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NOTIZIE BREVI

ITALIA

BOLOGNA: 30° DELLA STRAGE ALLA STAZIONE CENTRALE

Migliaia di persone, tante che Piazza Medaglie d’Oro non è riuscita a contenerle tutte, sicuramente la partecipazione più alta degli ultimi anni al corteo nell’anniversario della strage del 2 agosto 1980. Circa cinquecento dei manifestanti hanno scelto di sfilare dietro lo striscione «Liberi dalla paura, contro ogni revisionismo», promosso da diversi spazi sociali e realtà di base bolognesi. Applaudito da tutti il discorso del presidente dell’associazione delle vittime Paolo Bolognesi, netto nell’attaccare i perduranti depistaggi sulla stage: «Non lo scoppio di una caldaia, non terroristi internazionali maldestri che hanno dimenticato una bomba alla stazione, non i libici, non i palestinesi, ma neofascisti, servizi segreti, banda della Magliana e Loggia massonica P2, tutti assolutamente interessati ed alleati per impedire l’accertamento della verità» , ha detto Bolognesi, che ha stigmatizzato inoltre i benefici condotti ai neofascisti riconosciuti esecutori della strage: Francesca Mambro, Valerio Giuseppe Fioravanti e Luigi Ciavardini. «Abbiamo appreso con sconcerto la disinvoltura e la noncuranza dell’etica politica» ha aggiunto «con cui il candidato del centrosinistra alle recenti elezioni regionali del Lazio, Emma Bonino, abbia avuto nel suo comitato elettorale come consulenti proprio i due terroristi fascisti Mambro e Fioravanti, mandanti dell’assassinio del giudice Amato ed esecutori materiali della strage alla stazione». Per la prima volta dal palco di piazza Medaglie d'oro non hanno parlato rappresentanti del governo. Il 2 agosto alle 10.25 del 1980 nella sala di aspetto della stazione di Bologna l'esplosione di una bomba provocò la morte di 85 persone. Dopo un lungo iter giudiziario il 16 maggio del 1994 una sentenza della prima Corte d'assise d'appello di Bologna condannava all'ergastolo per la strage i militanti dei Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Sergio Picciafuoco. Per il depistaggio delle indagini la corte condanna a dieci anni per calunnia aggravata da finalita' di terrorismo Licio Gelli e Francesco e Francesco Pazienza , a otto anni e 5 mesi Pietro Musumeci e a 7 anni e 11 mesi Giuseppe Belmonte. Cinque le condanne per banda armata confermate in cassazione l'anno dopo.

BOLOGNA: presidio contro CIE e deportazioni

Una cinquantina di compagne e compagni ha partecipato oggi al presidio indetto da "Mai più schiave!" in piazza Roosevelt a Bologna, sotto la questura e la prefettura, per Faith e Ngom, contro i Cie e le deportazioni. Il presidio era stato preannunciato nei giorni scorsi da un'azione-blitz di informazione al cinema Lumiere. Lì il pubblico ha accolto con un caloroso applauso il gruppo che donne che, aprendo due striscioni in sala e distribuendo volantini, ha spiegato le ragioni del presidio organizzato per oggi. Il volantinaggio informativo è, poi, proseguito questa mattina lungo il percorso del corteo per il trentennale della strage alla stazione di Bologna. Sono stati fatti diversi interventi su Ngom, Faith, sulla condizioni di vita nei Cie – in particolare per le donne ma non solo – e sull'atrocità delle deportazioni e i costi in vite umane, sulle ragioni delle rivolte che si susseguono nei lager per migranti, ma anche sulle continue vessazioni e violenze che vivono le donne immigrate nei luoghi di lavoro, in particolare quelle senza permesso di soggiorno, sulla schiavitù delle donne che lavorano negli alberghi della riviera romagnola, sulle violenze contro le immigrate da parte di uomini in divisa, sulle ritorsioni nei confronti di chi rende pubbliche queste verità. Le compagne hanno più volte ribadito l'importanza delle mobilitazioni dal basso a sostegno delle lotte di donne e uomini rinchiusi nei lager della democrazia e per impedire l'apertura di nuovi Cie. E' stato anche letto un documento di adesione delle compagne di Roma, che trovate qui. Il 12 agosto la situazione di Ngom dovrebbe in qualche modo definirsi e si capirà se intendano tenerla nel Cie, rilasciarla o rimpatriarla. Intanto si attendono aggiornamenti sulla situazione di Faith in Nigeria.

ESTERI

Accordo di Oslo, è entrato in vigore ieri il Trattato contro le bombe a grappolo firmato nel 2008

E' entrato ieri in vigore il trattato contro le bombe a grappolo firmato ad Oslo nel 2008, ma i paesi che hanno utilizzato di più questo tipo di arma, Usa e Israele, e altre potenze militari come la Russia, non lo hanno adottato. Si calcola che le bombe a grappolo abbiano ucciso circa 100.000 persone, da quando i nazisti hanno inziato a usarle negli anni '30. Circa un terzo delle vittime sono bambini. Stati Uniti, Russia, Israele, India, Pakistan, Cina non intendono firmare i due Trattati. Al limite del ridicolo è invece il caso dell’Italia: il governo ha aderito al Trattato di Oslo, ma non lo ha ancora ratificato per una controversa relazione del ministero della Difesa che ha collegato in uno stesso documento i finanziamenti necessari per la distruzione degli stock di cluster in magazzino (circa 8 milioni di euro) a quelli per l’acquisto di nuovi armamenti (circa 160 milioni di euro)”. Secondo dati della Campagna internazionale contro le mine (Icbl), il Trattato di Oslo è stato finora firmato da 107 paesi e ratificato da 37. In base alla stessa fonte, attualmente submunizioni ‘cluster’ pronte a esplodere al minimo contatto sono presenti in circa 40 paesi, teatro di conflitti dalla seconda guerra mondiale in poi; circa un terzo del materiale rimane inesploso e si mantiene attivo per più di 40 anni. Le bombe a grappolo sono state usate in Kosovo nel 1999, in Afghanistan dal 2001, in Iraq dal 2003 e in Libano nel 2006, e anche in conflitti in paesi africani come Sudan e Sierra Leone. Si calcola che 100mila persone sono morte nelle esplosioni e molte volte si è trattato di esplosioni a scoppio ritardato. Il 98 percento delle vittime sono civili.

GAZA: BOMBARDAMENTO ISRAELIANO, OLTRE 40 FERITI

Sono 42 i palestinesi rimasti feriti oggi nella Striscia di Gaza in seguito a un bombardamento aereo dell’aviazione israeliana che aveva per obiettivo il capo delle brigate al-Qassam, uno dei gruppi della resistenza palestinese. La notizia è stata riferita da fonti palestinesi, ma smentita dall’esercito israeliano secondo cui non sarebbe stata organizzata alcuna azione. In un episodio separato e ancora poco chiaro, alcuni razzi hanno colpito la città giordana di Aqaba e quella israeliana di Eilat ferendo alcune persone.

ISRAELE: NUOVA LEGGE PER ESPELLERE IMMIGRATI NON EBREI, ANCHE SE BAMBINI

Il governo israeliano ha approvato un nuovo provvedimento contro gli immigrati non ebrei e relativi famigliari. I figli degli immigrati regolari per non essere espulsi dovranno conoscere la lingua ebraica, essere iscritti in una scuola e risiedere nello stato da almeno cinque anni. Quindi 700 bambini in età scolare, su un totale di 1.200, sono a rischio espulsione, secondo quanto sostiene un gruppo di pressione israeliano, "The hotline for migrant workers". Il primo ministro Benjamin Netanyahu appoggia questo tipo di politica considerandola una misura di protezione di Israele, in quanto "stato ebraico". Netanyahu sta anche costruendo un muro lungo il confine con l'Egitto per evitare l'immigrazione clandestina che ogni anno porta migliaia di persone nello stato di Israele. Nel Paese sono circa duecentomila gli immigrati.

PALESTINA: RICOSTRUITA CASA PALESTINESE DISTRUTTA DUE VOLTE DALL'ESERCITO

Grazie a tutti voi per questa casa che ha ridato il sorriso ai miei figli. E' commosso il signor Hamdan, che vive con la sua famiglia ad Anata, sobborgo di Gerusalemme, lacerato dal muro di separazione, mentre prende formalmente possesso domenica 1 agosto 2010 della nuova casa costruita per lui dalle volontarie e dai volontari dell'ottavo Summer Camp di Icahd, il comitato israeliano contro la demolizione di case. I bulldozer di Israele per ben due volte avevano demolito l'abitazione degli Hamdan perché senza permesso di costruzione, una formula usata come pretesto per demolire le case dei palestinesi di Gerusalemme nel tentativo di cacciarli dalla città e di costruire la Grande Gerusalemme ebraica. Se i militari torneranno a demolirla noi la ricostruiremo per la terza volta, così come continueremo nell'opera di ricostruzione delle centinaia di case che Israele ha demolito e continua a demolire impunemente, ha ribadito Jeff Halper, direttore di Icahd durante la cerimonia, cui hanno preso parte un centinaio di persone, oltre alla famiglia e ai volontari del Summer Camp. Mentre il sole calava la famiglia ha piantato nel giardino tre ulivi, dedicati ai volontari di Ichad, alla Palestina e alla pace.

IRAQ: CRESCE IL NUMERO DELLE VITTIME CIVILI

AFGHANISTAN: MANIFESTAZIONE CONTRO LA NATO

Domenica il centro di Kabul ha assistito alla prima manifestazione popolare di protesta organizzata contro le forze Nato. Centinaia di dimostranti, uomini, anziani e donne col burqa, sono arrivati nella capitale dalla provincia meridionale di Helmand, ma anche dai sobborghi della città, per urlare la loro rabbia contro il crescente numero di civili uccisi dalla Nato e per chiedere il ritiro degli eserciti stranieri dal paese. Sorvegliati da centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa, i manifestanti hanno sfilato per le strade del centro di Kabul urlando 'Morte all'America!', mostrando cartelli con le foto di bambini vittime dei bombardamenti americani e striscioni che chiedono giustizia per i crimini di guerra commessi dalle forze Nato e la fine dall'occupazione straniera. La maggior parte dei dimostranti sono arrivati dal profondo sud del paese, dal distretto di Sangin, in provincia di Helmand, dove lo scorso 23 luglio 52 civili sono stati uccisi da un missile sparato da un elicottero americano contro una casa del villaggio di Regey, nella quale decine di donne e bambini si erano riparati dai combattimenti che infuriavano poco lontano. I comandi alleati continuano infatti a negare questa versione dei fatti, confermata dallo stesso governo Karzai. Inoltre venerdì scorso due Suv blindati dell'ambasciata americana - guidati da contractors della DynCorp - hanno investito a folle velocità un'auto su cui viaggiavano quattro civili, uccidendoli sul colpo. Questi incidenti avvengono di continuo. Le truppe straniere se ne devono andare dall'Afghanistan perché non riusciranno mai a fare nei prossimi anni quello che non sono riusciti a fare negli ultimi dieci. Rimanendo qui non faranno altro che provocare altri morti innocenti. Secondo le stime ufficiali dell'Onu, le vittime civili della guerra in Afghanistan dal 2001 a oggi sono state almeno 14mila. Molte di più secondo altre fonti indipendenti. Oggi almeno cinque minori sono rimasti uccisi e un altro ferito in seguito all’esplosione di una autobomba avvenuta nel sud del paese. Secondo diverse fonti gli organizzatori dell’attentato avevano in realtà per obiettivo un alto responsabile della provincia di Kandahar rimasto illeso. A bordo dell’auto esplosa c’era un uomo che probabilmente ha azionato il detonatore prima di raggiungere la vittima designata.

INDIA: REPRESSE LE MANIFESTAZIONI INDIPENDENTISTE, UNA DECINA DI MORTI

Ancora ondata di proteste a sfondo indipendentista nello stato indiano del Jammu e Kashmir. Nove i morti negli scontri di ieri. Sale così ulteriormente il bilancio delle vittime dall'11 giugno scorso in poi, quando è cominciata l'ondata di manifestazioni: 32 i morti. Lo riferiscono oggi i media a Nuova Delhi. Tre persone, fra cui una ragazza di 17 anni, sono morte quando la polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di gente che stava sfidando il coprifuoco a Pampore, nel distretto di Pulwama, e a Khrew, a 10 chilometri dal capoluogo, Srinagar. Altre sei persone, si è inoltre appreso, sono decedute in una esplosione avvenuta in un accampamento della polizia circondato e incendiato dai dimostranti. Il capo del governo del Kashmir, Omar Abdullah, ha rivolto un appello alla calma, chiedendo nuovamente aiuto al governo centrale per controllare l'ordine pubblico. Manifestanti e attivisti reclamano l’autonomia della regione.

CUBA: ANNUNCIATE LE NUOVE MISURE ECONOMICHE DEL GOVERNO

Una “attualizzazione” del modello economico cubano è stata annunciata dal presidente Raúl Castro a chiusura di una riunione dell’Assemblea nazionale tenuta ieri. Le misure che saranno introdotte a partire dal primo trimestre del prossimo anno riguardano la modifica del trattamento salariale e lavorativo degli impiegati dell’amministrazione centrale dello Stato così da sopprimere, riferisce l’agenzia ‘Prensa Latina’, “gli eccessi paternalistici che non stimolano la necessità di lavorare per vivere” e “riducendo gli sprechi improduttivi”. In funzione di un più razionale e funzionale sistema lavorativo, saranno inoltre eliminati i divieti finora vigenti per l’ottenimento di nuove licenze e per la commercializzazione di determinati prodotti, inserendo tra l’altro la possibilità di una contrattazione flessibile della forza lavorativa.


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NOTIZIE BREVI

ESTERI

Accordo di Oslo, è entrato in vigore ieri il Trattato contro le bombe a grappolo firmato nel 2008

E' entrato ieri in vigore il trattato contro le bombe a grappolo firmato ad Oslo nel 2008, ma i paesi che hanno utilizzato di più questo tipo di arma, Usa e Israele, e altre potenze militari come la Russia, non lo hanno adottato. Si calcola che le bombe a grappolo abbiano ucciso circa 100.000 persone, da quando i nazisti hanno inziato a usarle negli anni '30. Circa un terzo delle vittime sono bambini. Thomas Nash, presidente della piattaforma contro le bombe a grappolo che raggruppa circa 30 Ong, considera la giornata di ieri, 1 agosto 2010, come giorno di celebrazione: "Un sogno che sembrava impossibile diventa realtà. Si è compiuta la volontà della società civile con l'aiuto di alcuni stati". Ma in questo 'alcuni' sta il problema. Da quando fu approvato l'accordo di Oslo nel dicembre 2008, circa 100 paesi si sono impegnati a disinstallare o a non usare le bombe a grappolo. Restano fuori, però, i principali produttori che continuano a non firmarlo. La lista è capeggiata dagli Stati Uniti e Israele che hanno usato bombe in conflitti recenti, come quelli dell'Iraq o del Libano. Le Organizzazioni umanitarie e quelle non governative si augurano che l'entrata in vigore del trattato animi gli altri paesi ad aderire, anche quelli che non sono i principali produttori. L'entrata in vigore della nuova Convenzione è stata accolta con entusiasmo da Papa Benedetto XVI che ha commentato: "Il mio desiderio è che si prosegua in questa direzione". Per Ban Ki-Moon, segretario Onu, la giornata di ieri "rappresenta un grande passo avanti per le agende umanitarie e di disarmo". Secondo fonti usate dalla Commissione Internazionale della Croce Rossa, il margine di errore di queste armi oscilla tra il 10 e il 40 percento e circa un terzo del materiale rimane inesploso. Caratterirstica principale degli ordigni infatti è che sono composti da un certo numero di submunizioni che, al funzionamento dell'ordigno principale (cluster), vengono disperse a distanza. Le submunizioni possono essere seminate anche da dispenser che rimangono agganciati agli aeromobili o da speciali sistemi automatizzati di semina terrestre, si mantegono attive per più di 40 anni, per questo sono altamente pericolose per la popolazione civile. Le bombe a grappolo sono state usate in Kosovo nel 1999, in Afghanistan dal 2001, in Iraq dal 2003 e in Libano nel 2006, e anche in conflitti in paesi africani come Sudan e Sierra Leone. Si calcola che 100mila persone sono morte nelle esplosioni e molte volte si è trattato di esplosioni a scoppio ritardato. Il 98 percento delle vittime sono civili.

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