Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Peru'- Proteste e scintri nel sud contro la vendita di gas ell'estero.

Almeno 18 civili sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco in violenti scontri con la polizia nella provincia meridionale di La Convención, nella regione di Cuzco, durante una protesta partita nove giorni fa contro l’esportazione del gas prodotto dal giacimento di Camisea. Lo ha detto al ‘Canal N’ della televisione peruviana il presidente della regione di Cuzco, Hugo Gonzales, precisando che non si sono registrate vittime durante i confusi incidenti; l’uso di proiettili non è stato confermato dal commissariato di polizia di La Convención. Disordini sono stati registrati anche nelle ultime ore con la polizia che ha fatto uso di gas lacrimogeni per allontanare una folla di persone che aveva fatto irruzione negli uffici della ‘Sodexo’, azienda che rifornisce di generi di prima necessità il giacimento di Camisea, nell’aeroporto della località di Kiteni. Un altro gruppo di dimostranti ha protestato presso la base del consorzio ‘Transportadora de Gas del Perú’ (Tgp), incaricato del trasporto di idrocarburi da Camisea alla costa del paese. Tgp ha avvertito che la mobilitazione potrebbe provocare l’interruzione dell’erogazione di gas, colpendo la produzione di energia elettrica sul 35% del territorio nazionale. Agenti sono stati inviati anche a protezione dell’accesso delal vicina cittadella inca di Machu Picchu, principale polo turistico del paese. Secondo il governo, elementi di quel che rimane del gruppo guerrigliero ‘Sendero Luminoso’ sarebbero coinvolti nelle manifestazioni: per questo motivo è stata dichiarata l’emergenza nel distretto di Echarate, situato nella stessa provincia di La Convención. La mobilitazione è stata innescata dalla decisione di destinare il gas prodotto a Camisea ai mercati del Messico e della Spagna che ha incontrato una forta opposizione in diversi settori della società civile: le province del sud e la sinistra denunciano che il gas viene a mancare proprio nella zona di produzione e perché i prezzi sul mercato interno sono più alti rispetto a quelli del gas esportato.

Golfo del Messico. Bp dice che la perdita è stata bloccata

A più di tre mesi e mezzo dall’incidente che il 20 aprile scorso ha causato la perdita di petrolio nel Golfo del Messico, Bp dice che l’operazione di chiusura del pozzo è finalmente riuscita. Secondo le stime della Bp, il primo passo verso la creazione di un sigillo permanente sul pozzo è andato bene: un fango pesante è stato iniettato nel pozzo allo scopo di contenere la pressione del greggio. L’operazione, secondo i tecnici del colosso petrolifero britannico, «sta avendo i risultati desiderati». Le stime della stessa Bp parlano di circa 5 milioni di barili sversati in mare in quello che la Casa bianca ha definito il peggior incidente petrolifero della storia. Bisognerà attendere ancora un po’ per capire se il fango pesante è in grado di reggere la doppia pressione, quella del greggio che sale dal fondo del Golfo e quella degli oltre mille e cinquecento metri di acqua sopra il pozzo. Se il tappo reggerà, si potrà procedere all’installazione delle valvole di sicurezza che chiuderanno definitivamente – si spera – la falla.

Uribe a comandare il comitato di indagine per la Freedom Flotilla

Alvaro Uribe, presidente uscente della Colombia, non resterà senza lavoro l'8 agosto, quando il suo successore, Manuel Santos gli succederà a Palazzo Narino. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, lo ha appena scelto per presiedere il Comitato d'indagini sull'aggressione israeliana subìta dalla Freedom Flottilla turca carica di aiuti umanitari destinati a Gaza. È la prima volta che lo stato ebraico accetta un'inchiesta internazionale sull'operato del suo esercito, tanto che non sono mancate le polemiche interne: "E' un fatto senza precedenti e il risultato di una cattiva gestione di governo", ha tuonato Tzipi Livni, ex ministro degli Esteri e ora leader dell'opposizione. Plauso e soddisfazione invece da buona parte della comunità internazionale, Stati Uniti in testa. Ad affiancare Uribe, l'ex primo ministro della Nuova Zelanda Geoffrey Palmer e due rappresentanti di Turchia e Israele. Con la promessa che lo stato ebraico collaborerà. Una buona notizia, dunque, per lo meno in apparenza. Ed è così che ce la presentano. Eppure, chiunque abbia masticato un po' di storia recente colombiana non può che sgranare gli occhi e sobbalzare dall'indignazione nel leggere il nome del prescelto Onu. Alvaro Uribe è considerato da commissioni internazionali e organizzazioni non governative in difesa dei diritti umani, comprese molte associazioni più o meno direttamente collegate alle Nazioni Unite stesse, uno degli uomini più oscuri e sinistri del panorama internazionale.Durante i suoi due mandati di governo, la Colombia non ha visto che incrementare esecuzioni extragiudiziali per mano dell'esercito regolare, con migliaia di civili morti ammazzati e fatti sparire in fosse comuni. Ha visto oltre 4 milioni di sfollati interni, ignorati e ingannati. E la guerra interna, negata dalle versioni ufficiali, continuare imperterrita. Elencare in poche righe tutte le malefatte di un personaggio di tale portata è impossibile. A parlare sono i fatti della storia recente colombiana. Ma una cosa fra tutte va sicuramente evidenziata: Alvaro Uribe è da sempre e soprattutto un fedelissimo della Casa Bianca e molto amico di Israele. È grazie all'appoggio incondizionato ricevuto dal governo Bush che ha potuto ingaggiare una guerra campale contro guerriglia e narcotraffico, e sotto sotto costringere milioni di persone a fuggire da terre fertili e preziose per multinazionali affamate. È grazie ai soldi, tanti, destinati dalla Casa Bianca al Plan Colombia se ha potuto fare e disfare a suo piacimento. Un appoggio che ha, comunque, generosamente ricambiato svendendo il territorio colombiano agli interessi privati ed esteri. Prima di lasciare la poltrona, una delle sue ultime mosse, è stato concedere l'installazione di sette basi militari agli Usa, trasformando del tutto il paese in un vero avamposto strategico a stelle e strisce. E non scordiamo il ruolo, comprovato, che il Mossad, servizio segreto israeliano, ha da sempre nell'addestrare le truppe colombiane, affiancate da soldati e contractors Usa e israeliani. Che avevano rapporti molto stretti anche con le orde di paramilitari che da decenni mettono a ferro e fuoco il paese. Particolari anche i legami economici tra Colombia ed Israele, con una predilezione per il mercato delle armi e della tecnologia che l'ex ministro della Difesa di Uribe, Santos - ora eletto presidente - ha sempre mantenuto strettissimo, dimostrando costanza e fedeltà. Averlo nella Commissione Onu di "esperti" super partes in cerca della verità, dunque, non è una buona notizia. Uribe non è super partes, non è votato alla verità, non è indipendente. Ma una cosa è certa. È esperto, sì, e molto, di diritti umani. Calpestati e violati, puntualmente, in nome del profitto.

Afghanistan, una strage continua

Altri 12 civili uccisi oggi in un raid aereo Usa nell'est del paese, mentre il governo di Kabul conferma la strage di Sangin: 39 morti, tutti donne e bambini. Mentre il generale David Petraeus, nuovo comandante delle truppe d'occupazione alleate in Afghanistan, continua a blaterare di regole di ingaggio che garantiscano l'incolumità dei civili, l'aviazione americana continua a massacrare civili innocenti e i comandi Nato a negare e insabbiare queste stragi. Secondo testimoni citati dall'inviato di Al Jazeera a Kabul, James Bays, all'alba di questa mattina (giovedì) un raid aero Usa ha ucciso almeno dodici civili che stavano soccorrendo le vittime di un precedente attacco. Secondo fonti di stampa iraniana, le vittime del bombardamento sarebbero tredici, e tra loro ci sarebbero almeno due bambini. In mattinata, alcuni lanci di agenzia avevano parlato di un altra strage di civili riportata da Al Jazeera, avvenuta nella vicina provincia di Kunar. In questo caso i cacciabombardieri della US Air Force avrebbero colpito il corteo funebre delle vittime delle recenti alluvioni, uccidendo ventotto civili. Non è ancora chiaro se si tratti effettivamente di due fatti separati, o dello stesso bombardamento riportato in maniera confusa. Quel che è certo è che i civili afgani continuano a morire sotto i bombardamenti aerei americani, tutt'altro che precisi e 'chirurgici'. Lo ha confermato ancora oggi il governo afgano, annunciando le conclusioni dell'inchiesta condotta dalle autorità di Kabul sulla strage di civili avvenuta lo scorso 23 luglio nel distretto di Sangin, provincia meridionale di Helmand. I risultati dell'indagine hanno stabilito che il missile sparato da un elicottero americano Apache contro un edificio del villaggio di Regey ha provocato la morte di 39 civili, tutti donne e bambini, e il grave ferimento di altri quattro.

Un bilancio inferiore ai 52 morti di cui si era inizialmente parlato, ma ben più grave di quello ammesso dai comandi Nato, secondo i quali in quel raid sono stati uccisi solo talebani e al massimo tre civili. Questa mattina, un portavoce della missione Isaf, il tenente americano Raymond Jeffery, ha risposto con un 'no comment' ai giornalisti che gli hanno chiesto di esprimersi sull'esito dell'inchiesta afgana, resa pubblica con un comunicato della presidenza Karza

LA RUSSIA BRUCIA, DECINE DI MORTI E CALDO INCESSANTE La Russia continua ad essere alle prese con un'ondata di caldo eccezionale responsabile di incendi. Il bilancio è di almeno 50 morti e 200 mila ettari andati in fumo. Il presidente Dmitry Medvedev ha ordinato di rafforzare la sicurezza degli impianti nucleari, delle basi militari e delle installazioni strategiche nella parte europea del Paese, la più devastata dalle fiamme. Il capo del Cremlino ha già licenziato alcuni alti ufficiali dell'esercito per l'incendio che la scorsa settimana ha ridotto in cenere alcune installazioni di una base aerea situata a Kolomna, alle porte di Mosca. Dalla capitale russa, la testimonianza a di Paolo Felesi che sta partecipando all'iniziativa di solidarietà della Mongol Rally . CORRISPONDENZA RADIO ONDA D'URTO

Ramallah - Imemc. Manifestazione non violenta contro il Muro di Annessione: numerosi arrestati, tra cui il sindaco di al-Walaja

La manifestazione contro il Muro di Annessione in Cisgiordania, questa volta era stata organizzata di mercoledì. Il numero esatto degli arrestati resta incerto, oscillando tra i 13 e i 16, tra attivisti palestinesi, israeliani ed internazionali. Tra costoro, è stato portato via dai militari israeliani anche il sindaco di al-Walaja, la cittadina interessata dalla protesta non violenta. Al-Walaja è uno dei villaggi maggiormente messo a rischio dai lavori di estensione del Muro: usurpa terra palestinese per annetterla alle vicine colonie di Gilo e Har Gilo. Intanto, il Comitato popolare di coordinamento ha aggiornato il proprio sito web con foto e altro materiale che prova l'utilizzo improprio di gas e di altri mezzi di repressione da parte dei soldati israeliani nel corso delle manifestazioni. Per guardare le foto: www.popularstruggle.org/

ITALIA

In carcere per colpa della traduzione della polizia Torino - Due anni, otto mesi e due giorni trascorsi in carcere senza aver commesso alcun reato. Il tunisino Adel Ben Slimen, imbianchino, 34 anni, è detenuto dall'8 luglio nel Cie di Torino. In attesa di essere espulso, su proposta del questore di Asti (dov'era stato detenuto), convalidata da un giudice di pace della stessa città. La corte europea, dopo un ricorso del suo legale di fiducia, Pasquale Paolo Cutolo di Milano, ha immediatamente sospeso il provvedimento, poiché le persone accusate di reati connessi al terrorismo in Tunisia, vengono sottoposte a torture e a lunghe carcerazioni, come viene specificato da una sentenza della Cassazione, la 20514 del 28 aprile 2010.

Adel, diplomato nel suo Paese in economia aziendale, è arrivato in Italia nel 2002. A Sanremo lavora come imbianchino in un'azienda edile. Frequenta la moschea di Sanremo, insieme a connazionali , alcuni dei quali poi arrestati per presunto terrorismo. Gli inquirenti decidono di intercettare i suoi telefoni dal febbraio 2004 al gennaio 2005. Il suo calvario nasce dall'errata trascrizione di una sua telefonata con i familiari. Lui chiede "se la sua carta d'identità è pronta". Le parole e le persone si incrociano. Chiede se "gli possono inviare anche dolci locali", poi torna di nuovo la questione carta d'identità. Compare la parola "Vergina". Il traduttore la lega al documento. Adel avrebbe voluto dire: mandami delle carte di identità vergini, da compilare. Insomma, documenti falsi. Ma la "Vergina", il cui termine, in arabo, non esiste, era un semplice riferimento a una nota bevanda locale, una specie di gassosa. Per i traduttori, quel "rumore confuso" non è altro che un codice misterioso, cioè: "Teeen, teen...". Altro, come ha stabilito i giudici nella sentenza di piena assoluzione, in quelle carte, non c'è. Ma il 20 novembre 2007, due anni dopo la famosa telefonata, Adel viene arrestato.

Denuncia anche di "essere stato selvaggiamente picchiato" da una squadra di agenti della polizia penitenziaria di Benevento, nell'estate del 2009. "Portato in una stanza con un pretesto, buttato per terra e preso a calci e pugni, solo perchè avevo chiesto con troppa insistenza di fare la doccia durante il tempo previsto".

Carceri sempre sovraffollate: i detenuti sono 68.121 Dati al 31 luglio del ministero della Giustizia. Solo 137 in meno rispetto al dato di giugno. La capienza regolamentare dei 206 istituti di pena è di 44.576 reclusi: nelle celle quindi ci sono ben 23.545 persone in più di quanto sarebbe previsto MILANO - Carceri sempre sovraffollate: al 31 luglio i detenuti in Italia sono 68.121, secondo i dati forniti oggi dal Ministero della Giustizia. Solo 137 in meno rispetto al dato di giugno. La capienza regolamentare dei 206 istituti di pena è di 44.576 reclusi: nelle celle quindi ci sono ben 23.545 persone in più di quanto sarebbe previsto. Gli stranieri sono 24.675 (291 in meno rispetto a giugno). Le donne 2.967. La regione con più detenuti è la Lombardia dove sono 9.093, che è anche quella con più "esuberi", ben 3.426. Seguono Sicilia (8.054 detenuti di cui 2.861 esuberi), Campania (7.625, 2.119 esuberi), Lazio (6.294, 1680 esuberi), Piemonte (5.214, 1.170 esuberi) e Puglia (4.769, 2.551 esuberi).

MORTI SULALVORO. CADE IN ACQUE DEL PORTO DI VENEZIA E MUORE Un addetto allo spostamento di un veicolo da una bisarca è morto oggi nel Porto di Venezia precipitando in acqua da una banchina: ne dà notizia l'Autorità Portuale. L'incidente è avvenuto presso il Terminal Rinfuse Italia a Porto Marghera. Nelle fasi di scarico di alcuni automezzi da una bisarca, parcheggiata a circa 30 metri dal margine della banchina, l'uomo è precipitato nelle acque antistanti il Molo Sali. Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118 oltre alla Capitaneria di Porto, la Polizia e i Vigili del fuoco. I tentativi di rianimare l'uomo, dipendente di una ditta di autotrasporto, si sono rivelati inutili.

Mar Ligure e Tirreno: anche le trivelle petrolifere nel Santuario dei Cetacei Alla ricerca di petrolio nell'arcipelago toscano, in pieno santuario marino dei cetacei e a poca distanza dalla riserva naturale integrale di Montecristo. Potrebbe sembrare una boutade estiva, ma così non è, e gli ambientalisti che da anni si impegnano per difendere questo tratto di mare non hanno alcuna voglia di scherzare.

Nel ruolo dei cercatori di petrolio, gli australiani della Key Petroleum Ltd, società con sede a Perth, che dopo aver svolto le prime prospezioni, hanno dichiarato il sito "promettente" e avviato la procedura per ottenere le autorizzazioni a trivellare i fondali di un'area compresa tra la costa sud dell'Elba, Montecristo e Pianosa. Un tratto di mare molto vasto - ben 643 chilometri quadrati, pari a circa tre volte le dimensioni dell'Elba - che a detta dei tecnici australiani potrebbero rappresentare un grande business per l'estrazione di gas e forse di petrolio.

Per il momento il fronte dei contrari sembra tenere tutti uniti - ambientalisti, amministratori locali e imprenditori - ma questo potrebbe non bastare, dato che la giurisdizione del mare è competenza esclusiva del Governo. Già nel 1999 la Puma Petroleum avanzò due istanze di permessi di ricerca. La filiale italiana di questa società britannica è poi stata acquisita dall'australiana Key Petroleum, insieme al 100% delle sue 4 concessioni esplorative offshore: 2 al largo di Lampedusa, una in Sardegna e quella dell'Elba Meridionale che ha 2 pozzi all'interno dell'area di richiesta di concessione. L'obiettivo primario riguarda gas e possibilmente petrolio all'interno dei carbonati mesozoici".

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror100705 (last edited 2010-08-05 17:28:30 by anonymous)