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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Palestina

Territori occupati: assassinato con colpi sparati nel viso

Come riferito da Haaretz, il palestinese israeliano Zilad Jilani, assassinato venerdì scorso a Gerusalemme Est da agenti della polizia dell'entità ebraica occupante, perché avrebbe investito con il suo mezzo degli agenti, è stato ucciso con colpi esplosi in faccia da distanza minima, mentre giaceva in terra ai piedi dei suoi assassini.

Israele. Amnesty chiede la fine della demolizione delle case palestinesi

Amnesty International ha chiesto alle autorità israeliane di porre termine alle demolizioni delle case, evitando che migliaia di palestinesi vivano ogni giorno nel timore di uno sgombero. Un nuovo documento pubblicato oggi, «La demolizione delle case palestinesi da parte di Israele», rivela la dimensione della distruzione delle abitazioni e di altre strutture nei Territori palestinesi occupati, in quanto considerate «costruzioni illegali».

Secondo le Nazioni unite – precisa però Amnesty – nel 2009 oltre 600 palestinesi [più della metà dei quali bambini] sono rimasti senzatetto dopo che le forze israeliane avevano demolito le loro abitazioni. «Ai palestinesi che vivono sotto l’occupazione israeliana vengono imposte restrizioni talmente rigide su cosa e dove costruire, da essere equiparate a violazioni del diritto a un alloggio adeguato», ha dichiarato Philip Luther, vicedirettore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International, «le autorità israeliane stanno ponendo i palestinesi in una situazione impossibile: qualunque cosa facciano, rischiano di rimanere senza casa. Nella maggior parte dei casi – ha aggiunto – le persone si vedono negare il permesso di edificazione da parte di Israele, talora al termine di procedure lunghe, costose e burocratiche. Così, non hanno molta altra scelta se non andare avanti senza permesso, consapevoli che ciò che hanno costruito potrà presto essere abbattuto dai bulldozer israeliani. Le demolizioni vengono generalmente eseguite senza alcun preavviso della data e dunque senza alcuna possibilità per i residenti palestinesi di salvare i loro beni o cercare un’altra sistemazione.

Israele annuncia allentamento del blocco di Gaza

da peacereporter

Israele allenterà significativamente il suo rigido blocco terrestre sulla striscia di Gaza nel tentativo di porre un freno alle dilaganti critiche internazionali seguite al sanguinoso raid israeliano sulla Flottiglia. Nel corso di una riunione i membri del gabinetto politico di sicurezza israeliano hanno deciso, infatti, di limitare le restrizioni sul materiale che entra a Gaza a un numero esiguo di merci di primissima necessità. Non è noto se sarà consentito l'accesso di materie prime industriali - rompendo l'embargo vigente dal 2007 che ha costretto al fallimento centinaia di industrie locali - e se Israele revocherà il divieto alle esportazioni di Gaza. Secondo le nuove linee guida, cemento e acciaio, indispensabili per la ricostruzione edilizia ma temuti per i possibili usi bellici, saranno concessi in coordinamento con l'Onu, ma non a privati. Resterà intatto, invece, il blocco navale come pure le restrizioni sui viaggi - che attualmente interessano un milione e mezzo di persone - e il no alla revoca dell'embargo per libri, pc e giocattoli.

Thailandia: il governo prende provvedimenti contro i media

da peacereporter

Il portavoce del governo thailandese, Panitan Wattanayagorn, ha reso noto che il ruolo dei quotidiani, delle stazioni radiofoniche e dei siti che hanno sostenuto le camicie rosse nelle recenti proteste a Bangkok, rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale. Panitan, riportando alcune dichiarazioni che sarebbero state rilasciate dai giornalisti nei giorni degli scontri, ha sottolineato come i media thailandesi creino divisioni, diffondano false notizie e istighino alla violenza. Tra i provvedimenti presi dal governo durante la protesta del Fronte unito per la democrazia contro la dittatura (Udd), che ha invaso le strade di Bangkok in aprile, c'è stato anche quello di distruggere le attrezzature di radio e televisioni che sostenevano le camicie rosse. Il governo thailandese sta cercando di riportare la situazione nel Paese alla normalità attraverso un piano di riconciliazione che possa andare incontro anche alle richieste delle camicie rosse. Questo ritorno alla mormalità prevede, però, che ai media schierati dalla parte dell'Udd sarà permesso trasmettere nuovamente solo quando saranno stati presi provvedimenti governativi per regolamentare gli strumenti mediatici.

manifestazione a L'Aquila contro l'enomia da terremoto

Oggi pomeriggio a l'Aquila una grande manifestazione ha visto sfilare citttadini e cittadine, movimenti, comitatin per dire no al terremoto economico e chiedere la proroga di cinque anni della sospensione di tasse, mutui, tariffe e restituzione anche al 100 per cento ma tra dieci anni. Oltre a questo, mancano ancora i fondi per la ricostruzione e per molti aquilani casa e lavoro sono solo un miraggio che ogni tanto viene loro sventolato davanti al naso. Il territorio aquialno, infatti tra tereremtoo e cirsi è completamente in ginocchio: la cassa integrazione è cresciuta del 450%, con migliaia di disoccupati e migliaia di attività economiche che all'indomani del sisma non hanno riaperto le saracinesche. 700 su mille solo nel centro storico, dove la rimozione dele macerie va avanti ai ritmi di una lumaca.. intano ieri sera il sottosegretario Letta ha fatto l'ennesima promessa: sarebbe pronto, infatti, un emendamento alla finanziaria che prevede la sospensione dalle tasse per imprese e lavoratori autonomi con fatturato sotto i 200mila euro, fino al 31 dicembre.

ascolta la corrispondena raccolta da radiondadurto con enrico, di epicentro solidale

Italia

Anagni, bocciato l'impianto per bruciare car fluff

La Conferenza dei servizi riunita presso la Regione Lazio ha bocciato il progetto di incenerimento di car fluff proposto nella frabbrica Marangoni ad Anagni [Frosinone]. «Si tratta del primo caso di un progetto di impianto ad alto impatto ambientale respinto nel nostro territorio – fa sapere la Rete per la tutela della Valle del Sacco, Retuvasa – La prima riflessione, dopo l’importante risultato di ieri, è che quanto si è riusciti a ottenere dalla Conferenza dei servizi è il frutto dell’attenzione che forse per la prima volta dopo molti anni tutta la popolazione di Anagni ha rivolto alla tutela del proprio territorio, alla propria salute, al futuro di questa terra».

Aggiornamento dalla situazione dei lavoratori dei canili

in corso ancora l'incontro con l'associazione che gestisce i canili comunali a Roma Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

Anagni, bocciato l'impianto per bruciare car fluff La Conferenza dei servizi riunita presso la Regione Lazio ha bocciato il progetto di incenerimento di car fluff proposto nella frabbrica Marangoni ad Anagni [Frosinone]. «Si tratta del primo caso di un progetto di impianto ad alto impatto ambientale respinto nel nostro territorio – fa sapere la Rete per la tutela della Valle del Sacco, Retuvasa – La prima riflessione, dopo l’importante risultato di ieri, è che quanto si è riusciti a ottenere dalla Conferenza dei servizi è il frutto dell’attenzione che forse per la prima volta dopo molti anni tutta la popolazione di Anagni ha rivolto alla tutela del proprio territorio, alla propria salute, al futuro di questa terra».

Italia, Ocse chiede il ritiro del disegno di legge sulle intercettazioni

"Una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia", ha commentato Dunja Mijatovic, responsabile dell'Osce per la libertà dei media

L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) oggi si è appellata al governo italiano per chiedere il ritiro o la modifica del disegno di legge sulle intercettazioni. La legge, che deve essere ancora approvata dalla Camera e firmata dal presidente, è stata ritenuta profondamente lesiva per la libertà di espressione e non conforme agli standard internazionali. "Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia", ha commentato Dunja Mijatovic, responsabile dell'Osce per la libertà dei media. Secondo Mijatovic, i giornalisti devono essere in grado di condurre indagini per tutelare la libera informazione.

Decoder, gli incentivi li paghi Berlusconi

«Gli incentivi per il decoder che devono essere recuperati li paghi Berlusconi», dice Primo Mastrantoni, segretario Aduc, dopo la decisione della Commissione europea e la sentenza del Tribunale Ue che hanno bollato come illegittimi gli incentivi per l’acquisto del decoder. Assegnati nel biennio 2004-2005, in pieno governo Berlusconi, sono stati dichiarati illegittimi «perché favoriscono solo la diffusione terrestre, alla quale era interessata Mediaset e il cui proprietario è lo stesso capo del governo che ha emanato il provvedimento, cioè Silvio Berlusconi. Se il Tribunale Ue di seconda istanza dovesse confermare la sentenza – dice l’associazione dei consumatori – riteniamo che i contributi per i decoder percepiti dai cittadini non debbano essere richiesti agli stessi ma al responsabile in primis del provvedimento, cioè a Silvio Berlusconi, la cui azienda, Mediaset, ne ha tratto vantaggio. Insomma, paghi lui per i suoi errori, non lo Stato e tantomeno i cittadini».

ESTERI

Israele, gruppo di uomini si infiltra dall'Egitto. L'esercito spara: un morto

All'alba di oggi, nel sud di Israele, l'esercito ha ucciso un uomo armato che si era infiltrato dall'Egitto vicino alla città di Eilat. Lo ha annunciato la radio militare. La vittima faceva parte di un gruppo di una decina di uomini, dei quali due armati, che sono stati individuati dopo essersi infiltrati in territorio israeliano. I soldati hanno aperto il fuoco uccidendone uno, mentre gli altri nove sono riusciti a mettersi in salvo, tornando in Egitto.

Territori occupati: assassinato con colpi sparati nel viso

Come riferito da Haaretz, il palestinese israeliano Zilad Jilani, assassinato venerdì scorso a Gerusalemme Est da agenti della polizia dell'entità ebraica occupante, perché avrebbe investito con il suo mezzo degli agenti, è stato ucciso con colpi esplosi in faccia da distanza minima, mentre giaceva in terra ai piedi dei suoi assassini.

Israele. Amnesty chiede la fine della demolizione delle case palestinesi

Amnesty International ha chiesto alle autorità israeliane di porre termine alle demolizioni delle case, evitando che migliaia di palestinesi vivano ogni giorno nel timore di uno sgombero. Un nuovo documento pubblicato oggi, «La demolizione delle case palestinesi da parte di Israele», rivela la dimensione della distruzione delle abitazioni e di altre strutture nei Territori palestinesi occupati, in quanto considerate «costruzioni illegali».

Secondo le Nazioni unite – precisa però Amnesty – nel 2009 oltre 600 palestinesi [più della metà dei quali bambini] sono rimasti senzatetto dopo che le forze israeliane avevano demolito le loro abitazioni. «Ai palestinesi che vivono sotto l’occupazione israeliana vengono imposte restrizioni talmente rigide su cosa e dove costruire, da essere equiparate a violazioni del diritto a un alloggio adeguato», ha dichiarato Philip Luther, vicedirettore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International, «le autorità israeliane stanno ponendo i palestinesi in una situazione impossibile: qualunque cosa facciano, rischiano di rimanere senza casa. Nella maggior parte dei casi – ha aggiunto – le persone si vedono negare il permesso di edificazione da parte di Israele, talora al termine di procedure lunghe, costose e burocratiche. Così, non hanno molta altra scelta se non andare avanti senza permesso, consapevoli che ciò che hanno costruito potrà presto essere abbattuto dai bulldozer israeliani. Le demolizioni vengono generalmente eseguite senza alcun preavviso della data e dunque senza alcuna possibilità per i residenti palestinesi di salvare i loro beni o cercare un’altra sistemazione.

NIGERIA ULTIMATUM A EXXON MOBIL, SIMBOLO DEL "PARADOSSO" AMERICANO

Il governo ha minacciato di imporre sanzioni nei confronti della “Exxon Mobil” se la società nordamericana non ridurrà in modo drastico i danni ambientali causati dalle sue attività estrattive nelle regioni petrolifere del Delta del Niger. Idris Musa, responsabile dell’ente governativo incaricato di valutare l’impatto delle perforazioni, ha detto di aver attirato ieri “per l’ultima volta” l’attenzione dei dirigenti di “Exxon Mobil” sulla necessità di bloccare le “continue fuoriuscite” di greggio da oleodotti e piattaforme. A riportare “Exxon Mobil” nell’occhio del ciclone ha contribuito un incidente avvenuto il mese scorso nello stato sud-occidentale di Akwa Ibom, non lontano dal confine con il Camerun. Il problema, però, è strutturale. Secondo il governo, tra il 1970 e il 2000 ci sono state almeno 7000 fuoriuscite di petrolio. Ancora peggio è andata negli ultimi quattro anni, con 2045 incidenti collegati alle attività di società straniere, spesso in joint venture con la “National Nigerian Petroleum Corporation” (Nnpc). Alla convocazione dei dirigenti di “Exxon Mobil” i quotidiani nigeriani dedicano oggi ampio spazio, in alcuni casi suggerendo un paragone con il disastro ambientale causato nel Golfo del Messico dalla società inglese “British Petroleum”. Indicativa la riflessione del presidente di un associazione di pescatori dello stato di Akwa Ibom. “È paradossale che la fuoriuscita di greggio nel Golfo del Messico provochi tante proteste tra l’opinione pubblica e i dirigenti americani: una società americana sta avvelenando la vita di milioni di nigeriani che dipendono dalla pesca come unica fonte accessibile di proteine, ma nessuno ne parla”.

Hong Kong. Perdita radioattiva in centrale nucleare Il governo di Hong Kong ha diffuso la notizia di una perdita radioattiva in una centrale nucleare del sud della Cina, che fornisce elettricità all’ex colonia britannica. L’ufficio per la sicurezza di Hong Kong ha diffuso un comunicato in cui spiega che c’è stata «una piccola perdita», lo scorso 23 maggio, che ha aumentato il livello di radioattività nel reattore di Daya Bay, nella vicina provincia di Guangdong. Il direttore del gruppo Clp, che detiene il 25 per cento della centrale, ha dichiarato che la perdita è stata contenuta e che non esiste un pericolo radioattivo all’esterno della centrale.

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INIZIATO DA IERI 15 GIUGNO SCIOPERO DELLA FAME DEI LAVORATORI DI EUTELIA SOTTO LA SEDE DI MONTECITORIO

Da oggi è iniziata una nuova fase di mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici di Agile/Eutelia che dopo l'alontanamento degli Amministratori e il commissariamento della Società, ora aspettano che il governo affronti definitivamente e con atti concreti la situazione.

i lavoratori iniziano oggi una protesta con SCIOPERO DELLA FAME, sino a quando l'On. Letta non ri-convochi il Tavolo di Crisi. DA MARTEDI' 15 GIUGNO PRESIDIO PERMANENTE DAVANTI MONTECITORIO E GIOVEDI' 17 MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI TUTTI I LAVORATORI AGILE/EUTELIA A PIAZZA MONTECITORIO DALLE ORE 11

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gror100616 (last edited 2010-06-16 17:19:51 by anonymous)