavoratrici di Atesia, accusati ed accusate di violenza privata in seguito a uno sciopero Udienza, oggi, a Roma del processo contro 15 lavoratrici e lavoratori del COLLETTIVO PRECARIATESIA e della ACCCP (Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà), per aver dato vita insieme alla Confederazione COBAS e allo SLAI-COBAS, il 1° giugno 2006, ad UNO DEGLI SCIOPERI PIÙ IMPORTANTI che abbiano segnato la vertenza ATESIA (lotta che ha prodotto nel 2007 la stabilizzazione, con contratto a tempo indeterminato, di oltre 20.000 lavoratrici e lavoratori nei call center di tutta Italia).L’accusa formale al processo in corso a Roma contro per i lavoratori è di “Violenza Privata” e “Manifestazione non Autorizzata” ma l’obiettivo è, in accordo con l’ulteriore stretta al diritto di sciopero e di mobilitazione da parte di lavoratori e lavoratrici. CORRISPONDENZA

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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

ITALIA

Torino: presidio per indagine Lostile Presidio questa mattina a Torino in solidarietà con gli inquisiti per la resistenza seguita allo sgombero de “Lostile”, in occasione dell'udienza al tribunale del riesame per i compagni coinvolti nella resistenza e nella solidarietà con lo squat e colpiti da misure cautelari. All'alba del 12 maggio 2010 quattro occupazioni (Asilo, Barocchio, Askatasuna, Mezcal) e diverse abitazioni private erano state oggetto di perquisizione da parte di polizia e digos, che avevano notificato 17 provvedimenti, di cui 7 arresti: 3 in carcere e 4 ai domiciliari (agenzie). I reati contestati ai compagni sono resistenza, lesioni e travisamento da ricondursi alla giornata del 10 dicembre 2009 quando, dopo che, come detto, in seguito allo sgombero de Lostile, ci furono scontri tra solidali e forze dell'ordine. CORRISPONDENZA

Torino: questura

Ore 10,40.

Sempre a Torino in mattinata un gruppo di attiviste ed attivisti ha dato via ad un minicorteo dentro al cortile della questura di Corso Verona, dove le persone straniere fanno la fila per ottenere il permesso di soggiorno: "Resistere agli sgomberi, fermare le espulsioni, libertà per gli arrestati", è stato lo slogan più gridato dai e dalle manifestanti. La questura di Corso Verona è diretta da Rosanna Lavezzaro, la dirigente che ha ordinato le cariche la sera del 10 dicembre (sera dello sgombero de Lostile) e che quotidianamente firma i fogli delle espulsioni.

Processo Atesia

Udienza, oggi, a Roma del processo contro 15 lavoratrici e lavoratori del COLLETTIVO PRECARIATESIA e della ACCCP (Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà), per aver dato vita insieme alla Confederazione COBAS e allo SLAI-COBAS, il 1° giugno 2006, ad UNO DEGLI SCIOPERI PIÙ IMPORTANTI che abbiano segnato la vertenza ATESIA (lotta che ha prodotto nel 2007 la stabilizzazione, con contratto a tempo indeterminato, di oltre 20.000 lavoratrici e lavoratori nei call center di tutta Italia).L’accusa formale al processo in corso a Roma contro per i lavoratori è di “Violenza Privata” e “Manifestazione non Autorizzata” ma l’obiettivo è, in accordo con l’ulteriore stretta al diritto di sciopero e di mobilitazione da parte di lavoratori e lavoratrici. CORRISPONDENZA

ESTERI

Algeria: femminicidi ripetuti negli anni

Hassi Massaoud. Un città algerina nata sul petrolio ai limiti del deserto del Sahara. Un "luogo di sopravvivenza" per le donne ripudiate, madri single o giovani disoccupate provenienti da tutta l'Algeria che lì hanno trovato lavoro come donne delle pulizie,cuoche, inservienti, impiegate, e vivono -spesso in bidonville- tra loro coi figli.

Abituate a essere insultate, infastidite, a volte aggredite "Gli uomini erano gelosi, sciocati dal nostro lavorare..." sono state prese alla sprovista quando la notte del 13 luglio 2001 si scatena l'inferno. Dopo la predica virulente di un imam integrista, centinaia di uomini hanno fatto trruzione in una bidonville. Per 5 ore decine di donne sono state picchiate, violentate, mutilate. Violenze che si sono ripetute in altri quartieri della città il 17 e poi il 23 e 24 luglio 2001, e a Tebessa dove negozi di donne sole sono stati distrutti.

Ma purtroppo non è finito: nell'aprile 2010 bande di uomini incapucciati ed inferociti hanno di nuovo aggredite, picchiate, derubate e violentate decine di donne di Hassi Massaoud.


Gr 13:00

Serbia, familiari di Mladic chiedono la morte presunta

La famiglia di Ratko Mladic, comandante militare dei serbi di Bosnia durante il conflitto degli anni Novanta, ricercato dal Tribunale Penale Internazionale (Tpi) dell'Aja, avrebbero avviato la procedura burocratica per la dichiarazione di morte presunta del loro congiunto.

Lo riferisce oggi il quotidiano Vecernje Novosti, secondo cui le formalità saranno sbrigate dalla famiglia Mladic entro la fine di maggio presso il tribunale di Belgrado. Milos Saljic, avvocato della famiglia Mladic, ha dichiarato al giornale: La famiglia ha preso questa decisione non solo a causa dei problemi legati alle proprietà e alle pensioni congelate ma anche per le persecuzioni quotidiane alle quali è soggetta. Il legale ha precisato che in base alla legge la procedura di dichiarazione di morte può essere avviata se la persona scomparsa ha più di settanta anni e se su di essa non si hanno più notizie da più di cinque anni. Rasim Ljajic, ministro del Lavoro e capo della commissione statale per la cooperazione con il Tpi, ha commentato: Non ho mai visto nulla di simile. Migliaia di persone sono scomparse durante le guerre e nessuno dei familiari ha chiesto ai tribunali di dichiarare la loro morte, anche se in tanti casi sia passato molto più tempo dalla loro scomparsa e sia molto più verosimile che non siano più in vita. La famiglia di Mladic ha preso questa iniziativa proprio perchè sa che lui è ancora vivo. Noi non faremo caso a questa presa in giro delle istituzioni statali della Serbia, e continueremo a cercare Mladic con la stessa intensità. I diari di Mladic, accusato tra le altre cose dal Tpi del massacro di 8mila civili a Srebrenica, nel 1995, sono stati consegnati la scorsa settimana all'Aja, nell'ambito del processo contro Radovan Karadzic, leader politico dei serbi di Bosnia durante il conflitto.

Primo stop all'Agrexco, che finanzia le colonie israeliane

Dopo mesi di lavoro, la «rete stop Agrexco» incassa la prima vittoria: le catene di supermercati Coop e Conad nel nord Italia non commercializzeranno più i prodotti della Agrexco. L'azienda israeliana vende anche prodotti agricoli provenienti delle colonie israeliane nei Territori occupati palestinesi. Senza alcuna tracciabilità. Il boicottaggio continua.

Niente più agrumi e datteri «made in colonie israeliane nei territori palestinesi occupati» sugli scaffali di Coop e Noardiconad, il gruppo che fa da centro di acquisto e distribuzione di Conad nel nord Italia. Le due grandi catene italiane di supermercati, Coop e Nordiconad, hanno infatti deciso di sospendere la vendita di merci della Agrexco, principale azienda esportatrice israeliana di prodotti agricoli. La società israeliana commercializza anche ortaggi e frutta coltivati nelle colonie lungo la valle del Giordano nei Territori palestinesi occupati. Il tutto sotto il marchio Carmel, ma senza l’indicazione del luogo di produzione.

Corea del Nord sul piede di guerra. Sale la tensione con Seul

Kim Jong-il ha ordinato ai suoi militari di mettersi sul piede di guerra. A riferirlo è l'agenzia sudcoreana Yonhap, citando fonti della Corea del Nord. L'ordine di massima allerta, con tanto "di pronti a combattere se attaccati", è stato riferito dal gruppo di rifugiati del Nord a Seul, North Korea Intellectuals Solidarity (Nkis), secondo cui "le disposizioni sono state trasmesse pubblicamente a tutta la nazione". Il gruppo ha precisato che la disposizione è stata impartita il 20 maggio scorso, dopo che la Corea del Sud ha diffuso i risultati delle indagini condotte dalla commissione internazionale che ha attribuito a un siluro di Pyongyang la causa dell'affondamento della corvetta Cheonan, avvenuto il 26 marzo scorso, causando la morte di 46 persone. "L'assetto da combattimento è stato quindi deciso prima che la Corea del Sud annunciasse le pesanti contromisure verso il Nord, con il blocco, tra l'altro, dell'interscambio commerciale e degli altri rapporti ad eccezione del distretto di Kaesong. Misure decise ieri. "Non speriamo nella guerra, ma se la Corea del Sud, con gli Stati Uniti e il Giappone alle spalle, cerca di attaccarci, Kim Jong-il - secondo quanto detto nel messaggio da un altro ufficiale - ci ha ordinato di portare a termine il processo di riunificazione della penisola, abbandonato nel corso della guerra di Corea".

Iran, libero su cauzione il regista Panahi

Torna libero il regista iraniano Jafar Panahi, arrestato il 2 marzo scorso a Teheran, con l'accusa di aver provato a girare un film sulle manifestazioni nate dopo le elezioni presidenziali di un anno fa. Panahi, scarcerato su cauzione dalla prigione di Evin nella capitale, regista noto per il film Il cerchio, doveva essere in questi giorni al Festival del cinema di Cannes, in qualità di giurato. Panahi, che aveva iniziato uno sciopero della fame, attenderà adesso l'esito della causa contro di lui.

Thailandia, mandato di arresto per Thaksin

Un tribunale thailandese ha emesso oggi un mandato di cattura per Takhsin Shinawatra, ex premier deposto nel 2006 e leader in esilio del movimento delle camice rosse. Lo rendono noto fonti ufficiali tailandesi. Shinawatra, quando era premier nel 2006, era stato deposto da un golpe. Da allora vive in Inghilterra dove, nel 2008, è stato raggiunto da una condanna in contumacia per corruzione e conflitto d'interessi. Nel 2007 il suo partito, con il braccio destro di Shinawatra come leader, ha vinto le elezioni, ma il risultato delle urne è stato invalidato dalla Corte Costituzionale. Dopo la nomina, nel 2008, a premier del leader dell'opposizione Abhisit Vejjajiva erano iniziate le proteste dei sostenitori di Shinawatra, noti come il movimento delle camice rosse. Nei giorni scorsi l'esercito ha usato la forza per sgomberare i dimostranti pro Shinawatra dal centro di Bangkok.

KINGSTON: VITTIME IN INTENSI COMBATTIMENTI TRA ESERCITO E NARCOS

Sono almeno quattro le persone morte nelle intense sparatorie avvenute nelle ultime ore a Kingston, capitale della Giamaica, dove le forze di sicurezza (polizia ed esercito) hanno dato l’assalto al quartiere occidentale di ‘Tivoli Garden’ considerata la roccaforte di Christopher ‘Dudus’ Coke, trafficante di droga per il quale gli Stati Uniti hanno chiesto l’estradizione. Lo riferiscono stamani i principali quotidiani locali, precisando che, come scrive ‘The Gleaner’, il bilancio è provvisorio dal momento che secondo le testimonianze “un numero indeterminato di civili è rimasto ucciso nei combattimenti”. La maggioranza dei “civili” sarebbe composta da membri dei gruppi armati che da questo fine settimana si stanno opponendo all’arresto e all’estradizione del boss del narcotraffico. I giornali confermano l’intensità degli scontri avvenuti ieri e durante la notte, riportando l’uso di mortai, armi pesanti e (ma si tratta di un’informazione ancora da verificare) di almeno un mezzo aereo che avrebbe bombardato alcune aree del quartiere.

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Gr 9:30

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ITALIA


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gror100525 (last edited 2010-05-25 17:25:32 by anonymous)