Gr 19:30

in questa edizione ci occuperemo della VICENDA che vede protagonisti tre compagni baschi, arrestati ieri dalla digos durante un azione dimostrativa davanti a palazzo Chigi; passeremo poi al PRESIDIO dei movimenti uniti contro le nocività che si è svolto stamattina davati alla sede delal regione lazio; per parlare poi dell'azione dei movimenti per il diritto all'abitare della nostra città all'ennesima conferenza- farza sul futuro urbanistico della nostra città;

ci occuperemop alla LETTERa iNVIATACI dai reclusi del lager di ponte galeria; DEI NUOVI SBARCHI DI MIGRANTI IN puglia, per terminare con l'assurda vicenda che sindacalisti e militanti ternani vittime della repressione da parte della questura.

per quanto riguarda gli esteri invece andremo a parlare delle nuove e più realistriche stime sul disastro ambientale nel golfo del Messico, degli scontri in kigikistan e in afganistan.

ITALIA

Comitati uniti contro la Regione sTAMATTINA DAVANTI ALLA SEDE DELLA REGIONE SI è svolta la manifestazione dei movimenti contro le nocivuità e le devastazioni ambientali della regione lazio ù Dopo la grande manifestazione del 6 marzo, i movimenti territoriali del Lazio tornano a incalzare in maniera unitaria la Regione. E stavolta lo fanno con una moratoria, per chiedere il ritiro di tutti i progetti nocivi e devastanti che ricadono nell’area. Si muovono in difesa della salute pubblica e dell’ambiente, vogliono «restituire potere decisionale ai cittadini, contro la militarizzazione del territorio e la criminalizzazione delle resistenze popolari». L’assemblea permanente No Fly di Ciampino, il comitato Fiumicino resiste No al Porto, la Rete dei cittadini contro la turbogas Aprilia, i No Coke Alto Lazio, il comitato No Corridoio Roma-Latina, la Rete per la tutela della Valle del sacco, il Comitato per il risanamento ambientale di Guidonia e il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano, convocano una manifestazione unitaria dei movimenti del Lazio. «La volontà popolare deve essere rispettata - dicono -, nulla deve essere deciso sulla nostra testa». corrispiondenza ror

Blitz dei movimenti per il diritto all'abitare

Nella vetrina della Festa dell'Architettura si materializzano i fantasmi della metropoli e prendono parola

«Abitare a Roma: cambiare le periferie»: questo il titolo della tavola rotonda fra architetti, istituzioni accademiche e amministrazioni locali in programma stamattina nell'ambito della “Festa dell'Architettura". L’ennesimo convegno, grandi “archistar” a raduno accanto ad architetti emergenti in cerca di gloria, insieme per discutere il futuro di Roma. Per dare logica e lustro alle mirabolanti uscite del Sindaco di Roma e soprattutto ai suoi desideri ormai non più tanto nascosti: servire ancora una volta Roma su un piatto d’argento al gran banchetto della rendita e della speculazione. Ma dove sono finiti i reali problemi della città e delle periferie? Ma i movimenti per il diritto all'abitare nonci stanno e sono decisi a ribaltare un disegno del territorio che diffonde nocività e moltiplica disagio. corrispondenza ror

LETTERA DEI MIGRANTI RECLUSI NEL CIE DI PONTE GALERIA

«Il cibo che ci danno da mangiare è scaduto, le celle in cui dormiamo hanno materassi vecchi, per questo scegliamo di dormire per terra, tanti tra di noi hanno la scabbia e la doccia e i bagni non funzionano». Siamo in Italia, nel Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria, a Roma. A denunciare una situazione che ha dell'inverosimile, in un Paese che si definisce civile, sono un gruppo di migranti reclusi. «La carta igenica viene distribuita solo 2 giorni a settimana, chi dovrebbe pulire non lo fa e lascia sporco il posto in cui ci costringono a vivere» E ancora: «Ci sono detenuti che vengono da altri centri di reclusione oppure dal carcere, e sono stati abituati a seguire una terapia, ma qui ci danno solo sonniferi e tranquillanti per farci dormire tutto il giorno. E quando chiediamo di andare in infermeria perché stiamo male, Auxilium ci costringe ad aspettare, e se insistiamo una banda di 8-9 poliziotti ci chiude in una stanza con le manette, s’infilano i guanti per non lasciare traccia e ci picchiano forte». La lettera, inviata dai detenuti del Cie romano a Radio Onda rossa, è rivolta «A tutte le persone che vivono in questo Paese, a chi crede ai giornali e alla televisione». I reclusi contestano la versione che i media hanno dato della rivolta scoppiata lo scorso 3 giugno. Secondo quanto riportato nel comunicato, i disordini sarebbero seguiti al violento pestaggio di un migrante malato che chiedeva solo di essere curato, e non alla tentata evasione da parte di alcuni detenuti. In risposta al gesto di alcuni reclusi che per protestare contro le condizioni di detenzione stavano portando avanti uno sciopero della fame, gli operatori di Auxilium, cooperativa che gestisce il Centro, si sarebbero rifiutati di somministrare ai detenuti i medicinali dovuti. «Uno di noi - raccontano i migranti - è andato a parlare con loro, ma l’hanno portato dentro una stanza dove non ci sono telecamere e l’hanno picchiato. La gente allora ha iniziato a urlare chiedendo di lasciarlo stare. Ma in quel momento sono entrati quasi 50 poliziotti. Avevano con loro un oggetto elettrico che quando tocca la gente, la gente cade a terra. Allora siamo saliti tutti sopra le sbarre - continuano - e qualcuno ha bruciato un materasso. Da quella notte non ci hanno fatto mangiare né prendere medicine per due giorni». Squarci di vita quotidiana in un luogo dove vengono trattenute persone che non hanno commesso alcun reato. A Ponte Galeria come in altri Centri d'Italia non ci sono medici specialisti per le emergenze sanitarie, né un ginecologo che possa assicurare alle donne le cure dovute. «Le condizioni igieniche sono talmente scadenti che si stanno propagando malattie molto gravi. Nel Cie di Ponte Galeria si sta diffondendo la sifilide. Sono già due i casi accertati». Ed è cosi che vivere all'interno dei Cie si trasforma in un incubo, in un'esperienza che non può che essere gridata. A squzarciagola.

- A TERNI LA QUESTURA LEDE LO STATO DI DIRITTO ! GRAVE INTIMIDAZIONE A DANNO DI 12 COMPAGNI COBAS E ANTIFASCISTI

Il Questore di Terni , abusando dei suoi poteri – attraverso misure amministrativo/repressive, ancora previste dalla famigerata “ legge Scelba del ‘56” e dal TULPS fascista – sta intentando di sequestrare i fondamentali diritti politici sanciti dalla Costituzione a 12 compagni , tra i principali animatori della vita sindacale , sociale,culturale e politica del territorio Ternano. A questi compagni è stato applicato il provvedimento "dell’avviso orale ”, una pesante minaccia tesa ad impedire le libertà individuali e di movimento , che impone “ di tenere comportamenti conformi alla legge(Scelba) , in caso contrario saranno proposti al Tribunale di Terni per l’applicazione della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza. Il Coordinatore della Confederazione Cobas della Provincia di Terni, Franco Coppoli, e un lavoratore Cobas della Tyssen Krupp, sono nella illegale “ lista nera” predisposta dalla Questura di Terni-Divisione Anticrimine-Sezione misure di prevenzione e sicurezza . Ciò la dice tutta sulle subdole intenzioni del Questore di Terni , che interviene a “ gamba tesa” contro i protagonisti della ripresa conflittuale nel tessuto produttivo e sociale Ternano, sottoposto ai diktat padronali della Tyssen Krupp , agli scempi della devastazione ambientale , agli scandali della Pubblica Amministrazione,alle provocazioni dei neofascisti.La Confederazione Cobas , parte integrante di un vasto e diffuso movimento proteso al rinnovamento profondo della società italiana – usurpata e avvilita da una cricca politico-economica corrotta e alla bancarotta – non smetterà un attimo dal denunciare soprusi e crimini da qualsiasi parte provengano.

ASSEMBLEA PUBBLICA COOPERATIVE SOCIALI IL 12 GIUGNO ALLE ORE 10 - PRESSO LA SALA DELLA PROVINCIA (Palazzo Valentini) Via IV Novembre 119 - SALA DI LIEGRO

Mentre le Cooperative Sociali sono in attesa della proroga del servizio della manutenzione del verde in scadenza il 30 giugno pare che il Comune di Roma dal 01 luglio 2010 intenda affidare la manutenzione del verde pubblico cittadino all’Ama Spa che è l’azienda di igiene urbana che opera sul territorio comunale di Roma con unico socio il Comune di Roma stesso. Pare che l’Ama sia disponibile ad effettuare tale intervento a fronte di circa diecimilioni di euro concessi dal Gabinetto del Sindaco per il Decoro Urbano. Un intervento che annullerà quasi del tutto l’esperienza precipua ed insostituibile di molte cooperative sociali d’inserimento lavorativo e lascerà disoccupati 400 lavoratori delle Cooperative Sociali (270 dei quali svantaggiati: persone con disabilità fisiche e psichiche, ex tossicodipendenti, detenuti, tutte categorie difficilmente ricollocabili in altri ambiti) e 200 lavoratori di Roma Multiservizi Spa, molti dei quali già stabilizzati dal Comune di Roma in quanto LSU e LPU.

Recentissimamente il Sindaco, in un pubblico convegno organizzato da Confcooperative, ha esaltato il concetto di sussidiarietà ed il valore della cooperazione sociale, allora deve spiegare perché le sue dichiarazione pubbliche non sono in linea con i suoi atti politico-amministrativi in Campidoglio? Perché con un unico atto di Giunta vuole stroncare totalmente un’ormai ventennale esperienza che ha contribuito a rendere più giusta e più sicura la nostra città? L’Ama per espletare il servizio di manutenzione del verde ricorrerà al lavoro interinale, precarizzando così ancor di più i lavoratori già scarsamente tutelati.

Le Cooperative Sociali unitamente alle organizzazioni di rappresentanza ed ai sindacati dei lavoratori annunciano la loro mobilitazione contro i provvedimenti della giunta comunale e nei prossimi giorni eserciteranno tutte le pressioni democratiche necessarie affinché questa scellerata iniziativa non venga portata avanti. Coordinamento delle Cooperative Sociali di Roma

Quattro algerini ospiti del centro di accoglienza di Cagliari-Elmas, che nella notte hanno ingoiato volontariamente dello shampoo, sono stati trasferiti in ospedale. L'episodio e' avvenuto attorno alla mezzanotte di ieri. I nordafricani, intercettati nei giorni scorsi mentre tentavano di sbarcare sulle coste sudoccidentale della Sardegna dopo una trasversata in mare su piccole imbarcazioni, sono stati accompagnati negli ospedali cagliaritani "Brotzu" e "Santissima Trinita'", scortati da agenti. I migranti sono stati dimessi con una prognosi di un giorno di cure. I quattro sono stati riaccompagnati nel centro di accoglienza. Sull'episodio indagano gli agenti della questura di Cagliari Passiamo invece in Puglia dove Durante dei controlli,i militari della Guardia di finanza hanno intercettato, dieci miglia a sud del capo di Santa Maria di Leuca, un gommone su cui erano 35 cittadini di nazionalita' pakistana, iraniana ed afghana. I militari hanno inoltre arrestato lo scafista, un cittadino albanese.I migranti dopo essere stati trasbordati a bordo delle unita' navali, sono stati condotti nella caserma della Guardia di finanza di Gallipoli per le procedure di identificazione.

ESTERI Usa, nuove stime sulla macchia di petrolio: ogni giorno una fuoriuscita di 25-30mila barili Ogni giorno si registra una fuoriuscita di 25- 30mila barili di petrolio. Il governo americano ha raddoppiato la stima della quantità di petrolio che si sta riversando nel golfo del Messico dal pozzo sottomarino della British Petroleum. Nuovi dati che, sebbene ancora preliminari, sono molto più alti dall'iniziale stima di 12-19mila barili al giorno.I dati sono stati presentati da una commissione del governo, il Flow Rate Technical Group, ed avranno certamente conseguenze sulle richieste di risarcimento alla Bp. Il New York Times ha inoltre sottolineato come questi dati accrescano i sospetti sulla mancata trasparenza da parte della compagnia britannica.Rispetto al disastro ambientale della petroliera Exxon Valdez in Alaska, finora considerato la peggior catastrofe ambientale subita dagli Stati Uniti, è come se ogni otto-dieci giorni si verificasse nel Golfo del Messico un disastro di pari entità.

Afghanistan, nove morti per l’esplosione di una bomba Nove civili, tra i quali quattro donne e tre bambini, sono morti per l’esplosione di una bomba nella provincia di Kandahar, in Afghanistan e altri otto sono stati feriti. L’esplosione, avvenuta sul ciglio della strada principale che collega Kandahar con l’Helmand, ha investito un minibus. Un altro attacco suicida è avvenuto ieri durante una festa di nozze nel distretto di Arghandab, uccidendo 40 persone. Da quando la Nato ha annunciato, per questo mese, il lancio di un’offensiva contro i talebani, nella provincia di Kandahar si sono intensificate le violenze.

Ancora sangue in Kirghizistan Ventitré morti e oltre trecento feriti. E' questo il pesante bilancio della nuova rivolta antigovernativa scoppiata la notte scorsa nella città di Osh, nel sud del Kirghizistan, e sedata solo questa mattina con l'arrivo dei carri armati e con l'imposizione dello stato d'emergenza e del coprifuoco.Com'era già accaduto in scala minore un mese fa nella vicina città di Jalalabad (dove i morti furono due e i feriti una settantina), i sostenitori del deposto presidente Kurmanbek Bakiyev, armati di bastoni e fucili, hanno messo a ferro e fuoco la città, dando alle fiamme edifici e auto, per poi scontrarsi con le bande giovanili che appoggiano il governo provvisorio di Roza Otunbayeva (salto al potere in seguito alle sanguinose sommosse popolari di aprile). La situazione politica nella ex repubblica sovietica è molto tesa in vista del referendum del 27 giugno sulla nuova Costituzione, cui seguiranno, in ottobre, le elezioni del nuovo parlamento (non le presidenziali, come inizialmente promesso dalla Otunbayeva, che ha invece deciso di manterene l'interim fino al 2011).L'escalation della violenza politica in Kirghizistan è particolarmente preoccupante per i suoi risvolti etnici. I rivoltosi di Osh, come quelli di Jalalabad, appartengono infatti alla minoranza uzbeca, mentre i sostenitori del governo sono kirghisi. Il timore è che l'instabilità politica seguita alla caduta del regime di Bakiyev riporti a galla le mai sopite tensioni etniche che hanno sempre caratterizzato la storia di questo Paese, caratterizzato da una forte presenza autonomista di uzbechi nella fertile regione agricola meridionale del Fergana. Eredità dei confini anti-etnici tracciati da Stalin, che ripartì questa popolazione tra tre diverse repubbliche sovietiche: Uzbekistan, Tagikistan e appunto Kirghizistan.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

Italia, il mito della società perfetta

C'è voluto un articolo sull'American Journal of Transplantation, rivista scientifica che si occupa della tematica dei trapianti, per scuotere l'opinione pubblica italiana su quanto deciso dalla Regione Veneto con la delibera 851 del 31 marzo 2009. Gli autori della denuncia sono due nefrologi del “Gemelli” di Roma, Maurizio Bossola e Nicola Pannocchia, e uno psicologo dell'Università della California, Giacomo Vivanti, che hanno accusato le istituzioni regionali venete di discriminare i disabili mentali.

Il Veneto, serbatoio di voti della Lega Nord, corre ai ripari e parla di strumentalizzazioni e di fraintendimenti. Eppure il testo è molto chiaro e non lascia spazio a travisamenti. Si legge, infatti, che “costituiscono controindicazioni assolute al trapianto d'organo i seguenti fattori: psicosi florida, danni cerebrali irreversibili, ritardo mentale (Q.I <50); abuso/dipendenza da sostanze o alcool; ideazione suicidaria attiva; recente tentativo di suicidio; assenza di compliance terapeutica”. Ma non solo. Nella delibera vengono anche indicate le “controindicazioni relative al trapianto”. La lista in questo caso si allunga notevolmente e tra i fattori che possono costituire un impedimento al trapianto ci sono, ad esempio, “disturbi affettivi in atto, ritardo mentale con Q.I <70, suicidio tentato nel passato, insufficiente grado di informazione...”.

Difficile, dunque, fraintendere, travisare, strumentalizzare espressioni tanto chiare e semplici. “E' anomalo – dice Maurizio Bossola a PeaceReporter – che sia un organo politico a dettare le linee guida per i trapianti. Solitamente le regole sono stabilite dalle società scientifiche, che si avvalgono della professionalità degli specialisti. Non c'è una motivazione clinica, costituzionale o giuridica che possa giustificare questa scelta della Regione Veneto”. Lo scopo dell'articolo, come spiega sempre Bossola, non è quello di fare politica, ma di avviare una riflessione su un tema tanto delicato e capire il significato di questa aberrante discriminazione nei confronti dei malati mentali. “Stando a quanto stabilito dalla delibera – dice il nefrologo del Gemelli – le persone con ritardo mentale dimostrerebbero una minore aderenza alle terapie immunosoppressive, ma non esistono studi clinici a riguardo. In più, per valutare l'intelligenza dei singoli individui si usa uno strumento grossolano come il quoziente intellettivo, che non è per nulla scientifico”.

Secondo la Regione Veneto i malati mentali, non capendo l'importanza di assumere la terapia antirigetto post-intervento, dovrebbero essere esclusi dalle liste per i trapianti. “Anche i bambini – continua Bossola – non sono in grado di capire l'importanza delle terapie del post-trapianto, ma si presume che abbiano dei genitori che si prendano cura di loro. Non capisco, allora, perché non si possono fare le stesse considerazioni per i malati mentali. Non esistono cittadini di serie A e di serie B, tutti hanno il diritto di essere curati. Come medico il mio obiettivo è curare tutti, senza fare distinzioni”.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Scontri in Kirghizistan: oltre 10 morti e piu' di 200 feriti

E' salito a 17 morti e oltre 200 feriti il bilancio degli scontri inter-etnici avvenuti durante la notte e alle prime luci dell'alba a Och, nel sud del Kirghizistan. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della Salute, aggiungendo che molti dei feriti sono colpiti da armi da fuoco.

Proprio per il riaccendersi di tensioni etniche il governo provvisorio del Kirghizistan ha decretato da oggi fino al 20 giugno lo stato di emergenza e il coprifuoco nella citta' di Och.

Due mesi fa Bakiev venne deposto da una rivolta giudata dalla leader dell'opposizione Roza Otunbaieva e appoggiata da Mosca. Il Kirghizistan e' un alleato chiave di Washington per la guerra in Afghanistan.

Iraq, sventato attentato contro l'ex premier Allawi

I servizi di sicurezza iracheni hanno scoperto un complotto per assassinare l'ex primo ministro Iyad Allawi, attuale leader dell'Alleanza irachena che ha ottenuto il maggior numero di seggi al Parlamento alle elezioni del 7 marzo scorso. La notizia è stata riportata dal quotidiano panarabo al-Sharq al-Awsat, che cita "fonti di sicurezza di alto livello irachene e arabe". Secondo tali fonti, il piano sarebbe stato "ben articolato" e pronto per essere portato a termine. "Nel complotto erano implicati esponenti locali sostenuti da una parte regionale", scrive il giornale, e sarebbero stati smascherati dai servizi di intelligence iracheni e "dai servizi segreti di un Paese arabo confinante". Anche "le forze americane in Iraq hanno contribuito a scoprire il complotto", scrive sempre al-Sharq al-Awsat, aggiungendo che "le persone coinvolte nel tentativo e le armi che dovevano essere utilizzate sono state scoperte". Il giornale conclude ricordando che Allawi è sfuggito a diversi tentativi di assassinio sin dalla caduta del regime di Saddam Hussein, nell'aprile del 2003.

ITALIA

Pensioni: 72% sotto i mille euro al mese Istat: spesa pensioni 2008 a 241,1 mld, in un anno +3,5%

Il 71,9% delle pensioni nel 2008 non ha superato i 1.000 euro mensili, stando al rapporto elaborato dall'Istat in collaborazione con l'Inps. Il 45,9% delle pensioni ha infatti importi mensili inferiori a 500 euro - precisa l'Istat - e il 26% ha importi compresi tra 500 e mille euro.

L'Istat inoltre comunica che la spesa per le pensioni nel 2008 ha raggiunto quota 241,1 miliardi di euro, con un aumento del 3,5% rispetto al 2007. La spesa - precisa l'Istat - ha raggiunto il 15,38% del Pil.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


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gror100611 (last edited 2010-06-11 17:31:45 by anonymous)