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Turchia, passa il referendum sulle riforme costituzionali

Netta vittoria del sì alle riforme costituzionali volute dal governo Erdogan nel referendum tenutosi ieri in Turchia. Il 58 percento ha votato a favore degli emendamenti a 22 articoli della Costituzione varata dai generali golpisti nel 1982. Alta l'affluenza, che ha superato il 76 percento in quella che era considerata come una prova di forza tra l'esecutivo filo-islamico e i nazionalisti e le forze armate. Il sì è destinato a ridimensionare il potere dei generali che dal 1960 condizionano la vita civile del Paese e rappresenta un passo avanti sulla via della democrazia e delle riforme, anche nell'ottica dell'avvicinamento all'Unione europea. Gli emendamenti aumentano infatti il numero dei componenti della Corte costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura, che saranno nominati non soltanto dai giudici ma anche dal Parlamento e dal presidente della Repubblica. Inoltre, sarà possibile sottoporre i militari alla giustizia civile. "Abbiamo varcato una soglia storica sulla strada per far avanzare la democrazia e lo stato di diritto", ha commentato il premier Recep Tayyp Erdogan davanti a una folla festante a Istanbul.

Mo: Netanyahu per colonizzazione 'al rallentatore', stampa

TEL AVIV - Alla vigilia del summit di Sharm al-Sheikh (Egitto) con il presidente palestinese Abu Mazen, il premier Benyamin Netanyahu si accinge ad optare per una "colonizzazione al rallentatore" che da un lato acquieti le apprensioni dei ministri nazionalisti del suo governo e che dall'altro non provochi una crisi nelle trattative con l'Anp.

Secondo la stampa odierna alla fine di settembre, al termine della moratoria di dieci mesi nei nuovi progetti edili ebraici in Cisgiordania, Netanyahu adotterà tacitamente la politica elaborata dal suo predecessore Ehud Olmert (Kadima): ossia di una costruzione annua di circa duemila unità abitative per coloni, il 90 per cento delle quali in zone omogenee di insediamento ebraico in Cisgiordania.

Ieri Netanyahu ha detto ai ministri del Likud che 19 mila unità abitative "sono sul tavolo". Da un lato, ha aggiunto, Israele non accetterà un congelamento totale delle costruzioni, ma dall'altro - ha precisato - non è necessario realizzare tutti i progetti. "Fra 0 e 1 ci sono opzioni intermedie" ha rilevato.

La proroga del congelamento dei progetti edili ebraici in Cisgiordania è una delle richieste prioritarie di Abu Mazen. Netanyahu, da parte sua, ribadirà domani a Sharm el-Sheikh la richiesta che da parte palestinese venga riconosciuto il carattere ebraico di Israele, nel contesto di accordi definitivi di pace.

Mo: Israele, aeroporto Tel Aviv bloccato da agitazioni

TEL AVIV - L'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv è stato bloccato stamane da uno sciopero a sorpresa del personale di terra, da settimane impegnato in una aspra vertenza sindacale legata alla gestione del fondo pensione dei dipendenti.

Senza alcun preavviso, alle nove di mattina i dipendenti hanno bloccato tutte le partenze. Gli atterraggi per il momento vengono ancora autorizzati, ma ai passeggeri non viene distribuito il bagaglio al seguito.

La agitazione è stata criticata dal ministro delle finanze Yuval Steinitz (Likud), che peraltro ha ammesso che le richieste dei lavoratori sono "comprensibili". Febbrili contatti sono adesso in corso dietro le quinte per ripristinare nella tarda mattinata il traffico aereo.

Nel frattempo disordini sono avvenuti nella sala arrivi quando una comitiva di ebrei ortodossi provenienti dalla Ucraina (dove si erano recati in pellegrinaggio) hanno dato in escandescenze non avendo ricevuto le loro valige. Per sedare i tumulti è stato necessario l'intervento della polizia.

Grecia: crisi; nuovo sciopero camionisti, arriva troika Ue-Fmi

ATENE - I camionisti greci sospendono di nuovo da oggi sine die tutti i trasporti merce per protesta contro "le promesse del governo non mantenute", mentre esperti Ue e Fmi, riprendono i contatti ad Atene sull'attuazione del piano di austerità.

Lunghe code si sono formate sin da ieri ai distributori di benzina per timore che la protesta dei camionisti, come già lo scorso luglio, provochi scarsità di carburante, mentre si prepara ad essere approvata una legge che liberalizza il settore e che è al centro delle proteste degli autotrasportatori. Per evitare aumenti ingiustificati a causa della serrata dei camionisti, il governo si prepara a introdurre un tetto ai prezzi del carburante.

La protesta dei camionisti, che porteranno i loro veicoli davanti al parlamento, fa seguito alle grandi manifestazioni di sabato scorso a Salonicco in occasione della presenza nella città del premier Giorgio Papandreou, che ha ribadito di voler andare avanti con austerity e riforme. E secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano socialista To Vima, i Greci cominciano a rendersi conto che il rispetto del Memorandum firmato con Ue-Fmi è l'unico modo per uscire dalla crisi. Il 50,9% degli intervistati infatti ritiene che l'opposizione dovrebbe sospendere lo scontro sul Memorandum.

Ue, la crisi fa scendere le emissioni di Co2

Secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, nel solo 2009 le emissioni di Co2 sono scese nel continente del 6,9 per cento, raggiungendo un -17,3 rispetto al 1990. A ridurle drasticamente ha contribuito indubbiamente la crisi economica, con la diminuizione dei ritmi produttivi, ma l'Agenzia è convinta che la crisi sia solo una delle ragioni e che un'eventuale ripresa economica porterebbe a cali meno vistosi ma difficilmente a un'inversione di tendenza.

A questo punto l'obiettivo del -20 per cento rispetto al 1990 è assolutamente a portata di mano, sicché Francia, Germania e Regno Unito propongono di arrivare al 2020 con un taglio del 30 per cento. L'Italia non condivide. Il Wwf vorrebbe che i tagli si spingessero fino al 40 per cento: "Con riduzioni già ora del 17,3% - commenta Maria Grazia Midulla, responsabile clima ed energia dell'organizzazione ambientalista - l'idea che l'Europa tagli le emissioni solo del 20% per il 2020 è ridicola, vorrebbe dire smettere di ridurre le emissioni e aspettare il 2020 a braccia conserte".

ITALIA

Si rompono fusti tossici, 15 intossicati

Quindici operai sono rimasti intossicati nella notte mentre stavano lavorando alla bonifica di una portacontainer nel porto di Genova. Sabato pomeriggio una nube tossica provocata dalla rottura di fusti chimici aveva causato malori tra equipaggio e portuali. Le esalazioni di cloro benzaldeide, sostanza che a contatto con l'acqua provoca una reazione tossica, hanno colpito gli operai, che hanno accusato irritazione agli occhi, rossore cutaneo e difficolta' respiratorie. Aperta inchiesta.

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