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'''In primo Piano'''
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'''Editoriale''' '''ITALIA'''
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'''NOTIZIE BREVI''' facciamo sentire la nostra solidarietà

CONCENTRAMENTO MERCOLEDì 16 GIUGNO
ORE 21.00
Piazza dell'Immacolata, San Lorenzo

3/6 *Cariche e pestaggi* delle guardie in seguito ad un'evasione esplosa
al
termine di una delle tante giornate d'oppressione e violenza all'interno
del lager di Ponte Galeria.
Nella sezione maschile è rivolta, da questa mattina prendono fuoco
lenzuola
e materassi, inizia lo sciopero della fame e della sete ed in serata
tentano
la fuga almeno 10 persone.
Quattro persone fermate durante la fuga sono state pestate violentemente;
un
recluso in particolare sembra essere in condizioni gravissime. Intanto in
6
hanno conquistato la libertà.



'''PEGGIORA SITUAZIONE DEI RIFUGIATI, IN ITALIA - A RISCHIO DIRITTO D’ASILO'''

Il calo delle domande d'asilo registrato in Italia nel 2009 dimostra come i respingimenti “anziché contrastare l’immigrazione irregolare abbiano gravemente inciso sulla fruibilità del diritto di asilo”. Ad affermarlo è l’Alto commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) nel rapporto statistico annuale ‘Global Trends 2009’ pubblicato oggi. Il documento riferisce che lo scorso anno in Italia sono state presentate circa 17.000 domande d’asilo, la metà rispetto al 2008. “Una diminuzione che può essere anche attribuita alle politiche restrittive attuate nel Canale di Sicilia da Italia e Libia, fra cui la prassi dei respingimenti in mare”, sottolinea l’agenzia Onu, secondo cui alla fine del 2009 erano oltre 43 milioni nel mondo, le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni. Allo stato attuale, riferisce ancora il documento, nel nostro paese i rifugiati sono 56.000, una cifra bassa rispetto alla media europea se si tiene contro che la Germania accoglie quasi 600.000 rifugiati e l’Inghilterra circa 270.000, mentre Francia e Paesi Bassi ne ospitano rispettivamente 200.000 e 80.000. Il rapporto indica che il numero complessivo dei rifugiati è rimasto relativamente stabile a 15,2 milioni, due terzi dei quali rientrano nel mandato dell’Unhcr e il restante terzo sotto la responsabilità delle Nazioni Unite e dell’organizzazione per i profughi palestinesi (Unrwa). “Grandi conflitti come quelli in Afghanistan, Somalia e Repubblica democratica del Congo non accennano ad essere risolti” ha affermato l’Alto Commissario Antonio Guterres. “Conflitti che sembravano avviarsi verso la fine o erano in via di soluzione, come nel sud del Sudan o in Iraq, sono stagnanti. Di conseguenza l’anno scorso non è stato un buon anno per il rimpatrio volontario. Anzi è stato di fatto il peggiore degli ultimi vent’anni”.
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'''ITALIA''' '''Londra - agenzie. GAZA – ALTRI CONVOGLI TENTERANNO DI INFRANGERE L’EMBARGO DA QUI A SETTEMBRE'''
 
Parlando a una folla di circa 20.000 manifestanti fuori dall'ambasciata israeliana a Londra, il fondatore di Viva Palestina George Galloway ha rivelato il suo recente progetto per infrangere l'embargo di Gaza. Due convogli – uno via terra e l'altro via mare – si metteranno in viaggio simultaneamente domenica 12 settembre alla volta della città assediata. L'organizzazione sarà affidata a Viva Palestina, al Comitato internazionale per la fine dell'assedio di Gaza e a qualsiasi alleato deciderà di unirsi alle due associazioni. Il convoglio di terra partirà da Londra e attraverserà l'Europa fino ad arrivare in Turchia, Siria e infine a Gaza tramite il passaggio di Rafah. Il convoglio di mare batterà le coste del Mediterraneo raccogliendo navi, carichi e volontari da ogni nazione. L'obiettivo è entrare nel porto di Gaza con 60 navi.Lo scopo finale sarà quello di arrivare alle frontiere di Gaza contemporaneamente. E di entrare con il più grande convoglio umanitario di tutti i tempi. E di rendere quindi l'assedio nullo e privo di senso. Intanto mentre dal Libano giungono notizie relative alla organizzazione di due navi con aiuti umanitari per la popolazione palestinese di Gaza, Israele lancia oggi un preciso avvertimento al governo di Beirut: «Se a bordo di quelle navi ci saranno attivisti degli Hezbollah, la responsabilità ricadrà sul governo libanese» ha detto alla radio militare una fonte di sicurezza. Da parte sua il ministro delle finanze Yuval Steinitz (Likud) ha ribadito che Israele intende mantenere il blocco marino a Gaza per impedire che Hamas diventi una minaccia militare simile a quella degli Hezbollah. «La rimozione del blocco a Gaza significa un rafforzamento dell'assedio a Israele» ha detto Steinitz, riferendosi alla valutazione israeliana secondo cui la attivazione di un porto a Gaza consentirebbe a Hamas di ricevere importanti forniture militari. Un responsabile israeliano alla sicurezza ha aggiunto che non è possibile verificare in alto mare il carico delle navi dirette a Gaza. Per avere la certezza che esse non trasportino armi è necessario condurre le ispezioni in un porto, ha aggiunto. A quanto pare dal Libano sono in procinto di partire per Gaza due navi con centinaia di persone a bordo. Secondo la stampa locale, la marina militare israeliana è pronta ad intercettarle.Israele ha chiesto ai governi dell'Unione Europea d'impedire la partenza dai loro porti di altre navi dirette verso la Striscia di Gaza e di prevenire la partecipazione di loro cittadini a queste spedizioni. Lo scrive il sito Ynet news, citando fonti del ministero degli Esteri israeliano. A quanto si legge, il messaggio è stato ricevuto positivamente dai paesi europei che vogliono evitare nuovi scontri, a patto che il blocco a Gaza possa essere ridotto con mezzi diplomatici. Le forze di sicurezza israeliane si preparano intanto a bloccare le nuove imbarcazioni che tenteranno di forzare il blocco navale imposto alla Striscia di Gaza. Una prima nave, la Naji al Ali, dovrebbe arrivare al più presto dal Libano, con a bordo una dozzina di giornalisti e di attivisti europei, fra cui parlamentari, e un carico di aiuti umanitari ed materiale scolastico. Il viaggio , scrive Ynet, è stato organizzato dal gruppo Free Palestine e da Reporter senza frontiere. Altre due navi dovrebbero arrivare a breve dall'Iran. Una nuova flottiglia con 10-15 navi, chiamata Freedom Fleet II, dovrebbe arrivare entro ottobre con la fine del Ramadan.

''' M.O - SHIN BET CONTRARIO A STOP EMBARGO GAZA, NON C'È CRISI UMANITARIA'''

Rimuovere l'embargo navale a Gaza sarebbe per Israele uno «sviluppo pericoloso oltre che non necessario, visto che »non c'è una crisi umanitaria nella Striscia. Lo ha affermato Yuval Diskin, direttore del sevizio di sicurezza israeliano Shin Bet, intervenuto di fronte alla commissione Affari esteri e Difesa della Knesset. Sarebbe una grave violazione della sicurezza, anche se le navi fossero perquisite nei porti internazionali lungo il percorso per Gaza, ha detto, citato dal sito del quotidiano Haartez. Diskin ha poi affermato che Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, continua ad armarsi e a guadagnare forza, sia producendo armi, sia importandone clandestinamente. Hamas e la Jihad Islamica sono in possesso di cinquemila razzi a Gaza, con un raggio di oltre 40 chilometri - ha spiegato - Di questi razzi, quattromila appartengono a Hamas.

'''CINA: ESPLOSIONE IN UNA FABBRICA CHIMICA, 1 MORTO'''

Un'esplosione avvenuta in un impianto chimico nella provincia del Jiangxi, nella Cina orientale, ha provocato la morte di una persona mentre un'altra risulta al momento dispersa. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. L'incidente è avvenuto alle 5:50 del mattino ora locale quando nella fabbrica c'erano ancora poche persone. Dalle prime informazioni pervenute sembra che l'esplosione sia stata causata dallo scoppio di una caldaia. Testimoni oculari hanno dichiarato che diverse strutture della fabbrica sono crollate e che anche molte case della zona circostante hanno subito danni. Al momento non è chiaro se l'esplosione abbia causato anche danni ambientali.

‘’’RAPPORTO UNHCR 2009 - In fuga dalle guerre 43 milioni di persone: solo 251 mila rimpatriate’’’
il numero di rifugiati è il più altro dalla metà degli anni ’90, mentre quello di chi rientra spontaneamente in patria è sceso drasticamente. Nell’ultimo decennio la media si aggirava sul milione
Sono 43,3 milioni, secondo il rapporto statistico annuale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), - “Global Trends 2009” - pubblicato oggi, le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni alla fine del 2009. Si tratta del numero più alto dalla metà degli anni novanta. Allo stesso tempo, il numero di rifugiati rientrati spontaneamente a casa è il più basso degli ultimi venti anni. Il rapporto evidenzia come il numero complessivo di rifugiati, 15,2 milioni, è rimasto relativamente stabile. I due terzi di questi sono persone di competenza dell’Unhcr, il terzo rimanente rientra nelle competenze dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (Unrwa). A causa del persistere dei conflitti, più della metà dei rifugiati di competenza dell’Unhcr si trovano in situazioni di esilio protratto.
 
“Non ci sono segnali che facciano presagire una soluzione per i principali conflitti in corso, come quelli in Afghanistan, Somalia e nella Repubblica Democratica del Congo”, ha detto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres. “Quei conflitti che sembravano essere risolti o per i quali una soluzione si stava affacciando all’orizzonte, come quelli nel sud Sudan o in Iraq, sono tuttora stagnanti. Di conseguenza, il 2009 non è stato un anno positivo per i rimpatri volontari. Ed effettivamente è stato il peggiore negli ultimi venti anni”. Secondo il rapporto Unhcr solo 251 mila rifugiati sono rientrati nelle loro case nel 2009, laddove la media annuale nell’ultimo decennio si aggirava sul milione di rimpatriati.
 
“La maggior parte dei rifugiati nel mondo sono in esilio da cinque o più anni. E dato che sono pochi i rifugiati che possono tornare a casa, questa proporzione crescerà inevitabilmente,” ha aggiunto Guterres, riferendosi ai 5,5 milioni di rifugiati di competenza dell’Unhcr in situazioni di esilio protratto. La percentuale di sfollati, persone in fuga dai conflitti all’interno del proprio paese, è cresciuta del 4%: alla fine del 2009 gli sfollati interni erano 27.1 milioni.

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Fonti

Gr 19:30

Sommario

ITALIA

facciamo sentire la nostra solidarietà

CONCENTRAMENTO MERCOLEDì 16 GIUGNO ORE 21.00 Piazza dell'Immacolata, San Lorenzo

3/6 *Cariche e pestaggi* delle guardie in seguito ad un'evasione esplosa al termine di una delle tante giornate d'oppressione e violenza all'interno del lager di Ponte Galeria. Nella sezione maschile è rivolta, da questa mattina prendono fuoco lenzuola e materassi, inizia lo sciopero della fame e della sete ed in serata tentano la fuga almeno 10 persone. Quattro persone fermate durante la fuga sono state pestate violentemente; un recluso in particolare sembra essere in condizioni gravissime. Intanto in 6 hanno conquistato la libertà.

PEGGIORA SITUAZIONE DEI RIFUGIATI, IN ITALIA - A RISCHIO DIRITTO D’ASILO

Il calo delle domande d'asilo registrato in Italia nel 2009 dimostra come i respingimenti “anziché contrastare l’immigrazione irregolare abbiano gravemente inciso sulla fruibilità del diritto di asilo”. Ad affermarlo è l’Alto commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) nel rapporto statistico annuale ‘Global Trends 2009’ pubblicato oggi. Il documento riferisce che lo scorso anno in Italia sono state presentate circa 17.000 domande d’asilo, la metà rispetto al 2008. “Una diminuzione che può essere anche attribuita alle politiche restrittive attuate nel Canale di Sicilia da Italia e Libia, fra cui la prassi dei respingimenti in mare”, sottolinea l’agenzia Onu, secondo cui alla fine del 2009 erano oltre 43 milioni nel mondo, le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni. Allo stato attuale, riferisce ancora il documento, nel nostro paese i rifugiati sono 56.000, una cifra bassa rispetto alla media europea se si tiene contro che la Germania accoglie quasi 600.000 rifugiati e l’Inghilterra circa 270.000, mentre Francia e Paesi Bassi ne ospitano rispettivamente 200.000 e 80.000. Il rapporto indica che il numero complessivo dei rifugiati è rimasto relativamente stabile a 15,2 milioni, due terzi dei quali rientrano nel mandato dell’Unhcr e il restante terzo sotto la responsabilità delle Nazioni Unite e dell’organizzazione per i profughi palestinesi (Unrwa). “Grandi conflitti come quelli in Afghanistan, Somalia e Repubblica democratica del Congo non accennano ad essere risolti” ha affermato l’Alto Commissario Antonio Guterres. “Conflitti che sembravano avviarsi verso la fine o erano in via di soluzione, come nel sud del Sudan o in Iraq, sono stagnanti. Di conseguenza l’anno scorso non è stato un buon anno per il rimpatrio volontario. Anzi è stato di fatto il peggiore degli ultimi vent’anni”.

ESTERI

Londra - agenzie. GAZA – ALTRI CONVOGLI TENTERANNO DI INFRANGERE L’EMBARGO DA QUI A SETTEMBRE

Parlando a una folla di circa 20.000 manifestanti fuori dall'ambasciata israeliana a Londra, il fondatore di Viva Palestina George Galloway ha rivelato il suo recente progetto per infrangere l'embargo di Gaza. Due convogli – uno via terra e l'altro via mare – si metteranno in viaggio simultaneamente domenica 12 settembre alla volta della città assediata. L'organizzazione sarà affidata a Viva Palestina, al Comitato internazionale per la fine dell'assedio di Gaza e a qualsiasi alleato deciderà di unirsi alle due associazioni. Il convoglio di terra partirà da Londra e attraverserà l'Europa fino ad arrivare in Turchia, Siria e infine a Gaza tramite il passaggio di Rafah. Il convoglio di mare batterà le coste del Mediterraneo raccogliendo navi, carichi e volontari da ogni nazione. L'obiettivo è entrare nel porto di Gaza con 60 navi.Lo scopo finale sarà quello di arrivare alle frontiere di Gaza contemporaneamente. E di entrare con il più grande convoglio umanitario di tutti i tempi. E di rendere quindi l'assedio nullo e privo di senso. Intanto mentre dal Libano giungono notizie relative alla organizzazione di due navi con aiuti umanitari per la popolazione palestinese di Gaza, Israele lancia oggi un preciso avvertimento al governo di Beirut: «Se a bordo di quelle navi ci saranno attivisti degli Hezbollah, la responsabilità ricadrà sul governo libanese» ha detto alla radio militare una fonte di sicurezza. Da parte sua il ministro delle finanze Yuval Steinitz (Likud) ha ribadito che Israele intende mantenere il blocco marino a Gaza per impedire che Hamas diventi una minaccia militare simile a quella degli Hezbollah. «La rimozione del blocco a Gaza significa un rafforzamento dell'assedio a Israele» ha detto Steinitz, riferendosi alla valutazione israeliana secondo cui la attivazione di un porto a Gaza consentirebbe a Hamas di ricevere importanti forniture militari. Un responsabile israeliano alla sicurezza ha aggiunto che non è possibile verificare in alto mare il carico delle navi dirette a Gaza. Per avere la certezza che esse non trasportino armi è necessario condurre le ispezioni in un porto, ha aggiunto. A quanto pare dal Libano sono in procinto di partire per Gaza due navi con centinaia di persone a bordo. Secondo la stampa locale, la marina militare israeliana è pronta ad intercettarle.Israele ha chiesto ai governi dell'Unione Europea d'impedire la partenza dai loro porti di altre navi dirette verso la Striscia di Gaza e di prevenire la partecipazione di loro cittadini a queste spedizioni. Lo scrive il sito Ynet news, citando fonti del ministero degli Esteri israeliano. A quanto si legge, il messaggio è stato ricevuto positivamente dai paesi europei che vogliono evitare nuovi scontri, a patto che il blocco a Gaza possa essere ridotto con mezzi diplomatici. Le forze di sicurezza israeliane si preparano intanto a bloccare le nuove imbarcazioni che tenteranno di forzare il blocco navale imposto alla Striscia di Gaza. Una prima nave, la Naji al Ali, dovrebbe arrivare al più presto dal Libano, con a bordo una dozzina di giornalisti e di attivisti europei, fra cui parlamentari, e un carico di aiuti umanitari ed materiale scolastico. Il viaggio , scrive Ynet, è stato organizzato dal gruppo Free Palestine e da Reporter senza frontiere. Altre due navi dovrebbero arrivare a breve dall'Iran. Una nuova flottiglia con 10-15 navi, chiamata Freedom Fleet II, dovrebbe arrivare entro ottobre con la fine del Ramadan.

M.O - SHIN BET CONTRARIO A STOP EMBARGO GAZA, NON C'È CRISI UMANITARIA

Rimuovere l'embargo navale a Gaza sarebbe per Israele uno «sviluppo pericoloso oltre che non necessario, visto che »non c'è una crisi umanitaria nella Striscia. Lo ha affermato Yuval Diskin, direttore del sevizio di sicurezza israeliano Shin Bet, intervenuto di fronte alla commissione Affari esteri e Difesa della Knesset. Sarebbe una grave violazione della sicurezza, anche se le navi fossero perquisite nei porti internazionali lungo il percorso per Gaza, ha detto, citato dal sito del quotidiano Haartez. Diskin ha poi affermato che Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, continua ad armarsi e a guadagnare forza, sia producendo armi, sia importandone clandestinamente. Hamas e la Jihad Islamica sono in possesso di cinquemila razzi a Gaza, con un raggio di oltre 40 chilometri - ha spiegato - Di questi razzi, quattromila appartengono a Hamas.

CINA: ESPLOSIONE IN UNA FABBRICA CHIMICA, 1 MORTO

Un'esplosione avvenuta in un impianto chimico nella provincia del Jiangxi, nella Cina orientale, ha provocato la morte di una persona mentre un'altra risulta al momento dispersa. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. L'incidente è avvenuto alle 5:50 del mattino ora locale quando nella fabbrica c'erano ancora poche persone. Dalle prime informazioni pervenute sembra che l'esplosione sia stata causata dallo scoppio di una caldaia. Testimoni oculari hanno dichiarato che diverse strutture della fabbrica sono crollate e che anche molte case della zona circostante hanno subito danni. Al momento non è chiaro se l'esplosione abbia causato anche danni ambientali.

‘’’RAPPORTO UNHCR 2009 - In fuga dalle guerre 43 milioni di persone: solo 251 mila rimpatriate’’’ il numero di rifugiati è il più altro dalla metà degli anni ’90, mentre quello di chi rientra spontaneamente in patria è sceso drasticamente. Nell’ultimo decennio la media si aggirava sul milione Sono 43,3 milioni, secondo il rapporto statistico annuale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), - “Global Trends 2009” - pubblicato oggi, le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni alla fine del 2009. Si tratta del numero più alto dalla metà degli anni novanta. Allo stesso tempo, il numero di rifugiati rientrati spontaneamente a casa è il più basso degli ultimi venti anni. Il rapporto evidenzia come il numero complessivo di rifugiati, 15,2 milioni, è rimasto relativamente stabile. I due terzi di questi sono persone di competenza dell’Unhcr, il terzo rimanente rientra nelle competenze dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (Unrwa). A causa del persistere dei conflitti, più della metà dei rifugiati di competenza dell’Unhcr si trovano in situazioni di esilio protratto.

“Non ci sono segnali che facciano presagire una soluzione per i principali conflitti in corso, come quelli in Afghanistan, Somalia e nella Repubblica Democratica del Congo”, ha detto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres. “Quei conflitti che sembravano essere risolti o per i quali una soluzione si stava affacciando all’orizzonte, come quelli nel sud Sudan o in Iraq, sono tuttora stagnanti. Di conseguenza, il 2009 non è stato un anno positivo per i rimpatri volontari. Ed effettivamente è stato il peggiore negli ultimi venti anni”. Secondo il rapporto Unhcr solo 251 mila rifugiati sono rientrati nelle loro case nel 2009, laddove la media annuale nell’ultimo decennio si aggirava sul milione di rimpatriati.

“La maggior parte dei rifugiati nel mondo sono in esilio da cinque o più anni. E dato che sono pochi i rifugiati che possono tornare a casa, questa proporzione crescerà inevitabilmente,” ha aggiunto Guterres, riferendosi ai 5,5 milioni di rifugiati di competenza dell’Unhcr in situazioni di esilio protratto. La percentuale di sfollati, persone in fuga dai conflitti all’interno del proprio paese, è cresciuta del 4%: alla fine del 2009 gli sfollati interni erano 27.1 milioni.

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